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view post Posted: 9/6/2020, 14:02 MovieTown - Cinema

MARTEDI

09/06/2020



BILL & TED FACE THE MUSIC – KEANU REEVES E ALEX WINTER NEL PRIMO POSTER

Alex Winter e Keanu Reeves sono pronti a viaggiare ancora nel tempo in Bill & Ted Face the Music, terzo capitolo cinematografico della saga comico-fantascientifica iniziata nel 1989 con Bill & Ted’s Excellent Adventure, e poi proseguita nel 1991 con Bill & Ted’s Bogus Journey.

Lo strampalato duo, ora frenato dalle responsabilità familiari, ha ormai raggiunto la mezza età, ma deve salvare il mondo affrontando un nuovo viaggio attraverso le epoche: il nuovissimo poster ritrae infatti William “Bill” S. Preston e Theodore “Ted” Logan mentre si avvicinano alla cabina telefonica che funge da macchina del tempo. Al loro fianco ci saranno le rispettive figlie, Thea “Little Ted” Preston (Samara Weaving) e Billie “Little Bill” Logan (Brigette Lundy-Paine).

Corre voce che il trailer possa uscire oggi. Troverete il poster qui di seguito, ma prima vi ricordo che Bill & Ted Face the Music arriverà nelle sale americane il prossimo 21 agosto, emergenza Covid-19 permettendo.

La sinossi ufficiale
Bill & Ted Face the Music vedrà i due amici ormai appesantiti dalla mezza età e dalle responsabilità familiari, parecchi anni dopo le loro avventure adolescenziali come viaggiatori nel tempo. Hanno scritto migliaia di melodie, ma devono ancora comporne una buona, men che meno la più grande canzone di sempre. Mentre il tessuto del tempo e dello spazio si squarcia attorno a loro, un visitatore dal futuro avvisa i nostri eroi che soltanto la loro canzone può salvare il mondo come lo conosciamo. Senza fortuna né ispirazione, Bill e Ted s’imbarcano in un’avventura attraverso il tempo per cercare la canzone che aggiusterà il loro mondo e porterà armonia nell’universo. Con l’aiuto delle loro figlie, un nuovo gruppo di figure storiche, e alcune solidali leggende della musica, troveranno molto più di una canzone.

Nel cast figurano Alex Winter (Bill), Keanu Reeves (Ted), Samara Weaving (Thea), Brigette Lundy-Paine (Billie), William Sadler (il Tristo Mietitore), Anthony Carrigan, Kid Cudi (se stesso), Jillian Bell (Dr.ssa Taylor Wood), Hal Landon Jr. (Capitano Jonathan Logan), Amy Stoch (Missy), Jayma Mays (Principessa Joanna Preston), Erinn Hayes (Principessa Elizabeth Logan), Beck Bennett (Deacon Logan), Holland Taylor (il Grande Leader), Kristen Schaal (Kelly), Kelly Carlin e George Carlin (Rufus). Quest’ultimo è deceduto nel 2008, ma apparirà in alcuni filmati d’archivio dei primi due film.

Chris Matheson e Ed Solomon, sceneggiatori del primo film, hanno scritto il copione, mentre la regia è di Dean Parisot (Galaxy Quest).

La produzione di è curata da Scott Kroopf, Alex Lebovici e Steve Ponce degli Hammerstone Studios. I produttori esecutivi sono Steven Soderbergh, R. Scott Reid, John Ryan Jr., Scott Fischer e John Santilli.

Il poster


Il poster animato

bill-and-ted-face-the-music-poster

SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO – INIZIATI I LAVORI PER IL SEQUEL!

Dopo il grande successo di Spider-Man: Un nuovo universo (un Premio Oscar e oltre 375 milioni di dollari incassati in tutto il mondo) la Sony ha intenzione di proseguire con il suo Ragnoverso e la produzione del prossimo film è ufficialmente iniziata, come dimostra questo tweet dell’animatore Nick Kondo.
Sembra inoltre confermata la data di uscita precedentemente annunciata: 8 aprile 2022.

È stato confermato che nel sequel vedremo anche Supaidaman, lo Spider-Man giapponese di cui abbiamo parlato in questo approfondimento.


Il tweet

LEE CRONIN DIRIGERÀ EVIL DEAD NOW, NUOVO CAPITOLO DELLA SAGA HORROR

A più di due anni dalla cancellazione di Ash vs Evil Dead, la celebre saga horror creata da Sam Raimi tornerà al cinema con un nuovo capitolo, intitolato Evil Dead Now. A rivelarlo è Bruce Campbell, storico protagonista del franchise, durante un’intervista con Empire.

L’attore dichiara inoltre che il film sarà scritto e diretto dall’irlandese Lee Cronin, fattosi notare l’anno scorso con il suo primo lungometraggio, l’horror Hole – L’abisso.

Abbiamo appena parlato al telefono con Lee Cronin, che scriverà e dirigerà il prossimo Evil Dead. S’intitola Evil Dead Now. Sam [Raimi] ha scelto personalmente Lee – ha fatto un film fico intitolato The Hole In the Ground. Lo faremo uscire appena sarà possibile.

Sam Raimi dev’essere rimasto particolarmente impressionato da Cronin, poiché gli ha affidato anche un episodio di 50 States of Fright, intitolato 13 Steps to Hell.

I fan saranno però dispiaciuti di scoprire che lo stesso Bruce Campbell non avrà un ruolo in questo Evil Dead Now:

Da questo punto in avanti, [i capitoli della saga] devono reggersi sui loro piedi. Il che va bene. Ed è liberatorio. Ci possono essere eroi diversi, eroine diverse in questo caso. Questo qui sarà un po’ più dinamico… vogliamo semplicemente fare in modo che la serie resti contemporanea. E il mantra, davvero, è che i nostri eroi e le nostre eroine siano solo persone normali. È su questo solco che proseguiremo.

Possiamo quindi aspettarci una protagonista femminile, come nel reboot di Fede Alvarez. Con tali premesse, è probabile che Evil Dead Now segua il corso “serioso” di Alvarez, non quello splatterstick dei primi tre capitoli (e della serie Starz).


THE BATMAN: MATT REEVES HA INTENZIONE DI INTRODURRE UN NUOVO JOKER NEL SEQUEL?

Le riprese di The Batman, il cinecomic diretto da Matt Reeves, non sono ancora terminate ma già si parla di sequel.

Come noto, il film introdurrà un bel po’ di villain appartenenti all’universo del Crociato di Gotham, come Catwoman (Zoe Kravitz), l’Enigmista (Paul Dano) e il Pinguino (Colin Farrell).
All’appello manca Joker, recentemente interpretato da Joaquin Phoenix nell’acclamato film diretto da Todd Phillips, ma secondo alcuni recenti rumor la cosa non è casuale: Matt Reeves ha infatti pianificato di introdurre il clown del crimine in un eventuale secondo capitolo.

Secondo quanto riportato da Daniel Richtman di The Direct il regista avrebbe intenzione di lanciare una versione completamene nuova del personaggio e anche se non comparirà in questo primo film, la sua figura sarà in qualche modo introdotta, per aprire la strada al suo debutto ufficiale.
Ribadiamo che si tratta di un rumor e che quindi va trattato con il dovuto scetticismo. Come sempre vi terremo aggiornati su ogni sviluppo.

The Batman arriverà nelle sale americane il 25 giugno 2021, e darà il via a una nuova saga cinematografica dell’Uomo Pipistrello. Non ci sarà alcun legame con la precedente versione interpretata da Ben Affleck in Batman v Superman e Justice League. Ma, poiché Gal Gadot e Jason Momoa sono ancora Wonder Woman e Aquaman, resta l’incognita su come DC e Warner riconfigureranno l’universo esteso.

Nel cast di The Batman troviamo anche Zoë Kravitz nel ruolo di Catwoman, Jeffrey Wright nel ruolo del commissario Gordon. Colin Farrell e Paul Dano saranno il Pinguino e l’Enigmista, mentre Andy Serkis sarà il nuovo Alfred. Con loro anche John Turturro, nel ruolo di Carmine Falcone.


The Room, Netflix non ha voluto aggiungere il film di Tommy Wiseau al catalogo

Come mai The Disaster Artist arriverà su Netflix negli Stati Uniti mentre The Room, il film alla cui realizzazione è dedicata la pellicola con James Franco, invece no? Un utente su Twitter lo ha chiesto a Tommy Wiseau in persona che ha spiegato la semplicissima motivazione:

Netflix ha detto di no.

Insomma, il colosso dello streaming si è rifiutato di aggiungere la pellicola al catalogo. Il tweet ha subito riscosso molto seguito, così Wiseau – come potete vedere visitando la sua pagina – ha deciso di metterlo in evidenza.

The Disaster Artist, lo ricordiamo, è tratto da The Disaster Artist: My Life Inside The Room, il libro incentrato proprio sulla vita di Tommy Wiseau. Il tomo, nello specifico, segue la storia della realizzazione del film The Room, divenuto un culto della cultura pop più virata verso il trash.

Il film, diretto e interpretato da James Franco, è approdato nei cinema statunitensi l’8 dicembre 2017. Nel cast, oltre a James Franco, anche Dave Franco, Seth Rogen, Ary Graynor, Alison Brie, Jacki Weaver, Paul Sheer, Zac Efron, Josh Hutcerhson.


California: i cinema potranno riaprire dal 12 giugno

Segnale incoraggiante per il settore dell’intrattenimento negli Stati Uniti, e probabilmente anche per la Warner Bros, che non ha ancora comunicato se l’uscita di Tenet al 17 luglio è stata definitivamente confermata o meno: il California Department of Public Health ieri ha comunicato che i cinema californiani potranno riaprire a partire dal 12 giugno, lo stesso giorno in cui potranno ripartire anche le produzioni cinematografiche e televisive.
Ovviamente anche in questo caso la riapertura è soggetta all’approvazione dell’autorità sanitaria delle varie contee dello stato, e in particolare di quelle di Los Angeles e San Francisco, che rappresentano due dei mercati più ricchi di tutti gli Stati Uniti per quanto riguarda gli incassi cinematografici. Tale approvazione dipenderà dai dati sulla trasmissione e le infezioni, l’indice di positività e la capacità degli ospedali di gestire un aumento di casi.

Gli esercenti americani sono in ginocchio dal 17 marzo, quando il lockdown li ha costretti a chiudere i battenti mettendo in gravi difficoltà finanziarie ed economiche piccoli cinema così come grandi catene come Regal, Cinemark e AMC (quest’ultima è la catena più grande del mondo ma registrava forti perdite già da prima dell’emergenza Coronavirus).

I cinema che decideranno di riaprire potranno farlo solo se rispetteranno una serie di misure sanitarie e igieniche, con una capacità limitata (almeno in una prima fase) al 25% o a 100 persone massime per ogni sala, rispettando il distanziamento sociale. Gli addetti presenti nei cinema dovranno indossare mascherine, mentre lo stesso non è richiesto agli spettatori.

Cinemark ha già annunciato che riaprirà le sale a livello nazionale (dove sarà consentito farlo, la prima area sarà Dallas in Texas) il 19 giugno, mentre non sono ancora chiare le strategie di riapertura delle altre catene.

Il primo nuovo film previsto per arrivare nei cinema americani è Unhinged, di Solstice Studios con protagonista Russell Crowe, la cui data di uscita è il 1 luglio. Il film successivo dovrebbe essere proprio Tenet il 17 luglio, seguito da Mulan il 24 luglio.

Vi ricordiamo che in Italia i primi cinema a riaprire lo faranno dal 15 giugno.


Simu Liu fa notare a Ice Cube che Shang-Chi è un personaggio Marvel ispirato a Bruce Lee

“La Marvel è forte, ma datemi Bruce Lee. Un vero supereroe“.
Ice Cube ha pubblicato alcune ore fa su Twitter un post dedicato a Bruce Lee, la leggenda delle arti marziali scomparsa nel 1973. L’immagine cita una frase detta da Lee e diventa iconica:

La sconfitta è uno stato mentale, nessuno viene sconfitto fino a quando la sconfitta non viene accettata come realtà.

Simu Liu, il protagonista del film Marvel Shang-Chi and the Legends of the Ten Rings, ha allora voluto dire la sua:

E se ti dicessi che c’è un personaggio ispirato a lui nei fumetti?

Il film Shang-Chi and the Legends of the Ten Rings uscirà il 7 maggio 2021 e avrà per regista Destin Daniel Cretton (Il castello di vetro) su uno script di Dave Callaham (Wonder Woman 1984, Spider-Man: Un Nuovo Universo).

Nel corso della promozione di Il diritto di opporsi, il regista ha parlato del prossimo sottolineandone la grande importanza:

“Sono cresciuto senza un supereroe al quale ispirarmi” ha raccontato il cineasta all’Hollywood Reporter. “Mi sentivo legato a Spider-Man da ragazzino, principalmente perché indossava una maschera che gli copriva il volto, perciò mi immaginavo sotto quella maschera. Adorerei dare a mio figlio un supereroe da prendere come modello. Per me è un onore avere l’opportunità di raccontare questa storia“.

Tony Leuing interpreta il Mandarino mentre Simu Liu interpreta il protagonista Shang-Chi. Nel cast anche Awkwafina.

Il personaggio è stato creato nel 1973 da Steve Englehart (testi) e Jim Starlin (disegni).


Anna Kendrick ricorda i giorni di Twilight e ammette di aver pensato a una pausa dalla recitazione

In un’intervista con Vanity Fair Anna Kendrick ha ricordato le riprese di Twilight (in cui interpretava la compagna di classe di Bella, Jessica), spiegando perché la sua esperienza è stata peggiore del previsto:

Girammo il primo film a Portland, in Oregon, e ricordo di aver provato davvero tanto freddo e avvilimento. Avevo le mie Converse completamente zuppe e continuavo a pensare: “Beh, mi trovo in un gruppo davvero fantastico e sono certa che saremmo grandi amici in altri contesti, ma voglio uccidere tutti”. Da un lato servì a unirci, un po’ quando affronti un trauma assieme ad altre persone, come sopravvivere assieme ad altri ostaggi e sentire un legame per tutta la vita.

L’attrice ha inoltre parlato con James Corden degli ultimi impegni e dell’esigenza di prendersi una pausa dalla recitazione. Dopo Noelle (arrivato su Disney+ negli Stati Uniti l’anno scorso e prossimamente in Italia), ha inoltre prestato la voce a Poppy in Trolls World Tour, e ha poi lavorato a due serie TV, Dummy per Quibi e Love Life per HBO Max.

Non sorprende, allora, che abbia pensato a una pausa:

La cosa buffa è che ero arrivata alla conclusione di prendermi una pausa e smettere di correre in giro per il mondo. Smetterla di lavorare per mesi interi senza vedere la mia famiglia e i miei amici. Poi è arrivata una piccola pandemia di poco conto e ho pensato: “Non è questo quello intendevo”. Temo che quando tutto sarà finito, dall’alto mi diranno: “Ok, sei pronta a tornare a lavorare”. Volevo semplicemente più tempo per andare al cinema e cose simili. Sono praticamente chiusa in casa al momento.


Auguri per la Tua Morte, Jason Blum sta lavorando sodo per far sì che il terzo film si faccia

Nonostante il secondo capitolo della saga di Auguri per la Tua Morte, Ancora Auguri per la Tua Morte, abbia incassato la metà del primo episodio, 64 milioni di dollari worldwide contro 125, Jason Blum sembra ancora intenzionato a voler produrre la puntata finale del franchise.
Senza scendere nei dettagli della questione, Jason Blum ha ammesso durante un’intervista con Yahoo Entertainment che “sta facendo gli straordinari” per far sì che Auguri per la Tua Morte 3 si possa fare.

Si tratta di un cambio di rotta rispetto alle passate dichiarazioni tanto del produttore, che era appunto rimasto alquanto scottato dal calo negli incassi di cui vi abbiamo parlato in apertura del nostro articolo, quanto del regista Christopher Landon che, su Twitter, era addirittura arrivato a invocare l’intervento di Netflix per la chiusura della Trilogia.

Più di recente, Comingsoon.net ha chiesto allora un parere alla protagonista del film, Jessica Rothe, che ha ammesso:

Adorerei tanto avere l’occasione di completare la trilogia. So che Chris ha già un piano steso nel suo cervello geniale, ma so anche che vogliamo completarla a patto di fare le cose a dovere.

Ha poi ammesso che sarebbe disposta ad aspettare anche decenni perché ciò accada:

È buffo, ma sento che alla fine riusciremo a raccontare il resto della storia: non importa se si tratterà di attendere poco, cinque anni, dieci o venti, magari faremo come Jamie Lee Curtis per Halloween e rivedremo Tree nei panni di una cinquantenne che spacca. Adoro Tree, adoro così tanto quel personaggio e sono davvero grata di aver potuto interpretarla.

La sinossi ufficiale di Ancora Auguri per la Tua Morte:
Jessica Rothe guida il cast che ritorna in Ancora auguri per la tua morte, il seguito della sorpresa del 2017 di Blumhouse (Split, Scappa – Get Out, La notte del giudizio), un grande successo pieno di colpi di scena e svolte comiche. Questa volta, la nostra eroina Tree (Jessica Rothe) scopre morire di continuo è stato sorprendentemente più facile dei pericoli che la attendono. Una nuova produzione di Jason Blum. Christopher Landon torna a scrivere e dirigere il nuovo capitolo, mentre i produttori esecutivi di Auguri per la tua morte, Angela Mancuso e John Baldecchi, sono stati affiancati da EP Samson Mucke (Manuale Scouts per l’Apocalisse Zombie).


Dracula: Karyn Kusama parla del nuovo, fedele adattamento del romanzo di Bram Stoker

Sappiamo già che, nel novero dei nuovi progetti collegati all’Universo dei Mostri Classici in cantiere alla Universal e alla Blumhouse, c’è anche un nuovo film di Dracula verrà diretto da Karyn Kusama (Destroyer).
Qualche giorno fa, la regista è stata ospite di un podcast dove ha dovuto spiegare l’approccio che intende adottare verso questo progetto.

È un adattamento abbastanza fedele del romanzo di Bram Stoker. A mio modo di vedere, uno degli aspetti, in passato, più trascurati negli adattamenti di Dracula è l’idea delle voci multiple. Il libro è raccontato da diversi punti di vista. E quello a cui non abbiamo sostanzialmente mai accesso è proprio quello a cui la maggior parte degli adattamenti dà accesso, ovvero quello dello stesso Dracula. In un certo senso direi che sarà sì un adattamento di Dracula, ma non avremo a che fare con lo stesso genere di eroe romantico che abbiamo visto nelle vecchie interpretazioni della storia.

Di recente, abbiamo visto Karyn Kusama all’opera con la regia di “La storia del vampiro Yiddish”, sesto episodio della serie Tv HBO The Outsider, tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Tornando a Dracula, a fine aprile, Sebastian Stan, l’interprete del Soldato d’Inverno nell’Universo Cinematografico della Marvel, ha raccontato di essersi proposto per la parte di Dracula alla regista con la quale ha già collaborato proprio per Destroyer.

Le ho già spedito una e-mail a questo proposito. Le ho detto “Lo sai che sono rumeno, sì?” e lei mi ha anche risposto “Sì, sì, lo so. Ma è ancora presto e c’è una pandemia di mezzo. Se tutto va bene, ci rivedremo fra quattro anni!” […] Mi piacerebbe davvero tanto continuare a trovare dei progetti per lavorare ancora con lei, progetti che ci potrebbero permettere di percorrere delle direzioni differenti […] Lei è un regista che ho letteralmente adorato perché è stata estremamente specifica nello spiegare cosa voleva che io ottenessi col mio personaggio. ma mi ha anche concesso di esplorarlo a modo mio. Abbiamo parlato dei tatuaggi, del suo aspetto, della sua storia. È stata una vera e propria collaborazione dall’inizio alla fine.


Spider-Man: Un nuovo universo, è partita la produzione del secondo film!

Sono passati alcuni mesi da quando la Sony ha annunciato il secondo film di Spider-Man: Un Nuovo Universo.
Il film d’animazione Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman, oltre ai 375 milioni di dollari d’incasso, è stato accolto in maniera unanimemente positiva dalla critica aggiudicandosi anche il premio Oscar per il miglior film d’animazione. Non sorprende, allora, che lo studio abbia dato il via libera a un nuovo film incentrato sulle avventure di Miles Morales.

La major aveva annunciato a novembre che il nuovo episodio del Ragnoverso sarebbe arrivato al cinema l’8 aprile 2022, ma poi, a causa dell’emergenza Coronavirus, l’uscita è stata rimandata al 7 ottobre 2022.

Con l’emergenza in fase di rientro, la lavorazione è ufficialmente partita: a rivelarlo è stato Nick Kondo, animatore capo della Sony Imageworks, che ha scritto un tweet annunciando il suo “primo giorno di lavoro”.

A seguire la sinossi ufficiale di Spider-Man: Un nuovo universo.

Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le vicende del teenager di Brooklyn Miles Morales e delle infinite possibilità del Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.

Il film è incentrato sull’Uomo Ragno di Miles Morales, che nei fumetti ottiene i poteri quando un ragno geneticamente modificato proveniente dai laboratori delle Osborn Industries finisce nello zaino di suo zio Aaron Davis, un criminale incallito. Inizialmente Morales non vuole essere un supereroe, ma si sente costretto a farlo quando lo Spider-Man originale muore cercando di salvare la sua famiglia.

A doppiare Morales nella versione originale c’è Shameik Moore, mentre Mahershala Ali è Aaron Davis e Brian Tyree Henry è Jeffierson Davis. Nel cast anche Liev Schreiber, che doppia l’antagonista.


The Batman: Matt Reeves vuole introdurre un nuovo Joker nel sequel? | RUMOUR

Pochi giorni dopo le indiscrezioni sulla possibilità che Bane compaia nel seguito di The Batman, ecco arrivare un nuovo rumour secondo cui nella pellicola verrà introdotto anche un nuovo Joker.
L’informazione arriva da Daniel Richtman, spesso autore di scoop per The Direct, secondo cui Reeves avrebbe pensato di presentare una versione completamente inedita del villain che sarebbe poi al centro del secondo e del terzo film della sua trilogia. Joker, quindi, non verrebbe mostrato nel film in uscita nel 2021, ma solo “accennato”, tanto che il casting per la parte non è nemmeno iniziato.

Ovviamente si tratta solo di un’indiscrezione, ma se fosse confermata andrebbe ad affiancare Joker ai numerosi altri villain che verranno presentati nel film di Matt Reeves: dall’Enigmista a Catwoman, che dovrebbero avere ruoli consistenti, al Pinguino, che invece dovrebbe avere una parte ridotta.

Vi terremo aggiornati!

The Batman uscirà il 1° ottobre 2021. La produzione è stata interrotta a Londra dopo circa un mese in seguito alla decisione di bloccare le produzioni a causa dell’emergenza Coronavirus e dovrebbe riprendere tra qualche settimana.

Il filmè diretto da Matt Reeves (i film “Il pianeta delle scimmie”), Robert Pattinson (l’imminente “Tenet, “The Lighthouse”, “Good Time”) interpreta il vigilante e detective di Gotham City, Batman, e il miliardario Bruce Wayne.

Al fianco di Pattinson, recitano nei panni di personaggi famosi e famigerati di Gotham, Zoë Kravitz (“Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Mad Max: Fury Road”) nel ruolo di Selina Kyle; Paul Dano (“Love & Mercy”, “12 anni schiavo”) nel ruolo di Edward Nashton; Jeffrey Wright (i film di “Hunger Games”) nel ruolo di James Gordon del GCPD; John Turturro (i film di “Transformers”) nel ruolo di Carmine Falcone; Peter Sarsgaard (“I magnifici 7”, “Black Mass – L’ultimo gangster”) nel ruolo del Procuratore Distrettuale di Gotham, Gil Colson; Jayme Lawson (“Farewell Amor”) è la candidata sindaco Bella Reál, con Andy Serkis (i film “Il pianeta delle scimmie”, “Black Panther”) nel ruolo di Alfred; e Colin Farrell (“Animali fantastici e dove trovarli”, “Dumbo”) in quello di Oswald Cobblepot.


Marvel Cinematic Universe: lo studio vuole un Team-Up per Thor/Jane e Cap/Sam

Avengers: Endgame ha rimescolato le carte del Marvel Cinematic Universe. Lo ha fatto in maniera brutale, eliminando Iron Man e togliendo dal quadro anche Captain America, o meglio Steve Rogers. L’universo narrativo rimane adesso senza un vero e proprio leader, con Thor che, in versione Lebowski, sembra più intenzionato a seguire la strada della commedia, tanto che forse lo vedremo con i Guardiani della Galassia. La Fase 4, quindi, ci riserverà molte sorprese e un modo diverso di raccontare questo universo e i suoi protagonisti.

In particolare, mentre sembra probabile che ad un certo punto si troverà spazio per Ironheart, lo scudo di Captain America passerà nelle mani di Sam Wilson, mentre il martello di Thor sarà affidato invece a Jane Foster, che tornerà in Thor: Love and Thunder. Naturalmente, entrambi i personaggi hanno un corrispettivo nelle pagine a fumetti e quindi sono legittimati, agli occhi dei fan, ad assumere il loro posto nelle più alte cariche degli Avengers.

Detto questo, sia Sam Wilson che Jane Foster si troveranno a raccogliere un’eredità molto importante e i Marvel Studios sembrano estremamente consapevoli di questa responsabilità, visto quanto i personaggi interpretati da Chris Hemsworth e Chris Evans sono stati importanti per la costruzione delle prime tre fasi del Marvel Cinematic Universe. Nonostante non sappiamo esattamente quale sarà il percorso narrativo dei due personaggi, sembra che si incontreranno a breve, o almeno è questa l’intenzione della produzione.

Secondo WGTC, una delle idee che viene discussa dietro le quinte dei Marvel Studios è che in Thor: Love and Thunder ci possa essere spazio per il nuovo Captain America, con la nuova Thor che lo conduce in un’avventura galattica, lì dove il Cap di Steve non si era mai spinto. Scopo del viaggio di Cap/Sam sarà scoprire come Teschio Rosso è finito su Vormir a fare da guardiano alla Gemma dell’Anima.

La scelta sembra voler dare continuità tra il primo e il secondo Captain America cinematografico, tuttavia in questo modo, continuando a inseguire un nemico del suo predecessore, è possibile che l’ombra di Steve su Sam sia ancora più ingombrante! Per il momento si tratta solo di rumors e aspettiamo notizie più concrete per capire in che direzione si muoveranno i nuovi personaggi e tutta la Fase 4.


Scene di sesso al tempo del COVID-19: Hollywood pensa alla CGI?

Nonostante gli allentamenti delle restrizioni a seguito del lockdown mondiale per cercare di arginare il contagio da COVID-19, è chiaro che il rischio di contagio è ancora alto, dato che il virus, seppur apparentemente mutato, persiste e il vaccino non è ancora disponibile. Ovviamente, i set cinematografici sono rimasti chiusi per due mesi, e ora che si prova a ripartire sotto l’egida di un protocollo rigidissimo, ogni reparto della filiera produttiva è chiamato a fare qualche sforzo in più, pur di riprendere a lavorare. Ma questa è la situazione italiana

Gli Stati Uniti rimangono l’epicentro di COVID-19 con 2 milioni di infetti e almeno 122.000 morti per il virus, ma questo non ha impedito alla maggior parte dei governatori di riaprire i loro stati e riportare le persone al lavoro, decisione perfettamente in linea con uno Stato che ha al vertice un leader sovranista. A seguito di questa decisione, il governatore della California, Gavin Newsom, ha concesso agli studi di Hollywood la possibilità di riprendere le attività il 12 giugno, purché si impegnino a rispettare le linee guida previste in merito al distanziamento sociale.

Queste linee guida richiederanno a tutti i lavoratori sul set di indossare maschere, visiere e altre attrezzature per contribuire a ridurre il rischio di trasmissione del virus. La Task Force del Comitato per la sicurezza della gestione del lavoro in tutto il settore dei produttori cinematografici e televisivi dell’Alleanza ha inoltre raccomandato di adottare “considerazioni speciali” per tutti gli attori coinvolti nelle scene ravvicinate, arrivando al punto di dichiarare che registi e i montatori debbano prendere in considerazione “modifiche di script o utilizzo di effetti digitali”.

Sembra probabile che queste direttive vogliano dire che i registi devono impegnarsi a fare del loro meglio per ridurre le scene ravvicinate, ma visto che in molte storie non è possibile eliminare del tutto i momenti di intimità, sembra chiaro che si sta considerando l’idea di sostituire le scene intime, di sesso o di baci, con la CGI. Oltre a far lievitare i costi di produzione, già in rialzo a causa delle ulteriori necessità di sanificazione e implemento delle attrezzature protettive, sembra davvero una decisione estrema, che potrebbe essere aggirata in altri modi, come la garanzia, tramite tampone, della negatività degli attori che si troveranno ad interagire.


Sul più bello, ripartono le riprese del film

Ripartono il 18 giugno a Torino le riprese di Sul più bello – teen dramedy prodotto da Eagle Pictures e diretto da Alice Filippi – interrotte a causa dell’emergenza Covid-19. La lavorazione del film si concluderà in cinque settimane con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte; il film nasce da un soggetto di Roberto Proia (Come non detto) che ha scritto la sceneggiatura con Michela Straniero, e arriverà in sala il prossimo autunno.

“Ci siamo dovuti interrompere proprio… Sul più bello e quindi l’emozione di ricominciare è chiaramente ancora più forte di prima. Siamo felici di ritrovarci sul set e di dare al pubblico un nuovo motivo per tornare in sala in autunno” ha commentato Roberto Proia, Responsabile Area Cinema e Produzioni di Eagle Pictures.

La pellicola, opera prima della Filippi dopo la realizzazione del documentario ’78 – Vai piano ma vincinominato ai David di Donatello 2018, narra delle vicissitudini della giovanissima Marta (Ludovica Francesconi) alla ricerca di un amore che possa stravolgere la sua vita; al suo fianco davanti la macchina da presa Giuseppe Maggio, Jozef Gjura e Gaja Masciale.

I personaggi di Sul più bello prenderanno vita anche nelle pagine dell’omonimo libro della nota influencer e attrice Eleonora Gaggero, in uscita il 23 giugno edito da Fabbri Editore. In seguito al successo dei suoi primi tre romanzi (“Se è conte, sempre”, “L’ultimo respiro”, “Dimmi che ci credi anche tu”) la Gaggero si conferma una tra le giovani scrittrici più amate e apprezzate degli ultimi anni, oltre ad essere una delle interpreti del film nei panni della rivale della protagonista. Il preorder è disponibile da oggi su tutte le principali piattaforme digitali.

Sul più bello è la storia della giovanissima Marta (Ludovica Francesconi), tanto simpatica quanto bruttina, che dalla nascita soffre di una rara malattia genetica. Nonostante tutto, Marta è la ragazza più solare che abbiate mai conosciuto. Carattere travolgente ha fretta di fare tutto e subito. A 19 anni come ogni ragazza della sua età sogna il grande amore ma lei non è una che si accontenta e prima che la sua malattia degeneri vuole sentirsi dire “ti amo” da un ragazzo bello… il più bello di tutti. I suoi amici e coinquilini Jacopo (Jozef Gjura) e Federica (Gaja Masciale) sono la sua famiglia e ogni volta fanno il possibile per dissuaderla dal puntare troppo in alto. Finché ad una festa Marta vede Arturo (Giuseppe Maggio) bello, sicuro di sé e per lei completamente inarrivabile. In altre parole: la preda perfetta. Ma mentre i fedeli amici si preparano a gestire l’ennesima delusione, lei sente che stavolta le cose andranno in maniera diversa anche se dovrà vedersela con Beatrice (Eleonora Gaggero), una temuta rivale che tenterà di scombinare il suo piano d’amore.


Star Wars: ecco chi sarà il protagonista della trilogia di Rian Johnson?

Di recente, abbiamo sentito notizie contrastanti sulla trilogia di Star Wars di Rian Johnson, ma sembra che il progetto stia ancora nelle prime fasi di sviluppo. IMDb.com conferma che il regista è al lavoro sulla sceneggiatura di una trilogia di Star Wars, ma non ci sono molte nuove conferme in merito a questo progetto che, già sulla carta, fa arrabbiare i fan che già avevano odiato Gli Ultimi Jedi. Sono passati più di due anni dall’uscita del film, ma l’acredine intorno a quella storia non si è ancora sopita.

Di contro, l’accoglienza mista riservata al film successivo, L’Ascesa di Skywalker, ha messo sul tavolo un discorso ancora diverso, ovvero quello che ha considerato il film diretto da J.J. Abrams come una lunga retcon a ciò che invece aveva fatto Johnson, seguendo il motto del “lasciare morire il passato” e portare Star Wars in una nuova direzione. In questo scenario, la Trilogia sequel della Disney è irredimibile, principalmente a causa del fatto che le decisioni prese da Johnson non sono state seguite da J.J. Abrams, che ha fatto marcia indietro.

Dato il malcontento del pubblico, è stranissimo che la Disney abbia affidato proprio a Rian Johnson una nuova trilogia, della quale però non si sa nulla da gennaio scorso, quando lo stesso sceneggiatore e regista aveva aggiornato il pubblico sul suo progetto. Ora, fonti vicine a We Got This Covered, riferiscono che Johnson ha già risolto il problema legato alla sua traccia narrativa portante. E anche se non è ancora chiaro se la trilogia proposta sarà mai prodotta o meno, sembra che il regista almeno sappia esattamente che storia vuole raccontare.

Da quello che si è detto, la trama ruoterà attorno al ragazzo sensibile alla Forza che abbiamo visto alla fine de Gli Ultimi Jedi e si svolgerà in un arco temporale successivo a L’Ascesa di Skywalker. Ora ci sono molti Jedi nella galassia e Rey sarà il mentore per il ragazzo di cui sopra. La figlia di Rey, d’altra parte, sarà il nuovo maestro dei Sith, a capo dell’equivalente dell’Impero in quell’epoca.

Certo, probabilmente ci vorrà un po’ di tempo prima di avere altre notizie certe sulla trilogia di Star Wars di Johnson, ma questo tono suona sicuramente in linea con la visione originale di George Lucas per ogni narrazione che sarebbe seguita alla sua originale, dove ogni storia funziona in rima con l’ultima raccontata.


L'assistente della star: il trailer del film con Dakota Johnson al cinema e in streaming dal 26 giugno

La Universal Pictures distribuirà sia nelle sale e nelle arene italiane che sulle piattaforme di streaming questa commedia con Dakota Johnson e Tracee Ellis Ross diretta da Nisha Ganatra.

È L'assistente della star il film che la Universal Pictures distribuirà a partire dal 26 giugno nelle sale e nelle arene italiane (che, come saprete, potranno riaprire a partire dal 15 dello stesso mese), e in contemporanea anche sulle principali piattaforme di streaming.
L'assistente della star, di cui vi mostriamo il trailer italiano ufficiale, è una commedia diretta da Nisha Ganatra e interpretata da un cast capitanato da Dakota Johnson e composto anche da Tracee Ellis Ross, Kelvin Harrison Jr., Ice Cube, Zoe Chao, Eddie Izzard e Bill Pullman.

L'assistente della star: il trailer italiano del film al cinema dal 26 giugno

L'assistente della star: la sinossi ufficiale del film
Ambientato nella scintillante scena musicale di Los Angeles, il film racconta le vicende di Grace Davis (Tracee Ellis Ross), una superstar che ha portato il proprio talento, e conseguentemente il proprio ego, a vette incredibili. Maggie (Dakota Johnson) è la sovraccarica assistente personale di Grace, rimasta invischiata fra le sue continue richieste, ma ancora speranzosa di poter realizzare il sogno d’infanzia di diventare una produttrice musicale. Quando il manager di Grace (Ice Cube) le presenta l’opportunità che potrebbe cambiare il corso della sua carriera, arriva il momento che le due donne realizzino un piano che possa avere un impatto definitivo anche sulle loro vite.


Il Montecarlo Film Festival de la Comédie 2020 ha delle nuove date: 5-8 ottobre

Inizialmente spostato a luglio, il festival diretto da Ezio Greggio e dedicato alla commedia che ogni anno si svolge a Montecarlo avrà luogo all'inizio di ottobre.

Il Montecarlo Film Festival de la Comédie 2020 ha delle nuove date: 5-8 ottobre

Il Montecarlo Film Festival de la Comédie 2020 ha delle nuove date. La manifestazione diretta da Ezio Greggio e dedicata alla commedia si svolgerà dal 5 all'8 di ottobre. In seguito all'interruzione di tutte le manifestazioni legate all'intrattenimento, era stato annunciato che il festival avrebbe avuto luogo fra il 20 e il 25 luglio, ma l'autunno sembra ora il periodo perfetto per accogliere attori e registi dei film da ridere e rispettare, senza grandi angosce, i protocolli di sicurezza.

Il luogo del Montecarlo Film Festival de la Comédie 2020 sarà come sempre il Grimaldi Forum del Principato di Monaco e a presiedere la giuria ci penserà Nick Vallelonga, attore e sceneggiatore che ricordiamo per Green Book, In the Kingdom of the Blind e Dead Fall. Quest'anno ci sarà anche una bella novità: una sezione tutta dedicata ai cortometraggi che si chiamerà Short Comedy Award e che è dedicata a registi, attori, produttori che realizzano brevi commedie cinematografiche.

Queste le parole di Ezio Greggio a proposto del nuovo slittamento del Festival: "La 17a edizione è ufficialmente rimandata dal 5 al 10 ottobre, nel rispetto delle norme per il contenimento dell'emergenza ancora in corso, poiché siamo certi e speranzosi che per quelle date possiamo garantire lo svolgimento del Festival in tutte le sue sfaccettature. Inoltre quest'anno, visto che a luglio non ci sono le condizioni per realizzare un Festival normale, insomma stiamo andando per le lunghe, allora ho deciso di aggiungere i corti. Aggiungiamo un concorso tutto dedicata ai film brevi, comunemente detti 'corti', con un premio al miglior film che parteciperà in questa sezione. Ci sarà un comitato di selezione del quale fanno parte registi, attori, selezionatori professionisti di festival, giornalisti. Gli ultimi 5 film saranno visti dalla Giuria ufficiale del Festival che decreterà il vincitore".

La foto dell'articolo è di Riccardo Ghilardi.




In Cina una lettera anonima chiede al governo di salvare il mondo del cinema

Indignati per l'indifferenza di chi dovrebbe tutelare i loro interessi, i lavoratori del cinema spediscono alle autorità una missiva piena di domande retoriche che invita alla ripresa.

Mentre in Italia attendiamo con trepidazione la riapertura delle sale, prevista per il 15 giugno, e negli Stati Uniti le lavorazioni si apprestano a ripartire, in alcuni stati, il 12 giugno, la Cina nicchia sulla ripresa delle attività legate all'industria dell'intrattenimento, in particolare il cinema. Ecco perché qualcuno di cui non conosciamo l'identità ha ritenuto giusto scrivere una lettera di protesta indirizzata al governo.

La missiva circola online, è stata scritta nel 136° giorno dalla chiusura delle sale e ha circolato parecchio, anche se i tentativi di sabotarla o farla finire nel dimenticatoio sono stati molteplici. I lavoratori del cinema, dai venditori di popcorn ai proiezionisti sono fermi da gennaio. Alcuni hanno visto il loro stipendio decurtato, altri non percepiscono più il salario. La lettera condanna il disinteresse e il mancato intervento di chi dovrebbe difendere gli impiegati del settore, e lo fa attraverso una serie di domande retoriche: "Avete fatto sforzi concreti per rimediare alla disoccupazione? Se lo avete fatto, perché così tante voci si levano a denunciarvi? Se si trattasse di voi, e foste costretti a far fronte a un mezzo anno senza stipendio o senza la possibilità di lavorare, non avreste anche voi difficoltà a mangiare e a dormire?".

Sono parole forti, ma sacrosante, che ci ricordano che anche in Italia chi fa cinema ha protestato a circa metà del lockdown, a cominciare da Stefano Fresi, che ha postato su Instagram un video nel quale chiedeva, in rima, al presidente del consiglio Giuseppe Conte di non dimenticarsi degli artisti. Da noi l'intera macchina si rimetterà pian piano in moto. Quanto alla Cina, che è un paese molto diverso dal nostro, si vedrà.


Jake Gyllenhaal protagonista di Snow Blind, thriller a metà fra Prisoners e Vivere in fuga

Jake Gyllenhall torna al genere che più gli si addice, il thriller, e si lascia dirigere da Gustav Möller nell'adattamento della graphic novel Snow Blind.

Un altro thriller si aggiunge alla nutrita filmografia di Jake Gyllenhaal, magnifico tanto in Animali notturni quanto ne Lo sciacallo - Nightcrawler. Intitolato Snow Blind, il film vedrà l'attore anche nelle vesti di produttore ed è l'adattamento dell'omonima graphic novel del 2017 scritta da Ollie Masters e illustrata da Tyler Jenkins. La regia sarà di quel Gustav Möller che lavorerà proprio con Gyllenhaal nel remake de Il Colpevole - The Guilty, suo film del 2018. A occuparsi della sceneggiatura sarà invece Patrick Ness, autore del copione di Sette minuti per la mezzanotte.

Che Jake Gyllenhaal figuri anche come produttore di Snow Blind non sorprende. Ultimamente l'attore si è dilettato parecchio in questa seconda attività, finanziando per esempio l'horror con Emily Mortimer e Bella Heathcote Relic. Per quanto riguarda il suo lavoro davanti alla macchina da presa, il suo ultimo ruolo è stato quello di Quentin Beck/Mysterio in Spider-Man: Far from Home. In futuro lo vedremo al fianco di Jessica Chastain nel film Netflix The Division, adattamento, firmato David Leitch, del videogioco Tom Clancy's: The Division.

Tornando a Snow Blind, la vicenda ruota intorno a un ragazzo che scopre che la sua famiglia è in un programma protezione testimoni. Il film è stato descritto come un incrocio fra Prisoners (in cui Jake Gyllenhaal duettava con Hugh Jackman) e Vivere in fuga di Sidney Lumet. Al momento non conosciamo i nomi degli altri interpreti né sappiamo, visto la pausa forzata a cui il Coronavirus ha costretto il settore dell’intrattenimento, quando verrà battuto il primo ciak.


ANICA RISPONDE AI RAGAZZI DEL CINEMA AMERICA: "FAKE NEWS GRAVISSIME"

In seguito all'appello lanciato dai ragazzi del Cinema America (che potete leggere in fondo a questa news) ANICA ha replicato duramente con un comunicato che pubblichiamo di seguito. I ragazzi del Cinema America avevano denunciato: "Ci stanno costringendo ad annullare la stagione estiva de Il Cinema in Piazza. Un'iniziativa che era sopravvissuta a Virginia Raggi nel 2018, alle aggressioni fasciste nel 2019 e quest'anno anche alla pandemia. Il motivo? La lobby dei distributori e delle catene di multiplex sta bloccando le concessioni dei film perché da tre anni vuole costringerci a rendere l'evento a pagamento." Un appello che ANICA ha definito "fake news gravissime" per le quali ha chiesto una smentita.

"Un comunicato firmato I ragazzi del Cinema America sta diffondendo fake news gravissime, anche riportando cifre di fantasia che, se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie."

"L'ANICA ha sempre guardato con simpatia all'esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci alla Conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto. Non esiste un solo atto, in particolare, che possa riferirsi a iniziative di segno opposto da parte di Francesco Rutelli: occorre un'immediata e formale smentita a questo proposito."

"La Sezione Distributori dell'ANICA, parimenti, non ha avuto alcun contatto con Carocci e i suoi collaboratori nel corso di quest'anno, né avrebbe potuto dare indicazioni commerciali alle aziende associate, che operano in base alle proprie strategie industriali, in un momento tanto difficile. Lo scorso anno il Presidente Lonigro è andato in Piazza San Cosimato a esprimere la solidarietà propria e di tutti gli associati. e anche la Presidente della Sezione Produttori Francesca Cima ha sempre manifestato apprezzamento ad iniziative volte all'avvicinamento del pubblico più giovane."

"Peraltro è sorprendente la superficialità con cui si mostra di ignorare che in questo momento in Italia ci sono settemila lavoratori delle sale cinematografiche e mille delle distribuzioni senza lavoro e in cassa integrazione. Una cifra drammatica cui vanno aggiunti circa 20mila lavoratori dell'indotto."

"Decine di sale cinematografiche, ed alcune aziende di distribuzione indipendenti italiane hanno annunciato la cessazione definitiva delle attività. Per questo, con grande pazienza e determinazione, l'ANICA e tutte le realtà della filiera stanno lavorando per salvare industrie, occupazione, mercato, autori, maestranze, attori e talenti, e cercare di ripartire in una situazione tanto difficile. Prima di lanciare attacchi irresponsabili, occorrono l'umiltà e la coscienza di sapersi guardare intorno, oltre al proprio specifico caso. Occorre la volontà di cercare soluzioni prima che insensate aggressioni."


Abbi fede, una favola grottesca fra bene e male raccontata da Giorgio Pasotti e Claudio Amendola

Abbi Fede è una commedia dolce e amara fra fede e speranza, opera seconda di Giorgio Pasotti anche protagonista insieme a un inedito Claudio Amendola fascista duro e puro.

Un prete in Alto Adige, in luoghi naturali splendidi che danno una sensazione di rilassatezza, e un circolo limitato e variopinto di mezzi criminali e peccatori che frequentano la parrocchia. È questo il contesto in cui Adamo, Claudio Amendola, fascista convinto, con una celtica tatuata sulla nuca e appesa in camera la foto del duce, viene accolto in Abbi fede, remake del danese Le mele di Adamo, di e con Giorgio Pasotti, nei panni del prete Ivan. Quarto e ultimo film del ciclo di inediti Rai Cinema per la piattaforma gratuita di RaiPlay, che festeggia numeri definiti interessanti per i primi tre lavori: 1.250.000 visualizzazioni e 600 mila spettatori.

C’è Khalid, un terrorista arabo che ha l’abitudine di rapinare distributori di benzina, ma solo quelli, per ragioni ideologiche avverse ai padroni del petrolio, c’è poi l’ex campione di sci che si è spaccato le gambe in gara, Gustav, ormai dedito a una sola medicina: il cabernet. Non che Ivan stesso non sembri un tantino svalvolato. La situazione esploderà con l’arrivo di Adamo, partendo dalle mele da raccogliere per preparare uno strudel.

“Le mele di Adamo, il film originale del 2005”, ha dichiarato in una video conferenza stampa Pasotti, “rappresentava la società scandinava, meno la nostra. Noi eravamo un passo indietro, invece oggi questa storia è diventata molto attuale. Ci racconta degli estremismi politici e di altra natura che riempiono le nostre cronache. Più attuale del 2005, quando in pochi l’hanno visto e, credo, come me, se ne sono innamorati. L’abbiamo reso più vicino alle nostre cifre, più ironico, con una leggerezza che non banalizzasse però i temi trattati. L’idea era di andare nella direzione di una commedia a tratti grottesca, con un linguaggio a cui il pubblico italiano è più abituato, con un equilibrio di diversi che toni richiedeva molta attenzione. Avevo bisogno di attori che mi aiutassero in questo linguaggio anche formale, capaci di rendere credibili i personaggi, pur passando da un registro all’altro. Siamo riusciti a raccontare quello che accade intorno a noi, come la risalita di un’ultra destra pericolosa. Come diceva Olmi, l’arte dovrebbe servire a stimolare una riflessione e un pensiero, facendolo però con ironia e intelligenza. Spero che il mio film, come l’originale, possa portare questo.”

Una scelta particolare per Claudio Amendola, nella vita decisamente molto lontano rispetto a questo violento fascista. "È stato un volo strano, sono partito da un approccio fisico. Quando Giorgio mi ha offerto il film ero sovrappeso, come quando non lavoro, e mi ha molto aiutato essere calvo, con quel tatuaggio e quei vestiti, ero giusto come immagine fisica, ho trovato l’impatto visivo che ci avrebbe aiutato. È talmente lontano e per me incomprensibile che non ho avuto modo di prepararlo, ma l’ho fatto direttamente, con poche linee guida da Giorgio, giorno per giorno sul set con un grande aiuto dai compagni di lavoro. Abbiamo capito che, pur paradossale, Adamo, catapultato in quella realtà, è quello meno strano di tutti, a parte la convinzione politica. È un monolite sicuro del suo dogma, ma piano piano si trova in un microcosmo in cui le cose sono non controllabili, cosa che lo mette in grande disagio. La circospezione con cui si guarda intorno è la chiave su cui l’abbiamo fatto scivolare in mezzo alla storia.”

"Ogni personaggio ha dentro una parte di bene e di male, non sono Adamo il male e Ivan il bene", aggiunge il regista."Ci siamo divertiti a rendere anche Ivan contraddittorio, in modo che ricordasse la gioventù nazista, per come si veste e pettina, con quel baffo hitleriano, nel modo in cui recita il sermone come fossero regole che le persone devono seguire in chiesa in maniera esemplare. Ha enorme conflitto, da un lato mi piace pensare che offrisse la sua vita per un progetto molto alto come far redimere le persone e recuperare anime perse, dall’altro c'è la convinzione cieca, anche estrema e ottusa, come le ideologie che Adamo o Khalid portano con sé. Ho cercato di non giudicare, ma di raccontare delle persone senza verità, ma con dei dubbi ai quali non avessero ancora dato risposta. Sono una persona di fede, cattolico poco praticante, ma ho una profonda fiducia in quello che possiamo definire come Dio o la natura. Spero che passi anche come un film sulla fede, ho realizzato un’opera prima su un padre e un figlio, sulla cultura come un bagaglio che prima di morire riesce a passare per mantenerla in vita. Quest’altro film mi ha dato l'occasione per parlare della mia idea di fiducia estrema in qualcosa e in qualcuno. Uscendo dalla pandemia dobbiamo credere in qualche cosa, anche solo nella fiducia nel prossimo, qualcosa che credo possa aiutarci.


TUTTINSIEME: IL FILM DI MARCO SIMON PUCCIONI IN ANTEPRIMA AL BIOGRAFILM FESTIVAL 2020

Sarà presentato nella sezione Biografilm Italia del Biografilm Festival 2020 a partire da lunedì 8 giugno alle 21.00 (accessibile gratuitamente da tutta Italia su prenotazione fino ad esaurimento posti), Tuttinsieme, documentario autobiografico scritto e diretto da Marco Simon Puccioni che, dopo il successo di Prima di tutto (menzione speciale ai Nastri d'Argento 2016), torna a raccontare l'esperienza genitoriale sua e del suo compagno grazie alla gestazione per altri.

Se il precedente documentario del 2012 si concentrava sulla nascita dei bambini, Tuttinsieme ne segue la crescita e volge lo sguardo alle sfide che questo tipo di famiglie devono affrontare nel contesto dell'Italia di oggi. Il confronto con altre famiglie, la presenza di due genitori dello stesso sesso, l'assenza di una madre, la battaglia in parlamento per approvare le Unioni Civili, con la delusione di non avere un quadro giuridico che permetta a entrambi di adottare i propri figli. Non solo un documentario che parla del diventare genitori, dell'essere figli e dei rapporti tra queste nuove famiglie nate attraverso la gestazione per altri, ma anche una testimonianza per la comunità LGBT e le famiglie tradizionali sull'evoluzione della famiglia non convenzionale, vista dagli occhi dei diretti interessati: i bambini.

Tuttinsieme è prodotto da Giampietro Preziosa, una produzione Inthelfilm con RAI Cinema e arriverà prossimamente nelle nostre sale


THE LAST DAYS OF AMERICAN CRIME: IL FILM NETFLIX TOTALIZZA UN RARO 0% SU ROTTEN TOMATOES

Non è facile totalizzare lo 0% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, ma un film prodotto da Netflix, l'action The Last Days of American Crime, ci è riuscito.

The Last Days of American Crime è il primo film a totalizzzre lo 0% dai tempi di Gotti - Il primo padrino con John Travolta e London Fields con Amber Heard.

Al momento in cui scriviamo The Last Days of American Crime, diretto da Olivier Megaton, ha 21 recensioni su Rotten Tomatoes e nessuna positiva. Non va molto meglio con il voto del pubblico, visto che la percentuale si ferma al 24%. Questo, probabilmente non è ciò che Netflix aveva in mente quando ha deciso di produrre un adattamento della popolare graphic novel di Rick Remender e Greg Tocchini.

The Last Days of American Crime, pellicola ambientata in un mondo in cui il governo americano ha messo a punto un segnale in grado di impedire a chiunque di commettere reati intenzionalmente, con l'intento di sgominare una volta per tutte il terrorismo e il crimine. Graham Bricke (Edgar Ramirez), criminale di lungo corso ancora in attesa di fare il colpo della vita, si allea con il figlio di un noto gangster, Kevin Cash (Michael Pitt) e con una hacker, Shelby Dupree (Anna Brewster), per mettere a segno la rapina del secolo e compiere l'ultimo crimine della storia americana, prima che il segnale scatti._


ALIEN: RIDLEY SCOTT USERÀ IL NUOVO FILM PER RISPONDERE A UNA DOMANDA INCOMPIUTA

Una delle saghe fantascientifiche più ricordate del cinema è sicuramente Alien di Ridley Scott, che ancora oggi non ha rinunciato all'idea di un ulteriore sequel, dopo Alien: Covenant e Prometheus non molto apprezzati dalla critica e dal pubblico, perché vorrebbe rispondere a una domanda lasciata in sospeso nel primo film.

Dopo più di 40 anni dall'uscita del primo Alien, Ridley Scott ha rivelato al Los Angeles Times che sta ancora pensando a un ulteriore sequel, un'idea fissa che ha perché vuole rispondere a una domanda importante:

"Quello che mi sono sempre chiesto quando stavo realizzando il primo film era perché una creatura come questa fosse stata creata e perché viaggiasse in quella che ho sempre pensato essere una specie di nave da guerra, che trasportava un carico di queste uova. Qual era lo scopo del veicolo e qual era lo scopo delle uova? Questa è la domanda che mi assilla: chi, perché e per quale scopo saranno le domande alla base del mio nuovo progetto, credo"

In effetti, la risposta a queste domande è rimasta un mistero nella saga di Alien, in quanto Prometheus non ha fornito esattamente risposte chiare su questo tipo di curiosità. Il nuovo ipotetico progetto di Ridley Scott, quindi, dovrebbe proseguire la storia di Alien: Covenant e andare a collegarsi direttamente con l'originale del 1979.

Al momento, queste sono solo idee del regista britannico, visto che la fusione Disney e Fox ha complicato un po' i piani per un futuro sequel, ma a quanto il cineasta inglese non ha perso le speranze.


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AVENGERS: ENDGAME, UN NUOVO DETTAGLIO SULLA MORTE DI BLACK WIDOW FA COMMUOVERE I FAN

Una delle perdite più toccanti avvenute in Avengers: Endgame è sicuramente la morte di Natasha Romanoff/Black Widow, che si sacrifica per permettere a tutti i suoi compagni di viaggio di sopravvivere e, nei giorni scorsi, un fan ha portato alla luce un nuovo dettaglio che continua a commuovere sempre di più.

Come tutti ricordiamo, Natasha Romanoff si è sacrificata per permettere a Occhio di Falco di portare a termine la sua missione su Vormir riportando sulla Terra la Gemma dell'Anima per sconfiggere Thanos. Un momento triste e commovente, reso tale ancor di più grazie alla teoria di un fan apparsa su Reddit che si concentra sulla reazione degli Avengers dopo l'episodio. Un fan Marvel ha notato recentemente che ciascuno dei Vendicatori rappresenterebbe una delle cinque fasi del dolore: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione.

Hulk è ovviamente arrabbiato dato che lancia una panchina nel lago, Thor rappresenta la negazione con la sua frase "Perché ci stiamo comportando come se fosse morta?". Clint, invece, rappresenta l'accettazione in quanto ammette che non si può negare la scomparsa di Black Widow, mentre Tony e Steve, sono rispettivamente contrattazione e depressione, poiché Tony parla a malapena in tutta la scena e Steve promette di rendere utile il sacrificio di Natasha.

Una lettura particolare ma molto profonda della scena che vede riuniti i 5 vendicatori dopo la morte di Nastasha Romanoff in Avengers: Endgame, che emoziona ancora di più i fan.

Vedova Nera tornerà presto sul grande schermo in Black Widow, il film stand alone dedicato al personaggio interpretato da Scarlett Johansson, che arriverà il prossimo autunno.


THE MATRIX 4, KEANU REEVES: "NON CREDEVO CHE SAREBBE MAI SUCCESSO"

Keanu Reeves ha ammesso di essere stato piuttosto scettico di fronte all'ipotesi della realizzazione di The Matrix 4 e confessa che non pensava sarebbe mai accaduto.

Le riprese di The Matrix 4v sono in attesa di poter ripartire dopo la fine dell'emergenza sanitaria globale. "Non credevo che sarebbe mai successo" ha confessato Keanu Reeves a Empire. "Non era nel mio radar, ma Lana Wachowski ha scritto una bella sceneggiatura e una storia meravigliosa che ha molto a che fare con me. Questo è il solo motivo che mi ha spinto a tornare sul set. Lavorare di nuovo con lei è entusiasmante. Si tratta di un'esperienza speciale e la storia è densa di significati da cui possiamo trarre nutrimento."

I dettagli del plot di The Matrix 4 sono top secret, anche se alcuni rumor indicherebbero la presenza di viaggi nel tempo e di una versione giovane di Morpheus. Oltre a Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss, è confermato il ritorno di Jada Pinkett Smith e l'arrivo di Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Priyanka Chopra e Jessica Henwick. Dopo la fine delle riprese a San Francisco, il set di The Matrix 4 dovrebbe ripartire a Berlino entro luglio.

Warner Bros. ha fissato la release di The Matrix 4 per il 21 maggio 2021.


I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN: BRAD PITT E LEONARDO DICAPRIO RIFIUTARONO IL FILM

Prima di recitare insieme in C'era una volta a... Hollywood, Brad Pitt e Leonardo DiCaprio hanno rifiutato un altro film da Oscar, si tratta di I segreti di Brokeback Mountain.

La storia d'amore omosessuale tra due ruvidi cowboy nel Montana non era certo un progetto facile, come ricorda il regista Gus Van Sant a Indiewire:

"Nessuno voleva farlo. Ci stavo lavorando e sentivo che avrei avuto bisogno di un cast di livello, con star famose. Ma non funzionava così."

Van Sant ricorda di aver contattato molti grossi nomi di Howllyood, inclusi i protagonisti di C'era una volta a... Hollywood, ma tutti si sono tirati indietro:

"Ho chiesto ai soliti sospetti: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Matt Damon, Ryan Phillippe. Hanno detto tutti di no."

Alla fine Gus Van Sant ha abbandonato il progetto, lasciando campo libero a Ang Lee che ha ingaggiato Heath Ledger nel ruolo di Ennis Del Mar e Jake Gyllenhaalin quello di Jack Twist. Il film ha conquistato otto nomination agli Oscar, vincendo i premi per la miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e migliori musiche.

Gus Van Sant ammette di aver abbandonato soprattutto per le difficoltà trovate nel casting: "Ciò che avrei potuto fare, e forse avrei dovuto fare, era ingaggiare dei nomi poco noti, senza preoccuparmi della loro fama. Non ero pronto, non so il perché. C'era una sorta di resistenza da parte mia. Sentivo che non era quello che volevo."


PIRATI DEI CARAIBI 6: JACK SPARROW MORIRÀ NEL FILM?

Il mistero sul possibile ritorno di Johnny Depp in Pirati dei Caraibi 6 è ancora fitto, ma c'è chi ritiene che il film dovrebbe contenere la morte di Jack Sparrow. Soluzione narrativa, questa, che risolverebbe anche il contenzioso tra Depp e Disney, desiderosa di liberarsi della presenza del divo.

Nonostante Pirati dei Caraibi si sia rivelato, per Disney, un franchise assai lucroso incassando 4,5 miliardi globali, la quinta e ultima avventura, Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar, ha incassato "solo" 800 milioni. Alla stanchezza espressa da parte del pubblico nei confronti di una formula mai rinnovata finora si sono aggiunti i problemi legali di Johnny Depp, accusato di violenze domestiche dall'ex moglie Amber Heard, che hanno convinto Disney a interrompere il rapporto con l'attore.

Ecco che si è diffusa la notizia che vorrebbe Pirati dei Caraibi 6 un reboot del franchise con una protagonista femminile. Nello specifico, dovrebbe trattarsi di Reed, piratessa ben nota ai frequentatori dei parchi tematici Disney, e la prima scelta dello studio per il ruolo sarebbe l'interprete di Nebula Karen Gillan.

Nelle ultime settimane, però, l'ipotesi del ritorno di Johnny Depp nei panni di Capitan Jack Sparrow si è riproposta dopo che la situazione legale dell'attore ha preso una piega positiva nel corso del procedimento per diffamazione mosso contro la Heard. Lo stesso produttore della saga dei Pirati dei Caraibi Jerry Bruckheimer ha parlato della possibilità del ritorno di Johnny Depp, ma ancora non si sa che peso potrebbe avere nel reboot.

Appare chiaro a tutti che fare un film del franchise ignorando il personaggio di Jack Sparrow è praticamente impossibile. Sia che si tratti di un sequel che di un reboot, l'ombra del Capitano della Black Pearl aleggia sul franchise spingendo gli sceneggiatori a cercare una brillante soluzione che potrebbe essere, come ipotizza Screenrant, la morte eroica del personaggio. Di recente Disney ha usato questa soluzione per favorire l'uscita di scena di icone dei suoi franchise più popolari, Han Solo in Star Wars: Il risveglio della forza e Iron Man in Avengers: Endgame. Questa soluzione, però, potrebbe incontrare le proteste dei fan di Johnny Depp, insorti e pronti a combattere Disney a colpi di petizioni di fronte alla notizia che Jack Sparrow non sarebbe apparso in Pirati dei Caraibi 6. Il futuro del Capitano per adesso è molto incerto. Non resta che attendere per scoprire cosa il nuovo capitolo della saga piratesca ha in serbo per noi.


THE HELP, BRYCE DALLAS HOWARD: "NON È IL FILM ADATTO A CAPIRE IL PROBLEMA DEL RAZZISMO"

The Help è diventato il titolo più visto su Netflix mentre negli Stati Uniti sono in corso le proteste dopo la morte di George Floyd e Bryce Dallas Howard, una delle star del progetto, ha ora criticato il film dichiarando che non è utile per avvicinarsi al tema della lotta per i diritti civili.
L'attrice e regista ha inoltre condiviso un post su Facebook in cui propone dei titoli maggiormente pertinenti all'eventuale interesse per approfondire il tema del razzismo negli Stati Uniti.

Bryce Dallas Howard ha scritto online: "Ho sentito che The Help è il film attualmente più visto su Netflix. Sono davvero grata delle meravigliose amicizie nate da quel film - il nostro legame è qualcosa che amo profondamente e durerà per sempre. Detto questo, The Help è una storia inventata raccontata attraverso la prospettiva di un personaggio bianco ed è stato creato da prevalentemente narratori bianchi. Possiamo andare oltre".

L'attrice e regista ha sottolineato: "Le storie sono un modo per arrivare a un'empatia radicale e i migliori sono catalizzatori per l'azione. Se state cercando dei modi per imparare qualcosa sul Movimento per i diritti civili, i linciaggi, la segregazione, Jim Crow e tutti i modi in cui queste cose hanno avuto su di noi un impatto, ecco alcuni film e serie potenti, essenziali, magistrali con al centro le vite, le storie, creatori e interpreti neri".

La lista condivisa da Bryce Dallas Howard comprende XIII emendamento, Eyes on the Prize, I Am Not Your Negro, Il diritto di opporsi, Il diritto di opporsi, Say Her Name: The Life and Death of Sandra Bland, Selma - La strada per la libertà, Watchmen e When They See Us.


REVENANT - REDIVIVO, LEONARDO DICAPRIO "HO MANGIATO FEGATO CRUDO, MA NON LO FARÒ MAI PIÙ"

Durante un'intervista Leonardo DiCaprio ha dichiarato di aver visto Arthur RedCloud mangiare carne di bisonte sul set di Revenant - Redivivo per ore e ore durante le riprese, così, quando si ritrovò a dover girare la scena in cui il suo personaggio mangia il fegato di un bisonte e i membri della troupe gli diedero una versione sintetica e palesemente non realistica, l'attore decise di mangiare del vero fegato crudo.

A proposito di mangiare del fegato crudo appena estratto dalla carcassa di un bisonte DiCaprio ha ammesso, senza lasciare spazio all'incertezza, che "non lo farà mai più". L'attore ha preso questa peculiare decisione sul set, sebbene sia vegetariano nella vita reale, unicamente a causa della sua devozione nei confronti della recitazione.

Intervistato assieme a Tom Hardy, DiCaprio ha dichiarato: "Quando ti trovi in location di questo genere per lunghi periodi di tempo diventi un tutt'uno con l'ambiente. Quel giorno ho visto la gelatina, la versione sintetica del fegato, e, in tutta onestà, proprio non mi è sembrata reale e così ho deciso di mangiare del vero fegato."

Tra le altre cose Leo ha dovuto imparare a sparare col fucile e con vari tipi di pistole proprie del diciannovesimo secolo, accendere un fuoco senza mezzi moderni, parlare due lingue dei nativi americani, Pawnee e Arikara, e studiare quotidianamente con un medico specializzato in antiche tecniche di guarigione. DiCaprio ha definito quella di Revenant - Redivivo la performance più impegnativa di tutta la sua carriera.


SCARFACE: AL PACINO HA SNIFFATO VERA COCAINA SUL SET DEL FILM?

La leggenda metropolitana secondo cui Al Pacino avrebbe sniffato vera cocaina sul set di Scarface ha fatto il giro del mondo per decenni ma, a quanto pare, no, la polvere bianca usata nel film non era altro che del semplice latte in polvere. Il regista Brian De Palma non ha mai smentito le dicerie e non ha mai dichiarato ufficialmente quale sostanza venne effettivamente utilizzata dalla troupe per simulare l'aspetto della droga.

Quel che è certo però è che, qualunque cosa fosse, il setto nasale di Al Pacino non è stato più lo stesso una volta terminate per riprese, l'attore ha dichiarato: "Per anni ho avuto molti fastidi e 'cose' che si formavano di tanto in tanto dentro il mio naso. Non so esattamente che cosa sia successo ma le mie narici sono cambiate per sempre."

Un membro della troupe ha spiegato: "Possono far sì che le sostanze che sei costretto a sniffare non ti uccidano ma devi comunque inalarle dal naso e non è certo un modo 'naturale' di assumere un qualunque tipo di sostanza per il tuo corpo. La prossima volta che vedrai qualcuno sullo schermo che sniffa polvere bianca saprai che nessuno sta assumendo droghe reali, generalmente si tratta di vitamina B in polvere."

Blow: ecco cosa hanno sniffato Johnny Depp e gli altri attori nelle scene del film

Oliver Stone, lo sceneggiatore di Scarface, ha trascorso del tempo in Florida e nei Caraibi intervistando criminali e poliziotti al fine di poter scrivere un copione che fosse autentico in tutto e per tutto: "Volevo creare un gangster del Terzo Mondo, con il sigaro in mano, una sorta di film sexy ambientato a Miami." Sfortunatamente, mentre scriveva la sceneggiatura, Stone stava anche affrontando la sua personale dipendenza dalla cocaina, questo però gli ha permesso di comprendere gli effetti della cocaina in tutte le sue terribili sfaccettature.


AQUAMAN 2, I FAN SOSTITUISCONO LA MERA DI AMBER HEARD CON BLAKE LIVELY

I fan dell'universo cinematografico esteso della DC hanno tutta l'intenzione di non voler rivedere Amber Heard nei panni di Mera nel prossimo film dedicato ad Aquaman e che arriverà nelle sale presumibilmente nel 2022. A sostegno di questa tesi ci sono le infinite fan art che invadono il web e dedicate proprio al personaggio.

Dopo la fan art che prendeva a modello l'attrice Emilia Clarke, ora i fan hanno immaginato anche Blake Lively come alternativa nei panni di Mera. Come ricordato, il nome di Amber Heard non nutre più molta stima tra i fan della DC per via delle vicende legali che hanno coinvolto lei e l'ex-marito Johnny Depp e al pubblico non dispiacerebbe affatto una sua sostituzione, magari proprio attraverso un recasting del personaggio di Mera.

Aquaman 2 rimane fissato all'inverno 2022, ma la situazione di emergenza sanitaria attuale potrebbe costringere la produzione a un'ulteriore rinvio. Fatto sta, che al momento la Warner non ha ancora ufficialmente confermato il ritorno della Heard nel sequel, ma senza l'arrivo di un comunicato ufficiale in merito, bisogna comunque dare per scontato che l'attrice tornerà nei panni di Mera.

Stando alla fan-art dei fan, Blake Lively non sarebbe poi una scelta così tanto campata per aria, la sua fisionomia sembra adattarsi perfettamente al look del personaggio e i capelli rossi sembrano poi donarle parecchio. L'ultimo ruolo della Lively al cinema è stato quello in The Rhythm Section, uscito lo scorso gennaio, ma rivelatosi un pesante flop al botteghino, incassando solo 5 milioni di dollari a fronte di un budget di 50 milioni.


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AVENGERS ENGAME: IL DIFFICILE RAPPORTO TRA TONY E SUO PADRE E PERCHÉ È STATO FONDAMENTALE

Tra le numerose storie secondarie che nei 23 film Marvel hanno avuto un ruolo determinante c'è stato il difficile rapporto di Tony Stark con suo padre Howard: solo in Avengers Endgame il personaggio di Robert Downey Jr. riesce a mettere la parola fine al conflitto paterno, ma non sarà facile come "schioccare le dita".

Fin dal primo Iron Man (2008) non sono mancati riferimenti aspri e rancorosi verso il genitore, sempre in ufficio e mai accanto alla famiglia e persino Nick Fury (Samuel L. Jackson) nel secondo capitolo del 2010 definisce il magnate delle Stark Industries "freddo e calcolatore".

Nonostante ciò, alla morte del padre per mano del Soldato d'Inverno e dell'Hydra, Tony vivrà l'angoscia di aver perduto un mentore oltre che un padre: di capitolo in capitolo lo abbiamo visto ricostruire i pezzi della vita segreta dei Howard, che collaborava col governo americano a numerosi progetti, tra cui la creazione dello S.H.I.E.L.D. e la legione dei Super Soldati.

In Avengers: Endgame, grazie ai viaggi nel tempo, Tony riesce a dire addio a suo padre e si rende conto di quanto gli sia costato dedicare tanto tempo al lavoro e non alla famiglia, ma soprattutto comprende il motivo ultimo del suo sacrificio: garantire un futuro a suo figlio.

A quel punto diventa logico per lui sacrificarsi per l'intero universo e per sua figlia Morgan, che infatti riesce a vedere adulta in una commovente scena tagliata di Avengers: Endgame: se Tony ha compreso le ragioni di Howard, nonostante gli anni e il dolore, allora anche la sua bambina potrà un giorno fare altrettanto.

Parlando di Tony non possiamo non suggerirvi il nostro approfondimento sull'evoluzione di Tony Stark all'interno del Marvel Cinematic Universe e, a proposito di ricongiungimenti, scoprite il vero significato della reunion tra Tony e Steve Rogers in Avengers: Endgame.


CAPTAIN MARVEL, UNA CONCEPT-ART CI MOSTRA L'ISPIRAZIONE PER IL LOOK DI RONAN

La fedeltà ai look dei fumetti non è esattamente uno dei punti di forza del Marvel Cinematic Universe: l'aspetto degli eroi Marvel ha spesso subito cambiamenti abbastanza evidenti nell'adattamento al grande schermo, e Captain Marvel ovviamente non fa eccezione.

Piuttosto fedele alla sua controparte cartacea è però uno dei personaggi visti nel film con Brie Larson, e già precedentemente incontrato durante il primo Guardiani della Galassia: parliamo ovviamente del Ronan interpretato da Lee Pace.

Per chi avesse dubbi sull'effettiva fedeltà al personaggio visto nei fumetti Marvel, il concept artist Aleksi Briclot ha postato sul proprio account Instagram uno dei primi concept realizzati per l'Accusatore: "Per questo concept mi sono mantenuto molto fedele al suo aspetto nei fumetti e anche a quello visto in Guardiani della Galassia. Ho cercato di stare in equilibrio tra i due" scrive Briclot, che ha allegato alla foto anche un'immagine del Ronan dei fumetti.


www.instagram.com/p/Bv7H9tAHfyK/?utm_source=ig_embed

SCARFACE FU VIETATO AI MINORI, MA BRIAN DE PALMA SI PRESE GIOCO DEL RATING: ECCO COME

Far rassegnare Brian De Palma al fatto che Scarface sarebbe stato vietato ai minori di 18 anni non fu impresa facile per l'MPAA: anzi, a conti fatti sarebbe più corretto dire che l'associazione fallì miseramente nel suo intento, facendosi bellamente raggirare dal regista.

Ma andiamo con ordine: al momento di far visionare il film perché se ne decretasse il rating De Palma vide assegnare alla sua opera una macabra X, vale a dire la classificazione che vieta il film a tutti i minori di 18 anni.

Il regista, però, non si arrese: alla MPAA vennero infatti consegnate altre due versioni di Scarface, con la terza che ottenne finalmente il rating R dopo addirittura un intervento di alcuni membri della squadra narcotici, che spiegarono come quell'ultima cut rendesse il film addirittura un'opera apertamente schierata contro il consumo di droga, e che sarebbe quindi stato giusto farla arrivare ad un pubblico quanto più vasto possibile.

Ed è qui che arriva la giocata da fuoriclasse di De Palma: il regista era infatti convinto che l'MPAA non riuscisse a cogliere le differenze fra le tre versioni del film, e che probabilmente nessuno dei membri avrebbe notato nulla di strano se in sala fosse finita la versione inizialmente classificata come rated X. Conclusione? Al cinema arrivò la prima cut di Scarface, ed il film uscì comunque come vietato ai soli minori di 17 anni non accompagnati: esattamente come previsto da De Palma, la MPAA non si accorse di nulla. Chissà se anche le cut scartate sarebbero valse al film con Al Pacino lo status di capolavoro che da decenni ormai gli si riconosce!


HULK, JENNIFER CONNELLY APPROVA I TONI DARK DEL FILM DI ANG LEE: 'NON È PER RAGAZZINI'

Quanti cinecomic dell'era pre-Marvel Cinematic Universe abbiamo buttato nel dimenticatoio da quando il primo Iron Man ha cambiato completamente il modo di approcciarci al genere? La lista è decisamente lunga, e probabilmente anche l'Hulk di Ang Lee ne fa parte.

Il film con Eric Bana nei panni di Bruce Banner ha sofferto quella che è stata la piaga di tanti film dello stesso genere, ovvero l'assenza di quella programmazione a lungo raggio e di quel carisma immediato che i film dell'MCU avrebbero portato con sé qualche anno dopo.

Per quanto spesso dimenticato, comunque, l'Hulk di Ang Lee conta ancora oggi una sua schiera di estimatori (soprattutto considerando quanto poco il suo successore con Edward Norton abbia convinto i fan Marvel): tra questi troviamo Jennifer Connelly.

L'attrice, che al film prese parte nei panni di Betty Ross, confermò tempo fa di aver apprezzato parecchio le scelte stilistiche di Lee e in particolare il suo voler dare un tono più dark al lungometraggio: "La sua idea non era quella di fare un film patinato e divertente per ragazzini su di un tizio verde che corre in giro. La sua idea era quella di un melodramma, di una tragedia, il mostro verde della rabbia, della cupidigia, della gelosia e della paura che vive in ognuno di noi" fu la spiegazione dell'attrice.


CINEMA: ECCO I FILM CHE TORNERANNO IN SALA A PARTIRE DAL 15 GIUGNO

Come sappiamo, a partire dal 15 giugno i cinema potranno riaprire le porte al pubblico.
Per quanto riguarda gli UCI Cinemas si comincerà con UCI Bicocca (MI), UCI Orio (BG), UCI Porta di Roma (Roma) e UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), con le dovute misure di sicurezza.
Ma quali film verranno offerti al pubblico?

Ecco una lista, divisa per genere.

Family
Sonic – il Film
Playmobil: The Movie
Pinocchio
Tappo – Cucciolo in un mare di guai
Maleficent
Jumanji: The Next Level


Action
Doctor Strange
Thor Ragnarok
Bad Boys for Life
Joker – VM 14
1917
Birds of Prey


Comedy
Odio l’estate
Tolo Tolo


Horror
Fantasy Island
The Grudge – VM14


Drammatico e film premiati
Cattive Acque
Cena con delitto – Knives out
Parasite
Richard Jewell
I miserabili


Questo in attesa dei grandi blockbuster dell’estate: Tenet, Mulan, Wonder Woman 1984 e Spongebob. Senza dimenticare Onward, il film dei Pixar Animation Studios diretto da Dan Scanlon (Monsters University), che arriverà nelle nostre sale il 22 luglio.


IL DESERTO DI ALMERÍA NOMINATO TESORO DELLA CULTURA CINEMATOGRAFICA EUROPEA

Il deserto di Tabernas, situato nella provincia spagnola di Almería, in Andalusia, è stato nominato dalla European Film Academy “Tesoro della cultura cinematografica europea”. Gli amanti degli Spaghetti Western, e in particolare dei film di Sergio Leone, lo avranno già sentito nominare. Il deserto di Tabernas ha ospitato le riprese della Trilogia del Dollaro, ovvero Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo. Non solo: lì sono stati girati classici come Lawrence d’Arabia, Conan il barbaro e Indiana Jones e l’ultima crociata. In tempi più recenti ha accolto le produzioni di Black Mirror, Game of Thrones e Doctor Who.

In tutto, dagli anni ’50 in avanti, sarebbero stati girati tra i suoi brulli paesaggi più di 300 film. Nell’ultimo decennio, ad esempio, il deserto di Tabernas ha accolto film come Exodus – Dei e re, I fratelli Sisters, Assassin’s Creed e Terminator – Destino oscuro. Ogni anno, Tabernas ospita inoltre l’Almería Western Film Festival, dedicato agli appassionati e ai professionisti del cinema western.

Con questo titolo la European Film Academy spera di garantire la salvaguardia dell’area e sensibilizzare il pubblico alla sua importanza storica e simbolica.

José Díaz, sindaco di Tabernas, ha dichiarato:

Per noi è un grande onore che EFA ci contraddistingua come uno dei tesori della cultura cinematografica europea, perché dimostra lo straordinario legame tra la nostra città e la storia del cinema in generale, e di quello europeo in particolare.

Mike Downey, presidente del consiglio di amministrazione dell’EFA, aggiunge:

Questa iconica location non ha eguali nel continente, e il suo contributo al cinema mondiale è stato enorme. La European Film Academy è fiera che diversi film tra i suoi candidati siano stati girati nella regione. In particolare Sexy Beast di Jonathan Glazer, Brimstone di Martin Koolhoven, Morvern Callar di Lynne Ramsay e Brothers di Susanne Bier. Che Tabernas possa prosperare a lungo sul palcoscenico del cinema mondiale!


L’ASSISTENTE DELLA STAR: TRAILER ITALIANO E SPOT PER IL FILM, DAL 26 GIUGNO AL CINEMA E IN DIGITALE

Dopo il poster, Universal Pictures ha diffuso anche il trailer ufficiale italiano de L’Assistente della Star, la commedia musicale con Tracee Ellis Ross e Dakota Johnson, in arrivo nelle nostre sale il 26 giugno e a partire dallo stesso giorno anche disponibile per il noleggio online, sulle principali piattaforme.

Dakota Johnson nel trailer italiano de L’Assistente della Star

Con il trailer arrivano anche alcuni spot:

L'assistente della star - Spot "Superstar" - Dal 26 giugno 2020
L'assistente della star - Spot "Cogli l'attimo" - Dal 26 giugno 2020
L'assistente della star - Spot "Una vera diva" - Dal 26 giugno 2020
L'assistente della star - Spot "Ne voglio essere parte" - Dal 26 giugno ...
L'assistente della star - Spot "Il lavoro ideale" - Dal 26 giugno 2020

L’Assistente della Star è diretto da Nisha Ganatra, regista di E poi c’è Katherine. La sceneggiatura è firmata dall’esordiente Flora Greeson. Il cast include anche Ice Cube, Bill Pullman, Kelvin Harrison Jr., Zoë Chao, June Diane Raphael, Deniz Adkeniz, Eddie Izzard e il DJ e produttore discografico Diplo. Tim Bevan ed Eric Fellner sono i produttori, Alexandra Loewy il produttore esecutivo.

La trama
Ambientato nella sfavillante scena musicale di Los Angeles, arriva la storia di Grace Davis (Tracee Ellis Ross), una superstar che ha saputo portare il suo talento e la sua ambizione alle stelle. Maggie (Dakota Johnson) è l’assistente personale di Grace, sempre oberata e impegnata a sbrigare le sue commissioni, ma non ha mai rinunciato al suo sogno di bambina di diventare una produttrice musicale. Quando il manager di Grace (Ice Cube) le presenta un’opportunità che potrebbe dare una svolta alla sua carriera, lei e Maggie escogitano un piano che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.


THE OLD GUARD – NUOVA FOTO CON CHARLIZE THERON, CHE PARLA DEL SUO PERSONAGGIO

Manca un mese all’uscita di The Old Guard su Netflix, ed Empire ha pubblicato una nuova foto ufficiale che ritrae Charlize Theron nel ruolo della protagonista.

L’attrice sudafricana interpreta Andromaca di Scizia, leader di un gruppo di guerrieri immortali che combattono da millenni sulla Terra. Alla base del film c’è l’omonimo fumetto di Greg Rucka (testi) e Leandro Fernandez (disegni), mentre l’adattamento è scritto dallo stesso Rucka insieme alla regista Gina Prince-Bythewood.

Theron parla del suo approccio all’eroina, soprannominata Andy:

La mia reazione iniziale quando ho letto il fumetto di Old Guard è stata che ho sentito qualcosa di molto terreno in Andy. È quella la cosa che mi ha entusiasmata: nonostante il soggetto, mi è sembrata reale, e non “fantasy”. Quindi ho cercato di infonderle una spossatezza genuina, e non impantanarmi nell’idea che abbia vissuto per migliaia di anni, abbia visto di tutto, e conosca tutte le arti marziali esistenti.

Charlize Theron ha già esperienza nel cinema d’azione: basti pensare a Aeon Flux e Atomic Blonde, diretto dal co-regista di John Wick David Leitch. Per The Old Guard, l’attrice ha lavorato proprio con la squadra di Keanu Reeves:

Abbiamo lavorato con gran parte della squadra dei combattimenti di Keanu del primo John Wick – Danny Hernandez e quei ragazzi. Quindi mi sento come se fossi inserita per sempre nel mondo dei film d’azione perché, onestamente, quei ragazzi sono i migliori nell’industria.

Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood, THE OLD GUARD racconta una storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come vivere per sempre non è poi una faccenda tanto semplice.

La protagonista è Charlize Theron nel ruolo di Andromaca di Scizia, leader di un gruppo di guerrieri immortali che vivono sulla Terra da millenni, combattendo le battaglie di ogni generazione. Della squadra fa parte anche Luca Marinelli, il cui talento attira sempre di più l’attenzione delle produzioni internazionali. L’attore romano interpreta Nicolo di Genova, crociato italiano che ora ha una relazione con un vecchio avversario, Yusuf Al-Kaysani (il Marwan Kenzari di Aladdin), anche lui nel gruppo. Matthias Schoenaerts è invece Sebastian le Livre, ex soldato napoleonico, mentre Kiki Layne presta il volto all’ultima “recluta” della guardia: Nile Freeman, marine americana che ritorna in vita dopo essere stata uccisa in azione, scoprendo così di essere immortale a sua volta.

A dar loro la caccia troviamo Copley (Chiwetel Ejiofor), agente della CIA che, essendo anche uno storico, è riuscito a scoprire il segreto della squadra. Harry Melling interpreta Merrick, dirigente di una compagnia farmaceutica che si allea con Copley per catturare il gruppo e studiarne i poteri.

Gina Prince-Bythewood è nota per Love & Basketball, La vita segreta delle api, Beyond the Lights: Trova la tua voce e il pilot della serie Cloak & Dagger. Avrebbe dovuto dirigere Silver and Black, cinecomic della Sony con Gatta Nera e Silver Sable, ma il film è stato annullato.

Fonte: Empire

Potrete vedere l’immagine qui di seguito, ma prima vi ricordo che The Old Guard approderà il 10 luglio sulla piattaforma on-line.

La foto

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BILL & TED FACE THE MUSIC: KEANU REEVES E ALEX WINTER TORNANO NEL TRAILER

Alex Winter e Keanu Reeves sono di nuovo Bill e Ted nel trailer di Bill & Ted Face the Music, terzo capitolo del franchise previsto in USA il 21 agosto.

Il trailer arriva a poche ore dall’uscita del primo poster ufficiale del film. Bill & Ted Face the Music è il terzo capitolo di una bizzarra saga a base di viaggi nel tempo iniziata ormai 31 anni fa, nel 1989, con Bill & Ted’s Excellent Adventure. A quel film seguì Un mitico viaggio (Bill & Ted’s Bogus Journey), uscito nel 1991. E poi più nulla per 29 anni.

Il nuovo capitolo è scritto ancora una volta da Ed Solomon e Chris Matheson, sceneggiatori di entrambi i capitoli precedenti. Alla regia stavolta troviamo Dean Parisot (Galaxy Quest, RED 2). Tra i produttori esecutivi troviamo anche Steven Soderbergh.

Accanto a Reeves e Winter troveremo Samara Weaving e Brigette Lundy-Paine nei panni delle figlie di Bill e Ted, rispettivamente. E inoltre Anthony Carrigan, Jillian Bell, Kristen Schall, Holland Taylor, Kid Cudi, Erinn Hayes, Jayma Mays e Beck Bennet. Tornano William Sadler, nel ruolo della Morte, Amy Stoch e Hal London Jr.

La sinossi ufficiale
Bill & Ted Face the Music vedrà i due amici ormai appesantiti dalla mezza età e dalle responsabilità familiari, parecchi anni dopo le loro avventure adolescenziali come viaggiatori nel tempo. Hanno scritto migliaia di melodie, ma devono ancora comporne una buona, men che meno la più grande canzone di sempre. Mentre il tessuto del tempo e dello spazio si squarcia attorno a loro, un visitatore dal futuro avvisa i nostri eroi che soltanto la loro canzone può salvare il mondo come lo conosciamo. Senza fortuna né ispirazione, Bill e Ted s’imbarcano in un’avventura attraverso il tempo per cercare la canzone che aggiusterà il loro mondo e porterà armonia nell’universo. Con l’aiuto delle loro figlie, un nuovo gruppo di figure storiche, e alcune solidali leggende della musica, troveranno molto più di una canzone.

Eccolo…




Noel Clarke scambiato per un altro attore nero ed escluso da un poster, la denuncia

Apparso in Bulletproof e in un ruolo marginale in Into Darkness: Stark Trek, oltre a una serie di film indipendenti, Noel Clarke ha sostenuto ampiamente il movimento del Black Lives Matter e ha deciso di dare un contributo personale condividendo un’esperienza che l’ha toccato in prima persona.
Il razzismo non riguarda solo l’America, ha spiegato, ma è forte anche nel Regno Unito.

Un esempio di discriminazione? Clarke ha postato un’email di un “agente di alto livello” che gli ha scritto per fargli dei complimenti per il film sbagliato, confondendolo con un altro attore nero.

“Ci siamo incontrati più volte, ho lavorato con i loro clienti. Hanno accesso a tutte le informazioni dell’industria, eppure

L’attore aveva già denunciato il fatto di non esser stato inserito nel poster di Fisherman’s Friends pur essendo stato accreditato tra gli attori protagonisti.

https://twitter.com/NoelClarke/status/1266...1329024/photo/1

Negli scorsi giorni, molte case di produzione, major e personalità di Hollywood si sono apertamente schierate contro il razzismo, prendendo una chiara posizione riguardo agli avvenimenti che hanno seguito la morte di George Floyd negli Stati Uniti.

Seth Rogen non ha usato ad esempio mezzi termini per riferirsi al razzismo sui suoi social, mentre sia Arnold Schwarzenegger che George Clooney hanno di recente scritto una lettera aperta.

Ryan Reynolds, Blake Lively e J.J. Abrams si sono invece schierati con donazioni di circa 10 milioni di dollari, mentre Dwayne Johnson ha criticato duramente Donald Trump. Anche la Lego e la Walt Disney Company sono scese in campo con donazioni a favore del movimento Black Lives Matter, impegnandosi con donazioni quasi pari a 10 milioni di dollari.


Il Cinema in Piazza rischia di saltare: il durissimo attacco del Cinema America e la replica di ANICA

Qualche settimana fa, pochi giorni dopo l’annuncio della Fase Due, vi abbiamo riportato il comunicato con cui il Cinema America confermava l’edizione estiva 2020 di Il Cinema in piazza, che si svolge in Piazza San Cosimato, alla Cervelletta e al Porto Turistico di Roma a Ostia: una conferma importante, dopo il lockdown, per i numerosi appassionati che in questi anni hanno partecipato alle arene estive.
Oggi, però, il Cinema America ha diffuso un lungo comunicato nel quale accusa “la lobby dei distributori e delle catene di multiplex”, che starebbe impedendo all’associazione di ricevere le concessioni dei film da proiettare gratuitamente in piazza:

Cari amici,

siamo sotto ricatto. Scriviamo questo appello per chiedere aiuto a ciascuno di voi. Ci stanno costringendo ad annullare la stagione estiva de Il Cinema in Piazza. Un’iniziativa che era sopravvissuta a Virginia Raggi nel 2018, alle aggressioni fasciste nel 2019 e quest’anno anche alla pandemia. Il motivo? La lobby dei distributori e delle catene di multiplex sta bloccando le concessioni dei film perché da tre anni vuole costringerci a rendere l’evento a pagamento. I protagonisti di questo attacco sono chiari e identificabili: l’ANICA, presieduta dall’ex sindaco di Roma ed ex Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, e l’ANEC, rispettivamente associazioni di categoria dei distributori e dei gestori di sale.

Di oltre 140 film richiesti alle case di distribuzione per programmare le rassegne a San Cosimato, Ostia e Cervelletta abbiamo ricevuto più di 120 risposte negative. Non ci autorizzano nemmeno i film di proprietà RAI di autori italiani! Tutti “no” ad offerte economiche pari o più alte rispetto all’usuale valore di mercato per la proiezione di quelle opere con proiettori DCI. Siamo senza film, costretti a chiedere il vostro aiuto per combattere questa battaglia.

Ci accusano di fare “concorrenza sleale” ma abbiamo sempre esclusivamente proiettato film che hanno concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala: davvero volete farci credere che “Una giornata particolare” metta in crisi “Avengers” al botteghino? Sarebbe bellissimo, ma non è così. Il nostro evento è gratuito per chi ne fruisce, ma non per l’industria cinematografica, perché ogni estate paghiamo tra i 55.000 e gli 80.000 euro di compensi ai distributori per le proiezioni. Un esempio: per una proiezione di “Sinfonia d’autunno” di Bergman, film del 1978, abbiamo pagato 1.220 euro.

Di fatto, noi – con i nostri partner e sponsor – offriamo il biglietto a voi, ma quel biglietto viene pagato. Per la nuova edizione, in alcuni casi abbiamo offerto il pagamento anticipato di 1.750 euro a film per 500 spettatori: 3,50 euro a spettatore, che in Italia è la parte di un biglietto intero da 7 euro che spetta al distributore. La risposta? Negativa. Fondamentalmente noi paghiamo questi 3,50 euro per ogni persona che vede il film con i soldi che raccogliamo, rinunciando a ricevere dal pubblico gli altri 3,50 euro che ci spetterebbero in quanto esercenti.


Il comunicato prosegue con un durissimo attacco nei confronti in particolare dell’ANICA (l’associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali, presieduta da Francesco Rutelli) e soprattutto al rappresentante dei distributori Luigi Lonigro, con accuse molto dettagliate (“Tutto ciò che vi abbiamo raccontato è documentabile e non avremo paura di mostrare le carte quando ce ne sarà occasione”) e che potete leggere nel post completo su Facebook.

Accuse che però ANICA rispedisce al mittente con una nota inviata alla stampa qualche ora dopo:

Un comunicato firmato “I ragazzi del Cinema America” sta diffondendo fake news gravissime, anche riportando cifre di fantasia che, se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie.

L’ANICA ha sempre guardato con simpatia all’esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci alla Conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto. Non esiste un solo atto, in particolare, che possa riferirsi a iniziative di segno opposto da parte di Francesco Rutelli: occorre un’immediata e formale smentita a questo proposito.

La Sezione Distributori dell’ANICA, parimenti, non ha avuto alcun contatto con Carocci e i suoi collaboratori nel corso di quest’anno, né avrebbe potuto dare indicazioni commerciali alle aziende associate, che operano in base alle proprie strategie industriali, in un momento tanto difficile. Lo scorso anno il Presidente Lonigro è andato in Piazza San Cosimato a esprimere la solidarietà propria e di tutti gli associati. e anche la Presidente della Sezione Produttori Francesca Cima ha sempre manifestato apprezzamento ad iniziative volte all’avvicinamento del pubblico più giovane.

E’ peraltro sorprendente la superficialità con cui si mostra di ignorare che in questo momento in Italia ci sono settemila lavoratori delle sale cinematografiche e mille delle distribuzioni senza lavoro e in cassa integrazione. Una cifra drammatica cui vanno aggiunti circa 20mila lavoratori dell’indotto.

Decine di sale cinematografiche, ed alcune aziende di distribuzione indipendenti italiane hanno annunciato la cessazione definitiva delle attività. Per questo, con grande pazienza e determinazione, l’ANICA e tutte le realtà della filiera stanno lavorando per salvare industrie, occupazione, mercato, autori, maestranze, attori e talenti, e cercare di ripartire in una situazione tanto difficile. Prima di lanciare attacchi irresponsabili, occorrono l’umiltà e la coscienza di sapersi guardare intorno, oltre al proprio specifico caso. Occorre la volontà di cercare soluzioni prima che insensate aggressioni.”


“Me And The Cult Leader”, il trailer del documentario sull’attentato alla metropolitana di Tokyo</i

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Cinema Video

Variety riporta nuovi dettagli e mostra il primo trailer (che potete visionare qui sopra) di “Me And The Cult Leader – A Modern Report on the Banality of Evil“, il film documentario sull’attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995.
Il film è girato e raccontato dalla prospettiva di Atsushi Sakahara, uno dei sopravvissuti dell’attacco alla metropolitana di Tokyo con del gas sarin, avvenuto il 20 marzo del 1995, e cerca di ripercorrere i passi del movimento religioso estremista Aum Shinrikyo, diretto responsabile dell’attentato.

Questo movimento religioso, sebbene abbia cambiato nome per distanziarsi dalla deriva violenta assunta in passato, è ancora attivo a Tokyo e nel mondo e continua a reclutare seguaci; Sakahara, nel suo documentario, cerca di entrare in contatto con uno dei dirigenti attuali del movimento, Hiroshi Araki, cercando di trovare un punto di contatto o parallelismo tra vittima e aggressore.

A due anni di distanza dall’esecuzione di Shōkō Asahara – ex leader del movimento e considerato mandante e responsabile dell’attacco – il film non cerca vendetta o riscatto, anzi, si scopre che la vita di Sakahara e quella di Harashi hanno molti punti in comune e i due iniziano così un viaggio all’insegna della riflessione, regalando un commovente ritratto di umanità.

“Me And The Cult Leader” (precedentemente intitolato “Espiazione“) è prodotto dalla Good People Inc. (trovate il trailer sul loro canale Youtube) e sarà presentato a fine mese nel Regno Unito allo Sheffield International Documentary Festival.




Ava DuVernay lancia un’iniziativa per finanziare progetti che raccontino storie attorno alle violenze della polizia.

Ava DuVernay (Selma – La strada per la libertà) con la sua compagnia, la Array, ha lanciato una nuova iniziativa che vuole indurre la narrazione cinematografica/televisiva/teatrale e di qualsiasi media a cambiare radicalmente prospettiva e a raccontare quelle storie che hanno al centro la mancanza di responsabilità da parte delle forze di polizia riconosciute colpevoli di violenze: l’iniziativa si chiamerà LEAP (Law Enforcement Accountability Project).
Ava ne ha parlato ufficialmente questo lunedì, ospite all’Ellen DeGeneres Show, spiegando che LEAP avrà lo scopo di dare una nuova voce agli attivisti, incoraggiando un cambio di narrazione attorno alle storie di abusi e violenze da parte della polizia, e finanziando almeno 25 progetti nel corso di due anni:

<i>Ho pensato molto alla mia rabbia, alle emozioni provate in questi giorni. Ogni volta che guardo il video della morte di George Floyd, vedo i miei zii. Non in senso figurato, [George Floiyd] assomiglia veramente ad alcune persone della mia famiglia nei tratti del viso. Ogni volta che vedo quel video, vedo persone che amo, schiacciate a terra che implorano di essere risparmiati.

C’è una grande forza dietro queste immagini, e stiamo chiedendo a ognuno di noi di dare voce a tutto questo e che la narrazione copra queste storie, le storie che ci raccontiamo a vicenda. Abbiamo bisogno che queste storie e il modo in cui vengono raccontate cambino radicalmente.


Parlando all’Hollywood Reporter, Ava DuVernay ha poi aggiunto in riferimento al progetto LEAP:

LEAP si focalizzerà nello specifico su storie raccontate attraverso il filtro della responsabilità da parte della polizia, c’è una totale mancanza di responsabilità nei dipartimenti di polizia e anche nelle aule di tribunale, mancano le leggi che proteggano i cittadini dagli agenti che hanno già un gran numero di denunce e rimostranze alle spalle.

Se il tribunale non se ne occuperà, se i dipartimenti di polizia non se ne occuperanno… allora lo faranno le persone.


L’annuncio arriva a poche ore dalla denuncia di David Olyelowo sul fatto che una protesta a favore del movimento Black Lives Matter avrebbe minato le possibilità di Selma agli Oscar.


CHIARA FERRAGNI - UNPOSTED AI NASTRI D'ARGENTO 2020: IL DOCUMENTARIO È TRA I FINALISTI

Chiara Ferragni - Unposted è tra i 74 documentari finalisti ai Nastri d'Argento 2020. L'annuncio ufficiale da parte del SNGCI è stato seguito da un altro annuncio con tono trionfante: quello di Chiara Ferragni che, insieme al piccolo Leone, ha dato la notizia ai suoi 20 milioni di follower.

Selezionato insieme ad altri 74 documentari, e rientrato nella sezione "Cinema del reale" (le altre sono"Cinema, Spettacolo e Cultura", "Docufiction" e "Film ed eventi d'arte") in compagnia di altri 25 titoli (tra cui Bellissime, della stessa regista Elisa Amoruso), Chiara Ferragni - Unposted corona così un percorso che ha dello stupefacente. Presentato durante la Mostra del cinema di Venezia del 2019, il documentario è arrivato in sala a settembre per soli 3 giorni ma tanto è bastato per eleggerlo il film evento più visto di sempre in Italia. D'altronde le cifre non mentono: 1.601.499 euro di incasso totale in 393 sale, oltre 160 mila spettatori in tre giorni, una media copie che si è mantenuta sempre la più alta del box office oscillando tra i 1.300 euro del primo giorno e i 1.508 dell'ultimo, il che significa in sostanza che il film ha ripetuto nei tre giorni lo stesso incasso.

In streaming il docu-film su Chiara Ferragni è stato distribuito sulla piattaforma Amazon Prime Video - sul cui catalogo è ancora presente -, mentre, per il passaggio sulla TV in chiaro, è atteso su uno dei canali RAI essendo Rai Fiction tra i produttori.


PRINCIPESSA MONONOKE: STUDIO GHIBLI RESPINSE LE RICHIESTE DI MODIFICHE DI HARVEY WEINSTEIN

Principessa Mononoke avrebbe potuto avere a causa di Harvey Weinstein un montaggio diverso, ma i responsabili dello Studio Ghibli si sono opposti, riuscendo ad avere la meglio sulla volontà del produttore e distributore.
La rivelazione è emersa grazie al libro Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Sudio Ghibli: tra le pagine l'executive Steve Alpert ha infatti parlato della sua esperienza quando il regista si è rifiutato di seguire le richieste.

Nel 1996 Studio Ghibli aveva stretto un accordo con Disney per la distribuzione dei film animati doppiati in inglese e Miramax, che all'epoca lavorava per il colosso dell'intrattenimento. doveva occuparsi della distribuzione nei cinema. La reputazione di Harvey Weinstein aveva spinto i responsabili dello studio giapponese a inviargli una spada da samurai con la scritta "Nessun taglio". Tra le pagine si rivela ora che l'ex produttore si era infuriato quando Hayao Miyazaki si era rifiutato di ascoltare alle richieste di compiere dei tagli importanti su Principessa Mononoke, facendo diminuire la durata del film da 135 minuti a 90.
Alpert ha rivelato che Weinstein aveva perso il controllo e gli aveva urlato: "Se non riesci a far tagliare a Miyazaki il fottuto film non lavorerai mai più in questo fottuto settore! Mi capisci? Mai!".

Miyazaki, secondo i termini dell'accordo stretto con Disney, aveva il diritto di decidere su questi elementi legati alla distribuzione e ha portato quindi nelle sale il proprio montaggio. Il regista venne comunque bombardato dalle richieste, ma Hayao aveva spiegato a The Guardian nel 2010: "L'ho sconfitto".
Il maestro dell'animazione, inoltre, non aveva approvato l'aggiunta di alcuni suoni e brani musicali in Kiki consegne a domicilio, impedendo quindi ogni modifica alle sue opere.


PIRATI DEI CARAIBI: UNO STUNTMAN RICORDA LE SCENE PIÙ ASSURDE

Chi non ricorda le spericolate scene d'azione della saga dei Pirati dei Caraibi? Gli esempi sono tanti e ne ha ricordati alcuni uno stuntman, Zach Hudson, che è comparso in quasi tutti i capitoli della saga.

Zach Hudson afferma che tra le scene che ricorderà per sempre, sarà l'intera sequenza della battaglia con il Kraken, avvenuta nei Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma: "Probabilmente la ricorderò sul mio letto di morte! In quella scena, sono la controfigura di Orlando Bloom e sono in cima all'albero maestro, a circa 150 piedi in aria, mentre si sta spezzando... Sono aggrappato a solo una corda di sicurezza e salto verso l'altra vela, cadendo alla fine, per circa 300, 400 piedi. È stata la prima ripresa di quel giorno, è stato uno di quei momenti molto surreali. Quando sono scivolato con un coltello sulla vela, il mio bambino interiore era felicissimo!"

Il celebre duello sulla ruota gigante, sempre del secondo capitolo della saga, è un'altra celebre scena che lo stuntman ricorda come una tra le più spericolate e memorabili. Anche perché è entrato a far parte delle riprese tardi e non ha avuto molto tempo per prepararsi: "Mi son dovuto preparare letteralmente circa una settimana prima. Gore Verbinski, il regista, mi ha dato un vero battesimo del fuoco! Ho dovuto fare tutto il lavoro direttamente sulla ruota, ma devo dire che alla fine è andata molto bene, l'intera scena ha vinto il premio Taurus come migliore combattimento."

Il premio Taurus è il premio assegnato dal 2001 per le esibizioni degli stuntman. Nel 2004, il primo film Pirati dei Caraibi ha vinto il premio per la lotta tra Jack Sparrow e Will Turner. Successivamente il combattimento sulla ruota ha vinto il premio nel 2007.

Mentre si può trovare qualche criticità su alcuni aspetti dei film Pirati dei Caraibi, è difficile trovare molti aspetti negativi sulle sequenze d'azione. È sempre stato impressionante il fatto che ce ne fossero così tante, specialmente nei primi film.

In attesa di sapere chi ci sarà per il sesto capitolo della saga dei Pirati dei Caraibi, si può solo sperare che l'azione rimarrà sempre presente e alla pari con i capitoli precedenti.


The Reckoning – Il film di Neil Marshall aprirà la 24a edizione del Fantasia Festival

La 24a edizione del Fantasia Film Festival si aprirà con una proiezione speciale dell’ultimo film di Neil Marshall ovvero The Reckoning.
Ambientazione
The Reckoning è ambientato nel 1665 durante la grande peste che colpì l’intera Europa e la successiva caccia alla streghe.

Il film è diretto da Neil Mashall (Dog Soldiers, The Descent, Doomsday, Hellboy) di cui si è occupato anche della sceneggiatura insieme a Edward Evers-Swindell e Charlotte Kirk.

Il Fantasia International Film Festival celebrerà la sua 24a edizione come evento virtuale accessibile agli amanti del cinema in tutto il Canada, con un vasto assortimento di proiezioni, pannelli e workshop in programma online dal 20 Agosto al 2 Settembre 2020.

Il cast vede Charlotte Kirk, Joe Anderson, Steven Waddington, Sean Pertwee, Matt Ryan, Ian White e Emma Holzer.

Evelyn Haverstock, una giovane vedova, viene perseguitata dal recente suicidio del marito Joseph, che viene falsamente accusata di essere una strega dal suo geloso padrone di casa, Squire Pendleton, dopo che lei ha rifiutato le sue avance.

Grace deve sopportare la persecuzione fisica per mano del più spietato cacciatore di streghe in Inghilterra Judge Moorcroft e affrontare i suoi demoni interiori mentre il Diavolo stesso inizia a farsi strada nella sua mente.


THE RECKONING, IL NUOVO HORROR DI NEIL MARSHALL TRA PESTE E STREGHE: LE IMMAGINI UFFICIALI

Uscito dalla triste esperienza del reboot di Hellboy, film di assoluta potenza gore e fedele ai fumetti di Mike Mignola ma non particolarmente apprezzato dalla critica, Neil Marshall è ora pronto a tornare al cinema con l'interessante The Reckoning, nuovo horror di cui sono state pubblicate online anche due immagini ufficiali.

Il film sarà presentato in anteprima alla 24° Edizione del Fantasia Festival, e l'organizzazione lo ha descritto come "un period thriller orrorifico e segnante" ambientato nel 1665 sullo sfondo della Grande Peste e della successiva caccia alle streghe in territorio inglese.

La sinossi rivela: "The Reckonig segue la storia di Grace Haverstock, giovane vedova perseguitata dal recente suicidio del marito, Joseph, e ingiustamente accusata di essere una strega dal geloso padrone di casa, Squire Pendleton, dopo continui rifiuti alle sue insistenti avance. Grace è costretta così a sopportare la persecuzione fisica per mano del più spietato cacciatore di streghe d'Inghilterra, Judge Moorcroft, e affrontare al contempo i suoi demoni interiori mentre il Diavolo stesso cerca di insinuarsi nella sua fragile mente".

Nel cast di The Reckoning troveremo Charlotte Kirk, Sean Pertwee, Joe Anderson, Steven Waddington, Mark Ryan, Ian Whyte ed Emma Holzer. Il film non ha ancora una data d'uscita ufficiale.


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TENET, KENNETH BRANAGH SULLA TRAMA DEL FILM DI NOLAN: "È STATO COME FARE UN CRUCIVERBA"

Dopo aer rivelato di non sapere se sarà l'antagonista di Tenet, Kenneth Branagh ha rincarato la dose affermando che leggere la sceneggiatura del nuovo film di Christopher Nolan è stato come fare le parole crociate del New York Times.

"Non vi prendo in giro, ho letto la sceneggiatura più volte di ogni altro film a cui abbia lavorato. È stato come fare il cruciverba del Times ogni giorno. A parte il fatto che il film e la sceneggiatura non si aspettavano, e non avevano bisogno, che fossi un esperto" ha spiegato l'attore e regista durante una recente intervista con Total Film (via The Playlist).

Branagh ha poi aggiunto: "Durante lo svolgimento, e nelle scene, continua a ribaltarsi e muoversi avanti e indietro rispetto alle aspettative sui personaggi. Perciò chiedevo costantemente a Nolan dove si trovasse il mio personaggio, perché la sua evoluzione non era impostata. È stata una serie di sorprese continue."

Insomma, sembra proprio che Nolan abbia preparato un'esperienza piuttosto complessa per il ritorno in sala degli spettatori, che se tutto andrà per il meglio potranno mettere finalmente gli occhi su Tenet il prossimo luglio (negli Stati Uniti). Nel frattempo, per altri approfondimenti, vi lasciamo alla nostra analisi dell'ultimo trailer di Tenet.


GODZILLA VS KONG, SVELATO UN ALTRO RITORNO NELL'ATTESO CROSSOVER

Dopo aver pregustato uno scontro epico nella nuova sinossi, sembra che uno dei film più attesi dell'anno, Godzilla vs Kong, riporterà sullo schermo un altro personaggio chiave del franchise. Stiamo parlando del Dr. Houston Brooks, visto per la prima volta in Kong: Skull Island nel 2017.

Interpretato da Corey Hawkins, Houston Brooks è un sismologo che viene reclutato dalla Monarch per rintracciare la mostruosa scimmia sull'isola misteriosa. Alla fine del film, scopre la verità e la storia delle creature titaniche come Godzilla.

Il personaggio è poi tornato, stavolta interpretato da Joe Morton nel successivo Godzilla II - King of the Monsters, anche se il film non chiarisce mai che si tratta della stessa persona, molto più avanti negli anni.

In ogni caso, in Godzilla vs Kong Houston Brooks potrebbe avere un ruolo molto più importante, poiché sembra che il film riporterà l'azione su Skull Island, la "casa" di Kong, e quindi dovrebbe avere conoscenze specifiche che potrebbero rivelarsi utili per tutti.

Non sarà comunque l'unico ritorno. Rivedremo infatti anche Millie Bobby Brown nei panni di Madison Russell e Kyle Chandler nel ruolo di suo padre Mark. Faranno parte del cast anche Alexander Skarsgård, Rebecca Hall e Brian Tyree Henry.

L'arrivo nelle sale di Godzilla vs Kong era inizialmente previsto per i primi mesi del 2020, ma è stato poi posticipato a novembre, con una decisione presa qualche mese prima della pandemia di coronavirus. In Godzilla vs Kong il regista Adam Wingard ha promesso distruzione e violenza ai massimi livelli.


JAMES BOND VS JASON BOURNE? ECCO COSA NE PENSA PAUL GREENGRASS

Intervistato da Empire per commentare i risultati del sondaggio sugli eroi più amati del cinema, in cui James Bond e Jason Bourne si sono classificati rispettivamente all'8° e 32° posto, Paul Greengrass ha parlato di come la saga con Matt Damon ha spinto il franchise di 007 a migliorare.

In passato, il regista di The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum e Jason Bourne aveva definito la celebre spia britannica come una "testa di c***o imperialista di destra", ma molti anni dopo la sua opinione sul personaggio è cambiata.

"L'ho detto davvero? Ovviamente a quei tempi ero giovane e insolente" ha spiegato Greengrass. "Per essere chiari, i sentimenti che ho espresso nei confronti del personaggio non riflettono ciò che penso del franchise. Buon per loro. È interessante pensare che quando è entrato in scena Jason Bourne, per James Bond è stato un po' un campanello d'allarme. Ma parola mia, da allora hanno risposto davvero bene. Gliene do atto, mi hanno spinto i commenti in gola!"

Il primo capitolo della saga di Bourne, diretto da Doug Liman, è uscito al cinema nel 2002, lo stesso anno in cui è arrivato l'ultimo capitolo di 007 con protagonista Pierce Brosnan, La morte può attendere, e quattro anni prima del debutto di Daniel Craig in Casinò Royale.

Vi ricordiamo che No Time To Die, la pellicola che firmerà l'ultima apparizione di Craig nei panni dell'agente doppio zero, è stato rimandato a novembre 2020.


AVENGERS: ENDGAME, RIVEDREMO LINDA CARDELLINI NEL MCU?

Per i fan del Marvel Cinematic Universe, il nome di Linda Cardellini è associato al volto di Laura Barton, apparsa in Avengers: Age of Ultron e Avengers: Endgame. La moglie di Occhio di Falco ha avuto un ruolo di secondo piano in questi film, ma il personaggio è evidentemente rimasto nel cuore dell'attrice.

Linda Cardellini, infatti, ha ammesso in una recente intervista a Collider di sperare di poter tornare a interpretare Laura, e si è detta orgogliosa di essere parte di un franchise così popolare.

"Era una di quelle cose in cui sono in qualche modo stata portata, ed è veramente un universo a sé stante" ha dichiarato. "I fan di questo universo poi sono incredibili, e farne parte, non lo so, è piuttosto divertente. Gli amici di mia figlia lo adorano. È una di quelle cose, sai, che sono sempre divertenti."

Sul suo ritorno nel Marvel Cinematic Universe, l'attrice la pensa così: "Voglio dire, mi piacerebbe vedere un film di Laura Barton? Certo! Ma non credo che succederà. Credo che la gente sia più interessata ai supereroi."
Anche se Linda Cardellini non l'ha mai menzionata nella sua intervista, la serie Disney+ Hawkeye dovrebbe offrire il potenziale per un ritorno di Laura Barton, anche se il casting è ancora nelle fasi iniziali. Tornando ad Avengers: Endgame, invece, è emersa negli ultimi giorni una suggestiva teoria su Stan Lee.


CELEBRE LOCATION DELLO SPAGHETTI WESTERN DIVENTA PATRIMONIO DEL CINEMA EUROPEO: ECCO QUALE

La European Film Academy ha nominato il Deserto dell'Andalusia, luogo che ha fatto da sfondo a innumerevoli capolavori del cinema western (e non solo), come "Patrimonio della Cultura Cinematografica Europea".

Come riportato da Deadline, dagli anni '50 al 2020 sono stati girati nel deserto spagnolo oltre 300 pellicole tra cui la celebre Trilogia del dollaro di Sergio Leone composta da Per un pungo di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, Il brutto, il cattivo; oltre che Lawrence d'Arabia, Conan il barbaro e Indiana Jones e l'Ultima Crociata. Più di recente, la location ha ospitato le riprese di serie TV di grande successo quali Doctor Who, Black Mirror e Game of Thrones.

Con questo nuovo titolo, l'Accademia Europea del Cinema spera di aumentare la consapevolezza nei confronti della storia del luogo, incoraggiando in questo modo a proteggerlo ed evidenziandolo come potenziale meta cinematografica per l'industria turistica del posto. In calce alla notizia potete trovare una suggestiva immagine del deserto dell'Andalusia fornita dall'a EFA (via Deadline).


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Edited by Triplethor - 9/6/2020, 20:55
view post Posted: 8/6/2020, 15:01 MovieTown - Cinema

LUNEDÌ

08/06/2020



GODZILLA VS. KONG – LA NUOVA SINOSSI ANNUNCIA UNO SCONTRO PER IL TRONO

Su IMDb è apparsa una nuova, breve sinossi di Godzilla Vs. Kong che preannuncia lo scontro fra i due kaiju più amati dell’immaginario collettivo.

Godzilla è noto come “re dei mostri”, titolo che ha effettivamente concquistato alla fine di Godzilla: King of the Monsters, ma Kong non ha certo intenzione di stare a guardare. La sinossi fa riferimento proprio allo scontro per il trono regale:

Quando il gigantesco Kong incontra l’inarrestabile Godzilla, il mondo resta a guardare per vedere chi dei due diverrà il Re dei Mostri.

Lo scontro sarà molto più equilibrato di quanto si pensi: Kong è infatti cresciuto rispetto a Skull Island, e ora le due dimensioni sono paragonabili a quelle dell’avversario; inoltre, sappiamo che brandirà un’arma. Si prospetta uno scontro gargantuesco tra fiato atomico e pollice opponibile.

Come sappiamo, il colossal ha appena ottenuto il rating PG-13 dalla Motion Picture Association of America, per “Intense scene di violenza e distruzione fra creature e un po’ di linguaggio”. Il regista Adam Wingard ha detto che quella descrizione è un eufemismo, quindi ci aspetta un blockbuster ricco di battaglie e distruzione.

La data di uscita è fissata per il 20 novembre 2020, ma alcuni rumor sostengono che sarà rinviato al 21 maggio 2021 per evitare la concorrenza del prossimo autunno. Non ci sono conferme in tal senso, solo speculazioni. Vi terremo aggiornati.


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ZACK SNYDER CAMBIERÀ LA GRADAZIONE CROMATICA DEL SUO JUSTICE LEAGUE

Tra i moltissimi cambiamenti operati dalla Warner su Justice League c’è anche la gradazione cromatica: rispetto al primo trailer (che ancora recava l’impronta di Zack Snyder), la versione uscita nelle sale è caratterizzata da toni più brillanti, mentre il regista li voleva cupi. Particolarmente significativa è l’atmosfera rossastra della battaglia finale, che invece era grigio-blu nel primo trailer.

Ebbene, la Snyder Cut correggerà anche questo cambiamento: interpellato da un fan su Vero, Snyder ha infatti rivelato che modificherà la gradazione cromatica del “cielo rosso” (e probabilmente di tutto il resto).

www.reddit.com/r/DC_Cinematic/comm..._will_not_have/

Questo mutamento della gradazione cromatica da parte della Warner, già visibile nel prodotto finito, era stato confermato anche dal direttore della fotografia Fabian Wagner. Sarà interessante vedere il risultato, insieme a tutte le novità promesse da Snyder: nuove scene “Knightmare”, Darkseid, Martian Manhunter, il nuovo look di Steppenwolf e altro ancora.

Come sappiamo, il regista inserirà nuovi effetti speciali, finirà quelli incompleti, registrerà musiche e dialoghi aggiuntivi, infine monterà il tutto. Il film uscirà su HBO Max nel 2021: durerà quasi quattro ore, ma potrebbe essere suddiviso in capitoli, come una miniserie. Vi terremo aggiornati.

Zack Snyder, regista de L’Uomo d’Acciaio e Batman v Superman: Dawn of Justice, ha diretto Justice League prima di lasciare il compito a Joss Whedon in seguito a una tragedia personale. Il film è stato pesantemente modificato nei reshoot, ma la versione originale di Snyder sarà disponibile su HBO Max nel 2021.

In Justice League ci sono Batman (Ben Affleck), Superman (Henry Cavill), Wonder Woman (Gal Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Flash (Ezra Miller), Cyborg (Ray Fisher), il Commissario Gordon (J.K. Simmons), Mera (Amber Heard), Alfred (Jeremy Irons) e Willem Dafoe (Vulko). L’antagonista è Steppenwolf, interpretato da Ciaran Hinds. La colonna sonora è firmata da Danny Elfman.

Come sappiamo, il regista inserirà nuovi effetti speciali, finirà quelli incompleti, registrerà musiche e dialoghi aggiuntivi, infine monterà il tutto. Il film uscirà su HBO Max nel 2021: durerà quasi quattro ore, ma potrebbe essere suddiviso in capitoli, come una miniserie. Vi terremo aggiornati.


GRAND BELL AWARDS – PARASITE VINCE COME MIGLIOR FILM AGLI OSCAR DELLA COREA DEL SUD

La 56ma edizione del Grand Bell Awards (Daejong Film Awards) l’equivalente della cerimonia degli Oscar della Corea del Sud, si è tenuta questa settimana al Grand Walker Hill Seoul. Per la prima volta dal 1962 il festival si è tenuto senza spettatori, a causa della pandemia del COVID-19.

Parasite di Bong Joon-ho ha vinto cinque premi: miglior film, regia, attrice non protagonista (Lee Jung-eun), sceneggiatura e musica. Kwak Sin-ae, a capo della società di produzione Barunson E&A, ha accettato il premio a nome di Bong:

“È un grande onore ricevere il premio per il miglior film ai Daejong Film Awards in questi tempi difficili”.
Kwak ha poi aggiunto: “Due anni fa in questo periodo stavamo producendo il film e l’anno scorso è stato finalmente presentato al pubblico. Mi mancano le persone che riempivano i posti nelle sale e anche alla cerimonia di premiazione”.


Parasite ha battuto Extreme Job, House of Hummingbird, Forbidden Dream e Innocent Witness come miglior film. Mentre Bong come regista era stato nominato assieme a Kim Bora (House of Hummingbird), Lee Byeong-heon (Extreme Job), Jang Jae-hyun (Savaha: The Sixth Finger) e Chung Ji-young (Black Money).

Il premio per la miglior attrice è andato a Jung Yu-mi (Kim Ji-young, Born 1982), quello per il miglior attore a Lee Byung-hun (Ashfall), si tratta della terza vittoria per l’attore.

Lee ha dichiarato:

“Ashfall è un film catastrofico, ma ciò che stiamo affrontando nella vita reale sembra un film rispetto a qualsiasi altra pellicola. È passato molto tempo da quando abbiamo visto un film comodamente nelle sale. Spero per il tempo in cui ci divertivamo a guardare film nei cinema, torni presto”


Hollywood: riportare gli attori sul set non sarà semplice

A partire dal 12 giugno potranno riaprire i set televisivi e cinematografici a Hollywood e nello stato della California, previo il via libera delle contee in base agli ultimi dati sul contagio del Coronavirus e, ovviamente, l’applicazione di misure per la sicurezza sanitaria.
Ma riiniziare non sarà facile, per molti motivi, come racconta uno speciale di Vanity Fair di qualche giorno fa nel quale intervengono produttori, registi e attori come Hutch Parker, Roland Emmerich e Charlize Theron. La complessità starà soprattutto nel fatto che solitamente a Hollywood si cerca di ripetere ciò che ha sempre funzionato, e invece in questo caso sarà necessario applicare nuovi protocolli e avere idee originali che permettano di superare le difficoltà produttive raggiungendo i risultati desiderati.

Parliamo soprattutto di questioni economiche, come le coperture assicurative che ogni produzione ha bisogno di avere e che da adesso sarà molto difficile ottenere, come spiega Emmerich:

C’è il timore che nessuna assicurazione coprirà eventuali stop alle riprese dovuti a focolai di Covid-19, quindi nel caso accadesse cosa potremmo fare?

Il rischio è molto alto, come spiega Hutch Parker (produttore della saga di X-Men):

Ogni studio con cui ho parlato (e ho parlato con parecchi di loro) ha strategie diverse, e la pensa in modo diverso su come tornare sul set. Bisogna fare delle analisi costo-beneficio: ha senso girare o no? È un problema matematico, e stiamo cercando tutti di risolverlo al più presto, e per la prima volta nella nostra carriera.

C’è poi il problema degli attori di primo piano, alcuni dei quali forse preferiranno non tornare proprio sul set, come spiega sempre Parker:

Ho parlato con alcuni che mi hanno detto: “Sai cosa? Mi prendo un anno sabbatico. Resto fuori dal giro.” In particolare alcuni attori più anziani che non vogliono correre rischi. Altri sembrano più tranquilli e orientati verso il tornare sul set. L’impressione è che quello che accade nel nostro settore rifletta quello che accade nel paese.

Lo stesso Roland Emmerich è un po’ intimorito all’idea di tornare sul set per girare il blockbuster Moonfall (con Halle Berry e Josh Gad) quest’autunno:

Quando hai una certa età – quest’anno compio 65 anni – ti ritrovi a fare più attenzione a certe cose. Io sono così abituato a stare sul set, circondato da persone… una cosa che probabilmente non si potrà più fare. Inoltre alcune idee renderanno i film più costosi, misure per la sicurezza come il coinvolgimento di persone apposite nello staff. Dovremo dividere la troupe in gruppi, e i truccatori potranno dedicarsi ciascuno a un solo attore, quando solitamente si dedicano a più attori, e tutto in roulotte diverse. Questo farà lievitare enormemente i costi.

Anche Charlize Theron ha qualche dubbio sul tornare sul set:

Non so se, personalmente, tornerò al lavoro nel breve tempo. Ho due bambini piccoli. Continuo ad avere incubi ricorrenti in cui in qualche maniera stupida finisco per prendere il virus e lo attacco ai miei figli. Non voglio combinare guai con questa cosa. Penso che ognuno di noi abbia questa responsabilità, dobbiamo rendercene conto tutti.

Non è una preoccupazione banale, visto che gli attori interagiscono in continuazione con qualsiasi reparto durante le riprese. Ed è uno dei problemi che le produzioni dovranno risolvere il prima possibile, come spiega il produttore Dan Wilson:

Gli attori, ma anche i membri della troupe, sono preoccupati. Noi stiamo preparando un piano che li metta nella massima protezione possibile. Nessuno vuole lavorare in un contesto rischioso, che sia un talent o un membro della troupe. Tutte le persone coinvolte sul set vogliono sentirsi al sicuro: c’è nervosismo, ed è naturale e comprensibile.

I piani in questione sono stati proposti a fine maggio: si tratta di linee guida e misure stilate in concerto da sindacati, studios e responsabili della sicurezza. Lo stato della California ha accolto questi piani e ha dato il via libera alle produzioni a partire dal 12 giugno: i primi a tornare sul set saranno, probabilmente, piccole produzioni che per motivi anche creativi non avranno troppe difficoltà ad adottare le misure, e grandi produzioni interrotte durante il lockdown e che ora sono costrette a terminare il lavoro. Se tutto andrà bene, diverse altri film e serie tv si accoderanno, anche se prima andrà risolto il problema delle assicurazioni…


Karen Gillan sul futuro di Nebula in Guardiani della Galassia Vol. 3

Nel corso del fine settimana, Karen Gillan ha partecipato a un panel virtuale della GalaxyCon durante il quale ha potuto parlare, fra le altre cose, del personaggio che interpreta nell’Universo Cinematografico della Marvel, ovvero sia Nebula. L’attrice scozzese ha parlato dell’evoluzione di un personaggio che ha un certo bagaglio in materia di traumi dovuti a un rapporto tutt’altro che semplice con suo padre Thanos, il Titano Pazzo antagonista degli Avengers.
Ecco cosa ha detto Karen Gillan circa Nebula:

Sono stata in grado di usare svariati saggi di psicologia per questo personaggio perché ha un certo bagaglio in materia di abusi da parte di suo padre, abusi partiti quando era alquanto giovane. Non per renderlo troppo pesante, ma lui ha messo queste due sorelle una contro l’altra, Nebula si sentiva inferiore, il capro espiatorio, mentre l’altra era la preferita. Che è una roba che può comunemente accadere all’interno di famiglie dove ci sono fratelli. Io sono figlia unica quindi ci ho dovuto lavorare sopra leggendo roba […] In Avengers ha dovuto fronteggiare la fonte stessa di questi abusi e poi l’ho ha visto eliminato dalla sua vita. Sto pensando alla Nebula futura nei termini di “Come sarà ora che gli abusi di quella persona se ne sono andati insieme a lui? Come ricostruirà la sua vita?”. È una sensazione strana, per lo meno credo, quella in cui può trovarsi un personaggio come lei che è stata abusata da un genitore, ma si ritrova a fronteggiare questa situazione in cui è triste per la scomparsa del padre, ma è anche lieta per via dell’odio che inevitabilmente provava nei suoi confronti. Nebula ha passato davvero un periodaccio, provo davvero tanta empatia per lei. [In Guardiani della galassia Vol 3] mi piacerebbe cercare di far sì che possa inizra e a costruirsi una nuova vita.

Abbiamo visto per l’ultima volta Nebula in Avengers: Endgame e prossimamente potrebbe non solo comparire in Guardiani della Galassia Vol.3, ma anche in Thor: Love and Thunder.

Vi ricordiamo che prima di dedicarsi interamente alla pellicola dei Marvel Studios, James Gunn sarà concentrato sul nuovo Suicide Squad, le cui riprese sono state ultimate e che ha una data d’uscita fissata al 6 agosto 2021.


Snyder Cut: il ringraziamento di Ray Fisher, il regista preannuncia un cambiamento “visivo”

Qualche ora fa Ray Fisher, interprete di Cyborg in Justice League, ha voluto rivolgere un messaggio di ringraziamento nei confronti di Chris Terrio e Zack Snyder, condividendo un’immagine con Victor Stone e la sua famiglia tratta dalla Snyder Cut.
Queste le sue parole:

Non lodo Chris Terrio e Zack Snyder semplicemente per avermi messo in Justice League. Li lodo per avermi dato potere (un nero senza film alle spalle) lasciandomi un posto a sedere nel comitato creativo e voce in capitolo sulla famiglia Stone prima ancora che ci fosse una sceneggiatura.

La risposta del regista è stata allora la seguente:

Tu, Ray, sei il cuore del mio film.

In separata sede il regista ha inoltre confermato che cambierà il colore rosso del cielo dell’atto finale di Justice League, cambiato in fase di post-produzione per rendere l’atmosfera meno cupa.

Ecco un confronto:

https://i2.wp.com/www.badtaste.it/wp/wp-co...strip=all&ssl=1

https://i0.wp.com/www.badtaste.it/wp/wp-co...strip=all&ssl=1

Vi ricordiamo che il film arriverà sulla piattaforma streaming nel 2021 perché intanto Snyder terminerà la post-produzione che non aveva avuto le risorse per completare, impiegando un budget superiore ai 30 milioni di dollari. Al momento non è stato ancora ufficializzato se si tratterà di un film di 4 ore o di una mini serie in sei parti.


Favolacce, i fratelli D’Innocenzo spiegano su Instagram il passaggio dallo script al film di una scena

Nel corso del fine settimana, Fabio d’Innocenzo ha condiviso su Instagram una serie di foto e video che illustrano il passaggio “dallo script al film” di una scena di Favolacce.

Potete ammirare il tutto direttamente qua sotto:

www.instagram.com/p/CBF9a54qLmH/?utm_source=ig_embed

La pellicola, prevista inizialmente per metà aprile, è arrivata sulle principali piattaforme di Pvod a partire dall’11 maggio.

È stato proprio durante il Festival di Berlino che abbiamo avuto la possibilità di realizzare un’intervista esclusiva con i registi di Favolacce, i fratelli Fabio e Damiano d’Innocenzo.

La trovate in questa pagina.

Il film dei D’Innocenzo, co-prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema e Vision in associazione con QMI e coproduzione con AMKA Films e RSI/SRG SSR, è così descritto dalla sinossi ufficiale:

C’era una volta una favola nera, ambientata nella periferia sud di Roma, tra la malinconica litoranea brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola. Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli, incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e scorre veloce verso la sconfitta di tutti.

La pellicola vede nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Giulietta Rebeggiani, Gabriel Montesi, Justin Korovkin.

Il film è stato premiato al Festival di Berlino per la Migliore Sceneggiatura.


La controfigura di Keanu Reeves: “Ogni cosa positiva che avete sentito su di lui è vera al 110%”

Una delle controfigure che hanno accompagnato Keanu Reeves lungo tutta la saga di John Wick, Jeremy Fry, ha raccontato in un’intervista quanto l’attore sia professionale, dando tutto se stesso durante le riprese:

È generoso, è altruista, lavora incessantemente. Ogni cosa positiva che avete sentito su di lui è vera al 110%.

Fry, in particolare, lo sostituisce nelle scene alla guida, ma questo non significa che Reeves affidi a lui tutte le sequenze di questo tipo:

C’era una scena in cui volevamo che Keanu scorresse in modo da far arrivare la cinepresa esattamente sopra di lui. Lavorammo con lui per un po’ in modo da ottenere quell’inquadratura, era un’inquadratura difficile ma ci riuscimmo. Fece un lavoro pazzesco. È sempre interessante, per me, quando un attore cerca di realizzare una sequenza complessa senza controfigura. Spesso gli attori cercano a tutti i costi di fare uno stunt senza controfigura, anche quando non c’è il rischio che la controfigura si noti nella scena. Ma Keanu capisce perfettamente la situazione. Non ha mai detto “Voglio assolutamente girare questa scena da solo. Voglio farlo.” Si fida di Darren e del regista Chad Stahelski, sa che prenderanno la decisione migliore e sa che lo coinvolgeranno finché sarà sicuro e adatto farlo.

Il rispetto per il lavoro altrui ha fatto sì che Reeves legasse molto con diverse controfigure, e in particolare con Fry, durante le riprese di John Wick 2, per via della passione comune per le motociclette:

Un giorno mi chiede se voglio andare a Laguna Seca, e quando Keanu Reeves ti chiede se vuoi andare con lui da qualche parte tu dici sì. Alla fine scopriamo che aveva affittato Laguna Seca, che è una pista da corsa piuttosto nota in California. L’aveva affittata per due giorni, privatamente, e c’erano un’ottantina di amici e conoscenti: celebrità, persone di industrie diverse, gente di tutti i tipi. Ci ha messo negli hotel della zona, ha fatto arrivare il catering per la colazione, i pranzi, le cene… È stata un’occasione davvero speciale per me, per diversi motivi.


Pirati dei Caraibi: la controfigura di Orlando Bloom ricorda le scene tagliate e le sequenze più difficili

Nel corso di un’intervista con Metro pubblicata qualche giorno fa, Zach Hudson – la controfigura di Orlando Bloom in Pirati dei Caraibi – ha parlato della lavorazione dei film, delle scene più ardue e delle sequenze tagliate, raccontando alcuni curiosi retroscena.
Hudson, che è uno stuntman esperto, ha sostituito Orlando Bloom per tutte le scene più complesse e pericolose, ma nel corso della sua carriera ha anche fatto da controfigura a Ewan McGregor, Sean Bean, Justin Timberlake e Tobey Maguire. Ha perfino vinto dei premi per le scene di combattimento viste in Pirati dei Caraibi, Spider-Man e Indiana Jones.

Il suo primo approccio alla saga con Johnny Depp è avvenuto con Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma, il secondo film. Hudson fu chiamato all’ultimo secondo e fu costretto a imparare cinque o sei coreografie in pochissimo tempo, tra cui lo scontro sulla ruota:

Lo scontro sulla ruota… non ebbi modo di provarlo e di esercitarmi a dovere. Praticamente mi diedero una sola settimana per prepararla. Il regista di quel film era Gore Verbinski e [quella sequenza] fu la mia prova del fuoco.

[…]

Dopo girammo tutte le scene dell’attacco del Kraken, che ricorderò fino alla morte! Ero sulla sommità dell’albero maestro a 45 metri di altezza mentre si rompeva e dovevo saltare con un solo cavo di sicurezza sulla vela opposta. Era la prima inquadratura della giornata, eravamo in una baia e fu un momento molto surreale. Mi fecero fare quell’iconica scivolata con il taglio della vela con il coltello…il bambino dentro di me era pieno di gioia!


Sulla scene tagliate:

Ci doveva essere una battaglia tra Jack e Will per citare lo scontro nel primo Pirati dal fabbro. Doveva essere una scena per rendersi conto dello sviluppo del personaggio di Will e della sua trasformazione in pirata dato che era previsto un momento in cui non seguiva le regole e imbrogliava per battere Jack.

Un’altra fu tagliata invece dal terzo film:

Nella sceneggiatura c’era uno scontro enorme tra Will e il personaggio di Chow Yun-Fat.

Sul rapporto con Orlando Bloom:

Gli voglio tanto bene, siamo diventati come fratelli. […] Molta gente non lo sa, ma lavora davvero sodo sulle sue battute. Voleva sempre essere convinto della loro efficacia nel corso dei combattimenti. Poi aveva una leggera dislessia, perciò imparare tutte le battute è sempre stato molto difficile per lui. Si è allenato davvero tanto.

Hudson ha lavorato come controfigura di Bloom fino a Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo, mentre per Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare è stato una controfigura di Barbanera.


Carlo Verdone ricorda Massimo Troisi celebrando la sala cinematografica

Il 4 giugno è stato il ventiseiesimo anniversario della morte del grande Massimo Troisi, e oggi Carlo Verdone ha voluto ricordare l’attore, regista, sceneggiatore e cabarettista scomparso nel 1994 con un post su Facebook nel quale ha ricordato un momento specialeinsieme a lui. Momento peraltro particolarmente significativo ora che i cinema, chiusi da mesi a causa del lockdown, si preparano a riaprire progressivamente dal 15 giugno:

Con Massimo Troisi al cinema.

Pigro, geniale, lento, creativo e spiritoso come pochi, Massimo usciva molto poco da casa. Ero l’ unico che riusciva a portarlo al cinema. Ma si raccomandava di andare sempre al primo spettacolo, non voleva essere assalito dalle persone. Ma quel giorno la sala era piena pure alle 15,30.

Non ricordo quale film fosse, di sicuro eravamo al cinema Gioiello, piccola sala sulla via Nomentana. Un paparazzo ci seguì e scattò questa foto. E che ora un mio amico fotografo, trovata nel suo archivio, mi regala.

Prendiamo questo scatto dei primi anni ’80 come l’auspicio di poter tornare in sala in piena sicurezza. La sala è il tempio del cinema. Uno dei pochi luoghi a noi rimasti di aggregazione e condivisione.

Buona giornata a tutti..


Verdone e Troisi divennero grandi amici negli anni ottanta, eppure non lavorarono mai insieme in un film (a parte il mediometraggio Morto Troisi, viva Troisi!)

Nella foto pubblicata da Verdone vediamo i due giovani attori in mezzo al pubblico in una sala cinematografica:

www.facebook.com/carloverdoneoffic...0658239/?type=3

Qualche settimana fa Verdone aveva ricordato un altro momento speciale con Troisi, e cioè quando lo incontrò per caso in vacanza:

Roma. Casa di Sergio Leone.

Era maggio e stavamo correggendo il copione di “Troppo Forte”.
Dopo una settimana ci regalammo un viaggio in Costa D’Avorio per una settimana, al rientro avrei iniziato la preparazione del film.

Quando arrivammo in quella bella spiaggia africana ,nel villaggio Les Paletuviers, ci prese un colpo: Massimo Troisi, bello abbronzato e sorridente era lì da un mese e non voleva rientrare a Roma.

Rimorchiava quello che voleva. Arrivò pure Giuliano Gemma con le figlie. Fu una bella vacanza. Ho dei bei ricordi. Ma anche il dolore che quei tre amici non ci sono più. Ma li ho nel cuore. E da lì non se ne vanno.


Roma. Casa di Sergio Leone. Era maggio e stavamo correggendo il copione di "Troppo Forte".Dopo una settimana ciwww.facebook.com/carloverdoneoffic...4678010/?type=3

Deadpool 3: un amore non corrisposto da parte di un X-Man?

Ryan Reynolds ha ammesso di non sapere quando avrà la possibilità di dedicarsi di nuovo a Deadpool 3, nella sua “nuova casa” presso i Marvel Studios, ma ciò non ha impedito alle voci di internet di cominciare a valutare come e quando rivedremo il Mercenario Chiacchierone. Soprattutto non ha impedito congetture e fughe di notizie più o meno fondate in merito al franchise con protagonista Deadpool.

Sembra che l’anno prescelto per il ritorno di Deadpool al cinema possa essere il 2023, e per allora dovremmo anche avere un’idea molto più chiara di come gli X-Men si adatteranno all’universo cinematografico Marvel. La versione “riavviata” del team di supereroi mutanti da parte dello studio non dovrebbe arrivare prima di una presunta Fase Sei, ma data la stretta compenetrazione dei due franchise nei fumetti, è possibile che Deadpool e X-Men si incontrino propriamente molto prima.

Abbiamo già appreso che il Deadpool del MCU potrebbe rispecchiare la sua controparte di carta e inchiostro e sviluppare un’ossessione malsana per lo Spider-Man di Tom Holland, ma ora sembra che Wade Wilson sarà oggetto di molte altre questioni, forse più frivole ma sicuramente avvincenti. Secondo le informazioni di We got this covered , l’Uomo Ghiaccio degli X-Men è pronto a sviluppare una cotta importante nei confronti del mercenario chiacchierone, una infatuazione che potrebbe essere unilaterale.

Naturalmente, Iceman è uno dei personaggi gay più famosi dei fumetti, ha fatto “coming out editoriale” nel 2015 e, secondo quanto riferito, il MCU sta spingendo per presentare nei suoi film una maggiore diversità e inclusione. Avrebbe quindi senso, per un riavvio efficace degli X-Men, affidare un ruolo di primo piano all’Uomo Ghiaccio anche al cinema. Tuttavia sappiamo anche che la Disney opererà queste scelte in maniera molto cauta e che già ne Gli Eterni ci dovrebbe essere spazio per personaggi chiaramente omosessuali. Staremo a vedere come si svilupperà questa linea narrativa.


Si muore solo da vivi: on demand dal 19 giugno il film con Alessandro Roia e Alessandra Mastronardi

Diretto da Alberto Rizzi, arriva on demand dal 19 giugno Si muore solo da vivi, con Alessandro Roia e Alessandra Mastronardi, una commedia romantica sull'amore, l'amicizia e le seconde occasioni.

Uscirà on demand il 19 giugno il film di Alberto Rizzi Si muore solo da vivi, con Alessandro Roia e Alessandra Mastronardi nei ruoli principali. Il film è prodotto da Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella, per KPlusFilm (K+), che dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto con Finché c'è prosecco c'è speranza scommettono su una nuova opera prima, raccontando questa volta l'eccellenza delle terre lungo il Po, in una commedia romantica piena di colori e sentimenti. K+ produce film indipendenti, guardando ad un cinema classico, fatto di generi diversi, profondità e leggerezza, territorio e sogno. Un cinema d'intrattenimento di qualità che sappia raccontare storie originali e contemporanee, estrose e sincere.

A quarant’anni Orlando ha tutta l'aria del perdente: ex leader dei “Cuore aperto”, ha appeso il microfono al chiodo e vive alla giornata in una baracca sulle sponde del Po, pigro e solitario. Finché il terremoto del 2012 non lo costringe a mettersi di nuovo in gioco, tra nipoti di cui prendersi cura, la band di improbabili amici da rimettere in piedi, e soprattutto Chiara, un amore mai dimenticato che torna ad affacciarsi dal passato…

Spiega il regista Alberto Rizzi, al suo esordio nel lungometraggio:

Ho voluto realizzare, con profondità e leggerezza, una commedia romantica sulle seconde occasioni, che ci piombano nella vita e rimescolano le carte, ambientata nella provincia emiliana, in un mondo stralunato di musicisti di provincia, di pescatori e balere color zafferano". Un inno alla vita, all'amore e all'amicizia che bussano improvvisi alla porta di un ex-musicista ormai fallito a cui Alessandro Roia ha saputo regalare una grande ironia e tenerezza. Lo affiancano Alessandra Mastronardi, nei panni dell'eterno amore perduto e sempre ricercato e la bizzarra compagnia degli amici interpretati da Neri Marcorè, Francesco Pannofino, Andrea Libero Gherpelli e Paolo Cioni. Un affresco corale impreziosito dalle partecipazioni davvero straordinarie di Amanda Lear, Ugo Pagliai e Red Canzian.


SUICIDE SQUAD: NUOVO SGUARDO A JOKER E HARLEY QUINN IN UNA SCENA CANCELLATA

Il regista di Suicide Squad ci fornisce un nuovo sguardo a Joker e Harley Quinn diffondendo la foto di una scena cancellata che vede coinvolto l'eccentrico e folle duo di villain innamorati.

https://twitter.com/HarleyMovieNews/status...9614465/photo/1

Non è più un segreto l'ambizione di David Ayer di mostrare al mondo la sua versione di Suicide Squad, l'Ayer Cut, pellicola - a suo dire - completamente diversa dalla versione uscita nei cinema. Versione che porta il segno del pesante intervento in post-produzione dei produttori.

David Ayer ha spiegato su Twitter: "Queste immagini forniscono un assaggio del tono e dell'intenzione del film che ho fatto. Metodico. Stratificato. Complesso, bello e triste. Dopo le critiche a Batman v Superman: Dawn of Justice che hanno scioccato i capi dello studio, e dopo il successo di Deadpool, il mio dramma è stato trasformato in una commedia".

In risposta alle critiche nei confronti dell'arco narrativo di Harley Quinn, il regista ha puntato il dito verso le decisioni dello studio che hanno snaturato la sua visione:

"Purtroppo questo arco narrativo è stato stravolto. Era il film di Harley in molti modi, Ci ho provato, ho cercato di rendere il personaggio in linea con la versione dei fumetti. Oggi tutto è politico. Tutto. Io voglio solo intrattenere il pubblico. Voglio fare meglio di così".


MIRIAM SI SVEGLIA A MEZZANOTTE, JENNIFER LAWRENCE PROTAGONISTA DEL REMAKE?

La passione di Hollywood per i vampiri non cessa. L'ultimo progetto in arrivo - se confermato - sarebbe il remake del cult di Tony Scott del 1983, Miriam si sveglia a mezzanotte, che potrebbe vedere Jennifer Lawrence in veste di protagonista.

L'originale Miriam si sveglia a mezzanotte racconta un triangolo sentimentale tra una vampira sensuale e pericolosa, il suo compagno violoncellista e una giovane dottoressa incuriosita dal misterioso indebolimento dell'uomo. Protagonista della vicenda era il trio di star composto da Catherine Deneuve, David Bowie e Susan Sarandon.

Secondo We Got This Covered, un remake del cult vampiresco sarebbe in preparazione, con Jennifer Lawrence in veste di possibile protagonista. La notizia, al momento priva di conferme, vede Duncan Jones, figlio di David Bowie, nella shortlist per scrivere e dirigere il remake che vedrebbe anche Anya Taylor-Joy tra i possibili interpreti.

Al momento Jennifer Lawrence è in attesa di iniziare la lavorazione di Mob Girl, film sulla mafia newyorkese diretto da Paolo Sorrentino. La pellicola, basata sul libro di Teresa Carpenter Mob Girl: A Woman's Life in the Underworld, racconta la vera storia di Arlyne Brickman, moglie di Mafia che si trasforma in informatrice per l'Fbi.


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C'ERA UNA VOLTA A... HOLLYWOOD: PERCHÉ QUENTIN TARANTINO HA SALVATO SHARON TATE

In C'era una volta a... Hollywood, Quentin Tarantino si è divertito a riscrivere ancora una volta la storia dando un finale diverso alla sorte di Sharon Tate.

Nel suo nostalgico ritratto della Hollywood del 1969, l'attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski all'epoca incinta, non viene uccisa barbaramente dagli adepti della Manson Family, che irrompono nella villa sbagliata. I seguaci di Charles Manson finiscono, infatti dal vicino di casa di Sharon, l'attore televisivo Rick Dalton (Leonardo DiCaprio, che si trova insieme alla moglie e al fedele amico e stuntman Cliff Booth (Brad Pitt). Ci penseranno loro a eliminare i potenziali killer in un finale pirotecnico.

L'operazione compiuta da Quentin Tarantino in C'era una volta a... Hollywood ha un precedente: già in Bastardi senza gloria il regista riscrive la storia della Seconda Guerra Mondiale facendo volgere gli eventi a suo favore. Nel cast di Sharon Tate, però, c'è una forte motivazione personale alla scelta del regista di salvarle la vita, come ha spiegato lui stesso a EW;

"L'eredità di Sharon Tate è stata definita dall'omicidio ideato da Charles Manson, ma io volevo mostrarla come ben più di una vittima. Ho fatto a lungo ricerche su di lei e ho capito che il modo migliore per rappresentarla era passeggiare con lei, seguirla mentre guida su e giù per Los Angeles, vedere che cosa fa nella sua giornata. Questo, insieme alla scelta di non farla morire, avrebbe mostrato un'immagine differente di lei dandole una seconda possibilità".

Di fatto, il modo in cui Sharon Tate è rappresentata ha scatenato polemiche sessiste fin dal lancio del film a Cannes, suscitando la reazione sdegnata di Tarantino che ha respinto l'accusa di aver dato poche battute e poco spazio nel film alla sua Sharon Tate. Per approfondire, potete scoprire la nostra teoria sul finale di C'era una volta a Hollyood.


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UNA NOTTE DA LEONI, MIKE TYSON: "ERO FATTO DI COCAINA DURANTE LE RIPRESE"

Mike Tyson non riusciva a ricordarsi le sue battute durante il suo cameo in Una notte da leoni perché era, parafrasando le sue parole, "strafatto di cocaina durante l'intera durata delle riprese". Il pugile apparve nella commedia di successo nel 2009 e il suo cameo è stato così popolare che gli fu chiesto di tornare, nel 2011, per le riprese del secondo capitolo.

Tyson ha rivelato di aver fatto uso di droga durante le sue scene nel primo film e ha ringraziato i suoi co-protagonisti che l'hanno aiutato a portare a termine le riprese cercando di evitare a tutti i costi che l'ex pugile di fama mondiale venisse escluso dal film a causa dei suoi gravi problemi personali.

Intervistato da Graham Bensinger, l'ex campione del mondo ha ammesso che "Durante le riprese del primo film i ragazzi mi hanno sostenuto e io non lo dimenticherò mai. Mi hanno aiutato davvero molto. Ero un disastro. Ero in sovrappeso... un maiale pieno di cocaina. Dovevano sapere che ero incasinato. Non riuscivo proprio a parlare."

"Quei ragazzi sono persone meravigliose. Mi hanno coperto le spalle ed io apprezzo molto le persone che si comportano così col prossimo, mi hanno perfino chiesto di tornare per il sequel. Hanno anche scelto di inserire il mio tatuaggio nella locandina del film, sulla faccia di Ed Helms, non riuscivo a crederci, era meglio che se ci fossi stato io stesso sulla copertina." Ha concluso Tyson.


LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE, MEL GIBSON: "GLI ORRORI CHE MI RACCONTAVA MIO PADRE ISPIRARONO IL FILM"

Durante un'intervista Mel Gibson ha parlato estensivamente delle scene di guerra presenti ne La battaglia di Hacksaw Ridge, il regista ha dichiarato che molte di queste sequenze sono state influenzate dagli incubi che ha avuto durante la sua infanzia a causa dei racconti di suo padre.

Hutton Gibson, il padre di Mel, un veterano della seconda guerra mondiale che ha servito a Guadalcanal, era solito raccontare al figlio, all'epoca giovanissimo, gli orrori a cui aveva assistito durante la guerra; queste storie spaventose sono state la radice di terribili incubi per anni, secondo quanto dichiarato dal celebre regista, fino a quando è riuscito ad esorcizzarle grazie a La battaglia di Hacksaw Ridge.

Il padre di Mel Gibson è morto l'11 maggio a Los Robles Hospital and Medical Center a Thousand Oaks, non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte della famiglia e i media americani ne sono venuti a conoscenza della sua scomparsa solo in queste ultime ore. Hutton, nel corso degli anni, era stato al centro di molte polemiche in America a causa delle sue posizioni estreme a proposito della religione e per le sue opinioni antisemite.

Estremista cattolico e fanatico religioso, spesso definito per questo motivo "Papa Gibson", Hutton era molto critico nei confronti della chiesa moderna. Nel 1968, in Australia, il signor Gibson aveva fondato l'Alleanza per la tradizione cattolica ed in seguito una newsletter "La guerra è ora" attraverso la quale era solito diffondere le sue opinioni ultra-ortodosse. La sua popolarità crebbe esponenzialmente quando il figlio Mel divenne una star hollywoodiana a tutti gli effetti.


UNA NOTTE DA LEONI E MR. CHOW: QUELLO CHE NON SAPETE SU KEN JEONG

Ken Jeong, star di Una notte da leoni è un medico statunitense di origine sudcoreana, non cinese come Mr. Chow, il personaggio che interpreta nel film di Todd Phillips. L'attore ha smesso di esercitare dal momento in cui è uscita la pellicola che l'ha reso famoso in tutto il mondo. A proposito di Mr. Chow, il suo personaggio nel film, Jeong ha dichiarato: "Leslie è un vero e proprio diavolo e del diavolo non ci si libera mai, è sempre in agguato."

Durante le riprese del film, Tran, la moglie di Ken Jeong, stava combattendo il cancro al seno, il che era difficile per la famiglia visto che Ken stava girando la pellicola a Las Vegas. Bradley Cooper accompagnò Ken a Los Angeles in modo che potesse essere lì per sua moglie. L'attore inoltre invitò la coppia a trascorrere le vacanze con lui e la sua famiglia. Ken a questo proposito ha dichiarato: "Mi ha aiutato nel periodo più difficile della mia vita."

Ken Jeong ha improvvisato la scena in cui salta fuori dal portabagagli nudo. Inizialmente, il suo personaggio doveva essere vestito, ma Ken ha suggerito che, per meri motivi comici, Mr. Chow sarebbe dovuto uscire nudo e di colpo fuori dall'auto. Il regista, Todd Phillips, ha acconsentito dopo una lunga conversazione con l'attore ma ha preteso che Jeong firmasse un documento in cui dichiarasse di essere d'accordo con la scena di nudo.

Ed Helms però ha affermato che il giorno più difficile delle riprese di Una notte da leoni è stato quello relativo alla scena in cui Ken Jeong sperona la macchina dei protagonisti prendendoli d'assalto, a detta di Helms l'attore di origine sudcoreana era a dir poco entusiasta di girare questa sequenza. Ci sono volute molte ore per girare la scena e molti tentativi, Helms ha dichiarato: "Devo ammetterlo, è stato molto doloroso, abbiamo preso molti pugni e calci in faccia, per errore, e mentre venivamo tirati fuori dal finestrino ci siamo feriti le ginocchia e le caviglie, c'era sangue ovunque."




MATRIMONIO ALL'ITALIANA: LA STORIA VERA CHE ISPIRÒ IL FILM

Matrimonio all'italiana è un film del 1964 diretto da Vittorio De Sica, il soggetto della pellicola trae ispirazione da Filumena Marturano, commedia teatrale di Eduardo. Scritta nel 1946 e ispirata ad una storia vera, è una delle migliori commedie di Eduardo De Filippo ed è stata rappresentata numerose volte sia in Italia che all'estero,

Lo stesso Eduardo raccontò la genesi della commedia: "L'idea di Filumena Marturano mi nacque alla lettura di una notizia; una donna a Napoli, che conviveva con un uomo senza esserne la moglie, era riuscita a farsi sposare soltanto fingendosi moribonda. Questo era il fatterello piccante, ma minuscolo; da esso trassi la vicenda ben più vasta e patetica di Filumena, la più cara delle mie creature."

Filippo già per il soggetto e la sceneggiatura di Ieri, oggi, domani. Proprio a causa del successo ottenuto dal film a episodi il regista decise di prendere ispirazione da uno dei testi più celebri del drammaturgo napoletano: Filumena Marturano. De Sica doveva fare i conti con la trasposizione cinematografica, realizzata da De Filippo, del 1951 in cui recitavano, nei due ruoli principali, lo stesso drammaturgo e la sorella Titina, sebbene l'opera non fosse stata un grande successo commerciale. Per Matrimonio all'italiana coinvolse due star come Marcello Mastroianni e Sophia Loren, forse poco aderenti ai personaggi concepiti da Eduardo, soprattutto Sophia, ma sicuramente dotati di un appeal e di un'alchimia che faceva presa sul grande pubblico.

La commedia fu tradotta in molte lingue tra cui l'inglese. La versione londinese del 1977 fu diretta da Franco Zeffirelli e interpretata da Joan Plowright, moglie del celebre attore Sir Laurence Olivier. Nel 1979 la stessa Plowright, dopo due stagioni di successi a Londra, interpretò la commedia a Broadway e in questo caso il regista della rappresentazione teatrale fu proprio Olivier.


RIMINI RIMINI, SERENA GRANDI RICORDA: "CON PAOLO VILLAGGIO RISATE E PIADINE RUBATE"

Serena Grandi e Paolo Villaggio durante le riprese di Rimini Rimini abbandonavano il set per andare in giro a mangiare piadine, l'attrice ha confessato che qualche volta le hanno anche rubate dai chioschi. L'esperienza sul set del film diretto da Sergio Corbucci è stata una delle più divertenti della vita artistica della protagonista.

Serena Grandi, che in questo periodo sta affrontando seri problemi di salute a causa di un tumore non diagnosticato tempestivamente, è stata una dei sex symbol degli anni '80, le sue forme misero in imbarazzo anche Paolo Villaggio con cui girò nel 1987 il film Rimini Rimini diretto da Sergio Corbucci.

Sul set tra Paolo e Serena nacque una bella amicizia, a raccontarlo fu la stessa attrice a Il resto del carlino il giorno dopo la scomparsa del grande comico. "Tra noi è nata una bella amicizia, proseguita poi per tutti questi anni - raccontò Serena - Paolo Villaggio è stato uno dei pochi attori che ho continuato a frequentare". Serena Grandi ricordò le abbuffate a base di piadina: "Paolo ogni tanto si voleva fermare in un chiosco di piadine, a comprarne una. Ne andava letteralmente matto - e a Dagospia confessò - Durante Rimini Rimini fuggivamo dal set per mangiare la piadina ripiena. Qualcuna l'abbiamo rubata".

Serena Grandi in Rimini Rimini girò una scena memorabile in cui scende a seno nudo dall'amaca con Paolo Villagio a fare il verso del gatto con la lingua da fuori. Le riprese di questa scena furono disturbate da parecchi curiosi che non vedeveano l'ora di vedere la sexy star del film, lanciata da Miranda di Tinto Brass.

Paolo Villaggio e Serena Grandi si ritrovarono qualche mese dopo insieme sul set del film Roba da ricchi, sempre diretti da Sergio Corbucci, "sì, ma l'esperienza più divertente è stata per Rimini, Rimini. Vivevamo al Grand Hotel, e giravamo come pazzi per la Riviera, per realizzare le riprese e divertirci insieme", ricordava Serena al quotidiano Bolognese.




Il trailer di L'amore a domicilio, dal 10 giugno su Prime Video

Adler Entertainment ha diffuso in rete il trailer ufficiale di L'amore a domicilio, film prossimo all'esordio su Amazon Prime Video.

Trovate il trailer in fondo al nostro articolo, dopo le informazioni generali relative al film diretto da Emiliano Corapi, ed interpretato da Miriam Leone.

L'AMORE A DOMICILIO

PRODUZIONE: Il film è stato diretto da Emiliano Corapi. In produzione spazio per Andrea Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un cast tecnico d'eccezione, con la direzione della fotografia di Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri d'Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo (due David di Donatello e tre Nastri d'Argento), le musiche di Giordano Corapi, il montaggio di Marco Costa, le scenografie di Luisa Iemma

CAST: Miriam Leone, Simone Liberati, Fabrizio Rongione, Anna Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo e con la partecipazione di Renato Marchetti e Luciano Scarpa

TRAMA: Sentimentalmente pavido, Renato si è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero. Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti sempre temuti. In quella casa, dove è l'unico uomo, è convinto di poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie sicure e ben presto la situazione si complica…

DISTRIBUZIONE: Su Prime Video dal 10 giugno 2020.

IL TRAILER




STAR WARS, UN'IMMAGINE SVELA UN'INEDITA BAND DEL PIANETA KAJIMI

La Cantina di Mos Eisley è uno dei luoghi maggiormente iconici di Star Wars, senza contare la band che vi suona. Ora in un concept art pubblicato su Instagram viene mostrata una band in un look totalmente inedito. Adam Brockbank ha pubblicato l'immagine sui social e nella foto si vede il trio musicale che avrebbe dovuto apparire su Kajimi.

In considerazione del fatto che l'Ordine Finale distrusse il pianeta, l'apparizione della band sarebbe stato di brevissima durata. Nel caso si fosse deciso per inserire la band all'interno de L'ascesa di Skywalker, probabilmente Rey, Poe e Finn avrebbero fatto la loro conoscenza durante l'incontro con Babu Frik.
La presenza della band sicuramente non avrebbe cambiato il corso degli eventi in L'ascesa di Skywalker, nonché il giudizio dei fan e della critica sul film, ma poteva certamente essere un dettaglio interessante da inserire nella trama.

Non è escluso che in altri progetti futuri legati a Star Wars non si possa vedere proprio questa band, visto che in passato altri personaggi e location hanno avuto maggior spazio e sono stati inclusi in momenti successivi.
L'ascesa di Skywalker ha concluso definitivamente la saga degli Skywalker in Star Wars, con l'ultimo capitolo della trilogia sequel della saga principale.


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BRUCE LEE, IL REGISTA DEL DOCUMENTARIO NON GIUDICA LA VERSIONE DI TARANTINO

Il doc Be Water, dedicato a Bruce Lee e diretto da Bao Nguyen, è stato prodotto da ESPN e sta facendo molto parlare di sè. Il film racconta la vita dell'artista marziale più famoso al mondo ed è stato presentato al Sundance 2020. In una recente intervista, Nguyen ha parlato della versione del personaggio in C'era una volta a... Hollywood.

"Sono combattuto. Come cineasta non avrei mai voluto dire ad un altro regista che tipo di film dovrebbe fare o autocensurarsi in alcun modo. I miei genitori provenivano da un regime comunista in Vietnam, dove ci sono ancora molte censure nei film e nella cultura. Quindi sì, non lo giudico. Ovviamente è una versione fittizia quella di Tarantino di Bruce Lee e la nostra è molto diversa, è un documentario. Una versione più umanistica di quello che era la persona Bruce Lee. E penso faccia parte di una conversazione più ampia che dobbiamo avere come artisti su come decidiamo di rappresentare, specialmente personaggi ispirati alla vita reale, e quali responsabilità abbiamo".

In C'era una volta a... Hollywood, lo stunt-man Cliff Booth (Brad Pitt) affronta Bruce Lee (Mike Moh) sul set di un film ma il personaggio, ritratto in maniera negativa, rientra in un ricordo di Cliff Booth che riguarda una situazione vissuta nel suo passato.
In ogni caso Bao Nguyen spiega:"Non ho mai criticato la sua scelta di cineasta, la sua scelta artistica" ha spiegato il regista, sottolineando il fatto che la versione di Tarantino è del tutto immaginaria.
Qualche settimana fa vi abbiamo raccontato l'esilarante incontro tra Jackie Chan e Bruce Lee, mentre mesi fa un allievo di Bruce Lee criticò Tarantino per la rappresentazione data in C'era una volta a... Hollywood.


HARRY POTTER, VOLDEMORT AVEVA DELLE ALTERNATIVE PER GLI HORCRUX? SCOPRIAMO QUALI

Secondo quanto leggiamo su Screen Rant, Voldemort avrebbe potuto scegliere altri oggetti o luoghi per custodire pezzetti della propria anima, stiamo parlando degli oscuri Horcrux, artefatti magici molto potenti che incontriamo nella saga di Harry Potter, descritti sui romanzi di J.K. Rowling così come nella saga cinematografica della Warner...

Il sito infatti ha indicato 10 alternative alle scelte compiute da Voldemort nel corso della saga. Per chi non ne fosse a conoscenza, spieghiamo che quella degli Horcrux è la magia oscura con la quale Voldemort sperava di raggiungere l'immortalità; egli nel corso della sua esistenza ha fatto a pezzetti la sua anima (tramite l'omicidio) nascondendone brandelli in oggetti per lui molto preziosi che si riveleranno essere il Diario di Tom Riddle, l'anello della sua famiglia, la Coppa di Tassorosso, il medaglione di Serpeverde, il diadema di Corvonero e il serpente Nagini (più un frammento nascosto a sua insaputa all'interno del corpo di Harry Potter).

Screen Rant ha quindi proposto delle alternative che avessero pari significato emotivo per Voldemort e luoghi ideali per il nascondiglio di parte della sua anima. Stiamo parlando ad esempio dell'orfanotrofio in cui Tom Riddle è cresciuto e che i fan della saga hanno visitato e visto con i propri occhi ne Il principe mezzosangue; o ancora della sua personale bacchetta magica, anche se in questo caso la bacchetta gli sarebbe servita prima di tutto per creare gli Horcrux. Il sito cita anche la tomba del padre, che lettori e spettatori hanno incontrato all'inizio e alla fine de Il calice di fuoco; o ancora all'interno della Camera dei Segreti, anche se alla fine proprio un Horcrux vi è finito dentro nel secondo film; parliamo poi della Stanza delle Necessità, di cui veniamo a conoscenza ne L'ordine della fenice, oppure ancora all'interno di Borgin and Burkes, il più famoso negozio di Magia Oscura del Regno Unito situato al numero 13/b di Nocturn Alley.

Come per oggetti appartenenti ai grandi padri fondatori delle casate, a Voldemort è mancata qualcosa di Grifondoro, e la sua spada poteva essere un'alternativa credibile; Screen Rant infine cita che avrebbe potuto nascondere parte della sua anima in una persona qualunque o in un elfo domestico, oppure -e questa è decisamente la più folle - in una busta di plastica, cui occorrono centinaia di anni per degradarsi.


JEFFREY DEAN MORGAN È IL BATMAN PERFETTO IN FLASHPOINT, ECCO L'OMAGGIO DI UN FAN

Flashpoint è uno snodo fondamentale della narrativa dei fumetti DC e sono molti quelli che vedrebbero in Jeffrey Dean Morgan il perfetto Batman di quelle storie in un eventuale trasposizione cinematografica della run a fumetti. Il look di Thomas Wayne è stato già esibito dall'attore nel bistrattato Batman v Superman.

Proprio per dare un'idea di come potrebbe apparire l'attore nei panni del Cavaliere Oscuro, o meglio della sua versione distopica presente in Flashpoint in cui Batman è in realtà Thomas Wayne che da anni cerca vendetta per la morte del figlio, un fan ha postato su internet una vera custom figure della Hot Toys che ritrae il personaggio proprio con il volto di Jeffrey Dean Morgan. Potete osservare le immagini in calce a questa news. Inoltre, è presente anche una terza immagini che ritrae insieme il Batman di Dean Morgan e quello di Ben Affleck con tanto di costume indosso. Il risultato finale è a dir poco da brividi.

Sappiamo che l'attore di The Walking Dead e Watchmen spera ancora di tornare a essere Thomas Wayne e non ha fatto mistero di voler essere il protagonista di un eventuale adattamento cinematografico di Flashpoint, magari con ancora Ezra Miller nei panni di Flash.

In occasione del capodanno 2020, l'attore ha postato sul suo profilo Twitter un'immagine che lo vede tornare a indossare la celebre maschera del Comico, personaggio interpretato in Watchmen di Zack Snyder. Nella didascalia potevamo leggere: "Gus ha trovato la maschera del Comico. Mi calza ancora come un guanto. E appare anche meglio sopra i miei occhiali fichi. Brindo a un ritorno in maschera per il 2020". Che Morgan si stia riferendo a un suo potenziale ritorno al mondo dei cinecomic? Oppure di una possibile apparizione nella seconda stagione di Watchmen, serie HBO creata da Damon Lindelof, che tra l'altro deve ancora essere rinnovata ufficialmente?


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FRANK GRILLO NON È PIÙ INTERESSATO A INTERPRETARE THE PUNISHER, ECCO PERCHÉ

Frank Grillo, che all'interno dell'Universo Cinematografico Marvel ha interpretato l'agente doppiogiochista Brock Rumlow in Captain America: The Winter Soldier e in Civil War, riapparendo anche brevemente in Avengers: Endgame, ha affermato di aver ormai "superato" la fase di supereroi della Marevel.

Nel 2014, se ricordate, l'attore aveva espresso il proprio interesse nell'interpretare un giorno The Punisher, prima che Jon Bernthal venisse annunciato nel ruolo di Frank Castle per partecipare al serial Netflix Daredevil e poi ottenesse una serie tutta per sé (in seguito entrambe cancellate dalla piattaforma digitale). Dopo aver interpretato per anni il ruolo di Rumlow, partendo proprio da The Winter Soldier, Grillo ha affermato che adesso è alla ricerca di ruoli diversi.

"Non è nella mia traiettoria al momento - ha detto riguardo al suo interessamento per The Punisher nel corso di un'intervista a Uproxx. "La mia vita e quello che voglio fare sono è molto diverso ora e penso che sto superando tutta questa fase da supereroi Marvel e roba simile".

L'attore ha quindi parlato dei suoi progetti futuri che lo vedranno tornare a collaborare con il regista Joe Carnahan dopo le collaborazioni in Wheelman, Point Blank e Boss Level. "Joe e io abbiamo questa bella compagnia che è la WarParty e ci stiamo concentrando principalmente su degli action-thriller con budget ben precisi e responsabili e al momento siamo davvero occupatissimi; siamo al lavoro per creare il nostro materiale e stiamo passando davvero un bel momento insieme".

Chissà se - come accade per la campagna social per Daredevil - anche il Punisher di Jon Bernthal potrà sperare in un sostegno simile e magari tornare in produzione con un inserimento all'interno del MCU. Non ci resta che attendere che i diritti di sfruttamento tornino alla Marvel che ne deciderà l'eventuale destino.


I GOONIES COMPIE 35 ANNI, AUGURI ALL'INDIMENTICABILE CULT PER RAGAZZI

Poco tempo fa lo sceneggiatore Adam F. Golberg ha annunciato la stesura dello script per un ipotetico sequel de I Goonies. Che si possa concretizzare o meno quest'ipotesi, il film di Richard Donner del 1985 rimane uno dei titoli che hanno caratterizzato il cinema degli '80 e tutt'oggi è considerato un cult, a 35 anni dalla sua uscita nelle sale.

L'influenza di opere come I Goonies è tangibile anche oggi, con show tv come Stranger Things che attingono a piene mani all'eredità del film ideato da Steven Spielberg, che ne scrisse il soggetto e poi produsse il film, e sceneggiato da Chris Columbus.
Grazie ad un'idea molto semplice, I Goonies ha saputo far breccia nel cuore degli spettatori di diverse generazioni; un gruppo di ragazzini del quartiere di Goon Docks è preoccupato dall'avvento di spietati squali dell'imprenditoria che vorrebbero costruire in quel luogo un gigantesco campo da golf al posto delle loro case. L'unica soluzione sembra essere il tesoro di Willy l'Orbo e il gruppo di amici partirà alla ricerca di tale ricchezza, pur dovendosi fronteggiare con i criminali Fratelli.

Un cast di giovani star completa l'opera, con Sean Astin nei panni del leader Mikey Walsh, affiancato da Corey Feldman nel ruolo di Mouth e un giovane Josh Brolin nelle vesti del fratello maggiore di Mikey, Brandon.
Una colonna sonora che sprigiona anni '80 da tutti i pori, da Cindy Lauper e The Bangles, contribuisce a formare un film che non smette mai di far sognare sia il pubblico più giovane sia quello adulto.
Steven Spielberg ha spiegato perchè non è stato fatto I Goonies 2 ma ricordiamo che qualche settimana fa Adam F. Golberg ha confermato di avere pronta la sceneggiatura per il seguito de I Goonies.


JUSTICE LEAGUE SARÀ PIÙ DARK, ASSICURA ZACK SNYDER: ECCO PERCHÉ

In attesa di scoprire se comparirà anche Black Superman, il regista ha già assicurato la presenza di nuove scene con Batman in versione incubo, ma a quanto pare le sorprese non finiscono qui per chi desiderava una versione più oscura della Justice League.

Chi ha seguito la vicenda fin dal principio sa bene che Zack Snyder è sempre entusiasta di condividere dettagli e anticipazioni con i fan su Vero, il social network da lui sponsorizzato. In questo caso uno spettatore che non sta più nella pelle si è rivolto a lui chiedendogli: "Ciao Zack Snyder, cambierai la gradazione di colore per quanto riguarda il cielo rosso che abbiamo visto in Josstice League?".

Il riferimento è ovviamente alla versione di Joss Whedon e alla fotografia usata dal regista nell'ultima parte del film: il risultato era davvero qualcosa di apocalittico, con tonalità che andavano dall'arancione al rosso più intenso. Non tutti hanno apprezzato però, soprattutto perché nel primo trailer del film non c'era traccia di una scelta così audace, indizio del fatto che fu proprio Whedon a decidere di cambiare registro. Snyder ha infatti risposto con un semplice "Sì" all'utente che gli ha sottoposto il quesito, ed è quindi scontato che ritroveremo atmosfere più cupe e una gradazione di colori che andrà dal blu spento al grigio cupo.

Non ci saranno solamente cambiamenti a livello di trama o di montaggio quindi: il regista ha deciso di andare a toccare anche l'impianto visivo. Cosa ne pensate della decisione? Siete favorevoli o preferivate quanto visto al cinema?

Intanto i fan si chiedono se ci sarà spazio per una love story tra Batman e Wonder Woman, mentre la Snyder Cut potrebbe essere il trampolino di lancio per un nuovo Batman con Ben Affleck e Jared Leto.


TED E L'11 SETTEMBRE: SETH MACFARLANE E MARK WAHLBERG SONO VIVI PER PURO CASO

Quante volte ci siamo fermati a riflettere su quanto una scelta o un contrattempo apparentemente insignificanti abbiano influito in positivo o in negativo sulla nostra vita? Beh, credeteci se vi diciamo che molte di queste sliding doors vi sembreranno poca cosa in confronto a quanto accaduto al regista di Ted Seth MacFarlane e a Mark Wahlberg.

I due sono infatti letteralmente vivi per puro caso, avendo mancato per un soffio l'appuntamento con la tragedia: MacFarlane e Wahlberg dovevano infatti entrambi trovarsi su uno degli aerei che l'11 settembre 2001 andarono a schiantarsi sulle Torri Gemelle.

Entrambi i protagonisti di Ted avevano infatti già acquistato il biglietto per il volo: Wahlberg fu però salvato dalla sua decisione di ritardare la partenza, arrivare in auto a New York e una volta lì saltare su un aereo diretto in California; ancora più assurda la vicenda di MacFarlane: l'autore e regista del film arrivò infatti in ritardo all'aeroporto, perdendo il suo volo per soli dieci minuti. Quando l'aereo colpì la North Tower del World Trade Center MacFarlane era ancora seduto in aeroporto, con gli occhi fissi sul televisore ad osservare la tragedia che avrebbe cambiato volto all'America e nella quale rischiò di essere coinvolto in prima persona.

Se otto anni dopo l'attentato MacFarlane e Wahlberg hanno avuto modo di dar vita a Ted, insomma, lo si deve soltanto a un incredibile incrocio di scelte e coincidenze, assurde circostanze che sembrano appannaggio solo di Hollywood e che invece, talvolta, raccontano di una vita vera salvata per dieci, stupidi minuti di ritardo.


TOM CRUISE E QUEL GESTO DI STRAORDINARIA BONTÀ SUL SET DE LA GUERRA DEI MONDI

La Guerra dei Mondi, thriller fantascientifico del 2005 diretto da Steven Spielberg e con protagonisti Tom Cruise, una giovane Dakota Fanning, Tim Robbins, Justin Chatwin e Miranda Otto.

Liberamente ispirato al romanzo omonimo del 1898 scritto da H.G. Wells, il film segue un lavoratore portuale americano che è costretto a prendersi cura dei suoi figli, dai quali vive separato dopo il divorzio dalla moglie, mentre lotta per proteggerli e ricongiungerli con la madre nel bel mezzo di un'invasione extraterrestre, con gigantesche macchine da guerra che devastano le città.

Durante le riprese Tom Cruise, insieme ad un entourage di venti membri della troupe (tra i quali anche Steven Spielberg), si recò ad un Daisy Queen a Lexington, Virginia, nei pressi del set. Sul bancone del locale Cruise vide un barattolo con una foto di Ashley Flint, e scoprì la sua storia: la ragazza, all'epoca quattordicenne, era quasi morta in un incidente di go-cart, e a causa delle ingenti spese mediche necessarie per salvarle la vita la famiglia aveva chiesto aiuto alla comuninità.

Prima di andarsene dal locale, Tom Cruise infilò nel barattolo ben $5000 dollari in contanti. Un gesto di solidarietà che nel suo piccolo fece la differenza, e all'epoca conquistò le pagine di tutti i giornali.


EMMA WATSON E BLACK LIVES MATTER: TUTTI I DOCUMENTARI SUL RAZZISMO CONSIGLIATI DALLA STAR

Dopo aver condiviso un commovente messaggio per la morte di George Floyd, in solidarietà con il movimento Black Lives Matter le proteste che stanno avvenendo in questi giorni negli USA e nel resto del mondo, Emma Watson ha ora consigliato una lista di documentari da vedere per informarsi sul razzismo.

"Oltre alla lettura, ecco degli incredibili documentari che affrontano il tema dalla giustizia razziale" ha scritto su Instagram la star di Harry Potter, che ha per stilare la lista ha consultato diversi siti tra cui Buzfeed e Digital Spy.

Ecco tutti i titoli consigliati dall'attrice:

13th ⁣
The Central Park Five⁣
The Hard Stop⁣
St. Louis Superman ⁣
3 1/2 Minutes, Ten Bullets⁣
Unarmed Black Male ⁣
Strong Island ⁣
Black Sheep⁣
I am Not Your Negro⁣
Frantz Fanon: Black Skin, White Mask⁣
The Stuart Hall Project⁣
The Black Panthers: Vanguard of the Revolution⁣
LA 92⁣
Generation Revolution⁣
Two Towns of Jasper⁣
American Denial⁣
Always in Season⁣
Eyes on the Prize⁣
Banished⁣
Reconstruction: America After the Civil War ⁣
Slavery by Another Name⁣
The Death and Life of Marsha P Johnson⁣
Just Mercy⁣
Injustice⁣
Netflix Explained: The Racial Wealth⁣
Black and Scottish


Alcuni di questi, come LA 92 e 13th (conosciuto in Italia come "XIII emendamento") di Ana DuVernay, sono disponibili su Netflix e altri servizi streaming. Per altri approfondimenti sull'argomento, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro speciale sui 5 film recenti da vedere contro il razzismo.


MEL GIBSON, LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE: QUANTI SOLDATI SALVÒ DAVVERO DESMOND DOSS?

La Battaglia di Hacksaw Ridge, war-movie candidato all'Oscar realizzato dal regista Mel Gibson e interpretato dall'attore Andrew Garfield.

Per prepararvi alla visione del film, ispirato alla storia vera dell'eroe di guerra Desmond Doss, ecco i più interessanti retroscena sulla produzione:

Stando a quanto dichiarato dal regista Mel Gibson, il figlio di Desmond Doss, Desmond Doss Jr., ha partecipato alla proiezione: è scoppiato a piangere per via dell'interpretazione Andrew Garfield, che definì "perfetto".

Quando gli venne chiesto per la prima volta quante vite avesse salvato, Desmond Doss rispose "cinquanta". Tuttavia, i testimoni hanno affermato che il numero corretto era molto più vicino alla soglia del cento. Fu raggiunto un accordo reciproco, che stabilì il numero a settantacinque circa: questo numero viene usato alla fine del film, ma non tiene conto degli altri cinquantacinque soldati che sono stati in grado di ritirarsi autonomamente grazie alle cure mediche ricevute da Desmond durante la battaglia.
In totale, secondo le testimonianze, Desmond Doss ha salvato quasi trecento uomini.

Mel Gibson ha raccontato che le scene di battaglia sono state influenzate dagli incubi che ha avuto durante la sua infanzia, quando suo padre Hutton Gibson (fanatico religioso e negazionista scomparso proprio questa settimana) un veterano della seconda guerra mondiale che ha servito a Guadalcanal nella guerra del Pacifico, gli ha raccontato gli orrori a cui ha assistito come favole della buona notte.

Il grande produttore Hal B. Wallis aveva già tentato di acquistare la storia di Desmond T. Doss negli anni '50 e sperava di affidare la parte a Audie Murphy avrebbe recitato. Doss in persona rifiutò, perché non voleva che la sua storia fosse trasformata nel tipico film di Hollywood.


MICHAEL CLAYTON, GEORGE CLOONEY E DENZEL WASHINGTON NON CREDEVANO NEL SUCCESSO DEL FILM

Michael Clayton, pellicola del 2007 diretta da Tony Gilroy, al suo esordio alla regia, che vede come protagonista George Clooney nei panni di un brillante e controverso avvocato.

Nel film, Michael Clayton è un ex pubblico ministero che lavora da anni per un importante studio legale. Il suo compito è quello coprire i guai dei clienti più facoltosi, "aggiustando" in questo modo la verità. La sua specialità? Falsificare i fatti. Pur lavorando per lo studio da 15 anni non ne è diventato socio ma è legato a filo doppio al suo impiego a causa anche della sua passione per il gioco d'azzardo e dei debiti che deve saldare per un investimento nel settore della ristorazione fallito non per colpa sua. Il giorno in cui si trova a dover affrontare il caso di una grossa società che opera nel settore dei prodotti chimici, chiamata in causa per l'immissione sul mercato di un prodotto altamente cancerogeno, per lui giunge la resa dei conti con se stesso.

Il ruolo del protagonista fu inizialmente proposto a Denzel Washington, che rifiutò perché non voleva collaborare con un regista esordiente. Clooney inizialmente decise di non partecipare alla pellicola per lo stesso motivo, ma cambiò idea dopo un incontro a tu per tu con Gilroy.

Neanche a dirlo, Washington si pentì della sua scelta: Michael Clayton quell'anno ottenne ben 7 nomination agli Oscar di cui 3 nelle categorie attoriali (George Clooney, Tommy Wilkinson, Tilda Swinton) e si rivelò anche un ottimo successo di critica.


UNA NOTTE DA LEONI, SAPEVATE PERCHÉ ALAN NON PUÒ AVVICINARSI ALLE SCUOLE ELEMENTARI?

Una Notte da Leoni è diventato un film cult per tanti motivi, e uno dei più importanti è sicuramente l'Alan interpretato da Zach Galifianakis. Il personaggio è stato senza alcun dubbio uno dei motori più potenti del film di Todd Philips, ma su di lui ci sono alcuni aspetti che non vengono chiariti a dovere nel corso della storia.

Vi siete mai chiesti, ad esempio, perché ad Alan non è consentito avvicinarsi troppo alle scuole elementari? Certo, probabilmente lo avrete fatto e la risposta che vi sarete dati sarà stata comprensibilmente la peggiore possibile, ma a quanto pare le cose stanno diversamente.

Nel film la questione non viene approfondita: Alan ci informa della cosa quando i nostri stanno sostando all'esterno della scuola dove insegna Phil, ma il fatto non viene più menzionato. A fornirci una spiegazione è però lo stesso Zach Galifianakis durante gli extra presenti nel DVD di Una Notte da Leoni: l'attore ha infatti spiegato che l'incidente fu frutto di un malinteso, con Alan che si trovava lì semplicemente a giocare con dei bambini attirando inevitabilmente l'attenzione di alcuni genitori che segnalarono la cosa alle autorità.

Nulla di davvero preoccupante, insomma: per una volta Alan si era semplicemente comportato da inoffensivo bambinone, senza procurare danni a nessuno. A proposito di Alan: qualche tempo fa Zach Galifianakis ammise che avrebbe preferito fermarsi al primo Una Notte da Leoni invece di portare avanti un'intera trilogia.


JEFF GOLDBLUM E LA SVOLTA DELLA SUA CARRIERA: 6 CURIOSITÀ SULLA STAR DI JURASSIC PARK

Jurassic Park - Il mondo perduto, Jeff Goldblum è uno degli attori più carismatici e riconoscibili della sua generazione. Dalla sua statua gigante alla svolta della sua carriera, scopriamo insieme le curiosità più imperdibili sulla star del franchise.

Come sempre, le potete trovare qui sotto:


Nonostante sia uno dei suoi ruoli più iconici, Goldblum non condivide tutti i pensieri di Ian Malcolm in Jurassic Park. Contrariamente al personaggio, infatti, l'attore pensa che realizzare un parco a tema con dinosauri reali sarebbe un'ottima idea. Tuttavia, è particolarmente legato alla battuta "Life finds a way".

Per celebrare il 25esimo anniversario della saga di Spielberg, nel 2018 Now Tv eresse una gigantesca statua di Jeff Goldblum (alta più di 7 metri) vicino al Tower Bridge di Londra.

Ha salvato Ian Malcolm: deciso a cancellare il personaggio dalla sceneggiatura di Jurassic Park, Spielberg cambiò idea quando Goldblum si presentò al provino. A quanto pare, il regista si rese conto che il film aveva bisogno di un attore del genere.

In Thor: Ragnarok veste i panni del Grandmaster, villain raffigurato nei fumetti con la pelle blu, ma il regista Taika Waititi decise di non applicare tale trucco perché la recitazione di Goldblum bastava e avanzava per caratterizzare il personaggio.

Recatosi ad un concerto degli Aerosmith per visitare anche il backstage, l'attore fu invitato a sorpresa a salire sul palco per esibirsi con la band. Il "momento rock" più grande della sua vita.

La sua carriera subì una svolta durante le riprese di Terrore dallo spazio profondo di Philip Kaufman, quando Goldblum tentò di pronunciare una battuta in modo differente: da lì nacque il suo stile di recitazione unico ed inimitabile.


THE BATMAN: MATT REEVES HA INTENZIONE DI INTRODURRE UN NUOVO JOKER NEL SEQUEL?

Le riprese di The Batman, il cinecomic diretto da Matt Reeves, non sono ancora terminate ma già si parla di sequel.

Come noto, il film introdurrà un bel po’ di villain appartenenti all’universo del Crociato di Gotham, come Catwoman (Zoe Kravitz), l’Enigmista (Paul Dano) e il Pinguino (Colin Farrell).
All’appello manca Joker, recentemente interpretato da Joaquin Phoenix nell’acclamato film diretto da Todd Phillips, ma secondo alcuni recenti rumor la cosa non è casuale: Matt Reeves ha infatti pianificato di introdurre il clown del crimine in un eventuale secondo capitolo.

Secondo quanto riportato da Daniel Richtman di The Direct il regista avrebbe intenzione di lanciare una versione completamene nuova del personaggio e anche se non comparirà in questo primo film, la sua figura sarà in qualche modo introdotta, per aprire la strada al suo debutto ufficiale.
Ribadiamo che si tratta di un rumor e che quindi va trattato con il dovuto scetticismo. Come sempre vi terremo aggiornati su ogni sviluppo.

The Batman arriverà nelle sale americane il 25 giugno 2021, e darà il via a una nuova saga cinematografica dell’Uomo Pipistrello. Non ci sarà alcun legame con la precedente versione interpretata da Ben Affleck in Batman v Superman e Justice League. Ma, poiché Gal Gadot e Jason Momoa sono ancora Wonder Woman e Aquaman, resta l’incognita su come DC e Warner riconfigureranno l’universo esteso.

Nel cast di The Batman troviamo anche Zoë Kravitz nel ruolo di Catwoman, Jeffrey Wright nel ruolo del commissario Gordon. Colin Farrell e Paul Dano saranno il Pinguino e l’Enigmista, mentre Andy Serkis sarà il nuovo Alfred. Con loro anche John Turturro, nel ruolo di Carmine Falcone.


YOU SHOULD HAVE LEFT: KEVIN BACON NEL TRAILER DEL THRILLER-HORROR TARGATO BLUMHOUSE

You Should Have Left, il romanzo scritto dal tedesco Daniel Kehlmann, è diventato un film. Protagonista Kevin Bacon (Cop Car, I Love Dick, Tremors), che torna a collaborare con il regista David Koepp dopo Echi mortali.

Nel film, prodotto dalla Blumhouse di Jason Blum, Kevin Bacon e Amanda Seyfried interpretano una coppia che cerca di recuperare un rapporto deteriorato, finendo per incontrare l’orrore.

La trama
Theo Conroy (Bacon) è un uomo di successo di mezza età, sposato con Susanna (Seyfried), un’attrice molto più giovane di lui. La gelosia sta mettendo a dura prova la loro storia, e i due decidono di recuperare il rapporto prenotando una vacanza in una casa sperduta nella campagna gallese. Con loro anche la giovane figlia Ella (Avery Essex). Tra le mura di quella casa, però, si nasconde un’inquietante presenza.

Negli Stati Uniti il film sarà disponibile in digitale a partire dal 19 giugno.

Il trailer di You Should Have Left




2067 – KODI SMIT-MCPHEE & RYAN KWANTEN NELLE NUOVE FOTO

Tra i film che verranno presentati all’edizione virtuale del Marché du film, troviamo anche il thriller fantascientifico 2067. Si tratta della prima opera in lingua inglese diretta dal regista/sceneggiatore Seth Larney (Tombiruo).

Quando all’inizio dell’anno la società madre di Content Media, Kew Media, è fallita il film ha avuto bisogno di una nuova casa. Ora sarà XYZ Films ad occuparsi delle vendite a livello mondiale, virtualmente, nelle prossime settimane.

La sinossi
Il film è ambientato in un mondo afflitto da una malattia dopo i cambiamenti climatici che hanno costretto l’adozione di ossigeno artificiale. Con sua moglie malata e poca speranza di sopravvivenza, Ethan (Kodi Smit-McPhee) è costretto a viaggiare nel futuro in cerca di una cura per la misteriosa malattia. Non sapendo di chi fidarsi, deve percorrere un futuro pieno di pericoli imminenti e la possibilità di non tornare mai a casa.

Nel cast oltre a Smit-McPhee anche Ryan Kwanten (True Blood).

Le immagini

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Alla produzione Lisa Shaunessy per Arcadia, Jason Taylor per Futurism Studios e Kate Croser per KOJO Entertainment.


MATRIX 4: KEANU REEVES E CARRIE-ANNE MOSS PARLANO DEL LORO RITORNO

Matrix 4 è senz’altro uno dei titoli più attesi del prossimo anno (sempre che riesca a uscire in tempo, dato lo stop alle riprese per il coronavirus). Il nuovo sequel della saga epocale creata dalle sorelle Wachowski vedrà il ritorno di Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nei panni di Neo e Trinity. Dietro la macchina da presa la sola Lana Wachowski, che ha scritto la sceneggiatura insieme a David Mitchell e Aleksandar Hemon. Della trama non si sa ancora assolutamente nulla, e non è chiaro come i due protagonisti torneranno.

Parlando con Empire, Reeves e Moss non hanno rivelato nulla su questo, ma almeno hanno spiegato il perché del loro ritorno. Keanu Reeves promette una storia con “cose importanti da dire”:

Lana Wachowski ha scritto una bellissima sceneggiatura e una storia fantastica che mi ha toccato nel profondo. Questa è l’unica ragione per farlo. Lavorare ancora una volta con lei è semplicemente stupendo. È un’esperienza speciale e la storia ha, credo, delle cose importanti da dire, da cui trarre nutrimento.

Carrie-Anne Moss si è detta sorpresa della chiamata di Lana Wachowski:

Non avrei mai pensato che sarebbe successo. Non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello. Quando [il progetto] mi è stato presentato nel modo in cui mi è stato presentato, con tutto il suao incredibile spessore e l’integrità artistica che potete immaginare, ho pensato che fosse un dono. Una cosa davvero esaltante.

Matrix 4 è previsto per il 21 maggio 2021. Le riprese sono attualmente ferme, ma potrebbero ripartire a Berlino a luglio. Chad Stahelski e David Leitch, registi di John Wick che hanno realizzato gli stunt nei film originali, sono tornati anche in questo. Il cast includerà anche Jonathan Groff, Jessica Henwick, Priyanka Chopra, Jada Pinkett Smith, Neil Patrick Harris, Yahya Abdul-Mateen II e Lambert Wilson. Nonché diversi protagonisti di Sense8: Max Riemelt, Brian J. Smith, Eréndira Ibarra e Toby Onwumere.


CANNES 2020 – I POSTER DI DRUNK, TRUE MOTHERS E GAGARINE

Il distributore indipendente francese Haut et Court ha condiviso online i poster ufficiali di Drunk, True Mothers e Gagarine, tre titoli che fanno parte della selezione di Cannes 2020.

Drunk, qui il trailer, è il film diretto da Thomas Vinterberg e interpretato da Mads Mikkelsen.

Dal Giappone True Mothers diretto da Naomi Kawase. La pellicola è basata sul romanzo Asa ga Kuru di Mizuki Tsujimura (Bungeishunju). Dal libro è stata tratta la serie tv Comes Morning.

Infine Gagarine diretto da Fanny Liatard e sceneggiato da Jérémy Trouilh.


https://twitter.com/hautetcourt/status/126...1600261/photo/1

L’ASSISTENTE DELLA STAR DAL 26 GIUGNO AL CINEMA E A NOLEGGIO A CASA TUA, ECCO IL POSTER

Universal Pictures ha annunciato che L’Assistente della Star, la commedia musicale con Tracee Ellis Ross e Dakota Johnson, arriverà nelle nostre sale il 26 giugno e a partire dallo stesso giorno sarà anche disponibile per il noleggio online, sulle principali piattaforme.

L’Assistente della Star è diretto da Nisha Ganatra, regista di E poi c’è Katherine. La sceneggiatura è firmata dall’esordiente Flora Greeson. Il cast include anche Ice Cube, Bill Pullman, Kelvin Harrison Jr., Zoë Chao, June Diane Raphael, Deniz Adkeniz, Eddie Izzard e il DJ e produttore discografico Diplo. Tim Bevan ed Eric Fellner sono i produttori, Alexandra Loewy il produttore esecutivo.

La trama
Ambientato nella sfavillante scena musicale di Los Angeles, arriva la storia di Grace Davis (Tracee Ellis Ross), una superstar che ha saputo portare il suo talento e la sua ambizione alle stelle. Maggie (Dakota Johnson) è l’assistente personale di Grace, sempre oberata e impegnata a sbrigare le sue commissioni, ma non ha mai rinunciato al suo sogno di bambina di diventare una produttrice musicale. Quando il manager di Grace (Ice Cube) le presenta un’opportunità che potrebbe dare una svolta alla sua carriera, lei e Maggie escogitano un piano che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.


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Rick Riordan chiede ai fan di dimenticare i film di Percy Jackson: “Sistemeremo presto tutto quanto”

Sono passati sette anni dall’uscita del secondo e ultimo film della saga di Percy Jackson, ovvero Percy Jackson e il mare dei mostri, ma l’autore dei romanzi Rick Riordan ancora non ha digerito l’adattamento per il grande schermo ad opera della 20th Century Fox.
Dopo l’acquisizione della major da parte della Disney, i film sono entrati a far parte del catalogo di Disney+, e un fan ha notato che la piattaforma streaming ha censurato una sequenza in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini. Si tratta di una scena al l’hotel e casinò Lotus in cui Percy e i suoi amici “sperimentano” dei fiori che causano loro assuefazione e li trattengono nel Casinò (nel romanzo, in realtà, sono gli stessi giochi a impedire ai giocatori di lasciare il Casinò, oltre alle cameriere che offrono carte di credito “infinite” a chi desidera andarsene, convincendoli a rimanere). “Ho disattivato l’impostazione per bambini eppure continua a essere censurata, come mai?” il fan ha chiesto a Riordan, il quale ha risposto:

Non ne ho idea, ma chiaramente dev’esserci un errore. Dovrebbero censurare l’intero film. Due ore di schermo bianco.

La scena in questione:



A un fan che ha scritto “Mi rincuora vedere che Zio Rick odia i film di Percy Jackson più di quanto li odiamo noi”, l’autore ha risposto:

Beh, per voi sono un paio d’ore d’intrattenimento. Per me… è il lavoro di una vita passato in un tritacarne mentre li imploravo di non farlo. Quindi… va bene. Tutto a posto. Sistemeremo presto tutto quanto…

Per poi aggiungere:

Detto questo, non ho ancora visto i film e non intendo vederli. Li giudico dalle sceneggiature che lessi all’epoca, perché a me interessa soprattutto la storia. Non ho nulla contro gli attori, non è colpa loro. Mi spiace solo che siano stati coinvolti in quel macello.

Riordan si riferisce ovviamente al fatto che qualche mese fa ha annunciato di essere al lavoro su una serie televisiva di Percy Jackson per Disney+. Nel video dell’annuncio dello sviluppo del progetto aveva spiegato che la serie sarà realizzata rispettando la storia raccontata tra le pagine, una stagione per romanzo.

La saga di romanzi, intitolata Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, ha fatto il suo debutto nelle librerie nel 2005 con Il ladro di fulmini, diventato poi un film della 20th Century Fox nel 2010 con protagonista Logan Lerman. Tre anni dopo è uscito al cinema il sequel, intitolato Il mare dei mostri. Gli altri tre romanzi si intitolano La maledizione del Titano, La battaglia del labirinto e Lo scontro finale. Sono usciti anche altri tre libri contenenti racconti, informazioni sui personaggi e guide.

Con l’acquisizione della Fox da parte della Disney, anche i diritti di sfruttamento del franchise sono passati alla major, che ora pianifica un nuovo adattamento. L’idea suggerita da Riordan è che ogni stagione porti sullo schermo un romanzo, quindi il piano è per cinque stagioni.


Da Avatar al documentario con la Nasa, tutti i titoli di James Cameron su Disney+

Titanic non è ancora arrivato sulla piattaforma streaming di Disney, ma James Cameron, con uno dei suoi film di punta e con i suoi bellissimi documentari, è presente su Disney+ (CLICCATE QUI PER ABBONARVI) con quattro imperdibili titoli. Scoprite tutto quello che potete vedere di James Cameron su Disney+.

James Cameron su Disney+

Qui sotto tutti i quattro titoli di James Cameron presenti sulla piattaforma streaming di Disney:

Alieni degli abissi (2005)

Le prove della vita nello spazio potrebbero trovarsi nelle profondità dell’oceano… Con l’aiuto degli scienziati della NASA, il regista James Cameron esplora un mondo nuovo in un’incredibile avventura negli abissi. Questo viaggio unico nella vita sottomarina offre uno straordinario scorcio delle incredibili creature che giacciono nascoste in un mondo alieno laddove i raggi del sole non arrivano.

Avatar (2009)

Avatar ci porta nel fantastico mondo di Pandora, dove un uomo vive un viaggio epico fatto di avventura e amore, ed è destinato a combattere per salvare il posto che chiama casa. James Cameron, il vincitore di un Oscar® e regista di Titanic, realizza un’esperienza cinematografica immersiva, dove la tecnologia rivoluzionaria incontra personaggi accattivanti, in un’emozionante storia senza tempo.

Alla ricerca di Atlantide con James Cameron (2017)

Il regista premio Oscar James Cameron e il regista vincitore di Emmy Simcha Jacobovici intraprendono un’avventura epica per trovare la città perduta di Atlantide, utilizzando le opere del filosofo del IV secolo a.C. Platone come mappa virtuale del tesoro.

Titanic: i segreti del film (2017)

James Cameron ripensa alle scelte che ha fatto durante la realizzazione del film Titanic e, con un team di esperti, mette queste idee alla prova attraverso una vasta gamma di nuove ricerche sul Titanic – filmati subacquei, simulazioni generate al computer e scoperte scientifiche – continuando a svelare i molti misteri di questo evento iconico e tragico.


L'amore a domicilio: Miriam Leone, Simone Liberati e la paura delle cose belle

Nel film di Emiliano Corapi L'amore a domicilio, dal 10 giugno su Amazon Prime Video, Miriam Leone e Simone Liberati sono una bad girl e un bravo ragazzo ansioso. Li abbiamo incontrati insieme al regista.

L'amore a domicilio: Miriam Leone, Simone Liberati e la paura delle cose belle

Può sembrare uno strano scherzo del destino ma L'amore a domicilio, che si svolge quasi interamente in un piccolo appartamento di San Lorenzo dove una bella ragazza un po’ femme fatale e un po’ dark è agli arresti domiciliari, esce on demand poco dopo il lockdown a cui ci ha costretti il Coronavirus, precisamente il 10 giugno su Amazon Prime Video. E’ una cosa su cui questa mattina hanno scherzato e anche riflettuto il regista Emiliano Corapi e i protagonisti Miriam Leone e Simone Liberati. Avevamo incontrato i primi due vis à vis durante l'edizione 2019 del Bari International Film Festival e oggi, per forza di cose, li abbiamo ritrovati su Zoom, dove la prima a raccontarci dei terribili 55 giorni di quarantena nazionale è stata Miriam Leone: "Durante il lockdown mi sono ritrovata a rivivere la condizione fisica e psicologica della mia Anna. Come lei ho fatto tantissimo sport e mi sono accorta della centralità del rapporto tanto con me stessa quanto con la noia, una noia produttiva però, positiva. Siamo abituati a correre, non abbiamo questo movimento orizzontale che ci allarga lo spirito, seguiamo solo un movimento verticale che ci fa aspirare a qualcosa. Fermarsi è stato sorprendente, la confusione è andata via ed è rimasto l'essenziale".

Il punto di partenza de L'amore a domicilio, ha spiegato Emiliano Corapi, è la voglia di esplorare "un personaggio pavido che ha sempre evitato il coinvolgimento e che a un certo punto decide in maniera paradossale di cedere perché ha l'impressione di poter controllare l'oggetto del suo amore. Però poi viene risucchiato, diventa lui il vero prigioniero, la vera persona agli arresti domiciliari. E allora non gli resta che esplorare la sua prigione, che è quella della paura, mentre per il personaggio di Miriam la prigione è la solitudine".
Anna e Renato (così si chiama il trentenne con il volto di Simone Liberati) si somigliano dunque, anche se sembrano diversi come il giorno e la notte. In Renato Liberati riconosce un po’ se stesso e un po’ la generazione alla quale appartiene: "Renato è un giovane adulto che condivide le angosce e fragilità di molte persone che hanno la sua età e che io chiamo la generazione dei neo-lavoratori. Renato crede in quello che fa, nell'idea che nella vita sia necessario avere sempre un riparo. L'incontro con Anna è l’elemento di imprevedibilità che sfugge al suo calcolo, alla sua scienza esatta. Renato prova a non volare troppo alto per evitare una caduta dolorosa, ma si trova in balia del destino senza avere una scialuppa di salvataggio".

Renato, dunque, ha paura di "tenere tra le mani" una cosa bella, bella come quella bicicletta che da bambino aveva finalmente ricevuto in dono salvo poi morire di angoscia all'idea che gliela rubassero. Simone Liberati in questo è diverso dal suo personaggio: "Ho avuto spesso la paura che qualcosa di bello potesse poi subire un rovesciamento e tramutarsi in qualcosa di insidioso e pericoloso. E’ capitato molte volte e ho cercato il più possibile di far prevalere la propensione alla ricerca di cose sane e positive".
"Noi tutti abbiamo paura di perdere le cose importanti" - ha dichiarato Miriam Leone - "ma col tempo impariamo a lasciarci andare e quindi il fatto che non siamo eterni e che le cose passano e cambiano diventa meno traumatico".
"Questa paura" - ha detto Emiliano Corapi - "appartiene più o meno a tutti: il timore di avventurarsi una relazione che può essere fonte di felicità ma anche di sofferenza. Tante commedie romantiche parlano di questa doppia scelta: giocare o restare ai margini del campo".

Se Renato nel film è tenero, ansioso e imbranato, Anna è a tutti gli effetti una bad girl, ed è rock, molto rock. Ovviamente ha un'ambiguità di fondo che ha stregato Miriam Leone: "Anna è un personaggio in bilico e il bilico è la ragione per cui faccio questo mestiere. Quando trovo un personaggio scritto con luci e ombre, con forti contrasti, si accende dentro di me qualcosa che mi fa dire: lo voglio fare. Quando ho letto la sceneggiatura di Emiliano ho pensato: mi interessa molto questa cattiva ragazza per la sua dimensione di animale in gabbia, di guinzaglio lungo, e poi è un personaggio moderno, smaliziato, senza maschere, che ha un'evoluzione interessante. Anna, come Veronica Castello di 1992, 1993 e 1994, è lontana da me e io adoro fare al cinema o in tv cose che non farei mai nella realtà. Non credo che diventerò una rapinatrice, e comunque Anna è diventata una criminale perché è sola. Mi affascina nel video della vita chi prende la strada sbagliata e poi magari ha una redenzione. Attorialmente è un percorso affascinantissimo".
Anna, nel film, parla con accento siciliano e viene da Catania proprio come Miriam Leone. E’ stata l’attrice a volerle dare queste origini: "Ho scelto il dialetto perché mi sembrava interessante raccontare un personaggio immaturo sentimentalmente tornando al mio passato, alla mia storia, al mio periodo universitario. Sono andata a cercare anche persone che ho conosciuto, magari non rapinatori, ma ragazze originali della Catania dei primi anni Duemila".

Uno dei temi fondamentali del film è la famiglia, che è croce e nello stesso tempo delizia, che aiuta e sostiene i giovani protagonisti del film ma che contemporaneamente li ostacola, facendo diventare Anna un'autarchica e Renato un fifone. Per Simone Liberati la famiglia è sì un punto di forza, ma ha i suoi svantaggi: "Credo sia giusto slacciare certi legami, è salutare e a volte salvifico allentare o spezzare i vincoli. La famiglia è la sede per eccellenza dei conflitti interiori, le figure genitoriali sono figure con cui ci si confronta sempre, ma che a volte ci complicano molto la vita, quindi bisogna combattere l'idea della famiglia come valore unico e assoluto".

Prima di salutarci, Miriam Leone e Simone Liberati ci hanno parlato di questi mesi senza sale cinematografiche e di film consumati sul divano di casa: "L'esperimento della sala che lascia il posto al divano di casa" - ha detto la prima - "era già avvenuto prima del lockdown con film come Roma e Sulla mia pelle, film che non penso abbiano tolto qualcosa alla sala, perché l'esperienza della condivisione del cinema sarà sempre amata da chi la ama. Io amo andare al cinema, quindi adesso spero nei drive-in, nelle arene. Detto questo, credo che la tecnologia abbia fatto sì che durante il lockdown la gente non impazzisse".
L'ultima parola è stata per Simone Liberati: "Io ho stabilito un rapporto intimo con il cinema grazie alle piattaforme digitali. Durante il lockdown è stato possibile a tutti fare incetta di film. I film sono stati i nostri migliori compagni di viaggio”.


THE BATMAN, 5 STORIE CONTRO JOKER DA ADATTARE NEI SEQUEL DI MATT REEVES

In attesa di capire quando riprenderanno effettivamente le riprese del The Batman di Matt Reevs, con i set ora autorizzati alla ripartenza ma con gli studios molto cauti circa le misure precauzionali e le norme di sicurezza da seguire, proviamo a proiettarci nel futuro, in un eventuale sequel del film con Robert Pattinson.

Il proiettarsi in futuro è d'obbligo, in questo esercizio speculativo, perché tra i tanti villain che affolleranno il film in uscita a ottobre 2021, tra l'Enigmista di Paul Dano o il Pinguino di Colin Farrell, non ci sarà il Joker, nemesi assoluta di Batman. Forse (anzi, quasi sicuramente) arriverà in un prossimo sequel, e ragionando proprio su come potrebbe essere portato in scena per l'ennesima volta abbiamo pensato a cinque storia a fumetti (4, in realtà: una no) che potrebbero adattarsi alla causa.

Eccole:

1. UNDER THE RED HOOD
Under the red hood segue la storia del ritorno di Jason Todd a Gotham City sotto le vesti di un nuovo e misterioso vigilante mascherato. Dato per morto per mano del Joker, in verità si scopre vivo e vegeo e con l'identità assunta tempo addietro dal Clown Criminale, così da potersi vendicare su Batman, a suo avviso responsabile delle torture subite. Si potrebbe rimaneggiare, introdurre Robin/Jason Todd (magari interpretato da Timothee Chalamet) e proseguire verso una storia di vendetta. E ci sarebbe ovviamente anche il Joker.

2. FIVE WAY REVENGE
Storia curiosa che potrebbe abbracciare meravigliosamente il prosieguo di un Batman cinematografico più legato ai toni detective noir pensati da Reeves. In pratica, Joker decide di uccidere cinque suoi importanti tirapiedi che lo hanno deluso, costringendo Batman a proteggere dei criminali incalliti. Un racconto che aumenta anche la complessità del rapporto tra l'eroe e la nemesi, in un sequel ottima come punto d'approfondimento della psicologica criminale del Joker.

3. IL LUNGO HALLOWEEN
Un mistero lungo un anno, tanti nemici di Batman insieme contro il Cavaliere Oscuro e ovviamente anche il Joker. Interessante perché potrebbe introdurre - e solo introdurre - il Clown Criminale prima di una vera ascesa in un eventuale terzo capitolo. C'è anche un epico scontro in cielo tra i due protagonisti.

4. DEATH OF THE FAMILY
Una storia dove il Joker fugge da Akrham senza la sua faccia, ritrovandola poco dopo in decomposizione ma talmente folle da scegliere di riattaccarsela sul volto. In tutto questo, preso dalla vendette, prende di mira molti alleati di Batman, anche solo di Bruce, e questo merita attenzione, perché potrebbe portare alla rivelazione dell'identità dietro al Cavaliere Oscuro, che il Joker potrebbe aver sempre conosciuto.

5. THE MAN WHO KILLED BATMAN
Questa è l'unica storia scelta che proviene dalla popolare serie animata. È però talmente amata e importante da essere divenuta un classico e vederla adattata al cinema non sarebbe affatto negativo, anzi. L'episodio ruota attorno a un criminale normalissimo, conosciuto come Sid the Squi, che a quanto pare è riuscito a uccidere Batman. Questo lo porta a entrare in contatto con molti nemici del Cavaliere Oscuro, riconoscenti per il suo operato, e anche col Joker, in realtà scontento. Questo lo mette contro The Squid ma alla fine Batman si scopre più vivo che mai. Potrebbe essere un'idea per un terzo atto del sequel, diciamo.


JOHN WICK 3, TUTTO CIÒ CHE C'È DA SAPERE SUL FINALE: PERCHÉ WINSTON HA SPARATO?

Intervistato dall'Hollywood Reporter per parlare di John Wick 4 e della sua nuova collaborazione con Lana Wachowski per Matrix 4, il regista Chad Stahelski ha detto la sua sul finale aperto del terzo capitolo della saga action con Keanu Reeves, commentando in particolare l'inaspettato comportamento di Winston (Ian McShane).

"Winston voleva davvero sparargli? Sì, voleva farlo. Ma voleva ucciderlo? Questo è aperto a differenti interpretazioni. Puoi scegliere una delle due vie, ed è ciò da cui siamo partiti per rispondere alle domande senza risposta in vista di John Wick 4" ha detto il regista sulle ultime battute di John Wick 3 - Parabellum. "Mi piacciono le questioni lasciate aperte, a volte, quando non non tutte le domande ricevono risposte. Mi piace anche soddisfare il pubblico, ma preferisco lasciare un po' di cose all'immaginazione e al dibattito."

Parlando più approfonditamente delle motivazioni di Winston, Stahelski ha poi fornito qualche importante suggerimento su come potrebbe essere andata realmente: "Che altre scelte aveva Winston? Se non avesse sparato a John, lo avrebbe fatto qualcun altro, probabilmente in testa o qualcosa del genere. Gli avrebbero potuto sottrarre il Continental o distruggerlo. Perciò, Winston in qualche modo era chiuso all'angolo. Sperava che John sopravvivesse? A lui piace John. Io spero di sì. Sapeva che sarebbe sopravvissuto da una caduta del genere? Questa non lo so, è una situazione un po' ambigua. Winston gioca un po' d'azzardo. Personalmente, mi piace pensare che Winston sia un ragazzo molto intelligente, e che non farebbe niente di non pianificato. Penso che non sia per nulla impetuoso, perciò vi lascio con questa riflessione."

Infine, il regista ha spiegato la vera essenza del franchise: "Quando scriviamo John Wick, proviamo a lasciare un po' di ambiguità perché il suo mondo è fatto in questo modo. Non importa chi sia il buono, ma chi sia il miglior cattivo, chi ha un proprio codice e cose di questo tipo."


MARVEL, GALACTUS E SILVER SURFER AFFRONTANO GLI AVENGERS NELLA NUOVA FAN-ART

Dopo l'epica sconfitta di Thanos la domanda che immediatamente tanti fan Marvel hanno cominciato a porsi è stata una: chi sarà il prossimo villain del Marvel Cinematic Universe? Le risposte possibili sono tante, e gli indizi a disposizione ancora troppo pochi.

Marvel, d'altronde, sa bene come creare hype: lo stesso Thanos non è apparso finché l'MCU non avesse ingranato, rendendo chiara solo dopo alcuni film l'identità di quello che sarebbe stato il villain del blocco che comprende le prime tre Fasi dell'universo degli Avengers.

Sconfitto il Titano Pazzo c'è dunque un posto vacante per un bel po' di pretendenti: un nome che ai fan sembra piacere parecchio è però quello di Galactus. Il Divoratore di Mondi è un personaggio che in tanti sperano di vedere sul grande schermo prima o dopo, e in effetti porterebbe avanti con coerenza quella che sembra la direzione sempre più "spaziale" che l'MCU pare dover prendere.

Qualcuno si è dunque portato avanti con il lavoro, e in una fan-art ha immaginato Galactus in compagnia di Silver Surfer (altra attesissima potenziale new entry) pronto a dare battaglia agli Avengers orfani di Captain America e Iron Man. Cosa ne pensate? Vi convincerebbe Galactus come villain della Fase 4 o preferireste puntare ad altro? Secondo alcuni rumor, intanto, Hercules potrebbe essere in arrivo nel Marvel Cinematic Universe; vediamo, invece, chi potrebbe essere la leader di una divisione femminile degli Avengers.


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Edited by Triplethor - 8/6/2020, 21:04
view post Posted: 7/6/2020, 14:16 MovieTown - Cinema

DOMENICA

07/06/2020



CONTAGION: GUARDA I PRIMI MINUTI DEL FILM DI SODERBERGH (DIVENTATO TERRIBILMENTE ATTUALE)

Uscito nell’ormai lontano 2011, Contagion di Steven Soderbergh è recentemente tornato alla ribalta.
Il motivo lo conosciamo: la pandemia di Coronavirus che ha travolto il mondo, e che da più parti è stata accostata al virus mortale al centro del film.

Nel cast del film troviamo Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Kate Winslet, Laurence Fishburne e Marion Cotillard.

La trama
Un solo contatto. Un solo istante. Ed il virus letale viene trasmesso. Quando Beth Emhoff (Gwyneth Paltrow) torna a Minneapolis dopo un viaggio d’affari ad Hong Kong, quello che pensava fosse solo un banale jet lag è invece il contagio di un virus. Dopo due giorni, la donna muore in un pronto soccorso ed i dottori dicono al marito scioccato e afflitto (Matt Damon) che non hanno idea di cosa sia successo. In breve tempo altre persone mostrano gli stessi misteriosi sintomi: tosse secca e febbre, seguita da attacchi ischemici, emorragia cerebrale e … in ultimo, la morte. A Minneapolis, Chicago, Londra, Parigi, Tokyo e Hong Kong, i numeri si moltiplicano in breve tempo.

Warner Bros. ha recentemente diffuso i primi 10 minuti della pellicola, potete vederli grazie al player che trovate qui sotto.

I primi minuti di Contagion




RAZZISMO A HOLLYWOOD: ECCO PERCHÉ SELMA FU TAGLIATO FUORI DAGLI OSCAR

In questi giorni il tema del razzismo in America è all’ordine del giorno, in seguito all’uccisione di George Floyd che ha scatenato proteste in tutto il Paese. David Oyelowo, star di Selma, ne ha approfittato per rivangare un episodio, confermato dalla regista Ava DuVernay, che ha dell’incredibile.

Selma racconta un episodio nella vita di Martin Luther King (Oyelowo), una marcia pacifica per sollevare la questione dei diritti civili degli afroamericani. Il film fu acclamato dalla critica in patria, ma ricevette sorprendentemente solo due nomination agli Oscar: miglior film e miglior canzone (Glory di Common e John Legend, che vinse). Oyelowo ha ora spiegato perché Selma non venne candidato in nessun’altra categoria importante, nonostante la nomination come miglior film.

Parlando con Screen International, l’attore ha raccontato che il cast e la troupe di Selma decisero di indossare magliette con lo slogan “I Can’t Breathe” dopo l’uccisione di Eric Garner, avvenuta a New York nel 2014. Un caso tragicamente simile a quello di George Floyd: anche Garner fu schiacciato a terra e soffocò. Per questo lo slogan usato era lo stesso che appare in questi giorni sui cartelli dei dimostranti in tante città americane.

Questo gesto diede fastidio ai membri dell’Academy, che accusarono cast e troupe di “sollevare polemiche” gratuite. Secondo Oyelowo, l’Academy decise che “non spettava a loro farlo” e che per questo il film non avrebbe dovuto essere supportato. Ava DuVernay ha confermato la storia su Twitter:

https://twitter.com/Screendaily/status/1268657502100520964

Da allora, l’Academy ha lavorato incessantemente per diversificare il proprio corpo iscritti. La vittoria di film come Moonlight e Parasite è un segnale forte. Ma episodi come questo dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare.


Le produzioni in California potranno ripartire il 12 giugno

Le produzioni cinematografiche e televisive possono ripartire anche in California, il principale hub produttivo degli Stati Uniti.
Il tanto atteso annuncio è arrivato venerdì dopo settimane di ritardi dovute a una concertazione più lunga del previsto con i sindacati e i produttori di contenuti, che qualche giorno fa hanno consegnato un documento al governatore Newsom e a quelli di tutti e 50 gli stati americani. Ecco quindi arrivare questo primo via libera:

La produzione cinematografica, televisiva e musicale può riprendere in California, non prima del 12 giugno, e previa l’approvazionne degli ufficiali di pubblica sanità della contea dove si svolgeranno le attività, sulla base dei dati epidemiologici locali inclusi casi per 100,000 persone, indice della positività ai test e capacità di gestire la pressione sanitaria in caso di picchi, di seguire il contact tracing e di testare.

Per ridurre il rischio di trasmissione del COVID-19 le produzioni, i cast, le troupe e gli altri impiegati dell’industria devono seguire protocolli sanitari approvati dai sindacati e dall’amministrazione, che potrebbero essere accompagnate da ulteriori indicazioni degli ufficiali di pubblica salute. Lo staff di ufficio e amministrazione deve aderire alle linee guida sugli uffici pubblicati dal California Department of Public Health e dal California Department of Industrial Relations.


La data stabilita è quindi quella del 12 giugno, ma molto dipenderà dalla crescita dei casi di Coronavirus nella Contea di Los Angeles: venerdì vi è stata una leggera crescita dei ricoveri ospedalieri. Va comunque notato come le linee guida dello stato lascino molta libertà alle produzioni sulle misure di prevensione da adottare, previo comunque il via libera della contea.


Ercole a New York: 50 anni fa la prima volta di Schwarzy al cinema

Su Amazon Prime Video è in streaming Ercole a New York: l'esordio americano di Arnold Schwarzenegger celebra 50 anni.

Ercole a New York, il primo film di Arnold Schwarzenegger, compie 50 anni e potete vederlo in streaming su Amazon Prime Video. Vi siete ripresi dallo shock? Come voi, anche noi abbiamo sperato fino all'ultimo momento di aver sbagliato i calcoli: per chi è vissuto con i film di Schwarzy, sembra ieri quando l'avevamo davanti agli occhi, giovane, prestante e robotico com'è sempre stato. Non ci siamo sbagliati: Ercole a New York uscì nel 1970, quando Arnold era fresco del titolo di Mister Universo grazie al suo allenamento incessante e al suo status nel mondo del culturismo. L'atleta austriaco aveva sempre sognato l'America sin da bambino, e aveva coronato il suo sogno di trasferirsi al di là dell'Oceano nell'ottobre del 1968, a 21 anni: Schwarzy girò Ercole a New York a 22 anni, combattendo con l'inglese.

Nonostante infatti avesse fatto una pratica di base della lingua nei suoi anni londinesi tra il '66 e il '68, il suo micidiale iconico accento austriaco, ancora pronunciatissimo, diventato marchio di fabbrica negli anni successivi, era insostenibile per il protagonista esordiente di un film americano, per quanto B-Movie a bassissimo budget, che non si prendeva affatto sul serio. Per il cognome dall'impossibile spelling, non c'erano problemi: il suo soprannome "Arnold Strong" per titoli e locandine liquidava il problema dello "Schwarzenegger". Per la voce, il regista Arthur Allan Seidelman e la produzione decisero di farlo doppiare: fortunatamente per tutti i fan, la registrazione in presa diretta della "performance" di Arnold non era andata perduta, ed è stata restaurata quasi integralmente per una recente uscita in dvd americana.

Volete conoscere la trama? E' già tutta nel titolo: sull'Olimpo, Ercole freme per visitare la Terra e divertirsi da quelle parti. Il padre Zeus non glielo consente, ma Ercole disobbedisce e sbarca tra gli uomini, apparendo come un tontolone dotato tuttavia di una forza sovrumana, che lo rende presto un campione di wrestling. No, avrete intuito che Ercole a New York non è un capolavoro, tutt'altro: Arnold Schwarzenegger stesso si è detto pentito di averlo interpretato, ma non avrebbe potuto fare altrimenti. Il suo amico e collega culturista Reg Park, già interprete del mitologico personaggio in altri lungometraggi, gli aveva suggerito di cogliere l'occasione.
Accettatelo come un tenero reperto di un'epoca che fu.


la Battaglia di Hacksaw Ridge: la storia vera di Desmond Doss e della battaglia di Okinawa raccontate nel film di Mel Gibson

La Battaglia di Hacksaw Ridge, diretto da Mel Gibson, è il biopic dell'eroe Desmond Doss e allo stesso tempo è un war movie sulla battaglia di Okinawa.

La battaglia di Hacksaw Ridge, rientro apprezzato di Mel Gibson nel giro che conta, nell'ambito della sua seconda carriera di regista, contiene di fatto due storie vere, una nell'altra. Il film è infatti il biopic del medico militare Desmond Doss, portato sullo schermo da Andrew Garfield, e allo stesso tempo, nella seconda metà, la ricostruzione di una parte della Battaglia di Okinawa durante la II Guerra Mondiale. Concentriamoci sui due aspetti.

Desmond Doss nasce in Virginia nel 1919, da padre carpentiere e madre impiegata in una fabbrica di scarpe. Sin da piccolo viene educato alla non-violenza e al vegetarianesimo, aderendo sua madre alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno. Dopo le scuole medie, comincia subito a lavorare per aiutare la famiglia, chiusa nella stretta della Grande Depressione, prima in una segheria della sua cittadina, Lynchburg, poi in un cantiere navale a Newport News.
E' l'aprile del 1942 quando decide, nonostante sia teoricamente esonerato per il suo lavoro, di arruolarsi per servire il suo paese, anche perché suo fratello Harold è allo stesso tempo già attivo in Marina. L'impatto con l'esercito non è semplice: nella più totale coerenza col suo credo e con la sua formazione, Desmond non vuole toccare armi e si rifiuta di uccidere chicchessia, non esattamente la prima necessità per un paese in guerra. Nonostante tutto non cede e ai superiori non rimane che indirizzarlo nel reparto medico.

Prima del suo trionfo personale nella Battaglia di Okinawa nel 1945, già nel 1944 a Guam e nelle Filippine ottiene due medaglie di bronzo per il suo impegno al fronte. L'eroismo dimostrato nel salvare i compagni durante gli attacchi narrati nel film gli assicurò la Medal of Honor dal Presidente Truman nell'ottobre 1945.
Dopo la guerra, riuscì a costruirsi una famiglia, a dispetto di gravi problemi al braccio dopo le violenze subite: si era già sposato con Dorothy Pauline Schutte nell'agosto 1942 ed ebbe da lei un figlio nel 1946, quando era però ormai in piena cura per la tubercolosi contratta al fronte. La sua seconda grande battaglia, quella con la malattia, si concluse nel 1951 con una disabilità sensibile, avendo perso un polmone e cinque costole. Dal 1976 al 1988 rimase sordo per un'overdose di antibiotici: la sua condizione migliorò con un impianto cocleare. Fino alla sua morte avvenuta nel 2006, risposatosi nel 1993 dopo essere rimasto vedovo, visse tra la Georgia e l'Alabama. Nel 2004 il documentarista Terry Benedict gli aveva dedicato il documentario The Conscientious Objector, base poi della fiction firmata da Mel Gibson.

Ricostruire la complessa battaglia di Okinawa è arduo, perché il periodo che va dal primo aprile al 22 giugno 1945 vide uno degli scontri più violenti e sanguinosi della II Guerra Mondiale: si valuta infatti che sia stato lo scontro più cruento nel teatro del Pacifico, con gli Stati Uniti a sfidare il Giappone nel suo territorio, appunto nell'isola di Okinawa, attraverso una strategia che prevedeva attacchi su più fronti. Quello che ci interessa è l'attacco della 77ma divisione di fanteria, nella quale militava Desmond Doss: la sua divisione arrivò da ovest, soffrendo già diversi caduti fino all'incontro con la 96ma, che invece era arrivata da meridione e dalla quale ricevettero l'ingrato compito di assicurarsi la conquista della "Scarpata Maeda", detta appunto "Hacksaw Ridge". Questi avvenimenti si verificarono alla fine di aprile, quando la battaglia generale era ancora lontana dal terminare. Oltre alle tecniche mostrate nel lungometraggio di Gibson, i Giapponesi si difesero anche con attacchi kamikaze.

Se teniamo presente la nostra data di Liberazione, il 25 aprile 1945, questi avvenimenti ci ricordano quanta violenza ebbe ancora luogo fino al termine ufficiale del conflitto il 2 settembre: la resa del Giappone fu firmata il 15 agosto del 1945, in seguito allo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki il 6 e il 9 agosto.


VENOM 2 TRA I SEQUEL PIÙ ATTESI IN USCITA NEL 2021

Venom 2 arriverà nei cinema nel 2021 dopo che l'uscita del sequel è stata posticipata e il film con star Tom Hardy è, almeno a giudicare dalle risposte a un sondaggio lanciato online, uno dei sequel più attesi della prossima stagione cinematografica.
A chiedere l'opinione degli appassionati di cinema è stato il sito Fandango che ha ricordato i titoli che verranno distribuiti nelle sale a partire da gennaio.

Il secondo capitolo della storia del simbionte ha una data di uscita negli Stati Uniti prevista per il 25 giugno 2021 e si intitolerà Venom: Let There Be Carnage. Alla regia del sequel ci sarà Andy Serkis, che ha raccolto il testimone dalle mani di Ruben Fleischer che ha portato sugli schermi il personaggio della Marvel.

Tra i tweet condivisi si nota come Venom 2 è diventato un trend online dopo il sondaggio, suscitando comunque opinioni diverse tra i fan. Gli utenti hanno inoltre espresso il proprio dispiacere per la lunga attesa che bisognerà ancora affrontare prima di rivedere in azione Tom Hardy.

https://twitter.com/getFANDOM/status/12693...3627136/photo/1

Attualmente tra i sequel in arrivo nel 2021 ci sono Fast 9 (2 aprile), Matrix 4 (21 maggio), Jurassic World: Dominion (11 giugno), Venom 2 (25 giugno), Space Jam: A New Legacy (16 luglio), Spider-Man 3 (5 novembre), Animali fantastici e dove trovarli (12 novembre), Mission: Impossible 7 (19 novembre), Avatar 2 (17 dicembre) e Sherlock Holmes 3 (22 dicembre).

Nel cast del sequel di Venom 2 diretto da Andy Serkis ci saranno inoltre Michelle Williams, Naomie Harris e Stephen Graham.


JUSTICE LEAGUE: UNA NUOVA FOTO DI CYBORG, "IL CUORE DEL FILM" SECONDO ZACK SNYDER

Justice League tornerà sugli schermi con la versione Snyder Cut e online è stata condivisa una nuova foto di Cyborg, descritto dal regista come "il cuore del film".
A condividere lo scatto è stato proprio Ray Fisher per parlare della sua esperienza nella realizzazione del film tratto dai fumetti della DC.

L'attore, pubblicando su Twitter, una foto tratta dal lungometraggio in arrivo nel 2021 su HBO Max ha scritto: "Non lodo Chris Terrio e Zack Snyder per avermi semplicemente fatto recitare in Justice League". Ray Fisher ha sottolineato: "Li lodo per avermi dato potere (un uomo nero senza alcuna esperienza cinematografica) con un posto alla tavola dei responsabili degli aspetti creativi e ascoltando i miei spunti prima ancora che ci fosse una sceneggiatura!".
Il filmmaker ha quindi aggiunto: "Tu, Ray, sei il cuore del film".

Fisher, parlando del personaggio durante un'intervista del 2018, aveva parlato di un possibile film da protagonsita spiegando: "Il potenziale di Cyborg è quasi senza limiti considerando quello che potrebbe fare. Stiamo parlando di un ragazzo che, se volesse farlo, potrebbe lanciare delle bombe nucleari semplicemente pensandolo. Potrebbe fermare tutto il cyber-terrorismo nel mondo, se quello fosse il suo scopo, visto che non ci sono più le persone che assaltano ed entrano nelle banche come in passato. Non si può andare e bloccarli fisicamente, lo stanno facendo tramite una tastiera e a distanza. Penso che poter vedere quel cambiamento e mostrarlo nel mondo reale in questo periodo all'insegna della tecnologia sia la cosa più efficace che si potrebbe fare".


ASTERIX ALLE OLIMPIADI: MICHAEL SCHUMACHER, ENRICO BRIGNANO E GLI ALTRI CELEBRI CAMEO DEL FILM

In Asterix alle Olimpiadi compaiono molti nomi celebri che non fanno parte del mondo cinematografico. Tra i diversi cameo, ricordiamo quello dell'ex pilota di Formula 1 Michael Schumacher, il comico italiano Enrico Brignano, l'ex direttore generale della Ferrari Jean Todt, l'ex calciatore Zinedine Zidane e il cestista statunitense dell'NBA Tony Parker.

Nonostante Asterix alle Olimpiadi sia stato giudicato negativamente dalla critica rispetto ai due capitoli precedenti del franchise, il film vanta un cast d'eccezione con attori del calibro di Gérard Depardieu, nei panni di Obelix, e Alain Delon in quelli di Giulio Cesare."

Nel film Michael Schumacher, delle cui attuali condizioni di salute purtroppo ancora non sappiamo niente di certo, interpreta Shumix, il personaggio che partecipa alla gara finale delle Olimpiadi a Olimpia, alla guida di un bolide rosso Ferrari con cavalli neri per lo stato della Germania. Quando si vede il tabellone alla fine della gara si può intravedere la scritta "Per sempre il migliore": questo è un omaggio al pilota che, ad oggi, rimane il detentore della maggior parte dei record della Formula 1.

La pellicola, prodotta in occasione delle Olimpiadi di Pechino, è la terza di quattro ispirate ai fumetti di René Goscinny e Albert Uderzo, preceduta da Asterix & Obelix contro Cesare, Asterix & Obelix - Missione Cleopatra e seguita da Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà. Il film, uscito in Italia l'8 febbraio 2008, nonostante molte sequenze siano ambientate in Grecia, è stato girato quasi interamente in Spagna.


IL FUGGITIVO: QUANDO HARRISON FORD SI INFORTUNÒ SUL SET MA CONTINUÒ A RECITARE

Durante le riprese de Il Fuggitivo, Harrison Ford subì un infortunio sul set danneggiando gravemente alcuni legamenti della gamba destra girando una delle scene di fuga nei boschi. A detta dell'attore le riprese del film furono a dir poco estenuanti dal punto di vista fisico anche se l'infortunio non pregiudicò la sua performance.

Ford rifiutò di sottoporsi ad un intervento chirurgico fino alla fine delle riprese ed implementò l'infortunio nella sua performance facendo zoppicare il suo personaggio in tutte le scene successive. In ogni scena del film successiva all'infortunio Richard Kimble, infatti, corre zoppicando.

L'attore americano ha dichiarato in un'intervista: "Ho dato tutto me stesso durante le riprese, credo che il film tratti una tematica importante, lo sappiamo che il sistema giuridico non è perfetto, che le persone commettono errori e credo che sia importante riflettere su questi argomenti. Se il gioco vale la candela un infortunio non rappresenta un problema."

Le riprese de Il fuggitivo si sono svolte fra la Carolina del Nord, il Tennessee e Chicago; nella scena iniziale dell'incidente del treno è stato usato un vero treno abbandonato dal costo di un milione di dollari. Nella prima parte del film Harrison Ford sfoggia una folta barba: durante le riprese Ford interpretò anche Indiana Jones da adulto in un breve cameo in un episodio della serie TV Le avventure del giovane Indiana Jones ed è per questo motivo che nell'episodio in questione Indiana Jones è apparso con la barba.


L'UOMO CON I PUGNI DI FERRO: RUSSELL CROWE ACCETTÒ DI GIRARE IL FILM AD UNA CONDIZIONE

Durante una conferenza stampa Russell Crowe ha rivelato di aver accettato di girare L'uomo con i pugni di ferro a patto che RZA, celebre rapper e produttore discografico statunitense, accettasse di dare alcune lezioni di rap ai Rabbitoh di South Sydney, una squadra della lega di rugby di cui l'attore australiano è co-proprietario.

RZA acconsentì immediatamente e le riprese del film iniziarono poche settimane dopo. Il rapper ed Eli Roth hanno lavorato insieme alla sceneggiatura per due anni, parlando di ogni aspetto della storia, discutendo ogni singolo dettaglio di ogni arma presente nel film. RZA ha scritto il ruolo appositamente per se stesso e si è allenato per più di due ore al giorno per ben due mesi prima dell'inizio delle riprese.

Lo sviluppo de L'uomo con i pugni di ferro è iniziato nel 2003 quando RZA produsse la colonna sonora per Kill Bill di Quentin Tarantino. RZA volò a Pechino, dov'erano in corso le riprese del film, e passò circa 30 giorni a prendere nota su come lavorava Tarantino. Nel 2005 RZA viaggiò con Eli Roth dall'Islanda a Los Angeles e, durante il viaggio, gli parlò della sua idea di girare un film sul kung fu.

Nel frattempo RZA finanziò e diresse un cortometraggio di arti marziali chiamato Wu-Tang vs. In seguito lui e Roth portarono il loro progetto dai produttori e usarono il cortometraggio per dimostrare allo studio che RZA era in grado di dirigere un film sulle arti marziali. Il 7 maggio 2010 la Universal Pictures annunciò che avrebbe finanziato e distribuito il film, prodotto da Roth e dalla Strike Entertainment.


STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI: I COLLEGAMENTI E LE DIFFERENZE TRA IL LIBRO E IL FILM

Storia di una ladra di libri, tratto da un omonimo romanzo del 2005, scritto da Markus Zusak è stato un grande successo commerciale. Il film, infatti, ha avuto la sua trasposizione nel 2013, per mano di Brian Percival e al suo interno contiene diversi collegamenti con il libro e non mancano le differenze tra film e romanzo, vediamo quali.

In una scena di Storia di una ladra di libri, uno dei libri che Liesel legge a Max quando è malato è in realtà il libro stesso da cui è tratta la pellicola contenente la frase: "ciò che le è venuto in mente era la polverosità del pavimento, la sensazione che i suoi vestiti fossero più vicini a lei che indosso a lei, e l'improvvisa consapevolezza che tutto ciò sarebbe stato inutile."

Nel film Rudy scopre per caso l'esistenza di Max quando vede il suo nome scritto a mano in un libro di Liesel. Far scoprire al ragazzo questo mentre Max sta ancora vivendo nel seminterrato aggiunge tensione alla storia e dimostra ancora una volta quel è la vera portata degli oneri emotivi causati dalla guerra. Inoltre questo aspetto lega le due giovani anime di Rudy e Liesel, rendendo il finale del film semplicemente sconvolgente.

I due figli adulti di Hans e Rosa Hubermann sono stati eliminati dalla storia. Nel libro, Hans, Jr. discute con suo padre della sua incapacità di aderire al partito nazista e suggerisce che Liesel dovrebbe leggere Mein Kamph. Questi personaggi periferici sono presenti anche nel film, tuttavia, altri personaggi nazisti che servono a costruire la tensione che alla fine costringe Hans, Sr. ad unirsi ai nazisti non sono presenti nella pellicola.


LA RIVINCITA: I PERSONAGGI VERGHIANI DI LEO MUSCATO E MICHELE SANTERAMO ARRIVANO SU RAIPLAY

Arriva su RaiPlay dal 4 giugno La rivincita, opera prima del regista teatrale e lirico Leo Muscato. Un film radicato nel sud rurale, dove la terra rappresenta la sussistenza anche nel nuovo millennio, popolato da personaggi quasi verghiani che lottano non tanto per raggiungere il benessere quanto per la normalità. Michele Venitucci e Michele Cipriani interpretano due fratelli che lottano per sbarcare il lunario divisi dalle responsabilità, ma uniti dall'impegno quotidiano e dalla fatica. Un film che ha radici letterarie e teatrali e arriva direttamente in streaming grazie all'impegno di Rai Cinema.

"La storia nasce sei anni fa dal mio incontro fortunato con lo scrittore Michele Santeramo" spiega Leo Muscato nell'incontro stampa virtuale in cui cita come fonti di ispirazione Ken Loach e Segreti e bugie di Mike Leigh. "Michele mi ha fatto leggere il soggetto de La rivincita e la storia mi ha subito affascinato. I personaggi sono archetipi, metafore di esseri umani, costretti a una continua lotta per ottenere le cose più semplici, ma questo è anche un film sull'amore incondizionato. Si ama e si soffre, ma si trovano risorse inspiegabili per riuscire ad ottenere la normalità".

Per La rivincita, Michele Santeramo racconta di aver raccolto i materiali sul campo intervistando molti pugliesi nelle zone in cui la storia è stata poi ambientata: "Tutti i personaggi che descrivo sono realistici. La povertà nelle aeree rurali è molto diffusa, ho conosciuto davvero persone che vendono il sangue per sopravvivere. La povertà ci deumanizza, per restare umani dobbiamo possedere una forza interiore che ci impedisca di cadere nella delinquenza, nel malaffare. Io ho incontrato davvero questa umanità pulsante, incapace di rassegnarsi."

Lo scrittore garantisce dunque di essersi basato sulla realtà attuale del Meridione per una storia intensa e coinvolgente e aggiunge: "I nuovi poveri non sono persone che vivono per strada. Hanno una casa, ma la loro vita dipende da piccole cifre che permettono loro di andare avanti. Sono contento che ci sia questo sguardo verso di loro, di solito rifiutiamo di esplorare gli angoli bui perché ci fa star male pensare che le sfortune siano una condizione normale".

La ricchezza del cast de La rivincita dipende dalla scelta di Leo Muscato di aver riunito un solido gruppo di attori di provenienza teatrale. Michele Venitucci e Michele Cipriani interpretano Sabino e Vincenzo, due fratelli che provengono da una famiglia di agricoltori. Le loro mogli, Maja e Angela, hanno il volto della mora Deniz Ozdogan e della bionda Sara Putignano, entrambe alle prese con la crisi economica e con le difficoltà della maternità. Il regista spiega di aver fatto col cast un intenso lavoro preliminare di analisi del testo per trovare il modo di raccontare il massimo dell'emotività col minimo sforzo. La conferma da Michele Venitucci, il quale sottolinea come "Vincenzo e Sabino sono complementari. L'uno non esisterebbe senza l'altro, nel film vivono uno scambio continuo di ruoli. Il lavoro fatto con Leo prima delle riprese è stato atipico per le modalità, abbiamo provato tantissimo, come se si trattasse di uno spettacolo teatrale".

Michele Cipriani ribadisce come l'aspetto realistico della vicenda non sia l'unico ingrediente di fronte alla presenza di "personaggi densi, che hanno una precisa missione, uomini di carattere come li chiamerebbe Brecht, che hanno sogni piccoli, banali, ma importanti, che li rendono più forti della realtà che affrontano".

Per Michele Venitucci, La rivincita è un film fuori dal tempo, ambientato in un presente in cui i tratti della modernità che spiccano maggiormente riguardano la disoccupazione e non l'industrializzazione: "Se ci fate caso, nel film non abbiamo i cellulari. Le riprese sono state effettuate a Martina Franca, ma il sud è un generico non luogo, le campagne sono la casa dei personaggi. Questo fornisce alla storia un'astrazione che la distingue dal realismo tradizionale e ci ha aiutato a concentrarci sui sentimenti, senza preoccuparci troppo della veridicità. Io conosco il personaggio di Sabino, ma ho cercato di non imitare nessuno perché volevo vivere un classico, evitando gli stereotipi. Sono personaggi verghiani con la loro triste miseria, però contemporanei".

Appassionata la voce della turca Deniz Ozdogan che interpreta Maja, l'indomita moglie di Vincenzo. Parlando del film, l'attrice lo paragona a un atto creativo: "Come per un figlio, ogni atto creativo inizia da un sogno, da un seme. Io ho sentito fin dall'inizio che il seme d'amore in questa storia era potentissimo, audace, folle, attaccato alla vita. Il film attira sfighe, ma le trasforma in vita e in gloria. E sul set Leo ci ha protetto in ogni attimo". Sara Putignano, l'interprete di Angela, descrive il "percorso intenso del mio personaggio, che vive una difficoltà relazionale col figlio e con gli altri. Angela riesce a entrare in un vero dialogo con la realtà solo alla fine, il suo blocco è frutto di un trauma del passato che nel film viene solo accennato, ma che compromette il suo rapporto con la maternità. Come i personaggi maschili, anche quelli femminili sono complementari".

Parlando della distribuzione su RaiPlay, legata a un momento di necessità, ma capace di veicolare il film a un pubblico ben più ampio del previsto, Leo Muscato commenta la "sperimentazione forzata che si può rivelare un'opportunità straordinaria. Pensavamo di presentare il film al Festival di Bari e poi farlo uscire al cinema. Metterlo su una piattaforma è l'inizio di qualcosa di nuovo, finora le piattaforme sono sempre state luoghi in cui venivano proposti o film realizzati apposta o film già usciti. Il cinema d'autore è un'esperienza nuova". Le ultime parole riguardano l'assenza di musica, o quasi, ne La rivincita a eccezione del brano che chiude il film, No potho reposare, canto d'amore tradizionale sardo riarrangiato e interpretato da Paolo Fresu: "In fase di montaggio abbiamo deciso di non usare musica, sentivamo che l'emotività messa in piedi era già sufficiente. Alla fine abbiamo usato il brano di Paolo Fresu che sottolinea la potente catarsi di un finale sulle nuvole".


JUSTICE SMITH, STAR DI JURASSIC WORLD E DETECTIVE PIKACHU FA COMING OUT: "SONO QUEER"

Nel protestare contro l'intolleranza e a favore del movimento Black Lives Matter, la star Justice Smith, protagonista dei famosi blockbuster Jurassic World e Detective Pikachu, ha fatto coming out dichiarandosi queer.

L'attore ha condiviso la sua esperienza durante una protesta per il Black Lives Matter che ha avuto luogo a New Orleans, scrivendo che era "deluso nel vedere certe persone desiderose di dare credito al Black Lives Matter, quando però tengono a freno la lingua se si parla di trans e queer".

Smith ha partecipato alla protesta con il suo partner, l'attore Nicholas Ashe, e ha sottolineato che "se la vostra rivoluzione non include le voci di Black Queer, allora è una manifestazione anti-neri", riferendosi anche alla morte di Tony McDade, un uomo trans che è stato colpito e ucciso dalla polizia in Florida il 27 maggio. "State cercando attraversare la porta di un sistema progettato contro di te, solo per poi chiudervi quella porta alle spalle", ha scritto Smith, che ha spiegato che il movimento non dovrebbe riguardare un giudizio ai "bianchi, alla rettitudine e alla mascolinità, ma chiedere cosa avreste dovuto dare agli individui neri, ai queer e ai trans fin dall'inizio. Chiedetevi qual è il diritto di esistere."

Ha terminato la didascalia ringraziando il compagno, che ha definito come la sua "roccia e luce guida attraverso questi momenti".


DC VS MARVEL, CAPTAIN AMERICA SFIDA SUPERMAN IN QUESTA INCREDIBILE FAN-ART

Ne abbiamo visti di scontri fratricidi tra Marvel e DC: Civil War da un lato a Batman v Superman dall'altro ci hanno dato un'idea di cosa accadrebbe se due degli esponenti più in vista di questo o quel franchise decidessero di suonarsele di santa ragione.

La poetica del "chi è più forte tra x e y", d'altronde, ha sempre affascinato i tanti fan abituati sin da bambini a mettere in scena improbabili faccia a faccia tra i loro eroi preferiti, spesso ignorando bellamente la loro appartenenza a universi differenti.

Una nuova fan-art, dunque, ha dato vita a uno degli scontri più epici che i fan Marvel e DC possano immaginare: nell'immagine vediamo infatti il Superman di Henry Cavill avvicinarsi con fare minaccioso al mai dimenticato Captain America di Chris Evans, preambolo di uno scontro che avrebbe davvero le potenzialità per buttar giù un Paese intero.

A questo punto non resta che metterci nei panni di improbabili bookmaker e ipotizzare delle quote: chi pensate avrebbe la meglio in uno scontro del genere? L'uomo che dichiarò guerra ad Iron Man o quello che scatenò l'ira del Batman di Ben Affleck?

In un'altra fan-art a tema DC abbiamo visto invece Jason Isaacs nei panni di Mr. Freeze; pare, intanto, che tra i film più visti in streaming nel 2020 ci sia uno dei cinecomic DC più odiati dai fan.


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BLACK WIDOW, I FAN DI SCARLETT JOHANSSON SCOPRIRANNO L'OSCURO SEGRETO DI AGE OF ULTRON?

Visti i non pochi dubbi sull'uscita di Black Wodow, in molti sono ansiosi di sapere se il film darà maggiori informazione sull'oscuro segreto di Natasha Romanoff emerso in Avengers: Age of Ultron.

La Vedova Nera ha fatto il suo debutto nel MCU in Iron Man 2 acquisendo poi nel corso dei film sempre maggiore spazio. Col passare del tempo, sono stati rivelati numerosi dettagli sul suo oscuro passato. Fin qui sappiamo che Nat prima di unirsi allo SHIELD, era un agente del KGB nonchè un temibile assassino addestrato presso la famigerata Red Room Academy.

Come parte del processo educativo, la giovane Natasha era stata costretta a giustiziare un uomo innocente. Inoltre in Age Ultron confida a Banner di essere stata sterilizzata e dunque di non poter avere figli.

La procedura di sterilizzazione era intesa come un rito di passaggio per gli adepti durante l'addestramento, in modo che potessero concentrarsi esclusivamente sulle proprie missioni senza farsi distrarre dal desiderio di maternità e di famiglia in generale. Ma la Romanoff nel corso degli anni si era notevolmente pentita della scelta obbligata a cui era andata incontro.

Nel nuovo attesissimo film della Marvel, per l'esattezza il 24° del franchise, la Vedova Nera sarà necessariamente costretta a fare i conti col proprio passato e a rivivere le complesse situazioni che la hanno poi portata ad entrare a far parte dello SHIELD.

Concentrandosi sul dolore e sul trauma subiti dalle ragazze, Black Widow può presentare Natasha come un'eroina ancora più coraggiosa che è stata in grado superare il suo passato e lottare per l'umanità, scegliendo addirittura di sacrificare la propria vita per un bene più grande.


SUICIDE SQUAD, IL JOKER DI JARED LETO ERA ISPIRATO AI COMICS: LO DIMOSTRA DAVID AYER

Quante critiche ha dovuto sopportare David Ayer per il suo Suicide Squad? In questi anni ne abbiamo ormai perso il conto, ma a quanto pare potrebbe essere arrivato il momento per il regista di prendersi una piccola rivincita, tra le voci sulla Ayer Cut e la riscoperta del tanto bistrattato Joker di Jared Leto.

La versione del celebre villain affidata alla star di Mr. Nobody è stata infatti praticamente schiacciata dal peso dei suoi predecessori (Heath Ledger in testa, ovviamente) e quello del suo successore, quel Joaquin Phoenix subito entrato nel cuore dei fan.

Fra le tante critiche rivolte al personaggio svettava quella sulla presunta infedeltà nell'aspetto come nel comportamento al Joker visto nei fumetti, ma David Ayer sembrerebbe aver qualcosa da ridire al riguardo. Su Twitter, infatti, un fan ha postato un montaggio di varie foto del Joker di Leto paragonate ad immagini del Joker visto in alcune versioni cartacee, tra cui quella del celebre The Killing Joke di Alan Moore.

Un'operazione che ha subito trovato l'appoggio del regista, che in un commento si è infatti sfogato: "Incredibile. È esattamente il percorso che ho seguito nel costruire il personaggio. 'Non è fedele ai fumetti', non ce la faccio". Cosa ne dite? Pensate che alla luce di ciò il Joker di Leto possa guadagnare qualche punto o non è abbastanza a far cambiare il giudizio su di lui? David Ayer, intanto, ha parlato anche di alcune interferenze durante la creazione di Suicide Squad; vediamo, invece, quali potrebbero essere le differenze con la Ayer Cut di Suicide Squad.


MARVEL, UNA COMMOVENTE TEORIA FA DI STAN LEE IL VECCHIO STEVE ROGERS

Due delle più grandi domande che occupano i pensieri dei fan della Marvel sono: cosa è successo a Captain America dopo essere tornato indietro nel tempo in Avengers: Endgame e in che modo esattamente Stan Lee riesce a fare cameo ovunque nel MCU, indipendentemente dal tempo o dallo spazio?

Una folle teoria di un fan suggerisce che questi due misteri possano essere effettivamente collegati. Secondo un utente di Reddit, Stan Lee sarebbe in realtà il vecchio Capitan America, che va a spasso nel tempo per rivedere i suoi cari vendicatori.

Nonostante i salti temporali siano ormai diventati un grandissimo alleato dei supereroi Marvel, questa teoria sembra reggere ben poco, soprattutto perchè non vi è nemmeno una leggera somiglianza tra Stan Lee e il vecchio Steve Rogers.

Il fan peccando di molta fantasia, suggerisce che l'anziano Capitan America, ormai deposta l'armatura al chiodo, indosserebbe baffi e occhiali proprio per non farsi riconoscere dai suoi colleghi, pur rimanendo al loro fianco nel bel mezzo dell'azione.

Per quanto noi sappiamo però ciò non è possibile. Infatti in Avngers: Endgame, Steve riporta le Gemme dell'Infinito nei loro posti giusti e poi decide di andare direttamente agli anni '40 per stare con Peggy, la donna amata da sempre e mai dimenticata. Al suo fianco trascorrerà tutta la sua vita, senza mai viaggiare in alcun modo nel tempo. Una volta divenuto anziano si rincontrerà Sam Wilson, così da dargli il suo scudo.

Di recente proprio Chris Evans ha ricordato nostalgicamente i giorni di Avengers: Endgame. L'attore di recente è stato impegnato in una nuova miniserie Apple molto interessante.


TENET, KENNETH BRANAGH NON È CONVINTO DI ESSERE L'ANTAGONISTA DEL FILM

L'ultima fatica di Christopher Nolan, Tenet, dovrebbe arrivare a luglio nelle sale (se non sarà effettivamente rinviato come vogliono le ultime voci), e se c'è una cosa che si è capita sul film, è che nemmeno gli attori ci hanno capito granché. O almeno, così vogliono dare a intendere... Vediamo cos'è che ha detto Kenneth Branagh in merito.

Il full trailer di Tenet ci ha lasciato tutti ancor più in fibrillazione per il film con protagonisti John David Washington e Robert Pattinson, ma ci ha anche regalato ancora più domande di quante già non ne avessimo al riguardo.

Una di queste ha come oggetto il personaggio interpretato da Sir. Kenneth Branagh, che in molti hanno pensato possa essere il villain della pellicola. Eppure, che scherzi o che dica per davvero, nemmeno lo stesso attore sembra essere convinto fino in fondo del suo ruolo.

"Considerata la natura del film, e il fatto che in certo senso Chris reinventi un pochino le dinamiche qui, diverse persone si rapporteranno al personaggio di John David Washington in entrambi i modi che vi aspettereste" spiega Branagh in un'intervista con Total Film "Quindi potreste pensare che io sia di fatto un antagonista... Ma poi la storia non segue esattamente il percorso che potreste credere guardandola".

Quando si dice essere criptici...


CHIAMAMI COL TUO NOME, MICHAEL STUHLBARG ANTICIPA IL SEQUEL DI LUCA GUADAGNINO

Il sequel di Chiamami col tuo nome intitolato Cercami prende ormai sempre più forma soprattutto nei sogni di Luca Guadagnino. In questo secondo film un ruolo di maggior rilievo stando al libro, dovrebbe essere affidato al Professor Perlman, interpretato da Michael Stuhlbarg.

Questo è certamente uno dei personaggi più amati dell'intero film, che ha saputo accaparrarsi l'immenso affetto del pubblico soprattutto grazie all'iconico e commovente discorso fatto ad Elio, dopo la sua separazione da Oliver.

L'attore intervistato di recente ha annunciato di essere pronto a rivestire i panni del professore esperto di archeologia anche se, tuttavia, non è stato ancora contattato per il sequel.

“Sono elettrizzato anche solo a pensarci. So che tutti sembrano molto entusiasti per questo. Ma sinceramente non so quale direzione potrebbe prendere".

In Cercami, Perlman intraprende una storia d'amore con una donna più giovane che incontra su un treno mentre si sta recando a Roma, e gran parte del romanzo è dedicato alla sua storia. Michael Stuhlbarg ha già vestito i panni del professore nella versione dell'audiolibro di Cercami, cosa che gli è stata chiesta personalmente da Aciman, quindi conosce profondamente il cambiamento verso cui si dirige il suo personaggio.

"Nonostante la svolta che ha preso la sua vita, sembra molto fedele all'uomo che originariamente era, e sarebbe straordinario provare a dargli vita in un film in un modo o nell'altro. È malinconico in alcuni punti, ma è anche pieno di vibranti sentimenti, fedele allo spirito del primo romanzo, continua ad osservare i destini di Elio ed Oliver. Continua a pensare a ciò che erano e a ciò che potevano diventare".

In una recente intervista Luca Guadagnino aveva detto di voler tutti gli attori di Chiamami col tuo nome anche nel sequel, i progetti del regista per Cercami però sono stati momentaneamente bloccati dalla pandemia di Coronavirus.


CAPTAIN AMERICA: THE WINTER SOLDIER, FRANK GRILLO: "GLI ALLENAMENTI ERANO DAVVERO DURI"

La saga di Captain America ci ha regalato alcune delle più belle scene d'azione viste nel MCU, dalla celebre scena dell'ascensore in Captain America: The Winter Soldier, all'epico scontro in aeroporto in Captain America: Civil War. Frank Grillo, interprete di Rumlow/Crossbones in entrambi i film, racconta com'è stato preparsi per girarle.

In un'intervista con il sito Uproxx, Grillo ha parlato dei duri allenamenti a cui lui e il resto del cast, Chris Evans incluso, dovevano sottoporsi per far si che tutto filasse liscio e le sequenze risultassero più naturali possibile.

Alla domanda dell'intervistatore, che citava le varie ammaccature frutto di giorni e giorni passati a "darsele di santa ragione" sul set, e che chiedeva se fosse un processo estenuante, Grillo ha infatti risposto: "Oh mio Dio, assolutamente. Io mi alleno ogni giorno con un allenatore di boxe e cerco di rinforzare il mio corpo, ma quando stai realizzando un film, c'è tanto da fare, e hai tutte quelle coreografie da ricordare, che ripeti ancora e ancora, giorno dopo giorno. La tua mente si esaurisce, e così il tuo corpo, e sei sempre esausto".

Ma dopotutto, Grillo, Evans e gli altri membri del MCU sanno che questi sforzi verranno ripagati alla grande, e probabilmente potrebbero far loro una (semi)citazione di Cap proprio in The Winter Soldier "Il prezzo per le belle scene d'azione è alto, lo è sempre stato, ma è un prezzo che siamo disposti a pagare".


THOR: RAGNAROK, UN COSTUME ALTERNATIVO PER IL LOKI DI TOM HIDDLESTON IN QUESTI CONCEPT ART

Ultimamente non possiamo intrattenerci con nuovi film o serie tv causa fermo della produzione, ma ecco che arriva l'internet in nostro soccorso. Nello specifico, sono i concept artist dei grandi Studios a regalarci sempre nuovo/vecchio materiale riguardante i nostri personaggi preferiti, come ad esempio questo design alternativo di Loki.

Aleksi Briclot, che ha lavorato ai design di diversi titoli dei Marvel Studios, come ad esempio Captain Marvel e Avengers: Infinity War, ha condiviso su Instagram delle prime versioni del costume indossato da Tom Hiddleston in Thor: Ragnarok.

Qui, come nota anche l'artista, il Dio dell'Inganno ricorda vagamente Aquaman (a causa delle scaglie dorate sulla spalla), ma soprattutto notiamo come il suo look sia più vicino a quello della realtà storica norrena.

"Mentre attendiamo con trepidazione la serie tv di Loki con il fantastico @twhiddleston, eccovi alcuni concept art che avevo realizzato per il costume di Loki in occasione di Thor: Ragnarok. Parte di essa forse assomiglia troppo al design del costume di un certo supereroe che vive sott'acqua... Ma qui volevo più che altro donargli uno stile più crudo, con tessuti consumati, della pelle, anche della pelliccia... Qualcosa di più credibile, che fosse in grado di evocare la storia e dargli un senso di vissuto. Dite che è meglio con o senza l'elmo?" scrive Briclot nella caption del post.

Come abbiamo visto, Hiddleston ha poi finito con l'indossare un costume più semplice nel film, ma anche questa versione non sarebbe stata male, non trovate?

Ma chissà quale sarà ora il look di Loki nella serie tv di Disney+...


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RICHARD GERE: NIENTE SOCIAL E ALTRI CURIOSITÀ SULLA STAR DI AFFARI SPORCHI

Manca dalle scene dal 2017, Richard Gere, dall'uscita di Three Christs di Jon Avnet, e la carriera dall'attore di Pretty Woman in realtà è radicalmente cambiata a cavallo tra gli anni '90 e il nuovo millennio, molto meno attore e più attivista e interessato a politica e problematiche sociali, come ad esempio gli homeless.

La sua carriera è esplosa nel 1980 con American Gigolò, rendendolo un sex symbol, e proseguita con successi quali Pretty Woman e Affari Sporchi, quest'ultimo film diretto da Mike Figgis in onda questa sera, 6 giugno 2020, su La 7 alle 23:30. Il suo lavoro è sempre andato a braccetto con la lotta per importati cause civili e pacifiste, tanto che è notoriamente di religione buddhista, convertito, e ha incontrato persino il Dalai Lama. Tra i suoi desideri c'è anche la speranza di poter incontrare un giorno il Papa.

Nonostante la sua notorietà, Richard Gere ha rivelato di non avere alcun profilo social attivo, né su Facebook, né su Twitter né su Instagram o qualsiasi altra piattaforma. Non gli interessano e non comunica o vuole comunicare tramite i social con i suoi sostenitori o fan, che invece invita all'attivismo come lui, aiutando i più deboli. I suoi ultimi film, tra cui Gli Invisibili, sono proprio dedicati alle lotte civili a lui tanto care.

Recentemente ha anche rivelato di aver visto Pretty Woman una sola volta. Considerando che si tratta del suo film più noto e importante, questo dà la misura del suo interesse relativamente ridotto per il mondo del cinema.


007, TUTTI I DETTAGLI SUL TERZO FILM MAI REALIZZATO CON TIMOTHY DALTON

007 - Vendetta privata ha firmato la seconda e ultima apparizione di Timothy Dalton nei panni di James Bond, e mentre molti pensano il cambio di interprete sia stato causato dal flop al box office, in realtà l'attore aveva in programma di apparire in un terzo capitolo poi accantonato per motivi esterni alla produzione.

Intitolato "Property of a Lady", il film fu annunciato al Festival di Cannes del 1990 e avrebbe dovuto iniziare le riprese nello stesso anno. Tuttavia, alcuni problemi legali dello studio hanno causato un lungo ritardo nella produzione che ha portato Dalton ad annunciare il suo ritiro nel 1994, un anno dopo la scadenza del suo contratto iniziale, lasciando così spazio al debutto di Pierce Brosnan con GoldenEye (1995).

La sceneggiatura del terzo film con protagonista Dalton, scritta da Michael G. Wilson e Alfonse Ruggiero, avrebbe visto l'agente doppio zero alle prese con l'attacco di una centrale nucleare in Scozia che minacciava di scatenare la Terza Guerra Mondiale (idea poi riutilizzata in parte per GoldenEye). Inoltre, Bond si sarebbe scontrato con un'altra spia della sezione 00, Denholm Crisp, che lo colpisce alle spalle dopo essere stato suo mentore.

Se siete impazienti di rivedere Bond al cinema, vi ricordiamo che No Time To Die è stato rinviato a novembre 2020. Proprio in questi giorni, Daniel Craig ha anticipato che si tratterà di un'esperienza tutta nuova per la saga di 007.


L'UOMO CON I PUGNI DI FERRO, KILL BILL E QUEL PERSONAGGIO IN COMUNE: DI CHI SI TRATTA?

La genesi de L'Uomo con i Pugni di Ferro ha parecchio a che fare con Quentin Tarantino: nel debutto da regista di RZA è praticamente impossibile non notare ad esempio alcune affinità con Kill Bill, che non a caso è legato a doppio filo con il film prodotto da Eli Roth.

Facciamo un attimo ordine: l'idea di un film sul kung-fu balzò in testa ad RZA nel 2003, quando il nostro era al lavoro sulla colonna sonora di Kill Bill. Il rapper, regista e produttore fu ovviamente impressionato dal modo in cui Tarantino dirigeva la sua orchestra, e passò circa un mese sul set a prendere appunti sul suo metodo.

Quando il film prese vita, dunque, dovette sembrare più che giusto ad RZA inserire un omaggio alla sua fonte d'ispirazione, omaggio che prende la forma di un personaggio già nominato in Kill Bill Vol.2 e con cui facciamo finalmente conoscenza durante questo L'Uomo con i Pugni di Ferro. Di chi stiamo parlando?

Il nome di cui parliamo è Abbott, qui interpretato da Gordon Liu: il personaggio è infatti lo stesso a cui Bill fa riferimento nel secondo capitolo del film con Uma Thurman, quando racconta alla Sposa la Leggenda di Pai Mei..


Dal 29 giugno, su La7, tutti giorni. Il martedì è il giovedì due orine serate a settimana

La filmaker ha spiegato che queste due opere sono state fondamentali nella sua formazione come fan dell’horror e come narratrice.

La discussione ha toccato, anche se brevemente, anche Dracula scritto dai suoi vecchi collaboratori Phil Hay e Matt Manfredi (The Invitation). Ha spiegato che sarà:

“Un adattamento abbastanza fedele del romanzo di Bram Stoker”,

ha poi chiarificato che il film non sarà pesantemente basato sugli elementi epistolari del libro:

“Non così tanto, ma usa l’idea di, credo, qualcosa che è stato trascurato negli adattamenti di Dracula in passato ovvero l’idea di più voci. In effetti, il libro è pieno di diversi punti di vista e l’unico punto di vista a cui non abbiamo accesso, a cui la maggior parte degli adattamenti da accesso, è lo stesso Dracula. Quindi direi, per certi aspetti, che questo sarà un adattamento chiamato Dracula, ma forse non è lo stesso tipo di eroe romantico che abbiamo visto nelle interpretazioni passate di Dracula”.

Kusama nota che l’incontro con il conte Dracula viene presentato, nella maggior parte degli adattamenti, come un grande momento di timore reverenziale, alcune volte operistico. Mentre Dracula viene spesso presentato come una figura incredibilmente accattivante anche quando i personaggi intorno a lui iniziano a prendere coscienza della sua vera natura.

Nel romanzo di Stoker il lettore spesso non riesce a vedere Dracula impegnato nell’atto di bere il sangue e mentre sta seducendo qualcuno, vediamo solo le conseguenze. Viene invece data maggiore enfasi a vari personaggi che vengono a patti con gli strani eventi che stanno accadendo.

Una versione meno romantica di Dracula è molto interessante, vedremo come Kusama riuscirà a dargli vita.


Lo squalo: lo scenografo Joe Alves riflette sulla leggenda del film

Quando Lo squalo debuttò nei cinema degli Stati Uniti nel giugno del 1975 nessuno si sarebbe aspettato un successo così clamoroso come poi avvenne. Il film di Steven Spielberg, contro ogni pronostico, vide infatti file di persone fuori dai botteghini totalizzando un incasso record. Tradizionalmente viene attribuita proprio a questa pellicola, e al suo incredibile traino con il pubblico, l’origine del concetto di blockbuster estivo (in Italia arrivò a dicembre dello stesso anno). Per celebrare i 45 anni del film il sito ComicBook.com ha intervistato lo scenografo Joe Alves per ripercorrere la creazione del mito e scoprire l’eredità lasciata nel cinema.
Alves entrò nella produzione ancora prima che Spielberg fosse coinvolto e aveva iniziato a immaginare le scenografie basandosi sulle indicazioni date dal produttore David Brown quando ancora non era stato stipulato un accordo commerciale con Universal. Ma questo fu solo l’inizio delle numerose difficoltà affrontate dalla produzione:

Quando Steven è entrato a far parte del film abbiamo deciso che volevamo uno squalo di 8 metri e volevamo girarlo nell’oceano non in una piscina con dietro uno sfondo. Così quando abbiamo iniziato a parlarne con gli addetti agli effetti speciali della Universal e della Disney tutti mi hanno risposto che ci sarebbe voluto da un anno a un anno e mezzo per realizzarlo, dal momento che una cosa simile non era mai stata fatta da nessuno. E proprio qui stava il problema. Inizialmente pensavamo di avere un anno e mezzo per costruire lo squalo e fare i test e assicurarci che tutti funzionasse prima di girare il film. Eravamo nel novembre del ’73. Il libro (di Peter Benchley su cui è basato il film e di cui erano stati già acquisiti i diritti) è uscito nel febbraio del ’74 e lo studio ha detto “dobbiamo iniziare a girare tra due mesi”. Gli addetti agli effetti speciali non avevano più un anno e mezzo, avevano solo quattro o cinque mesi. E poi, ovviamente, lavorare nell’oceano è da pazzi, non si può mai sapere cosa succede.

Come è noto la produzione durò 159 giorni di riprese, nonostante ne fossero stati preventivati solamente 55. Il budget lievitò considerevolmente mettendo a rischio l’intera tenuta del progetto. In questo clima di tensione sul set il production designer e la troupe degli effetti speciali dovettero girare le scene senza la possibilità di effettuare camera test o prove. Secondo il racconto di Alves:

A maggio dovevamo girare tutte le inquadrature che potevamo senza lo squalo perché i ragazzi lo stavano costruendo e testando. Avevamo tre modelli di squalo differenti: uno su una piattaforma, su una gru e a rimorchio. Allora sono andato da Bob Mattey (artista degli effetti speciali) e gli ho chiesto quale funzionasse secondo lui. Lui ha risposto “credo lo squalo che si muove da sinistra verso destra”. Poi sono andato da Spielberg e gli ho detto “se va bene, giriamo e teniamolo, se non va diciamo che è un test”.

Il film è caratterizzato dalla minaccia misteriosa, sottile, ma concreta dello squalo. A livello di tempo sullo schermo lo si vede poco, ma la sua minaccia è costantemente presente. Una delle voci nate attorno alla produzione fu legata proprio a questa assenza del “villain” dalle inquadrature. È stato detto infatti che la produzione aveva usato così poco lo squalo perché si erano accorti che in molte scene non era credibile. Queste affermazioni sono state prontamente smentite:

Non è andata affatto così. Eravamo fuori tempo e fuori budget, ma alla fine abbiamo avuto tutte le inquadrature che volevamo. Era parte dell’idea di Steven di rendere il tutto più misterioso e non avere ovunque lo squalo. Uno dei momenti in cui mi sono reso conto che il tutto stava funzionando è la sequenza in cui appare all’improvviso e Roy Scheider dice “Ci serve una barca più grossa!”. Era perfetta.

Il film è caratterizzato dalla minaccia misteriosa, sottile, ma concreta dello squalo. A livello di tempo sullo schermo lo si vede poco, ma la sua minaccia è costantemente presente. Una delle voci nate attorno alla produzione fu legata proprio a questa assenza del “villain” dalle inquadrature. È stato detto infatti che la produzione aveva usato così poco lo squalo perché si erano accorti che in molte scene non era credibile. Queste affermazioni sono state prontamente smentite:

Non è andata affatto così. Eravamo fuori tempo e fuori budget, ma alla fine abbiamo avuto tutte le inquadrature che volevamo. Era parte dell’idea di Steven di rendere il tutto più misterioso e non avere ovunque lo squalo. Uno dei momenti in cui mi sono reso conto che il tutto stava funzionando è la sequenza in cui appare all’improvviso e Roy Scheider dice “Ci serve una barca più grossa!”. Era perfetta.

Richard Dreyfuss, nel 2018, aveva proposto di rifinire la creatura in digitale e proporre alle giovani generazioni una copia “aggiornata” del film. Alves ha prontamente sottolineato quello che secondo lui è il problema con la computer grafica: a fronte di grandi potenzialità e di grande realismo c’è però la tentazione di abusarne. È facile passare dall’avere uno squalo ad averne molti solamente perché sono facili da ricreare a computer.

Ho rivisto Lo squalo due anni fa in Catalina dove c’era un museo che esponeva per sei mesi le illustrazioni del film, Greg Nicotero aveva realizzato tre riproduzioni dei personaggi a grandezza reale. Una notte hanno fatto una proiezione del film sul grande schermo. Non lo vedevo al cinema da veramente tanto tempo e in quel momento ho capito che il cuore del film sono i tre personaggi. Tre persone differenti su una barca. Un vecchio pescatore irascibile, un biologo, e un poliziotto che non vuole essere lì. Il film non parla di uno squalo, ma della relazione tra queste tre persone. Il film è tutto questo, replicarlo oggi sarebbe come rifare Via col vento da capo.




Wolverine e Spider-Man: secondo un report saranno i nuovi leader dell’MCU

Oltre ad essere stato il primo protagonista del primo film, il Tony Stark di Robert Downey Jr. è stato senza dubbio il volto principale del Marvel Cinematic Universe in tutta la saga Infinity, con tutte le principali trame collegate a lui. Ora però che il suo Iron Man è ormai uscito di scena degnamente, la domanda che sorge spontanea è quella legata alla sua eredità. Senza dimenticare che il secondo personaggio più popolare e carismatico dell’MCU, Steve Rogers, è uscito di scena allo stesso modo in ENDGAME.

Molto probabilmente lo studios è tutt’ora alla ricerca di un nuovo “leader” che diventi centro narrativo sul quale costruire la nuova fase. In un primo momento si è ipotizzato che questo personaggio potesse essere Captain Marvel, considerato da molti il volto futuro di tutto il MCU. Ma proprio l’evoluzione che il personaggio ha avuta negli ultimi due capitoli ha lasciato molti dubbi su questa ipotesi, dato che il ruolo alla fine stato trattato palesemente cone un contorno anziché assumere le sembianze di potenziale riferimento e leader. Nell’arco dell’ultimo anno inoltre più volte è stata lanciata l’ipotesi che questo eroe potesse essere Spider-Man, ma anche qui i dubbi sono tanti e sopratutto sono legati tutti alla giovane età del personaggio, che è bel lontano dall’essere un uomo maturo.

Ebbene oggi la stessa fonte che ha rivelato il riavvio della saga su Percy Jackson e sul sequel Extraction in casa NETFLIX, ha diffuso un report che aggiunge alla lista di pretendenti un nuovo nome, ovvero WOLVERINE, un eroe già dalla fama consolidata e che proprio grazie all’acquisizione di 20th Century FOX è tornato alla casa madre. Pare che il report confermi che il piano attuale vede proprio WOLVERINE come personaggio che alla fine si affermerà come nuovo eroe leader del Marvel Cinematic Universe.

Secondo il report la Marvel ha tutta l’intenzione di giocare con LOGAN e all’inizio avrà solo un ruolo minore nella loro versione degli X-MEM, ma col tempo le intenzioni sono quelle di far diventare il personaggio uno dei principali volti di tutto il Marvel Cinematic Universe, un po’ come accaduto alla versione interpretata magistralmente da Hugh Jackman, il cui ultimo acuto LOGAN è considerato uno dei migliori film di supereroi mai usciti al cinema. Tuttavia è del tutto logico che Kevin Feige abbia tutta l’intenzione di procedere a piccoli passi con il personaggio, dato che la performance di Hugh Jackman non verrà facilmente dimenticata, ma il mutante con il corpo di adamntium è ancora uno dei personaggi più riconoscibili e popolari che hanno a disposizione.

A questo si aggiunge il fatto che secondo la fonte Carol Danvers ha un ruolo enorme da svolgere nell’immediato futuro del franchise, nonostante la battuta d’arresto avuta nelle ultime due puntate, ma i Marvel Studios coglieranno al volo l’occasione di sfruttare pienamente la popolarità di Wolverine e, lungo la strada, il personaggio sarà posizionato allo stesso livello di Captain Marvel e Spider-Man e diventerà uno dei tre nomi di principali della MCU.

Vi ricordiamo che i prossimi film in uscita del Marvel Cinematic Universe saranno in ordine di uscita Black Widow, Gli Eterni e Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings. Due dei quali serviranno ad introdurre potenzialmente nuovo “carismatici personaggi”.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.


MAN OF STEEL, TUTTI GLI ATTORI CHE HANNO QUASI INTERPRETATO SUPERMAN NEL FILM DI SNYDER

Il Superman di Henry Cavill è uno dei personaggi che i fan hanno più apprezzato del DCEU orchestrato da Zack Snyder, e non a caso l'attore è attualmente in trattative con Warner Bros. per il suo ritorno nel franchise. Tuttavia, prima di ingaggiare Cavill, lo studio aveva in mente altri interpreti per il ruolo dell'Uomo d'Acciaio.

Durante lo sviluppo di Man of Steel, infatti, la prima scelta per vestire i panni di Clark Kent era Matt Bomer: la star di White Collar aveva già partecipato nel 2002 ai provini per il film mai realizzato da J.J. Abrams e Brett Ratner, per il quale è stato però preferito Brandon Ruth.

Zack Snyder aveva anche messo gli occhi su Joe Manganiello, il quale aveva anche partecipato ad alcuni incontri con gli addetti al casting e i produttori, ma i suoi impegni con la serie HBO True Blood gli impedirono di partecipare al progetto. Alla fine, Manganiello fu ingaggiato dallo studio qualche anno più tardi per apparire nei panni di Deathstroke nella scena post-credit di Justice League.

Secondo alcuni report, inoltre, il regista aveva inizialmente pensato ad un Clark Kent dall'aspetto più mite, e per questo fu preso in considerazione Matthew Goode, che aveva già collaborato con Snyder per l'adattamento di Watchmen. Come sappiamo, però, il casting ha virato in una direzione più fedele ai fumetti di riferimento.

Mentre non ci sono notizie su un eventuale arrivo di Man of Steel 2, vi ricordiamo che Henry Cavill riapparirà nei panni dell'Uomo d'Acciaio nella Zack's Snyder Justice League, versione della pellicola che sarà pubblicata su HBO Max nel corso del 2021.


SPACE JAM, PARLA BILL MURRAY: "NESSUNO SI RICORDA DEL MIO ASSIST VINCENTE"

Ospite al Jimmy Kimmel Live, Bill Murray ha rivelato di aver compensato l'assenza delle competizioni sportive guardando The Last Dance, il documentario targato ESPN che racconta la leggendaria carriera di Michael Jordan. Durante la videochiamata, dove si è presentato seduto in una vasca da bagno, l'attore ha anche ricordato i tempi di Space Jam.

"Beh, ho recitato al fianco di Michael Jordan in Space Jam, e la gente si è dimenticata che l'assist per il canestro vincente era il mio. È stato dimenticato così facilmente..." ha scherzato l'attore. "Ho rubato la palla, ho fatto il passaggio, e non ho ricevuto niente in cambio! Non mi hanno neanche intervistato dopo la partita."

Scherzi a parte, Murray ha rivelato di essersi divertito molto durante le riprese del film, nel quale ha recitato insieme ad altre leggende dell'NBA come Larry Bird, Charles Barkley e Patrick Ewing.

Atteso nelle sale a luglio 2021 nonostante i rallentamenti nella post-produzione, Space Jam: A New Legacy vedrà invece come protagonista LeBron James: oltre alla star dei Los Angeles Lakers e agli immancabili Looney Tunes, dovrebbero apparire nel film altri nomi di spicco della pallacanestro americana come Klay Thompson, Anthony Davis, Damian Lillard e Chris Paul. Per altri approfondimenti, vi lasciamo a tutti i dettagli su Space Jam 2.


COLIN FARRELL: IL NUOVO PINGUINO DI THE BATMAN È UN GRANDE FAN DELLA TRILOGIA DI NOLAN

Vestirà i panni di Oswald "Pinguino" Cobblepot nell'attesissimo The Batman di Matt Reeves, reboot cinematografico dell'eroe DC con protagonista Robert Pattinson, ma in una recente intervista ai microfoni di Good Morning America l'amatissimo Colin Farrell ha avuto modo di parlare del suo amore per i Batman di Christopher Nolan.

Prima si sofferma sull'esperienza di poter partecipare a un film tanto importante nell'universo mainstream: "È tutto così entusiasmante. Far parte di questo universo che ha molte parole che fanno parte del mio lessico interno: Gotham City, Pinguino, Joker, Batman, Bruce Wayne, Harvey Dent e tutte le altre. È eccitante".

Continuando, poi, ha ammesso di essere un grandissimo fan della visione dark del Batman di Nolan: "Ovviamente sono un grande fan di quello che Christopher Nolan ha fatto con questo mondo e di come è riuscito a portarlo in vita al cinema, con un'immediatezza e un significato profondamente contemporanei. Dunque sì, anche solo far parte di questo folklore mainstream, di questa grande mitologia, è di per sé bellissimo".

Farrell ha anche rivelato che sia Adam West che Michael Keaton nei panni di Batman lo hanno ispirato a intraprendere la carriera dell'attore quando era molto più giovane: "Batman di Tim Burton è stato un po' il mio... no, aspetta, anche lo show con Adam West è maturato davvero bene negli anni. Quindi Batman da bambino, sì, molto, lo adoravo, non tanto in forma di fumetto ma nello show tv e nel film di Burton. Mi hanno cresciuto e ispirato".

The Batman vede nel cast anche Paul Dano nei panni dell'Enigmista e Zoe Kravitz in quelli di Catwoman, per un'uscita prevista nelle sale cinematografiche americane il 1° ottobre 2021.


LO SQUALO 3, IL REGISTA JOE ALVES AMMETTE: "E' EFFETTIVAMENTE ORRIBILE"

Nel corso di una recente intervista in occasione della distribuzione del nuovo home-video 4K de Lo Squalo 3, il suo autore Joe Alves ha parlato di quella che fino ad oggi è rimasto il suo unico lavoro come regista dopo una grande carriera di scenografo.

"È stato terribile", ha detto Alves a SYFY WIRE. "Mi è venuta l'idea di renderlo 3D. E così ho ottenuto il lavoro di regista, ma poi ho capito che non avevano nuove macchine cineprese per farlo. Erano tutte vecchie. Quindi abbiamo dovuto fare delle nuove camere e dovevamo testarle, ma c'era questo produttore televisivo, Alan Landsburg, che mi perseguitava: 'Veloce, veloce, veloce!'. Quindi è stato un film estremamente difficile già a partire dalla tecnologia, solo per girare le scene, perché sapevamo che non sarebbe stato bello da vedere e non abbiamo potuto testarlo. E' stato molto, molto difficile".

Alves, che aveva anche lavorato come scenografo su Lo Squalo di Steven Spielberg prima di tornare come produttore associato, scenografo e regista di seconda unità de Lo Squalo 2 - non ha avuto realizzare un final cut de Lo Squalo 3-D. "Avevamo stabilito una certa lunghezza, simile a quella degli altri due, e poi ancora Landsburg ha tagliato circa 20 minuti di relazioni personali fra i personaggi. Il che mi è andato bene. Ma comunque film ha avuto molto, molto successo, ha fatto molti soldi. Quindi ..."

Nonostante le critiche ampiamente negative, il film ha guadagnato infatti circa $88 milioni di dollari all'epoca.


KATE WINSLET E SAOIRSE RONAN IN UN DRAMMA LESBO: NUOVI DETTAGLI SU AMMONITE

Sarebbe stato presentato al Festival di Cannes 2020, l'interessante Ammonite di Francis Lee (La terra di Dio) con protagoniste Kate Winslet e Saoirse Ronan, ma a causa del lockdown dovuto alla Pandemia da Coronaviurs non è stato purtroppo possibile, e mentre si attende una data d'uscita il regista ha avuto modo di parlare del film.

Ambientato in una piccola cittadina costiera del Regno Unito nel 1840, il film racconterà la storia d’amore tra la paleontologa Mary Anning e una donna londinese di buona famiglia, alla quale si ritrova inaspettatamente a fare da bambinaia.

Parlando infatti con Entertainment Weekly, Lee ha definito Ammonite "una storia sul potere dell'amore, di una relazione profonda, intima e umana. Il potere del tocco e della speranza". Il regista ha rivelato di essere riuscito a ultimare il film sulla Anning, rivelando: "Non si tratta di un prodotto biografico. È solo ispirato alla vita di Mary Anning. Sono stato incredibilmente fortunato a poter lavorare con Kate Winslet e Saoirse Ronan, che interpretano due donne che sviluppano un rapporto molto intenso e intimo. Sono stato molto attratto da quel periodo storico grazie a questa meravigliosa ricerca sulle relazioni tra donne dello stesso sesso, ben documentata grazie a delle lettere che dimostrano anche dei rapporti straordinari, emotivi, intensi, per la vita. Poi era un periodo estremamente patriarcale, dove le donne venivano viste come mero possedimento dell'uomo, considerate addirittura incapaci di provare piacere dalla medicina. Mi è parsa una storia fantastica da raccontare e qualcosa che rompesse ogni schema dell'epoca".

Sony si occuperà della dsitribuzione in diversi territori internazionali, tra cui l'Italia, mentre Lionsgate e Transmission distribuiranno la pellicola rispettivamente nel Regno Unito e nella zona Australia/Nuova Zelanda.

Scritto e diretto da Francis Lee, già regista de La terra di Dio, il film è prodotto da See-Saw (Lion - La strada versione casa, Il discorso del re) e Fodhla Cronin O'Reilly (Lady Macbeth). La storia del film è spirata alla vita della paleontologa Mary Anning.


JURASSIC WORLD: DOMINION, ECCO PERCHÉ SARÀ UNICO RISPETTO AGLI ALTRI FILM DELLA SAGA

Al momento sappiamo che l'attesissimo Jurassic World: Dominion riprenderà più o meno esattamente da dove si erano interrotti gli eventi di Jurassic World: Il Regno Distrutto, con i dinosauri ormai liberi di vagare per il mondo, e il regista Colin Trevorrow è arrivato in questi giorni a confermare un dettaglio fondamentale.

Come sappiamo, tutti e cinque i capitoli del franchise, da Jurassic Park a Jurassic World, erano interamente o in larga parte ambientati su di un Isola, o Nublar o Sorna, con Il Regno Distrutto che ha messo in scena la distruzione naturale dell'Isla Nublar. L'esplosione del vulcano e interessi economici nascosti hanno poi spinto a salvare i dinosauri dal posto e portarli sulla terraferma, dove il susseguirsi degli eventi ha portato alla loro liberazione.

Ebbene, se avevate qualche sospetto, Colin Trevorrow in una recente intervista ha fugato ogni dubbio: Jurassic World: Dominion non sarà minimamente ambientato su di un'isola, vecchia o nuova che sia, e sarà il primo capitolo del franchise a introdurre questa novità. Significa discostarsi dalla formula originale facendo muovere i dinosauri in un ambiente grande ma controllato. In Dominion ci sarà totale libertà dei dinosauri e per questo molta meno sicurezza.

Jurassic World: Dominion vede nel cast Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Jeff Goldblum, Sam Neill e Laura Dern, per un'uscita prevista nelle sale americane l'11 giugno 2021.



Edited by Triplethor - 7/6/2020, 19:52
view post Posted: 6/6/2020, 15:26 MovieTown - Cinema

SABATO

06/06/2020



IL RE DI STATEN ISLAND: PRIMA CLIP PER IL NUOVO FILM DI JUDD APATOW

È disponibile la prima clip de Il re di Staten Island, la nuova commedia di Judd Apatow. Nel cast troviamo Pete Davidson, noto per essere un comico del Saturday Night Live e tra i protagonisti di The Suicide Squad, il prossimo capitolo delle avventure della Squadra Suicida diretto da James Gunn.

Il film è scritto da Davidson, Apatow e Dave Sirus (ex autore del Saturday Night Live), ed è semi-autobiografico per il protagonista. Dopo aver perso il padre, un vigile del fuoco morto in servizio l’11 settembre 2001, Davidson, come il personaggio da lui interpretato nel film, passò diversi anni senza una meta precisa, distrutto dalla scomparsa traumatica del genitore. Un tema che verrà dunque affrontato di petto nel film.

Al centro troviamo infatti Scott, un ragazzo che ha perso il padre da giovanissimo e, da allora, vive con la madre a Staten Island. Sogna di diventare un tatuatore, ma passa le sue giornate a fumare marijuana (un tratto comune a molti personaggi dei primi film di Apatow). Quando sua madre inizia una relazione con, ancora una volta, un vigile del fuoco, Scott è costretto ad affrontare i suoi demoni per tentare di rifarsi una vita.

Il cast è interessante: nei panni della madre di Scott c’è Marisa Tomei, mentre Bill Burr è il suo nuovo compagno. Vedremo inoltre Steve Buscemi, Maude Apatow, Pamela Adlon, Machine Gun Kelly e Kevin Corrigan. Il film, come in precedenza altri di Universal, come L’uomo invisibile e Trolls World Tour, verrà distribuito in America direttamente in VOD dal 12 giugno.


La sinossi
Scott (Davidson) ha sofferto di blocco della crescita sin da quando suo padre, un vigile del fuoco, è morto quando lui aveva sette anni. Ora è a metà strada tra i 20 e i 30, non ha raggiunto alcun traguardo e il suo sogno di diventare un tatuatore sembra sempre più lontano. Mentre la sua ambiziosa sorella minore (Maude Apatow) si dirige verso il college, Scott ancora vive con la sua esausta madre (il premio Oscar Marisa Tomei), un’infermiera del pronto soccorso. Passa i suoi giorni fumando erba, uscendo con gli amici Oscar (Ricky Velez), Igor (Moises Arias) e Richie (Lou Wilson), e frequentando di nascosto la sua amica del liceo Kelsey (Bel Powley).

Ma quando sua madre inizia a frequentare Ray (Bill Burr), un vigile del fuoco sbruffone, la cosa mette in moto una catena di eventi che costringeranno Scott ad affrontare il lutto e fare i primi timidi passi verso una nuova vita.




AUGURI PER LA TUA MORTE: C’È ANCORA SPERANZA PER UN TERZO CAPITOLO

Costato poco meno di 5 milioni di dollari, Auguri per la tua Morte è riuscito ad incassarne 123 in tutto il mondo. Un ottimo risultato, che si è concretizzato in un sequel, Ancora auguri per la tua morte, che pur non rivelandosi all’altezza del capitolo originale (64 milioni incassati a fronte di un budget di 9 milioni) si è in ogni caso rivelato vincente.

Un terzo capitolo, però, non è mai riuscito ad entrare in lavorazione. Secondo il regista Christopher Landon non si farà mai, oltretutto, ma il produttore Jason Blum sembra pensarla in maniera diversa.
Intervistato da Entertainment Tonight, Blum ha detto che non c’è niente di ufficiale al momento, ma l’idea non è mai stata del tutto abbandonata:

Lascia che te lo dica, ci lavoro costantemente. Credimi. Ci sto provando.

Diretto da Christopher Landon (Paranormal Activity: The Ghost Dimension), autore anche della sceneggiatura con Scott Lobdell, Auguri per la tua Morte si propone come una versione horror di Ricomincio da capo. Il film racconta la storia di una giovane studentessa (Jessica Rothe), costretta a rivivere il giorno in cui è stata uccisa per scoprire l’identità del suo killer.


IN HALLOWEEN KILLS CI SARÀ ANCHE IL DR. LOOMIS?

Lo scorso febbraio – prima che il mondo precipitasse nell’emergenza Coronavirus – si sono svolti in quel di Los Angeles i primi test screening di Halloween Kills, il sequel di Halloween diretto da David Gordon Green.
A distanza di tempo emergono alcuni interessanti dettagli riguardanti quelle proiezioni.
Una fonte – ovviamente segreta – avrebbe infatti rivelato al sito Dark Universe, che nel film ritroveremo il Dr. Loomis, storico personaggio interpretato da Donald Pleasence nella saga.
Nello specifico sembra che Loomis comparirà in un flashback del 1978, anche se resta da vedere come, dato che l’attore è morto nel 1995.
Come sempre vi terremo aggiornati su ogni sviluppo.

Ricordiamo che i sequel di Halloween, l’horror diretto da David Gordon Green nato come secondo capitolo della saga inaugurata da John Carpenter negli anni ’70 saranno due: Halloween Kills e Halloween Ends, in arrivo rispettivamente nel 2020 e nel 2021.

Confermato il ritorno di Jamie Lee Curtis nel ruolo di Laurie Strode, con lei ci saranno anche il regista, il co-sceneggiatore Danny McBride e lo stesso Carpenter, che parteciperà nuovamente come produttore e scriverà la musiche.

Nel cast troveremo anche alcuni volti noti della saga, come Anthony Michael Hall, Kyle Richards e Robert Longstreet, e Nancy Stephens, meglio conosciuta come l’infermiera Marion Chambers.


ANNECY 2020 ONLINE – PARTECIPERANNO JENNIFER LEE, HENRY SELICK, CLEMENTS E MUSKER

Indecisi per l’accredito ad Annecy 2020 Online (15-30 giugno)? Gli annunci relativi alle masterclass potrebbero farvi cambiare idea! Da lunedì 15 a martedì 30 giugno potrete seguire:

Cartoon Network Studios: The Art of Storyboarding

Parteciperanno:

Mic GRAVES, Series Director, The Amazing World of Gumball, Executive Producer & Series Director, Elliott From Earth – CARTOON NETWORK;
Julia POTT, Creator, Summer Camp Island – CARTOON NETWORK STUDIOS;
Alabaster PIZZO, Storyboard Artist, Summer Camp Island – CARTOON NETWORK STUDIOS;
Chuck KLEIN, Director, Apple & Onion – CARTOON NETWORK STUDIOS
Sexual Violence in Animation by the Blies Brothers (22 giugno 14-15)


Tre film: Zero Impunity, Ghostdance e Aimer moins per analizzare il potere dell’animazione nel parlare della violenza sessuale. Zero Impunity sarà inoltre disponibile durante il festival.

A Conversation Between Henry Selick and Bruno Coulais (compositore)
Parleranno del ruolo della musica nel film di Selick e della loro collaborazione in Coraline, e nel loro prossimo film Wendell & Wild.

A Conversation with Dean DeBlois Live (18 giugno 17-18)

Ron Clements and John Musker: On Animation, Carreers and IndustyLive (19 giugno 18-19.30)

Se non riuscirete a seguire gli appuntamenti in diretta, potete recuperarli su Annecy Online fino al 30 giugno.

WORK IN PROGRESS (WIP)

Tra i titoli in programma Primal di Genndy Tartakovsky, Interdit aux chiens et aux Italiens, Inu-Oh di Masaaki Yuasa, Le Sommet des dieux, Len y el canto de las ballenas, New Gods: Nezha Reborn e Les Hirondelles de Kaboul.

Baobab Studios ci mostrerà un estratto di Baba Yaga. Si potrà vedere dal 15-30 giuno, il Q&A sarà live il 22 giugno (18-19). Al panel parteciperanno:

Maureen Fan, Baobab Studios’ co-founder,
Eric Darnell, co-founder/director,
Larry Cutler, co-founder/CTO.

E diversi membri chiave del team:

Kane Lee, Head of Content,
Mathias Chelebourg, Co-director,
Ken Fountain, Animation Supervisor,
Glenn Hernandez, Production Designer.

Anteprime

Ne segnaliamo due: Connected (Superconnessi) di Mike Rianda e Jeff Rowe, prodotto da Phil Lord e Christopher Miller, della SONY PICTURES ANIMATION.

I filmaker che stanno lavorando da remoto per completare la pellicola, daranno assieme al team artistico gli ultimi aggiornamenti e uno sguardo esclusivo.

Yakari di Xavier Giacometti e Toby Genkel, prodotto da DARGAUD MEDIA, WUNDERWERK GMBH e BELVISION, distribuito da BAC FILMS.

La Calesita di Augusto Schillaci, prodotto da REEL FX

Making Of

Quattro i Making Of di questa edizione, ma particolare attenzione meritano:

Chicken Run

Per il ventennale del film Nick Park e Peter Lord raccontano il dietro le quinte di questa pellicola miliare della Aardman nel campo dell’animazione.

Into the Unknown: Making Frozen 2 – A Filmmakers’ Panel

La regista e Chief Creative Officer dei Walt Disney Animation Studios Jennifer Lee e il co-regista Chris Buck condividono il dietro le quinte sulla creazione di questa pellicola e della serie Into the Unknown: Making Frozen 2 a lui dedicata.


Fast & Furious, il manager di Paul Walker sporge denuncia per delle commissioni non corrisposte

Matt Luber, il manager di Paul Walker, scomparso alcuni anni fa a causa di un incidente, ha deciso di sporgere denuncia per il mancato pagamento di commissioni derivanti da Fast & Furious e da altri progetti.
Venerdì Matt Luber e la sua società Luber Roklin Entertainment hanno fatto causa alla Vagrant Inc., la società cooperativa a cui si era affidato Walker.

Il motivo è che tutto a un tratto la società ha smesso di versare le percentuali dovute a Luber per il lavoro svolto nei 20 anni in cui ha fatto da manager per l’attore. Luber sostiene di aver ricevuto delle commissioni del 5% per anni dopo la morte della star di Fast and Furious, ma la compagnia si è rifiutata di continuare a farlo dal 2018 in poi.

“Non ci sono mai stati problemi con il versamento delle commissioni fin quando alla Vagrant non è subentrata la nuova dirigenza” ha denunciato il legale di Luber, John Fowler. “Non c’è alcun senso e nessuna logica nell’interruzione dei pagamenti dopo due decenni“.
Luber ha fatto causa alla Vagrant per violazione di un contratto verbale e con la richiesta di una dichiarazione formale di ciò che gli andrebbe corrisposto. Come si legge nella denuncia, Luber chiede nello specifico il 5% dei guadagni di Paul Walker ricavati dal lavoro ottenuto o negoziato dalla sua mediazione (incluso Fast & Furious), sia in senso retroattivo che futuro.


Drew Struzan mostra nel dettaglio il poster del film TV “L’avventura degli Ewoks”

Il leggendario artista Drew Struzan negli ultimi giorni si è divertito mostrando online ai suoi fan i più disparati poster da lui realizzati nel corso della sua carriera.

Nelle scorse ore ad esempio Struzan ha deciso di mostrare online nel dettaglio il poster da lui realizzato per L’Avventura degli Ewoks (Caravan of Courage: An Ewok Adventure), il film per la TV trasmesso dalla ABC nel 1984, uno spin-off della saga di Star Wars dedicato agli Ewok, la razza aliena vista sulla luna boscosa di Endor in Il Ritorno dello Jedi.

https://twitter.com/DrewStruzan/status/126...9853312/photo/1

Nel cast tornano Mark Hamill (Luke Skywalker), Anthony Daniels (C-3PO), Billy Dee Williams, Carrie Fisher (grazie a materiale d’archivio) e ovviamente i nuovi protagonisti Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas Suotamo, Billie Lourd (figlia di Carrie Fisher), Lupita Nyong’o. Nuovi membri del cast sono Naomi Ackie, Keri Russell e Richard E. Grant.

Scritto da Abrams con Chris Terrio, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan.

Nella troupe John Williams (colonna sonora), Dan Mindel (fotografia), Rick Carter e Kevin Jenkins (scenografi), Michael Kaplan (costumi), Neal Scanlan (creature e droidi), Maryann Brandon e Stefan Grube (montaggio), Roger Guyett (effetti visivi), Tommy Gormley (primo assistente regista) e Victoria Mahoney (regista di seconda unità).


Artemis Fowl: l’azione entra nel vivo nel nuovo trailer italiano del film in arrivo su Disney+

La Disney ha diffuso in rete un nuovo trailer italiano di Artemis Fowl, il film in uscita il 12 giugno 2020 sulla piattaforma streaming Disney+.

Questa la sinossi del film:

Discendente di una lunga stirpe di menti criminali, il geniale dodicenne Artemis Fowl è protagonista di un’avventura fantastica e avvincente mentre tenta di ritrovare il padre misteriosamente scomparso. Con l’aiuto della sua fedele guardia del corpo Leale, Artemis parte per ritrovarlo e così facendo scopre l’esistenza di un’antica civiltà nascosta: il mondo incredibilmente avanzato delle fate. Ipotizzando che la scomparsa di suo padre sia collegata in qualche modo a questo mondo segreto, lo scaltro Artemis escogita un piano pericoloso che lo coinvolgerà in un duello di astuzia contro le potentissime fate.

Adattato per il grande schermo dal pluripremiato drammaturgo Conor McPherson, il film vede l’esordiente Ferdia Shaw nel ruolo di Artemis Fowl, mentre Lara McDonnell (Scrivimi ancora) interpreta il Capitano Spinella Tappo, un’elfa esuberante e piena di energia che viene rapita da Artemis, il quale chiede come riscatto l’oro delle fate.

Nella città di Cantuccio, situata nel mondo sotterraneo delle fate, la vincitrice dell’Oscar Judi Dench (007 – Skyfall) interpreta il Comandante Tubero, leader del reparto di ricognizione della LEPrecupero, il corpo di polizia delle fate, mentre Josh Gad (La Bella e la Bestia) veste i panni di Bombarda Sterro, un nano cleptomane che cerca di salvare Spinella. In superficie Nonso Anozie (Cenerentola) interpreta Leale, la guardia del corpo della famiglia Fowl, Tamara Smart (Una strega imbranata) è sua nipote Juliet, mentre Miranda Raison (Assassinio sull’Orient Express) interpreta Angeline, la madre di Artemis.

Nel cast anche Josh McGuire (Questione di tempo), Hong Chau (Downsizing – Vivere alla grande), Nikesh Patel (Attacco al potere 2), Michael Abubakar (Trust Me), Jake Davies (X+Y), Rachel Denning (Doctor Who), Matt Jessup (Dread), Simone Kirby (Alice attraverso lo specchio), Sally Messham (Allied – Un’ombra nascosta) e Adrian Scarborough (Les Misérables).




Candyman: la regista Nia DaCosta non vede l’ora di mostrare il film al pubblico

Venerdì prossimo, il reboot di Candyman diretto da Nia DaCosta e prodotto da Jordan Peele sarebbe dovuto arrivare nei cinema.
Come noto, il film è stato poi rimandato a settembre a causa dell’emergenza sanitaria attualmente in corso e, qualche ora fa, la regista ha espresso tutta la sua eccitazione al pensiero di poter finalmente mostrare il film al pubblico il prossimo settembre.

Del cast fanno per ora parte Yahya Abdul-Mateen II (Aquaman), Teyonah Parris (Se la Strada potesse Parlare), Nathan Stewart-Jarrett (Misfits) e Colman Domingo (Fear The Walking Dead).

L’uscita della pellicola è fissata al 25 settembre.

A seguire potete trovare la sinossi (via Amazon) del Candyman – Terrore dietro lo Specchio approdato nei cinema nel 1992 per la regia di Bernard Rose, visto che quella del nuovo progetto è ancora tenuta “sotto chiave”:

La giovane studiosa Helen Lyle, ricercatrice presso l’università dell’Illinois e moglie del professor Trevor Lyle, docente di antropologia, è sorpresa nel constatare quanto il mito urbano di Cyndyman, un leggendario negro, autore misterioso di efferati delitti sia radicato nell’immaginario di non pochi giovani studenti. Decisa a sfatare tale mito, si reca a Chicago con la sua assistente Bernadette Walsh, ad esplorare nella zona malfamata di Cabrini Green, uno stabile labirintico in estremo degrado, abitato unicamente da negri in miseria, dentro il quale, stando alla leggenda, proprio un geniale ritrattista negro si era innamorato un secolo prima della giovane donna che stava ritraendo su commissione suscitando l’ira del padre della ragazza che, dopo averlo orrendamente mutilato e seviziato, l’aveva fatto morire.


Bill Murray ricorda la lavorazione di Space Jam e il Jordan Dome: “Michael non mi ha mai invitato a giocare”

Se avete visto The Last Dance, la docu-serie con Michael Jordan i Chicago Bulls su Netflix, sapete già che in una puntata vengono mostrati degli interessanti retroscena dal set di Space Jam, il cult di Joe Pytka arrivato nei cinema italiani nel 1997 interpretato proprio da MJ, Bill Murray e le star dei cartoni Warner.
Nell’episodio otto, abbiamo la possibilità di vedere alcuni rari dietro le quinte dalla pellicola che riuniva la star della pallacanestro con i Looney Tunes nello specifico alcune riprese degli allenamenti e delle “partitelle” (il virgolettato è d’obbligo, visto che gli altri giocatori erano tutte stelle dell’NBA) che Michael Jordan effettuava nelle pause fra le riprese nel cosiddetto “Jordan Dome”.

Nel corso dell’episodio si vede infatti che il giocatore si fece costruire un capanno proprio nei pressi degli studi per continuare a giocare durante le riprese.

Come ricordato da Jordan:

Dissi [alla Warner Bros]: “Guardate, devo allenarmi, mi serve un posto in cui esercitarmi”. Mi risposero: “Oh, non preoccuparti. Te lo possiamo costruire”. E lo fecero.

In una puntata del podcast di Steve Kerr (ex dei Chicago Bulls dell’epoca Jordan) e Pete Carroll, Bill Murray ricorda la lavorazione di Space Jam sottolineando, in maniera chiaramente ironica, che Michael Jordan non lo invitò mai a giocare una partita nel Jordan Dome:

È incredibile, costruirono un campo da basket di dimensioni regolamentari. Per un singolo film dedicarono un’intera area alla costruzione di un campo da basket comprensivo di sala pesi, una roba splendida, ed era fantastico girarci dentro. Non mi hanno mai invitato a giocare eh, ma era divertente guardare. Immagino che le mie scarpe non fossero abbastanza nuove!

Erano letteralmente a dei livelli di bravura assurdi, c’erano giocatori di ogni tipo, quelli più giovani e quelli più grandi, gente che magari era già fuori dalla NBA. Un sacco di gente diversa per una situazione davvero unica. E guardarli giocare era uno sballo.


Alle “partitelle” di cui sopra partecipava gente come Reggie Miller, Charles Oakley, Pat Ewing e Larry Bird e, difatti, lo stesso Bill Murray nota che:

Era come vedere un All Star Game su base quotidiana. Tutti quelli che stavano agli studi della Warner per uno show tv o un film veniva lì a curiosare. I fratelli Wayans venivano ogni giorno. Queen Latifah veniva spessissimo. C’erano le altre star di Space Jam. C’erano comedian, celebrità di serie A, gente che aveva il posto fisso in prima fila alle partite dei Lakers.

Eppure, anche se non ha mai avuto modo di giocare a basket con MJ, Murray è comunque riuscito a praticare uno spot insieme al leggendario giocatore dei Bulls: il golf, di cui erano entrambi grandi appassionati.

Quando giri un film, dopo le varie sessioni devono spegnere le macchine da presa per 45 minuti o un’ora circa. E in quelle pause ce ne andavamo a giocare a golf. Eravamo Larry Bird, io e Michael Jordan. Era divertente giocare con lui e frequentarlo, rendeva più agevole la stessa lavorazione del film.


Atto di forza, Paul Verhoeven racconta un aneddoto sulla prostituta dai tre seni

Paul Verhoeven è tornato a parlare con The Ringer di Atto di forza – Total Recall, il film di fantascienza da lui diretto nel 1990, basato su un racconto di Philip K. Dick e interpretato da Arnold Schwarzenegger; il regista, che il mese prossimo compirà 82 anni, ha ricordato nello specifico la prostituta dai tre seni interpretata da Lycia Naff raccontando un curioso aneddoto.
I seni furono realizzati dal mago del trucco e degli effetti speciali Rob Bottin e fu proprio lui a proporre di limitarsi all’aggiunta di un terzo seno visto che il regista ne voleva… quattro:

Avevo scoperto che alcune donne hanno non due ma quattro capezzoli. Come i cani. È così, queste persone esistono, ricordo di aver visto delle foto quando frequentavo l’università. Così proposi quattro seni e quattro capezzoli, con due grossi seni e due più piccoli al di sotto. Rob Bottin, se non sbaglio, mi disse che era una cosa fin troppo realistica per il film, e che tre seni sarebbero stati, diciamo, più nello stile del film.

Sulla proposta di Bottin il regista ha allora ammesso: “Aveva ragione“.


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No Time to Die: spoiler dai documenti delle riprese a Matera

Attenzione: la notizia che segue contiene spoiler su No Time to Die

Le riprese di No Time To Die sono, ovviamente, finite da un pezzo considerato che il film doveva uscire ad aprile, per essere poi rimandato a novembre a causa dell’emergenza nuovo Coronavirus.

Comprensibilmente, gli aggiornamenti sulla lavorazione e, soprattutto, quelli relativi alla promozione della pellicola hanno subito un drastico stop, ma, nel mentre, alcuni materiali di produzione, nella fattispecie documenti giornalieri, sono trapelati online.

Il celebre fansite di James Bond MI6 ha pubblicato quanto riportato da alcuni call sheet (i fogli con i dettagli delle scene girate quotidianamente e con la lista degli attori/personaggi necessari per quella data giornata di lavoro) risalenti a quando la produzione di No Time to Die si trovava in quel di Matera che sono stati messi in vendita su eBay.

Si tratta di dettagli sui personaggi e sulle scene che, però, finiscono anche per citare in maniera diretta il finale della pellicola.

Come nostra prassi, ci limiteremo a citare le parti più generiche, quelle che vanno meno a detrimento della fruizione del film da parte di chi, magari, è curioso di conoscere qualche anticipazione lasciando al lettore la facoltà di esaminare sul sito che le ha riportate rendendole di dominio pubblico.

L’attore di Game Night Billy Magnussen interpreta Ash, un agente della CIA che coordinerà la ricerca di Bond

Viene fornito un po’ di contesto su alcune scene viste nel trailer come quella in cui Bond e Madeleine (Léa Seydoux) stanno nuotando della Grotta della Poesia in Puglia così come in quella con l’inseguimento automobilistico durante la quale Madeleine sembra avere una crisi di fiducia
Viene confermato che la tana di Safin si trova su un pinnacolo sottomarino di un’isola

Una delle scene finali del film si svolgerà proprio sull’isola di Safin (Rami Malek) dove compariranno anche Madeleine, il nuovo 007 Nomi (Lashana Lynch) e una bimba di 5 anni di nome Mathilde


No Time to Die sarà distribuito dalla MGM con Annapurna negli USA e dalla Universal nel resto del mondo a partire da novembre 2020.

Tra i luoghi scelti per le riprese la Giamaica, la Norvegia, l’Italia e Londra.

Questa la sinossi ufficiale:

Bond ha abbandonato gli impegni in prima linea e si gode una tranquilla vita in Giamaica. La sua pace ha vita breve dopo che il vecchio amico Felix Leiter della CIA si palesa con una richiesta d’aiuto. La missione ha l’obiettivo di recuperare uno scienziato rapito e si rivela molto più complessa di quanto atteso: Bond sarà messo alla prova da un misterioso nemico dotato di una nuova arma tecnologica.

Scritto da Neal Purvis e Robert Wade, Scott Z. Burns e Phoebe Waller-Bridge, oltre che da Cary Fukunaga che è anche regista, il film vede nel cast Daniel Craig, Lea Seydoux, Naomie Harris, Ben Whishaw, Rory Kinnear e Ralph Fiennes. Tra i nuovi ingressi del nuovo 007 troviamo Lashana Lynch, David Dencik, Ana De Armas, Billy Magnussen, Dali Benssalah e Rami Malek.


Green Lantern: John David Washington diventa Lanterna Verde in una fan art firmata da BossLogic

John David Washington nei panni di Green Lantern?! Perché no?!
Moltissimi fan della DC aspettano da tempo un (nuovo) cinecomic dedicato a Green Lantern. Qualche anno fa era stato messo in cantiere dalla Warner Bros. Green Lantern Corps, anche se nessuna notizia sul progetto è più stata diramata negli ultimi tempi. La piattaforma streaming HBO dalla sua ha messo in lavorazione anche una serie televisiva dedicata a Lanterna Verde. Ma nell’attesa di scoprire di più sui sopracitati progetto BossLogic ha voluto immaginare una sua versione del supereroe DC, facendolo interpretare in una suggestiva fan art da John David Washington, attore che presto vedremo sul grande schermo in Tenet di Christopher Nolan.

Durante il Comic-Con del 2018 Geoff Johns aveva brevemente parlato del progetto cinematografico di Green Lanter Corps:

È una rivisitazione completa, proprio come ho fatto con Green Lantern Rebirth. Spero di poter consegnare alla Warner Bros. e alla DC una sceneggiatura buona, che piaccia e che vogliano sviluppare. Celebra la mitologia reinventandola in maniera diversa, chi ha letto la mia run di Lanterna Verde troverà molte linee in comune.

Qua sotto potete leggere la sinossi del film di Lanterna Verde con Ryan Reynolds uscito nelle sale nel 2011:

In un universo tanto vasto quanto misterioso, una piccola ma potente forza esiste da secoli. Protettori di pace e giustizia, vengono chiamati Green Lantern Corps. Una fratellanza di guerrieri che hanno giurato fedelta’ all’ordine inter-galattico, Green Lantern indossa un anello che gli conferisce dei super poteri. Ma quando un nuovo nemico Parallax minaccia di distruggere l’equilibrio del potere nell’Universo, il loro destino ed il destino della Terra e’ nelle mani della nuova recluta, il primo essere umano mai scelto: Hal Jordan.




Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il design del D-wing starfighter in alcuni concept art

Il conceptual artist Matthew Savage ha diffuso in rete sul suo profilo Instagram alcuni concept art dal lui realizzati per Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il nono film della saga di Star Wars diretto da J.J. Abrams e uscito nelle sale a dicembre.
I concept in questione ci mostrano il design del D-wing starfighter.
Nel cast tornano Mark Hamill (Luke Skywalker), Anthony Daniels (C-3PO), Billy Dee Williams, Carrie Fisher (grazie a materiale d’archivio) e ovviamente i nuovi protagonisti Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas Suotamo, Billie Lourd (figlia di Carrie Fisher), Lupita Nyong’o. Nuovi membri del cast sono Naomi Ackie, Keri Russell e Richard E. Grant.

Scritto da Abrams con Chris Terrio, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan.

Nella troupe John Williams (colonna sonora), Dan Mindel (fotografia), Rick Carter e Kevin Jenkins (scenografi), Michael Kaplan (costumi), Neal Scanlan (creature e droidi), Maryann Brandon e Stefan Grube (montaggio), Roger Guyett (effetti visivi), Tommy Gormley (primo assistente regista) e Victoria Mahoney (regista di seconda unità).

Potete vedere tutto il materiale qua sotto:


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Josh Trank voleva una Susan Storm nera in Fantastic 4 ma la Fox glielo impedì: “Avrei dovuto lasciare il film”

Fantastic 4 – I Fantastici Quattro è stato avvolto dalle polemiche fin dal casting, quando cioè venne annunciato che Michael B Jordan avrebbe interpretato Johnny Storm.

In un’intervista a Geeks of Color, il regista Josh Trank ha svelato che tuttavia i suoi piani per la parte di sua sorella erano diversi, e che inizialmente non aveva pensato a Kate Mara per la parte: l’idea infatti era che anche Susan Storm fosse nera. Fu la 20th Century Fox a non approvare la decisione:

Ci furono parecchie conversazioni molto controverse, dietro le quinte, riguardo la possibilità che avessimo una Sue Storm nera. A me interessava molto avere un Johnny Storm nero, una Susan Storm nera e un Franklin Storm nero. Quando lavori con uno studio gigantesco su un film come Fantastic Four, tutti vogliono dimostrare di avere una mentalità aperta per quanto riguarda le star… eppure quando arrivammo al punto, trovai molta resistenza all’idea di coinvolgere un’attrice nera per la parte.

Il risultato fu piuttosto curioso, e la decisione di coinvolgere un attore nero per la parte della Torcia Umana ricevette diverse critiche da alcuni fan dei fumetti. Trank prova tuttora molto imbarazzo per la vicenda:

Quando ci ripenso mi rendo conto che avrei dovuto lasciar perdere e andarmene. Mi sento profondamente in imbarazzo per questa cosa, per non essermene andato per principio. Perché questi non sono i valori che perseguo nella vita, non sono mai stati i miei valori. Sono una persona che afferma sempre quanto sia importante lottare per ciò in cui si crede, anche se significa rovinare la propria carriera. Mi sento a disagio per non aver insistito su quella vicenda, è come se avessi fallito su quel fronte.

Il film un flop colossale, e difficilmente una decisione diversa sul casting di Susan Storm l’avrebbe salvato, tuttavia questa vicenda dimostra come l’intervento dello studio condizionò la pellicola fin dall’inizio. Trank qualche settimana fa ha svelato numerosi retroscena su come andò la produzione di Fantastic 4.


Marvel e altre grandi produzioni: quanto sarà difficile ripartire?

Potrebbe non essere così facile per titoli come Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings tornare sul set in seguito alla pandemia di Covid-19. A metà dello scorso marzo, tantissime produzioni di film e serie tv sono state momentaneamente bloccate a causa dell’emergenza Coronavirus. Naturalmente, le conseguenze per l’industria cinematografica sono state a dir poco disastrose, con diversi membri del settore che si sono ritrovati dall’oggi al domani senza lavoro.

Tra le produzioni che sono state rimandate, oltre al già citato Shang-Chi, nuovo film della Fase 4 del MCU, figurano anche gli attesissimi The Batman, Jurassic World: Dominion e Avatar 2. La vera domanda che oggi tormenta la maggior parte degli addetti ai lavori ma anche dei cinefili è la seguente: quando potranno davvero ripartire queste produzioni? Un segnale di ripresa si è già avuto nelle ultime settimane, quando diverse città hanno annunciato che nei prossimi mesi le riprese di film e serie tv potranno ricominciare, sempre rispettando tutta una serie di norme di sicurezza.

Tra le produzioni che dovrebbero tornare attiva a breve figura Avatar 2: sappiamo infatti che James Cameron sarebbe atterrato in Nuova Zelanda e, dopo un periodo obbligatorio di quarantena (circa due settimane), dovrebbe finalmente essere in grado di poter tornare sul set. Sempre di recente abbiamo appreso che anche le riprese di Mission Impossibile 7 dovrebbero ripartire a Settembre: buona parte del film dovrebbe essere realizzata nei teatri di posa di Londra, con la speranza di poter tornare a girare nelle location attorno al mondo inizialmente stabilite, una volta passata l’estate.

Stando ad un nuovo report di The Wrap, Avatar 2 potrebbe rappresentare un’eccezione, e che non tutti i film potrebbero tornare in produzione così velocemente. Proprio come qualsiasi altra area pubblica del lavoro che necessita di riaprire in questo periodo nonostante la pandemia, anche i set cinematografici saranno costretti a rispettare tutta una serie di nuove norme di sicurezza al fine di tutelare la salute di tutte le persone coinvolte.

Nel report della fonte si legge: “Gli studi stanno ancora determinando il modo in cui verranno implementati questi nuovi protocolli sui progetti cinematografici di varie dimensioni, in particolare blockbuster come The Batman, Jurassic World: Dominion e Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings”. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalle misure di sicurezza e dai protocolli che verranno adottati dai singoli paesi del mondo…

Sebbene molte produzioni abbiano ottenuto il consenso da parte delle autorità sanitarie e politiche per poter tornare sul set (come nel caso di The Batman e Animali Fantastici 3 nel Regno Unito), dovranno trovare il modo più sicuro per poter lavorare senza alcun tipo di rischio. Ciò potrebbe richiedere più tempo del previsto, quindi è probabile che non sarà così facile tornare sui set entro i prossimi mesi. Naturalmente, ogni produzione è diversa dalle altre, con alcune che potrebbero essere già pronte a ripartire entro poche settimane, come Jurassic World: Dominion, le cui riprese dovrebbero ripartire a Luglio
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Suicide Squad: i reshoot hanno alterato la timeline originale

Il regista David Ayer ha confermato che i reshoot di Suicide Squad, in particolare quelli relativi alla backstory di Harley Quinn (Margot Robbie), hanno ufficialmente cambiato l’originale timeline in cui si sarebbe dovuto inserire il cinecomic. Adesso che la Snyder Cut di Justice League vedrà finalmente la luce (su HBO Max, il prossimo anno), il fandom della DC si sta concentrando sul prossimo obiettivo da raggiungere: la release della Ayer Cut di Suicide Squad.

Nonostante la campagna a favore della Director’s Cut del cinecomic uscito nel 2016 non abbia ricevuto lo stesso sostegno di quella nata a favore della Snyder Cut, è comunque riuscita a catalizzare l’attenzione del web, soprattutto nelle ultime settimane e anche grazie al coinvolgimento in prima persona di David Ayer, che di recente ha iniziato a svelare dettagli sempre più inediti sulla “sua” versione del cinecomic.

Grazie all’intro del film che presenta i vari personaggi della storia, veniamo a conoscenza di un dettaglio molto particolare sulla storia di Harley Quinn: la Mattacchiona, infatti, è stata complice del Joker di Jared Leto nell’omicidio di Robin, il giovane assistente di Batman. Secondo una prima versione della storia partorita da Ayer, Batman si sarebbe vendicato della morte del suo amico strappando i denti al Clown Principe del Crimine, e costringendolo ad indossare dei finti denti in metallo.

Tornando al film, Suicide Squad ci mostra il momento del primo incontro tra Harley e il Joker, ed è palese in quella scena che il Joker abbia già i suoi denti in metallo: ciò suggerisce che Joker ha ucciso Robin prima di incontrare Harley. Sui social, dopo che un fan ha dichiarato che sarebbe stato interessante capire di più sul coinvolgimento di Harley nell’omicidio di Robin, un altro fan ha sottolineato che quel dettaglio nel film è stato aggiunto da qualcuno che probabilmente non conosceva tutta la storia e le idee iniziali di Ayer.

A confermarlo è stato lo stesso David Ayer, che su Twitter – in risposta ai due fan – ha scritto: “Sì. Hanno spezzato la mia timeline. Johns lo ha aggiunto”. Il Johns a cui fa riferimento Ayer è Geoff Johns, che all’epoca dell’uscita di Suicide Squad era a capo della DC Films. Non è la prima volta che Ayer sottolinea come i suoi piani originali per il film siano stati cambiati durante le riprese aggiuntive. Ad esempio, il regista aveva già rivelato che Harley avrebbe dovuto innamorarsi di Deadshot (Will Smith) e non finire col Joker, e che il personaggio di Diablo (Jay Hernandez) non sarebbe dovuto morire.

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will Smith, Margot Robbie, Jared Leto, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Cara Delevingne, Viola Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia
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51 anni e una pandemia dopo, Stallone riesce a finire la sceneggiatura del film su Edgar Allan Poe

È dagli anni 70 che Sylvester Stallone desidera portare al cinema un film biografico sul celebre autore horror Edgar Allan Poe. La reclusione in casa dovuta alla pandemia gli ha dato il tempo per finire la sceneggiatura.

Secondo Sylvester Stallone "nessuno sa quanto gli può mancare qualcosa se non la perde" e ora "le persone hanno capito quanto gli manca l'intrattenimento e, appena ripartirà il cinema, abbatteranno le porte per entrare". In una video intervista con il magazine Deadline, l'attore e regista americano ha raccontato come ha trascorso la quarantena. "Per fortuna c'è stato lo streaming, ma uscire di casa, vedere i manifesti e gli allestimenti fa parte del processo creativo che risale all'Antica Grecia" spiega Stallone dicendo che c'è stato un momento in cui ogni attore, sceneggiatore, regista o produttore deve aver avuto il terrore di cadere nell'oblio, pensando "e se non tornasse più niente?".

Quindi cosa ha fatto Sly confinato a casa in questo periodo? "Ho appena finito Poe, dopo... 51 anni. Non so se è un buon script, ma è finito" confessa con un gran sorriso. È dagli anni 70, da prima di Rocky, che l'attore desidera portare sul grande schermo un film biografico su Edgar Allan Poe, il celebre scrittore americano autore di romanzi horror e polizieschi vissuto nel 1800. Un anno fa su Instagram Stallone scriveva a proposito di questo progetto: "Raggiungere i propri obiettivi è una lunga strada, ma vale la pena compiere il viaggio. È un viaggio senza fine e mi odierei se non provassi a continuarlo nel migliore dei modi, cercando di portarlo a termine e di dire un giorno, ce l'ho fatta. Avrò pure impiegato 45-50 anni, ma ci sono riuscito. Ad ogni modo, è a questo che sto lavorando, e si tratta di una delle sfide più grandi della mia vita". C'è voluta dunque una reclusione forzata in casa affinché Sylvester finisse questo script perché, nonostante abbia scritto molte sceneggiature dei suoi film, "scrivere non è divertente", dice in chiusura di intervista, "è come farsi asportare la milza attraverso il naso tirata da un camion".


SHAZAM!, LO SCENEGGIATORE CONDIVIDE LO SCRIPT DELLE SCENE INEDITE PER BENEFICENZA

Lo sceneggiatore di Shazam!, Henry Gayden, ha ideato un modo creativo e originale per sostenere la campagna Black Lives Matter: condividere lo script delle scene inedite del film con star Zachary Levi.
L'iniziativa si svolgerà nel corso di una settimana e ogni giorno l'autore chiederà di compiere una donazione ad alcune organizzazioni benefiche.

Gayden ha scritto online: [color=yellow]"Per sette giorni pubblicherò delle scene mai girate tratte dalla sceneggiatura di Shazam! e vi chiederò di donare - ogni cifra aiuta! - ai veri eroi che sono lì fuori permettendo di far avvenire dei cambiamenti in tempo reale".


I tre estratti dello script pubblicati fino a questo momento rivelano delle versioni alternative dei super-test che compiono Billy e Freddy.
Tra le battute non mancano nemmeno dei riferimenti a Superman.

https://twitter.com/HenryGayden/status/126...9987712/photo/1

Shazam! racconta le avventure di Billy Batson (Asher Angel) e del suo magico alter-ego Shazam (Zachary Levi). Nel film si assistono alle origini del super eroe e lo si vede alle prese con il villain Doctor Sivana (Mark Strong) e le sue forze del male.

Nel cast anche Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews e Marta Milans nella parte dei membri della famiglia a cui viene dato in affidamento il giovane protagonista. Alla regia del progetto, prodotto per New Line Cinema, c'era David F. Sandberg, mentre la sceneggiatura è stata firmata da Henry Gayden e Darren Lemke.


ORIGINAL SIN: ANGELINA JOLIE E LE SCENE DI NUDO TAGLIATE DAL FILM

Fino ad oggi quella di Original Sin rimane una delle numerose scene di nudo, e di sesso, in cui compare Angelina Jolie, e non la sua controfigura, ad essere stata tagliata dalla versione finale del film. Il girato scartato dalla pellicola non è mai stato rilasciato e nemmeno mostrato all'estero in nessuna versione del film.

Tra gli altri film in cui le scene di sesso dell'attrice sono state tagliate possiamo menzionare Hackers, la cui scena di nudo cancellata dal film può essere vista nel trailer; Playing God, pellicola in cui la Jolie ha avuto due scene di sesso che sono state tagliate anche se anch'esse sono visibili nel trailer. Una scena cancellata da Il collezionista di ossa includeva una sorta di introduzione al personaggio interpretato dall'attrice americana in cui la detective faceva sesso con il suo ragazzo.

In un'intervista la Jolie ha dichiarato: "Durante le riprese del film ho iniziato a frequentare quello che verso la fine della produzione sarebbe diventato mio marito. Sono cambiata molto, non sono la stessa donna che era prima di questo film. Non avevo mai provato un amore di questo tipo, un amore in cui ti sembra di vivere con il tuo migliore amico, senza trucchi, senza segreti."

Il film è stato accolto negativamente dalla critica, ottenendo un punteggio del 12% su Rotten Tomatoes basato su 91 recensioni. Il critico Roger Ebert, invece, ha scritto una recensione positiva a proposito della pellicola. Angelina Jolie fu nominata per un Razzie Award come peggior attrice per il suo ruolo in questo film e per quello in Lara Croft: Tomb Raider, ma il premio fu assegnato a Mariah Carey per la sua performance in Glitter.


IL SIGNORE DEGLI ANELLI, ANDY SERKIS: "MI AVEVANO CONSIGLIATO DI RIFIUTARE IL RUOLO DI GOLLUM"

Il Signore degli Anelli ha mostrato Andy Serkis nell'iconico ruolo di Gollum e l'attore ha ora svelato che gli era stato consigliato di rifiutare la parte.
Ora è impossibile immaginare la trilogia tratta dai romanzi di J.R.R. Tolkien senza l'interpretazione della star e non si può che essere felici della sua scelta di non seguire il consiglio ricevuto.

Nei film diretti da Peter Jackson uno dei personaggi principali è proprio Gollum che è stato realizzato sfruttando nel migliore dei modi la tecnologia che in quegli anni era nelle prime fasi di sviluppo. Andy Serkis ha anticipato i tempi sul set dei film Il signore degli anelli e ha raccontato quanto accaduto dopo che l'agente gli aveva parlato del possibile ruolo.
L'attore ha ricordato: "Mi ricordo che ero a Praga a lavorare a un adattamento di Oliver Twist e ho detto all'altro attore con cui stavo lavorando: 'Penso che andrò in Nuova Zelanda per interpretare questo personaggio digitale'. Ha detto 'La tua faccia apparirà sullo schermo?'. Ho risposto 'No, non ci sarà'. Ha replicato 'Amico, mi terrei alla larga'".

Durante la reunion virtuale del cast del film organizzata da Josh Gad, Serkis aveva inoltre dichiarato: "Peter Jackson aveva detto 'Non sono esattamente certo di come lo faremo, ma proveremo questo nuovo metodo chiamato motion capture. Vogliamo che qualcuno sia sul set per interpretare Gollum, ma nessun attore potrebbe essere realmente come lo immaginiamo'".


CATS, LA PERFORMANCE DI JAMES CORDEN NON HA CONVINTO NEMMENO ANDREW LLOYD WEBBER

Il compositore Andrew Lloyd Webber, uno dei co-creatori del popolare musical di Broadway Cats, ha criticato l'interpretazione di James Corden nel fallimentare adattamento cinematografico di Tom Hooper.

A quanto pare non è facile trovare dei complimenti da elargire nei confronti del film targato Universal uscito lo scorso anno nei cinema degli Stati Uniti e a febbraio in alcune sale italiane, titolo ormai considerato uno dei più eclatanti esempi di flop cinematografico.
Andrew Lloyd Webber, co-creatore dello spettacolo Cats si è ora aggiunto alla lista delle persone rimaste deluse dall'adattamento cinematografico che non hanno esitato a condividere la propria opinione.

Durante il commento audio registrato per la versione filmata del musical realizzata nel 1998, Webber ha infatti tirato quella che sembrerebbe proprio essere una frecciatina nei confronti dell'interpretazione di James Corden del personaggio di Bustopher Jones, a quanto pare ritenuta eccessivamente sopra le righe e poco fedele all'originale: "Il vero Bustopher è quello senza interruzioni, come l'ho scritto io. Diffidate dalle altre versioni. Intendo quelle con tutta una serie di interpolazioni che non sono nemmeno divertenti, che tra l'altro ho pregato di tagliare. Sono riuscito a far rimuovere almeno le peggiori, se non altro. Non riuscirei a dirvi quanto fosse così poco T.S. Eliot in questa canzone".

Come vedete, Corden non è nominato direttamente, ma non è difficile cogliere il riferimento, considerando anche l'ingente quantitativo di battutine appartenenti alla sua versione del personaggio.


STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI, IL BAMBINO CON LA SCOPA VORREBBE TORNARE COME JEDI IN FUTURO

Se l'attenzione dei fan di Star Wars è tutta per John Boyega a supporto del Black Lives Matter, le parole di un altro giovane personaggio apparso in Star Wars: Gli Ultimi Jedi hanno destato un certo interesse.

Stiamo parlando di Temirlan Blaev, interprete di Temiri Blagg, il bambino che si allea con la Resistenza e decide di liberare i Fathier, per far sì che Rose e Finn riescano a fuggire da Canto Bight. Nel finale del film abbiamo visto il piccolo Temiri dimostrare una spiccata propensione nei confronti della Forza, visto che la usava per raccogliere una scopa (gesto che gli è valso il soprannome di "ragazzo della scopa"), prima di mettersi ad osservare le stelle in uno speranzoso finale che preannunciava un futuro prospero per lui.

Il dodicenne ha avuto modo di parlare del suo personaggio con lo Youtuber Jamie Stangroom: "Credo che fosse qualcosa di inaspettato, ma la reazione di tutti è stata 'Chi è questo ragazzo? Cosa potrebbe significare tutto ciò? È il prossimo Jedi? Chi è? Credo che abbia generato una grande discussione sull'identità del mio personaggio".

Sull'eventuale ritorno di Temiri in un futuro progetto di Star Wars ha dichiarato: "Potrebbe esserci la possibilità di continuare davvero la storia del personaggio. Credo che potrebbe succedere, sarei sicuramente interessato". Ciò non è stato possibile nell'episodio diretto da J.J. Abrams, anche se i fan non avevano escluso la possibilità di vederlo in scena come nuovo padawan di Rey: "Non ne ero sicuro, sarebbe potuto succedere, certo, e il regista avrebbe continuato la mia storia, concentrandosi su come Rey mi avesse allenato ed aiutato, ma allo stesso tempo mi chiedo: sono davvero così importante? Ho un grande ruolo o sono soltanto un ragazzo, un ragazzo fortunato in una galassia lontana lontana?".

Dato che la Skywalker Saga si è conclusa, è difficile immaginarlo come personaggio centrale nei prossimi film, ma gli autori potrebbero decidere di inserirlo in qualche progetto parallelo ambientato dopo la fine del Primo Ordine. Cosa ne dite? Potrebbe funzionare come nuovo Jedi? Intanto i fan hanno scoperto che Rian Johnson ha tagliato una scena importante da Episodio 8, e ha inserito un riferimento nascosto ad Han Solo.


THE BATMAN: MARK STRONG SI TRASFORMA NEL GLACIALE MR. FREEZE IN QUESTA FAN ART

Sembra proprio che l'unico riferimento al mondo dei ghiacci in The Batman sarà il Pinguino di Colin Farrell, ma i fan hanno già iniziato a pensare a quali villain potrebbero affollare le strade di Gotham nell'ipotetico sequel: che ci sia spazio per Mr.Freeze?

I fan dell'Uomo Pipistrello in effetti hanno avuto un'unica occasione per ammirare il villain sul grande schermo e a dire il vero l'interpretazione di Arnold Schwarzenegger non ha convinto proprio tutti, in quello che è considerato uno dei più grandi flop tra i film dedicati a Batman (Batman & Robin). Per questo l'artista William Grey ha deciso di dare una seconda possibilità al personaggio, e l'attore scelto per la parte è Mark Strong, già noto agli appassionati di cinecomic per i ruoli in Shazam!, Kingsman e Kick Ass.

Nell'immagine notiamo che il look sembra essere molto aderente a quello visto nei fumetti, ripreso anche nei videogiochi della serie Arkham: non può mancare la tuta utile per mantenere il corpo del villain a temperature bassissime, gli occhiali rossi e la carnagione spenta e cinerea, perfettamente in linea con le tonalità del ghiaccio.


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ARNOLD SCHWARZENEGGER HA ODIATO IL PRIMO TRAILER DI ATTO DI FORZA: ECCO PERCHÉ

Tra le pellicole più apprezzate della carriera di Arnold Schwarzenegger, Atto di Forza (Total Recall) di Paul Verhoeven si è affermato come un vero e proprio cult della fantascienza anni '90. Tuttavia, prima dell'uscita del film, la star era preoccupata per l'accoglienza del pubblico a causa del primo trailer ufficiale, che riteneva non all'altezza delle ambizioni della pellicola.

"Sembra il trailer di un film di 20 milioni di dollari, quando in realtà è costato qualcosa come 50 milioni (65 milioni per la precisione, ndr). Un budget enorme per quei tempi" ha spiegato l'attore a The Ringer, prima di raccontare la sua conversazione con l'allora presidente di Sony Pictures, Peter Guber. "Lo conoscevo molto bene, e gli dissi 'Peter, devi darmi una mano con questa cosa'. Sapevo che era molto impegnato con le faccende dello studio, ma lo avvertii che quel film avrebbe potuto fare un sacco di soldi. Gli dissi 'Non hanno capito di cosa parla la storia e il modo in cui venderla'"

Grazie ai consigli della star, lo studio commissionò un nuovo trailer al team artefice del marketing de L'Impero colpisce ancora, che riuscì a valorizzare l'impatto degli effetti speciali e delle scene d'azione facendo crescere a dismisura l'attenzione del pubblico nei confronti della pellicola. Il risultato? Atto di forza incassò ben 261 milioni di dollari ottenendo il quinto posto del box office globale del 1990 (dietro Ghost, Mamma ho perso l'aereo, Pretty Woman e Balla coi lupi).

Basato su un racconto breve di Philip K. Dick, lo ricordiamo, nel 2012 il film ha dato vita ad un remake con protagonista Colin Farrell.


HOLLYWOOD: C'È LA DATA PER IL RITORNO SUL SET, MA GLI STUDIOS NON SONO ANCORA PRONTI

Dopo aver svelato i dettagli sui protocolli di sicurezza che stanno mettendo in difficoltà grandi produzioni come The Batman e Jurassic World: Dominion, The Wrap ha ora reso noto il comunicato ufficiale del governo della California per il ritorno sul set, che non avverrà prima del 12 giugno.

"Le produzioni di musica, film e TV potranno riprendere in California, si raccomanda non prima del 12 giugno 2020, su approvazione da parte degli agenti della sanità pubblica della contea all'interno delle giurisdizioni, in seguito alla loro analisi dei dati epidemiologici locali, inclusi i casi su 100.000 abitanti, il tasso di test positivi e la preparazione locale a supporto di un'ondata di assistenza sanitaria, popolazione vulnerabile, tracciabilità dei contatti e test" si legge nel comunicato diffuso dal California Department of Public Health.

Come vi abbiamo già raccontato, in ogni caso è comunque improbabile che le produzioni dei titoli più attesi possano riprendere regolarmente la prossima settimana: gli studios e i vari sindacati stanno ancora discutendo su come applicare le stringenti misure di sicurezza previste per il ritorno sul set, oltre che sulla possibilità di nominare dei responsabili che garantiscano la loro applicazione, e al momento non è stata comunicata alcuna data concreta per la ripartenza dei lavori.

Nei giorni scorsi, diverse fonti interne a Hollywood hanno infatti rivelato a The Wrap che le grandi produzioni sono ancora a settimane (se non mesi) di distanza dal ritorno sul set.

Stando ad un recente report, i Marvel Studios avrebbero programmato le riprese aggiuntive di WandaVision per luglio.


MARVEL STUDIOS, HERCULES È FINALMENTE IN ARRIVO? ECCO IL NUOVO RUMOR

Vociferato da tempo tra i protagonisti de Gli Eterni, notizia che però non ha trovato conferma neanche dopo la presentazione del cast e dei personaggi del film, Hercules potrebbe essere finalmente pronto al suo debutto nel Marvel Cinematic Universe.

L'interesse intorno al personaggio è cresciuto nelle scorse ore in seguito ai misteriosi post di alcuni insider, come Jeremy Conrad di MCU Cosmic e Daniel Richtman, e prontamente è arrivata l'indiscrezione in esclusiva da parte di The Cinema Spot. Secondo quanto riportato dal sito, infatti, i Marvel Studios starebbero pianificando l'arrivo di Hercules nel franchise.

I dettagli sulla futura apparizione del personaggio, che per il momento rimane un semplice rumor, non sono ancora stati rivelati, ma lo studio avrebbe a sua disposizione diverse possibilità: Hercules potrebbe essere introdotto proprio ne Gli Eterni, visto che secondo alcune voci la pellicola potrebbe includere le Terre Selvagge, o in altri titoli come Loki (che dovrebbe esplorare il multiverso) e She-Hulk, ma chiaramente si tratta di pura speculazione.




FLASH, ECCO PENN BADGLEY COME REVERSE FLASH IN UNA FANART PIUTTOSTO CONVINCENTE

Ancora nessuna nuova sul fronte film di Flash, ma dati anche i problemi dovuti alla pandemia globale, non ci si aspettava certo di vedere iniziare le riprese da un momento all'atro. Intanto però, su internet continuano a spuntare fanart, e quella che vediamo dopo il salto ci mostra Penn Badgley nel ruolo di Reverse Flash.

L'attore di Gossip Girl e You veste i panni del famigerato villain DC, che nella serie targata The CW abbiamo invece visto con il volto prima di Tom Cavanagh e poi di Matt Letscher.

"Dunque, è praticamente confermato che vedremo una qualche versione di Reverse Flash nel film su Flash, dato che sarà ispirato all'arco narrativo di Flashpoint, perciò ecco il mio design di come potrebbe essere il costume di Reverse Flash nel DCEU, ispirato da quello di Injustice 2. Credo che @pennbadgley che interpreta Joe Goldberg in You potrebbe essere un buon Reverse Flash" scrive l'artista, registrato su Instagram come Bobby Art.

In realtà non conosciamo ancora i dettagli della pellicola diretta da Andy Muschietti (se non, per l'appunto, che dovrebbe basarsi su quella specifica storyline), anzi, ultimamente parrebbe anche che ci potrebbero essere dei recast per dei ruoli importanti, sebbene non si sappia ancora cosa ne sarà di Ezra Miller, che ricordiamo è stato recentemente protagonista di una vicenda piuttosto enigmatica.

Insomma, il film di Flash è ancora un grande punto interrogativo, nonostante la sua uscita sia stata anticipata di una settimana, ovvero al 2 giugno 2021.


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INDEPENDENCE DAY: SVELATO IL TITOLO ORIGINALE DEL CULT CON WILL SMITH E JEFF GOLDBLUM

Independence Day: il film ispirato la festa statunitense del 4 luglio è passato alla storia proprio per il suo nome, con cui raccontava liberazione suprema della razza umana, quella dalla conquista aliena. E se il titolo fosse stato un altro? A svelarci questo inaspettato colpo di scena il protagonista Bill Pullman.

Secondo l'interprete del presidente a stelle e strisce Thomas J. Whitmore per il progetto si pensò inizialmente al titolo Doomsday, che in inglese significa "giorno del giudizio universale" (non a caso è anche il nome di uno dei maggiori villain di Superman!).

Fu solo grazie alla battuta, divenuta poi celebre, "Oggi combattiamo per la sopravvivenza della razza umana, oggi è il giorno in cui l'umanità ha detto a un solo grido 'Noi non ce ne andremo in silenzio nella notte!'. Oggi festeggiamo il nostro Giorno dell'Indipendenza!", che i produttori cambiarono idea e virarono sul titolo divenuto poi definitivo.

"Girammo quella scena di notte, ovviamente, ed era molto tardi anche se avevamo iniziato a girare addirittura prima dell'orario stabilito perché proprio in quel momento Dean Devlin e Roland Emmerich [sceneggiatore e regista] stavano discutendo con la Fox sul titolo del film. Se non sbaglio doveva essere 'Doomsday', o almeno questo è quello che aveva scelto la Fox: in quel periodo era il titolo perfetto per un disaster movie."

L'attore ha poi continuato: "Devlin ed Emmerich volevano disperatamente che si chiamasse 'Independence Day', così per convincerli dovetti pronunciare quel discorso in maniera impeccabile. Dopodiché Dean montò il girato, venne da me e mi chiese se volevo vedere la scena completa. Ricordo che pensai 'Oddio, devono assolutamente ricredersi sul titolo' e così fecero".

Dopo l'acclamato film del 1996, nel 2016 è uscito il secondo capitolo della saga, che però non è piaciuto al regista Roland Emmerich, il quale dichiarò persino che non avrebbe mai dovuto realizzare Independence Day: Resurrezione. Inizialmente si pensò addirittura ad un terzo capitolo di Independence Day, successivamente scartato e se volete una piccola chicca sull'argomento scoprite dal versione deepfake di Independence Day con Donald Trump.


JOHN WICK 4: KEANU REEVES È IL MIGLIORE SUL SET, PAROLA DELLO STUNTMAN

Che Keanu Reeves sia un eccellente attore è cosa risaputa, così come il fatto che la sua fama è superata, forse, solo dalla grande professionalità che il divo di Hollywood ha sempre dimostrato di avere. A darne nuova conferma anche Jeremy Fry, lo stuntman che ha doppiato il nostro nell'intero franchise di John Wick.

In una recente intervista Fry ha infatti dedicato parole d'affetto e di stima al collega con cui da anni condivide set, sudore e alcune delle più avvincenti scene d'azione del cinema contemporaneo: "È una di quelle persone che dà senza risparmiarsi e lavora fino allo stremo. Ogni singola voce sulla sua bravura e bontà d'animo è vera al 110%"

Lo stuntman ha poi continuato raccontando anche una delle ultime scene che li hanno impegnati sul set di John Wick 4:

"C'era una scena in cui volevamo che Keanu passasse appena sopra la videocamera, ma allo stesso tempo volevamo che rimanesse fissa su di lui. Ci abbiamo lavorato per parecchio tempo perché era una scena complessa, ma alla fine siamo riusciti a girarla: ha fatto davvero un eccellente lavoro. È sempre interessante per me quando gli attori vogliono girare da soli i propri stunt, soprattutto quando possono usare dei professionisti ben sapendo che il pubblico non noterà mai lo scambio, ma Keanu sa esattamente cosa fare e quando farlo. Non ha mai detto 'Voglio fare questo e quello' perché ha una totale fiducia nelle scelte di Chad Stahelski e sa che richiede la sua presenza solo per le scene che sa essere assolutamente sicure e fattibili".

Nonostante le parole di Fruy abbiano confermato quello che già sapevamo, fa sempre piacere sapere che uno degli attori più amati del cinema è anche un professionista a 360 gradi e soprattutto che la cosiddetta Keanitude non è solo una percezione esterna che il pubblico ha di Reeves, ma qualcosa che vive quotidianamente.

A proposito di rassicurazioni è stato confermato che John Wick 4 e Matrix 4 non si scontreranno ai box-office, come invece si era precedentemente temuto, ma ciò non vuol dire che i problemi non siano di casa in una produzione così importante, come quelli che Halle Berry ha avuto sul set di John Wick 4.


THE BATMAN, BILL SKARSGARD È TERRIFICANTE NEI PANNI DI JOKER IN UNA NUOVA FAN ART

Sul fatto che Bill Skarsgard sia stato probabilmente ciò che più di tutto abbia funzionato in IT: Capitolo Uno e Capitolo Due siamo probabilmente tutti d'accordo: che i film siano piaciuti o no, il Pennywise dell'attore è stato decisamente convincente. Perché, allora, non dargli un'opportunità in un film come The Batman?

Certo, il film di Matt Reeves sembra aver già fatto il pieno per quanto riguarda la questione villain: il Pinguino di Colin Farrell e l'Enigmista di Paul Dano dovrebbero bastare a soddisfare anche i fan più esigenti, ma chi non vorrebbe una ciliegina sulla torta?

Ciliegina che, come sempre quando si parla di villain di Batman, corrisponde al nome di Joker: sono in tanti a fremere per vedere una nuova interpretazione del personaggio dopo quella acclamatissima di Joaquin Phoenix e quella risultata ai più deludente di Jared Leto, e chi meglio di Bill Skarsgard potrebbe ereditare il ruolo che fu di Heath Ledger?

Su Instagram è dunque saltata fuori questa fan art che ritrae Skarsgard nei panni di un Joker molto simile a quello dei fumetti.


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JOSH TRANK SI PENTE DI NON AVER LASCIATO FANTASTIC 4 PER UN CONFLITTO SUL CASTING

Ultimamente si è tornato a parlare di Fantastic 4, il fallimentare cinecomic del 2015 che ha cercato di rilanciare la celebre famiglia Marvel sul grande schermo. Il regista Josh Trank, tornato in attività con Capone, non si fa problemi a parlarne, ma non vuole che venga realizzata la sua director’s cut, e preferisce lasciarsi quel film alle spalle.

Comunque, nuovi dettagli sulle sue controversie produttive continuano a emergere. Molti fan non gradirono la scelta di Michael B. Jordan nel ruolo di Johnny Storm / Torcia Umana, personaggio storicamente bianco nei fumetti, ma Trank voleva spingersi persino oltre: la sua idea iniziale era di avere anche Susan Storm afroamericana, come lo stesso Johnny e il padre Franklin (Reg E. Cathey). Il cineasta l’ha rivelato a Geeks of Color, spiegando come quest’idea sia stata osteggiata dalla produzione:

Ci sono state molte discussioni controverse dietro le quinte. Ero per lo più interessato ad avere una Sue Storm nera, un Johnny Storm nero e un Franklin Storm nero. Ma quando si lavora con uno studio a un film così grande, tutti vogliono tenere la mente aperta su chi saranno le grandi star. Del tipo, “Magari sarà Margot Robbie”, o qualcosa del genere. Ma quando è arrivato il momento di prendere decisioni, ho trovato molte resistenze verso il casting di un’attrice nera in quel ruolo.

Alla fine è stata scelta Kate Mara, attrice che non è proprio una “grande star” se paragonata a Margot Robbie o altri grossi nomi di Hollywood (ma forse la Fox sperava che avrebbe seguito quella strada). Per giustificare la diversità etnica, Sue è diventata la figlia adottiva di Franklin. Col senno di poi, Josh Trank si pente di non aver lasciato il film:

Ripensandoci adesso, me ne sarei dovuto andare quando capii cosa stava succedendo, e mi imbarazza non averlo fatto per principio, poiché quelli non sono i valori che difendo nella mia vita, e non lo erano allora. Parlo sempre di difendere ciò in cui credo, anche se significa bruciare la mia carriera, e mi dispiace non essere andato fino in fondo su quel problema. Sento di aver fallito da quel punto di vista, ma fu una situazione strana e sfortunata, non so in che altro modo dirlo.

Casting a parte, sappiamo che la versione uscita nelle sale è stata disconosciuta dallo stesso Trank. Il regista di Chronicle aveva concepito un film ispirato al body horror di David Cronenberg, in particolare a Scanners e La mosca, per offrire al pubblico una rilettura molto cupa e “terrena” del quartetto. La Fox però non ne fu convinta, e pare che fosse anche insoddisfatta del comportamento del cineasta sul set, ritenuto “aggressivo” e “inaffidabile”. I produttori, tra cui lo sceneggiatore Simon Kinberg, cambiarono il film con pesanti reshoot, e l’esito si rivelò disastroso.

Se volete vederlo, il film è disponibile nel catalogo di Disney+, poiché la Casa di Topolino l’ha acquisito insieme agli altri asset della Fox.


ENTER THE FAT DRAGON – TRAILER DEL REMAKE CON DONNIE YEN

Sammo Hung dirisse e interpretò nel 1978 il film Enter the Fat Dragon una parodia del film di Bruce Lee: L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente.

La pellicola era anche una satira del fenomeno del Bruceploitation, in voga negli anni ’70, in cui si assumevano attori assomiglianti a Lee per fare dei film di arti marziali dopo la sua morte.



A inizio anno a Hong Kong è uscito nelle sale Enter the Fat Dragon diretto da Kenji Tanigaki e Wong Jing, con Donnie Yen nella parte del protagonista.

L’attore ha spiegato che la sua versione non è necessariamente un remake, mentre per Jing le due pellicole condividono solo il titolo.

Ecco il trailer che pone grande attenzione alle scene d’azione e ci rivela poco sulla trama:



La sinossi:

Enter the Fat Dragon è una cronaca esilarante degli eventi che hanno trasformato il super-sportivo super poliziotto Fallon Zhu (Donnie Yen) in un glorificato impiegato degli archivi con una grande passione per gli snack. Dopo una disperata richiesta di un vecchio collega, Zhu fa squadra con un sapiente ristoratore che maneggia il wok per risolvere un misterioso omicidio – e fa il suo ultimo tentativo per riguadagnare il suo lavoro e la sua fidanzata.

Non è la prima volta che Yen indossa una tuta imbottita, cinque anni fa lo avevamo visto in questo spot:




TENET – LA WARNER STA CERCANDO UNA NUOVA DATA DI USCITA?

Dalla National Association of Theatre Owners è arrivata una buona notizia: il 90% delle sale cinematografiche dovrebbero riaprire entro il 17 luglio, data di uscita di Tenet negli Stati Uniti, ma non è detto che il film si attenga ai piani.

Jeff Sneider scrive su Collider che, stando alle sue fonti, il colossal di Christopher Nolan sarà comunque rinviato, e la Warner sta cercando una nuova data. Non è facile, però: il calendario è già affollato di grosse uscite (quasi tutte slittate a causa dell’emergenza Covid-19), e lo studio potrebbe essere costretto a piazzare Tenet in luogo di Wonder Woman 1984 o magari Dune, previsti rispettivamente per agosto e dicembre.

Il punto è che, anche se il 90% delle sale americane riaprisse entro metà luglio, il restante 10% potrebbe essere rappresentato dai cinema di Los Angeles, New York City, San Francisco e Chicago, ovvero quattro aree metropolitane che incidono moltissimo sul mercato. Inoltre, le sale riaperte dovranno rispettare la distanza sociale, quindi non potranno offrire la totalità dei posti disponibili.

La Warner però non ha ancora ufficializzato nulla, e queste sono solo indiscrezioni: prendetele con il beneficio del dubbio. Vi terremo aggiornati.

La sinossi ufficiale
Armato solo di una parola – Tenet – e in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, il Protagonista è coinvolto in una missione attraverso il crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, che si svolgerà al di là del tempo reale.
Non un viaggio nel tempo. Ma Inversione.


Oltre a John David Washington e Robert Pattinson, nel cast figurano anche Kenneth Branagh, Michael Caine, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy e Himesh Patel.

Il copione è stato scritto dallo stesso Christopher Nolan. La colonna sonora è opera di Ludwig Göransson (Black Panther); il direttore della fotografia è Hoyte van Hoytema (La talpa, Interstellar, Dunkirk); la direttrice del montaggio è Jennifer Lame; lo scenografo è Nathan Crowley; il costumista è Jeffrey Kurland; mentre il supervisore degli effetti speciali è Andrew Jackson.

Tenet è stato girato sia in IMAX sia in 70mm, e le riprese si sono svolte in sette paesi.


Atlantis: L’impero perduto, il regista sul sequel mai realizzato e su un grande colpo di scena

Nel corso di una lunga chiacchierata con il regista Kirk Wise (La Bella e la Bestia, Il gobbo di Notre-Dame), Collider ha scoperto non solo che un sequel di Atlantis: L’Impero perduto era un progetto effettivamente in cantiere, ma anche che il misterioso antagonista sarebbe stato un personaggio che ben conosciamo, con tanto di colpo di scena finale.
Ma andiamo con ordine.

Kirk Wise ha scritto e co-diretto (insieme a Gary Trousdale) Atlantis: L’impero perduto nel lontano 2001, uno degli ultimi lungometraggi in animazione 2D della Walt Disney; il successo del film aveva fatto sì che si sviluppassero molte idee attorno al progetto Atlantis, tra cui una serie animata che avrebbe seguito le orme della squadra di esploratori protagonista del film, una sorta di X-Files versione steampunk, chiamata Team Atlantis.

Dopo soli tre episodi il progetto è stato accantonato ma, invece di buttare via il materiale a cui si era lavorato, lo si è rielaborato per ottenere un prodotto a sè, riassemblato in modo da ottenere un unico lungometraggio che è stato distribuito direttamente in home video e “spacciato” come sequel di Atlantis: L’Impero perduto con il titolo Atlantis: Il ritorno di Milo.

Il prodotto era ben lontano dall’essere un vero e proprio sequel, cosa alla quale Kirk e il suo team (con John Sanford alla supervisione della sceneggiatura e Gary Trousdale sempre alla regia) stavano lavorando, tanto da avere già una bozza di trama ben delineata e titolo (che Wise non ricorda):

Che ci crediate o no, avevamo un vero sequel in cantiere. John, Gary e io avevamo concepito un’idea per il sequel di Atlantis. Non aveva niente a che fare con la serie tv, si trattava di un lungometraggio e di un sequel di Atlantis a tutti gli effetti!

La trama avrebbe condotto ad un terzo arco con un grande colpo di scena. Ci serviva prima di tutto un nuovo grande antagonista per la storia: avrebbe indossato abiti colossali e imponenti che richiamavano la Prima Guerra Mondiale, con tanto di spaventosa maschera a gas che ne avrebbe coperto il viso, un po’ alla Darth Vader se possiamo dirlo. Questo “cattivo” avrebbe cercato di nuovo di riconquistare Atlantide e finire il lavoro che Rourke aveva iniziato ma che non era stato in grado di portare a termine.


Il grande colpo di scena e climax finale del film sarebbe stata la scena in cui questo personaggio si sarebbe tolto la maschera, rivelando il volto di.. Helga Sinclair!

Come tutti quelli che sono cresciuti con questo film ricordano, Helga Sinclair era la seconda in comando dell’antagonista principale (Rourke), una donna spietata e bellissima, una femme-fatale di origine tedesca che nell’aspetto e nelle caratteristiche ricordava un perfetto mix tra Jessica Rabbit e Elsa Schneider (Indiana Jones e l’ultima crociata).

Nello scontro finale, Helga veniva tradita da Rourke che la faceva cadere in un precipizio e che tutti credevano quindi morta (non prima però di averla fatta pagare al suo ex-socio, usando le sue ultime forze per sparargli uno dei colpi che sarebbero risultati determinanti nella sua sconfitta).

Quindi, come sarebbe tornata Helga? Wise spiega:

Helga sarebbe quindi sopravvissuta alla caduta e, in questa sua nuova reincarnazione, sarebbe diventata uno dei primi cyborg del ventesimo secolo (in accordo col tono steampunk del film), radunando il suo team di mercenari.

Collider anticipa altre interessanti novità dalla chiacchierata con Kirk Wise, riguardanti Atlantis e il ruolo che avrebbe potuto avere nella storia della Disney, quindi restate connessi per altre curiosità in arrivo!


Star Wars: Ahmed Best tornerebbe nei panni di Jar Jar Binks, ma “dipenderebbe dalla storia”

Difficile dimenticarsi, per un motivo o per un altro, di Jar Jar Binks, protagonista di diverse gag (e polemiche) della trilogia prequel di Star Wars, da La minaccia fantasma a La vendetta dei Sith.
Ahmed Best, che ha interpretato il Gungan, è di recente tornato a parlare del personaggio su Twitter, rispondendo a un fan che gli chiedeva della possibilità di tornare nei panni di Jar Jar, ed ecco la sua risposta:

Tornerei come Jar Jar Binks, ma dipenderebbe tutto dalla storia.

Insomma, l’unico motivo che spingerebbe Ahmed Best a tornare come Jar Jar Binks per il franchise di Star Wars sarebbe una buona e valida storia che coinvolga il suo personaggio.

Leggi anche: Star Wars: l’attore di Jar Jar crede che Episodio I rifletta la visione di Lucas meglio dei film Disney
In un nostro recente articolo vi avevamo già parlato del coinvolgimento di Jar Jar Binks e di Ahmed Best nei piani del franchise per quanto riguardava Disney+ e la serie su Obi-Wan; l’attore aveva negato di avere un ruolo nella serie spiegando che “la Lucasfilm intende prendere le distanze da Jar Jar”, ma aveva confermato che avrebbe presentato un gioco a tema intitolato Star Wars: Jedi Temple Challenge per Disney+.

Nella stessa intervista, l’attore appariva più positivo nei confronti del personaggio e del franchise, dopo un lungo periodo controverso di critiche e polemiche agguerrite che lo avevano spinto addirittura al punto di pensare al suicidio.

È buffo perché, George mi disse una cosa anni fa: i bambini che amano Jar Jar un giorno saranno adulti e continueranno ad amarlo. E aveva ragione… parlo spesso con gente che mi dice: ‘Jar Jar è stato la mia infanzia’ ed è bellissimo. Uno dei motivi per cui ho deciso di fare Jedi Temple Challenge sono proprio quei bambini che mi hanno sollevato il morale. Ora sono adulti e hanno figli a loro volta, perciò voglio continuare a dedicarmi a loro.


Wonder Woman 1984: è questo il design finale di Cheetah?

Un artista portoghese, che sui social si fa chiamare datrinti, ha realizzato un concept definitivo per Cheetah, il personaggio dei fumetti DC che vedremo per la prima volta al cinema in Wonder Woman 1984. Secondo quanto scrive l’artista, nella didascalia del concept condiviso su Instagram, il design del personaggio che ha realizzato è il risultato di tutte le promo art e dei gadget ufficiali diffusi e trapelati fino a questo momento.

Il personaggio dei fumetti è l’alter ego di Barbara Ann Minerva, che sarà interpretata nel film di Patty Jenkins da Kristen Wiig, e che si troverà a scontrarsi con la Diana Prince di Gal Gadot, che tornerà a vestire i panni della protagonista, dopo l’esordio da solista nel 2017. Ecco di seguito il disegno che mostra una fusione perfetta tra essere umano e animale, esattamente come il personaggio compare nei comics:



Wonder Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).


STAR WARS: KYLO REN AFFRONTA DARTH VADER IN QUESTA SPETTACOLARE FAN ART

Ammettiamolo: il lato oscuro della Forza è meraviglioso. Nel corso della storia Star Wars ci ha regalato villain di tutto rispetto come il malvagio Darth Maul, l'elettrizzante Palpatine, lo spietato Darth Vader e il tragico Kylo Ren, capaci di commettere crimini terribili, ma sempre con un certo stile.

Per mettere in risalto il fascino di certi personaggi, un fan ha creato una locandina davvero suggestiva con protagonisti nonno e nipote. No, non si tratta di una riunione familiare ma di un violento scontro tra Kylo Ren e Darth Vader. Pur essendo entrati in contatto nell'ultima trilogia dedicata agli Skywalker, i due non si sono mai affrontati direttamente, ma se l'avessero fatto la locandina di ultraraw26 sarebbe stata perfetta.

Se nella parte centrale vediamo le due figure accostate, come a voler far capire quanto in realtà siano due facce della stessa medaglia, in basso troviamo i due pronti a darsi battaglia. Non potevano mancare le spade laser rosse, simbolo del male che alberga in entrambi. Non sembrano esserci molti dubbi sull'ambientazione, ma l'autore ci viene comunque in soccorso: "Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, Kylo sta combattendo contro Vader su Mustafar nella scena in basso, e una versione estesa del pianeta è presente anche sullo sfondo".

Cosa ne pensate della scena? Avreste voluto assistere ad un epico scontro tra i due, sul modello di quanto visto ne La Vendetta dei Sith? È proprio su Mustafar che Anakin è stato sconfitto dal suo maestro; sarebbe stato un bel parallelismo se qualcosa del genere fosse successa anche con la nuova trilogia.

Nel frattempo possiamo approfondire il passato della saga, cercando di capire chi fosse il padre di Darth Vader, mentre il bambino di The Last Jedi vorrebbe tornare in un progetto futuro.


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MARVEL, ECCO 10 LOCATION CHE ESISTONO DAVVERO, DA SOKOVIA AD ASGARD

I vari film del Marvel Cinematic Universe ci hanno mostrato tutta una serie di ambientazioni diverse, dai pianeti lontani alle città immaginarie già apparse nei fumetti. Eppure non tutte le location sono frutto della fantasia, e in molti casi quei luoghi esistono davvero!

Anche se non è esattamente un periodo fortunato per chi ama viaggiare, una notizia del genere farà sicuramente piacere ai fan degli Avengers, e in futuro potremmo tutti organizzare il nostro personale tour a tema Marvel in giro per il mondo, sperando di non incontrare alieni giganti e supercriminali.


Sokovia: iniziamo orgogliosamente dal forte visto in Age of Ultron. Il castello dell'Hydra è in realtà tutto italiano, dato che le riprese sono state effettuate a Forte di Bard, in Valle d'Aosta. Per la città "volante" vista nel finale sono state prese in prestito le strade di Verrès, poco distante da Aosta, e quelle dell'Hendon Police College di Londra.

Le Cascate del Guerriero: le splendide cascate viste in Black Panther non sono un trucco in cgi: è tutta opera di madre natura, visto che sono in realtà le Iguazu Falls, situate sul confine tra Argentina e Brasile.

La base degli Avengers: Thanos potrebbe aver distrutto più di qualche auto di lusso quando ha deciso di demolire la struttura in Endgame, dato che in realtà si tratta del Porsche Experience Center, un museo di Atlanta (Georgia) dedicato al noto brand automobilistico.

Culver University: nel film "L'incredibile Hulk" il dottor Banner ebbe una piccola discussione con l'esercito e il campus universitario St. George di Toronto (Canada) ne uscì con le ossa rotte. La battaglia nel cortile è stata filmata poco distante, al Morningside Park.
Old Royal Naval College: la location usata per lo scontro finale di Thor: The Dark World è proprio quella che si trova a Greewich, a Londra.

Aereoporto di Civil War: è tra gli aerei parcheggiati e i grandi capannoni che ha fatto il suo esordio lo Spider-Man di Tom Holland. Sebbene alcune scene siano state ricreate all'interno degli studios, altre si basano sul vero aereoporto di Leipzig/Halle, in Germania.

Attilan: la serie tv Marvel's Inhumans ci ha mostrato la città di Attilan, che dovrebbe essere situata sulla luna. Sarebbe stato abbastanza dispendioso girare direttamente sulla luna... ma di fronte a problemi insormontabili un viaggio alle Hawaii è sempre la soluzione giusta. Le riprese sono state effettuate proprio nella capitale delle isole.

Hell's Kitchen: in attesa di scoprire se Daredevil entrerà nel MCU, possiamo dirvi che il quartiere di New York esiste davvero, ma le riprese per la serie Netflix sono state eseguite anche nel quartiere di Manhattan.

Le foreste di Asgard: in Thor: Ragnarock, Heimdall guida i sopravvissuti nelle foreste per sfuggire alla minaccia di Hela, la perfida sorella di Thor. Non c'è bisogno di imbarcarsi sul Bifrost per esplorare la natura di Asgard, visto che quello visto su schermo è il Tamborine National Park a Queensland (Australia).

New Asgard: per affogare il dolore nella birra e per sfogarsi contro Noobaster69 il buon Thor non si è rifugiato a Tonsberg (come indicato dal cartello visto in Endgame), ma a St. Abbs. Il piccolo villaggio scozzese si è detto orgoglioso per il gemellaggio con Nuova Asgard.


https://www.cbr.com/10-mcu-locations-you-c...t-in-real-life/


Edited by Triplethor - 6/6/2020, 19:58
view post Posted: 5/6/2020, 20:24 MovieTown - Cinema

CINEWS SECONDA PARTE

VENERDI

05/06/2020



SONY’S UNIVERSE OF MARVEL CHARACTERS – TUTTI I FILM IN ARRIVO

Il Sony’s Universe of Marvel Characters consta attualmente di un unico film: Venom, uscito nel 2018 e rivelatosi, a dispetto di varie critiche, un grande successo. Tom Hardy ha interpretato (e tornerà a breve a farlo) Eddie Brock, primo eroe di un universo Sony degli eroi Marvel che sfrutta i diritti di personaggi appartenenti all’universo di Spider-Man, ma quasi ironicamente ne esclude i principali protagonisti, Spider-Man in primis (e insieme a lui MJ, zia May, e molti dei villain più caratteristici… a seconda dell’uso che il “concorrente” Marvel Cinematic Universe preveda di farne).

Nel prossimo futuro questo particolare universo, che non ha ancora ricevuto una sua precisa connotazione (e che secondo alcuni rumor potrebbe addirittura arrivare a fondersi con il MCU), vedrà l’esordio di numerosi nuovi personaggi in altrettante nuove pellicole: ecco quali sono!

MORBIUS – 19 Marzo 2021

Jared Leto interpreterà Michael Morbius in Morbius, pellicola che vedrà l’esordio del “vampiro vivente”, uno dei più affascinanti antieroi dell’universo ragnesco Marvel. Affetto da una rara forma di malattia del sangue, Morbius cercherà una cura attraverso alcune cellule di pipistrello che come effetto collaterale lo condanneranno ad una continua sete di sangue e ad un’esistenza simile a quella di un vampiro. Il film è diretto da Daniel Espinosa e conta nel cast anche Matt Smith (Doctor Who, The Crown) e Tyrese Gibson (Fast & Furious, Transformers).

VENOM: LET THERE BE CARNAGE – 25 Giugno 2021

Un sequel di Venom è in lavorazione fin da prima dell’arrivo del primo capitolo nelle sale: Kletus “Carnage” Kasady, il nuovo villain legato ai simbionti alieni che avrà il volto di Woody Harrelson, ha infatti esordito dopo i titoli di coda del primo film. Venom: Let There be Carnage porterà sul grande schermo una inedita lotta fra Venom e il serial killer psicopatico Carnage. Dietro la macchina da presa troveremo Andy Serkis, mentre a completare il cast tornerà Michelle Williams.

NIGHTWATCH – TBA

Il primo annuncio di un film basato su Nightwatch, personaggio Marvel poco conosciuto (al contrario della sua controparte DC Comics, con la quale condivide solo il nome di battaglia) che nasconde dietro la facciata da supereroe un oscuro segreto: la sua carriera supereroistica è infatti solamente frutto di un incantesimo (costato la vita di centinaia di vite umane), che ha creato nella mente di chiunque ricordi riguardanti le sue mai avvenute gesta eroiche. Nightwatch si è così assicurato fama, rispetto e potere, per poi scoprire che la vita del supereroe è tutt’altro che idilliaca.
Inizialmente al film era legato il nome del regista Spike Lee; attualmente invece il progetto sembra essere in stasi, ma uno script è già stato steso da Cheo Hodari Coker (sceneggiatore della serie Marvel/Netflix Luke Cage).

KRAVEN IL CACCIATORE – TBA

Dubbie le dinamiche che coinvolgono un progetto legato a Kraven il Cacciatore, storico villain dell’arrampicamuri: pare che la trama della pellicola, scritta da Richard Wenk (The Equalizer), ruoti attorno alla caccia di Kraven (tratta dalla saga a fumetti L’Ultima Caccia di Kraven) nei confronti proprio di Spider-Man, che però non dovrebbe in teoria esistere nel Sony’s Universe of Marvel Characters. Che il film possa magari a sorpresa rivelarsi legato invece al MCU? Oppure ci troviamo di fronte alla prima prova di una futura unione dei due universi?

JACKPOT – TBA

Anche un film con protagonista Jackpot, personaggio che al tempo della rinascita fumettistica di Spider-Man nell’inizio del 2008 ebbe grande successo, sembrerebbe essere in arrivo. Nei fumetti esistono in realtà due versioni del personaggio: Sarah Ehret, che ottenuti casualmente dei superpoteri si disinteressa ben presto alla carriera da supereroina, ed Alana Jobson, che fingendosi la prima (in accordo con lei) tentò la strada da eroina potenziandosi segretamente con un cocktail di droghe genetiche.
La sceneggiatura del film sarà opera di Mark Guggenheim, scrittore Marvel che lavorò anche alla saga fumettistica originale di Jackpot.

I SINISTRI 6 – TBA

Nei fumetti Marvel, il gruppo dei Sinistri 6 è formato da alcuni nemici di Spider-Man, il cui rooster varia da autore ad autore: anche in questo caso è difficile pensare ad una pellicola slegata da Spider-Man, che rappresenta il motivo che unisce i villain nello scopo comune di sconfiggerlo. In ogni caso, in seguito al successo di Venom Sony ha deciso di riprendere in mano le sorti di I Sinistri 6, film che era stato concepito al tempo del primo reboot dell’universo di Spider-Man (cioè quando Spider-Man era interpretato da Andrew Garfield). Non sappiamo quali villain potrebbero far parte della “squadra”, ma Morbius, Venom e Kraven sono fisiologicamente inclusi nella shortlist, che si allargherebbe a personaggi come Mysterio o l’Avvoltoio in caso di fusione con il MCU. Alla regia dovrebbe essere confermato DrewGoddard come da progetto originale.

MADAME WEB – TBA


Gli sceneggiatori di Morbius sono al lavoro sullo script di Madame Web, pellicola basata sull’omonimo personaggio che pare sarà interpretato da un’attrice molto in vista (nessun casting per ora, ma sono stati fatti i nomi di Charlize Theron e di AmyAdams). MadameWeb vanta una lunghissima storia editoriale come personaggio di supporto del mondo di Spider-Man, ma la versione protagonista del film sarà probabilmente quella più moderna: Julia Carpenter, una delle supereroine che hanno condiviso il nome di battaglia di Donna Ragno, ha ereditato recentemente i poteri psichici e di preveggenza di Cassandra Webb, l’originale Madame Web, cieca e connessa ad una mistica forza che unisce tutti gli Spider-Man del multiverso.

SILK – TBA

L’ultimo film in corsa vede protagonista Silk, controparte femminile di Spider-Man che ha esordito nel 2014 rivelando che il ragno che morse Peter Parker e che gli donò i suoi poteri morse anche un’altra ragazza, Cindy Moon, dotandola degli stessi poteri. La sceneggiatrice Kat Wood è incaricata di scrivere lo script del film, di cui ancora non si conosce assolutamente nulla.
Silk sarà protagonista anche di un altro film Sony, uno spin-off di Spider-Man – Un Nuovo Universo che non sarà unito al Sony’s Universe of Marvel Characters.


UCI CINEMAS: ECCO LE SALE CHE RIAPRIRANNO IL 15 GIUGNO E LE MISURE DI SICUREZZA ADOTTATE

Come sappiamo, a partire dal 15 giugno i cinema potranno riaprire le porte al pubblico.
Il circuito delle sale UCI Cinemas ha annunciato le prime sale che saranno pronte a ripartire per quella data. Nello specifico si tratta di:

UCI Orio (BG)
UCI Bicocca (MI)
UCI Porta di Roma
UCI Luxe Campi Bisenzio (FI)


I cinema che riapriranno dovranno ovviamente adottare delle misure specifiche per garantire la completa sicurezza degli spettatori.

Uno spazio più sicuro

Posti limitati per ogni spettacolo
Posti vuoti garantiti tra gli spettatori
Orario di inizio degli spettacoli scaglionati per ridurre le code
Supporto dello staff per garantire il distanziamento sociale

Acquisti più sicuri

Acquisto biglietti online
Controllo visivo del biglietto presso i punti di accesso alle sale
Ampia scelta di cibo e bevande preconfezionati

Protocolli di pulizia

Pulizie programmate più frequenti e approfondite
Maggiori controlli ai bagni
Stazioni di igienizzazione in diversi punti del cinema

Uno staff preparato

Tutto il personale è formato in tema di misure di sicurezza ed igiene
Il personale sarà dotato di mascherine e guanti

Per quanto riguarda i film, si attendono aggiornamenti riguardanti i titoli che animeranno l’estate cinematografica. Al momento sappiamo che Onward, il film dei Pixar Animation Studios diretto da Dan Scanlon (Monsters University), arriverà nelle nostre sale il 22 luglio. Come sempre vi terremo aggiornati su ogni sviluppo.

È tutto illustrato in questa immagine.


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DOPO CANNES, LA SEMAINE DE LA CRITIQUE 2020 ANNUNCIA LA SELEZIONE

La Semaine de la Critique 2020, 59a edizione della sezione parallela del Festival di Cannes, ha aspettato che il festival annunciasse la propria selezione e ha poi fatto lo stesso. Ecco i film.

Lungometraggi

After Love di Aleem Khan

PUBBLICITÀ

De l’or pour les chiens (Gold for Dogs) di Anna Cazenave Cambet

La Nuée (The Swarm) di Just Philippot

Sous le ciel d’Alice (Skies of Lebanon) di Chloé Mazlo

La Terre des hommes (Beasts) di Naël Marandin

Cortometraggi

August 22, This Year di Graham Foy

Axşama doğru (Towards Evening) di Teymur Hajiyev

Dustin di Naïla Guiguet

Forastera di Lucía Aleñar Iglesias

Good Thanks, You? di Molly Manning Walker

とてつもなく大きな (Humongous!) di Aya Kawazoe

Maalbeek di Ismaël Joffroy Chandoutis

Marlon Brando di Vincent Tilanus

Menarca (Menarche) di Lillah Halla

White Goldfish di Jan Roosens e Raf Roosens

C’è anche Alba Rohrwacher

Nonostante anche in questo caso non ci siano film italiani nella selezione, il nostro Paese è rappresentato da Alba Rohrwacher, protagonista di Sous le ciel d’Alice, esordio alla regia di Chloé Mazlo. Si tratta di una storia ambientata nel Libano degli anni ’70.

I lungometraggi selezionati sono la metà del solito, cinque contro i consueti undici, e quattro di questi sono comprensibilmente film francesi. Fa eccezione After Love, esordio del regista inglese (di origine pakistana) Aleem Khan.

La Semaine ha diffuso la selezione insieme a un comunicato stampa, in cui spiega le intenzioni molto concrete nei confronti di questi film:

La Semaine de la Critique guiderà i film selezionati attraverso le loro anteprime e uscite cinematografiche in Francia. I film in francese verranno presentati durante “La Semaine de la Critique carte blanche” all’Angoulême Francophone Film Festival, che si svolgerà dal 28 agosto al 2 settembre 2020.


Il distributore di uno dei cinque lungometraggi riceverà inoltre il Gan Foundation Award in autunno, un premio di 20 mila euro a supporto delle opere prime e seconde. I dieci cortometraggi saranno invece presentati online, al Festival Scope (22-25 ottobre) e al Festival Scope Pro (19-25 ottobre) per gli addetti ai lavori.


SCARPETTE ROSSE E I 7 NANI DISPONIBILE ON DEMAND, TRAILER E LE INTERVISTE AI DOPPIATORI

Scarpette Rosse e i 7 nani ha saltato l’uscita nelle sale e da ieri è disponibile on demand su Sky Primafila, Timvision, Chili e Rakuten Tv.

Uscita in Corea del Sud nell’estate del 2019 la pellicola diretta da Sung-ho Hong, Moo-Hyun Jang e Young Sik Uhm è una parodia della storia di Biancaneve.

Scarpette Rosse e i 7 nani - con le voci di Baby K e Pio e Amedeo | Trailer Italiano Ufficiale HD

La sinossi:

Delle magiche scarpette rosse sono il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti, devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione della favola più amata di tutti i tempi.

L’intervista a Baby K

E a Pio e Amedeo

Se avete avuto l’occasione di vedere il film, fateci sapere cosa ne pensate.

Scarpette Rosse e i 7 nani è disponibile in VOD dal 4 giugno.


BIOGRAFILM FESTIVAL – TUTTINSIEME SARÀ ACCESSIBILE GRATUITAMENTE SU PRENOTAZIONE

Lunedì 8 giugno alle 21.00 verrà presentato al Biografilm Festival, nella sezione Biografilm Italia, il documentario autobiografico Tuttinsieme.

Scritta e diretta da Marco Simon Puccioni (Come il vento) la pellicola sarà accessibile gratuitamente da tutta Italia su prenotazione fino ad esaurimento posti.

Puccioni torna a raccontare l’esperienza genitoriale sua e del suo compagno, dopo Prima di tutto (menzione speciale ai Nastri d’Argento 2016), grazie alla gestazione per altri. Il documentario segue la crescita dei bambini e volge lo sguardo alle sfide che questo tipo di famiglie devono affrontare nel contesto dell’Italia di oggi.

Sinossi
Il dialogo intimo tra due padri che ripercorrono gli ultimi quattro anni della crescita dei loro gemelli, ricordano come i loro figli hanno elaborato, in diverse età, vivere in una famiglia con due padri e rispondendo alle domande dei loro compagni sulla madre. Rivivono il clima di forte contrapposizione in cui Monica Cirinnà è riuscita a dare all’Italia una legge sulle unioni civili.

Coltivano la relazione calda e affettuosa con le famiglie americane delle donne che hanno permesso la nascita dei figli. Ritornano al momento di festa dell’unione civile celebrata da Nichi Vendola e cercano, tra diverse sensibilità, i nomi da dare alle persone delle famiglie allargate nate con le tecniche di procreazione assistita.

Tuttinsieme arriverà prossimamente nelle nostre sale.


Drew Struzan condivide le foto del dipinto originale realizzato per il poster de Il Nome della Rosa

Drew Struzan continua ad allietarci postando su Facebook le foto dei suoi pregiati dipinti che hanno poi dato vita a degli splendidi poster cinematografici e, nel suo ultimo aggiornamento social, c’è anche “un po’ d’Italia” visto che si parla de Il Nome della Rosa.
Sono cinque le foto che Drew Struzan ha condiviso sul suo profilo ufficiale, degli scatti che ci permettono di ammirare nel dettaglio il dipinto che ha poi dato vita al poster del lungometraggio del 1986 diretto da Jean-Jacques Annaud sulla base dell’omonimo romanzo best seller di Umberto Eco.

Potete ammirarle tutte qua sotto:

www.facebook.com/drewstruzan/

Nel cast del film troviamo Sean Connery, F. Murray Abraham, Christian Slater, Ron Perlman e Fëdor Fëdorovič Šaljapin.

Il Nome della Rosa, malgrado i nomi coinvolti, non ottenne un grande successo negli Stati Uniti dove raccolse un incasso di soli 7 milioni di dollari a fronte di un budget di 17 (ovviamente i numeri escludono la P&A e si tratta di cifre non aggiornate all’inflazione). Diverso fu il destino del lungometraggio in Europa. Nel Vecchio Continente si rivelò un autentico trionfo tanto che alla fine il box office complessivo raggiunse i 77 milioni. Nello stivale fu il dominatore della stagione 1986 – 1987 battendo blockbuster come Top Gun di Tony Scott o discusse pellicole belliche come Platoon di Oliver Stone.

Come ricorda Wikipedia:

Il film viene girato in 16 settimane fra gli studi di Cinecittà a Roma per le scene degli esterni e l’Abbazia di Eberbach in Germania per le scene degli interni. Come erroneamente si pensa, il film non fu mai girato a Castel del Monte (in provincia di Andria), in Puglia, ma il castello ha solo ispirato la forma della biblioteca ottagonale. Non fu neanche girato a Rocca Calascio, come erroneamente creduto da molti. Lo stesso Umberto Eco descrisse questa notizia come una bufala in una delle sue celebri “Bustine di minerva”. Il budget per le riprese, che si svolsero tra l’11 novembre 1985 e il 10 marzo 1986, fu di circa 17 milioni di dollari.

Inizialmente il film doveva essere ambientato nella piemontese Sacra di San Michele (l’abbazia valsusina ispiratrice di Eco per il suo romanzo, poi questa scelta venne reputata troppo dispendiosa dai produttori

Con l’ascolto di 14.672.000 telespettatori per il suo primo passaggio televisivo avvenuto su Raiuno nel 1988, Il nome della rosa ha detenuto il primato di pellicola cinematografica più vista in televisione in Italia per 13 anni, fino al 2001, quando è stata superata da La vita è bella.


Godzilla vs. Kong – il regista conferma il visto censura preannunciando sequenze colossali

Proprio ieri vi abbiamo comunicato che l’MPAA (Motion Picture Association of America) aveva deciso che Godzilla vs Kong avrebbe ufficialmente ottenuto un PG-13 (un visto censura che sconsiglia la visione del film ai minori di 13 anni non accompagnati da un adulto).
Oggi il regista del film – Adam Wingard – ha riportato la notizia sul suo account Instagram, commentando la dicitura “intense sequenze di violenza/distruzione di creature” con un’affermazione abbastanza eloquente:

Insomma, Adam Wingard lascia poco spazio all’immaginazione, o molto, a seconda dei casi: non c’è dubbio che con Godzilla vs. Kong porterà sullo schermo una lotta tra i due colossi che non dimenticheremo facilmente!

www.instagram.com/p/CBBaAUmlbKn/?utm_source=ig_embed

In origine programmato per maggio 2020, poi anticipato a marzo 2020, Godzilla vs. Kong sarà probabilmente rimandato al mese di maggio 2021.

Godzilla vs Kong vedrà due delle più grandi icone nella storia del cinema, uno contro l’altro – il terrificante Godzilla e il possente Kong – mentre il genere umano assisterà in bilico.

Il film è diretto da Adam Wingard (“The Guest”, “You’re Next”) e nel film sono protagonisti Alexander Skarsgård, Millie Bobby Brown, Rebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González Jessica Henwick, Julian Dennison, con Kyle Chandler e Demián Bichir.

Questa la sinossi:

In un tempo in cui i mostri vivevano sulla Terra, il genere umano combatte per il suo futuro, mettendo Godzilla e Kong in rotta di collisione, un incontro che vedrà due delle più potenti forze della natura scontrarsi in una delle battaglie più spettacolari di sempre. Quando Monarch si imbarca in una missione pericolosa verso terre inesplorate, porta alla luce le tracce delle origini dei Titani, ed è allora che una cospirazione umana minaccia di distruggere per sempre tutte le creature, quelle buone e quelle malvage, dalla faccia della Terra.

Wingard dirige da una sceneggiatura di Terry Rossio (“Pirati dei Caraibi”). Il film è prodotto da Mary Parent, Alex Garcia, Eric McLeod e Brian Rogers, con Kenji Okuhira, Yoshimitsu Banno, Jon Jashni e Thomas Tull come produttori esecutivi. Jay Ashenfelter, Jen Conroy e Tamara Kent sono i coproduttori.
Le riprese si sono svolte alle Hawaii e in Australia. Il film sarà distribuito in 3D, 2D e in selezionati cinema IMAX dalla Warner Bros. Pictures, tranne in Giappone, dove sarà distribuito dalla Toho Co., Ltd.


La Snyder Cut non crea un precedente secondo uno dei dirigenti di HBO Max

Tony Goncalves, amministratore delegato di Otter Media, la divisione di AT&T che fa capo a HBO Max, non crede che la Snyder Cut di Justice League crei un precedente.
Nel corso del podcast The Vergecast incentrato sul servizio streaming appena lanciato, Goncalves ha spiegato perché secondo lui la versione speciale non ha scoperchiato il vaso di Pandora:

Guardate, sicuramente non crea un precedente.

E avete ragione, ci sono diversi tipi di fan [da quello più appassionato a quello più tossico]. C’è il fandom che avete appena descritto, ma anche tanti altri. Ci troviamo in un momento in cui i consumatori si fanno sentire, i loro gusti ci guidano e dobbiamo dobbiamo assolutamente ascoltarli, è il nostro ruolo. Una volta un mio capo mi disse: “L’industria e i consumatori non sono sempre dello stesso parere, ma i consumatori tendono a vincere”. È un ottimo equilibrio. In termini di cinema, di intrattenimento, di contenuti, i consumatori non hanno mai avuto tanta scelta e non hanno mai avuto tanta voce. Ma questo non significa che investiremo i nostri soldi in ogni singolo fandom.

La Snyder Cut e Friends dimostrano che i consumatori parlano e che noi dobbiamo ascoltare. Non vuol dire che rifaremo ogni film già fatto, ma di certo che dovremo tenere le orecchie tese. Cosa che stiamo facendo.

Se ripenso all’attenzione ricevuta dai film di Harry Potter ieri è stata una bellissima sorpresa e una grande gioia. Questo succede perché i consumatori amano e provano passione per queste storie.


In sintesi, quindi:

Credo che sia il consumatore a vincere in fine dei conti, e credo che la nostra sia un’offerta costituita da svariate Snyder Cut. […] In questo caso con Snyder Cut mi riferisco ai fandom più appassionati. Abbiamo un fandom per Friends, uno per Harry Potter, per le serie DC, per lo Studio Ghibli.

Vi ricordiamo che il film arriverà sulla piattaforma streaming nel 2021 perché intanto Snyder terminerà la post-produzione che non aveva avuto le risorse per completare, impiegando un budget superiore ai 30 milioni di dollari. Al momento non è stato ancora ufficializzato se si tratterà di un film di 4 ore o di una mini serie in sei parti


Playhouse: oscure presenze nel trailer dell'horror ambientato in un castello scozzese

Diretto dai fratelli Fionn e Toby Watts, Playhouse è un film dell'orrore di produzione inglese verrà presentato ai distributori internazionali al Marché du film di Cannes, che quest'anno si terrà online. Guarda il video.

Mentre il Festival di Cannes 2020 (a dispetto della sua strombazzata Selezione Ufficiale) non si farà per via della pandemia globale, il solitamente concomitante Marché du Film invece sì, anche se in una versione online studiata appositamente.
Tra i film che verranno presentati in uno dei più importanti mercati cinematografici del mondo c'è anche Playhouse, horror di produzione inglese diretto dai fratelli Fionn e Toby Watts di cui vi mostriamo il trailer appositamente realizzato per mostrare il film ai compratori di tutto il mondo.
Ambientato in Scozia, Playhouse racconta la storia di uno scrittore di storie horror che si ririta in un antico castello con la figlia adolescente per lavorare alla sua prossima opera teatrale, e che deve affrontare terrificanti conseguenze di questa sua scelta quando la ragazza diviene preda di forze oscure e soprannaturali che si nascondono tra quelle mura. Nel cast ci sono Grace Courtney, William Holstead, James Rottger e Helen Mackay.




Becky – Due nuovi poster ne celebrano l’uscita di oggi

Becky il nuovo thriller home invasion di Jonathan Milott e Cary Murnion è stato distribuito digitalmente e in alcuni selezionati drive-in e per l’occasione sono stati pubblicati due nuovissimi poster.

I poster sono stati gentilmente concessi da Eddie Holly e Stuart Holroyd.

Dominick, un assassino sadico e nazista, evaso di prigione con alcuni complici dà la caccia a una misteriosa chiave. Becky è una quattordicenne ribelle che parte per il fine settimana con il padre, nel tentativo di ristabilire un legame dopo la morte della madre. La loro casa al lago viene invasa proprio da Dominick e dalla sua gang, ma Becky si trova nel bosco, ed elabora un piano per affrontare i criminali.


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Il poster di L'amore a domicilio, la commedia con Miriam Leone

In attesa del trailer di L'amore a domicilio - arriverà nei prossimi giorni - Adler Entertainment ha diffuso il primo poster.

La distribuzione del film, lo ricordiamo, avverrà attraverso la piattaforma digitale Amazon Prime Video, a partire dal 10 giugno prossimo. Trovate il poster in fondo al nostro articolo.

L'AMORE A DOMICILIO

PRODUZIONE: Il film è stato diretto da Emiliano Corapi. In produzione spazio per Andrea Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un cast tecnico d'eccezione, con la direzione della fotografia di Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri d'Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo (due David di Donatello e tre Nastri d'Argento), le musiche di Giordano Corapi, il montaggio di Marco Costa, le scenografie di Luisa Iemma

CAST: Miriam Leone, Simone Liberati, Fabrizio Rongione, Anna Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo e con la partecipazione di Renato Marchetti e Luciano Scarpa

TRAMA: Sentimentalmente pavido, Renato si è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero. Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti sempre temuti. In quella casa, dove è l'unico uomo, è convinto di poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie sicure e ben presto la situazione si complica…

DISTRIBUZIONE: Su Prime Video dal 10 giugno 2020.

IL POSTER


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Cannes 2020: Nuovi poster da Train to Busan 2 - Peninsula

Sicuro protagonista al prossimo Festival di Cannes, lo zombie movie coreano Train to Busan 2 - Peninsula si mostra oggi con due nuovi poster.

Il film, come oramai noto, non sarà un sequel diretto di Train to Busan, ma con il film originale ne condividerà ambientazioni, tematiche e narrazione, seguendo pertanto le disavventure di nuovi protagonisti nello stesso universo creato da Yeon Sang-ho.

Train to Busan 2 - Peninsula è stato selezionato per l'edizione 2020 del Festival di Cannes.

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PRODUZIONE: Il film è stato diretto ancora una volta da Yeon Sang-ho, regista di Train to Busan.

CAST: Gang Dong-won, Lee Jung-hyun, Lee Re

TRAMA: Divenuto un successo commerciale da 87 milioni di dollari - a fronte di una spesa di 8 - Train to Busan è stato apprezzato da pubblico e critica in giro per il mondo, tanto da ottenere un punteggio Rotten Tomatoes da 95%. Ricordiamo che il film ha ottenuto in precedenza un prequel animato dal titolo Station Seoul. Il film rivisiterà il medesimo virus zombie visto nel primo film, con la differenza che questa volta la catastrofe sarà estesa in tutta la penisola coreana.

AL CINEMA: Negli Usa arriverà nel corso del 2020 col titolo Train to Busan Presents: Peninsula.

I POSTER


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VIN DIESEL RINUNCIÒ AD UNA MONTAGNA DI SOLDI PER 2 FAST 2 FURIOUS, E LO FECE PER PRINCIPIO

2 Fast 2 Furious, secondo capitolo del celebre franchise cinematografico action di Fast & Furious, che vanta come protagonisti le star Paul Walker e Vin Diesel.

Tuttavia, dopo il successo del primo capitolo uscito nel 2001, Vin Diesel non tornò nel sequel diretto da John Singleton, che ad oggi risulta essere l'unico capitolo della saga - fatta eccezione dello spin-off Hobbs & Shaw - in cui la star non compare.

Diesel, che ha rinunciato ad una paga di ben $25 milioni di dollari per apparire in questo film, ha spiegato le sue ragioni solo nel 2015, durante un'intervista con Variety per il tour promozionale di Fast & Furious 7. Sulle pagine del celebre magazine cinematografico, l'attore affermò che non era affatto convinto dalla premessa del film: "Per questo capitolo gli Universal Studios non hanno adottato l'approccio che avrebbe adottato Francis Ford Coppola, ad esempio. Si sono approcciati a questo progetto seguendo gli standard dei sequel degli anni '80 e degli anni '90, inventandosi una storia totalmente nuova, scollegata per la maggior parte da quella del primo film, e appiccicandoci sopra lo stesso titolo. Non mi piacque l'idea, tutto qui".

Ammettetelo, anche voi vorreste poter rinunciare a $25 milioni di dollari solo perché non vi piace un'idea, vero?


2 SINGLE A NOZZE, IL CULT CON OWEN WILSON E VINCE VAUGHN FECE INFURIARE IL CONGRESSO USA

2 Single a Nozze, celebre commedia del 2005 con protagonisti Owen Wilson e Vince Vaughn nei panni di scapoli senza ritegno con l'hobby di imbucarsi ai matrimoni e Rachel McAdams e Isla Fisher in quelli delle due ragazze di cui i protagonisti si innamoreranno.

Il film, all'epoca acclamata dalla critica e premiata da un clamoroso successo al botteghino (quasi $300 milioni di dollari accumulati da un budget di appena $40 milioni), negli anni è divenuto un vero e proprio cult e ha contributo alla rinascita della commedia rated-r statunitense.

Fra le curiosità più esilaranti, alcuni guai col Congresso degli Stati Uniti: come di certo chi ha visto (e rivisto) il film ricorderà, i protagonisti ad un certo punto utilizzano la scusa della Purple Heart per rimorchiare alcune damigelle durante uno dei primi matrimoni mostrati all'inizio della pellicola. Ebbene, dato che la Purple Heart è uno dei riconoscimenti più prestigiosi dell'esercito degli Stati Uniti (a partire dal 5 aprile 1917 viene assegnata in nome del Presidente a coloro che sono stati feriti o uccisi durante lo svolgimento del proprio dovere in campo bellico), l'uso che ne viene fatto dai protagonisti del film fece storcere il naso al governo USA. Senza contare, poi, che per promuovere la pellicola i produttori avevano creato un sito ufficiale dal quale si poteva stampare una finta Purple Heart da usare come espediente per rimorchiare e ottenere bevande gratis.

Una mossa che non è affatto piaciuta al Congresso, che costrinse la Tapestry Film e la New Line Cinema a fare dietro-front.


NOTTI MAGICHE, ORNELLA MUTI E QUELLA SCENA SENZA VELI: "SONO UNA DIVA MATURA"

Nel 2018 quello che a oggi rimane l'ultimo film di Paolo Virzì, Notti Magiche, segnò il ritorno alla recitazione di Ornella Muti che per qualche scena appare perfino senza veli, nonostante l'età, dimostrando ancora di essere la diva che segnò alcune delle pellicole più importanti del dramma e della commedia all'italiana.

Nella pellicola, ambientata durante l'estate dei Mondiali di calcio del 1990, Antonino, Luciano ed Eugenia sono i finalisti di un prestigioso concorso per aspiranti sceneggiatori e alla cerimonia ufficiale per la proclamazione del vincitore, la diva del cinema, che interpreta il ruolo del personaggio fittizio Federica, è tra gli ospiti della manifestazione. Sogno erotico di Luciano, quest'ultimo cerca disperatamente di ottenere un colloquio "privato" con la diva cui chiede avidamente di vedere senza veli anche per pochi secondi.

Il ragazzo è innamorato di ciò che la diva rappresenta, ovvero un mondo del cinema ormai lontano anni luce da quello che ha potuto vedere coi suoi occhi nella Roma degli anni '90 appena iniziati. Una sequenza indubbiamente malinconica, ma che la Muti ha definito piena di ironia proprio come il suo autore: "Virzì nei suoi film infonde tantissimo umorismo, le sue trame sono ricche di ironia, ma è indubbio che il mito del cinema di un tempo non esiste più. Non voglio essere fraintesa: oggi esistono nuovi ottimi talenti, Sorrentino, Garrone, lo stesso Virzì, ma è finito quello che ha reso grande la nostra storia cinematografica e infatti ci hanno superato tutti, basta dare un’occhiata ai film francesi per esempio, tutt’altro livello".

"E poi oggi intraprendere una nuova produzione è un’avventura: una giungla di 'si, no, ma'. Per non parlare della concorrenza alle sale da parte delle piattaforme tv. La gente ormai possiede degli schermi enormi a casa, dove può vedere tutto comodamente in poltrona".


2 SINGLE A NOZZE, TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO SULL'ATTESO SEQUEL: CI SARÀ DANIEL CRAIG?

Nel 2016 venne annunciato un sequel di 2 Single a Nozze, celebre commedia rated-r acclamata dalla critica e campione di incassi, con Owen Wilson e Vince Vaughn pronti a riprendere i loro iconici ruoli degli scapestrati John e Jeremy.

Tuttavia, da allora gli aggiornamenti sul progetto sono stati pochissimi, ma del materiale da riportare ai fan ancora in attesa è sparso in giro per il web.

Ad esempio, in una vecchia intervista, il co-protagonista Owen Wilson dichiarava: "Ho appena incontrato David Dobkin [regista del film originale, ndr] e a Hollywood si sa, non si può mai dire. Sarebbe molto divertente da fare."

Per quanto riguarda la trama del sequel, sembra che Wilson, Vaughn e Dobkin abbiano già qualcosa in mente. "Vince, Owen e io ci siamo seduti un giorno e abbiamo messo insieme la storia. È stato davvero divertente. Avevamo pensato di contattare Daniel Craig per fare di lui il maestro dell'arte di imbucarsi ai matrimoni, e nel film John e Jeremy sarebbero stati minacciati dalla sua presenza. Era come il Terminator dell'imbucarsi ai matrimoni" aveva detto Dobkin in un'altra intervista, mentre Wilson aveva confermato: "Sì, era una delle idee che abbiamo messo insieme. Forse ci sarà una nuova generazione di mattacchioni con la passione di imbucarsi ai matrimoni, e noi due dobbiamo fare da mentori."

Più recentemente anche Isla Fisher (interprete di Gloria) si è detta speranzosa: "Mi sono imbattuto in Vince Vaughn ad una festa e ha detto che faremo davvero un sequel, quindi sono molto entusiasta di scoprire cosa è successo a Gloria dopo la fine del primo film. Non so se posso parlarne, ma a quanto pare sono davvero a lavoro su un nuovo film, e la cosa mi diverte troppo!".


DOCTOR STRANGE 2, IN CHE MODO LO SLITTAMENTO INFLUIRÀ SU THOR: LOVE AND THUNDER?

In un puzzle complesso come il Marvel Cinematic Universe la concatenazione degli eventi riveste un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento della giostra: un aspetto che, però, potrebbe essere seriamente compromesso dallo slittamento di Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Il film sarebbe infatti dovuto uscire prima dell'arrivo di Thor: Love and Thunder, facendo da ponte tra gli eventi di Loki e WandaVision e quelli, appunto, del film di Taika Waititi con Natalie Portman nei panni del nuovo Dio del Tuono.

Le cose sono però cambiate dopo l'abbandono di Scott Derrickson e l'arrivo di Sam Raimi alla regia del film con Benedict Cumberbatch, che si ritrova ora a dover esordire in sala dopo Thor: Love and Thunder. A questo punto è probabile che la narrazione di Loki sfoci direttamente in quella di Thor, evitando passaggi intermedi via Doctor Strange.

Secondo alcuni, invece, Loki potrebbe addirittura apparire con nuove sembianze (si parla ad esempio di Kid Loki) nel film con Natalie Portman, per poi proseguire il suo percorso in Doctor Strange. Un altra via percorribile sarebbe quella di far accadere off-screen determinati eventi, ma in tutta onestà ci sembrerebbe una strada eccessivamente raffazzonata per convincere appieno i vertici dei Marvel Studios.

Quale che sarà la soluzione all'enigma, comunque, l'hype resta sicuramente altissimo: nell'attesa non resta che consolarci con questo nuovo poster di Doctor Strange in the Multiverse of Madness.


STAR WARS, CHI È IL PADRE DI DARTH VADER? PROVIAMO A CHIARIRE UN MISTERO DELLA SAGA

Una delle scene cardine dell'intera saga di Star Wars è quella in cui scopriamo che Darth Vader è il padre di Luke Skywalker, e anche la rivelazione che Han Solo è il padre di Kylo Ren è alla base della trilogia sequel. Non esiste, invece, una scena altrettanto potente che riveli le origini di Anakin Skywalker, il "prescelto".

Da quello che si è visto sullo schermo, sappiamo solo, come gli dice sua madre Shmi Skywalker, che Anakin "non ha un padre". Le cose si sono ulteriormente complicate con l'acquisto del franchise Star Wars da parte della Disney, nel 2014, che decise di eliminare gran parte delle storie dell'universo espanso raggruppandole sotto l'etichetta Legends.

Possiamo provare ad acquisire qualche informazione in più grazie al romanzo "apocrifo" Darth Plagueis, ambientato prima degli eventi della trilogia prequel. Scopriamo così che il Signore Oscuro Darth Plagueis, realizzando l'ossessione della sua vita, riuscì a usare il Lato Oscuro della Forza per manipolare la vita e la morte, come in seguito il suo allora apprendista Darth Sidious avrebbe promesso di insegnare ad Anakin nell'episodio III di Star Wars, La Vendetta dei Sith.

La Forza si ribellò a un tale abuso, e i Midichlorian concepirono così il bambino che avrebbe riportato equilibrio nella Forza: per l'appunto Anakin Skywalker, il futuro Darth Vader.

Si può così affermare che l'Imperatore Palpatine, l'antagonista alla base di tutti i nove Episodi della saga cinematografica, abbia avuto in qualche modo un ruolo nella nascita del bambino, e sarebbe tutto sommato una circostanza appropriata.

Tra le ultime novità nell'universo Star Wars, nei giorni scorsi Mark Hamill si è detto orgoglioso di John Boyega dopo il discorso di quest'ultimo a sostegno del movimento Black Lives Matter, mentre è emersa una nuova immagine di Rose Tico dal sequel scartato di Colin Trevorrow.


BATMAN, JASON ISAACS È MR. FREEZE IN UNA SUGGESTIVA FAN ART

Quale sarebbe la vostra reazione se Jason Isaacs venisse scelto per interpretare Mr. Freeze? Una fan art pubblicata sui social indica proprio l'attore di Star Trek: Discovery e Harry Potter come potenziale interprete in un ipotetico nuovo film di Batman che coinvolga uno dei villain più celebri e amati del DC Universe.

La fan art di Jason Isaacs nei panni di Mr. Freeze presenta un look piuttosto aderente alla versione nei fumetti, notevolmente diverso dall'unica versione cinematografica sinora realizzata, ovvero quella di Arnold Schwarzenegger in Batman & Robin di Joel Schumacher.
Difficilmente un villain come Mr. Freeze potrebbe essere adatto per una versione maggiormente realistica dell'universo di Batman, come quella mostrata da Christopher Nolan nella trilogia de Il cavaliere oscuro.

Tuttavia potrebbe essere perfetto per lo stile di Zack Snyder e chissà che il personaggio non possa tornare nei prossimi anni. In tal caso sembra che i fan abbiano già indirizzato le proprie preferenze nei confronti di Jason Isaacs, considerato l'attore perfetto per rendere credibile il personaggio sul grande schermo.
Per quanto riguarda il DC Universe da tempo i fan si divertono a 'giocare' con le varie e ipotetiche versioni dei personaggi; qualche mese fa venne pubblicato un fan trailer con i vari Joker cinematografici.
Tom Cruise è invece ritratto come Lanterna Verde in un'altra immagine creata ad hoc dagli appassionati.


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STAR WARS, IL LANDO DI DONALD GLOVER DOVEVA AVERE TUTT'ALTRO RUOLO NELLO SPIN-OFF SOLO

Chris Miller e Phil Lord sono stati licenziati dalla Lucasfilm durante le riprese di Solo: A Star Wars Story, per il quale sono stati sostituiti in corsa da Ron Howard, e ora Lord ha anticipato dei piani originali molto diversi per il Lando Calrissian di Donald Glover.

Come di certo i fan del franchise di Star Wars sapranno, alcune scene della versione originale pensata dai registi di The LEGO Movie sono effettivamente rientrate nel taglio finale, ma Howard ha modificato diversi elementi: nelle scorse ore, il reporter Robert Daniels ha condiviso sulla sua pagina del social network Twitter il discorso a favore del Black Lives Matter dell'attore John Boyega e ha notato che il franchise di Star Wars non è riuscito a ritrarre al meglio la figura degli afroamericani.

Senza dilungarsi troppo in ulteriori dettagli, Lord è intervenuto rispondendo semplicemente: "Alcune persone ci hanno provato ...".

Una risposta che arriva un po' a sorpresa e che fa intuire che l'arco narrativo di Lando Calrissian in Solo: A Star Wars Story pianificato da Lord e Miller sarebbe stato molto diverso rispetto a quello partorito da Howard. I due registi non hanno mai parlato apertamente delle loro esperienze di lavoro su Solo, ma è noto che la loro decisione di prendere le distanze dalla sceneggiatura scritta da Lawrence Kasdan e utilizzare molta improvvisazione sul set ha creato un problema di fiducia per la Lucasfilm, che alla fine ha affidato il progetto al più conservativo Howard. Nonostante i cambiamenti, però, la performance di Donald Glover rimane una delle parti più apprezzate del film uscito nelle sale.


SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO E LO SPIN-OFF FEMMINILE: NUOVI DETTAGLI DA HAILEE STEINFELD

Qualche settimana prima dell'uscita di Spider-Man: Un nuovo universo hanno iniziato a girare le voci su uno spin-off in cantiere, che avrebbe avuto protagoniste femminili. Il successo del film avrebbe fatto pensare a un'accelerata in tal senso, ma invece non se ne è avuta più notizia.

Ne ha parlato recentemente Hailee Steinfeld, considerata ancora dai Marvel Studios la prima scelta per interpretare Kate Bishop in Hawkeye, che ha doppiato Spider-Gwen in Spider-Man: Un nuovo universo.

Intervistata da Entertainment Tonight, le è stato chiesto se si continua a discutere del progetto, e la sua risposta è stata: "Non che io sappia. Non sono a conoscenza di queste cose". L'attrice ha continuato, facendo riferimento a possibili slittamenti causati dall'emergenza coronavirus. "È buffo, perché mi sembra che sia arrivato il momento di capirlo. Ma penso, come è ovvio, che negli ultimi tempi un po' tutto sia rimasto in sospeso. Quindi non ho sentito molte cose al riguardo ultimamente."

Secondo le voci che circolavano all'epoca, lo spin-off al femminile avrebbe dovuto ruotare intorno alle figure di Spider-Woman, Silk e Spider-Girl, mentre Lauren Montgomery sarebbe stata in trattative per la regia. Per il momento, a quanto pare, Sony Picture è concentrata sul sequel di Spider-Man: Un nuovo universo, atteso per il 2022. Recentemente, intanto, nel film d'animazione è stato scoperto un clamoroso Easter Egg del Goblin di Raimi.


SAM MENDES, IL REGISTA DI 1917 INVOCA L'AIUTO DI NETFLIX E AMAZON PER SALVARE IL CINEMA

Tramite una lettera aperta pubblicata sul Financial Times e indirizzata a Netflix e Amazon, il regista premio Oscar Sam Mendes ha chiesto ai più noti servizi di streaming on demand di aiutare il cinema a superare questo difficile momento sorto a causa della pandemia di Coronavirus.

Mendes ha definito la situazione attuale la "più grande sfida alla vita culturale britannica dallo scoppio della seconda guerra mondiale", e ha aggiunto: "I teatri e gli attori del paese, i musicisti e i locali di musica, i ballerini e gli spazi per la danza, le sale da concerto e i teatri dell'opera sono tutti in pericolo. Il teatro ha bisogno di un piano e credo che ne abbiamo uno”.

Secondo il regista di 1917 "la prosecuzione del distanziamento sociale rende semplicemente impossibile la prospettiva di riapertura" per le sale cinematografiche, ma che al contrasto i film dei cinema potrebbero ancora avere una lunga vita, secondo lui. Mendes suggerisce che, poiché le sale non possono riaprire a breve termine, è necessario creare un pacchetto per sostenere la forza lavoro di liberi professionisti e artisti autonomi. A lungo termine, delinea un "Programma di partecipazione agli investimenti culturali", che include un aumento a tre anni per gli sgravi fiscali relativi al settore e un'opportunità per il governo di diventare un "angelo" investitore in produzioni cinematografiche.

“Questa non è una richiesta, ma un'offerta per il governo a diventare partner in un'azienda di successo" aggiunge, prima di chiedere aiuto direttamente a Netflix e Amazon: "C'è qualcuno dei servizi di streaming - Netflix, Amazon Prime e altri - disposto aiutare i milioni dei nostri migliori attori, produttori, sceneggiatori e registi con una minima frazione degli introiti aggiuntivi e inaspettati arrivati a causa del COVID-19? Se c'è, spero che tu stia leggendo questa lettera e che sia in grado di pensare al panorama artistico come qualcosa di più di un semplice 'fornitore di contenuti', ma piuttosto come un ecosistema che ci supporta tutti", conclude.

view post Posted: 5/6/2020, 13:55 MovieTown - Cinema

VENERDI

05/06/2020



TENET – IL 90% DEI CINEMA POTREBBERO APRIRE IN TEMPO PER L’USCITA

Sappiamo che almeno l’80% delle sale dovranno essere riaperte perché Tenet rispetti la sua data di uscita, ma ora un approfondimento di Business Insider dipinge una situazione anche più rosea.

La National Association of Theatre Owners, che rappresenta le sale cinematografiche sul territorio statunitense, si aspetta infatti che il 90% dei cinema “globali” riaprano in tempo per il 17 luglio, giorno in cui il film di Christopher Nolan sarà distribuito sul grande schermo.

Il secondo trailer non citava la data di uscita, proprio perché la Warner sta tenendo d’occhio la situazione prima di decidere sul da farsi, ma queste nuove previsioni sono confortanti: lo studio potrebbe aver fatto bene a non rinviare il colossal. Né i rappresentanti di Nolan né la Warner stessa ha commentato la notizia, ma vi terremo aggiornati.

La sinossi ufficiale
Armato solo di una parola – Tenet – e in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, il Protagonista è coinvolto in una missione attraverso il crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, che si svolgerà al di là del tempo reale.
Non un viaggio nel tempo. Ma Inversione.


Oltre a John David Washington e Robert Pattinson, nel cast figurano anche Kenneth Branagh, Michael Caine, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy e Himesh Patel.

Il copione è stato scritto dallo stesso Christopher Nolan. La colonna sonora è opera di Ludwig Göransson (Black Panther); il direttore della fotografia è Hoyte van Hoytema (La talpa, Interstellar, Dunkirk); la direttrice del montaggio è Jennifer Lame; lo scenografo è Nathan Crowley; il costumista è Jeffrey Kurland; mentre il supervisore degli effetti speciali è Andrew Jackson.

Tenet è stato girato sia in IMAX sia in 70mm, e le riprese si sono svolte in sette paesi.


MAJOR GROM: PLAGUE DOCTOR – IL TRAILER DEL CINECOMIC RUSSO

Anche la Russia si dà al cinema supereroistico, come possiamo vedere nel primo trailer di Major Grom: Plague Doctor.

Il film è tratto dal fumetto Major Grom, creato da Artem Gabrelyanov per l’editore Bubble Comics. L’eponimo ufficiale di polizia è un agente integerrimo e tostissimo che dà la caccia al Plague Doctor, vigilante impegnato a punire i criminali che sono sfuggiti alla giustizia grazie al loro status sociale.

Il trailer è ricco d’azione, e punta su una spettacolarità di stampo hollywoodiano. Non è il primo film di supereroi prodotto in Russia – ricordiamo Black Lightning – Il padrone del cielo (2009) e Guardians – Il risveglio dei guardiani (2017) – ma è il primo cinecomic tratto da un fumetto russo.

La sinossi ufficiale
Il maggiore di polizia Igor Grom è noto in tutta San Pietroburgo per il suo carattere penetrante e l’atteggiamento intransigente verso ogni criminale. Forza incredibile, mente analitica e integrità: queste caratteristiche rendono Major Thunder un poliziotto ideale, che non conosce ostacoli. Ma tutto cambia drammaticamente con l’apparizione di un vigilante che si fa chiamare Plague Doctor. Dichiarando che la città è “malata dalla piaga dell’illegalità”, il Plague Doctor impone un “trattamento” a coloro che sono riusciti a sfuggire alla giustizia grazie al denaro e al loro elevato status sociale, uccidendoli. La società è terrorizzata. La polizia è impotente. Per la prima volta, Igor incontra molte difficoltà nelle sue indagini, il cui esito può determinare il destino di tutta la metropoli…

Major Grom: Plague Doctor è diretto da Oleg Trofim, mentre la sceneggiatura è curata da Artyom Gabrelyanov, Roman Kotkov, Evgeniy Eronin, Vladimir Besedin, Aleksandr Kim, Valentina Tronova e Nikolay Titov.

Nel cast figurano Tikhon Zhiznevskiy (Igor Grom), Lyubov Aksyonova (Yulia Pchelkina), Aleksei Maklakov (Fyodor Prikopenko), Aleksandr Seteykin (Dima Dubin), Sergei Goroshko (Sergei Razumovskiy), Dmitriy Chebotarev (Oleg Volkov), Mikhail Evlanov (Evgeniy Sterlkov), Oleg Chugunov (Aleksey Makarov) e Yuri Nasonov (Kirill Grechkin).

Major Grom: Plague Doctor uscirà in Russia nel 2021. Troverete il video qui di seguito.

Il trailer




ANCHE TARON E LA PENTOLA MAGICA AVRÀ IL SUO REMAKE LIVE-ACTION? ECCO LE ULTIME NEWS

Basato sui primi due libri della serie Le cronache di Prydain, Taron e la pentola magica è senza ombra di dubbio una delle pellicole di animazioni più originali e sfortunate realizzate da casa Disney. Arrivato nelle sale nel 1985, è stato il classico Disney ad aver avuto (ingiustamente) il minor successo di critica e pubblico.

Nel 2016 si era parlato di una trasposizione live action dei romanzi fantasy scritti da Lloyd Alexander. Poi il silenzio, fino ad oggi. Perché nelle ultime ore, grazie ad un report di Daniel Richtman, si è tornati a parlare di un remake live-action di Taron e la pentola magica, anche se non esistono ulteriori dettagli.
Non è ancora chiaro se la Disney stia puntando ad un film o una serie tv e se il progetto in questione sarà destinato alle sale o a Disney+. Ma sembra che l’idea non sia stata abbandonata.

Il progetto potrebbe aprire la strada per una nuova saga fantasy, Le cronache di Prydain sono composte da cinque romanzi: Il libro dei tre (1964), Il calderone nero (1965), Il castello di Llyr (1966), Taran il girovago (1967) e Il sommo re (1968) (in Italia sono stati pubblicati dall’Editrice Nord in due raccolte).

La storia segue Taron (Taran in inglese), guardiano di porci che sogna di diventare un eroe. Il suo destino si incrocia con quello di veri eroi, avversari temibili e la giovane maga Eilonwy. Disney+.


IL PROSSIMO FILM DI ARI ASTER SARÀ UNA “COMMEDIA DA INCUBO” DI 4 ORE

Ari Aster aveva detto che il suo prossimo film sarebbe stato una commedia o un melodramma, e ora scopriamo che la scelta è ricaduta sulla prima.

Intervistato dal UC Santa Barbara’s Associated Students Program Board, il cineasta ha rivelato che il suo nuovo progetto è una “commedia da incubo” con una durata inusuale:

Tutto ciò che so è che sarà lunga quattro ore, vietata ai minori di 17 anni.

Ari Aster ha appena finito una nuova stesura del copione, ma non sappiamo quando comincerà il processo di casting, né tantomeno le riprese.

Il regista newyorkese ha esplorato il genere horror con i suoi primi due lungometraggi, Hereditary e Midsommar, nei quali ha approfondito la sua ossessione per i legami affettivi e la potenziale minaccia che vi si annida (come aveva già fatto nei precedenti cortometraggi). In entrambi i casi, Aster ha contaminato l’horror con il melodramma, dimostrando una notevole capacità di costruire le inquadrature e muovere la macchina da presa, pur con qualche leziosità. La lunga durata, peraltro, non è una novità nel suo cinema: Midsommar era già piuttosto lungo, ma ne è stata realizzata anche una versione di tre ore.

Sia l’horror sia la commedia si avvalgono solitamente di brevi durate, quindi sarà interessante scoprire come se la cava il cineasta con questa “commedia da incubo” di quattro ore. Vi terremo aggiornati.


DUNE – GREIG FRASER DICE CHE IL FILM RACCONTERÀ UNA STORIA COMPLETA

Molti fan hanno espresso alcune perplessità quando hanno scoperto che Dune porterà sullo schermo solo metà del primo romanzo di Frank Herbert, ma Denis Villeneuve desidera realizzare una trasposizione esaustiva e dettagliata, quindi non ha voluto concentrare il libro in un unico film.

Nonostante questa scelta, il direttore della fotografia Greig Fraser assicura che il colossal racconterà una storia completa, e non lascerà un senso di incompiutezza. Ecco le sue parole durante un’intervista con Collider:

È una storia completamente formata in se stessa con luoghi dove andare. È un film epico totalmente autonomo, da cui il pubblico ricaverà moltissimo quando lo vedrà… è stata proprio un’avventura, sul piano visivo. Realizzarlo è stata un’esperienza bellissima. Le persone coinvolte mi hanno sopraffatto. Alcuni degli attori, oltre a essere follemente talentuosi, sono persone semplicemente adorabili cui mi sono avvicinato molto da quel momento in poi.

Sarà interessante scoprire fin dove si spingerà il film nella trama del romanzo, e come riuscirà a dare l’impressione di una narrazione completa. Vi ricordo che l’uscita americana è attesa per il 18 dicembre 2020.

l cast include Timothée Chalamet (Paul Atreides), Rebecca Ferguson (Lady Jessica), Dave Bautista (Glossu Rabban), Stellan Skarsgård (Barone Harkonnen), Charlotte Rampling (Reverenda Madre Mohiam), Oscar Isaac (Duca Leto Atreides), Zendaya (Chani), Javier Bardem (Stilgar), Josh Brolin (Gurney Halleck), Jason Momoa (Duncan Idaho), David Dastmalchian (Piter De Vries) e Chang Chen (Dr. Wellington Yueh).

Dune fu adattato da David Lynch nell’omonimo film del 1984, ma in precedenza Alejandro Jodorowsky tentò un’ambiziosa trasposizione che si scontrò con il rifiuto di Hollywood, come racconta il documentario Jodorowsky’s Dune.

Questo nuovo adattamento firmato da Denis Villeneuve (La donna che canta, Prisoners, Sicario, Arrival, Blade Runner 2049) e dallo sceneggiatore Eric Roth (Forrest Gump, Alì, Munich) è circondato da grandi aspettative, ed è stato già descritto come uno “Star Wars per adulti”. Come sappiamo, il film adatterà solo la prima metà del romanzo di Herbert.

La sinossi del romanzo, edito in Italia da Fanucci
Arrakis è il pianeta più inospitale della galassia. Una landa di sabbia e rocce popolata da mostri striscianti e sferzata da tempeste devastanti. Ma sulla sua superficie cresce il melange, la sostanza che dà agli uomini la facoltà di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro, acquisire le capacità per manovrare le immense astronavi che garantiscono gli scambi tra i mondi e la sopravvivenza stessa dell’Impero. Sul saggio Duca Leto, della famiglia Atreides, ricade la scelta dell’Imperatore per la successione ai crudeli Harkonnen al governo dell’ambito pianeta. È la fine dei fragili equilibri di potere su cui si reggeva l’ordine dell’Impero, l’inizio di uno scontro cosmico tra forze straordinarie, popoli magici e misteriosi, intelligenze sconosciute e insondabili.


Thomas Tull, Mary Parent e Cale Boyter saranno i produttori di Dune, mentre Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert svolgeranno la funzione di produttori esecutivi; Kevin J. Anderson sarà invece il consulente creativo.


Dune: il direttore della fotografia Greig Fraser su quanto il romanzo abbia influenzato Star Wars

Collider ha parlato con Greig Fraser (direttore della fotografia di un progetto nell’universo di Star Wars, The Mandalorian) a proposito della fotografia di Dune, nuovo adattamento del romanzo di Frank Herbert con protagonista Timothée Chalamet.
Fraser ha in effetti parlato proprio della necessità di non pensare a Guerre stellari lavorando a Dune:

È stato divertente perché ho dovuto dimenticarmi di Star Wars durante la realizzazione di Dune. Non è stato difficile, però. Io e Denis abbiamo parlato chiaramente dell’atmosfera del film, del carattere, dei formati e così via, perciò non è stato difficile cambiare corsia.

C’erano somiglianze come il deserto… ascolta, fondamentalmente George Lucas è stato influenzato da Dune quando ha fatto Guerre stellari. Non voglio sembrare sacrilego, ma ci sono un bel po’ di somiglianze per molti aspetti, perciò si è sicuramente ispirato a Dune.

Ho dovuto fare attenzione a lavorare sia a Dune che a The Mandalorian per non ripetermi. Non solo per il bene del film, ma anche per motivi personali: odio fare due volte la stessa cosa.

Come sappiamo, il primo film si baserà solamente sulla prima parte del romanzo, ma questo non significherà una storia interrotta a metà:

È una storia completa che rimanda a sviluppi futuri. È un film epico indipendente che lascerà davvero tanto agli spettatori. È stata una bella avventura da un punto di vista visivo ed è stato bellissimo realizzarla. Sono rimasto sconvolto da tutte le persone coinvolte, tra cui alcuni degli attori che oltre a essere di grande talento hanno dimostrato un carattere adorabile. Da allora siamo diventati amici intimi.

Dune è uno dei progetti più importanti del 2020 per la Warner Bros., e la major sta già sviluppando il sequel.

Le riprese di Dune si sono svolte in Ungheria e in Giordania. Il cast comprende Timothée Chalamet (che sarà il protagonista Paul Atreides), Rebecca Ferguson, Dave Bautista, Stellan Skarsgard, Charlotte Rampling, Josh Brolin, Javier Bardem, Zendaya, Jason Momoa, Charlotte Rampling e Oscar Isaac. Alla produzione la Legendary Pictures, che nel 2016 ha acquisito i diritti di sfruttamento delle opere di Herbert.

Ambientato in un lontano futuro, Dune venne pubblicato nel 1965 e vinse il premio Nebula e il premio Hugo ed è il primo di sei romanzi che formano la parte centrale del Ciclo di Dune (esteso poi dal figlio Brian Herbert assieme a Kevin J. Anderson). La storia segue le vicende della dinastia Atreides e quella Harkonnen per il controllo del pianeta desertico Arrakis, dove viene prodotta una sostanza fondamentale per la struttura della società galattica in cui è ambientata la storia.


Ben Affleck nuovamente criticato per aver interpretato un messicano-americano in Argo

Nonostante Argo abbia garantito alcune belle soddisfazioni a Ben Affleck, considerati i tre Premi Oscar vinti, compreso quello al miglior film, i tre British Academy Film Awards e i due Golden Globe (in aggiunta ai 232 milioni di dollari d’incasso), in queste giornate che, negli Stati Uniti, è quasi riduttivo definire “roventi”, il film è tornato al centro di una polemica collegata a una problematica di whitewashing.
In Argo, Ben Affleck, oltre ad aver diretto il film, interpreta anche il protagonista, l’agente della CIA Tony Mendez.

In una recente intervista concessa a Deadline in cui si è discusso di come la morte di George Floyd possa portare a un cambiamento positivo a Hollywood in materia di diversificazione e inclusione, l’attore di origine messicana Edward James Olmos è tornato a criticare Ben Affleck per aver vestito i panni di un latinoamericano, una scelta che già nel 2013 aveva definito come “un errore”.

E quando hanno fatto film sui “latinos”, sui nostri eroi come, ad esempio, Tony Mendez in Argo? È stato Ben Affleck a interpretarlo. Non avrebbe mai dovuto farlo. Era il regista e avrebbe dovuto chiamare Michael Pena, o Andy Garcia, o me, o Jimmy Smith o una delle tante persone che avrebbe potuto padroneggiare un ruolo come quello. Disse che il film non si sarebbe potuto fare se non fosse stato lui a interpretare quel ruolo. Fesserie. C’era lui alla regia e alla sceneggiatura. Quell’anno il film ha vinto l’Oscar, quindi esattamente di cosa stiamo parlando? Tony Mendez era un chicano, un messicano-americano, nato e cresciuto a El Paso, in Texas. Il 99% delle persone neanche lo sa.

La questione era stata già liquidata, all’epoca, dal diretto interessato, ovvero sia Tony Mendez (scomparso a gennaio del 2019).

In un’intervista a NBCLatino in cui il giornalista parlava, fra l’altro, delle perplessità avvertite da molti spettatori ispanoamericani nel momento in scoprivano che il nome dell’agente interpretato da Ben Affleck era, appunto, Antonio Joseph Mendez, l’agente ormai in pensione spiegò di non aver mai avuto problemi in merito anche perché il primo a non considerarsi ispanico era lui stesso:

Sì, non ci sono stati problemi di sorta anche perché non mi percepisco come ispanico. Mi vedo più come una persona che è cresciuta nel deserto. Magari se fossi cresciuto in un differente contesto familiare, mi sarei io stesso percepito in maniera differente. Ma i membri della mia famiglia erano in contrasto fra loro in maniera giocosa, non parlavano di eredità culturale.


Suicide Squad: David Ayer incolpa Geoff Johns per una particolare scelta narrativa su Joker e Harley Quinn

David Ayer è intervenuto ancora una volta su twitter per dire la sua su una particolare scelta narrativa su Joker e Harley Quinn in Suicide Squad.
Nel film, quando viene presentato il personaggio di Margot Robbie, viene spiegato che la donna è stata una “complice nell’assassinio di Robin“, ma questo non quadra con quanto mostrato nel film e con quanto inizialmente previsto dal regista.

Prima di tutto, facciamo un passo indietro sulle idee di Ayer relative all’assassinio di Robin, come raccontato in un’intervista del 2017:

Joker ha ucciso Robin e così Batman gli fa saltare praticamente tutti i denti e lo rinchiude ad Arkham. È proprio nella prigione che si sarebbe fatto il tatuaggio “damaged” come per dire a Batman: “Mi hai danneggiato. Ero così bello prima e ora mi hai distrutto la faccia”.

Nella prigione Joker avrebbe così conosciuto la dottoressa Harleen Frances Quinzel ed è evidente, pertanto, perché alla luce di ciò il testo che compare durante la presentazione di Harley Quinn risulti contraddittorio.

“Credo che quel testo sia stato aggiunto in seguito dai montatori che non erano a conoscenza di tutta la storia. Il retroscena dei denti rende impossible il fatto che Harley sia una complice” ha suggerito un fan.

David Ayer lo ha allora confermato, incolpando Geoff Johns, presidente e direttore creativo responsabile della DC Comics e che all’epoca guidava la DC Entertainment:

Sì, rovinarono la mia cronologia degli eventi. Fu un’aggiunta di [Geoff] Johns.

La pellicola, diretta da David Ayer, è uscita nelle sale americane il 5 agosto 2016 e il 13 agosto in Italia. Questa la sinossi:

È bello essere cattivi… Mettete insieme un team dei più pericolosi Super Cattivi che possiate trovare nelle carceri del mondo, dategli il più fornito arsenale a disposizione del governo e mandateli in missione per sconfiggere un’entità insuperabile ed enigmatica. L’ufficiale dell’intelligence degli U.S.A., Amanda Waller ha convocato in gran segreto un gruppo di individui disperati e deprecabili che non ha niente da perdere. Ad ogni modo, dopo aver fallito inevitabilmente la missione ed essersi resi conto di non essere stati scelti per avere successo quanto per la loro colpevolezza riconosciuta, pensate che la Suicide Squad risolverà la questione morendo nel tentativo oppure decideranno sia meglio che ognuno vada per la sua strada?


Bob Iger sulle critiche di George Lucas alla gestione Disney di Star Wars: “Si scusò poco dopo”

In occasione del lancio di Lezioni di creatività, il suo libro pubblicato in italia da Sperling & Kupfer, Bob Iger ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica nella quale ha ripercorso la sua carriera e, in particolare, alcuni aneddoti legati alle più importanti acquisizioni della Disney durante la sua dirigenza.
Per esempio, quella della Lucasfilm, cui fecero seguito alcuni commenti di George Lucas per i quali poi si scusò:

2012 e arriva l’acquisizione, per altri 4 miliardi, della Lucasfilm di Star Wars. Ma dopo un po’ il fondatore mastica amaro e vi dà degli “schiavisti”. Avete recuperato il rapporto?
“Sì. Si scusò poco dopo. E l’anno scorso è venuto all’inaugurazione di un parco a tema Star Wars in California rimanendo ospite da me. George può essere caustico e non è uno che le manda a dire. In quel caso la scelta delle parole fu particolarmente infelice. Quel che credo volesse dire era che l’azienda era una sua creatura e che venderla era stato come vendere una parte di se stesso. Ma l’aveva deciso lui”.

Iger parla anche di un’acquisizione mancata, quella di Twitter:

Ci doveva essere un quinto megadeal, con Twitter: perché è abortito?
“Avevamo bisogno di una piattaforma digitale su cui veicolare i nostri contenuti e ci era sembrata una buona idea. All’epoca era anche associata a idee di democrazia, grazie al ruolo nelle Primavere arabe. Col tempo però, ben prima delle accuse di influenze russe nelle nostre elezioni, mi sono reso conto che Twitter era anche piena di robaccia, di contenuti di odio incompatibili con i nostri valori. E mi sono convinto che avrebbe potuto diventare un’enorme fonte di distrazione e avrebbe potuto danneggiare il nostro brand. Così, dopo aver lasciato un venerdì tutti certi che avremmo ratificato, il lunedì ho detto che non se ne sarebbe fatto niente. E non mi sono mai pentito”.

Nell’intervista, l’ex CEO parla del rinvio della pensione a causa dell’emergenza Coronavirus, e di come Disney potrà riprendersi dalla crisi:

Resta la spettacolare picchiata dei profitti nel primo trimestre: come vi riprenderete?
“Siamo stati colpiti in maniera durissima. Ma recupereremo man mano che i cinema e i parchi a tema riapriranno. Tuttavia non immagino a breve un vero ritorno alla normalità. È una traumatica occasione di cambiamento in cui dovremo imparare a fare tutto in modo più efficiente”.

E lei andrà davvero in pensione nel 2021?
“Già adesso non sono più Ceo. E sono rimasto, come da accordi, per dare una mano nella transizione. Con la pandemia sento un senso di responsabilità anche maggiore. Pensavo, dopo non aver fatto vere vacanze estive da quando avevo 14 anni, e aver sempre lavorato, di rifarmi ora. Ma dovrò rimandare”.

Infine, Iger sembra non escludere una fantomatica corsa alla presidenza degli Stati Uniti tra qualche anno, pur non sbilanciandosi:

È vero che correrà da candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti nel 2024?
“Non mi pronuncio su questo. In questo periodo mi diverto molto a fare da mentore per varie startup che non c’entrano con lo spettacolo. Credo di aver accumulato competenze su come gestire aziende e, stavo per dire nazioni, ma questo mi metterebbe nei guai (ride). Onestamente non lo so. Ma quando lascerò Disney, un venerdì, sono piuttosto convinto che saprò cosa fare il lunedì successivo”.

Trovate l’intervista integrale sul sito di Repubblica e sul Venerdì in edicola.


Scarpette rosse e i sette nani: due clip dal film

È in arrivo oggi, direttamente on demand, una nuova, divertentissima versione di una delle favole più amate di tutti i tempi. Scritta e diretta da Sungho Hong e animata dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i sette nani è una rivisitazione moderna e brillante di un grande classico delle storie per bambini – il mito di Biancaneve.

Non una mela ma delle scarpette rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal cuore puro, ha la voce di Baby K, per la prima volta coinvolta in un doppiaggio. Sono invece affidate alla comicità di Pio & Amedeo le voci di due meravigliosi principi alle prese con una maledizione che li ha trasformati in buffissimi nanetti.

Delle magiche scarpette rosse sono il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti, devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione della favola più amata di tutti i tempi.






Raketun TV lancia Euronews: disponibile nella sezione AVOD

Rakuten TV ha annunciato oggi il lancio del suo primo canale live sulla piattaforma: Euronews, il canale di notizie internazionale numero uno in Europa. Il canale, che fornisce contenuti informativi 24 ore su 24, sarà disponibile in tutti i paesi Europei in cui è presente Rakuten TV secondo un lancio progressivo nei diversi territori, come parte dell’offerta gratuita della piattaforma nella sezione AVOD (Advertising-video-on-demand). In Italia il canale è live da oggi stesso.

Il portfolio di contenuti del canale è incentrato su notizie da una prospettiva europea coprendo diversi ambiti: attualità, business, cultura, sport, scienza e tecnologia e lifestyle. Il suo feed live sarà disponibile in sei lingue tra cui francese, portoghese, italiano, tedesco, spagnolo e inglese per i restanti paesi europei.

I contenuti di Euronews saranno visibili all’interno dell’app Rakuten TV presente sui modelli di Smart TV Samsung Electronics e LG a partire dal 2019. Il bottone Rakuten TV presente sui telecomandi e l’app preinstallata sulle Smart TV LG e Samsung faranno entrare Euronews nelle case di milioni di famiglie europee. In un secondo momento, il canale sarà reso disponibile su altri dispositivi.

Teresa López, European Content Director di Rakuten TV, ha dichiarato: “Siamo molto entusiasti del lancio del nostro primo canale live, che ci consente di arricchire la nostra attuale proposta fornendo contenuti sempre più vari all’interno della piattaforma. Rakuten TV è impaziente di continuare ad espandere la sua offerta di contenuti al fine di offrire un’esperienza completa con un solo clic ”.

Maxime Carboni, direttore Worldwide Distribution di Euronews, ha dichiarato: “Siamo onorati di essere i primi fornitori di contenuti live a unirsi al servizio AVOD di Rakuten TV, consentendo agli spettatori di guardare diverse versioni di Euronews sulla piattaforma. Questa importante partnership rafforza definitivamente la strategia di Euronews di rivolgersi al proprio pubblico in modi nuovi attraverso formati innovativi e piattaforme digitali. Siamo stati in grado di costruire insieme a Rakuten TV una proposta e un modello di contenuti di notizie che si adattano ai nostri valori comuni: localizzazione dei contenuti, ottima esperienza utente e attenzione alla qualità “.

Il lancio di Euronews su Rakuten TV è un ulteriore passo che la piattaforma sta intraprendendo nell’ambito della sua strategia volta ad implementare l’offerta della sezione gratuita supportata dalla pubblicità, che include già i canali tematici Film con pellicole di Hollywood, Kids dedicato ai più piccoli e Rakuten Stories che offre contenuti esclusivi e originali tra cui la serie TV Matchday – Inside FC Barcelona e i documentari appena lanciati su Sadio Mané, Made in Senegal e Andrés Iniesta – L’eroe inaspettato. Rakuten TV è la prima piattaforma europea che combina I modelli di business TVOD e AVOD in tutta Europa, fornendo un unico punto di accesso ad un universo di contenuti illimitati.

Euronews è l’unico canale di notizie internazionale con una prospettiva europea. È distribuito in 160 paesi e quasi 400 milioni di case – tra cui il 67% delle case nell’UE e nel Regno Unito – raggiungendo oltre 141 milioni di persone ogni mese, secondo il Global Web Index.


X-Men: rivelato il nuovo team del Marvel Cinematic Universe?

Secondo quanto riportato dal sito Movieweb, il nuovo team degli X-Men dell’Universo Cinematografico Marvel è stato rivelato.

Siamo ancora lontani anni dal vedere presentazioni ufficiali, ma ciò non ha impedito al rumor di diffondersi come un incendio tra i devoti dell’MCU.
Il capo dei Marvel Studios, Kevin Feige, aveva confermato che le property della Fox erano in transito verso l’MCU al Comic-Con di San Diego dell’anno scorso, ma da allora non abbiamo più sentito altro in termini di chi arriverà sul piccolo o grande schermo nei prossimi anni.

La presunta line-up degli X-Men dell’MCU trapelata nelle ultime ore includerebbe Thunderbird, Tempesta, Cyclope, Havok, Nightcrawler, Marvel Girl (Jean Grey) e Sole ardente.

È curioso che Wolverine non compaia in questa lista, anche se questo potrebbe essere un escamotage per far prendere ulteriormente le distanze dal ruolo da parte di Hugh Jackman, di cui i fan della Marvel chiedono insistentemente il ritorno.

Jackman ha detto numerose volte di aver chiuso con Wolverine, ma il fandom non si è mai arreso.

John Proudstar, alias Thunderbird, non è ancora apparso sul grande schermo. Si è presentato però nella serie televisiva Gifted della Fox. Secondo questo presunto elenco, sarà uno dei primi personaggi degli X-Men a sbarcare nell’MCU.

Il più interessante in questo elenco è Tempesta, che è stato in tutti i film degli X-Men proiettati finora, ad eccezione di First Class. Si ritiene che entrerà nel franchise passando attraverso Wakanda. Tempesta e T’Challa hanno una storia dedicata nei fumetti, quindi questa reunion è qualcosa che è stato anticipato da tempo. T’Challa e Tempesta potrebbero avere una relazione romantica sul grande schermo.

Sole ardente non è stato visto sul grande schermo finora e non deve essere confuso con Sunspot di Giorni di un futuro passato, che compare anche in The New Mutants. Sole ardente è apparso nella serie animata degli anni ’80 Spider-Man and His Amazing Friends, insieme ad alcuni videogiochi nel corso degli anni.

Questa lista è tutt’altro che ufficiale, per cui prendetela con le pinze. Dovremo aspettare fino a quando Kevin Feige confermerà ufficialmente quali personaggi saranno inclusi e poi dove verranno visualizzati.

Cyclope, Havok, Nightcrawler e Marvel Girl, alias Jean Gray, sono comparsi tutti nel corso dell’era Fox, quindi sarà interessante vedere chi verrà scelto per interpretare questi ruoli.

Il canale YouTube di Cosmic Wonder è stato il primo a rivelare la novità dei nuovi X-Men nell’MCU.


Descendants streaming, su Disney Plus tutta la saga dei figli dei cattivi tra film e corti animati

Tra i prodotti originali Disney Channel passati su Disney+ (CLICCATE QUI PER ABBONARVI) c’è anche la saga di Descendants, la serie di film dedicati ai figli dei cattivi come Mal, Evie, Carlos e Jay, rispettivamente discendenti di Malefica, Grimilde, Crudelia de Mon e Jafar. Scoprite tutto su Descendants streaming sulla piattaforma Disney.

Descendants Streaming

Tra film e serie Tv animata la saga di Descendants è quasi al completo. All’appello manca ancora Descendants 3 ma siamo sicuri che non tarderà ad essere inserito nel ricco catalogo di Disney Plus. Qui sotto tutti i film disponibili ad oggi, la serie Tv d’animazione e il cortometraggio dedicati al mondo di Descendants

Descendants (2015)

In un idilliaco regno moderno, il benevolo figlio del re Bestia e della regina Belle sta per salire al trono. Per prima cosa offre ai figli di Crudelia De Mon, Malefica, la Regina Cattiva e Jafar, imprigionati su un’isola sperduta, la possibilità di frequentare la prestigiosa scuola di Raperonzolo e Mulan. Cosa faranno i figli dei cattivi: cederanno al male o seguiranno la loro bontà interiore?

Descendants 2 (2017)

La pressione causata dalle imminenti nozze spinge Mal a tornare sull’Isola degli Sperduti, dove scopre che Uma, figlia di Ursula e sua nemica, si è autoproclamata regina. Uma prova ancora rancore per non essere stata ammessa ad Auradon, perciò ordina ai suoi pirati di rompere la barriera magica tra l’Isola degli Sperduti e Auradon, liberando così una volta per tutte i cattivi dell’isola.

Under the Sea – A Descendants short story (2018)

Cortometraggio di nove minuti in cui Mal appare dall’ombra in un bosco magico e incontra Geffy.

Descendants – Wicked World (2015)

Continua la storia dei figli dei cattivi con la serie Tv d’animazione composta da 18 episodi intitolata Descendants Wicked World. Mal, Evie, Jay e Carlos scoprono cosa il futuro ha in serbo per loro ad Auradon Prep. Con tanti nuovi personaggi dall’Isola degli Sperduti e Auradon, nuove divertenti avventure.


Sex Crimes: tutte le curiosità sul thriller erotico culto degli anni '90

Un triangolo erotico vagamente trash, due splendide dark lady e l'atmosfera torrida estiva del sud degli Stati Uniti.

Sex Crimes è decisamente un film di culto, a distanza di 22 anni dalla sua uscita nelle sale. Il merito non risiede tanto nel regista, John Mcnaughton, quanto nel triangolo di bellissimi protagonisti di scene erotiche, lesbo e etero, non certo consuete per una produzione Hollywoodiana. I tre - numero perfetto per molti e in molti sensi - sono Matt Dillon e le due sexy Denise Richards, più sfrontata e maliziosa, in compagnia della sorprendente Neve Campbell, più timida e schiva. Vediamo insieme di conoscere meglio questo thriller erotico del 1998 e, soprattutto, le curiosità sul suo successo più legato agli anni successivi che all’uscita.

Nessuno dice la verità, o quasi, in Sex Crimes, thriller pieno di colpi di scena, capovolgimenti di fronte, in cui ci si fa condurre dalla storia e dall’atmosfera in un gioco a chi truffa meglio l’altro. A dirigere dietro la macchina da presa un esperto del genere come McNaughton, autore di Henry, pioggia di sangue, evocato da Nanni Moretti in una celebre scena di Caro diario, oltre a Crocevia per l’inferno.

Matt Dillon indossa i panni dell'insegnante di scuola superiore Sam Lombardo, accusato di aver stuprato due sue allieve, Kelly (Denise Richards) e Suzie (Neve Campbell). Inutile dire che la cosa sconvolge la sua vita e la sua immagine di docente modello. Le indagini però, portate avanti dal detective Duquette (Kevin Bacon), presto fanno emergere una sorprendente verità: non c’è stato nessuno stupro, le due si sono inventate tutto, tanto che Sam ne esce pulito e con un bel gruzzolo come risarcimento. È solo l’inizio di un film che sorprende costantemente lo spettatore, dimostrando la potenza del sesso e quanto la seduzione sia potere.

Il titolo originale del film è Wild Things, reso in italiano in maniera piuttosto rara con un altra espressione inglese, ma più spinta dal punto di vista malizioso. La frase di lancio è in linea con il carattere sessualmente evocativo del film: “muoiono dalla voglia di giocare con te…”.

Esiste una versione uncut, più lunga di sette minuti, in cui viene mostrata una scena lesbo senza tagli, che cambia il rapporto fra Suzie e Kelly. Il film deve moto della sua notorietà alle scene di sesso più esplicite rispetto alla media del cinema mainstream, specie in quegli anni. Esistono tre sequel usciti direttamente in home video: Sex Crimes 2 - Pronte a tutto (2004), Sex Crimes 3 (2005) e Sex Crimes 4 (2010).

Neve Campbell non appare mai nuda, neanche nella versione uncut, perché aveva una clausola apposita nel suo contratto. Per Denise Richards, invece, sono state le uniche scene di nudo in un film. Prima di girare una inquadratura all’aperto, nei pressi di un fiume, un tecnico della troupe notò qualcosa che galleggiava sull’acqua: il cadavere di un uomo. La polizia a quel punto arrivò, ancorandolo al molo, fuori dal campo di ripresa dell’inquadratura prevista, per essere poi rimosso solo dopo aver girato quella scena.

L’alcol ha aiutato gli attori a girare una scena di sesso a tre, lo disse in un’intervista nel periodo dell’uscita la stessa Neve Campbell, dicendo che lei, la Richards e Dillon erano un po’ brilli di tequila. “È stato divertente baciare Denise”, disse all’epoca la Campbell. “Abbiamo mescolato dei margarita e preso una bottiglia di vino nel mio camper e prima ci siamo ubriacate”.

La prima scelta per il ruolo di Sam Lombardo era stata Robert Downey Jr, che poi rinunciò. Fu girata una scena in cui Bacon e Dillon facevano la doccia insieme, tagliata poi al montaggio perché ritenuta dal regista gratuita.




Avatar 2: David Thewlis non sarà nel primo sequel, ma apparirà in Avatar 3 e forse 4 e 5

L'attore inglese, famoso per la saga di Harry Potter, ha voluto far chiarezza sul suo ruolo nei seguiti di Avatar di James Cameron in risposta a chi lo aveva annoverato nel cast di Avatar 2.

Una della new entry della "premiata ditta" di Avatar è David Thewlis, attore sopraffino che i fan della saga di Harry Potter conoscono benissimo, visto che ha interpretato Remus Lupin da Harry Potter e il prigioniero di Azkaban in poi. Fino a ieri pensavamo di trovarlo già in Avatar 2, quindi dal 17 dicembre del 2021. Apprendiamo invece oggi che non sarà così.

E’ stato lo stesso Thewlis ad annunciarlo nel corso di un'intervista, dicendo: "Avatar è un film diverso da tutti gli altri. Non somiglia a niente che abbia mai fatto. Devo fare chiarezza ora, perché una rivista inglese mi ha collocato in Avatar 2. Non sarò in Avatar 2. Sarò in Avatar 3, che è stato girato contemporaneamente ad Avatar 2, e l'idea è quella di farmi apparire anche in Avatar 4 e Avatar 5. Ho sentito il bisogno di spiegarlo perché di recente qualcuno ha equivocato".

Per vedere insomma David Thewlis calarsi nel ruolo di un Na'vi dovremo attendere il 22 dicembre del 2023, quando il terzo capitolo del franchise invaderà le sale. Rivedremo con buona probabilità l'attore il 19 dicembre 2025 e il 17 dicembre 2027, e cioè quando usciranno il quarto e quinto film.

Thewlis è stato fra i componenti del cast dei sequel di Avatar più chiacchieroni dell'ultimo periodo, manifestando grande entusiasmo per l'immenso progetto legato a James Cameron e un po’ di meraviglia per la tecnica del motion capture. Per ogni possibile informazione sui vari Avatar, leggete l'articolo di Antonio Bracco Avatar 2: tutto quello che sappiamo su questo e sugli altri sequel della saga di James Cameron.


Da 5 Bloods, Spike Lee condivide un nuovo poster: "la nostra battaglia non è in Vietnam"

Spike Lee continua la sua battaglia contro il razzismo postando su Twitter un manifesto di Da 5 Bloods: Come fratelli dal messaggio fortemente politico.

A una settimana dal debutto su Netflix (quindi il 12 giugno), Spike Lee ci regala un altro bellissimo poster di Da 5 Bloods - Come fratelli, il suo nuovo film. L'ultimo era quello condiviso su Twitter nel Memorial Day, il giorno in cui negli Stati Uniti vengono ricordati e commemorati i soldati caduti durante tutte le guerre. Se ben ricordate, aveva un sapore decisamente politico, con quelle bombe con la faccia di Richard Nixon e un gruppo di manifestanti che protestavano in favore dei diritti degli afroamericani.

Il nuovo manifesto arriva in giorni di grande tensione per l'America, giorni di rivolte a sostegno del movimento Black Lives Matter e contro l'ingiusto destino toccato a George Floyd. Proprio per questo sul poster di Da 5 Bloods, si legge, a mo’ di chiamata alle armi: "La nostra battaglia non è in Vietnam". Sul suo account Twitter, dove ha postato il manifesto, Spike Lee ha scritto che le battaglie da combattere sono molte di questi tempi, a cominciare dalla lotta per la giustizia sociale.

ll regista, nell'ultima settimana, ha fatto sentire la propria voce e il proprio dissenso con un video in cui ha alternato le immagini dell'arresto di George Floyd a quelle del suo Fa' la cosa giusta. Se sul poster vedete scritto Vietnam è perché Da 5 Bloods racconta la storia di quattro veterani di quel conflitto che tornano in Vietnam per cercare i resti del loro capitano. I protagonisti del film sono Delroy Lindo, Clarke Peters, Norm Lewis, Isiah Whitlock Jr. e Chadwick Boseman.




I film a medio budget spariranno dopo il Coronavirus? Alcuni analisti americani lo pensano.

Se i blockbuster si rimandano, per i film a medio budget le major, in seguito all'emergenza Covid-19, pensano allo streaming per rientrare nei costi rapidamente.

Se siete appassionati di blockbuster, starete monitorando le uscite di lungometraggi attesi come Wonder Woman 1984, Black Widow, Tenet, Ghostbusters 3, ballerini nelle date a causa dell'emergenza Coronavirus. Ma cosa ne sarà dei film a medio budget? Con "medio budget" a Hollywood s'intende un tipo di prodotto sui 20-50 milioni di dollari, molto meno costoso di un kolossal da 100-200, ma più impegnativo delle produzioni indipendenti totali, che non arrivano a 10. Secondo alcuni analisti, lo spostamento in streaming di alcuni di questi film per l'apocalisse Covid-19 ha creato un precedente che potrebbe metterne a rischio l'esistenza presso le major e in sala.

Variety ha avviato il dibattito a partire dal caso di The Lovebirds, la cui uscita è stata cancellata in aprile e ora diventerà un film Netflix, perché la Paramount ha deciso di recuperare i 16 milioni di dollari di budget (più parte della promozione già finanziata) in tempi rapidi, piuttosto che rischiare un'uscita posticipata in mezzo a un ingorgo di blockbuster. Amara e ironica la metafora di un manager Sony, riferendosi alla sua azienda e agli studi concorrenti: "Siamo come quelle petroliere al largo di Long Beach, piene di petrolio e nessun posto dove scaricarlo". La Sony ha appena venduto alla Apple il film bellico Greyhound con Tom Hanks (50 milioni di budget), in origine collocato in sala a giugno. Non se la sono sentita di rischiare.

Di contro, i servizi di streaming, specialmente quelli basati sul Subscription Video On Demand (SVOD), cioè sugli abbonamenti, guardano all'investimento su nomi di richiamo, nell'ottica di una promozione globale, non concentrata sugli introiti di un singolo prodotto. In altre parole, per servizi come Netflix o Amazon Prime Video il film a medio budget è molto appetibile: l'investimento alto è poco frequentato (a parte i mostruosi 225 milioni di The Irishman), mentre il basso budget conviene più riservarlo alle serie in stile Tredici. Anche il noleggio/vendita in streaming e download non è male, in questo panorama: pare che le major ottengano l'80% del prezzo pagato dall'utente, mentre le percentuali dalla sala viaggiano di solito intorno alla metà (anche per quello si dice che un film per recuperare i costi deve indicativamente incassare il doppio di quant'è costato).

Come sta accadendo in diversi campi, lo shock Coronavirus non sta in effetti creando situazioni nuove, quanto accelerando processi in atto da tempo: la difficoltà di farsi produrre titoli a medio budget per le sale era stata denunciata da diversi anni da alcuni cineasti (ricordiamo Duncan Jones), i quali vedevano appunto i colossi dello streaming come l'unico punto di approdo per quel tipo di produzione. Certamente, liquidare del tutto una spesa moderata giudicandola incompatibile con le sale potrebbe essere un errore: il miliardo di dollari registrato da Joker con un budget di 55 milioni inviterebbe a non compiere passi precipitosi.


Aspettando Ghostbusters Legacy: l'inedito dietro le quinte di una scena cult del primo Ghostbuster

Quante volte Aykroyd, Ramis e Murray hanno girato in Ghostbusters: Acchiappafantasmi la sequenza dello spot pubblicitario? La risposta in un video imperdibile.

Se il Coronavirus non avesse abbandonato la Cina per andarsene giro per il mondo, Ghostbusters: Legacy sarebbe arrivato nelle sale in estate. Ma la pandemia ha cambiato le carte in tavola e così dovremo aspettare fino al mese di marzo del 2021. Però, nell'attesa, possiamo rivederci il primo film della saga, Ghostbusters: Acchiappafantasmi, e soprattutto gustarci un po’ di dietro le quinte della commedia diretta da Ivan Reitman nel 1984.

In un video di 5 minuti che è appena stato diffuso vediamo Dan Aykroyd, Bill Murray e Harold Ramis ripetere svariate volte lo spot pubblicitario degli Acchiappafantasmi, che comincia, appunto, con i tre "in scena" e prosegue con il solo Dan Aykroyd per poi accogliere nuovamente Murray e Ramis. Sia della prima che della seconda parte vediamo diversi take, e nella seconda Aykroyd è davvero incredibile perché pronuncia le sue battute variando la velocità e, come l'Alberto Sordi dell'ultimo episodio de I complessi, non prende mai una papera. Si blocca giusto una volta e dimostra una pazienza certosina, visto il numero decisamente elevato di ciak. Quanto alla terza parte del video, in cui Peter Venkman, Raymond "Ray" Stantz ed Egon Spengler dicono: "We are ready to believe you" (siamo pronti a credervi)", è da notare che Murray, Ramis e Akroyd hanno qualche difficoltà a pronunciare la battuta simultaneamente e a qualcuno scappa da ridere.

Sappiamo che in Ghostbusters 3 ci saranno sia Bill Murray che Dan Aykroyd (Ramis ci ha lasciati nel 2014), anche se non avranno un ruolo da protagonisti, perché al centro della storia c'è una madre single (Carrie Coon), che abita in una piccola cittadina americana con i figli, interpretati dal Finn Wolfhard di Stranger Things e Mckenna Grace. La regia del film è di Jason Reitman, il figlio di Ivan Reitman. Per avere un quadro completo di Ghostbusters: Legacy vi rimandiamo all'esaustivo articolo di Domenico Misciagna Ghostbusters Legacy, cosa sappiamo del nuovo Ghostbusters 3.


Ghostbusters - Acchiappafantasmi Scene inedite del Film - HD

CINEMAMBIENTE PER LA GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE: 5 GIUGNO MOVIES FOR NATURE

Cinemambiente, con il Museo Nazionale del Cinema, partecipa alle iniziative internazionali livestreaming promosse da UNEP - il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente - in occasione del World Environment Day (WED) 2020, di cui è Paese ospite la Colombia.

Per l'intera giornata di venerdì 5 giugno, dalle ore 0 alle 24, verrà diffusa online, sul sito www.cinemambiente.it, la rassegna Movies for Nature, una maratona cinematografica che si ricollega direttamente, fin dal titolo, al tema scelto quest'anno per la ricorrenza. Dedicata alla biodiversità, la Giornata mondiale dell'Ambiente 2020 sintetizza in uno specifico invito all'azione, Time for Nature, l'urgenza e la necessità improrogabile di rivolgere l'attenzione al nostro Pianeta, il cui degrado rischia di provocare l'estinzione, nel breve periodo, di un milione di specie animali e vegetali, fenomeno imputabile in massima parte all'attività umana.

La selezione di undici titoli proposta dalla rassegna rappresenta un viaggio in zone e ambienti diversi della Terra che documenta gli effetti dell'antropizzazione sul mondo degli altri esseri viventi, allo stesso tempo mostrando, spesso attraverso immagini stupefacenti e sequenze spettacolari, la bellezza della Natura e dei suoi regni - animale e vegetale -, oggi sempre più fragili e minacciati. Movies for Nature affronta il tema della biodiversità con film che spaziano tra formati diversi - lungo, medio e cortometraggi - e tra elementi diversi: acqua, terra, aria.

Con Blue, dell'australiana Karina Holden, ci si immerge nelle profondità degli oceani, negli ecosistemi marini che sono tra i principali bersagli dell'assalto umano alle risorse del Pianeta. Con Intraterrestrial. A Fleeting Contact, degli antropologi Alexander e Nicole Gratovsky, ci si avvicina all'affascinante mondo dei delfini, in compagnia dei due antropologi fondatori della Dolphin Embassy, che da sempre si batte per la salvaguardia dei mammiferi acquatici. È un giro della Terra vista dal cielo, invece, Home, di Yann Arthus-Bertrand, che documenta, perlopiù attraverso riprese aeree, gli effetti dei cambiamenti climatici in 54 differenti nazioni. Si resta in volo con The Messenger, della canadese Su Rynard, che dalla foresta Boreale arriva fino alle strade di New York sulle tracce delle molteplici specie di uccelli decimate dall'azione dell'uomo, per poi tornare a terra con Gringo Trails, della statunitense Pegi Vail, che, seguendo classici itinerari dei viaggiatori occidentali, denuncia l'impatto devastante della globalizzazione turistica sull'ambiente. Dusk Chorus - Based on Fragments of Extinction, di Alessandro d'Emilia e Nika Saravanja, è un viaggio sonoro nella foresta amazzonica dell'Ecuador, guidata dal ricercatore e compositore David Monacchi, mentre Kamchatka Bears. Life begins, di Irina Žuravleva e Vladislav Grišin, ci porta "nel Paese degli orsi", nell'estremo, e più selvaggio, Oriente russo. Anche Ranger and Leopard, dell'iraniano Fathollah Amiri, è dedicato al mondo degli animali selvaggi e vede protagonista uno degli ultimi esemplari di leopardo persiano, sottospecie un tempo endemica nella regione caucasica e ormai molto rara.

Completano la rassegna tre cortometraggi - l'iraniano On the Cover di Yegane Moghaddam, l'indiano Tungrus, di Rishi Chandna, l'italiano Welcome to the Sixtinction di Chiara Cant - che affrontano con l'arma dell'ironia il tema della scomparsa di tante specie animali e della nostra convivenza con gli altri "inquilini" della Terra.


THE HELP: IL FILM PRIMO SU NETFLIX MA VIENE CRITICATO ANCHE DA VIOLA DAVIS

The Help, pellicola del 2011 con Viola Davis e Octavia Spencer, è il film più visto del momento su Netflix, probabilmente in seguito alle proteste anti-razziste che stanno avendo luogo negli USA per la morte di George Floyd, ma è stato subito criticato come un film che esalta troppo il "salvatore bianco".

The Help è stato un grandissimo successo al botteghino, raccontando la storia di una donna bianca che inizia a scrivere un libro condividendo il punto di vista delle cameriere nere negli anni Sessanta in Mississippi. Il film ha ottenuto numerose nomination agli Oscar, con Octavia Spencer premiata come Miglior Attrice Non Protagonista, ma in questi giorni è stato criticato per la sua prospettiva.

La narrativa di The Help si incentrerebbe troppo sul salvatore bianco, mettendo da parte la prospettiva di personaggi neri come le domestiche Aibileen (Viola Davis) e Minny (Octavia Spencer). Il fatto che The Help stia ottenendo tali numeri in streaming in seguito alle proteste di Black Lives Matter ha spinto noti scrittori come Ashly Perez, Rebecca Theodore-Vachon e Ira Madison III a contestare il film.

Anche Viola Davis, protagonista della pellicola, nel 2018 ha affermato in un'intervista al New York Times di essersi pentita di aver lavorato al progetto, non per via del cast o del regista, ma perché si è resa conto del messaggio fuorviante:

"Sentivo che non erano le voci delle cameriere ad essere ascoltate. Conosco Aibileen. Conosco Minny. Sono mia nonna. Sono mia mamma. E so che se fai un film in cui c'è questa premessa, voglio sapere come ci si sente a lavorare per i bianchi e allevare i bambini nel 1963, voglio sentire come ci si sente davvero al riguardo. Non l'ho mai sentito nel corso di questo lavoro."

È sicuramente una strana coincidenza che The Help sia in cima alla classifica di Netflix in questo periodo, ma secondo Tom Brueggemann, esperto di box office di IndieWire, è normale che una nuova uscita sulla piattaforma possa andare subito tra i film più popolari del momento, quindi la sua posizione potrebbe non essere dovuta per forza al tema così attuale del razzismo contro le persone di colore.


RITORNO AL FUTURO: LA RAGIONE PER CUI LA TRILOGIA ESISTE È... SUPERMAN

Anche se vivono in due universi distinti, Superman ha aiutato Doc Brown a scoprire i segreti del viaggio nel tempo in Ritorno al futuro, in pratica è la ragione per cui la trilogia esiste.

Come ricorderanno i fan di Ritorno al futuro, nel finale Doc Brown ricompare nella sua DeLorean nell'anno 1985 per mettere in guardia Marty McFly e la fidanzata Jennifer, avvertendoli che devono recarsi nel 2015 per salvare i loro figli. Doc speiga di aver fatto delle migliorie alla macchina del tempo che adesso funziona con rifiuti ordinari grazie a convertitore di materia chiamato "Mr. Fusion" ed è capace di volare grazie alla "conversione hover". In Ritorno al futuro parte II, Doc rivela a Marty di aver implementato numerosi gadget utili e fa visita perfino a una clinica di ringiovanimento.

La domanda sorge spontanea: come fa Doc Brown a permettersi tutto questo visto che facendo due calcoli, con l'inflazione la sola conversione hover verrebbe a costare $39.999,95. In più, sappiamo che Doc ha sperperato i soldi di famiglia costruendo la macchina del tempo, quindi è al verde. Come ha fatto a permettersi nuove spese? La risposta è... grazie a Superman!

A venirci in aiuto sono i fumetti di Ritorno al futuro che raccontano quanto accade tra un film e l'altro. Back to the Future #4 segue la prima vista di Doc nel 2015, quando lo scienziato pazzo si reca a una nostalgica "1980s Car Expo", vincendo il primo premio con la sua DeLorean. Il premio si rivela essere uno scontro del 10% per una conversione hover, che sconta la cifra che Doc deve pagare a 36.0000 dollari. Durante una visita in biblioteca, Doc scopre l'esistenza di un invenzione chiamata "internet" che gli permette di apprende l'esistenza del "più lucroso investimento singolo nella storia dell'uomo."

Così grazie alla DeLorean torna indietro fino al 18 aprile 1938 dove investe un singolo dollaro d'argento per comprare dieci copie del fumetto Action Comics #1, che contiene la prima apparizione di Superman. Mentre ogni albo, nel 1938, costa solo dieci centesimi, nel 2015 Doc li rivende a 2,5 milioni di dollari. Ecco spiegata l'origine della sua fortuna.


VENOM: LET THERE BE CARNAGE ENTRA IN POST-PRODUZIONE, MA DA CASA

Ultimate le riprese prima dell'emergenza sanitaria, Venom: Let There Be Carnage è entrato in fase di post-produzione, ma da casa, almeno per il momento. Il produttore Dan Wilson ha aggiornato i fan sullo status del film molto atteso dal pubblico che ha fatto diventare il primo Venom una hit.

Venom: Let There Be Carnage ha avuto la fortuna di essere uno di quei film le cui riprese sono state ultimate prima dello stop di Hollywood. Il film, attualmente in produzione, richiederà però dei reshoots che al momento non hanno una data, il che rende i tempi di lavorazione incerti. Come ha spiegato Dan Wilson:

"Nessuno vuole andare a lavorare in un ambiente rischioso, sia che si tratti del cast che della crew. Riguarda tutti coloro che si trovano sul set. C'è del nervosismo al riguardo, è naturale e comprensibile. Dobbiamo tenerne conto e capire cosa fare."

Il regista Andy Serkis, alla sua terza opera dietro la macchina da presa, finora ha lavorato in remoto al processo di post-produzione, ma il resto del cast attende di sapere quando verrà richiamato sul set per i reshoots.

Il titolo Let There Be Carnage fa riferimento al personaggio di Woody Harrelson, Cletus Kasady, serial killer che si lega a un altro simbionte diventando il letale villain Carnage, introdotto in una scena post-credits di Venom. Insieme a Tom Hardy, che riprenderà il ruolo di Eddie Brock/Venom, ritroveremo Michelle Williams nei panni di Anne Weying. Naomie Harris interpreterà un'altra simbionte di nome Shriek.

Venom: Let There Be Carnage arriverà al cinema il 25 giugno 2021.


MAN ON FIRE - IL FUOCO DELLA VENDETTA E QUENTIN TARANTINO: IL CURIOSO LEGAME TRA IL FILM E IL REGISTA

Brian Helgeland, sceneggiatore di Man on Fire - Il fuoco della vendetta, vide per la prima volta Kidnapping - Pericolo in agguato, il film su cui si basa la storia del film del 2004, grazie a Quentin Tarantino, verso la fine degli anni '80. Lo scrittore entrò in un video store per noleggiare un film ignaro del fatto che il commesso che lo consigliò un giorno sarebbe diventato uno dei registi più famosi di tutti i tempi, autore di Pulp Fiction, Bastardi senza gloria, Kill Bill e tanti altri capolavori.

Brian Helgeland entrò nel negozio dove lavorava Tarantino e chiese al celebre regista di consigliargli un buon film, Tarantino gli raccomandò Kidnapping - Pericolo in agguato (il cui titolo originale tra l'altro è Man on Fire). Tony Scott aveva già l'intenzione di realizzare questo film già nel 1983 ma nessun produttore aveva fiducia nel progetto e quindi scelse di dedicarsi a Top Gun. Nel 1987 fu realizzato Un uomo sotto tiro, diretto da Elie Chouraqui con protagonista Scott Glenn nel ruolo di John Creasy.

Michael Bay e Antoine Fuqua furono considerati per dirigere un ulteriore remake finché Arnon Milchan, già produttore di Un uomo sotto tiro e ancora detentore dei diritti del romanzo, chiese a Scott se era ancora intenzionato o meno a realizzare una sua versione del film, visto che in precedenza era rimasto molto colpito dalla storia.

La 20th Century Fox voleva che il film, così come il romanzo e la versione precedente, fosse ambientato in Italia, più precisamente a Napoli, tuttavia, Scott non voleva girare un film ambientato nel passato, bensì una pellicola contemporanea, mentre il fenomeno dei rapimenti in Italia era praticamente scomparso già dai primi anni duemila. La scelta quindi ricadde su Città del Messico per via del suo alto tasso di rapimenti e criminalità.




ESCAPE PLAN 2, SYLVESTER STALLONE: "IL FILM PIÙ BRUTTO NEL QUALE HO AVUTO LA SFORTUNA DI RECITARE"

A proposito di Escape Plan 2, durante una conferenza stampa relativa al tour promozionale di Escape Plan 3, e attraverso alcuni post pubblicati dall'attore sui suoi profili social, Sylvester Stallone si è lasciato andare ad una serie di commenti pochi lusinghieri a proposito del precedente capitolo della saga.

Il celebre attore hollywoodiano ha dichiarato: "Escape Plan 2 - Ritorno all'inferno è stato uno dei film più scadenti e prodotti in modo a dir poco orribile a cui ho partecipato nella mia carriera." Il film è stato girato in venti e giorni e questo aspetto della produzione è stato criticato da molti attori del cast. Stallone, che è presente sullo schermo soltanto per quindici minuti, ha anche aggiunto: "Il regista e i produttori non sono riusciti a realizzare un film che fosse all'altezza del primo capitolo."

Il film, nelle recensioni di Rotten Tomatoes, detiene una valutazione di approvazione dell'8% sulla base di 24 recensioni, con una valutazione media di 2,44 punti su un totale di dieci. Sebbene il film sia stato un discreto successo dal punto di vista commerciale i critici di tutto il mondo sembrano essere d'accordo con le dichiarazioni di Stallone.

David Ehrlich di IndieWire ha valutato negativamente il film e ha aggiunto: "Ci sono molti attori con un ottimo star power in questo film, ma non esiste celebrità al mondo che avrebbe potuto salvare questa sciocchezza cinematografica, è una vera e propria brutta copia del capitolo precedente del franchise. Nemmeno Arnold Schwarzenegger, che ha affrontato Stallone nel primo, avrebbe potuto salvare questo noiosissimo film."


The Knocking – Gli autori di Summer of ’84 parlano del loro nuovo horror

Con Summer of ’84 gli scrittori Matt Leslie e Stephen J. Smith ci hanno riportato indietro negli anni ’80, ma ora il duo ha un nuovo horror in lavorazione: The Knocking.

Oltre a scrivere la sceneggiatura Leslie e Smith faranno il loro primo debutto alla regia.

Durante una chat con Knight Light: A Horror Movie Podcast hanno scherzato e preso in giro il loro nuovo film: In un certo senso ruota attorno all’idea di un affare faustiano. Tonalmente è un pò come un film horror mistery-romance. The Knocking adotterà un approccio “slow burn” allo storytelling e avrà un “finale di grande impatto”.

“Non è tonalmente diverso da Hereditary, dove c’è qualcosa di soprannaturale e terrificante, ma sembra anche che possa davvero accadere. Non vediamo l’ora di farlo vedere al pubblico”, hanno continuato Leslie e Smith. “Stiamo costruendo un cast davvero fantastico di cui siamo entusiasti in questo momento. Abbiamo già ottenuto i nostri primi contatti e un paio di altri ruoli più importanti.”

Le riprese dovevano iniziare ad aprile, ma la produzione è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus.

Abiel Bruhn ha co-scritto la sceneggiatura di The Knocking insieme a Leslie e Smith.


La prima clip italiana del thriller The Room - La Stanza del Desiderio

BIM Distribuzione ha reso disponibile la prima clip italiana di The Room - La Stanza del Desiderio, thriller paranormale distribuito attraverso le piattaforme digitali.

THE ROOM - LA STANZA DEL DESIDERIO

PRODUZIONE: Il film è stato diretto da Christian Volckman.

CAST: Olga Kurylenko, Kevin Janssens.

TRAMA: Kate e Matt sono una giovane coppia di trent'anni in cerca di una vita più autentica e sana. Poco dopo essersi trasferiti in una grande casa abbandonata da tempo, scoprono una stanza segreta che ha lo straordinario potere di materializzare tutto ciò che desiderano. Dopo un primo periodo da sogno - durante il quale la coppia si circonda di gioielli, opere d'arte, soldi - Matt e Kate scoprono che dietro questo apparente stato di felicità, si nasconde qualcosa di più oscuro: tutto ciò che la stanza crea sopravvive solo all'interno della casa. Quando la stanza offre loro ciò che stavano aspettando da sempre e che la natura gli stava negando, presto capiscono che il loro più grande sogno è destinato a essere il loro più terribile incubo…

DISTRIBUZIONE: In digitale dall'11 giugno 2020.

LA CLIP




BRIE LARSON E NATALIE PORTMAN, LE STAR VOGLIONO TAGLIARE FONDI ALLA POLIZIA

Il gruppo Movement 4 Black Lives, collettivo di oltre 100 organizzazioni che lottano per i diritti delle persone di colore, ha realizzato una lettera aperta per combattere il razzismo sistematico che è stata firmata in questi giorni da star del cinema quali Brie Larson, Natalie Portman e Jane Fonda.

"È giunto il momento di tagliare i fondi alla polizia" si legge nel testo della lettera. "Le comunità nere vivono con la costante paura di essere uccisi dalle autorità statali come la polizia, gli agenti dell'immigrazione e persino vigilanti bianchi che sono incoraggiati dallo stato. Secondo l'Urban Institute, nel 1977, lo stato e i governi locali hanno speso 60 miliardi di dollari per la polizia. Nel 2017, ne hanno spesi 194 miliardi. Un aumento del 220%. Nonostante le continue profanazioni, abusi e uccisioni delle comunità nere, i decisori locali e federali continuano ad investire nella polizia, rendendo le persone di colore vulnerabili e le nostre comunità meno sicure."

Il movimento suggerisce di destinare questi fondi "alla costruzione di comunità sane, la salute dei nostri anziani e bambini, le infrastrutture di quartiere, l'educazione, l'assistenza all'infanzia e al supporto per un vibrante futuro dei neri. Le possibilità sono infinite."

Tra le celebrità che hanno associato il loro nome all'iniziativa, secondo quanto riportato da Variety e ABC News (via Insider), ci sono anche John Legend, Lizzo, Taraji P. Henson, The Weekend, Common, America Ferrera, e la calciatrice statunitense Megan Rapinoe.

Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, hanno supportato la campagna Black Lives Matters anche altre star come Chris Evans, Don Cheadle e gran parte degli studios di Hollywood.


BEN AFFLECK VS CHRIS EVANS: EPICA FAN-ART IMMAGINA LO SCONTRO TRA BATMAN E CAPTAIN AMERICA

Una nuova epica fan-art realizzata dall'artista Pablo Ruizzx e pubblicata sul social network Instagram immagina un ipotetico scontro tra il Captain America di Chris Evans e il Batman di Ben Affleck.

Nel post che potete visualizzare in calce all'articolo, l'autore dello splendido disegno si chiede: "Chi vincerebbe questo combattimento? Capitan America o Batman? Mi piacerebbe davvero vederlo prima o poi sullo schermo, i miei due supereroi preferiti in lotta uno contro l'altro. Spero che un giorno queste battaglie al cinema diventeranno possibili!"

Ci dispiace moltissimo dover infrangere le speranze del caro Pablo, ma le possibilità di vedere Steve Rogers incontrare Bruce Wayne al cinema sono molto scarse, soprattutto se si parla nel dettaglio di Chris Evans e Ben Affleck: il primo ha infatti passato il suo scudo in Avengers: Endgame e ha recentemente dichiarato che non tornerà nel Marvel Cinematic Universe, mentre il secondo, dopo mille peripezie, ha definitivamente ceduto The Batman, film che avrebbe dovuto dirigere, sceneggiare e interpretare e che ora è stato affidato al regista Matt Reeves e all'attore Robert Pattinson. Nel 2021, tuttavia, i fan lo rivedranno per l'ultima volta nell'attesissima Zack Snyder's Justice League, in uscita su HBO Max.

Tra i prossimi film DC ricordiamo Wonder Woman 1984, The Suicide Squad, il succitato The Batman e Aquaman 2, mentre il MCU tornerà nei prossimi mesi con svariati progetti tra cinema e Disney Plus come Black Widow, Falcon & The Winter Soldier, WandaVision e Gli Eterni.


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SPIDER-MAN, SCOPERTO UN CLAMOROSO EASTER-EGG DEL GOBLIN DI RAIMI IN UN NUOVO UNIVERSO

Un accanito fan della Marvel ha scoperto un clamoroso easter-egg dedicato al celebre villain Goblin dello Spider-Man di Sam Raimi nel film Un Nuovo Universo, opera animata prodotta dalla Sony e vincitrice del Premio Oscar.

Come potete vedere nel post in calce all'articolo, il famoso grido del villain interpretato da Willem Dafoe nel classico del 2002 è stato segretamente inserito all'interno del sound design di Un Nuovo Universo: quando sul social network Twitter l'utente @ifilmwhatever ha portato all'attenzione dei suoi follower questo dettaglio nascosto, il compositore della colonna sonora del film Daniel Pemberton è intervenuto di persona, apparentemente confermando la teoria.

La scoperta è stupefacente, dato che nel film animato il suono non è evidenziato in alcun modo e per trovarlo bisogna davvero aguzzare l'udito: non a caso il dettaglio è rimasto segreto fino ad oggi. Complimenti ai fan per averlo scovato.

Per altri approfondimenti, vi segnaliamo che recentemente è stato anche scoperto il significato nascosto del numero 42, una cifra che nel film animato con protagonista Miles Morales compare numerose volte: per mesi i fan si sono interrogati sul motivo per cui i creatori dell'opera l'avessero inserito con così tanta insistenza, e per scoprirlo vi basterà cliccare sul link evidenziato all'inizio del paragrafo.


https://twitter.com/Ifilmwhatever/status/1268614537822867457

THE BATMAN, JURASSIC WORLD 3 E SHANG-CHI: LE RIPRESE SONO ANCORA UN MIRAGGIO?

Nei giorni scorsi sono stati diffusi i protocolli di sicurezza per poter tornare finalmente sui set, ma a quanto pare è ancora presto per parlare delle riprese. Secondo quanto riportato da The Wrap, infatti, le restrizioni stanno mettendo in grossa difficoltà grandi produzioni come The Batman, Jurassic World: Dominion e Shang-Chi.

"Gli studios devono ancora determinare come implementare questi protocolli in progetti di varie dimensioni, in particolare per blockbuster come Jurassic World: Dominion, The Batman e Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings" scrive il sito (via Comicbook.com).

Sono anche ancora da risolvere i problemi legati alle assicurazioni, nonché ai protocolli indirizzati alle varie location al di fuori degli stati principali in cui si svolgono le riprese dei titoli in questione (USA, Gran Bretagna e Australia).

Le case di Hollywood dovranno inoltre vedersela con le regole sugli spostamenti, visto che gran parte dei membri di cast e delle troupe provengono da un paese ancora a rischio come gli Stati Uniti. Per il momento, le produzioni più fortunate sono quelle previste in Nuova Zelanda: titoli come Avatar 2 e la serie de Il Signore degli Anelli dovrebbero infatti tornare regolarmente al lavoro dopo una quarantena di 14 giorni.

The Batman, Jurassic World 3 e Shang-Chi, lo ricordiamo, hanno tutti un'uscita prevista per il 2021.


ROCKY IV, SYLVESTER STALLONE È SICURO: "L'INCONTRO CON IVAN DRAGO È IL MIGLIORE DI SEMPRE"

Sylvester Stallone ha pubblicato su Instagram diverse foto backstage di Rocky IV e in particolare dell'iconico scontro da "guerra fredda" tra il suo personaggio e quello di Dolph Lundgren, Ivan Drago, che lo stesso Sly ha definito come il migliore incontro di boxe della storia del cinema.

"Eccoci durante un allenamento insieme, e una settimana dopo ci affrontammo molto duramente" ha ricordato l'attore. "Ho girato molti scontri nei film, ma credo che questo sia il migliore incontro di boxe della storia del cinema. Dolph Lundgren aka Drago è una potenza. Ricordo quando Drago e Creed si affrontarono tra un round e l'altro e Drago lo colpì con forza nel petto e lo costrinse all'angolo. Apollo non ne poteva più, e così lasciò il ring..."

Sly non scherza affatto nel definire l'attore svedese una vera potenza: vi ricordiamo che durante le riprese di Rocky IV, infatti, un colpo sferrato con forza di Lundgren spedì Stallone in terapia intensiva.

A proposito della saga, nei giorni scorsi Virgil Films & Entertainment ha annunciato l'arrivo di Rocky: The Birth of a Classic, documentario che esplorerà il dietro le quinte delle riprese del primo e storico capitolo del franchise scritto e interpretato da Sylvester Stallone, che a quanto pare sarà anche la voce narrante di questo imperdibile progetto. Diretto da Derek Wayne Johnson, che aveva già redatto un profilo cinematografico del regista di Rocky nel suo John G. Avildsen: King of Underdog, il film sarà disponibile in formato digitale (per ora solo in territorio americano) a partire dal prossimo 9 giugno.


THE IRISHMAN, IL FILM DI SCORSESE PER NETFLIX È COSTATO MOLTO PIÙ DI QUANTO DICHIARATO!

Il successo ottenuto da The Irishman, ultimo film di Martin Scorsese con protagonisti Robert De Niro e Al Pacino prodotto e distribuito da Netflix, è arrivato ad un costo molto più alto di quanto riportato fino ad oggi.

Le prime notizie indicarono che i costi di The Irishman si aggirassero intorno ai $175 milioni di dollari, che già di per sé sarebbero stati piuttosto alti; ma ora The Hollywood Reporter segnala che il budget in realtà sarebbe salito a $225 milioni.

Questa discrepanza è facile da giustificare: spesso il numero chiamato "budget" non tiene conto di aggiunte come i costi di marketing necessari per promuovere il film, ed è probabile che il numero riportato da THR sia solo il precedente $175 milioni con allegati della campagna promozionale. Il magazine però non lo specifica, quindi è anche possibile che il nuovo rapporto faccia riferimento solo alla produzione del film in sé, e che quindi il budget complessivo delle spese di marketing sia ancora più alto.

Ad ogni modo, adesso che abbiamo un'idea migliore del costo finale di produzione di The Irishman, possiamo comprendere ancora meglio lo sforzo produttivo di Netflix, che inizialmente era intenzionata a spendere circa $125 milioni per realizzare il film: qualcosa non è andato come previsto, a quanto pare, e il budget è lievemente aumentato!

Questa situazione assume rilevanza oggi in prospettiva per Killers of the Flower Moon, il prossimo film di Scorsese che unirà i suoi due attori feticci Robert De Niro e Leonardo DiCaprio: Netflix infatti ha rinunciato alla produzione dell'opera, passata nelle mani di Apple per un altro budget spropositato.


NO TIME TO DIE, DANIEL CRAIG ANTICIPA: "SARÀ QUALCOSA DI MAI VISTO PRIMA NELLA SAGA"

Durante una recente intervista in cui ha lodato la suggestiva ambientazione giamaicana di No Time To Die, nuovo atteso capitolo della saga previsto inizialmente per aprile e rinviato in seguito a novembre 2020, Daniel Craig ha svelato dei nuovi dettagli sul film che firmerà la sua ultima apparizione nei panni dell'agente 007.

Stando alle parole della star, infatti, il 25° film di James Bond porterà con sé delle grosse novità per il longevo franchise: "Vestire i panni di Bond è parte integrante della mia vita da ormai ben più di un decennio. Questa era semplicemente un'ulteriore occasione per fare qualcosa che non avevamo mai fatto prima, e firmare così la mia uscita nel miglior modo possibile. Sono grato di avere questa opportunità."

Diretto da Cary J. Fukunaga, che ha sostituito Danny Boyle dopo che quest'ultimo ha abbandonato la regia per divergenze creative con la produzione, il film inizierà con Bond mentre si goda una vita tranquilla in Giamaica dopo aver lasciato il servizio attivo. Ma il suo riposo non è destinato a durare a lungo, visto che il suo amico Felix Leiter della CIA si presenta per chiedere il suo aiuto: una "semplice" missione per salvare uno scienziato rapito finirà per rivelarsi molto più complicata del previsto, e metterà Bond sulle tracce di un pericoloso villain armato di nuove tecnologie.

Nel cast, oltre a Craig, troveremo anche diversi volti noti della saga come Ralph Fiennes, Naomie Harris, Ben Whishaw, Lea Seydoux, Rory Kinnear, Jeffrey Wright insieme alle new entry Ana de Armas, Lashana Lynch, Billy Magnussen, David Dencik, Dali Benssalah e Rami Malek nei panni del nuovo villain
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THOR: LOVE AND THUNDER, PERCHÉ C'È SPAZIO SIA PER JANE FOSTER CHE PER BETA RAY BILL

In attesa di vedere in sala il prossimo film targato Marvel Studios, Black Widow, continuano le speculazioni e le teorie sul futuro dell'Universo Cinematografico Marvel. Quella che esploriamo quest'oggi riguarda il quarto film nella saga del Dio del Tuono, Thor Love and Thunder.

Il film diretto da Taika Waiti vedrà, come già sappiamo, l'avvento della Potente Thor ovvero Jane Foster (Natalie Portman), che dovrebbe raccogliere il testimone dal Dio del Tuono che abbiamo conosciuto e amato finora (Chris Hemsworth). Ma siamo sicuri che non ci sia spazio anche per qualcun altro con dei poteri molti simili?

Un'apparizione in Thor 4 di Beta Ray Bill, il cyborg originario di Korbin che racchiude in sé le anime dei più valorosi guerrieri del suo pianeta, è stata dopotutto teorizzata da molti (c'è anche chi voleva Christian Bale come interprete di Beta Ray Bill), e Screen Rant sembra aggiungersi alla lista.

Il sito americano ha infatti elaborato una teoria secondo la quale, in base anche al fatto che Beta Ray si è dimostrato degno di Mjölnir nei fumetti (sconfiggendo tra l'altro Thor in battaglia) e che gli è stata donata un'arma asgardiana dal nome di Stormbreaker (sì, proprio quella), il personaggio potrebbe essere un altro erede del Dio del Tuono già dal prossimo lungometraggio.

Dopotutto, se davvero Thor pianifica il ritiro (non sappiamo ancora di preciso cosa accadrà in Guardiani della Galassia 3), potrebbe sempre dotare Jane di Mjölnir, e Beta Ray di Stormbreaker, assicurando così una nuova generazione di eroi che porteranno avanti la sua missione.


MASTERS OF THE UNIVERSE: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SUL REBOOT CON NOAH CENTINEO

Alla lista di film dalla sfortunata produzione potremmo probabilmente aggiungere anche il reboot di Masters of The Universe, vista la strada irta di ostacoli che sta percorrendo. Ma vediamo meglio la situazione nel dettaglio.

Dopo il lungometraggio degli anni '80 con Dolph Lundgren come protagonista, si è tentato di riportare in auge il titolo a livello cinematografico fin dal 2007, quando Warner Bros. ne acquistò i diritti e ingaggiò Jon Woo per dirigerlo.

Tutto si concluse, all'epoca, con un nulla di fatto, e i diritti passarono in mano a Sony, l'attuale detentrice (anche se si vocifera che potrebbero essere presto acquistati da Netflix). Dal 2009 a oggi, sono susseguiti diversi nomi alla regia di Masters of the Universe, da John Stevenson a McG, da Jon M. Chu a David S. Goyer, ma solo più recentemente, nel 2018, si è arrivati a una decisione definitva: saranno Aaron e Adam Nee a girare il film, mentre alla sceneggiatura avremo Matt Holloway e Art Marcum.

Trovato il protagonista, ovvero il Noah Centineo di To All The Boys I've Loved Before, il film aveva finalmente ottenuto una data d'uscita (2021), ma nel mese di gennaio Masters of The Universe sembrava scomparso dal listino Sony. A febbraio, tuttavia, sembrava certo che quest'estate sarebbero iniziate le riprese, ma intanto, tra COVID-19 e spostamenti di calendari, la precedente data d'uscita di Masters of the Universe è passata a Uncharted (anche questo non di certo fortunato come film) e la maggior parte delle produzioni Hollywoodiane non hanno ancora ancora avuto il via libera per la ripartenza.

Al momento, dunque, non si sa se e quando Sony avrà intenzione di riprendere il progetto, o se invece sta ancora valutando di passare il testimone a Netflix, che nel frattempo sta mostrando grande zelo nel portare avanti il franchise, visto anche il futuro debutto della serie Masters of the Universe: Revelation di Kevin Smith.
Con tutti i titoli in cantiere in casa Sony, dopotutto, Masters of the Universe potrebbe passare in secondo piano, e non ricevere la dovuta attenzione... Ma solo il tempo ce lo dirà.

Non resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti al riguardo, e sperare che il progetto vada effettivamente avanti.


JACKIE CHAN VILLAIN IN DEMOLITION MAN? ECCO PERCHÉ RIFIUTÒ IL RUOLO

Molti non lo sanno, ma Jackie Chan avrebbe potuto interpretare il villain di Demolition Man in opposizione a Sylvester Stallone, parte che poi fu assegnata a Weasley Snipes e firmò uno dei ruoli più iconici della carriera della star di Blade. Ma cosa ha spinto l'attore di Hong Kong a rifiutare di partecipare al film?

Ebbene, come si può leggere sul sito della catena cinematografica AMC (via Screen Rant), ad inizio anni '90 Chan aveva paura che i fan non lo avrebbero apprezzato nei panni del cattivo: a parte una piccola parentesi ad inizio carriera, infatti, l'action star aveva abituato gli spettatori a vederlo solamente come l'eroe delle pellicole a cui prendeva parte.

Chan ha iniziato ad apparire regolarmente come co-protagonista (neanche come villain) solo dal 1998, quando ha recitato al fianco di Chris Tucker in Rush Hour - Due mine vaganti, ma anche ora viene solitamente associato al protagonista di turno.

Insomma, Chan sta seguendo una strada molto simile a quella intrapresa da altri "eroi buoni" prima di lui, come John Wayne e Tom Cruise (con le dovute eccezioni), ma con un talento come il suo non abbiamo dubbi sul fatto che sarebbe in grado di dare vita ad un villain coi fiocchi



Edited by Triplethor - 5/6/2020, 21:22
view post Posted: 4/6/2020, 14:11 MovieTown - Cinema

GIOVEDI

04/06/2020



ONWARD A LUGLIO NELLE SALE ITALIANE! ECCO LA NUOVA DATA DI USCITA DEL FILM PIXAR

La Disney ha finalmente annunciato la nuova data di uscita di Onward, il film dei Pixar Animation Studios diretto da Dan Scanlon (Monsters University).

La pellicola, come confermato da E-Duesse.it, arriverà nelle nostre sale il 22 luglio 2020 ed è al momento il primo grande titolo di questa estate cinematografica che, sulla carta, dovrebbe iniziare il 15 giugno, giorno in cui le sale potranno riaprire.

Protagonisti di questa nuova storia, che si preannuncia particolarmente fantastica, due fratelli elfi alle prese con un viaggio che ha uno scopo principale: scoprire se esiste ancora un po’ di magia nel mondo. Il loro padre è scomparso quando erano giovanissimi e quest’avventura li aiuterà a scoprire nuove cose su di lui.

Tra le voci originali troviamo Chris Pratt, Tom Holland, Julia Louis-Dreyfus e Octavia Spencer. Tra i doppiatori italiani troviamo invece Sabrina Ferilli, Fabio Volo, Favij, Raul Cremona e David Parenzo


LILLY WACHOWSKI SPIEGA LA SUA DECISIONE DI LASCIARE HOLLYWOOD

Chi ha seguito le vicende di Sense8 e Matrix 4 probabilmente ha notato che Lilly Wachowski non lavora più con la sorella Lana. La regista ha infatti deciso di allontanarsi da Hollywood per concentrarsi sulla sua felicità personale, ma anche perché disgustata dalle attuali politiche dei grandi studios.

Lilly Wachowski ne ha parlato con The Hollywood Reporter, spiegando come le pressanti esigenze produttive dei sequel di Matrix, Cloud Atlas e Sense8 le abbiano fatto perdere interesse per il processo creativo:

Sono entrata [nell’industria cinematografica] quando i film erano al loro apice, prima che i consigli d’amministrazione e i responsabili di marketing trovassero un modo per metterli in discussione. Alla fine, tutte quelle persone e quelle istituzioni si sono riversate nella stanza con te, e soprattutto dietro la macchina da scrivere, dietro la macchina da presa e dietro Avid. Ha creato un po’ di tensione per me personalmente. Sono giunta al punto di rottura e me ne sono dovuta andare.

La cineasta, insomma, lamenta la forte influenza del marketing e dei profitti sulle produzioni cinematografiche, dalla scrittura fino al montaggio. Wachowski ha quindi deciso di focalizzarsi sulla sua costruzione individuale: ha studiato alla School of the Art Institute of Chicago, ha sperimentato con la stand-up comedy, e ha cominciato la sua transizione di genere, annunciata pubblicamente nel 2016 dopo che il Daily Mail e altri giornali avevano minacciato di pubblicare la notizia senza il suo consenso. La sua insofferenza nei confronti delle corporation, però, risale al primo Matrix: un film “nato da molta rabbia e molta furia” contro “il capitalismo, le strutture corporative e le forme di oppressione”.

La rabbia in ebollizione dentro di me riguardava la mia stessa oppressione, il fatto che obbligassi me stessa a non dichiararmi.

Di conseguenza, lavorare alla serie Work in Progress è stata una sorta di liberazione per lei, poiché la regista vuole raccontare un numero sempre maggiore di storie con personaggi LGBTQ+.

Sto portando un maggior numero di persone queer e trans sullo schermo per mostrare ciò di cui siamo capaci, e che artisti magnifici siamo. È una cosa difficile cui rinunciare.

Certe tematiche erano già presenti nella saga di Matrix come sottotesto, ma Lilly Wachowski è felice di poterle trattare apertamente nella serie, senza bisogno di nasconderle dietro una metafora.

Ho sempre fatto cose che volevo vedere, ma ora eccomi qui, una donna trans dichiarata e orgogliosa, e non c’è spazio per i fraintendimenti su ciò di cui parla il nostro show. Questa parte è davvero soddisfacente per me. Posso semplicemente giocare nel regno dei queer.

Work in Progress è stata già rinnovata da Showtime per la seconda stagione.


GODZILLA VS. KONG RICEVE IL RATING PG-13 DALLA MPAA

La situazione di Godzilla Vs. Kong è ancora nebulosa: la data di uscita è fissata per il 20 novembre 2020, ma alcuni rumor sostengono che sarà rinviato al 21 maggio 2021 per evitare la concorrenza del prossimo autunno. Intanto, però, il film ha ricevuto un rating dalla Motion Picture Association of America.

Al colossal di Adam Wingard è stato prevedibilmente assegnato il PG-13, che vieta l’ingresso in sala ai minori di 13 anni non accompagnati. Gli altri capitoli del MonsterVerse avevano ricevuto la medesima classificazione. La MPAA giustifica il rating con “intense scene di violenza e distruzione fra creature e un po’ di linguaggio”. Beh, “violenza e distruzione fra creature” è proprio ciò che i fan vogliono vedere.

Il fatto che Godzilla Vs. Kong abbia già una classificazione potrebbe significare che un trailer è in arrivo, o che la Warner intende rispettare la data di uscita di novembre. Ovviamente sono soltanto speculazioni, quindi da prendere con le pinze.

La sinossi ufficiale
Nell’epoca in cui i mostri camminano sulla Terra, la lotta dell’umanità per il suo futuro mette Godzilla e Kong su una rotta di collisione che vedrà le due forze della natura più potenti del pianeta scontrarsi in una battaglia memorabile e spettacolare. Mentre la Monarch intraprende una pericolosa missione in territorio sconosciuto per dissotterrare gli indizi sulle origini dei Titani, una cospirazione umana minaccia di spazzare via per sempre le creature, sia buone che malvagie, dalla faccia della Terra.

Il cast include Millie Bobby Brown, Julian Dennison, Brian Tyree Henry, Demián Bichir, Alexander Skarsgård, Rebecca Hall, Jessica Henwick, Eiza González, Shun Oguri e Lance Reddick.

Alla regia del film c’è Adam Wingard, cineasta che ha mosso i primi passi nell’horror indipendente, dirigendo A Horrible Way to Die, You’re Next, The Guest, Blair Witch e alcuni episodi dei primi due V/H/S; il suo film più recente è l’adattamento in live action di Death Note. Godzilla Vs. Kong appartiene ovviamente allo stesso universo narrativo di Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla: King of the Monsters, quest’ultimo in arrivo il 30 maggio 2019.

La sceneggiatura proviene da una writers room capitanata da Terry Rossio (Pirati dei Caraibi), e composta inoltre da Lindsey Beer (The Kingkiller Chronicles), Cat Vasko (Queen of the Air), T.S. Nowlin (Maze Runner, Pacific Rim: Uprising), J. Michael Straczynski (Changeling, Sense8), Patrick McKay e J.D. Payne (Star Trek Beyond).

Vi terremo aggiornati.


L’annuncio dei film di Cannes 2020: che cosa abbiamo visto?

È con una certa gioviale felicità, che non nascondeva una ostentata soddisfazione, che Thierry Fremaux, delegato generale del festival di Cannes, seduto accanto a Pierre Lescure, presidente, in un cinema vuoto (fatta eccezione per una persona seduta in platea, probabilmente un tecnico) ha annunciato la selezione del 73esimo festival di Cannes, quello che doveva partire a maggio, che poi è stato rimandato a luglio e infine annullato. Insomma ha annunciato i film che non hanno programmato.

“C’è stato così tanto lavoro che non potevamo almeno non annunciarli” è, parafrasando, la ragione addotta per questo annuncio. E se quindi alcuni film, stando a Fremaux, sono disposti ad aspettare la Cannes del 2021 (beati loro che possono non rientrare dell’investimento fatto per almeno un anno), altri invece hanno aderito a ricevere il “bollino Cannes”. Venendo annunciati come parte della selezione di quest’anno questi film possono andare in altri festival (come sempre è stato, quasi tutti i film che esordiscono in prima mondiale a Cannes poi girano in decine e decine di altri festival, anche in virtù di quella grande presentazione), sempre portandosi dietro quel bollino, il marchio a fuoco di Fremaux. Questo film era di quel festival, e che si sappia.

È un vero e autentico atto d’arroganza. Un atto d’arroganza, sia chiaro, concordato con le singole produzioni che hanno aderito (perché ci sono pure quelle che non hanno voluto, ci arriviamo tra poco). Non essendosi tenuto il festival quei film erano liberi di fare l’anteprima mondiale altrove, ora invece la premiere sarà soggetta all’ombra di Cannes. Se andranno a San Sebastian, Angouleme, Sundance, Busan o Toronto (alcuni dei festival che hanno aderito a presentare i film di Cannes con quel bollino) lo faranno con quel marchio.
Non c’è dubbio che a molti, moltissimi la cosa conviene, perché si fanno notare di più. Sono film piccoli di autori esordienti o anche conosciuti che tuttavia sanno che con il marchio di Cannes possono girare di più, verranno visti di più e selezionati di più in altri festival. Il numero di festival nel mondo che vanno a Cannes per pescare film per la propria selezione e di fatto campano sul riprendere ciò che è passato lì non si conta. Così quei festival possono continuare a farlo e quei film possono ricevere lo stesso il beneficio della selezione.
Ma lo stesso per i singoli altri festival, che li avrebbero potuti avere davvero in prima mondiale, è un’ingiustizia.

Ancora di più ingiustizia perché Fremaux non si è posto limiti. Di regola il limite per Cannes è quello di prendere film che sono pronti a maggio. Altrimenti non li può proiettare. Che poi è il limite a cui sottostà qualsiasi festival. In questo caso invece (lo ha specificato lo stesso Fremaux) hanno messo il bollino anche a film che non sarebbero stati pronti a maggio.

Hanno fatto letteralmente quel che volevano in uno show di potenza che fa rima con noncuranza delle regole. Cannes se lo può permettere e quindi lo fa.

Il risultato però è che questa selezione è poverissima. Fosse davvero stato un festival reale ci sarebbe stato da ridere. Steve McQueen (con due produzioni), Wes Anderson, Soul della Pixar (che tanto non girerà altri festival). Questi gli unici veri nomi internazionali di spicco. Seguono le seconde linee come il nuovo film di Goro Miyazaki, Naomi Kawase, Hong Sangsoo, Thomas Vinterberg e Yeon Sang-ho, più il primo film da regista di Viggo Mortensen. Fine. Roba da Venezia degli anni ‘80.

Il vero obiettivo di tutta la faccenda allora sembrano gli altri festival maggiori, cioè la concorrenza diretta (cioè Venezia in primis). Una volta apposto il bollino di Cannes, quei film non sono più selezionabili per nessun festival che vuole prime mondiali, a meno di non piegarsi e presentarli con il suddetto bollino. Se non ci fosse stato questo annuncio The French Dispatch di Wes Anderson sarebbe anche potuto andare a Venezia e così Steve McQueen. Invece così non sarà. Quel che accadde con il “pacchetto Netflix” che conteneva Roma di Cuaron (previsto per Cannes, poi notoriamente rifiutato per il diniego a Netflix, finito a Venezia e vincitore di diversi Oscar) ha avuto un effetto. Fremaux continua a dire che una collaborazione con il festival italiano ci sarà ma aspettiamo di capire cosa e quale.

Di fatto questo annuncio è stato un messaggio a tutti, uno che è iniziato con la lista degli “amici del festival, i film che più hanno avuto fiducia in Cannes e che non l’hanno abbandonato, quelli cioè che per importanza potevano non aver bisogno del bollino ma hanno voluto aiutare Cannes. Loro sì! E la cosa è evidentemente un messaggio indiretto agli altri, come Nanni Moretti, che invece non l’hanno voluto. Non è chiaro cosa ne sarà di Tre Piani, se uscirà subito, se passerà a Venezia o no. Ma doveva essere a Cannes e nell’annuncio di ieri non c’era.

Non c’era proprio nessun film italiano, se non una coproduzione (Last Words di Jonathan Nossiter). Da che solitamente (in tutta la selezione) si va da un minimo di 1-2 ad un massimo di 4 film italiani selezionati, non ce n’era nemmeno uno. Non c’era Moretti, con c’era Lacci di Luchetti (che era dato per certo) né Il Materiale Emotivo di Sergio Castellitto (che a Cannes va spesso e in questo caso ci sarebbe probabilmente stato visto che la co-star del film è Berenice Bejo). È un buon segnale, è facile immaginare che almeno loro abbiano scelto Venezia, o comunque non vogliano sottostare al bollino.


Avatar, David Thewlis svela in quali film sarà e poi parla di James Cameron: “Un genio”

David Thewlis ha chiarito in un’intervista con Collider i dettagli della sua partecipazione ai sequel di Avatar, precisando che non comparirà in Avatar 2, ma nei film successivi:

Voglio chiarire, comunque, visto che un giornale inglese ha detto che sarò in Avatar 2, che non è così. Sarò in Avatar 3, che è stato girato assieme ad Avatar 2, e il piano è di tornare anche in Avatar 4 e 5.

Il giornale a cui Thewlis ha fatto riferimento è Totalfilm, a cui aveva svelato che avrebbe interpretato un Na’vi di nome Peylak:

Sono un Na’vi, sono un coso blu nel film, non l’avevo capito molto bene quando ho incontrato Cameron per la prima volta. Sono rimasto sorpreso quando me l’hanno offerto. Sono curioso di vedere che aspetto avrò, perché in generale [i Na’vi] somigliano molto a chi li interpretano. È una cosa fantastica!

L’attore ha spiegato di essersi sentito un novellino:

Mi è sembrato di essere un novellino al suo primo lavoro. Ero sul set, dopo 35 anni trascorsi a girare film, a chiedere: “Che facciamo? A che serve quel coso? Perché fa così? Dobbiamo farlo ora?”. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua perché mi era tutto nuovo.

Sul rapporto con James Cameron ha poi ammesso:

Ho adorato lavorare con Jim Cameron. Ero un po’ nervoso perché mi avevano detto che era un osso duro. Avevo sentito storie sulle riprese di Titanic sul fatto che potesse essere un tipo un po’ difficile. Non lo è stato affatto, è stato un vero piacere lavorare con lui, ci siamo divertiti tanto. È un genio, fa di tutto. È un ingegnere, un artista, un cineasta e uno scrittore. È una persona straordinaria.

I quattro sequel di Avatar sono in lavorazione dal 2017, ognuno avrà un budget di circa 250 milioni di dollari. Era previsto un nuovo blocco di riprese ad aprile, ma è slittato a giugno a causa dell’emergenza sanitaria.

Secondo la scaletta di produzione, la lavorazione di Avatar 2 e Avatar 3 dovrebbe terminare entro la fine del 2020, con l’uscita di Avatar 2 fissata per il 17 dicembre 2021 e quella di Avatar 3 fissata per il dicembre 2023. Avatar 4 dovrebbe uscire a dicembre 2025, mentre Avatar 5 a dicembre 2027.


Colin Trevorrow sull’impatto che il #BlackLivesMatter avrà su Jurassic World: Dominion

Colin Trevorrow, il regista e produttore che sarà prossimamente di nuovo in sala con Jurassic World: Dominion, è nato il 13 settembre del 1976 in quel di Oakland, città della Contea di Alameda, in California, che, come tante altre metropoli statunitensi, è stata al centro della cronaca recente per via delle proteste e delle rivolte generatesi in seguito alla morte di George Floyd.
Il filmmkaker è stato infatti interpellato su Twitter da un suo fan che gli chiedeva, al di fuori di ogni polemica, delle informazioni circa il suo silenzio sull’intera faccenda e sul #BlackLivesMatter nonostante le sue radici che affondano proprio nella località citata.

Colin Trevorrow ha così risposto:

Sono stato ad ascoltare più che a parlare, ma sono qua per questo momento. #BlackLivesMatter e gli eroi neri sono importanti. Il mio lavoro consiste nel creare eroi di colore che possano ispirare i ragazzini di tutto il mondo. L’avete già visto in Big Rock e lo vedrete ancora in Dominion. Bisogna lavorare affinché i cambiamenti siano permanenti.

Colin Trevorrow fa riferimento al corto Jurassic World: Battle at Big Rock corto che ci ha permesso di dare un’occhiata al mondo dopo la fuga dei dinosauri da Isla Nublar, impostando gli eventi dell’ultimo film della trilogia in uscita.

Le riprese di Jurassic World: Dominion si dovevano tenere nuovamente ai Pinewood Studios nel Regno Unito, nel Buckinghamshire, ma anche a Malta, in Canada e (forse) alle Hawaii. La sceneggiatura è firmata da Colin Trevorrow (che sarà anche produttore con Steven Spielberg) e da Emily Carmichael.

l film chiuderà la trilogia con Chris Pratt e Bryce Dallas Howard e a detta del regista Colin Trevorrow sarà “una celebrazione di tutto il franchise fino ad oggi”.

Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum torneranno nei panni di Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcom. Tra i nuovi ingressi DeWanda Wise, Dichen Lachman, Scott Haze e Mamoudou Athie; torneranno anche Justice Smith e Daniella Pineda dopo un ruolo in Jurassic World: Il regno distrutto.

Ancora non sappiamo nulla sulla trama della pellicola, se non che sarà ambientata un po’ di tempo dopo Il Regno Distrutto.


Studio Ghibli: il film animato Aya and the Witch di Goro Miyazaki arriverà in Giappone questo inverno

Dopo quasi sei anni dall’uscita di Quando c’era Marnie, lo Studio Ghibli ha annunciato che nell’inverno di quest’anno approderà in Giappone Aya and the Witch, film dello studio animato giapponese interamente in CG diretto da Goro Miyazaki (I Racconti di Terramare), figlio di Hayao.
L’opera è basata su Earwig and the Witch, libro per bambini del 2011 scritto da Diana Wynne Jones (autrice anche della trilogia di Il Castello Errante di Howl) arrivato nel nostro Paese con il titolo Earwig e la Strega.

Se Pippi Calzelunghe racconta la storia della bambina più forte del mondo, Aya racconta quella della ragazzina più intelligente del mondo“, ha dichiarato Toshio Suzuki dello Studio Ghibli, “È sfacciata, ma in qualche modo anche carina. Spero venga amata da molte persone”.

Il film, ricordiamo, fa parte della selezione ufficiale di Cannes 2020 (qui trovate tutti gli altri progetti selezionati per il festival).

How Do You Live? – Il nuovo film Studio Ghibli di Hayao Miyazaki è una “colossale storia fantastica”

Qua sotto trovate la sinossi ufficiale del romanzo originale:

Gli orfanotrofi sono posti orribili. Ma Earwig adora il St. Morwaid perché, da quando è stata lasciata ancora in fasce all’ingresso dell’istituto, tutti fanno esattamente quello che vuole. Le cose cambiano il giorno in cui una coppia un po’ inquietante (che si sforza di apparire normale) decide di adottare proprio lei. Earwig viene così catapultata nella misteriosa abitazione di Bella Yaga e Mandragora, tra stanze segrete, pozioni e libri di magia, e non ci metterà molto a scoprire che la sua nuova “mamma” è una strega, con tutte le conseguenze che ne derivano! Ma grazie alla sua intelligenza e al prezioso aiuto di Thomas, un gatto parlante, Earwig troverà il modo di farsi rispettare. Una piccola storia di grande coraggio, che insegna a non abbattersi mai, nemmeno quando tutto sembra prendere la piega sbagliata.


The Batman: Bane comparirà nel sequel del film? | RUMOUR

Per quanto paradossale possa essere parlare del sequel di un film come The Batman le cui riprese sono state peraltro interrotte a marzo a causa dell’emergenza nuovo Coronavirus, visto che la fonte di questo rumour è un sito come Heroic Hollywood, solitamente molto ben informato e attendibile per quel che concerne la galassia DC Comics, vale la pena parlarne.
A quanto pare, nel secondo film della saga potrebbe comparire un villain di Batman che abbiamo già avuto modo di ammirare al cinema ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno di Christopher Nolan, ovvero Bane (interpretato da Tom Hardy nella pellicola citata).
Lo studio starebbe infatti già pensando al prosieguo della pellicola di Matt Reeves, dei sequel che chiaramente saranno interamente collegati all’universo di The Batman e dunque completamente scollegati da quello in cui è stato Ben Affleck, e non Robert Pattinson, a vestire i panni del Crociato di Gotham.

Ma non è tutto.

Stando a quanto riferito da HH, quello di Bane è un nome saltato fuori più e più volte durante le conversazioni dello studio tanto che alcuni avrebbero anche ventilato l’idea (che non ha mai neanche raggiunto lo status di proposta effettiva alla Warner) di un film interamente dedicato alla genesi del villain apparso per la prima volta, lo ricordiamo, nel 1993 nella storia Batman: La Vendetta di Bane.

The Batman uscirà il 1° ottobre 2021. La produzione è stata interrotta a Londra dopo circa un mese in seguito alla decisione di bloccare le produzioni a causa dell’emergenza Coronavirus.

Il film è diretto da Matt Reeves (i film “Il pianeta delle scimmie”), Robert Pattinson (l’imminente “Tenet, “The Lighthouse”, “Good Time”) interpreta il vigilante e detective di Gotham City, Batman, e il miliardario Bruce Wayne.

Al fianco di Pattinson, recitano nei panni di personaggi famosi e famigerati di Gotham, Zoë Kravitz (“Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Mad Max: Fury Road”) nel ruolo di Selina Kyle; Paul Dano (“Love & Mercy”, “12 anni schiavo”) nel ruolo di Edward Nashton; Jeffrey Wright (i film di “Hunger Games”) nel ruolo di James Gordon del GCPD; John Turturro (i film di “Transformers”) nel ruolo di Carmine Falcone; Peter Sarsgaard (“I magnifici 7”, “Black Mass – L’ultimo gangster”) nel ruolo del Procuratore Distrettuale di Gotham, Gil Colson; Jayme Lawson (“Farewell Amor”) è la candidata sindaco Bella Reál, con Andy Serkis (i film “Il pianeta delle scimmie”, “Black Panther”) nel ruolo di Alfred; e Colin Farrell (“Animali fantastici e dove trovarli”, “Dumbo”) in quello di Oswald Cobblepot.


AMC e Cinemark registrano forti perdite, incassi USA dimezzati nel 2020

Mentre nel mese di giugno riapriranno i cinema in molti paesi, negli Stati Uniti le due più grandi catene cinematografiche, AMC e Cinemark, si leccano le ferite registrando perdite record dopo mesi di totale inattività e il crollo degli incassi.
In particolare, CNN Business segnala che AMC Theatres (la più grande catena americana, controllata dalla cinese Wanda e proprietaria anche delle catene europee Odeon e UCI Cinemas) ha perso tra i 2.1 e i 2.4 miliardi di dollari nel primo trimestre, e che dalla chiusura non sta “generando, a tutti gli effetti, alcun ricavo” pur mantenendo i costi fissi della gestione di 661 cinema negli Stati Uniti (per un totale di 8.200 schermi). L’azienda teme quindi che, se gli studios decidessero di spostare le uscite di film come Tenet e Mulan (attualmente fissate per il 17 e il 24 luglio), dovrà dichiarare fallimento:

Crediamo, ma non possiamo garantire, che l’esercizio cinematografico recupererà terreno e beneficierà della domanda accumulata di intrattenimento non casalingo, una volta che le restrizioni governative saranno eliminate. […] Ma anche se le restrizioni governative si stanno allentando in alcune aree, i distributori potrebbero decidere di rinviare l’uscita dei nuovi film finché non verranno allentate maggiormente nel nostro paese e all’estero, cosa che potrebbe limitare ulteriormente le nostre operazioni. Pensiamo di avere la liquidità per riaprire i nostri cinema in estate o poco dopo. Ma le nostre necessità dipenderanno, tra le altre cose, dal tempo che ci metteremo a far ripartire tutto, dall’uscita dei film e dalla nostra capacità di generare ricavi.

AMC era già in difficoltà ben prima della pandemia, avendo chiuso lo stesso trimestre l’anno precedente con perdite di 130 milioni di dollari (briciole se si pensa al buco attuale). I risultati finanziari saranno annunciati ufficialmente il 9 giugno.

Anche Cinemark ha registrato perdite fortissime, con risultati trimestrali inferiori alle aspettative di Wall Street: nel primo trimestre dell’anno ha raccolto 543 milioni di dollari, in calo del 24% rispetto a un anno prima (Wall Street prevedeva 556 milioni): ricordiamo che questi dati includono solo le prime settimane del lockdown, e che il vero bagno di sangue ci sarà nel secondo trimestre. La catena, ora, si sta concentrando sulla riapertura che avverrà in più fasi a partire dal 19 giugno.

L’attenzione degli analisti si sposterà, comunque, più sulle modalità della riapertura che sugli (spaventosi) dati trimestrali delle catene, come spiega Eric Handler di MKM Partners:

Questi dati sono ormai vecchi di più di tre mesi, i cinema sono chiusi sin da metà marzo. Dubitiamo che gli investitori presteranno molta attenzione ai risultati trimestrali: invece, pensiamo che saranno più concentrati sulle dichiarazioni dei manager riguardo la graduale riapertura delle sale.

Intanto Variety riporta nuove proiezioni degli analisti di Wall Street MoffettNathanson, che prevedono un crollo degli incassi cinematografici del 52 negli Stati Uniti. Secondo questa analisi, nel 2020 verranno raccolti complessivamente solo 5.5 miliardi di dollari contro gli 11 dell’anno scorso. Nel caso i cinema non riaprissero a luglio e film come Mulan e Tenet venissero rinviati, il crollo sarebbe ancor più verticale: il dubbio rimane, perché mercati importantissimi come New York, Los Angeles e San Francisco non hanno ancora comunicato una data ufficiale per le riaperture. Una situazione molto volatile che non aiuta la programmazione, ma gli stessi analisti affermano che nel 2021 le cose dovrebbero andare molto meglio, prevedendo incassi fino a 9.7 miliardi di dollari (anche per via del rinvio di molti blockbuster previsti per il 2020). Ovviamente, molto dipenderà da eventuali seconde ondate dell’emergenza Coronavirus…


Animali Fantastici 3, svelato il titolo di lavorazione

Qualche giorno fa vi abbiamo comunicato del via libera dalle autorità sanitarie e politiche britanniche dato alle produzioni cinematografiche e televisive ad alto budget come The Batman e Animali Fantastici 3, che possono ricominciare nel rispetto delle nuove norme di sicurezza per evitare la diffusione del Coronavirus.
Non sorprende, allora, che nell’ultima edizione di Production Weekly (che tiene traccia di tutte le produzioni hollywoodiane e non), sia comparso il terzo film della saga accompagnato da un’informazione aggiuntiva: il titolo di lavorazione.

Ricordiamo che i titoli di lavorazione sono nomi provvisori dati a un prodotto durante il suo sviluppo: si tratta di una precauzioni per prevenire fughe di notizie, ad esempio durante eventuali riprese in esterni, ma anche per tutelare archivi e database.

Il primo Animali Fantastici era stato chiamato “Boswell” (un riferimento a James Boswell, scrittore scozzese), il secondo “Voltaire” (un chiaro omaggio all’ambientazione francese e al noto filosofo, tra l’altro conoscente di Boswell). E il terzo? Vermilion.

Vermilion in inglese significa “vermiglio“, una varietà di rosso acceso scarlatto. Che si tratti di un indizio sulla storia?

Il sito conferma inoltre che il titolo di lavorazione di The Batman è Vengeance.

Animali Fantastici 3 ha una data d’uscita fissata all 12 novembre 2021, ma al momento non è chiaro se la produzione riuscirà a finire in tempo visti gli slittamenti per l’emergenza Coronavirus.

Nel cast Eddie Redmayne come Newt Scamander, Jude Law come Albus Silente e Johnny Depp come Gellert Grindelwald; assieme a loro Ezra Miller (Credence/Aurelius Silente), Alison Sudol (Queenie Goldstein), Dan Fogler (Jacob Kowalski) e Katherine Waterston (Tina Goldstein).

Jessica Williams, la comica e conduttrice che ha fatto una breve apparizione nel secondo film, tornerà in un ruolo esteso nei panni della professoressa Eulalie ‘Lally’ Hicks, insegnante alla scuola di magia e stregoneria di Ilvermorny.

Le riprese di Animali Fantastici 3 sarebbero dovute partire il 16 marzo per la regia di David Yates su una sceneggiatura di J.K. Rowling e Steve Kloves. Il film sarà ambientato in parte a Rio de Janeiro.


Justice League Snyder Cut: HBO Max risponde alle critiche sulla release

Nonostante ci sia un palese e diffuso entusiasmo relativo alla release della Snyder Cut di Justice League su HBO Max, la decisione della Warner Bros. di distribuire la versione del film così com’era stato inizialmente concepito dal regista Zack Snyder non è stata esente da critiche. Sono in molti, infatti, a sostenere che potrebbe trattarsi di un precedente abbastanza pericoloso, che darebbe ai fan più potere di quanto in realtà spetti loro.

Dopo l’ufficializzazione che la Snyder Cut avrebbe visto finalmente la luce, una domanda ha iniziato a serpeggiare sul web nonostante l’euforia generale: e se un certo tipo di fandom arrivasse ad influenzare a tal punto le decisioni di una major da riuscire a stabilire cosa meriti di passare per il grande schermo? Naturalmente l’interrogativo apre ad una quantità infinita di scenari possibili, soprattutto dopo la nascita di un movimento praticamente simile a quello che ha portato alla release della Snyder Cut di Justice League, ossia #ReleaseTheAyerCut, in riferimento alla versione mai vista al cinema del cinecomic Suicide Squad di David Ayer.

Durante una recente intervista con The Verge (via CBM), Tony Goncalves, boss di HBO Max, ha commentato la decisione di distribuire la Snyder Cut, specificando che non si tratta di una norma che adesso verrà applicata ad ogni tipo di film: “Sicuramente non è un precedente. Esistono diverse tipologie di fandom. Esiste il fandom positivo e il fandom negativo. Il mio fandom di riferimento è quello che utilizza gli spazi adeguati per far sentire la propria voce e per avanzare richieste. Se c’è una domanda, siamo pronti ad ascoltare. Avevo un capo che una volta disse: ‘L’industria e i consumatori non sono sempre allineati, ma sono i consumatori che tendono a vincere’. È un ottimo equilibrio.”

Poi ha aggiunto: “Penso che quando si tratti di intrattenimento, i consumatori non hanno mai avuto più scelta di oggi. Ma questo non significa che siamo pronti ad investire i nostri soldi in ogni singola richiesta che avanzeranno. In riferimento ai fan di Justice League, o anche di Friends, i consumatori hanno parlato e noi abbiamo voluto ascoltarli. Questo non significa che rilasceremo le Director’s Cut di ogni film realizzato. Penso solo che non ci sia nulla di male ad ascoltare il pubblico. Ed è quello che abbiamo fatto.”

Naturalmente, le parole di Goncalves non spengono necessariamente qualsiasi tipo di speranza in merito alla Ayer Cut di Suicide Squad. Semplicemente, il boss di HBO Max ha lasciato intendere che ogni situazione è diversa da un’altra e che ogni “richiesta” da parte dei fan verrà valutata singolarmente. Ad ogni modo, è innegabile quanto la release della Snyder Cut di Justice League porterà nuovi iscritti sulla piattaforma di streaming: uno degli aspetti da valutare, è se lo stesso possa accadere con il cinecomic di David Ayer…

Vi ricordiamo che la Justice League Snyder Cut uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO MAX che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.


Escape Plan 2: tutte le curiosità sul film con Sylvester Stallone

Il secondo capitolo di una serie action fra prigioni di massima sicurezza e tentativi di fuga, tutte le curiosità del film con Sylvester Stallone.

Chi può sperare di evadere meglio di chi progetta le prigioni, anche con un certo ottimismo? Siete pronti a seguirci nel mondo di Escape Plan, in particolare del sequel, che ci regala tante curiosità che lo possono caratterizzare come uno dei film commerciali più curiosamente assortito degli ultimi anni?

Si diceva dell’architetto specializzato in prigioni. Ray Breslin (Sylvester Stallone) in Escape Plan, action del 2013 di Mikael Håfström, con nel cast anche Arnold Schwarzenegger, Jim Caviezel e Vincent D’Onofrio, lavora per una società che si occupa di collaudare penitenziari di massima sicurezza: il suo compito è farsi incarcerare sotto le spoglie di un comune detenuto e cercare una via di fuga. Alla fine, però, ci finisce davvero in galera, dopo varie vicissitudini, ma ovviamente riesce a scappare.

Lo ritroviamo in questo sequel, Escape Plan 2, diretto nel 2018 da Steven C. Miller, alcuni anni dopo i fatti del primo capitolo. Si è rimesso in attività, ha assunto un gruppo tutto nuovo di esperti in sicurezza ai livelli massimi, ma presto dovrà di nuovo intervenire per un’emergenza, quando uno dei suoi scompare in una prigione iper tecnologica e dovrà farsi aiutare dal suo compare Trent DeRosa (Dave Bautista) per riuscire a entrare in una struttura considerata la prigione meglio nascosta del mondo, alla ricerca del suo uomo.

Ma veniamo alle curiosità sul film, che è una coproduzione fra Stati Uniti e Cina, non una cosa così frequente. In Cina è uscito nelle sale, così come in Italia e nel Regno Unito, mentre negli USA è uscito on demand e in home video, con un divieto ai minori di 17 anni per "violenza e linguaggio scurrile". Ancora prima della produzione del secondo film è stato annunciato un sequel, poi uscito nelle sale nel 2019 col titolo Escape Plan 3 - L'ultima sfida.

Durante la promozione del film, rispondendo su Instagram a un suo fan che scriveva di sperare che fosse migliore del secondo, Stallone è stato molto chiaro, "assolutamente, quello era orribile", riferendosi quindi a Escape Plan 2. Ha rincarato la dose in un’intervista, nella quale ha detto essere “il film più orribilmente prodotto a cui ho mai avuto la disgrazia di far parte”. Il film ha una percentuale di approvazione su Rotten Tomatoes di solo l’8%.

Nonostante sia la star e il primo nome sui titoli, Stallone appare solamente per 15 minuti circa. Il film è stato girato in soli 20 giorni, davvero molto pochi anche per film dal budget limitato di 20 milioni di dollari. Il campione di arti marziali miste UFC, Tyron Woodley, fa una breve apparizione. Rispetto al primo film, solo Stallone e 50 Cent tornano nel sequel.


MediCinema porta la cineterapia negli ospedali per la prima volta in streaming

Per la prima volta lo streaming, grazie alla partnership con la piattaforma VOD Rakuten TV, con Medicinema il cinema arriva in corsia. La programmazione di giugno.

MediCinema Italia, in questo tempo sospeso dovuto all'emergenza Covid, ha siglato con Rakuten TV - una delle più grandi piattaforme europee di video on demand con un catalogo ricchissimo di film a noleggio e in streaming sia a pagamento sia free - un accordo che consentirà nei mesi di giugno e lugliodi veicolare il cinema e la cineterapia direttamente via streaming nei reparti degli ospedali e delle case di cura per dare sollievo e allentare lo stress dei pazienti degenti. Otto appuntamenti speciali con le ultime uscite cinematografiche, offerti a tutti i pazienti a partire dal 4 giugno. Ogni giovedì dalle 10 alle 22 i pazienti delPoliclinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e del Centro Clinico Nemo, potranno accedere al servizio con un loro PC, telefono o ipad/tablet, dal sito MediCinema (www.medicinema-italia.org) cliccando sull’icona dedicata: "Con Rakuten TV il cinema in reparto degli ospedali".

La programmazione selezionata per l’importante iniziativa, disponibile sulla piattaforma Rakuten TV, sarà accompagnata da una breve scheda tecnica e di curiosità sul film, fornita da Comingsoon.it, media partner di MediCinema Italia e punto di riferimento per l’informazione cinematografica online. Verrà proposta anche un’introduzione al beneficio che il film scelto produce psicologicamente. Le schede saranno un’utile guida allo spettatore per gli 8 appuntamenti streaming con i film scelti appositamente per i pazienti ricoverati.

Questa la programmazione di Giugno con i film di Vision Distribution e Medusa:

4 Giugno: 7 ore per farti innamorare – Vision Distribution, un film di e con Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Diana Del Bufalo, Fabio Balsamo, Massimiliano Gallo. Valeria (Serena Rossi) è una consulente per uomini single. Giulio (Giampaolo Morelli) è un giornalista di economia, uomo serio e po’ prevedibile. Quando la fidanzata lo lascia, Giulio deciso a riconquistarla, andrà a lezione da Valeria. Innamorarsi è una scienza esatta o un mistero senza regole?

11 Giugno: D.N.A. (Decisamente non adatti) - Vision Distribution, regia di Claudio Gregori, Pasquale Petrolo (Lillo & Greg). Un film con Lillo, Greg, Anna Foglietta. Cosa succede se due ex-compagni di scuola elementare molto diversi tra loro si rincontrano da adulti e decidono di scambiarsi i codici genetici per migliorare le proprie vite? Tra esperimenti scientifici maldestri, i due risulteranno Decisamente Non Adatti a queste nuove vite...

18 Giugno: Georgetown – Vision Distribution, regia di Christoph Waltz. Un film con Christoph Waltz, Annette Bening, Vanessa Redgrave. Ulrich Mott è un uomo influente, di grandi relazioni, conosciuto e amato da tutti a Washington. Quando la ricca moglie Elsa Breht viene trovata assassinata, le indagini riveleranno la sua vera natura. Tutti gli hanno creduto, tutti sono stati ingannati.

25 Giugno: Odio l’estate – Medusa, regia di Massimo Venier. Un film con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Lucia Mascino, Carlotta Natoli. A causa di un errore di booking per la prenotazione delle vacanze estive, tre famiglie molto diverse fra loro si ritroveranno a condividere una casa al mare, scoprendo le loro affinità affettive, se non proprio elettive, perché "l'isola è bella, la casa è grande, e l'estate è breve".

MediCinema Italia Onlus è un’associazione no-profit fondata nel 2013 su modello di MediCinema UK, charity attiva dal 1996 per “relieftherapy” in reparti pediatrici oncologici. Dal 2014, con il patrocinio del Ministero della Salute, MediCinema Italia propone l’utilizzo del cinema a scopo curativo e riabilitativo all’interno di strutture ospedaliere e case di cura (Centro Clinico Nemo Milano e Roma;Spazio Vita-AUS Niguarda Milano; Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma; Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Milano;Casa Ronald-Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald di Brescia) con monitoraggio medico scientifico a supporto degli interventi offerti.

L’attività dell’Associazione si distingue per la peculiarità di esercitare un "modello di intervento socio-sanitario innovativo” attraverso l’uso di cinema e cultura in vere e proprie sale cinematografiche senza barriere realizzate all'interno di complessi ospedalieri. Ogni attività svolta viene monitorata clinicamente per mezzo di protocolli di ricerca mirati allo studio delle diverse patologie, al fine di misurare gli effetti che il cinema e la cultura producono in ambito riabilitativo su pazienti adulti e minori, come sui caregivers ed i familiari dei pazienti. La cineterapia e la multisensorialitàa scopo di cura rappresentano un’innovazione nell’assistenza sanitaria e nel welfare di città con la creazione di luoghi di accoglienza e percorsi riabilitativi per il miglioramento della qualità della vita e del benessere. Medicinema diventa un riferimento attivo per il welfare di persona e un supporto innovativo per la medicina tradizionale.

Rakuten TV è una delle principali piattaforme di Video On-Demand in Europa. Fornisce un servizio TVOD (Transactional VOD) che offre agli spettatori una vera e propria esperienza cinematografica con le ultime novità dal grande schermo nella migliore qualità audio-video. Include anche una sezione AVOD (Advertising VOD), Rakuten TV Free, in una miscela di canali tematici che abbraccia i classici di Hollywood, contenuti locali, tematici ed esclusivi, il tutto in modalità gratuita. Rakuten TV è disponibile in 42 paesi e fa parte di Rakuten, Inc., una delle principali società di servizi Internet al mondo, che offre una vasta gamma di servizi per consumatori e aziende, con particolare attenzione all'e-commerce, al fintech e ai contenuti digitali.

Propio in questi giorni Rakuten TV ha annunciato oggi il lancio del suo primo canale live sulla piattaforma: Euronews, il canale di notizie internazionale numero uno in Europa. Il canale, che fornisce contenuti informativi 24 ore su 24, sarà disponibile in tutti i paesi Europei in cui è presente Rakuten TV secondo un lancio progressivo nei diversi territori, come parte dell'offerta gratuita della piattaforma nella sezione AVOD (Advertising-video-on-demand). In Italia il canale è live da oggi stesso.




SECRET WARS: IL FILM INTRODURRÀ UN NUOVO TONY STARK?

Tutti i fan hanno visto il finale eroico, ma tragico di Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man alla fine di Avengers: Endgame. Adesso sembra che Tony Stark potrebbe tornare in una nuova veste grazie a Secret Wars, nuovo probabile progetto Marvel ispirato agli omonimi fumetti.

Secondo We Got This Covered, i Marvel Studios starebbero lavorando a questo nuovo progetto, ispirato alla miniserie a fumetti creata da Jonathan Hickman e Esad Ribić, e starebbero pensando di sostituire il personaggio che è appartenuto per tanti anni a Robert Downey Jr. Secondo le fonti, questo nuovo Tony Stark sarà più giovane e apparterrà a un altro universo, ma che assomiglia fisicamente a Robert Downey Jr. Il piano è quello di introdurre questo nuovo attore e personaggio, testando la reazione e l'accettazione dei fan. Se positivo, questo nuovo Iron Man potrebbe avere una parte ufficiale nel multiverso principale in cui si susseguono tutte le storie dell'MCU.

Per chi non lo sapesse, nel 2015 è stato rilasciato un numero evento di Secret Wars, un vero e proprio crossover di fumetti che ha reinventato il Marvel Multiverse come un'unica realtà composita conosciuta come Battleworld. Su questo pianeta vengono trasportati molti degli eroi Marvel che noi conosciamo, e uno di questi potrebbe essere proprio Tony Stark, nonostante la sua morte in Avengers: Endgame.


INTERVISTA COL VAMPIRO, BRAD PITT: "VOLEVO MOLLARE IL FILM, MA MI SAREBBE COSTATO 40 MILIONI DI DOLLARI"

Brad Pitt ha rivelato di aver odiato la lavorazione di Intervista col vampiro tanto da voler mollare il set, ma ha cambiato idea dopo aver scoperto che l'abbandono gli sarebbe costato 40 milioni di dollari.

Quando nel 1994 il produttore David Geffen e il regista Neil Jordan hanno ingaggiato Tom Cruise e Brad Pitt per Intervista col vampiro, Anne Rice, autrice del romanzo, non era soddisfatta delle scelte fatte. Come svelò lei stessa a Movieline:

"La scelta di Tom Cruise per il ruolo di Lestat era così bizzarra, è quasi impossibile immaginare che funzioni. Ma Tom Cruise ha idea di ciò che ha accettato? Non ne sono certa... I suoi suoi commenti in tv sul fatto che voleva fare qualcosa di spaventoso e che amava i vampiri da piccolo non mi fanno stare tranquilla. Questa scelta è così strana."

Per quanto riguarda Brad Pitt, il biondo attore venne scelto per il ruolo del protagonista, Louis, ma secondo Anne Rice il film avrebbe funzionato meglio se i due interpreti si fossero scambiati i ruoli:

"Credo che Brad Pitt sarebbe un favoloso Lestat. Ho cercato a lungo di convincerli che avrebbero dovuto scambiare i ruoli, con Brad Pitt nel ruolo di Lestat e Tom Cruise in quello di Louis. Ma ovviamente non mi hanno ascoltato."

Lo stesso Brad Pitt ammette di non aver amato molto l'esperienza sul set di Intervista col vampiro. Ecco le sue parole a Entertainment Weekly: "Sono un disgraziato. Sei mesi nel fottuto buio, lenti a contatto, trucco, sto interpretando il ruolo di uno stronzo. Stiamo girando a Pinewood, gli edifici sono antichi e non ci sono finestre. Esci per andare a lavorare immerso nel buio, entri in questo calderone, questo mausoleo, e poi quando esci è buio."

Brad Pitt ha rivelato di aver perfino cercato di uscire dal progetto, ma presto ha scoperto che avrebbe dovuto pagare una penale piuttosto salata: "Un giorno ero talmente esaurito che ho chiamato David Geffen, uno dei produttori. Gli ho detto, 'David, non ce la faccio più, non posso andare avanti. Quanto mi costerebbe lasciare il progetto?' Lui mi ha risposto molto calmo, 'Quaranta milioni di dollari.'"

Alla fine, Brad Pitt ha completato il film e Intervista col vampiro è diventato una hit.


LA RIVINCITA: IL FILM DI LEO MUSCATO DA OGGI SU RAIPLAY

Una storia familiare che racconta la realtà difficile e complessa del nostro paese: la nuova povertà, le ingiustizie, i soprusi, ma anche la forza di lottare, nonostante tutto, di non arrendersi mai. La Rivincita di Leo Muscato, una produzione Altre Storie con Rai Cinema, prodotto da Cesare Fragnelli, realizzato con il contributo della Regione Puglia e di Apulia Film Commission, debutta da oggi in esclusiva su RaiPlay ( www.raiplay.it). Il film, che era stato selezionato al Bif&st 2020 nella sezione competitiva, fa parte del progetto "La Rai con il Cinema italiano - Otto film di Rai Cinema in esclusiva su RaiPlay". Quattro titoli, tra cui La Rivincita, hanno #RaiPlay come prima piattaforma di lancio, mentre gli altri arrivano su RaiPlay, dopo l'uscita in sala.

Basato sull'omonimo romanzo di Michele Santeramo, pubblicato da Baldini & Castoldi, racconta le rocambolesche disavventure economiche e familiari di due fratelli, Vincenzo e Sabino e delle loro mogli, Maja e Angela. Come accade a tante famiglie del nostro presente, hanno perso ogni diritto. Per loro anche il desiderio di un figlio diventa un lusso irraggiungibile. Una precarietà economica che incide profondamente sui loro legami affettivi e familiari, sulla loro dignità. Ma i nostri protagonisti non si arrendono, lottano in cerca della loro personale rivincita.

Girato in Puglia, a Martina Franca, vede tra i protagonisti principali Michele Venitucci, Michele Cipriani, Deniz Ozdogan, Sara Putignano, con la partecipazione di Francesco De Vito, Franco Ferrante e con l'amichevole partecipazione di Domenico Fortunato. La rivincita si arricchisce inoltre della collaborazione del compositore e musicista Paolo Fresu. Il finale del film è infatti accompagnato dalle note del brano No potho reposare, un canto d'amore della musica tradizionale sarda, nella sua versione arrangiata e interpretata dal maestro Fresu.

"Sono molto contento che La Rivincita sia stato scelto tra i titoli italiani che si potranno vedere su RaiPlay. Ringrazio Altre Storie e Rai Cinema per questa opportunità che permetterà a tante persone di vedere il film e mi auguro che possano apprezzarlo - ha dichiarato il regista Leo Muscato. "Il film attraverso la storia di una famiglia vuole dare voce a tutti gli invisibili del quotidiano che lottano con dignità e tenacia nonostante le infinite difficoltà."

La Rivincita è un film che racconta una realtà che riguarda tutti noi. Che utilizza l'ironia in risposta alla disperazione. Un film 'umano' ma anche un film di impegno civile che affronta temi importanti, l'incertezza lavorativa ed economica, la mancanza di opportunità, aprendo, oggi più che mai alla luce di quello che il mondo sta affrontando, un dibattito sulla necessità di una rivincita morale e concreta per tutti.




JOHN WICK: IL REGISTA NON VOLEVA CONCLUDERE I SEQUEL CON DEI CLIFFHANGER

Hollywood ama il lieto fine, regola che però non vale nel caso di John Wick. Il co-regista del franchise Chad Stahelski, però, confessa che non è mai stata sua intenzione concludere i sequel della saga con dei cliffhanger.

"Per ogni John Wick, c'è stato un giorno in cui io e Keanu ci siamo seduti in una stanza con gli sceneggiatori e abbiamo detto 'OK, dobbiamo finirlo così e questo è tutto.' Non cercavamo il lieto fine di Hollywood, non l'abbiamo mai fatto" spiega Chad Stahelski nel corso di un'intervista a Hollywood Reporter.

"Per i film di John Wick ci siamo ispirati a fiabe e mitologia cercando quel tipo di finale che non ci dice cosa succederà il giorno successivo. L'unico esempio contemporaneo che posso fare è Il laureato. Sono sul bus, se ne stanno andando... Che succederà in seguito? Abbiamo sempre voluto finire così i nostri film. Non ci interessava che fossero cliffhanger."

John Wick: il titolo originale è cambiato perché Keanu Reeves non riusciva a pronunciarlo

Le parole di Chad Stahelski riportano in mente il finale di John Wick 3: Parabellum, che vede il protagonista dichiarato ufficialmente scomunicato. Wick viene colpito dall'amico e manager del The Continental e cade dal tetto. Il suo corpo scompare dal vicolo, scopriamo infatti che a occuparsi di lui è Bowery King (Laurence Fishburne), che ha fatto voto di vendicarsi della Gran Tavola. un vero e proprio cliffhanger, anche se a quanto pare questo non era lo scopo del suo regista:

"Non cercavamo dei cliffhanger. John Wick uccide 80 persone per via di un cucciolo. Come puoi concludere un film di questo tipo con un lieto fine? Capite cosa intendo? La storia finisce, il suo breve viaggio termina. Nel capitolo 2, abbiamo terminato il film come pensavamo finisse la storia. Nel capitolo 3 John Wick viene tradito. Come nella vita reale, in una giornata possono accadere cose buone e cattive. Ma non volevamo che finisse con un cliffhanger."

John Wick: Chapter 4, in attesa di iniziare la lavorazione, arriverà al cinema il 27 maggio 2022. Come si concluderà il film? Con un altro cliffhanger non voluto?


SCARPETTE ROSSE E I SETTE NANI DA OGGI IN DIGITALE: ECCO DOVE

È in arrivo oggi, direttamente on demand in digitale, una nuova, divertentissima versione di una delle favole più amate di tutti i tempi: Scarpette Rosse e i Sette Nani! Scritta e diretta da Sungho Hong e animata dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i sette nani è una rivisitazione moderna e brillante di un grande classico delle storie per bambini - il mito di Biancaneve.

Non una mela ma delle scarpette rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal cuore puro, ha la voce di Baby K, per la prima volta coinvolta in un doppiaggio.

Sono invece affidate alla comicità di Pio & Amedeo le voci di due meravigliosi principi alle prese con una maledizione che li ha trasformati in buffissimi nanetti. Da oggi il film è sulle piattaforme SKYPRIMAFILA Premiere, TIMVISION, CHILI e RAKUTEN TV. Delle magiche scarpette rosse sono il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno cercando disperatamente. Per spezzare l'incantesimo, infatti, devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati dall'aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione della favola più amata di tutti i tempi.


IL PIANETA DELLE SCIMMIE: WES BALL SVELA CHE IL NUOVO FILM È UNA CONTINUAZIONE DELLA STORIA

Wes Ball è al lavoro sul nuovo film della saga Il pianeta delle scimmie e il regista ha sottolineato che il suo progetto è stato ideato come continuazione della storia della recente trilogia.
L'interessante dettaglio è emerso grazie a un'intervista rilasciata a Discussing Film in cui si parla dei progetti legati al franchise.

Rispondendo alla domanda relativa al rilancio della storia legata Il pianeta delle scimmie, Wes Ball ha spiegato: "Abbiamo un interessante approccio. Abbiamo trovato un modo per rimanere nell'universo che è stato creato prima di noi, ma ci stiamo ugualmente aprendo alla possibilità di realizzare qualcosa di veramente fantastico. Sto cercando di non rivelare troppo. Direi però per i fan della trilogia di non preoccuparsi, siete in buone mani".

Le riprese del lungometraggio potrebbero inoltre iniziare presto grazie all'importanza degli effetti speciali digitali: "Il pianeta delle scimmie andrà avanti e abbiamo un incredibile team artistico che sta lavorando a degli incredibili concept art. Abbiamo la sceneggiatura su cui si sta ancora lavorando, ci concederemo il tempo necessario per completare la stesura della sceneggiatura, quindi va tutto bene. Non solo si sta continuando lo sviluppo, ma potremmo in realtà iniziare virtualmente la produzione piuttosto presto perché si tratta di un film che usa ampiamente il CGI".
I fan potrebbero quindi scoprire relativamente presto in che modo il futuro lungometraggio sarà collegato alla storia di Cesare, interpretato da Andy Serkis.


SMALL AXE: STEVE MCQUEEN DEDICA I SUOI FILM A GEORGE FLOYD

Steve McQueen ha svelato che il progetto Small Axe, che avrebbe dovuto essere presentato al Festival di Cannes 2020, sarà composto da cinque film e sarà dedicato a George Floyd, la cui morte ha scatenato le proteste negli Stati Uniti.
Il regista premio Oscar ha parlato dei due titoli che sono stati annunciati come parte della selezione ufficiale dell'evento cinematografico francese.

Steve McQueen ha parlato di Mangrove e Lovers Rock, che parlano del razzismo nel Regno Unito, dichiarando: "Dedico questi film a George Floyd e a tutte le altre persone di colore che sono state uccise, venendo notate o passando inosservate, a causa di chi sono, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e ovunque. 'Se tu sei il grande albero, noi siamo la piccola ascia'. Black lives matter".
Il progetto Small Axe, inizialmente descritto come una serie tv, ora è composto da cinque film che saranno disponibili su BBC e Amazon Prime e ognuno racconterà una storia diversa.

Mangrove racconta la storia vera di Mangrove Nine e Frank Crichlow e ha come star Letitia Wright, Shaun Parkes e Malachi Kirby.
Lovers Rock racconta una storia inventata ambientata negli anni '90 e che fonde una relazione e il ruolo della musica. Nel cast ci sono Amarah-Jae St. Aubyn, Michael Ward, Shaniqua Okwok e Kedar Williams-Stirling.

John Boyega, invece, è tra gli interpreti di un altro dei tre lungometraggi di cui non sono ancora stati diffusi i dettagli. I titoli che avrebbero fatto parte della selezione di Cannes saranno distribuiti nei cinema francesi.

Il titolo Small Axe fa riferimento a un proverbio africano ed è il titolo di una canzone di Bob Marley che sottolinea come ogni singola voce possa alimentare un cambiamento nella società.
Steve McQueen è regista del progetto e ne è sceneggiatore in collaborazione con Alastair Siddons e Courttia Newland, in collaborazione con Alex Wheatle.


KING KONG: ANDY SERKIS, ECCO COME SI È PREPARATO AD INTERPRETARE IL GORILLA

Andy Serkis si è preparato a lungo per interpretare il ruolo del celebre gorilla in King Kong; l'attore, in pratica, ha dovuto interpretare Kong due volte: prima di fianco a Naomi Watts in un costume da gorilla in modo che l'attrice avesse di fronte qualcuno con cui recitare. Quindi, una volta terminate le scene principali, ha dovuto ripetere la sua performance, questa volta indossando una tuta motion capture.

Andy Serkis ha trascorso mesi in Ruanda a studiare i gorilla per essere in grado di imitare i loro movimenti e comportamenti, l'attore, inoltre, ha anche stretto un'amicizia con Zaire: un gorilla femmina di uno zoo vicino a Londra. Queste esperienze hanno convinto Serkis del fatto che King Kong non dovesse essere un carnivoro poiché i gorilla in realtà sono erbivori.

L'attore aveva 132 sensori collegati al suo viso, in modo che ogni sua espressione facciale potesse essere catturata e mostrata sul volto di King Kong. Durante un'intervista lo stesso Serkis ha dichiarato: "Interpretare Kong è stato diverso rispetto a Gollum, il mio personaggio ne Il Signore degli anelli aveva più o meno la mia struttura ossea e il mio aspetto, anche se io sono più bello, mentre Kong, dopotutto, è pur sempre un gorilla."

"La cosa più importante è che, essendo una attore, amo la trasformazione, amo cambiare per interpretare un personaggio e quindi il fatto che nessuno potrà mai associare il mio volto a quello di King Kong non rappresenta un problema per me. Per quanto mi riguarda recitare nei panni di un personaggio che, a livello visivo, verrà effettivamente 'creato' in seguito attraverso la computer grafica non è diverso da ogni altro ruolo convenzionale." Ha concluso l'attore britannico.



STEVE MCQUEEN ONORERÀ GEORGE FLOYD CON I SUOI NUOVI FILM:"UCCISO PERCHÈ NERO"

Negli ultimi tempi Steve McQueen ha lavorato al suo nuovo progetto, la serie antologica Small Axe, di cui due episodi sono stati selezionati a Cannes 2020. Il regista britannico ha concepito gli episodi di Small Axe come un film e ha dichiarato che saranno dedicato alla memoria di George Floyd, ucciso da un agente di polizia a Minneapolis.

"Dedico questi film a George Floyd e a tutte le altre persone nere che sono state assassinate, notate o inosservate, a causa di chi sono, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e ovunque. 'Se tu sei il grande albero, noi siamo la piccola ascia'. Black Lives Matter".
I cinque film di Small Axe raccontano delle storie personali sulla comunità delle Indie Occidentali di Londra dalla fine degli anni '60 alla metà degli anni '80. Il titolo deriva da un proverbio africano oltre ad essere il titolo di una canzone di Bob Marley, che spiega come una singola voce possa determinare un cambiamento nella società.

Steve McQueen torna dietro la macchina da presa a due anni di distanza da Widows, il suo ultimo film uscito nelle sale cinematografiche.
Nel corso della sua carriera McQueen ha trovato grande riscontro della critica nelle sue prime opere, Hunger (2008) e Shame (2011), oltre ad ottenere un grande successo internazionale con 12 anni schiavo nel 2013, film che gli ha permesso di vincere il premio Oscar al miglior film.
Ieri Thierry Frémaux ha pubblicamente annunciato il programma dei film di Cannes 2020, festival che purtroppo è stato annullato a causa della pandemia.
Il Festival di Cannes 2020 avrebbe omaggiato anche Federico Fellini, nel centenario della sua nascita.


ANGELINA JOLIE: AUGURI ALLA STAR, DA LARA CROFT A MALEFICENT

Ci sono poche star a Hollywood che hanno segnato l'industria dello showbiz negli ultimi vent'anni come Angelina Jolie. L'attrice premio Oscar è una delle dive più rappresentative del cinema americano e oggi che compie 45 anni ripercorriamo brevemente la sua carriera ricordando i passaggi salienti che l'hanno contraddistinta.

Figlia d'arte nata a Los Angeles (il padre è il premio Oscar Jon Voight), Angelina Jolie studia recitazione sin dalla tenera età di 11 anni, formandosi al Lee Strasberg Institute. Protagonista di un'infanzia segnata dal bullismo e dalla separazione dei genitori, Angelina Jolie inizialmente si dedica alla carriera di modella, lavorando anche in Italia, e facendo un provino per Jolly Blu, film che ripercorre alcune canzoni degli 883, ma viene scartata in favore di Alessia Merz.
Dopo i primi ruoli e i primi riconoscimenti in tv, con tre Golden Globe consecutivi, la fama arriva nel 1999, quando vince il suo primo premio Oscar per la sua partecipazione a Ragazze interrotte, nel ruolo della sociopatica Lisa Rowe.

Il vero exploit internazionale è però dei primi anni 2000, quando viene scelta per interpretare il personaggio di Lara Croft nel franchise tratto dal celebre marchio videoludico Tomb Raider.
A metà anni 2000 inizia una relazione con Brad Pitt, che diventerà un matrimonio lungo e nelle ultime fasi piuttosto tormentato; all'epoca i due lavoravano insieme sul set di Mr. & Mrs. Smith e Pitt entrò nell'occhio del ciclone, insieme alla Jolie; quest'ultima venne accusata di essere la causa della fine del matrimonio della star di Seven con Jennifer Aniston. Negli ultimi anni ha riscosso molto successo la sua interpretazione della strega Malefica nei due film Disney di Maleficent.
Nel 2009 ha ricevuto una seconda nomination agli Oscar per il suo ruolo in Changeling ma la seconda statuetta la riceve nel 2014, per il suo impegno umanitario. Famosa per il suo impegno umanitario, Angelina Jolie nel 2013 è stata dichiarata l'attrice più pagata al mondo.


MASSIMO TROISI CI LASCIAVA IL 4 GIUGNO 1994: TUTTI GLI OMAGGI SUL WEB

Puntualmente ogni anno, il 4 giugno 1994 si diffonde il ricordo della scomparsa di Massimo Troisi, a dimostrazione dell'impronta ineguagliabile lasciata dal suo carisma, dalla sua gentilezza e dalla forza del suo cinema, prima come grande comico e poi come regista, fino agli ultimi giorni della sua esistenza.

Troisi scomparve il 4 giugno 1994 all'indomani della fine delle riprese de Il postino, film di Michael Radford che segnò quindi il suo congedo dai suoi fan e dal mondo del cinema. L'attore morì a soli 41 anni a causa di uno scompenso cardiaco alla valvola mitralica per cui si sarebbe dovuto operare negli Stati Uniti qualche giorno dopo; l'obiettivo principale però per Troisi fu quello di portare a termine le riprese de Il postino, che rimarrà quindi la sua ultima prova per il cinema. Proprio per questo ruolo, Troisi ricevette una candidatura postuma al Premio Oscar come miglior attore protagonista.

Nato il 19 febbraio del 1953 da un macchinista ferroviere e da una casalinga, iniziò la sua avventura a teatro prima col gruppo I Saraceni e poi come parte del trio La Smorfia (insieme a Lello Arena e Enzo Decaro), per poi esordire dietro la macchina da presa con il film Ricomincio da tre, che si rivelò un clamoroso successo di pubblico ed ottenne buoni riscontri dalla critica. La pellicola mise in evidenza anche le doti musicali di un giovane musicista napoletano amico di Troisi, Pino Daniele. Il successo continuò per tutti gli anni '80, culminando con il connubio artistico con Roberto Benigni in Non ci resta che piangere, pellicola campione d'incassi del 1984.


ALITA COME LA SNYDER CUT? SPUNTA UN CARTELLONE PUBBLICITARIO PER IL SEQUEL

Dopo il successo della campagna mediatica dei fan per #ReleaseTheSnyderCut a favore della versione di Zack Snyder di Justice League, adesso i fan di un altro franchise ci riprovano e chiedono con insistenza la realizzazione di un sequel per Alita - Angelo della battaglia di Robert Rodriguez.

Il movimento che chiede il sequel della pellicola, sorto all'indomani dell'uscita della pellicola al cinema che non ha ottenuto i risultati al box-office che si aspettava per essere considerato un successo, ha compiuto un decisivo passo in avanti questa settimana con l'erezione di diversi cartelloni pubblicitari posizionati in cima a un palazzo in Wilshire Blvd a Los Angeles e contenenti citazioni di Rosa Salazar, Christoph Waltz, e Tilly Lockey, ovvero il loro sostegno pubblico alla realizzazione di un sequel di Alita.

Come fa notare Cinema Blend, i cartelloni specificano alla fine un chiaro "Join the Campaign" che prende come suo l'hashtag #AlitaSequel. Questa mossa rappresenta più di qualche semplice fan che mette insieme dei soldi per della pubblicità, ma pensa anche ad azioni benefiche. La cosiddetta "Alita Army" infatti sta raccogliendo dei soldi per Action Against Hunger e Feeding America, a sostegno della popolazione dei senzatetto di Los Angeles.

Rosa Salazar, l'attrice che dà il volto ad Alita, è una delle più fiere sostenitrici di un eventuale sequel, come già confermato in precedenza: "Interpreterei Alita fino all'ultimo respiro. Lo farei, e grazie alla tecnologia di performance capture che utilizza, probabilmente potrei anche".

Christoph Waltz aveva quindi lanciato il suo sostegno a Collider: "Sapete era un film della Fox e la Fox non esiste più. Adesso è Disney. Forse non è nei piani della disneyficazione, ma non posso saperlo. Non ne ho idea. Forse stanno lavorando a qualcosa e io non ne so nulla oppure sono l'ultima persona a cui lo direbbero. Al momento non ho sentito nulla".


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PARASITE, IL FILM DI BONG JOON-HO CONTINUA A VINCERE PREMI: SCOPRITE QUALI

Non si ferma la corsa di Parasite, che ad un anno dal trionfo al Festival di Cannes sta continuando a mietere successi. Pochi mesi fa i quattro premi Oscar, tra cui quello al miglior film, e ora altri premi. Il film di Bong Joon-ho ha vinto cinque premi ai Daejong Award, comunemente noti come Grand Bell Award, assegnati mercoledì a Seul.

Parasite ha vinto il premio al miglior film, miglior regista (Bon Joon-ho), miglior attrice non protagonista (Lee Jung-eun), miglior sceneggiatura (Bong Joon-ho, Han Jin-won) e miglior colonna sonora (Jung Jae-il). La cerimonia di premiazione è stata organizzata senza il pubblico in sala, per via delle norme di prevenzione del Coronavirus.

Sul palco ha parlato la produttrice Kwak Sin-ae:"Mi manca il pubblico che riempiva i cinema per Parasite. Spero che si possano superare i momenti difficili e incontrarci di nuovo, con gli schermi cinematografici di fronte a noi".
Parasite è ambientato a Seul e vede una famiglia vivere in uno squallido seminterrato e cercare ogni giorno di sbarcare il lunario in qualche modo. Quando il figlio maggiore viene assunto da una famiglia benestante per dare ripetizioni alla figlia adolescente, la famiglia cercherà di portare la situazione a proprio vantaggio, con conseguenze davvero inquietanti.


NO TIME TO DIE, DANIEL CRAIG PARLA DI 007: "SONO STATO MOLTO FORTUNATO"

Nel corso di un'intervista promozionale emersa in queste ore, l'attore britannico Daniel Craig ha parlato del suo attesissimo ritorno nei panni di James Bond nel prossimo film del franchise 007: No Time To Die, posticipato da a aprile a novembre 2020 a causa della pandemia.

Nel caso non lo sappiate, il venticinquesimo film della serie cinematografica nata dalla penna di Ian Fleming sarà l'ultimo con protagonista Craig, che però già da Skyfall (e ancora dopo il film precedente Spectre) aveva annunciato il suo desiderio di lasciare la saga: dopo un lungo tira e molla la star accettò di tornare per un ultimo film, e secondo quanto riferito parlando con HeyUGuys Craig sostiene ora che la decisione di tornare per un ultimo film ha nascosto un vantaggio piuttosto inaspettato.

"Andare in Giamaica è stato semplicemente eccitante per me. Non ero mai stato qui, ed è dov'è nato James Bond, in un certo senso. E' qui che Fleming ha scritto i suoi libri. C'è sempre stato un legame tra Bond e questo posto, una sorta di legame familiare. In qualche modo la saga è sempre finita qui per un motivo o l'altro, anche molti film sono stati girati qui. Siamo stati incredibilmente fortunati ad avere la possibilità di venire qui e goderci un posto così bello."

Invece, per quanto riguarda il film: "Sono incredibilmente felice di aver avuto la possibilità di tornare un'ultima volta nei panni del personaggio. Questo film, qualunque cosa la gente penserà, è nato dalla fatica e dal sudore di queste persone. Tutti hanno dato il massimo."


X-MEN: CAMBIERÀ IL NOME DEL REBOOT PER MAGGIORE INCLUSIVITÀ? E' IMPROBABILE

Una teoria riportata in queste ore da WeGotThisCovered, vedrebbe la Marvel intenzionata a modificare il nome degli X-Men in previsione del reboot del franchise, al fine di favorire una maggiore inclusività. Secondo questa teoria, il nome "x-men" indicherebbe un gruppo tutto al maschile e ciò non sarebbe visto di buon occhio dall'attuale "clima" negli stati uniti.

Si tratta ovviamente solo di una speculazione, non sembra esistere una fonte ne sono presenti in rete altre conferme in merito. D'altronde se questa teoria venisse confermata sarebbe una decisione che sorprenderebbe tutti, considerando che gli X-Men sono nati negli anni '60 e da sempre sono composti anche da una nutrita presenza femminile.
Il valore iconico del nome degli X-Men inoltre è talmente potente che difficilmente si arriverà ad una decisione di questo tipo.

Una scelta che risulterebbe bizzarra e ad oggi sembra davvero improbabile, considerando che bisognerebbe ignorare completamente oltre 60 anni di storia tra fumetti, tv e cinema.

La teoria parte dall'attuale clima politico e da quello che sta accadendo nel mondo. Non è difficile, in ogni caso, ipotizzare quale possa essere l'eventuale reazione dei fan ad una notizia di questo tipo: assolutamente contraria.

Nel corso degli ultimi vent'anni gli X-Men si sono radicati anche al cinema, grazie a personaggi iconici come Wolverine, interpretato da Hugh Jackman.


SPIDER-MAN: HOMECOMING, LE NUOVE FOTO DI BACKSTAGE RACCONTANO L'ATMOSFERA SUL SET

Per celebrare il suo ventiquattresimo compleanno, caduto lo scorso 1° giugno, Tom Holland ha pubblicato tramite il suo account Weibo alcune immagini inedite dal backstage di Spider-Man: Homecoming, primo stand-alone del Marvel Cinematic Universe dedicato all'Arrampicamuri. Il film del 2017 ha rivisitato completamente la figura di Peter Parker.

Tom Holland aveva già debuttato nel MCU con Captain America: Civil War, ma è con il film diretto da Jon Watts che il personaggio di Spider-Man è stato reinventato in chiave moderna, con tanto di costume tecnologicamente avanzato e con un rapporto speciale con Tony Stark (Robert Downey Jr). A Homecoming ha fatto seguito Spider-Man: Far from home nel 2019, e per il prossimo anno (a meno di ulteriori variazioni e ritardi causati dalla pandemia di covid-19) è atteso il terzo capitolo in cui, come sappiamo, a causa di Mysterio l'identità del supereroe non è più un segreto.

Le immagini, che si possono vedere nella nostra gallery, restituiscono l'atmosfera delle riprese del film: Tom Holland ha spesso l'aria divertita, lo vediamo anche al monitor e in una riunione di produzione, oltre che nella scena della battaglia finale.

Fanno parte del cast di Spider-Man: Homecoming anche Zendaya e Laura Harrier: quest'ultima ha recentemente raccontato di aver creduto di aver perso il ruolo proprio a causa della collega.


SPIDER-MAN: HOMECOMING Unseen Stills

JUSTICE LEAGUE, LO SNYDER CUT DARÀ SPAZIO A UNA RELAZIONE TRA BATMAN E WONDER WOMAN?

Dopo aver annunciato ufficialmente la release dello Snyder Cut su HBO Max, Warner Bros. e Zack Snyder lavoreranno sodo per portare sul piccolo schermo una versione di Justice League più simile all'idea del regista. Ma questa includerà anche delle scene romantiche tra Batman e Wonder Woman?

La chimica tra i due personaggi interpretati da Ben Affleck e Gal Gadot era abbastanza evidente anche in Batman v. Superman, ma in Justice League sembrava quasi accennare a qualcosa di più... Che non è mai accaduto. Sarà forse questa l'occasione giusta?

Un rumor dei tanti che circolano su cosa potremo vedere o meno nella nuova/vecchia Justice League di Snyder, e che come al solito va preso come tale, vorrebbe infatti la presenza di scene in cui verrebbe reso effettivo un coinvolgimento amoroso tra Bruce e Diana (addirittura, si parlerebbe di un bacio).

E mentre non sappiamo esattamente quali modifiche verranno apportate alle quasi 4 ore di girato di partenza, eccetto che queste verranno a costare molto più del previsto, e che non sembrerebbero davvero previsti dei reshoot, se il piano di Snyder fosse stato fin dall'inizio quello di far fare un passo più audace ai due eroi in termini romantici, non sarebbe poi da escludere la possibilità che ciò avvenga.

Dopotutto, i WonderBat, come li chiamano i fan, sono una ship che nel corso tempo ha visto crescere il numero dei suoi sostenitori. Ma resta da vedere se una tale direzione sia effettivamente la più adatta in questo caso, nonché una che si avvicini alla volontà del regista.


CAPTAIN AMERICA, IL POSTER DEL FILM DIVENTA UN FUMETTO IN UNA SPLENDIDA FAN ART

Nel 2011 Captain America - Il primo Vendicatore ha introdotto Chris Evans nel Marvel Cinematic Universe, nel ruolo di Steve Rogers. Il film, diretto da Joe Johnston, è forse un po' sottovalutato rispetto ai successivi The Winter Soldier e Civil War, ma resta un capitolo importante nella storia del MCU.

Qualche giorno fa l'utente Instagram John Black ha reso omaggio al film realizzando una interessante fan art. Nell'immagine, che si può vedere in calce alla news, prendendo spunto dal poster ufficiale di Captain America - The First Avenger, la locandina del film è trasformata nello stile della copertina di un albo a fumetti. Il post mostra anche una serie di minuziosi dettagli, e l'effetto finale è davvero ben riuscito.

"Non avevo intenzione di ricopiare questo poster" ha scritto John Black nella didascalia, "ma ho iniziato a guardare le foto di riferimento e mi sono fatto trasportare."

Il primo capitolo cinematografico di Captain America, oltre ad approfondire la storia delle origini dell'eroe, presenta al pubblico Teschio Rosso e la sua organizzazione HYDRA, e dà un inaspettato risalto alla figura di Peggy Carter. All'epoca, anche John Krasinski aveva fatto un provino per il ruolo del protagonista, andato poi a Chris Evans. Quest'ultimo ha invece rivelato qualche tempo fa che i suoi genitori avevano intenzione di dargli un altro nome.


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TENET, JOHN DAVID WASHINGTON HA I POTERI DI DOCTOR STRANGE IN UNA NUOVA FAN ART

I film Marvel ci hanno abituato ai crossover: il Marvel Cinematic Universe non sarebbe lo stesso senza film come Avengers: Endgame in cui possiamo vedere tutti in una volta i nostri eroi preferiti. Meno comune, certo, sarebbe un crossover tra Spider-Man e soci e i personaggi di Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan.

Ma d'altronde, perché mettere limiti alla fantasia? Punti di contatto tra ciò che vedremo nel film con John David Washington e un personaggio dell'MCU in fin dei conti sembrano esserci: vi dice niente la capacità di controllare il tempo?

Esatto, stiamo parlando proprio di Doctor Strange: certo, da quel che si è visto nel trailer di Tenet i personaggi di Nolan agiranno comunque seguendo teorie e leggi ben precise (e sarebbe strano il contrario, conoscendo il regista), ma il concetto della manipolazione del tempo rimane e, in ciò, il personaggio di Benedict Cumberbatch è sicuramente un maestro.

Il solito BossLogic ha dunque pensato di ideare questo fantasioso mash-up, estrapolando dal trailer una foto di John David Washington e piazzandogli intorno alle mani i cerchi magici che vediamo solamente evocare dal caro Stephen Strange.

Una teoria, intanto, vede Tenet come possibile sequel di Inception; per quanto riguarda la data del lancio, invece, Christopher Nolan si è detto ottimista sull'uscita di Tenet a luglio.


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JUNO, UNA CANZONE DEI GREEN DAY NACQUE DAL FILM CON ELLEN PAGE

In Juno la musica ricopre un ruolo piuttosto importante, accompagnandoci sin dai primi momenti della storia della gravidanza inaspettata del personaggio di Ellen Page e sottolineando un bel po' di sequenze importanti del film (sarà un caso che di lì a qualche anno Michael Cera sarebbe diventato lo Scott Pilgrim di Edgar Wright?).

La colonna sonora del film di Jason Reitman si mantiene principalmente sulla scia dell'indie e del pop/punk, dai Belle and Sebastian ai Sonic Youth, affondando ogni tanto le mani in qualcosa di più datato come i Velvet Underground e Buddy Holly e finendo nella tenera Anyone Else But You eseguita proprio dai protagonisti Ellen Page e Michael Cera.

Insomma, un mood sulla cui scia si piazzano benissimo i Green Day, che guarda caso proprio dal film di Reitman presero ispirazione per un loro pezzo. Pare, infatti, che a Billie Joe Armstrong piacque parecchio la frase "you didn't have to drive out to East Jesus nowhere" pronunciata da Bren (Allison Janney), al punto da estrapolarla dal film per utilizzarla come titolo di una canzone presente nell'album 21st Century Breakdown (East Jesus Nowhere, appunto).


KATE BECKINSALE, LA STAR DI UNDERWORLD CONTRO HARVEY WEINSTEIN: "DISSE CHE NON ERO SEXY"

Tramite un lungo post pubblicato qualche settimana fa sulla sua pagina ufficiale Instagram, l'attrice ed ex modella londinese Kate Beckinsale, che stasera torna in tv con Underworld, ha parlato della notte in cui fu aggredita verbalmente da Harvey Weinstein.

La star ha scritto: "Queste foto sono state scattate alla premiere di Serendipity il 5 ottobre 2001. Ci eravamo tutti rifiutati di partecipare perché tenere una premiere poche settimane dopo l'11 settembre con la città ancora fumante sembrava l'idea più insensibile, cieca e irrispettosa possibile. Ma Weinstein ha insistito. Siamo volati a New York e in qualche modo ci siamo riusciti. La mattina dopo Harvey mi chiamò e mi chiese se volevo portare mia figlia, che all'epoca aveva poco meno di due anni, a casa sua per un appuntamento, visto che ci sarebbe stata anche sua figlia, che aveva un'età simile. Mi sono presentata e ha immediatamente chiamato la sua tata per far portare i bambini in un'altra stanza a giocare. Io ho fatto per seguirle ma lui ha detto: 'No, aspetta qui', e ha chiuso la porta. A quel punto mi ha detto: 'Stupida puttana, hai rovinato la premiere!'"

La Beckinsale aggiunge: "Non avevo idea di cosa stesse parlando, ma continuò a sbraitare: 'Se organizzo un tappeto rosso tu ti metti un vestito attillato, scuoti il ​​culo, metti in mostra le tette e non ti fai passare per una c#zz# di lesbica, f#ttut# putt#n#'. Lo shock mi ha fatto scoppiare in lacrime. Ho cercato di dire: 'Harvey, la città è in fiamme, le persone stanno ancora cercando i loro parenti sotto le macerie, nessuno di noi ha pensato che fosse il momento adatto per una prima, tanto meno sembrava appropriato presentarsi vestiti come ad una festa di addio al celibato.' Ha detto: 'Non mi interessa, è la mia fottuta premiere e se voglio mettere in mostra la tua f#g# sul tappeto rosso tu devi ubbidire"."

L'interprete della vampira Selene ha denunciato "il disumano bullismo e gli abusi" che vengono perpetrati nell'industria di Hollywood.


KING KONG, 10 FANTASTICHE CURIOSITÀ SUL KOLOSSAL DI PETER JACKSON

King Kong di Peter Jackson, secondo remake del classico del 1933 di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack dopo il primo, uscito nel 1976 per la regia di John Guillermin.

Il film sull'ottava meraviglia del mondo, che include nel cast Naomi Watts, Jack Black, Adrien Brody e Andy Serkis, divenne all'epoca il film più costoso di sempre con un budget di 207 milioni di dollari.Per prepararvi alla visione vi proponiamo le migliori curiosità e retroscena sulla produzione. Come al solito, li trovate qui sotto:


Peter Jackson è stato pagato $20 milioni di dollari per dirigere questo film, lo stipendio più alto mai pagato ad un regista in anticipo rispetto alla produzione. Christopher Nolan avrebbe poi ricevuto lo stesso compenso per la regia di Dunkirk (leggi: le migliori curiosità su Dunkirk).

Come favore personale a Peter Jackson, Bryan Singer, che era in Australia a lavorare su Superman Returns (2006), ha trascorso due giorni a dirigere la sequenza di combattimento tra King Kong e V-Rex. Per questo potete notare un "ringraziamento speciale" indirizzato a lui nei titoli di coda.

Jack Black indossava una parrucca nel film, perché Peter Jackson non era contento di come vennero tagliati i capelli della star.

Il ruggito di King Kong è in realtà il ruggito di leone, ma riprodotto all'indietro e a metà della velocità.

Il Tyrannosaurus (in realtà Vastatosaurus Rex, o V-Rex) ha tre dita sulle zampe: si tratta di un omaggio all'originale King Kong (1933) nel quale veniva spiegato che i dinosauri nei 65 milioni di anni passati su Skull Island si sono evoluti rispetto a quando il Tyrannosaurus a due dita si estinse in altre parti del mondo.

Inizialmente Peter Jackson voleva realizzare questo film subito dopo Sospesi nel tempo (1996), ma quando la Universal vide che Godzilla (1998) e Il grande Joe (1998) sarebbero stati rilasciati quello stesso anno, staccarono la spina al progetto e Jackson passò a Il Signore degli Anelli usando le tecnologie che stava sviluppando per King Kong. Dopo l'enorme successo della trilogia tratta da Tolkien, Jackson fu richiamato.

La scena in cui Denham, Driscoll e altri membri dell'equipaggio cadono in una fossa piena di insetti giganti è un riferimento ad una scena dell'originale King Kong (1933), nel quale i protagonisti cadono in una fossa e vengono divorati da ragni giganti: quella scena però fu tagliata dopo che molti membri del pubblico dell'anteprima hanno lasciato il cinema disgustasti. Il girato di quella sequenza non fu mai ritrovato.

Ci vollero diciotto mesi per realizzare la versione CGI dell'Empire State Building. Il vero palazzo fu costruito in quattordici.

Oltre a studiare i gorilla selvatici in Ruanda per essere in grado di imitare i loro movimenti e comportamenti, Andy Serkis ha anche stretto amicizia con una gorilla femmina chiamata Zaire in uno zoo vicino a Londra.

Il primo di aprile 2005, Peter Jackson pubblicò un elaborato scherzo sul suo sito web. Ha "rivelato" che aveva già iniziato la produzione di King Kong: Son Of Kong e King Kong: Into the Wolf's Lair: entrambi i film, che "sarebbero usciti" nel 2006, avrebbero incluso i personaggi principali a cavallo del figlio di King Kong, con mitragliatrici spianate da usare contro i soldati geneticamente mutati di Adolf Hitler; inizialmente alcuni ci credettero, dato che nel 1933 la RKO produsse davvero un sequel di King Kong intitolato Il Figlio di King Kong, anche se di Hitler e i suoi soldati mutanti non c'era traccia.


FAR EAST FILM FESTIVAL 22: ANNUNCIATO IL PROGRAMMA UFFICIALE

Il Far East Film Festival ha annunciato ufficialmente la line-up della 22ma edizione, che si terrà online per far fronte all’emergenza coronavirus. Il programma conta 46 film, tra cui 4 prime mondiali. I film saranno disponibili online dal 26 giugno al 4 luglio.

Il film di apertura sarà il blockbuster campione di incassi in Corea del Sud Ashfall, e non, come precedentemente detto, il taiwanese I WeirDO. A chiudere sarà invece Better Days, opera seconda dell’hongkonghese Derek Tsang. Tra i film selezionati anche The Captain di Andrew Lau, Chasing Dream di Johnnie To e Ip Man 4 di Wilson Yip. I Paesi asiatici sono così rappresentati: 4 film cinesi, 6 da Hong Kong, 2 dall’Indonesia, 9 giapponesi, 2 malesi, 2 filippini, 10 dalla Corea del Sud e 3 da Taiwan.

I responsabili del festival, Sabrina Baracetti (presidente) e Thomas Bertacche (coordinatore), hanno dichiarato:

Questo non è il Far East Film Festival 22, ma è il Far East Film Festival 22 online edition. Il festival è stato trasformato in un evento digitale, riscrivendone completamente l’architettura e conservandone l’obiettivo primario: indagare un territorio, l’Asia, e presentare il meglio delle sue produzioni cinematografiche popolari.

Il programma completo

CINA (4)

Better Days, Derek Kwok-cheung TSANG
The Captain, Andrew LAU
Changfeng Town, WANG Jing
An Insignificant Affair, NING Yuanyuan

HONG KONG (6)

Chasing Dream, Johnnie TO
Ip Man 4: The Finale, Wilson YIP
Line Walker 2: Invisible Spy, Jazz BOON
My Prince Edward, Norris WONG
Suk Suk, Ray YEUNG
The White Storm 2: Drug Lords, Herman YAU

INDONESIA (2)

Gundala, Joko ANWAR
Impetigore, Joko ANWAR

GIAPPONE (9)

#HandballStrive, MATSUI Daigo
A Beloved Wife, ADACHI Shin
colorless, KOYAMA Takashi
Dance with Me, YAGUCHI Shinobu
Minori, on the Brink, NINOMIYA Ryutaro
My Sweet Grappa Remedies, OHKU Akiko
One Night, SHIRAISHI Kazuya
Romance Doll, TANADA Yuki
Wotakoi: Love is Hard for Otaku, FUKUDA Yuichi

MALAYSIA (2)

Soul, Emir EZWAN
Victim(s), Layla JI

FILIPPINE (2)

Edward, Thop NAZARENO
Sunod, Carlo LEDESMA

COREA DEL SUD (10)

Ashfall, KIM Byung-seo, LEE Hae-jun
Beasts Clawing at Straws, KIM Young-Hoon
The Closet, KIM Kwang-bin
Crazy Romance, KIM Han-Kyul
Exit, LEE Sang-geun
The House of Us, YOON Ga-eun
Kim Ji-young, Born 1982, KIM Do-young
Lucky Chan-sil, KIM Cho-hee
The Man Standing Next, WOO Min-ho
Vertigo, JEON Gye-soo

TAIWAN (3)

Detention, John HSU
I WeirDO, LIAO Mingyi
We Are Champions, CHANG Jung-Chi

Fuori concorso

PROIEZIONI SPECIALI (1)

Labyrinth of Cinema, OBAYASHI Nobuhiko

DOCUMENTARI (1)

i-Documentary of the Journalist, MORI Tatsuya

CLASSICI RESTAURATI (1)

Cheerful Wind, HOU Hsiao-Hsien

INFO SCREENINGS (1)

The President’s Last Bang, IM sang-soo

Tributo a WATANABE HIROBUMI (4)

Cry, WATANABE Hirobumi
I am Really Good, WATANABE Hirobumi
Life Finds a Way, WATANABE Hirobumi
Party ‘Round the Globe, WATANABE Hirobumi

Dove e come

Il FEFF si terrà dal 26 giugno al 4 luglio 2020. La sala virtuale sarà MYmovies, punto d’incontro del popolo fareastiano, chiamato a incoronare i vincitori degli Audience Awards e chiamato attivamente a condividere, oltre alle visioni, anche i video-saluti degli attori e dei registi e i talk di approfondimento con i grandi nomi del cinema asiatico.


DRUK: IL TRAILER DEL FILM DI THOMAS VINTERBERG SELEZIONATO A CANNES

Thomas Vinterberg, regista di Festen, Il sospetto e La comune, è uno dei grossi nomi a essere entrato nella selezione di Cannes 2020. Il suo nuovo film, Druk (altrimenti noto come Another Round), lo vede collaborare ancora una volta con la star danese Mads Mikkelsen. La storia è incentrata su quattro insegnanti che decidono di fare insieme un esperimento: consumare una quantità costante di alcol durante le ore lavorative, convinti che darà loro una spinta extra. Naturalmente i quattro finiscono per perdere il controllo della situazione.

Druk, come detto, è stato annunciato tra i film della selezione di Cannes, che il festival ha deciso di comunicare ugualmente anche se l’edizione 2020 non si farà. Ciò significa, dunque, che avrebbe debuttato sulla Croisette. Ora potrà comunque essere selezionato per altri festival, pur sfoggiando il bollino della selezione di Cannes. Il film è attualmente previsto in Danimarca per il 24 settembre.

Druk (Another Round) è interpretato, oltre che da Mads Mikkelsen, da Thomas Bo Larsen, Lars Ranthe, Magnus Millang e Maria Bonnevie. La sceneggiatura è di Vinterberg e Tobias Lindholm, suo abituale collaboratore (ha scritto anche Il sospetto).

La trama
Quattro amici, tutti professori delle superiori, decidono di testare la teoria secondo cui, mantenendo un livello costante di alcol nel sangue, è possibile vivere e lavorare meglio. I loro risultati iniziali sono positivi e i voti dei loro studenti migliorano. Tuttavia, a mano a mano che proseguono con l’esperimento, i risultati diventano più estremi.

Ecco il trailer.




FEBBRE DI JONATHAN BAZZI DIVENTA UN FILM

Febbre, l’esordio letterario di Jonathan Bazzi, diventerà un film. La Cross Productions, compagnia che ha prodotto le serie Sirene e Il cacciatore, ne ha acquistato i diritti e realizzerà l’adattamento. Il romanzo, edito da Fandango Libri, è uno dei 12 titoli in corsa per il Premio Strega.

Rosario Rinaldo, Presidente di Cross Productions, ha dichiarato:

Siamo molto felici di questa opportunità. La trasposizione audiovisiva del romanzo di Bazzi certamente arricchirà la nostra filmografia. Da sempre siamo alla ricerca delle forme migliori per narrare la complessità contemporanea e Febbre ne è un esempio eccellente.

La sinossi del romanzo
Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via. Una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi. Pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test all’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato.

A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood. Il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri. Dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore.

Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie. Da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso.


Jonathan Bazzi è nato a Milano nel 1985, ed è cresciuto a Rozzano, nell’estrema periferia sud della città. Laureato in Filosofia, ha collaborato con varie testate come Gay.it, Vice e The Vision. Il romanzo è autobiografico: Bazzi è sieropositivo e ne ha parlato pubblicamente in un articolo nel 2016.


Venom: La furia di Carnage, il produttore incerto su quando potranno svolgersi le riprese aggiuntive

Per film grossi come Venom: La furia di Carnage le riprese aggiuntive sono una prassi. A causa dell’attuale clima di incertezza, tuttavia, non è chiaro quando sarà sicuro tornare sul set per girare tutto il materiale ulteriore necessario.
È quanto discusso in un’intervista con Vanity Fair da Dan Wilson. Il produttore ha confermato ch Andy Serkis sta lavorando al film da remoto seguendo la post-produzione, ma ha spiegato di non avere le idee chiare sul ritorno sul set:

Nessuno vuole tornare in un ambiente potenzialmente rischioso, e il discorso vale anche per la troupe, non solo per gli attori, vale per tutte le persone su un set. C’è molto nervosismo, cosa che trovo naturale e comprensibile. Ne abbiamo discusso e ne abbiamo tenuto conto. Per il resto, vedremo.

Il tempo non mancherà: ricordiamo che a causa dell’emergenza sanitaria data dal nuovo Coronavirus l’uscita del cinecomic nelle sale americane è stata infatti spostata dal 2 ottobre 2020 al 25 giugno 2021.

Nel cast ci saranno Tom Hardy, Michelle Williams, Woody Harrelson e Naomie Harris, che dovrebbe interpretare Shriek.

Le riprese di Venom 2 si sono tenute a Londra e poi si sono spostate a San Francisco. Il direttore della fotografia è Robert Richardson, premio Oscar per JFK, The Aviator e Hugo Cabret. La sceneggiatura, ricordiamo, è stata scritta da Kelly Marcel con il contributo di Tom Hardy.

Nonostante l’apprezzamento critico disastroso, il primo Venom è riuscito a incassare ben 856 milioni di dollari al botteghino mondiale a fronte di un budget di circa 100 (escluse le spese di promozione).


Independence Day, Bill Pullman sul titolo alternativo voluto dalla Fox

Durante la promozione di The High Note, Bill Pullman ha parlato di Independence Day e della volta che il titolo del film stava per essere cambiato.
Ecco il racconto dell’attore che nel film di Roland Emmerich del 1996 ha interpretato il presidente Thomas J. Whitmore:

Girammo la scena di notte, perché non eravamo in teatro di posa. Era davvero tardi, avevano deciso di anticiparla rispetto al programma perché Dean Devlin e Roland Emmerich erano in lotta con la Fox sul titolo. Doveva essere Doomsday (Il giorno del giudizio). Loro due volevano davvero Independence Day, perciò fummo costretti a rendere quel discorso bellissimo.

Poi lo montarono e un paio di serie dopo Dean entrò nel mio camerino e mi chiese se volessi vedere la scena. Mise la VHS e mi mostrò un montaggio del discorso, la mia reazione fu: “Per la miseria, devono ASSOLUTAMENTE chiamare questo film Indipendence Day”. E lo fecero.


Ecco la sinossi ufficiale:

Mancano pochi giorni alle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza quando, improvvisamente, il cielo su Washington è oscurato da una gigantesca astronave extraterrestre. Il governo degli Stati Uniti e l’opinione pubblica si interrogano sulle intenzioni dei visitatori. Nell’etere viene captato un misterioso segnale: è, come scopre David Levison, un conto alla rovescia che annuncia un’aggressione senza precedenti contro la Terra.

Nel cast di Independence Day troviamo Bill Pullman, Vivica A. Fox, Will Smith e Jeff Goldblum.


TREK POINT: IN ARRIVO SU CHILI IL FILM DI TOMMASO CAVALLINI CON LE MUSICHE DEI NOMADI E YOUSSOU N’DOUR

Trek Point, il film di Tommaso Cavallini girato in Senegal e Italia, arriverà a giugno su Chili, portando quindi sulla piattaforma di streaming il progetto in cui si affrontano tematiche attuali come la schiavitù mondiale e il tentativo di rinascere e avere una nuova vita. A impreziosire il progetto c'è inoltre la colonna sonora firmata da Youssou N'Dour e dal gruppo italiano I Nomadi.

Nel cast del lungometraggio ci sono Marco Mannucci nel ruolo di Augusto, un attore in crisi che torna nella sua città natale, Aminata Ndiaye che interpreta Ami Sow, una ragazza senegalese arrivata in Italia che lavora come taxista abusiva, e Anna Dimaggio che interpreta la psicologa che aiuta Augusto a risolvere la sua crisi.

La regia di Trek Point, prodotto da Locomotion Films Ltd. e We Love Plaza Entertainment e che può contare sulle musiche composte dal cantautore senegalese Youssou N'Dour e del gruppo italiano I Nomadi, è di Tommaso Cavallini che ha debuttato nel 2010 dietro la macchina da presa con La marea silenziosa.

La sinossi ufficiale del film anticipa:
"La favola che il griot (Birahim Ndiaye) ci racconta è una storia moderna, attuale e non ancestrale. Augusto De Pretis, artista di strada e attore italiano, sta attraversando un brutto periodo. Si è lasciato dalla sua ragazza che lo ha cacciato dalla sua casa in campagna ed è tornato a vivere nella sua vecchia abitazione in città. Augusto ha inoltre perso l'ispirazione. La notte in cui è tornato in città, solo e stanco, ha trovato solamente Ami Sow: una ragazza senegalese da qualche anno in Italia, che fa la taxista abusiva. Durante il tragitto Augusto si è addormentato facendo ancora quel brutto incubo interrotto da Ami che lo ha svegliato. Sogna una corsa tra bambini nella quale lui è primo ma poi rallenta e fa passare gli altri. Questo sogno lo tormenta così si decide ad andare da una psicologa per capirne di più. Ami è una ragazza sveglia ed ingegnosa che fa inoltre le traduzioni per i permessi di soggiorno dei senegalesi arrivati in Italia da poco, e l'amicizia fra i due si consolida. Augusto viene coinvolto nella "teranga" di Ami come se fosse lui lo straniero. La situazione del protagonista cambierà radicalmente quando la psicologa propone ad Augusto di fare un viaggio in un'altra vita precedente per risolvere il problema del sogno".


FLASH, NEL FILM DC CI SARÀ ANCHE CYBORG? LA NUOVA INDISCREZIONE

Dopo le voci sulla presenza di Bane in un eventuale sequel di The Batman, ecco arrivare in rete un nuovo rumor sul DCEU, questa volta incentrato però sulla "linea principale" del franchise.

Stando a quanto riportato dall'insider Daniel Ritchman (via Heroic Hollywood), Warner Bros. aveva intenzione di includere il Cyborg di Ray Fisher nel film stand-alone di Flash. Tuttavia, a causa delle varie fasi di riscrittura che ha attraversato la pellicola, affidata ora alla regia di Andy Muschietti, Ritchman fa notare che questa informazione potrebbe non riguardare l'ultima versione del film.

Anticipato a giugno 2022 in seguito ai recenti cambiamenti nel calendario dello studio, Flash seguirà il velocista scarlatto apparso in Justice League in una storyline ispirata ad una delle miniserie a fumetti più amate degli ultimi anni, Flashpoint, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kuber.

Per quanto riguarda Cyborg, è stato confermato che Victor Stone sarà uno dei grandi protagonisti della Zack Snyder's Justice League, versione del film che al contrario di quella cinematografica prevede un ruolo centrale del supereroe all'interno della trama. La Snyder Cut, lo ricordiamo, verrà resa disponibile su HBO Max nel corso del 2021.

Intanto, il mese scorso sono emerse delle possibili novità sul cast di The Flash.


DETECTIVE PIKACHU, IL DETTAGLIO META CHE FORSE VI È SFUGGITO NELLA BATTAGLIA CON CHARIZARD

In attesa di capire se arriverà o meno un sequel del riuscito Detective Pikachu, annunciato da Legendary e Warner Bros. ma su cui non abbiamo informazioni ormai da mesi, torniamo ad approfondire il primo film di un eventuale franchise live-action dei mostri tascabili Nintendo, questa volta in riferimento a un dettagli nascosto.

Lo facciamo grazie alla pagina Twitter Moviedetail, che nelle ultime ore ha pubblicato proprio via social un'immagine accompagnata da una rivelazione davvero fantastica, non tanto per la sua caratura o significato ma perché si tratta di un riferimento meta-mediatico ai videogiochi della saga, ed è probabile che sia stato colto da pochissimi, data la velocità in cui è stato messo in scena.

In sostanza, quando Pikachu entra dentro la gabbia per affrontare il Charizard dell'avversario, Tim dice al suo piccolo amico di fuggire e stare distante del Pokémon di fuoco, e ogni suo sforzo per aiutarlo fallisce miseramente. Pikachu resta nella gabbia e deve affrontare il nemico. Ebbene, non è un caso che Pikachu non sia riuscito a fuggire e che i tentativi di Tim siano falliti, perché in uno scontro pokémon tra allenatori la fuga è impossibile.

Il dettaglio rimasto celato ai più a entusiasmato i fan, che hanno scoperto una chicca nascosta molto bene nel film, motivo in più per notare la cura della prima trasposizione live-action dei Pokémon.


SUICIDE SQUAD, DAVID AYER IN DIFESA DI JARED LETO: "NESSUNO HA VISTO IL VERO JOKER"

Molto attivo sui social dopo l'annuncio della Zack Snyder's Justice League, David Ayer è tornato a difendere la prova di Jared Leto nei panni di Joker, uno dei personaggi che più ha risentito dei cambiamenti della produzione rispetto alla versione originale del regista.

"Jared è stato piuttosto maltrattato" ha affermato Ayer in risposta all'account 'ReleaseTheAyerCut'. "Nessuno ha visto la sua performance. È stato strappato via dal film."

Il movimento #ReleaseTheAyerCut, nato per chiedere alla Warner Bros. di pubblicare la versione di Suicide Squad che rispecchia la versione originale del regista, è attivo ormai da diverso tempo ma ha trovato nuova linfa grazie alla conferma dell'arrivo della Snyder Cut di Justice League, che dopo mesi di richieste dei fan è finalmente pronta a debuttare su HBO Max nel corso del 2021.

L'esistenza della director's cut di Suicide Squad è stata confermata nelle scorse settimane dallo stesso Ayer, che ha affermato che la sua visione del film era quasi completa, salvo alcuni effetti visivi mancanti. In precedenza Ayer ha parlato delle molte differenze tra la sua versione del film e il cut teatrale, tra cui una sottotrama romantica che coinvolge Harley Quinn e Deadshot, nonché altre sequenze che coinvolgono il Joker di Jared Leto.


X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO, L'ERRORE CHE NESSUNO HA NOTATO DALLA ROGUE CUT

Intervistato da IGN durante una recente live commentary di X-Men: Giorni di un futuro passato, il produttore e sceneggiatore Simon Kinberg ha svelato un errore rimasto dalla Rogue Cut, la versione del film che comprende anche il personaggio di Anna Paquin, che nessuno gli ha mai fatto notare.

"I pilastri del nascondiglio degli X-Men sono specchiati" ha spiegato il regista di Dark Phoenix. "Ce ne siamo resi conto solo dopo: in uno degli specchi si vedeva Rogue al posto di Kitty, come nella Rogue Cut. È un taglio davvero, davvero profondo e completamente involontario."

Kinberg aveva in mente di rimuovere l'errore in post-produzione, "ma abbiamo pensato che ci sarebbe voluto molto tempo, e che il pubblico non lo avrebbe notato. E in effetti nessuno sembra averlo notato, o almeno nessuno ne ha parlato."

Nella Rogue Cut, diffusa insieme all'edizione home video della pellicola, la mutante interpretate dalla Paquin (assente dalla versione cinematografica) assorbe i poteri di Kitty in modo da mantenere Wolverine più a lungo nel passato.


JURASSIC WORLD, COLIN TREVORROW: "CREARE EROI DI COLORE È IL MIO LAVORO"

Dopo la presa di posizione di Hollywood e il toccante discorso tenuto da John Boyega per le strade di Londra, supportato in queste ore anche dalla Disney e J.J. Abrams, ha ora dato il suo sostegno al movimento Black Lives Matter anche Colin Trevorrow.

Rispondendo ad un utente su Twitter, infatti, il regista di Jurassic World: Dominion ha commentato così il suo recente silenzio sui social: "Sto ascoltando più che parlando, ma sono qui per questo momento. Black Lives Matter e Black Heroes Matter. Il mio lavoro è creare eroi di colore che possano ispirare i bambini in giro per il mondo. Lo avete visto in Big Rock e lo vedrete nuovamente in Dominion. Bisogna lavorare per fare in modo che questi cambiamenti durino per sempre."

Trevorrow fa riferimento a Battle at Big Rock, il cortometraggio sequel di Jurassic World: Il regno distrutto (e prequel del nuovo capitolo) che segue le vicende di una famiglia alle prese con la fuga dei dinosauri avvenuta sul finale del film. I protagonisti sono Andre Holland (apparso di recente nella serie The Eddy), Natalia Martinez, e i giovani Melody Hurd e Pierson Salvador.

Jurassic World: Dominion, al momento in pausa per via dell'emergenza sanitaria, dovrebbe riaprire il set nei prossimi mesi in vista dell'uscita prevista per l'11 giugno 2021. Per altre notizie, vi lasciamo alle parole di Frank Marshall sulla "nuova era" di Jurassic World.


TORNANO LE CLASSIFICHE BOX OFFICE! NEGLI USA IN TESTA TROLLS E L'UOMO INVISIBILE

Mentre i cinema negli Stati Uniti stanno iniziando timidamente a riaprire, Deadline fornisce la prima classifica box office del post-pandemia di Coronavirus, con numeri ovviamente molto bassi ma comunque importanti in vista delle prossime settimane.

L'industria di Hollywood del resto si sta preparando al risveglio dopo il letargo delle ultime settimane e mesi, e in questo senso il film più importante al momento è Trolls World Tour, che ha guadagnato la testa della classifica con appena $656mila dollari incassati durante il weekend del Memorial Day, portando il suo totale negli Stati Uniti ad un sorprendente $2,09 milioni di dollari.

Al secondo posto troviamo L'Uomo Invisibile, da noi arrivato direttamente in on demand (come il sequel di Trolls del resto) e che nei giorni scorsi ha negli USA incassato $444mila dollari durante le vacanze del Memorial Day e $320mila nell'ultimo fine settimana, salendo ad un impressionante cifra di $66 milioni (molti dei quali, ovviamente, incassati prima della chiusura dei cinema a febbraio).

Spazio in classifica anche per Dottor Dolittle, Onward, The Hunt, Il Richiamo della Foresta e Bad Boys For Life, anche se ovviamente questi numeri sono destinati a salire nei prossimi giorni: al momento in tutti gli USA sono aperti circa 600 teatri, quasi la metà dei quali drive-in; ovviamente tutti gli occhi dell'industria sono puntati su Tenet, nuovo film di Christopher Nolan, che dovrebbe uscire il 17 luglio prossimo.

Qui sotto la classifica completa:

Trolls World Tour
The Invisible Man
The Hunt
Dolittle
Onward
The Wretched
Jumanji: The Next Level
Sonic
Call of the Wild
Bad Boys for Life


STAR WARS, JJ ABRAMS DIFENDE JOHN BOYEGA: "LAVORERÒ SEMPRE CON TE, AMICO MIO"

Nelle scorse ore è diventato virale il discorso di John Boyega a favore del movimento Black Lives Matter, che il protagonista di Star Wars ha voluto gridare alla folla "a costo di perdere la carriera".

Nelle scorse ore vi abbiamo mostrato il sostegno commosso di Mark Hamill e il supporto della Disney e di Lucasfilm, adesso è la volta di quello di JJ Abrams: il regista, che ha diretto l'attore ne Il Risveglio della Forza e L'Ascesa di Skywalker, ha twittato sulla sua pagina ufficiale il discorso alcune foto della manifestazione presieduta da Boyega, e come potete vedere nel post in calce all'articolo ha commentato:

"Lo sai che, fino a quando mi sarà permesso di continuare a lavorare, chiederò sempre di lavorare con te. Profondo rispetto e amore, amico mio."

Nella giornata di ieri, l'interprete di Finn diventava virale gridando al mondo: "Le vite dei neri sono sempre contate. Siamo sempre stati importanti. Abbiamo sempre contato qualcosa. Abbiamo sempre avuto successo nonostante tutto. E ora è il momento. Non voglio più aspettare... Siamo la rappresentazione fisica del supporto a George Floyd. Siamo la rappresentazione fisica del supporto a Sandra Bland. Siamo la rappresentazione fisica del supporto a Stephen Lawrence. Vi sto parlando con il cuore. Non so se avrò ancora una carriera dopo questo, ma chi se ne frega. Oggi pensiamo alle persone innocenti che avevano ancora metà vita davanti. Non sappiamo cosa avrebbe potuto raggiungere George Floyd, non sappiamo cosa avrebbe potuto raggiungere Sandra Bland, ma oggi faremo in modo che non rimangano alieni per i nostri giovani."

Tra i registi che hanno parlato in favore dell'attore, anche Jordan Peele, Guillermo Del Toro ed Edgar Wright.


WONDER WOMAN 1984, È GIÀ OTTOBRE CON QUESTI STUPENDI COSTUMI PER HALLOWEEN

In attesa dell'uscita in sala, sono state pubblicate le foto dei costumi ufficiali di Halloween ispirati a Wonder Woman 1984. Oltre a quello di Diana Prince è visibile anche quello di Cheetah, e da quello possiamo farci un'idea di come potrebbe apparire nel film la villain, che sarà interpretata da Kristen Wiig.

Le immagini si possono vedere in calce all'articolo. Con Wonder Woman 1984 Gal Gadot torna a lavorare con la regista Patty Jenkins dopo il successo del primo film nel 2017. Il sequel sarà ambientato negli anni '80, al culmine della Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica.

Cheetah sarà una dei due villain del film, oltre a Maxwell Lord, che nei fumetti è un potente uomo d'affari e sarà interpretato da Pedro Pascal. Il personaggio, il cui nome è Barbara Minerva, è inizialmente un'amica di Diana (qualcuno ha ipotizzato che potesse anche nascere qualcosa tra Diana e Barbara), che successivamente per qualche oscura ragione assume un'identità malvagia.

In Wonder Woman 1984 tornerà anche Chris Pine nel ruolo di Steven Trevor, interesse amoroso della protagonista, nonostante il tragico destino del personaggio al termine del primo film. Non si sa ancora molto sulla trama, ma sarà interessante scoprire le dinamiche della "resurrezione" di Steven.


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Edited by Triplethor - 4/6/2020, 21:01
view post Posted: 4/6/2020, 14:07 Dossier: Juno DVD edizione italiana - Juno

JUNO, UNA CANZONE DEI GREEN DAY NACQUE DAL FILM CON ELLEN PAGE

In Juno la musica ricopre un ruolo piuttosto importante, accompagnandoci sin dai primi momenti della storia della gravidanza inaspettata del personaggio di Ellen Page e sottolineando un bel po' di sequenze importanti del film (sarà un caso che di lì a qualche anno Michael Cera sarebbe diventato lo Scott Pilgrim di Edgar Wright?).

La colonna sonora del film di Jason Reitman si mantiene principalmente sulla scia dell'indie e del pop/punk, dai Belle and Sebastian ai Sonic Youth, affondando ogni tanto le mani in qualcosa di più datato come i Velvet Underground e Buddy Holly e finendo nella tenera Anyone Else But You eseguita proprio dai protagonisti Ellen Page e Michael Cera.

Insomma, un mood sulla cui scia si piazzano benissimo i Green Day, che guarda caso proprio dal film di Reitman presero ispirazione per un loro pezzo. Pare, infatti, che a Billie Joe Armstrong piacque parecchio la frase "you didn't have to drive out to East Jesus nowhere" pronunciata da Bren (Allison Janney), al punto da estrapolarla dal film per utilizzarla come titolo di una canzone presente nell'album 21st Century Breakdown (East Jesus Nowhere, appunto).


view post Posted: 3/6/2020, 19:51 Dossier: Juno DVD edizione italiana - Juno

Juno, il film con Ellen Page: la nascita di un’attrice e di una donna impegnata

Juno, una perla del cinema indipendente che lanciò la carriera di Ellen Page, attrice sempre più brava e donna impegnata nel movimento LGBT, con il coraggio di parlare in pubblico della sua omosessualità.

Rare volte un film ha cambiato la carriera di un’attrice come successo a Ellen Page per Juno. Una verra irruzione nel mondo del cinema che conta, con un film indipendente molto amato, capace oltretutto di affrontare tematiche sociali di rilievo, di porre di fronte a un’adolescente il dubbio se tenere un bambino dopo una gravidanza inattesa o darlo in adozione. Una storia di formazione che senza la penna, anch’essa praticamente esordiente, di Diablo Cody non avrebbe vostro la luce, e deve molto anche al talento del regista, Jason Reitman. Rimane però il film di Juno, dell’adorabile e scapestrata ragazza che Ellen Page ha saputo rendere con grande grinta, ironia e passione. La stessa che poi ci ha messo nel parlare pubblicamente della sua omosessualità, togliendosi una buona volta un grosso peso dalle spalle, diventando poi molto attiva socialmente per la tutela dei diritti del movimento LGBT.

Juno, il film che lanciò la carriera di Ellen Page, attrice e donna impegnata

Gli anni passano, ma Juno rimane il ruolo della carriera per la Paige, quello in cui è riuscita probabilmente a esprimere maggiormente le sfumature del suo talento, la fragilità ma anche la decisione e una dose di cinismo che non fa mai male. I duetti, anche musicali, molto divertenti e teneri, con il giovane padre interpretato da Michael Cera sono ancora nella memoria delle tante persone che hanno amato questo film, e che non disdegnano di rivederlo quando viene programmato in televisione.

Juno è diventato un piccolo classico, una storia di formazione e crescita con un punto di vista originale e molto più maturo di quanto la sua protagonista, strascicata e un po’ scurrile, ha il coraggio di ammettere. Perché dietro quel cinismo e le battute ironiche c’è una giovane in cerca disperata di conferme, che nella coppia bella e ideale che sceglie per dare in adozione il bambino cerca la conferma che l’amore può esistere, essere duraturo e suscitare felicità. Nessuna carineria, in questo luogo, ma solo persone comuni dai bisogni primari che difendono le loro fragilità, che di fronte alla frase per una volta dura del padre, “credevo fossi il tipo di ragazza che si ferma in tempo”, risponde nell’unica maniera possibile, “non so che tipo di ragazza sono, veramente”. È questo il bello di Juno, che lo rende a distanza di molti anni un gioiello nel suo genere.
Leggi la recensione completa di Juno

Juno, il trailer






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view post Posted: 3/6/2020, 14:21 MovieTown - Cinema

MERCOLEDI

03/06/2020



BECKY – CLIP E TRAILER RED BAND PER L’HORROR CON KEVIN JAMES

Quiver Distribution ha pubblicato il trailer red band e una clip di Becky, thriller-horror in cui Kevin James interpreta per la prima volta un ruolo drammatico.

L’attore di Io vi dichiaro marito e… marito, Il superpoliziotto del supermercato e Un weekend da bamboccioni presta il volto a Dominick, un assassino sadico e nazista che, evaso di prigione con alcuni complici, dà la caccia a una misteriosa chiave. Becky (Lulu Wilson) è una quattordicenne ribelle che parte per il fine settimana con il padre (Joel McHale), nel tentativo di ristabilire un legame dopo la morte della madre. La loro casa al lago viene invasa proprio da Dominick e dalla sua gang, ma Becky si trova nel bosco, ed elabora un piano per affrontare i criminali.

La sinossi ufficiale
Becky racconta la storia dell’eponima ragazzina, una quattordicenne ribelle che parte per un fine settimana al lago con suo padre nel tentativo di riavvicinarsi dopo la morte della madre. La situazione volge al peggio quando un gruppo di detenuti in fuga, guidati dallo spietato Dominick, invade la casa. Ma Becky non è più la bambina di papà, e decide di prendere in mano la situazione.

Nel cast figurano Lulu Wilson, Joel McHale, Kevin James, Amanda Brugel, Robert Maillet, Ryan McDonald, James McDougall e Isaiah Rockcliffe.

La regia è curata da Jonathan Milott e Cary Murnion, gli stessi di Cooties e Bushwick. La sceneggiatura è invece opera di Nick Morris, Lane Skye e Ruckus Skye.

Nella clip, l’assassino minaccia la protagonista di torturarle il padre davanti ai suoi occhi. Potrete vederla qui di seguito, insieme al trailer; prima, però, vi segnalo che Becky uscirà negli Stati Uniti il prossimo 5 giugno, in digitale e in alcuni cinema selezionati (drive-in compresi).

Il trailer red band



La clip




AVATAR 2 – DAVID THEWLIS DICE CHE INTERPRETERÀ “UN NA’VI, UNA COSA BLU”

David Thewlis ha parlato con Games Radar della sua esperienza sul set di Avatar 2, la cui produzione ripartirà molto presto in Nuova Zelanda.

Il bravissimo attore inglese descrive la sua confusione iniziale:

Non ho idea di come saranno le mie scene perché ci sono circa 16 ragazzi nella stanza con macchine da presa, ma stanno solo girando inquadrature di riferimento per Jim [Cameron], che le guarderà in seguito. Ciò che girano quei ragazzi non apparirà mai sullo schermo, quello che viene girato è ovviamente su questi sensori. Ce ne sono circa 200 sparsi nella stanza, che fanno il loro lavoro.

Thewlis conferma che interpreterà un Na’vi:

Sono un Na’vi. Sono una cosa blu – che non ho capito bene finché non ho incontrato [James Cameron]. Sono rimasto abbastanza sorpreso quando me l’hanno offerto. Mi affascina scoprire che aspetto avrò, perché li fanno sembrare un po’ come gli attori. È fantastico!

L’attore si è sentito come un esordiente a confronto con una produzione del genere, ma l’esperienza gli è piaciuta:

Per la prima volta mi sono sentito come un esordiente totale, come se fosse il mio primo lavoro. Ho lavorato su set cinematografici per 35 anni, ma in questo caso dicevo continuamente: “Allora cosa facciamo? A cosa serve quello lì? Perché sta facendo quella cosa? Lo facciamo adesso?”. E ovviamente lo ero, un esordiente, perché nessuna delle regole che avevo imparato fino a quel momento si applicava alla situazione.

Nei sequel tornano Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Matt Gerald, Giovanni Ribisi, Stephen Lang e CCH Pounder. La regia è ovviamente curata da James Cameron, anche sceneggiatore insieme a Rick Jaffa, Amanda Silver, Josh Friedman e Shane Salerno.

Avatar 2 e Avatar 3 sono stati girati contemporaneamente, seguiti a breve distanza da Avatar 4 e Avatar 5.

Tra i nuovi attori del cast figurano Cliff Curtis (Tonowari), Oona Chaplin (Varang), Brendan Cowell (Mick Scoresby), Kate Winslet (Ronal), David Thewlis, Michelle Yeoh (Dr.ssa Karina Mogue), Edie Falco (Generale Ardmore) e Jemaine Clement (Dr. Ian Garvin).

Le date di uscita

17 dicembre 2021 – AVATAR 2

22 dicembre 2023 – AVATAR 3

19 dicembre 2025 – AVATAR 4

17 dicembre 2027 – AVATAR 5


Vi ricordo che Avatar 2 uscirà il 17 dicembre 2021 nelle sale americane.


LA REGISTA VICTORIA MAHONEY DA STAR WARS ALL’ACTION KILL THEM ALL

Victoria Mahoney è stata definita la prima donna a dirigere un film di Star Wars. La regista ha diretto la seconda unità de L’ascesa di Skywalker dopo una lunga gavetta televisiva e un solo lungometraggio da regista effettiva, Yelling to the Sky nel 2011. Ora si appresta a cogliere i frutti del lavoro su Star Wars: è stata infatti ingaggiata per dirigere Kill Them All, adattamento di una graphic novel di Kyle Starks che rende omaggio agli action movie anni ’90. Il film sarà scritto da James Coyne e prodotto da Josh Appelbaum e André Nemec, produttori e sceneggiatori di Mission: Impossible – Protocollo fantasma e Tartarughe Ninja: Fuori dall’ombra.

La trama della graphic novel Kill Them All, uscita nel 2015, è la seguente:

Un’assassina tradita cerca vendetta. Un ex poliziotto alcolizzato rivuole il suo lavoro. Per ottenere ciò che vogliono, entrambi dovranno aprirsi la strada tra quindici piani di criminali, assassini, signori della droga e persino contabili e… UCCIDERLI TUTTI
.

Kyle Starks è anche autore della graphic novel Sexcastle, che è invece un omaggio agli action anni ’80 e del quale c’è un adattamento in lavorazione. La trama di Kill Them All ricorda anche un po’ quelle di The Raid e Dredd. Aspettiamoci dunque un action claustrofobico nella vena di quei due titoli.

Victoria Mahoney ha diretto episodi di Grey’s Anatomy, American Crime e della prossima serie prodotta da J.J. Abrams e Jordan Peele, Lovecraft Country (qui il trailer). Per lei questa sarà una grande occasione.


Jackass 4, Shaquille O’Neal vuole partecipare al film per fare a boxe con Johnny Knoxville

Shaquille O’Neal, l’ex cestista degli Orlando Magic, dei Los Angeles Lakers e dei Miami Heat ha espresso il suo interesse a partecipare a Jackass 4.
La motivazione? Voler fare un incontro di boxe con Johnny Knoxville.

Shaquille O’Neal ha parlato della cosa insieme a Steve-O durante il suo podcast:

Vorrei partecipare al quarto Jackass. Voglio fare un incontro di pugilato con Johnny Knoxville, mi ricordo di quando ha fatto un match di boxe con Butterbean.

Eric Scott Esch, soprannominato Butterbean è un ex pugile, kickboxer ed artista marziale misto statunitense e quello a cui fa riferimento Shaquille O’Neal è un match, ovviamente alquanto “peculiare”, che è stato proposto nel primo film di Jackass.

Quanto al quarto Jackass se ne parla almeno dal 2012, dopo che il terzo episodio aveva incassato ben 170 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 20.

Poi, per lungo tempo, non si è saputo più nulla fino alla conferma del progetto avvenuta a fine 2019. Di recente la Paramount ha deciso di spostare la data di uscita del quarto capitolo cinematografico di Jackass previsto inizialmente per il 5 marzo 2021 (negli Stati Uniti).

La nuova data di release del lungometraggio nelle sale americane è ora fissata al 2 luglio 2021.

Di recente sempre Steve-O, parlando con MMA Junkie aveva dichiarato:

Alla Paramount Pictures è stato dato il via libera, si. Si parla del 2021. Ma non mi hanno ancora fatto un’offerta che io possa prendere sul serio. Non per essere scortese o altro, ma… non mi hanno ancora contattato. Quindi vedremo.

Il franchise di Jackass al cinema, iniziato nel 2002 con Jackass: The Movie, ha con il tempo incassato in tutto il mondo oltre 335 milioni di dollari.

La preve sinossi del primo lungometraggio:

Johnny Knoxville e la sua banda di pazzi si esibiscono in una varietà di numeri e gags per la prima volta sul grande schermo.

Jeff Tremaine ha diretto tutti e tre i primi film più lo spin-off di Nonno Cattivo.


Simon Kinberg su Wolverine in X-Men: Giorni di un futuro passato: “È stato il nostro Tony Stark”

Qualche giorno fa Simon Kinberg ha partecipato a un commento in diretta su Twitter dedicato a X-Men: Giorni di un futuro passato, svelando alcuni aneddoti e curiosità sulla pellicola di Bryan Singer arrivata al cinema nel 2014.
Ve le proponiamo qui di seguito:

Il film che preferisco sui viaggi nel tempo è Terminator. Una volta chiesi a James Cameron di farmi un autografo a un evento a San Diego [durante la lavorazione di Giorni di un futuro passato], lui lo fece e scrisse: ‘Caro Simon, non mandare tutto a putt*me. Con affetto, James’“;

La scena con Evan Peters (Quicksilver) in ascensore ha richiesto 30-40 ciak;

“Visto che Wolverine non invecchia, ci è sembrata la scelta più ovvia da spedire nel passato. Hugh Jackman è stato il nostro Tony Stark in questo film“;

“La scena con il vecchio e il giovane Professor X è un momento per i fan incredibile. È la scena che ho scritto che preferisco in assoluto“;

Sui viaggi nel tempo in rapporto a quelli mostrati in Avengers: Endgame: “Credo che il tono dell’UCM, in generale, anche se con alcune eccezioni, sia un po’ più giocoso dei film di X-Men. Quello che abbiamo fatto con gli X-Men è stato provare a creare qualcosa di un po’ più, diciamo, teatrale o drammatico, al limite del melodrammatico. I film dell’UCM sono in gran parte divertenti e giocosi… non che non abbiano momenti seri, visto che ad esempio Endgame ne ha molti, ma il modo in cui hanno trattato i viaggi nel tempo è in linea con il tono generale dei loro film. Noi lo abbiamo reso affine al tono dei nostri film“.

Sul personaggio interpretato da Halle Berry: “Tempesta è uno dei mei personaggi preferiti nei fumetti, anche se nei film non ha la stessa rilevanza. Scrissi una discussione filosofica sulla guerra tra lei e Alfiere, ma fu tagliata“;

Su Kennedy mutante: “Nel film non se ne parla molto, ma noi ne abbiamo discusso molto. Non so quali possano essere i suoi poteri mutanti, ma la sua famiglia è potente e misteriosa, un po’ come la famiglia Wayne“;

Sul finale del film: “Wolverine non ha solo salvato il mondo, ma ha salvato la donna che amava. Riportare in vita Jean è stato davvero commovente per me“;


Scritto da Simon Kinberg e diretto da Bryan Singer, X-Men: Giorni di un futuro èassato è uscito il 22 maggio 2014.


Frozen II: Il segreto di Arendelle, anticipata l’uscita su Disney+ in Inghilterra e Irlanda

Frozen II: Il segreto di Arendelle arriverà prima del previsto, il 3 luglio, su Disney+ in Inghilterra e Irlanda.
Al momento non si conoscono le tempistiche per l’Italia, ma siamo sicuro che quando la divisione nazionale della Disney prenderà una decisione verranno diramati tutti gli avvisi del caso.

Ricordiamo che Frozen II: Dietro le quinte, la nuova docuserie originale Disney+ incentrata sulla realizzazione del secondo film debutterà in tutto il mondo su Disney+ venerdì 26 giugno.

Nella serie i filmmaker, gli artisti, i compositori e il cast aprono le porte alle telecamere per rivelare il duro lavoro, la passione e la collaborazione necessari per creare uno dei film più attesi dei quasi cento anni di produzione dei Walt Disney Animation Studios. Per la prima volta, le telecamere hanno potuto catturare uno spaccato illuminante – e a volte sbalorditivo – delle sfide e dei progressi, della maestria, la creatività e la complessità insite nella creazione del più grande film animato di tutti i tempi.


Wonder Woman 1984, Patty Jenkins smentisce le voci su un legame romantico tra Diana e Cheetah

Nel corso di un’intervista per SFX Magazine Patty Jenkins ha smentito la teoria secondo cui Wonder Woman 1984 metterà in scena un legame romantico tra Diana e Cheetah, il personaggio interpretato da Kristen Wiig.
Come spiegato dalla regista:

Ci sarebbe potuto essere se la storia fosse stata diversa, ma visto che questa storia ruotava in modo chiaro attorno al ritorno di Steve (Trevor, interpretato da Chris Pine), tutto doveva concentrarsi su di lui. La storia d’amore con Steve è quella che conta, non c’era spazio per due persone per Diana.

Il film con Gal Gadot diretto da Patty Jenkins arriverà il 14 agosto 2020:

Un rapido balzo fino agli anni ’80 nella nuova avventura per il grande schermo di Wonder Woman, che si troverà ad affrontare un nemico del tutto nuovo: The Cheetah.

Nel cast del film film compare anche Kristen Wiig nel ruolo della super cattiva Cheetah, così come Pedro Pascal. Chris Pine fa ritorno al suo ruolo di Steve Trevor. Nel cast anche Ravi Patel, Natasha Rothwell e Soundarya Sharma.

Charles Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder, Patty Jenkins, Stephen Jones e Gal Gadot sono i produttori del film. Rebecca Roven Oakley, Richard Suckle, Wesley Coller, Geoff Johns e Walter Hamada ne sono i produttori esecutivi.

A far compagnia alla regista dietro la macchina da presa, il direttore della fotografia Matthew Jensen, la scenografa candidata all’Oscar® Aline Bonetto (“Amélie”) e la costumista premio Oscar® Lindy Hemming (“Topsy-Turvy”). Il montatore candidato all’Oscar®, Richard Pearson (“United 93”) si occuperà del montaggio del film.

Tra i luoghi per le riprese la produzione ha scelto Washington, D.C., Alexandria, Virginia oltre a Regno Unito, Spagna e Isole Canarie.

“Wonder Woman 1984” è ispirato al personaggio creato da William Moulton Marston e pubblicato nei fumetti dalla DC Entertainment. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, una compagnia della Warner Bros. Entertainment.


Spider-Man: Homecoming, Laura Harrier credeva che Zendaya le avesse soffiato il ruolo di Liz

Laura Harrier ha parlato con Net-a-Porter di Spider-Man: Homecoming e del suo ruolo di Liz, ammettendo di aver temuto per un certo periodo di aver perso il loro dopo l’ingresso di Zendaya nel cast.
Come raccontato dall’attrice:

Dopo lo screen test per Spider-Man, prima che mi dessero la notizia, era arrivato l’annuncio che Zendaya sarebbe stata nel film perciò pensai di aver perso il ruolo. Doveva averlo vinto lei! Così chiamai i miei agenti che mi rassicurarono sul fatto che fossi ancora in lizza.

Zendaya ottenne il ruolo di MJ, mentre Harrier quello di Liz Allan:

Ho trovato incredibile e innovativo da parte della Marvel sceglierci entrambe per quei ruoli senza farne una questione sul colore della nostra pelle. Due ragazze come tante che frequentano una scuola di New York; visto che New York è esattamente così, un film deve riflettere la realtà. Ci siamo divertite tanto a girare il film, adesso siamo amiche e le sono grata per questo. Oscillare appesa a quei cavi è stato divertente!

A dirigere Spider-Man: Homecoming, in uscita in IMAX e in 3D il 7 luglio 2017, c’è Jon Watts. La sceneggiatura è opera di John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein. Le riprese sono partite il 20 giugno 2016 ad Atlanta, in Georgia.

Nel cast Tom Holland, Marisa Tomei (Zia May), Zendaya, Laura Harrier, Tony Revolori, Michael Barbieri, Kenneth Choi, Donald Glover, Angourie Rice, Michael Keaton.

La pellicola non racconterà le origini del personaggio, ma si concentrerà sugli anni del liceo di un Peter Parker già in azione.

Il film è co-prodotto da Kevin Feige assieme al suo team di esperti della Marvel, e da Amy Pascal, che ha supervisionato il lancio del franchise per la Sony 13 anni fa. Insieme, collaborano a una nuova direzione creativa per il lancia ragnatele. Sony Pictures continuerà a finanziare e distribuire i film della saga, e sarà ancora proprietaria dei diritti di sfruttamento del personaggio, mantenendo il controllo creativo finale.


Mission: Impossible 7, Simon Pegg sulla ripartenza a settembre: “Gireremo prima le scene in esterni”

Dopo la sospensione forzata a causa dell’emergenza Coronavirus, le riprese di Mission: Impossible 7 ripartiranno a settembre stando all’assistente alla regia Tommy Gormley, intervenuto sulla BBC. La notizia è stata confermata anche da Simon Pegg, che intervistato da Variety ha spiegato che la priorità sarà data alle sequenze non girate al chiuso:

Cominceremo con gli esterni. mi sembra una cosa piuttosto fattibile, ma naturalmente saranno prese tutte le precauzioni.

Ha poi aggiunto:

Le persone che dovranno lavorare a stretto contatto dovranno avere il via libera per farlo in tutta sicurezza. Non so quale sia la situazione dei tamponi e se avranno modo di fare il test con cadenza regolare.

Stando all’assistente alla regia, l’intenzione dello studio è di tornare anche in Italia e negli altri paesi previsti:

Speriamo di ripartire a settembre e di visitare tutti i paesi in programma, gireremo una grossa porzione nel Regno Unito in teatro di posa, perciò da settembre ad aprile/maggio è il nostro obiettivo. Siamo convinti di potercela fare.

Gormley ha poi definito le nuove linee guida stilate dalla British Film Commission per la ripartenza “eccellenti” e ha ammesso che bisognerà apportare alcuni accorgimenti all’organizzazione sul set viste le troupe “gigantesche”:

Dobbiamo tornare a lavorare per tutte le persone nell’industria cinematografica, siamo decine di migliaia, dobbiamo tornare al lavoro. Dobbiamo farlo in sicurezza e proteggere i nostri colleghi, ma è una cosa possibile e stiamo lavorando sodo perché accada.

In Mission: Impossible 7 e 8 ritroveremo, oltre a Tom Cruise, anche Rebecca Ferguson, Hayley Atwell, Pom Klementieff, Vanessa Kirby e Shea Whigham. Esai Morales sarà l’antagonista.

Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i due film (il terzo e il quarto da lui scritti e diretti). Continua poi la partnership con la Skydance di David Ellison, che co-produrrà le pellicole. La Paramount Pictures si occuperà della co-poduzione e della distribuzione.

Il settimo episodio arriverà nelle sale americane il 19 novembre del 2021, mentre l’ottavo arriverà il 4 novembre del 2022.


Patty Jenkins su un lato che non apprezza dei Marvel Studios: “Vogliono il controllo totale sui loro film”

Intervista da Premiere, Patty Jenkins ha parlato del suo prossimo film Wonder Woman 1984 e ha anche menzionato i Marvel Studios, visto che inizialmente era in lizza per dirigere Thor: The Dark World.
La regista ha ammesso di ammirare lo studio, ma non apprezza un aspetto in particolare:

Mi piacciono molto le persone che lavorano lì, ma vogliono il controllo totale sui loro film. Il regista è sotto il loro controllo. Sì, può capitare, e poi è evidente quando un regista o una regista non può imporre la sua visione. Quando succede, ho sempre l’impressione che la gente faccia un lavoro diverso dal mio. Ma con Wonder Woman 1984 ho fatto esattamente ciò che volevo e tutto ciò che un cinecomic necessita mi è apparso naturale: adoro girare grandi scene d’azione su grandi set. Mi piace davvero tanto.

La regista in passato aveva già spiegato il motivo dell’abbandono del secondo film dedicato a Thor:

Non credevo di poter fare un bel film basandomi sulla sceneggiatura che volevano usare. Sarebbe stato un problema bello grosso, perché tutti avrebbero incolpato me dei difetti del film. Avrebbero detto: “Oddio, questa donna lo ha diretto e ha sbagliato tutte queste cose”. È stato uno di quei momenti, nella mia carriera, in cui mi sono detta: “Se un altro regista facesse questo film, non sarebbe un gran problema. E forse, addirittura, lo capirebbero meglio e lo apprezzerebbero più di quanto faccia io”.

Non puoi fare un film in cui non credi. L’unica ragione per farlo sarebbe stata per dimostrare alla gente che ero in grado. Ma se fosse stato un fallimento, non avrei dimostrato un bel niente. Non penso che mi avrebbero dato un’altra possibilità. E quindi, sono davvero grata per come sono andate le cose.


Wonder Woman 1984, ricordiamo, ha una data d’uscita fissata al 14 agosto.


Domani Thierry Frémaux presenterà la selezione di Cannes 2020: “Il cinema è più vivo che mai”

Tra poche ore verrà annunciata la selezione ufficiale dei film che riceveranno l’etichetta “Cannes 2020” e che avrebbero dovuto pertecipare al Festival di Cannes, cancellato a causa dell’emergenza Coronavirus. Nell’attesa, Thierry Frémaux ha scritto una lettera ufficiale per contestualizzare quest’edizione “straordinaria” del Festival. Sono stati inviati ben 2067 film per essere selezionati, un numero in forte crescita rispetto ai 1845 di un anno fa, e per la prima volta sopra i duemila: “La crisi e il rallentamento della post-produzione dovuto all’emergenza Coronavirus non hanno avuto un impatto sul numero di film proposti”, spiega il direttore artistico. “Posso dire che il cinema, scomparso dalle sale per tre mesi per la prima volta da quando vennero creati dai fratelli Lumiere il 28 dicembre 1895, è più vivo che mai.”
Saranno 56 i film (provenienti da 147 paesi) che riceveranno l’etichetta Cannes 2020: “Siccome non ci saranno proiezioni alla Croisette, abbiamo deciso di raggruppare tutti i film in un’unica lista, senza dividerli nelle categorie Concorso, Un Certain Regard, Fuori Concorso, Proiezioni di Mezzanotte o Proiezioni Speciali”. Saranno i critici e il pubblico a decidere in quali categorie sarebbero dovuti essere.

15 sono opere prime (il 26.7%), e molti sono vere e proprie scoperte: “Mettere i talenti emergenti sulla mappa globale è la vocazione di festival come quello di Cannes. Nessuna selezione ufficiale di Cannes ha mai avuto così tanti giovani registi. È la dimostrazione della vitalità creativa del cinema, così come dello slancio verso il futuro del nostro festival”. 16 pellicole sono dirette da donne, scelte tra 532 pellicole dirette da donne inviate per la selezione: “La presenza delle donne tra i registi è il frutto di un’evoluzione che stiamo osservando in questi anni. Sottolinea per numero e valore il contributo artistico e umano delle donne nel cinema contemporaneo, che si tratti di registe o membri della troupe”. 21 film sono francesi (5 più dell’anno scorso), di cui 8 sono diretti da donne e 9 sono debutti.

Come anticipato, alcuni film etichettati “Cannes 2020” arriveranno direttamente in sala, altri invece verranno presentati durante festival che si tengono più avanti nel corso dell’anno e con cui Cannes ha un rapporto di lunga data: Telluride, Toronto, Deauville, San Sebastian, Pusan, Angoulême, Morelia, New York, Lyon, Roma, Rio, Tokyo, Mumbai, Mar del Plata e Sundance. Nel caso del festival di San Sebastian, che si svolge a ottobre, è stato stretto un accordo per cui i film Cannes 2020 potranno partecipare al concorso.

Nella lettera non si parla di Venezia, con cui erano state avviate trattative per una partnership simile a quella con il San Sebastian. Tali accordi non sono mai stati raggiunti, anche se secondo Variety potrebbe comunque tenersi un evento di gala congiunto.

La selezione verrà annunciata al Normandie Cinema sugli Champs-Elysées di Parigi domani alle 18 da Frémaux insieme al presidente del festival Pierre Lescure. “Questa selezione,” afferma Fremaux, “è stata fatta insieme ai registi, ai produttori e ai distributori che hanno deciso con coraggio di affrontare l’incertezza di questi tempi e far uscire i loro film tra adesso e i primi mesi del 2021. Questa selezione 2020 riflette il desiderio di catturare l’attenzione nei confronti dei film che incontreranno il pubblico”. Oltre a porsi la classica domanda “È un film per Cannes?”, i selezionatori si sono anche chiesti: “Sarebbe perfetto per tornare al cinema?”

Ricordiamo che i cinema francesi potranno riaprire dal 22 giugno.


The Batman: Matthew McConaughey sarà davvero nel film?

Nel corso degli ultimi mesi, ci sono stati parecchi rumor a proposito di The Batman, l’attesissimo nuovo cinecomic DC che sarà diretto da Matt Reeves. A partire dalla scelta del protagonista, che è poi ricaduta su Robert Pattinson (ma in lizza c’era anche Nicholas Hoult), i rumor più “succulenti” hanno riguardato soprattutto il cast di supporto. Una delle speculazioni più interessanti – come sottolineato giustamente da CBR – è stata sicuramente la voce secondo cui il premio Oscar Matthew McConaughey avrebbe dovuto interpretare Harvey Dent/Due Facce nel film.

A sganciare la “bomba” fu il sito We Got This Covered, che all’epoca rivelò che McConaughey sarebbe dovuto apparire brevemente nel film nei panni di Dent, mentre la trasformazione dell’avvocato nel supercriminale Due Facce sarebbe avvenuta in un eventuale sequel. Pochi giorni dopo, anche il Daily Mail confermò che la star di Dallas Buyers Club era stata ingaggiata per quel ruolo. Più o meno nello stesso periodo, iniziarono a susseguirsi altre voci secondo cui Andy Serkis e Colin Farrell si erano uniti al cast nei panni rispettivamente di Alfred Pennyworth e di Oswald Cobblepot, ossia Pinguino; le voci si rivelarono poi fondante, dal momento che sia Serkis che Farrell sono stati poi confermati nel film.

Visto il prestigioso parterre di attori che compone il cast di The Batman, non è assurdo pensare che una star come Matthew McConaughey possa effettivamente far parte del film, anche se ad oggi non esiste alcuna conferma ufficiale. Ma soprattutto: le voci di un tempo, erano fondate? McConaughey potrebbe davvero apparire nel film? Considerato il suo talento multiforme, un personaggio tormentato dalla dualità come Harvey Dent sarebbe perfetto per la star di The Wolf of Wall Street e Interstellar.

Sappiamo, inoltre, che sia i Marvel Studios che la Warner Bros. hanno “corteggiato” per anni McConaughey, nella speranza di poterlo coinvolgere in uno dei loro progetti. Nel 2015, l’attore dichiarò a Variety: “Ho letto alcune sceneggiature sia della Marvel che della DC e ho discusso con entrambi in merito alla possibilità di lavorare insieme. Al momento non c’è ancora nessun ruolo per me, ma sono decisamente aperto ad ogni possibilità.”

Ad oggi, nonostante i rumor, Matthew McConaughey non è stato annunciato come membro del cast di The Batman. In questi mesi il regista Matt Reeves ha utilizzato il suo account Twitter per annunciare, di volta in volta, i vari attori che avrebbero preso parte al film, ma McConaughey non è mai stato ufficializzato. Non è escluso che il possibile cameo dell’attore nel film resterà un segreto fino all’uscita dello stesso in sala. La domanda sorge dunque spontanea: c’è ancora possibilità di vedere Matthew McConaughey in The Batman? Al momento è impossibile azzardare una percentuale, ma se dovesse accadere davvero, sarebbe una sorpresa che siamo certi i fan apprezzerebbero tantissimo.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

“The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.


Red Snake: il 18 giugno arriva on demand il film di guerra con la nostra Maya Sansa

Ispirato alla vera storia del Premio Nobel Nadia Murad, il film della regista francese Caroline Fourest sarà disponibile sulle principali piattaforme streaming.

Uscirà in anteprima assoluta sulle principali piattaforme streaming il 18 giugno Red Snake, che è una coproduzione tra Francia, Belgio e Italia ed è scritto e diretto Caroline Fourest, al suo primo film di finzione dopo 21 documentari.

Red Snake, che sarà visibile su Sky, TIMVision, Chili, Google Play, YouTube, Rakuten Tv, Huawei Video e Infinity, è ispirato alla vera storia Nadia Murad, ventisettenne yazida Premio Nobel per la Pace nel 2018. Quanto a Caroline Fourest, tra le redattrici del periodico settimanale satirico francese Charlie Hebdo durante gli anni dell'affaire delle caricature di Maometto, è un personaggio molto conosciuto in Francia, una giornalista femminista da sempre schierata contro tutti gli integralismi religiosi, l'antisemitismo e per i diritti gay.

Fra le protagoniste di Red Snake c'è anche la nostra Maya Sansa, affiancata da Dilan Gwyn (Zara), Esther Garrel, Camélia Jordana, Nanna Blondell e Noush Skaugen. Il film sarà disponibile in streaming per 4 settimane.

Ecco la sinossi del film:

Red Snake racconta la vicenda di Zara, una giovane Yazidi rapita e venduta come schiava sessuale a un guerrigliero jihādista. La ragazza, spinta dalla volontà di salvare il fratello, tenuto prigioniero e addestrato per diventare un bimbo soldato, riesce miracolosamente a scappare. Sceglie la strada delle armi e si unisce a una squadra di combattenti donne molto temute e determinate a lottare contro i guerriglieri dell'Isis. Di origini e religioni diverse, queste coraggiose eroine hanno dolorose ferite da sanare. Nel corso di tanti agguati condurranno una guerra epica contro questa fanatica ideologia e scopriranno il gran potere che hanno sui militanti jihādisti, terrorizzati all'idea di essere uccisi da donne.


Suicide Squad, ecco come sarebbe l'Ayer Cut del regista David Ayer

Alcuni fan sperano in un Ayer Cut di Suicide Squad sullo stile dello Snyder Cut di Justice League: David Ayer ha spiegato in diverse occasioni cosa ci sarebbe di diverso.

Suicide Squad Ayer Cut: morti diverse e morti non previste
Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato che l'arrivo dello Snyder Cut di Justice League su HBO Max ha fomentato i fan DC a chiedersi se possa esistere anche un Ayer Cut di Suicide Squad: uscito nel 2016, demolito dalla critica e in parte anche dal pubblico (con incassi comunque buoni), Suicide Squad era stato modificato dalla Warner Bros in corso d'opera, nel terrore che la piega cupa impostata con Batman V Superman non stesse dando i risultati sperati. Nel corso dei mesi e anni, Ayer si è lasciato scappare quali sarebbero state le differenze con una sua (per ora) ipotetica versione, se avesse potuto fare di testa sua. Non sappiamo se gli sfoghi si tradurranno in un intervento concreto: molto dipenderà dal successo dell'operazione Justice League Snyder Cut.

A dispetto della promozione che fece di lui un grande uso, la presenza del Joker di Jared Leto in Suicide Squad ha lasciato insoddisfatti molti. Non è un caso, perché secondo Ayer "Jared è stato trattato parecchio male in questo processo. Nessuno ha visto la sua performance, è stata strappata via dal film." Sarebbe reintegrata in un montato diverso? Molto probabile.
Che dire poi di Harley Quinn? A quanto pare - e questo in parte s'intuiva - Suicide Squad doveva essere il "suo" film, ben prima di Birds of Prey: David ha confermato che quello che tecnicamente si chiama il "viaggio dell'eroe" per Harley era più complesso. Non solo: in effetti tra Deadshot, Joker e Harley Quinn ci sarebbe dovuto essere un triangolo.

Se il tono del Suicide Squad arrivato nelle sale nel 2016 era diverso da quello ideato da David Ayer, qual era? Un "dramma appassionato", secondo l'interessato, che considera il primo trailer pubblicato del lungometraggio l'unico montato diffuso ad avere quel registro corretto. Il film sarebbe stato trasformato "a botte" in una commedia, a quanto pare "per colpa" di Deadpool. Comunque, abbiamo recuperato quel fantomatico primo trailer, ve lo riproponiamo qui in basso.

In Suicide Squad la vicenda di Incantatrice non aveva legami espliciti col resto del DC Extended Universe, ma non era sempre stato così: doveva essere sotto l'influenza dello Steppenwolf che poi sarebbe dilagato in Justice League, e nel film sarebbe apparso anche il fratello di Incantatrice. Attenzione però: queste modifiche furono apportate già in fase di sceneggiatura, quindi non esistono scene girate con quest'idea. Ma potrebbero essere aggiunte, budget permettendo in un'ipotetica riedizione.
Una cosa abbastanza evidente, guardando il Suicide Squad arrivato in sala, era che non tutti gli elementi della squadra hanno ricevuto lo stesso spazio: Katana per esempio non aveva scene degne della coreografia che il personaggio suggerirebbe. Indovinate un po'? C'erano. Ayer ha raccontato che avevano girato un momento spettacolare in cui, posseduta da Incantatrice, attaccava gli altri membri della squad...

Il destino di due personaggi era diverso nella prima versione di Suicide Squad scritta e diretta da David Ayer. Avete presente il sacrificio finale di Diablo? Non era stato nemmeno girato: sulle prime doveva sopravvivere. Si è deciso di farlo morire nei reshoot: per aumentare un tasso di coinvolgimento che il pubblico delle sneak preview non mostrava? Chissà. La morte del gangster Monster T, stroncato da Joker quando insulta Harley, era più elaborata: Joker lo costringeva a suicidarsi (in effetti un'azione molto più nello stile di questo iconico villain).


Top Gun Maverick: per Jennifer Connelly Tom Cruise è il fenomeno dei fenomeni!

L'attrice, che nel sequel di Top Gun interpreta l'interesse amoroso di Pete Maverick Mitchell, è rimasta davvero colpita dalla perizia e dedizione del compagno di set.

Tom Cruise è il compagno di set che qualsiasi attore vorrebbe avere al proprio fianco, soprattutto in film impegnativi da un punto di vista fisico. Lo dice Jennifer Connelly, che in Top Gun: Maverick interpreta l'interesse amoroso di Pete "Maverick" Mitchell, l'eroe di Top Gun che non ha perso nemmeno un briciolo di smalto. Il personaggio della bella attrice mora dagli occhi azzurri non c'entra niente con la Charlotte Blackwood di Kelly McGillis. Charlotte e Pete, così innamorati nel film dell'86, non stanno più insieme all'inizio del sequel e la Collins fa la parte della proprietaria di un bar che, guarda caso, è vicino alla scuola di volo Top Gun dove Cruise torna in veste di istruttore.

Jennifer e Tom, quindi, hanno passato molto tempo insieme e condiviso diverse scene, e adesso la signora Paul Bettany può tranquillamente affermare: “Non ho mai visto nessuno lavorare tanto duramente e dedicarsi così alacremente al proprio lavoro… Ogni momento è per lui un'opportunità per fare tutto ciò che è in suo potere per dare veramente il meglio di sé".

Le parole di Jennifer Connelly non ci sorprendono. Tom è veramente un fenomeno, come dimostrano le scene spericolate e quel caccia militare che l'attore ha voluto pilotare da solo. E poi Mr. Cruise è stato di grande aiuto ai compagni di set alle prese con sequenze in volo e si è battuto strenuamente perché la computer grafica fosse utilizzata il meno possibile. Jennifer Connelly, però, gli riconosce anche un altro merito: quello di memorizzare le battute a velocità supersonica. "Tom è sempre così preparato" - ha ammesso. "Non sono mai stata così paranoica sulle battute da ricordare come in questo caso".

Fra gli estimatori del Cruise di Top Gun: Maverick bisogna annoverare anche Miles Teller e Jon Hamm. Quest'ultimo, guardando Tom all'opera, ha detto che sembrava un ragazzino, praticamente suo figlio. Ricordiamo che la data di uscita del film è stata posticipata al 23 dicembre 2020 e che nel cast ci sono anche Val Kilmer, Glen Powell, Lewis Pullman, Ed Harris.


Léa Seydoux sarà protagonista della mega-produzione francese Le Bal des Folles

Il thriller in costume è ambientato durante il carnevale di Parigi del 1893.

La star francese Léa Seydoux sarà protagonista del thriller in costume Le Bal des Folles (Il ballo dei folli), progetto ambizioso che sarà diretto da Arnaud des Pallières. Il progetto sarà realizzato dalla compagnia di produzione Prelude e da due delle più importanti figure del cinema francese, Philippe Rousselet e Jonathan Blumental. La coppia ha realizzato il recentissimo nuovo film di Michael Hazanavicius, The Lost Prince con Omar Sy. Le riprese di Le Bal des Folles – la prima grossa produzione annunciata in Francia da quando è scoppiata la pandemia di COVID-19 – cominceranno tra la dine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

La sceneggiatura scritta dallo stesso regista insieme a Christelle Berthevas è ambientata durante il carnevale di Parigi del 1893 ed è basata su fatti realmente accaduti. Teatro principale della trama sarà l’ospedale psichiatrico per donne Pitié Salpétrière. La Seydoux avrà il ruolo di Fanni, una delle pazienti selezionate per partecipare a un grandioso ballo in maschera grazie alla sua buona condotta. Lo scopo della donna è però quello di trovare sua madre tra gli ospiti e grazie al suo aiuto fuggire dall’istituto.

In carriera Léa Seydoux ha collaborato con autori di fama mondiale del calibro di Quentin Tarantino (Bastardi senza gloria), Ridley Scott (Robin Hood), Woody Allen (Midnight in Paris), Abdellatif Kechiche (La vita di Adele) e Yorgos Lanthimos (The Lobster). Tra i suoi successi al boxoffice internazionale troviamo Mission: Impossible – Protocollo fantasma e Spectre. Prossimamente la vedremo nel nuovo James Bond No TimeTo Die ma soprattutto in The French Dispatch, attesissimo lungometraggio diretto da Wes Anderson.




IL SIGNORE DEGLI ANELLI: QUANDO I BEATLES VOLEVANO RECITARE NEL FILM, ECCO I RUOLI CHE SOGNAVANO

I Beatles erano più che determinati a recitare ne Il signore degli anelli e avevano in mente anche i ruoli che avrebbero voluto interpretare. A ricordare al pubblico la gustosa informazione è stato il regista Taika Waititi, che è intervenuto nel corso della reunion virtuale su Zoom del cast della trilogia di Peter Jackson.

Taika Waititi ha chiesto ai partecipanti della reunion: "Chi ha contattato Stanley Kubrick per dirigere un adattamento de Il signore degli anelli?"

Dopo una breve pausa, Peter Jackson ha risposto: "Paul McCartney, John Lennon, George Harrison and Ringo Starr. I Beatles, dopo A Hard Day's Night e Help!, erano sotto contratto con United Artists per un terzo film e loro volevano fare Il signore degli anelli."

Peter Jackson ha svelato perfino i ruoli che gli scarafaggi di Liverpool aspiravano a interpretare: "John Lennon voleva interpretare Gollum, Paul McCartney Frodo, Ringo Sam e George voleva fare Gandalf. Erano seri e decisi tanto da andare a parlare con lo stesso JRR Tolkien, che all'epoca deteneva ancora i diritti. lui però ha detto di no ai Beatles".

Non deve stupire il fatto che Peter Jackson, oltre a essere esperto di Tolkien, sia anche un fine conoscitore dei Beatles: nel 2015 il cineasta neozelandese ha realizzato un documentario sui FabFour intitolato The Beatles: Get Back che contiene materiale inedito esclusivo delle sessioni di registrazione di Let It Be.


JURASSIC WORLD: I FILM HANNO GLI STESSI PROBLEMI DELLA NUOVA TRILOGIA DI STAR WARS?

Un nuovo articolo di Screen Rant paragona Jurassic World alla nuova trilogia di Star Wars, augurandosi che il prossimo film del franchise dei dinosauri non assomigli troppo all'Episodio IX della saga stellare.

L'accostamento tra le due evoluzioni dei rispettivi franchise non è tanto campata per aria: in entrambi i casi il primo capitolo punta molto sulla nostalgia ed è stato descritto dai fan come un remake sotto mentite spoglie del capostipite, mentre il secondo cerca di fare qualcosa di nuovo (nel caso di Jurassic World parliamo della distruzione di Isla Nublar e del finale dove i dinosauri cominciano a imporsi nel nostro mondo).

C'è anche la componente Colin Trevorrow, autore dei recenti film giurassici e inizialmente reclutato come regista per l'Episodio IX, prima di essere sostituito da J.J. Abrams (il che fa sì che in entrambi i casi solo il secondo episodio non sia diretto dal regista del primo e del terzo). L'articolo indica però anche che il prossimo lungometraggio sui dinosauri, in teoria, potrà evitare gli ostacoli legati al recente corso di Star Wars, per due motivi: Trevorrow, che ha scritto tutti e tre i film, aveva un arco preciso in mente sin dall'inizio, e per quanto il secondo capitolo abbia diviso a livello di critica e fan, il finale è stato generalmente apprezzato.

L'articolo di Screen Rant arriva proprio nei giorni in cui si festeggiano i cinque anni di Jurassic World, uscito nel giugno del 2015 e accolto benissimo da stampa e pubblico, regalando alla Universal una fetta non indifferente di un'annata da record (insieme a Fast & Furious 7 e Minions).

È andato molto bene anche il sequel, Jurassic World - Il regno distrutto, uscito nel 2018, e i fan attendono il debutto dello spin-off animato, realizzato per Netflix dalla DreamWorks Animation. Il terzo capitolo, Jurassic World 3, è previsto per giugno 2021 e dovrebbe riavviare le riprese nelle prossime settimane, dopo una sospensione per cause di forza maggiore qualche mese fa. In tale occasione torneranno tutti e tre i protagonisti del capostipite del 1993: Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum.


ATTO DI FORZA: ARNOLD SCHWARZENEGGER RICORDA LA BRUTTA FERITA CHE SI È PROCURATO SUL SET

Essere una action star, a volte, può rivelarsi più pericoloso del previsto; ne sa qualcosa Arnold Schwarzenegger che ricorda ancora la brutta ferita procuratasi sul set di Atto di forza.

Atto di forza compie 30 anni e il divo Arnold Schwarzenegger lo celebra in un'intervista a Yahoo! Entertainment ricordando la ferita che si è procurato nella scena in cui infrange il finestrino di un treno con una pistola:

"Non hanno fatto esplodere il finestrino prima che lo colpissi con la pistola, perciò mi sono fatto un profondo taglio al polso. In pausa pranzo, verso mezzanotte, visto che erano riprese in notturna, mi hanno dato i punti. Dopo di che hanno nascosto la fasciatura e ci ho messo sopra il giacchetto in modo che non si vedesse niente".

Il sangue versato da Schwarzy è servito a qualcosa visto che Atto di forza si è rivelato una hit al box office e un successo di critica. Ad oggi è considerato uno dei migliori film mai interpretati da Schwarzenegger oltre a essere uno dei migliori action di sempre.


DIAMANTI GREZZI: UN’INTRIGANTE TEORIA MITOLOGICA SUL FILM DEI FRATELLI SAFDIE

Un utente di Reddit ha postato una teoria molto interessante sulla struttura di Diamanti grezzi, accostando il contenuto alla mitologia greca. Da qualche giorno il film dei fratelli Safdie è disponibile su Netflix anche negli Stati Uniti, il che ha aumentato le discussioni attorno ai vari livelli narrativi e tematici.

Per l'esattezza, l'utente noto come Luxray_15 paragona Howard Ratner, il protagonista del film, a Dedalo e Icaro, dimostrando come in momenti diversi del lungometraggio le sue azioni corrispondano a entrambi i personaggi del mito del labirinto: Dedalo, creatore della struttura, fu imprigionato all'interno insieme al figlio, e dopo essere fuggito perché ricordava la via d'uscita, fabbricò delle ali per lasciare Creta. Nonostante gli ammonimenti del padre, Icaro volò troppo vicino al sole, distruggendo le proprie ali, e annegò in mare. In questo caso, il labirinto corrisponde al gioco d'azzardo al quale Howard non è in grado di rinunciare, le ali sono ciò di cui si serve per un'ultima scommessa che gli consentirebbe di pagare i suoi debiti, e il sole è il luogo dove andrebbe fatta la scommessa, un luogo che, guarda caso, nel proprio nome include la parola sun, sole. Ovviamente, la cosa finisce male per Howard, proprio come per Icaro.
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Diamanti grezzi è stato presentato in diversi festival lo scorso autunno ed è poi uscito nelle sale americane, distribuito da A24, mentre nel resto del mondo è uscito direttamente in streaming, su Netflix, a fine gennaio. Il film dei fratelli Safdie è stato molto apprezzato per il suo coraggio narrativo e formale, e per la performance di Adam Sandler nei panni di Howard. L'attore, noto soprattutto per commedie di dubbio gusto, ha ironizzato sulla cosa dicendo che in caso di mancata nomination all'Oscar - cosa che poi si è verificata - realizzerà un film volutamente brutto. Recentemente Sandler ha rinnovato il proprio accordo di esclusività con Netflix, allungandolo per altri quattro anni. Accordo che si è rivelato davvero profittevole visto che da settimane due film di Adam Sandler sono in testa alla classifica di visioni di Netflix.


INCEPTION: UN INDIZIO NASCOSTO RIVELEREBBE LA VERITÀ SULLA SCENA FINALE

Un indizio nascosto rivelerebbe la verità sulla scena finale dell'enigmatico Inception, cult di Christopher Nolan del 2010. L'indizio farebbe luce sul cliffhanger in cui Cobb (Leonardo DiCaprio) usa il totem di Mal, una trottola, per determinare se ha fatto ritorno nella realtà o se è ancora bloccato nel sogno.

Christopher Nolan ha optato volutamente per un finale aperto evitando di esplicitare la verità e lasciando che il pubblico dia la sua risposta, ma a dieci anni di distanza un utente Reddit avrebbe scovato l'esistenza di un indizio che confermerebbe come la scena in questione appartenga alla realtà. EndlessEdvoid scrive infatti:

"Il dibattito sul finale di Inception e sul fatto se sia reale o meno termina guardando la fede che Cobb indossa. Nel mondo reale non ha un anello, mentre l'anello è presente nei sogni. Nella scena finale non ha l'anello quindi il lieto fine avviene nella realtà."

L'utente Reddit conferma la sua ipotesi postando screnshot delle scene del sogno in cui vediamo il personaggio che sfoggia la fede, mentre nelle scene che appartengono alla realtà le sue mani non hanno nessun anello.
In precedenza la costar Michael Caine si era lasciata sfuggire che Nolan gli aveva assicurato che la fine di Inception è realtà. Lo scorso anno, nel corso di una proiezione pubblica, Caine aveva confessato:

"Quando ho avuto lo script di Inception, ero perplesso e ho detto a Nolan 'Non capisco dove sia il sogno e dove la realtà'. Lui mi ha risposto 'Tu sei nella scena che è realtà'. Perciò posso dire che se ci sono io è la realtà, se non ci sono è il sogno."

Seguendo questa logica, il finale di Inception, quando Cobb si riunisce ai figli, è realtà visto che lui è tornato dalle profondità del sogno.


THE BATMAN, ROBERT PATTINSON: "LO STOP ALLA LAVORAZIONE NON È STATA LA COSA PEGGIORE"

Robert Pattinson sembra aver preso con filosofia lo stop provvisorio alle riprese di The Batman tanto da ritenere che non sia poi stata la cosa peggiore che poteva succedere.

L'attore è tornato a commentare l'attuale situazione di stallo in un'intervista a CinemaBlend in cui spiega che si tratta di un "film difficile da girare. Voglio dire, è Batman. In pratica ci sono arrivato subito dopo aver ultimato Tenet di Christopher Nolan e mi sentivo un po' frastornato. Così avere del tempo libero per me non è la peggior cosa del mondo."

Dopo aver stabilito le linee guida post emergenza sanitaria, l'Inghilterra ha autorizzato la riapertura dei set di The Batman e di altre produzioni. Adesso sta a Warner Bros. decidere le tempistiche per tornare sul set in tutta sicurezza. Al momento dello stop, il regista Matt Reeves aveva ultimato un quarto delle riprese.

The Batman vedrà Robert Pattinson in una nuova e più giovane incarnazione di Bruce Wayne negli anni di formazioni che lo portano ad assumere l'identità del vigilante Batman. tra i nemici che il personaggio dovrà affrontare vi saranno Oswald Cobblepot/Pinguino, Selina Kyle/Catwoman, Carmine Falcone e l'Enigmista. Nel cast Zoë Kravitz, Andy Serkis, Colin Farrell, Paul Dano, Jeffrey Wright, John Turturro, Jayme Lawson e Peter Sarsgaard.

L'uscita di The Batman è fissata al 1 ottobre 2021.


CANNES 2020: I FILM COL BOLLINO DEL FESTIVAL NON ANDRANNO ALLA MOSTRA DI VENEZIA

I film selezionati dal Festival di Cannes 2020 parteciperanno a varie manifestazioni, ma non andranno alla Mostra di Venezia. Nel pomeriggio il delegato del festival Thierry Fremaux annuncerà la composizione della selezione ufficiale di questa edizione, cancellata in seguito all'emergenza sanitaria, e a quanto pare i titoli prescelti verranno visti in altri festival, ma non alla Mostra di Venezia.

Nel corso di un'intervista a Variety, Fremaux ha commentato la selezione ufficiale che conosceremo nella sua completezza tra poche ore specificando che, come da tradizione, i film sono stati invitati ai festival successivi come Locarno (anch'esso cancellato), Telluride, Toronto, Deauville, San Sebastian, Pusan, Angoulême (i titoli francesi), Morelia, New York, Lione, Roma, Rio, Tokyo, Mumbai o Mar del Plata e perfino il Sundance.

Cannes avrebbe, inoltre, fatto un accordo col direttore del festival di San Sebastian festival, Jose-Luis Rebordinos, per permettere ai film della selezione ufficiale francese di compete nel festival spagnolo, facendo così un'eccezione al rigido regolamento internazionale che impedisce ai titoli di Cannes di concorrere in altri festival di serie A.

Nella lista annunciata da Thierry Fremaux non compare Venezia. Eppure il delegato francese e Alberto Barbera avevano avuto in precedenza dei contatti per trovare una forma di collaborazione. Secondo fonti vicine a Variety, i rapporti si sarebbero raffreddati dopo le dichiarazioni di Roberto Cicutto, presidente della Biennale, il quale ha definito la posizione di Fremaux "sconcertante." Prima della rottura, Freamux e Barbera valutavano l'ipotesi di una selezione congiunta o della possibilità di vedere in programma a Venezia film col bollino di Cannes. Al momento, i due festival potrebbero ancora organizzare insieme un evento di gala che si terrà a Venezia a settembre, ma questa ipotesi è ancora tutta da confermare.


CASINO ROYALE, EVA GREEN E LA SCENA DELLA DOCCIA: A DANIEL CRAIG NON PIACEVA

Eva Green ha interpretato Vesper Lynd al fianco di Daniel Craig per la prima volta in Casino Royale; nella scena della doccia Vesper, originariamente, avrebbe dovuto indossare soltanto la sua biancheria intima. A Daniel Craig non piaceva questa scena: l'attore britannico sosteneva che, considerato il suo stato d'animo, Vesper non si sarebbe mai tolta i vestiti prima di entrare nella doccia.

La scena mostra un lato di James Bond che probabilmente non avevamo mai visto prima, tenero e protettivo, e questo era l'aspetto che più aveva colpito Craig, sebbene l'attore avesse inizialmente rifiutato la parte poiché riteneva che il franchise fosse diventato troppo statico e si fosse rifugiato in una formula standard. Cambiò idea leggendo la sceneggiatura e acconsentì a girare il film purché gli sceneggiatori fossero disposti a cambiare la scena della doccia.

Eva Green ha dichiarato in un'intervista: "Vesper è una persona molto ferita, un essere umano complesso ed è questo che mi ha colpito la prima volta che ho letto la sceneggiatura. Lei e Bond sono molto simili, sono entrambi molto coraggiosi e determinati, molto affascinanti e condividono lo stesso senso dell'umorismo e la stessa sensibilità. Credo che la scena della doccia sia una sorta di corona che si posa sulla testa della loro sintonia."

Casino Royale è il ventunesimo capitolo della serie cinematografica del franchise di 007, il primo con Daniel Craig nel ruolo di James Bond dopo Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton e Pierce Brosnan. La pellicola è stata adattata dagli sceneggiatori Neal Purvis e Robert Wade che hanno scelto come partner il premio Oscar Paul Haggis. La regia è stata affidata a Martin Campbell, che ritorna a dirigere per la seconda volta un film della serie dopo Goldeneye del 1995.




IL CAVALIERE OSCURO, MICHAEL CAINE: "HEATH LEDGER HA SUPERATO IL JOKER DI JACK NICHOLSON"

Secondo Sir Michael Caine, Heath Ledger ha veramente realizzato l'inverosimile sul set de Il cavaliere oscuro superando perfino, a detta dell'attore, il Joker di Jack Nicholson: "Il Joker di Jack era molto particolare, una sorta di clown, malvagio ma non spaventoso, forse un vecchio zio assassino. A tratti perfino divertente, aveva la capacità di farti ridere. Heath ha seguito una direzione completamente diversa da Jack, il suo Joker è uno psicopatico davvero spaventoso."

Durante una conferenza stampa del 2008 Caine ha dichiarato di essere entusiasta dell'esperienza sul set e felicissimo di aver preso parte al secondo film di Batman con Christian Bale, diretto da Christopher Nolan, anche se inizialmente ha trovato uno dei suoi nuovi co-protagonisti un po' inquietante: il defunto Heath Ledger, è morto poco dopo la fine delle riprese. Caine ha fatto questi commenti su Ledger poche settimane prima della morte dell'attore, scomparso per overdose accidentale di droga nel suo appartamento di New York City nel gennaio 2008.

"È un ragazzo adorabile e il suo Joker sarà una rivelazione infernale ne Il cavaliere oscuro." Aggiunse Michael Caine durante la conferenza stampa. Il leggendario attore britannico basò questa sua convinzione unicamente su una scena in cui il Joker si presenta a casa di Bruce Wayne. Non aveva mai incontrato Ledger prima e quando l'attore arrivò ed iniziò a recitare Caine, spaventato dalla sua performance, si dimenticò tutte le sue battute.

In un'intervista del 2007 Caine ha dichiarato: "Heath era davvero terrificante nei panni del Joker, un giorno stavamo facendo le prove per una scena, non l'avevo ancora incontrato sul set, doveva salire in ascensore a casa nostra, la casa di Batman. Dovete capire che fino a quel giorno non l'avevo mai visto, lui è come i sette nani, come Biancaneve, sul set. Quando la maledetta porta dell'ascensore si aprì lui uscì e la sua presenza era infernale. Ho dimenticato tutte le mie battute. Terrificante."


ALEC BALDWIN DIFENDE WOODY ALLEN E ORA È NEI GUAI ANCHE LUI: ECCO PERCHÈ

Alec Baldwin è finito nell'occhio del ciclone dei follower per aver promosso su Instagram l'intervista a Woody Allen, difendendo pubblicamente il regista, proprio nel Blackout Tuesday. La giornata di ieri è stata caratterizzata sui social dalla pubblicazione di un'immagine nera per simboleggiare la vicinanza al movimento Black Lives Matter.

Baldwin ha condiviso una foto con Woody Allen sulla sua pagina social per promuovere la chiacchierata con il regista nel suo podcast, Here The Thing:"Ho lavorato in tre film di Woody Allen, ognuno dei quali rappresenta il momento clou dell mia carriera. Oggi si unisce a me sul mio podcast e parliamo di tutto, dai suoi mentori, al suo metodo di regia alle accuse di abusi sessuali" ha scritto l'attore nella didascalia dell'immagine.

La pubblicazione del post proprio nel giorno del Blackout Tuesday ha provocato la reazione agguerrita di molti follower:"Adoro seguire sempre il tuo account, ma questa cosa fuori luogo da pubblicare oggi" ha commentato un utente. Altri follower hanno accusato di aver difeso una persona accusata da anni di abusi sessuali.

Alec Baldwin ha spiegato di dover pubblicare i post promozionali del suo podcast in determinati giorni della settimana, spiegando il suo pensiero in merito alla presunta mancanza di rispetto nei confronti del Blackout Tuesday:"Per quanto riguarda la percepita mancanza di sensibilità nei confronti del Blackout Tuesday, non avevo idea di questa... giornata nazionale di qualsiasi cosa. Tre cose: la vita professionale di certe persone non può essere messa in pausa dai capricci del politically correct. Credo che Allen sia innocente e questo è un mio diritto. Pubblicare uno schermo nero oggi o in qualsiasi altro giorno, anche se è un pensiero rispettabile, non è una posizione politica efficace".

Nei giorni scorsi Woody Allen ha dichiarato di essere pronto a lasciare il cinema. Qualche settimane fa è uscita nelle librerie l'autobiografia di Woody Allen intitolata A proposito di niente.


STAR WARS, UN CONCEPT ART SVELA LO STARFIGHTER PER L'ASCESA DI SKYWALKER

l concept art di uno starfighter di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker è stato pubblicato su Instagram dal concept artist Matthew Savage. Lo starfighter che viene mostrato nel post non è visibile nella battaglia finale de L'Ascesa di Skywalker, terzo capitolo della trilogia sequel che ha concluso definitivamente la saga degli Skywalker.

Il rendering dello starfighter svela un design elegante e l'abitacolo nel quale si può inserire il droide. Savage nell'ultimo periodo ha pubblicato diverso materiale riguardante Star Wars, tra cui alcuni meccanismi della spada laser di Rey (Daisy Ridley).
Nonostante la trilogia sia conclusa, lo Star Wars Universe verrà incrementato con nuove avventure, cinematografiche e televisive, ed è quindi plausibile che possa essere eventualmente inserito in altre storie legate al franchise.

Star Wars: L'Ascesa di Skywalker vede lo scontro finale tra la Resistenza e il Primo Ordine, nonché la resa dei conti tra Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver). Tuttavia le minacce potrebbero giungere anche dal passato e influire pesantemente sulle battute finali della trilogia sequel, diretta da J.J. Abrams, già dietro la macchina da presa per Il risveglio della Forza.
Nel cast tornano volti conosciuti come Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac e Mark Hamill nel ruolo di Luke Skywalker.
Su Everyeye trovate la recensione di Star Wars: L'ascesa di Skywalker e un approfondimento su Adam Driver, una delle giovani star più ricercate del momento, da Star Wars a Storia di un matrimonio.


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SUICIDE SQUAD, QUALI SONO LE DIFFERENZE FRA IL FILM TEATRALE E LA FAMOSA AYER CUT?

Dopo l'annuncio della Zack Snyder's Justice League, attesissima director's cut del cinecomic del 2017 in arrivo nel 2021 su HBO Max, il regista David Ayer e i suoi fan sono tornati a parlare con sempre maggior insistenza della versione originale di Suicide Squad.

Il regista ha spiegato che basterebbe pochissimo per completare il suo film e che per lui sarebbe un'esperienza catartica, ma esattamente quali sarebbero le differenze tra l'opera vista al cinema e quella originale pensata dal regista? Scopriamolo insieme qui sotto:

Un vero dramma: secondo alcune recenti dichiarazioni del regista il film era molto più oscuro e drammatico, ma il successo di Deadpool spinse la Warner Bros. a cambiare radicalmente il tono del progetto in fase di montaggio.

Collegamenti a Justice League: nella versione originale di Ayer, l'Incantatrice doveva essere sotto l'influenza della Mother Box e Steppenwolf, comparso alla fine di Batman v Superman: Ultimate Edition e intenzionato ad usare i poteri del personaggio di Cara Delevingne per aprire un portale su Apokolips.

Più spazio per Katana: molto anticipata dai trailer, Katana è stata a dir poco ridimensionata nel montaggio finale, ed è stato svelato che l'attrice Karen Fukuhara ha girato una scena sensazionale in cui la micidiale spadaccina veniva posseduta da Incantatrice e doveva combattere contro la Suicide Squad.
Ménage à trois con Harley Quinn: il film doveva includere un triangolo tra Harley Quinn, Joker e Deadshot.

Il destino di Diablo: Ayer ha più volte sottolineato che nelle sue intenzioni Diablo doveva sopravvivere fino alla fine del film, ma durante le riprese aggiuntive lo studio ha imposto la scena della sua morte a circa metà dell'opera.
Ovviamente Joker: "Jared Leto è stato derubato durante questo film. Nessuno ha visto la sua vera performance. È stato strappato via dal progetto". Questa la recente dichiarazione del regista, che vale più di ogni altra possibile spiegazione. Non a caso, in passato venne anticipato che con tutto il materiale girato col Joker di Leto si sarebbe potuto montare un film a sé stante.


JUSTICE LEAGUE, HBO MAX RISPONDE ALLE CRITICHE DOPO L'ANNUNCIO DEL FILM DI ZACK SNYDER

Il capo del servizio di streaming on demand HBO Max, Tony Goncalves, nel corso di una recente intervista ha affrontato le critiche riguardanti l'annuncio della Zack Snyder's Justice League e il precedente che questa potrebbe creare.

L'annuncio del film, infatti, non ha generato soltanto entusiasmo, dato che, come spesso capita con Zack Snyder, si è sollevata anche una frangia di oppositori convinta che la director's cut potrebbe rappresentare un pericolo per l'industria.

In un'intervista a The Verge, Goncalves ha risposto alle critiche sul precedente creato dalla Snyder Cut: “Guarda, sicuramente non è un precedente. Esistono diversi tipi di fandom, quello positivo e quello negativo. Il mio fandom di riferimento è quello che sfrutta i suoi spazi per fare rumore e avanzare richieste. Se c'è una domanda, noi ascoltiamo. Avevo un capo che una volta disse: 'L'industria e i consumatori non sono sempre allineati, ma i consumatori tendono a vincere'. È un ottimo equilibrio. E penso che quando si tratta di video, di intrattenimento, di contenuti, i consumatori non hanno mai avuto più scelta di oggi. Ma ciò non significa che investiremo i nostri dollari in ogni singola richiesta esistente. Credo che, in riferimento al fandom della Snyder Cut, o anche di Friends, sia il fatto che i consumatori hanno parlato e noi abbiamo voluto ascoltare. Non significa che rifaremo ogni film mai realizzato. Penso solo che non ci sia nulla di male ad ascoltare il pubblico."


STAR WARS, PERCHÉ PALPATINE SALVÒ ANAKIN SU MUSTAFAR? UNA TEORIA LO SPIEGA

Il Cancelliere Palpatine, in realtà Darth Sidious, nella trilogia prequel si è servito di un apprendista Sith a ogni capitolo, ma solo Darth Vader è stato salvato dalla morte da parte sua, a differenza degli altri. Oggi una curiosa teoria ci rivela il principale motivo di questo salvataggio avvenuto in Star Wars: La vendetta dei Sith.

Nei precedenti due capitoli le pedine del futuro Imperatore sono state Darth Maul e Darth Tyranus, abilmente sacrificate per la causa, ma Palpatine è corso in aiuto di Darth Vader una volta che questi era stato lasciato in fin di vita dopo lo scontro su Mustafar con Obi-Wan Kenobi.

Palpatine aveva intenzione di riversare la propria coscienza nel corpo di Anakin Skywalker, il prescelto e dotato di una potenza nella Forza straordinaria, con una concentrazione di midi-chlorian superiore anche a quella del maestro Yoda. Tutto questo per capire come controllare la morte ed estrarre l'essenza della Forza vivente. Ma una volta ridotto in fin di vita su Mustafar, Palpatine era ancora intenzionato a servirsi del suo nuovo apprendista per questo scopo dopo lo scontro con Obi-Wan che lo aveva lasciato considerevolmente menomato?

A quanto pare anche Darth Maul aveva un ruolo in tutto questo processo e a rivelarlo è stato Sam Witwer, doppiatore del personaggio in Star Wars: The Clone Wars, che qualche anno fa spiegò la sua versione: "Quello che è davvero divertente è che Darth Maul, essendo sopravvissuto alle sue gravi ferite, ha messo la pulce nell'orecchio di Palpatine, che forse non sarebbe stato il caso di abbandonare questi apprendisti a loro stessi così alla svelta. Se sono morti o pensi siano stati uccisi, forse non lo sono stati. Forse potrebbero sopravvivere, potrebbero aggrapparsi a qualcosa. E' qualcosa che vediamo succedere e Sidious lo realizza. Alla fine conduce a Darth Vader".


AVENGERS AL FEMMINILE, QUALE SARÀ LA LORO LEADER TRA LE DONNE MARVEL?

Che le donne stiano arrivando a costituire una parte sempre più importante del Marvel Cinematic Universe non è un mistero: nel corso degli anni gli arrivi e le conferme di gente come Scarlet Witch, Captain Marvel, Black Widow e compagne hanno reso ben chiaro il concetto, che sembra doversi ulteriormente solidificare nei prossimi tempi.

Girano sempre più insistentemente, infatti, voci relative al possibile arrivo in sala di un film dedicato alle quote rosa dell'MCU, una sorta di Avengers concentrato unicamente (o, comunque, per la maggior parte) sui personaggi di Brie Larson, Elizabeth Olsen, Zoe Saldana e così via.

Naturalmente si parla di semplici voci, ma se sognare non costa nulla perché non tirare a indovinare e cercare di capire chi, tra queste, potrebbe avere le stimmate della leader? Certo, l'imbarazzo della scelta c'è tutto: esclusa per ovvi motivi la Black Widow di Scarlett Johansson, sia Carol Danvers che Gamora, così come Wanda Maximoff ad esempio avrebbero tutte le qualità adatte a rivestire il ruolo.

Ci permettiamo però di far presente che un'altra donna di un certo spessore è in arrivo nell'universo Marvel: stiamo parlando di Jennifer Walters che, nei panni di She-Hulk, potrebbe magari finire per essere quel collante capace di mettere insieme tutte le donne Avengers e, in qualche modo, di guidarle.


MCU, ADAM WARLOCK: QUALE DESTINO POTREBBE ATTENDERE IL PERSONAGGIO?

Adam Warlock è, probabilmente assieme a Nova e Silver Surfer, uno dei personaggi più attesi nell'Universo Cinematografico Marvel. E se abbondano i fancast per l'eroe (qualcuno ha detto zac Efron?) nulla sappiamo ancora sul suo destino nel mega-franchise. Eppure, rumor e teorie non mancano...

Tutti vogliono Adam Warlock, tutti si chiedono quando debutterà nel MCU (e James Gunn non aiuta), e tutti ipotizzano quali potrebbero essere gli archi narrativi che lo coinvolgono, come ad esempio Mikey Sutton, che ha recentemente condiviso delle voci/teorie con il canale YouTube Cosmic Wonder .

Secondo quanto segnalato da Sutton, infatti, una strada per il Warlock dei Marvel Studios sarebbe quella che conduce alla saga di Annihilation, un crossover Marvel Comics che tra storia originale e sequel è andato avanti per circa 3 anni (2006-2008).

Qui l'accento verrebbe posto principalmente sugli eroi cosmici come Captain Marvel, Quasar e Moondragon, oltre ovviamente ad Adam Warlock (e forse il Nova di Richard Rider?).

Questi dovrebbero vedersela quindi con la schiera di villain formata da Annihilus, Galactus e Terrax, ma si dovrebbe escludere a forza Thanos dalla storyline tenendo conto degli eventi di Avengers: Endgame (o no???).

Ad ogni modo, si vocifera che i Marvel Studios non vogliano seguire necessariamente alla lettera i fumetti, quindi non sarebbe del tutto da escludere come possibilità, specialmente considerando che Annihilation non sarebbe la prima apparizione di Warlock nel MCU.

Ma, come sempre, non resta che attendere notizie ufficiali, o quantomeno indizi più concreti al riguardo.


MONSTER HUNTER, COME PROCEDONO I LAVORI PER IL FILM CON MILLA JOVOVICH? GLI AGGIORNAMENTI

Monster Hunter, adattamento cinematografico della celebre saga videoludica targata Capcom, è stato finalmente completato. La conferma arriva da Martin Moskowicz, presidente di Constantin Film, la casa di produzione che sta lavorando alla pellicola che vedrà come protagonista Milla Jovovich.

"L'uscita di Monster Hunter è ancora prevista per settembre in tutto il mondo" ha spiegato infatti il produttore durante un'intervista rilasciata lo scorso marzo a Deadline. "Lo consegneremo questa settimana."

Diretto da Paul W.S. Anderson, il film per il momento è riuscito ad evitare i molti rinvii che hanno colpito il calendario delle uscite di Sony Pictures e dovrebbe dunque arrivare regolarmente nelle sale il 4 settembre 2020. Nello stesso periodo, Monster Hunter se la vedrà al botteghino americano con The Conjuring 3 e I Croods 2.

Ambientato in un mondo popolato da pericolosi e potenti mostri che dominano con terribile ferocia, il film seguirà il tenente Artemis (Jovovich) e i suoi fedeli soldati in una vera e propria lotta per la sopravvivenza, che li vedrà scontrarsi con dei nemici giganti e dotati di poteri incredibili. Nel cast troviamo anche Tony Jaa, Tip Harris, Meagan Good, Diego Boneta, Josh Helman e Ron Perlman.


JUSTICE LEAGUE, LA MERA DI AMBER HEARD SFOGGIA UN DESIGN UN PO' DIVERSO IN QUESTO CONCEPT

Non sappiamo ancora se sarà Amber Heard a tornare nei panni di Mera in Aquaman 2, ma intanto possiamo ammirare questi concept art di Justice League che ci mostrano il processo creativo dietro il suo costume.

Non si è ancora capito se le beghe legali di Amber Heard potrebbero effettivamente impedire un suo ritorno nel franchise di Aquaman, ma finché non viene fatto alcun annuncio al riguardo, rimane lei la detentrice del ruolo di Mera nel DCEU.

E a proposito di Mera, il concept artist Constantine Sekeris ha voluto darci qualche informazione sul processo creativo dietro la realizzazione del suo costume, di cui qui (in calce alla notizia) possiamo vedere una prima versione ancora da rifinire.

"Un concept non ancora finalizzato per il costume di Mera in Justice League, ideato assieme al costume designer Michael Wilkinson... Ho modificato uno sketch che Michael aveva abbozzato, e lo abbiamo rifinito in 3D #mera #dc #justiceleague #aquaman #conceptart #characterdesign #costumeconcept"

La versione definitiva non presenta poi moltissime differenze, ma si notano le aggiunte e i rinforzi apportati al design.

Ora che lo Snyder Cut approderà ufficialmente su HBO Max, chissà che non vedremo anche qualche look alternativo pertinente anche a questo personaggio...

Per Aquaman 2, invece, dovremo aspettare ancora un po', poiché arriverà nelle sale a dicembre 2022.


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FESTIVAL DI CANNES: ANNUNCIATA LA SELEZIONE UFFICIALE 2020

Nonostante l’edizione 2020 del Festival di Cannes sia stata cancellata per via del coronavirus, il delegato generale Thierry Frémaux e il presidente Pierre Lescure hanno scelto di annunciare ugualmente i film della selezione ufficiale. Come abbiamo già detto, i film scelti otterranno uno speciale bollino che li contraddistinguerà e darà loro la chance di avere una migliore distribuzione, in certi casi. Gli stessi film potranno inoltre competere in altri festival, a parte la Mostra di Venezia, che ha escluso questa joint venture.

I film selezionati sono quelli che avrebbero fatto parte delle sezioni principali, vale a dire Concorso, Un Certain Regard, Fuori Concorso, Proiezioni Speciali e Midnight Screenings. Si tratta in tutto di 56 titoli.

The French Dispatch di Wes Anderson, precedentemente considerato per l’apertura del festival, è confermato. Confermati anche Ete 85 di François Ozon, Druk (Another Round) di Thomas Vinterberg e il nuovo film di Naomi Kawase, True Mothers (in precedenza noto come Comes Morning). Doppietta per Steve McQueen, di cui sono stati selezionati Lover’s Rock e Mangrove.

Dopo aver vinto la Palma d’Oro l’anno scorso, la Corea del Sud torna con Heaven, nuovo film di Hong Sang-soo, con Peninsula di Yeon Sang-ho, sequel dello zombie movie Train to Busan, e con Event di Im Sang-soo. Da Hong Kong arriva invece Septet: The Story of Hong Kong, film antologico diretto da alcuni dei più grandi registi locali, tra cui Johnnie To, Tsui Hark e John Woo.

Francis Lee, regista de La terra di Dio, torna con il suo nuovo film, Ammonite, con Kate Winslet. Selezionati inoltre ADN, il nuovo film di Maïwenn che dunque non andrà a Venezia, e Falling, esordio alla regia di Viggo Mortensen.

Annunciati anche diversi titoli animati, tra cui due pezzi grossi: da un lato Soul di Pete Docter, nuovo film della Pixar. Dall’altro Earwig and the Witch di Goro Miyazaki, figlio di Hayao Miyazaki e regista de La collina dei papaveri.

Infine, vale la pena notare che non c’è nessun titolo italiano nella selezione. A rappresentare in qualche modo il nostro paese c’è però Truffle Hunters, documentario di Gregory Kershaw e Michael Dweck incentrato sulle uniche persone in grado di trovare il tartufo bianco di Alba.

La lista completa

I fedeli
The French Dispatch, Wes Anderson
Summer of 85, François Ozon
True Mothers, Naomi Kawase
Lover’s Rock, Steve McQueen
Mangrove, Steve McQueen
Druk (Another Round), Thomas Vinterberg
Peninsula, Sang-ho Yeon
ADN, Maïwenn
Heaven, Im Sang-soo
Last Words, Jonathan Nossiter
Des Hommes, Lucas Belvaux
El olvido que seremos, Fernando Trueba
Au Crépuscule, Sharunas Bartas
The Real Thing, Koji Fukada

I nuovi arrivi
Passion Simple, Danielle Arbid
A Good Man, Marie-Castille Mention Schaar
The Things We Say, the Things We Do, Emmanuel Mouret
Limbo, Ben Sharrock
Souad, Ayten Amin
Teddy, Ludovic e Zoran Boukherma
Un médecin de nuit, Elie Wajeman
Ammonite, Francis Lee
Enfant Terrible, Oskar Roehler
Février, Kamen Kalev
Here We Are, Nir Bergman
Nadia, Butterfly, Pascal Plante
Rouge, Farid Bentoumi
Sweat, Magnus Von Horn

Film collettivo
Septet: The Story of Hong Kong, Ann Hui, Sammo Kam-Bo Hung, Ringo Lam, Patrick Tam, Johnnie To, Hark Tsui, John Woo, Woo-Ping Yuen

Opere prime
Falling, Viggo Mortensen
Pleasure, Ninja Thyberg
Slalom, Charlène Favier
Casa de Antiguidades, João Paulo Miranda Maria
Ibrahim, Samuel Gueismi
Broken Keys, Jimmy Keyrouz
Au commencement, Déa Kulumbegashvili
Gagarine, Fanny Liatard, Jérémy Trouilh
16 Printemps, Suzanne Lindon
Vaurien, Peter Dourountzis
Garçon chiffon, Nicolas Maury
Si Le Vent Tombe, Nora Martirosyan
John and the Hole, Pascual Sisto
Striding into the Wind, Wei Shujun
The Death of Cinema and My Father Too, Dani Rosenberg

Documentari
The Billion Road, Dieudo Hamadi
9 Days at Raqqa, Xavier de Lauzanne
Truffle Hunters, Gregory Kershaw e Michael Dweck

Commedie
Le Discours, Laurent Tirard
L’Origine du Monde, Laurent Lafitte
Un Triomphe, Emmanuel Courcol
Antoinette dans les Cévènnes, Caroline Vignal
Les deux Alfred, Bruno Podalydès

Animazione
Earwig and the Witch, Goro Miyazaki
Soul, Pete Docter
Flee, Jonas Poher Rasmussen
Josep, Aurel

Il Festival di Cannes si sarebbe dovuto tenere dal 12 al 23 maggio scorsi. Frémaux ha detto che è stata sottoposta al comitato di selezione la cifra record di 2067 film. L’anno scorso i film proposti erano stati 1845.


CINEMA ITALIANO COAST TO COAST: SU POSSO.IT UNA MARATONA LIVE PER LA FILIERA CINEMATOGRAFICA

“Cinema Italiano Coast To Coast” è il titolo della maratona live che si terrà su www.posso.it giovedì 4 giugno dalle ore 16:00 alle ore 20:00. La piattaforma partecipativa è ideata da One More Pictures e realizzata da Direct2Brain in collaborazione con Rai Com e con la media partnership di Rai e Rai Cinema. Le Film Commission, gli artisti, le maestranze, le principali testate online di settore e le istituzioni dell’audiovisivo si confronteranno sulle nuove progettualità del Cinema Italiano, sulle bellezze del territorio, location cinematografiche naturali e uniche la mondo. Conducono l’evento, in diretta streaming, Manuela Cacciamani, Founder di One More Pictures, e Francesco Alò, giornalista e critico cinematografico. Interverranno (in ordine alfabetico): Fabio Abagnato (Film Commission Emilia Romagna), Isabella Adrovandi (location manager), Giulio Base (regista), Andrea Francesco Berni (Badtaste), Cristina Bolla (Film Commission Liguria), Paola Calliari (attrice), Jacopo Chessa (Film Commission Veneto), Desiree Corridoni (Hair stylist), Jacopo Cullin (attore e regista), Ernesto D’Argenio (attore), Tobia De Angelis (attore), Davide Della Casa (ScreenWeek), Laura Delli Colli (Presidente della Fondazione Cinema per Roma), Maura Delpero (regista), Piera Detassis(Presidente e Direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano), Luca Di Nardo (Agente artisti), Marco D’Ottavio (Coming Soon), Nicoletta Ercole (Costumista), Mauro Febbo (Film Commission Abruzzo), Luca Ferrario (Film Commission Trentino), Luca Filippi (attore), Massimiliano Gallo (attore), Florian Geiser (effetti speciali), Maurizio Gemma (Film Commission Campania), Cassandra Han (Castng Director), Stefania Ippoliti (Film Commission Toscana), Roan Johnson (regista), Paride Leporace (Film Commission Basilicata), Luigi Lonigro (Presidente della Sezione Distributori ANICA), Mario Lorini (Presidente Anec), Paolo Manera (Film Commission Piemonte), Giulio Mastromauro (attore), Francesca Medolago Albani (Responsabile Strategie Anica), Alessandra Miletto (Film Commission Valle d’Aosta), Andrea Morandi (Hot Corn), Birgit Oberkofler (Film Commission Alto Adige), Matteo Oleotto (regista), Antonio Parente (Film Commission Puglia), Federico Poilucci (Film Commission Friuli Venezia Giulia), Marco Ponti (regista), Cristina Priarone (Film Commission Lazio – Italian Film Commission), Nicola Ragone (Regista), Elena Sofia Ricci (attrice), Luigi Rocchetti (Make up artist), Stefano Sardo (Presidente Associazione 100autori), Paolo Sassanelli (attore), Nevina Satta (Film Commission Sardegna), Debora Scaperotta (location manager), Enzo Sisti (Produttore), Marco Spoletini (Direttore del Montaggio), Piercesare Stagni (docente universitario Storia Del Cinema), Corrado Trionfera (Organizzatore generale Film), Anne-Sophie Vanhollebeke (Presidente Cartoon Italia).

“Il Cinema è nel nostro DNA e nel nostro territorio – sostiene Manuela Cacciamani Founder di One More Pictures – questo evento ha l’obiettivo di dare voce a moltissime categorie dell’audiovisivo, attraversando tutto il Belpaese. Ascolteremo le novità, i nuovi bandi, i prossimi traguardi e meravigliosi racconti inediti dell’industria del Cinema Italiano.”


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LABYRINTH 2: CHI POTREBBE PRENDERE IL POSTO DI DAVID BOWIE? SECONDO ALCUNI FAN TILDA SWINTON

Come sappiamo, Scott Derrickson, regista di Doctor Strange e Sinister, dirigerà il sequel di Labyrinth, cult movie diretto negli anni ’80 da Jim Henson, il creatore dei Muppets.

Al di là del progetto e della solita questione “c’è sul serio bisogno di questo film?” resta un altro interrogativo: chi prenderà il posto del compianto David Bowie per il ruolo di Jareth, il re dei Goblin?

Si tratta di una figura fondamentale e, diciamolo pure, sostituire il Duca Bianco è praticamente impossibile. Ciononostante un nome ha iniziato a farsi largo nel web e sono stati gli stessi fan a proporlo: Tilda Swinton, che molti considerano perfetta per il ruolo.

Va sottolineato che la cosa ha un suo senso: Bowie e la Swinton avevano diviso lo schermo in passato nel videoclip di “The Stars (Are Out Tonight)”. Resta ora da capire se la produzione prenderà in considerazione questi tweet…

Come abbiamo già detto, il film originale fu diretto da Jim Henson, il papà dei Muppets, e alla sceneggiatura collaborò anche il Monty Python Terry Jones.

Il sequel sarà prodotto da Lisa Henson della Jim Henson Company, mentre Brian Henson sarà il produttore esecutivo insieme a Derrickson e C. Robert Cargill, sceneggiatore di Doctor Strange e Sinister. A produrre il film insieme a The Jim Henson Company c’è TriStar Pictures.

Labyrinth ha mantenuto uno status di culto per oltre trent’anni. Ha generato romanzi, fumetti, videogiochi e persino un ballo mascherato annuale tra i più grandi del mondo.


STUDIO GHIBLI – EARWIG E LA STREGA È IL FILM 3DCG PER LA TV DIRETTO DA GORO MIYAZAKI

Oggi lo Studio Ghibli ha annunciato che produrrà un adattamento animato del romanzo Earwig e la strega (Earwig and the Witch) di Diana Wynne Jones per la televisione. Andrà in onda sull’emittente televisiva pubblica giapponese NHK.

Non è stata annunciata una data, solo inverno 2020, ma la stagione televisiva invernale in Giappone va da gennaio a marzo. Sempre oggi è stato annunciato che la pellicola fa parte della selezione di Cannes 2020.

Le prime informazioni sul progetto risalgono al 2017, quando il co-fondatore dello studio Toshio Suzuki ha rivelato che Goro Miyazaki, figlio di Hayao Miyazaki, stava lavorando a un nuovo film ma questa volta in computer grafica. Tramite il consueto messaggio di auguri per il nuovo anno, lo studio aveva confermato che sono due le pellicole attualmente in produzione. Aggiungendo che Goro stava producendo un’opera in CG.

Non è la prima volta che Goro dirige una produzione animata con la tecnica del 3DCG. Nel 2014 sempre sulla NHK è andata in onda la serie animata Sanzoku no musume Rōnya (Ronja. La figlia del brigante) prodotta dalla Polygon Pictures, con l’assistenza dello Studio Ghibli.

Anche la prima serie televisiva diretta dal padre, Future Boy Conan (Conan, il ragazzo del futuro), è andata in onda sulla NHK.

Ma a differenza di Ronja, Aya and the Witch (Aya to Majo) sarà la prima pellicola 3DCG prodotta interamente dallo Studio Ghibli. Considerando la restia dei giapponesi (e non solo) verso questo tipo di produzioni, come è stato spiegato qualche giorno fa durante il panel di BEASTARS alla Cloud Matsuri online convention, l’entrata in campo dello studio come unico produttore potrebbe portare a sviluppi interessanti.

Hayao Miyazaki collabora al film sia nella pianificazione che nello sviluppo. Suzuki invece è il produttore. Dal punto di vista produttivo, padre e figlio si trovano con i medesimi ruoli assunti per il film La collina dei papaveri.

Earwig e la strega
È una delle tre pubblicazioni postume della scrittrice Diana Wynne Jones, autrice de Il castello errante di Howl già adattato dallo studio. Il film diretto da Hayao Miyazaki ha ottenuto una nomination agli Oscar.

Miyazaki è stato profondamente colpito dall’edizione in lingua giapponese della Tokuma Shoten, la casa editrice con cui lo Studio Ghibli ha stretto da tempo dei legami. Miyazaki aveva dichiarato, lodando il libro:

“È un libro così meraviglioso. È l’ultimo lavoro di Diana Wynne Jones e, grazie ai disegni di (Miho) Satake e degli editor [della Tokuma Shoten], è diventato un lavoro indicibilmente coinvolgente. L’ho letto da cima a fondo cinque volte”

La sinossi:

Gli orfanotrofi sono posti orribili. Ma Earwig adora il St. Morwaid perché, da quando è stata lasciata ancora in fasce all’ingresso dell’istituto, tutti fanno esattamente quello che vuole. Le cose cambiano il giorno in cui una coppia un po’ inquietante (che si sforza di apparire normale) decide di adottare proprio lei. Earwig viene così catapultata nella misteriosa abitazione di Bella Yaga e Mandragora, tra stanze segrete, pozioni e libri di magia, e non ci metterà molto a scoprire che la sua nuova “mamma” è una strega, con tutte le conseguenze che ne derivano! Ma grazie alla sua intelligenza e al prezioso aiuto di Thomas, un gatto parlante, Earwig troverà il modo di farsi rispettare. Una piccola storia di grande coraggio, che insegna a non abbattersi mai, nemmeno quando tutto sembra prendere la piega sbagliata.

Parlando del progetto, Suzuki ha poi dichiarato:

“Come sarà il mondo dopo la pandemia del coronavirus? Questa è la grande domanda per molte persone. Guardando il nostro lavoro [sul progetto] finora, mi sono reso conto che ciò quello distingue questa storia è l’ingegnosità e l’intelligenza di Earwig. Finché hai quelli, puoi superare qualsiasi cosa e quella realizzazione è stata una fonte di sollievo per me…

Se Pippi Calzelunghe è la ragazza più forte del mondo, Earwig è la ragazza più intelligente del mondo. A proposito, Earwig è in realtà proprio come il nostro regista, Goro-kun, ma sembrava imbarazzato quando gliel’ho fatto notare.”


Tenet: la Warner e Christopher Nolan nutrono ottimismo per un’uscita a luglio che è ancora tutta da vedere

L’uscita di Tenet, la nuova fatica firmata Christopher Nolan, sta diventando un rebus più difficile da risolvere della trama di Inception.
Qualche giorno fa vi abbiamo spiegato che se i cinema di San Francisco non riapriranno prima di agosto, potrebbe innescarsi un effetto a catena tale che pure le strutture di Los Angeles e New York potrebbero seguire il medesimo percorso, mettendo a rischio l’uscita di blockbuster quali Mulan e Tenet appunto, che senza la possibilità di arrivare nelle metropoli citate si ritroverebbero ad avere un box office fortemente penalizzato.

Poche ore fa, il CEO di Cinemark Mark Zoradi ha rivelato che sia la major che lo stesso Christopher Nolan mantengono vivo l’ottimismo circa la possibilità di veder arrivare Tenet nelle sale americane il 17 luglio.

Il CEO della catena di multisala ha detto:

Siamo in stretto contatto con la Warner Bros che resta ottimista e positiva, come lo stesso Christopher Nolan, sull’esordio di Tenet il prossimo 17 luglio. Chiaramente dipenderà tutto dal declino del COVID-19 e delle decisioni del governo in materia di restrizioni. Per quel che ci riguarda, possiamo operare in profitto anche con degli auditorium al 50% della capacità e con tutte le misure di sicurezza in atto. Ovviamente non possiamo farvi promesse perché non dipende da noi, ma siamo convinti che la Warner prenderà presto una decisione.

Il cast internazionale di “Tenet“ include anche Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, con Michael Caine e Kenneth Branagh.

Scritto e diretto da Nolan, il film è stato realizzato con un mix di IMAX® e pellicola in 70mm ed è prodotto da Emma Thomas e Nolan con Thomas Hayslip in veste di produttore esecutivo.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame, il costumista Jeffrey Kurland, il supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson e il supervisore degli effetti speciali Scott Fisher. La colonna sonora è opera del compositore Ludwig Göransson.

Girato in sette nazioni differenti, il film verrà distribuito prossimamente al cinema dalla Warner Bros. Pictures.


Dungeons & Dragons: lo script potrebbe cambiare per adeguarsi ai protocolli sanitari anti COVID-19

A inizio maggio abbiamo appreso che il film di Dungeons & Dragons che verrà realizzato dalla Paramount e dalla Hasbro tramite l’etichetta Entertainment One sarà prodotto dall’ex dirigente dei Marvel Studios Jeremy Latcham che ha recentemente firmato un accordo di prelazione proprio con lo studio controllato dal colosso del giocattolo.
Quanto alla trama della pellicola non sappiamo altro se non che stando a delle voci risalenti allo scorso, la storia del film racconterà di un gruppo di avventurieri alla ricerca dell’Occhio di Vecna, un potente artefatto risalente ai giorni in cui D&D era ancora un “giovanotto” (la prima apparizione risale al 1976).

Recentemente, i due registi e sceneggiatori ingaggiati dallo studio per realizzare la pellicola, Jonathan Goldstein & John Francis Daley, hanno parlato del film insieme all’Hollywood Reporter parlando dei toni che intendono conferire al progetto e di uno script che potrebbe essere cambiato per adeguare la lavorazione di Dungeons & Dragons ai protocolli anti COVID-19.

Goldstein e Daley hanno spiegato che il lungometraggio verrà supervisionato creativamente dalla Wizard of the Coast, la casa editrice di proprietà della Hasbro, che dal 1997 ha acquisito i diritti del leggendario RPG. Inoltre, almeno per il momento, nessun popolare giocatore, come ad esempio Joe Manganiello, li ha contattati per essere coinvolto:

Non siamo ancora stati contattati da alcun giocatore celebre ma stiamo lavorando con Wizard of the Coast, la casa editrice di D&D. Ovviamente sono degli esperti. Stiamo collaborando con il loro personale ed è una cosa che ci sta aiutando parecchio perché per quanto ne possiamo sapere di D&D, è comunque una goccia nel mare dei 45 anni di tradizioni e storia del gioco quindi quei ragazzi sono un’autentica risorsa. Se abbiamo bisogno di un particolare incantesimo per uno stregone, ci forniscono una lista. È molto divertente.

Quanto al tono di Dungeons & Dragons, i due filmmaker, noti per l’ironia dello script di Spider-Man: Homecoming o per pellicole come Game Night, spiegano:

Vogliamo che sia divertente. Non è una vera e propria commedia, ma un action-fantasy con degli elementi di commedia e personaggi coi quali speriamo le persone possano divertirsi osservando le loro avventure. D&D è uno sguardo unico al genere fantasy dove c’è l’elemento della contemporaneità delle persone che giocano e parlano fra di loro. Non vogliamo fare una parodia o prendere in giro il genere. Ma vogliamo trovare un modo inedito per raccontarlo. È lo stesso format di Dungeons & Dragons a essere interessante e divertente, tutto basato sul pensiero critico, sulla pronta reazione a eventi che possono mettere a repentaglio i personaggi e ai quali devi, appunto, rispondere con rapidità. È lo spirito che stiamo cercando di infondere al film.

Film il cui sviluppo, chiaramente, ha subito una battuta d’arresto a causa dell’emergenza nuovo Coronavirus che ha bloccato il mondo intero, compresa Hollywood:

Abbiamo appena cominciato la seconda stesura dello script. C’è stata la possibilità di dedicare tutto il nostro tempo a questo aspetto anche se l’altro lato della medaglia è che saremmo dovuti partire per il Regno Unito a marzo per fare dello scouting […] Ma lo sviluppo prosegue in remoto, in buona sostanza l’unica cosa che abbiamo interrotto è lo scouting fisico.

Jonathan Goldstein & John Francis Daley specificano però che proprio a causa dei protocolli di sicurezza anti COVID-19 che dovranno essere attuati sui set, si stanno rendendo necessari alcuni cambiamenti dello script:

Il mondo intero cambierà in maniera drastica. Abbiamo delle scene con delle grandi folle e stiamo pensando se valga la pena preservarle o se dovremmo provare a cambiarle trovando un’altra strada per raccontare le scene che ci stiamo immaginando.


Renny Harlin dirigerà una commedia in Finlandia, pronta a ripartire dopo l’emergenza

Renny Harlin ha deciso di tornare alle sue radici dirigendo una commedia in Finlandia, pronta a ripartire dopo l’emergenza Coronavirus: si tratterà di uno dei primi progetti europei a ripartire visto che l’inizio delle riprese è fissato a tra poche settimane. Sul set la produzione rispetterà le stesse misure di sicurezza che anche altri paesi adotteranno.
Il regista ha trascorso gli ultimi anni a dirigere film per la Cina, ma vista l’emergenza è tornato nel suo paese natale con l’obiettivo di dirigere Class Reunion 3, terzo capitolo del remake finlandese della popolare serie di film danesi. La storia ruota attorno a tre amici di mezza età che si riuniscono in occasione di una rimpatriata di classe.

“Ho vissuto a Hollywood e a Pechino negli ultimi 35 anni, realizzando 22 film” ha commentato il regista. “Ho pensato che questa estate fosse l’occasione migliore per tornare alle mie radici e girare una bella commedia senza freni con un mucchio di amici di vecchia data“.

Class Reunion 3 (Luokkakokous 3) sarà uno dei primi progetti a dare il calcio di inizio alla ripartenza in Finlandia. Sul set saranno prese tutte le misure necessarie per lavorare in totale sicurezza: Harlin ha dichiarato di voler ricorrere agli effetti visivi per dare modo al cast principale e alle comparse di tenersi a giusta distanza.

Il regista ha confermato l’intenzione di tornare in Cina in futuro per proseguire lì la sua carriera. Di recente Renny Harlin ha diretto Hercules – La leggenda ha inizio (2014), Skiptrace: Missione Hong Kong (2016), Gu jian qi tan zhi liu yue zhao ming (2018) e Chen mo de zheng ren (2019).


Été 85: il teaser del film di François Ozon con Valeria Bruni Tedeschi

“Non vedo l’ora di vedere Été 85 al cinema”: così il regista François Ozon ha presentato su Facebook il teaser del suo 19esimo lungometraggio, in arrivo prossimamente nelle sale cinematografiche francesi dopo il successo di Grazie a Dio (uscito alla fine dell’anno scorso in Italia), vincitore del Gran Premio della Giuria a Berlino.
Scritto e diretto da Ozon Été 85 racconta le vicende del sedicenne Alexis e della suo rapporto con David, un ragazzo leggermente più grande di lui, durante l’estate del 1985 in una cittadina balneare della Normandia. L’quilibrio di quella che nasce come amicizia e sembra poter diventare anche altro viene rotto dall’arrivo di Kate, ragazza alla pari britannica.

Il teaser, che potete vedere qui sopra, ha un sapore decisamente nostalgico. Nel cast i giovani Félix Lefebvre, Benjamin Voisin e Philippine Velge, oltre all’italiana Valeria Bruni Tedeschi. Prodotto da Eric e Nicolas Altmayer per Mandarin Production, il film è stato girato l’estate scorsa tra la Normandia e Parigi e stasera dovrebbe ricevere l’etichetta Cannes 2020. Ricordiamo che Ozon ha partecipato al Concorso di Cannes tre volte (2003, 2013 e 2017), a Berlino cinque volte (2000, 2002, 2007, 2009 e 2019), a Venezia tre volte (2004, 2010 e 2016).




Da Sky High a Big Hero 6, su Disney Plus i film di Supereroi che non ti aspetti

Quando pensiamo ai supereroi, soprattutto se associati alla parola Disney, vengono in mente subito gli Avengers, ovvero Hulk, Captain America, Iron Man, Vedova Nera, Thor, Occhio di falco e tutti i loro amici. Da Spider-Man a Black Panther, passando per Ant-Man e i Guardiani della Galassia, solo per citarne alcuni. Ma Disney Plus è anche la dimora di tanti altri film di supereroi che non ti aspetti. Qui sotto alcuni dei film con eroi davvero super ma dall’aspetto, a volte, poco convincente…

Up, Up and Away (2000)

I Marshall non sono una famiglia normale. Ordinari nell’aspetto, sono in realtà dei supereroi. Scott non vede l’ora di compiere 14 anni per ottenere il controllo dei propri poteri. Ma a meno di una settimana dal compleanno, non mostra alcun segno di abilità straordinarie. Quando la sua famiglia viene catturata da un criminale, Scott è l’ultima speranza per fermare il cattivo e salvare l’umanità.

Sky High (2005)

Will Stronghold, figlio dei leggendari supereroi Commander (Kurt Russell) e Jetstream (Kelly Preston), ha molte aspettative quando inizia a frequentare una scuola che plasma i supereroi di domani. Non avendo poteri particolari, sembra destinato a finire nella classe dei “subordinati”. Scoperti i suoi veri punti di forza, imparerà che per essere veri eroi servono anche lealtà e gioco di squadra.

Underdog – Storia di un vero supereroe (2007)

Dopo un incidente nel laboratorio dello scienziato pazzo Simon Barsinister, un beagle si ritrova con superpoteri e il dono della parola. Vestito da supereroe, Underdog giura di proteggere i cittadini di Capital City, soprattutto la bellissima spaniel Polly Purebred. Quando un piano diabolico di Barsinister e dello scagnozzo Cad minaccia di distruggere la città, solo Underdog potrà salvarla.

Bolt – Un eroe a quattro zampe (2008)

Bolt è la star del più grande show di Hollywood. Il problema è che crede che sia vero. Finito a New York per sbaglio, è determinato a liberare i suoi superpoteri per battere il male e tornare a casa. Nel cammino, Bolt e i suoi amici capiscono che non servono superpoteri per essere eroi.

Supercuccioli – I veri supereroi (2013)

Un’esaltante avventura che segna la nascita di una nuova razza di eroi. I cuccioli scoprono dei misteriosi anelli in grado di conferire poteri speciali, di cui non esitano a servirsi per combattere un malvagio alieno mutaforma che minaccia la Terra. Riusciranno a sconfiggerlo senza svelare la loro identità? Un’incredibile storia che dimostra come non servano superpoteri per diventare eroi.

Big Hero 6 (2014)

Baymax, il simpaticissimo robot da compagnia, crea un legame speciale con un ragazzo prodigio nel campo della robotica, Hiro Hamada. Quando una terribile serie di eventi li catapulta nel bel mezzo di una pericolosa storianelle strade di San Fransokyo, Hiro si rivolge a Baymax e al suo gruppo di amici, e insieme formano una banda di improbabili eroi. Alcune sequenze di immagini ed effetti di luce lampeggiante potrebbero avere conseguenze sugli spettatori fotosensibili.

Kim Possibile (2019)

L’eroe adolescente Kim Possible e il suo migliore amico Ron Stoppable iniziano il loro primo anno di liceo, mentre continuano a salvare il mondo dai cattivi. Kim e Ron sono sempre stati un passo avanti rispetto ai loro avversari, ma scalare la gerarchia sociale delle scuole superiori è più difficile di quanto i due eroi immaginassero. Con Drakken e Shego sempre in agguato nell’ombra, Kim deve fare affidamento sulla sua famiglia e sul Team Possible: Ron, il genio della tecnologia Wade, la nuova amica Athena e Rufus, un topo talpa.


Black Lives Matter: film in streaming per capire meglio cosa sta succedendo negli USA

Le proteste che stanno avvenendo negli Stati Uniti in questi giorni dopo l'omicidio di George Floyd stanno rivelando contraddizioni antiche della società americana, ovviamente legate alla questione razziale. In streaming ci sono film che possono aiutare tutti a capirle meglio.

Le manifestazioni di protesta e le rivolte che stanno avvenendo in questi giorni negli Stati Uniti, dopo la morte di George Floyd, sono l'ennesimo arrivare al pettine della storia di nodi rappresentati di contraddizioni antiche nella società americana, tutte relative alla questione razziale.
Per meglio capire quello che sta avvenendo, e le radici di queste contraddizioni, il cinema può venirci in soccorso. Ecco quindi quattro film che trovate attualmente sulle piattaforme di streaming disponibili in Italia grazie ai quali possiamo avere una maggiore consapevolezza riguardo gli eventi drammatici di questi giorni.

I Am Not Your Negro

Non si possono capire appieno la questione razziale negli Stati Uniti e le sue ricadute sul presente, senza conoscere James Baldwin e il suo pensiero. Baldwin è stato l'intellettuale nero più importante del XX secolo, autore di romanzi, racconti, saggi e opere teatrali importanti e illuminanti (tra gli altri, "Se la strada potesse parlare", da cui Barry Jenkins ha tratto di recente l'omonimo film). I Am Not Your Negro, che trovate disponibile in streaming su Chili, ne racconta pensiero e le opere a partire da una sua opera rimasta incompiuta. Documentario diretto da Raoul Peck, candidato all'Oscar nella sua categoria, non è solo il ritratto di una mente acutissima e di un narratore straordinario capace di leggere la storia e il suo tempo con grande lucidità e di usare un linguaggio innovativo, empatico e chiarissimo per comunicare il suo pensiero, ma una vera e propria lezione di storia e di etica, che aiuta a decodificare e comprendere meglio la complessità del mondo in cui viviamo.

XIII emendamento

Disponibile su Netflix è invece il documentario 13th - XIII emendamento, diretto da Ava DuVernay, anche lui candidato all'Oscar come miglior documentario. Il film della regista afroamericana ci racconta come la questione razziale, negli USA, non sia dovuta unicamente a un razzismo "ideologico", ma riguardi un gran numero di altri fattori che hanno un legame diretto con la storia americana passata e recente (il nodo della schiavitù e le incarcerazioni di massastabilendo un legame diretto tra le due cose), e con il sistema economico che regola la società statunitense e mondiale. Coerentemente con le scelte del movimento Black Lives Matter, il film della DuVernay non è sovversivo né rivoluzionario, ma cerca solo di portare all'attenzione di tutti questioni passate sotto silenzio per negligenza o per ignoranza.

LA 92

Sempre su Netflix trovate anche LA 92, un film documenario sulle proteste e le rivolte che infiammarono Los Angeles dopo le violenze subite dalla polizia losangelina da Rodney King al momento del suo arresto, divenute di pubblico dominio per le riprese effettuate sul posto da alcuni presenti che poi vennero rilanciate dai media statunitensi. Presentato al Tribeca Film Festival, e premiato con un Primetime Emmy Award, questo documentario mostra anche immagini di rivolte analoghe avvenute in passato, come quelle di Watts del 1965, e stabilisce un link inquietante con quanto continua ad avvenire nel presente.

Fa' la cosa giusta

In questi giorni Spike Lee ha pubblicato su Twitter un video, intitolato 3 Brothers, che monta assieme immagini di Fa' la cosa giusta relative alla morte di Radio Raheem, dell'arresto di Eric Garner, vittima della violenza della polizia americana nel 2014 e dello stesso George Floyd, a testimonianza di come, in tutti questi anni, la situazione dei neri americani sia tristemente rimasta uguale a quella di sempre: in costante pericolo di vita. Lungi dall'essere solo una condanna sulla violenza della polizia, Fa' la cosa giusta è un grandissimo film che riflette con energia, inventiva, realismo e amarezza sulle contrapposizioni razziali e sulle possibilità di un loro superamento. Lo trovate su Chili, Google Play, e iTunes.

Se poi vi interessa approfondire ancora di più il discorso, imperdibile e necessaria è la lettura di autori come Ta-Nehisi Coates, intellettuale considerato l'erede di James Baldwin, che ha scritto lo spendido "Tra me e il mondo", lettera di un padre a un figlio su cosa significhi essere neri nell'America di oggi, o Colson Whitehead, che con il suo romanzo "La ferrovia sotterranea" si è aggiudicato Pulitzer e National Book Award per la narrativa.


Alien – Ridley Scott vuole fare un terzo prequel

Per anni Ridley Scott ha affermato che Prometheus e Alien: Covenant sarebbero stati i primi film di una trilogia che si sarebbe dovuta chiudere con Alien: Awakening che sarebbe destinato a convogliare col primo film di Alien.

Ma ora che la Disney ne detiene i diritti del franchise c’è ancora qualche possibilità di poter vedere un finale in ottica Scottiana oppure ci toccherà un nuovo riavvio da parte del famoso colosso cinematografico?

Parlando con LA Times tuttavia Scott suggerisce che un terzo film sia ancora nei suoi piani.

“Penso ancora che ci siano ancora un sacco di cose da raccontare di Alien, ma penso che ora ci dovremo ri-evolvere.

Quello che ho sempre pensato quando stavo realizzando il primo Alien era perché una creatura come lo Xenomorfo sarebbe stata creata e perché viaggiasse in quella che ho sempre pensato fosse una specie di nave da guerra, che trasportava un carico di queste uova. Qual’era lo scopo del veicolo e qual’è lo scopo delle uova? Questa è la cosa da mettere in discussione: chi, perché e per quale scopo è la prossima idea, penso.”

Una prima risposta venne data in Prometheus e Alien: Covenant in cui ci veniva mostrata la nascita del primo Xenormorfo e ci veniva svelato il loro creatore e lo scopo della loro creazione. Ma non c’è ancora un collegamento col primo Alien e quindi possiamo solo supporre che gli Xenomorfi e gli Ingegnieri sono diretti verso una data su LV-426.

Detto questo non ci rimane che attendere sviluppi futuri in merito a questo terzo film.


Aquaslash – Il trailer trasforma una piscina in un bagno di sangue

Dalla Red Hound Films sta per arrivare una nuova pellicola horror dalle tinte abbastanza slasher poichè il sangue farà da padrone nella pellicola Aquaslash.

Tuffatevi nel primo trailer disponibile di Aquaslash e venite a scoprire come un innocente scivolo acquatico possa trasformarsi in un’arma mortale.

Diretto da Renaud Gauthier la pellicola verrà rilasciata in VOD il 23 Giugno 2020.

Il liceo è finito per gli studenti di Valley Hills e lo stanno terminando con un enorme weekend a Wet Valley, un parco acquatico infestato dagli spettatori bloccato negli anni ’80 dove possono festeggiare come se non ci fosse un domani. Un premio in denaro è in palio per la squadra più veloce che volerà giù per lo scivolo, ma gli adolescenti non sono preparati per una sorprendente sorpresa mentre qualcuno pianifica di tagliare la competizione.




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I VITELLONI, VITTORIO DE SICA RIFIUTÒ PER PAURA DI ESSERE BOLLATO COME OMOSESSUALE

I Vitelloni non ha bisogno di presentazioni: il film con Alberto Sordi fa parte delle opere più celebri di Federico Fellini e come tanti altri film del celebre regista è entrato ormai a far parte della nostra storia e della nostra cultura, ragion per cui nessuno avanzerebbe mai la pretesa di apportarvi delle modifiche.

Un po' di rammarico sale però a pensare che il film avrebbe potuto vantare una ciliegina sulla torta non da poco: pare infatti che Fellini avesse contattato il grande Vittorio De Sica per un ruolo nel suo film, ma che questi abbia gentilmente declinato l'offerta.

Il motivo? Il ruolo era quello di Sergio Natali, attore teatrale che ad un certo punto del film muove delle avance abbastanza palesi al giovane Leopoldo: proprio il palesarsi dell'omosessualità del personaggio avrebbe dunque spinto De Sica a rifiutare, preoccupato della possibilità che l'orientamento sessuale di Natali venisse confuso con quello reale del suo interprete.

Una scelta che oggi farebbe gridare allo scandalo, ma che va ovviamente contestualizzata in un Italia e in un mondo che, ormai più di mezzo secolo fa, non guardavano certo di buon occhio a quella che oggi conosciamo come comunità LGBTQ. Resta, dunque, l'amaro in bocca di non aver potuto assistere alla collaborazione tra due giganti del nostro cinema. A proposito di Fellini, intanto, approfittatene per godervi di nuovo il trailer restaurato de Le Notti di Cabiria.


HUGH GRANT, NIENTE PIÙ COMMEDIE ROMANTICHE PER LA STAR: "VOGLIO PERSONAGGI COMPLESSI"

Apparso di recente nella miniserie HBO The Undoing, Hugh Grant ha parlato dei suoi ultimi anni di carriera e della sua vita privata durante una recente intervista con Saga Magazine.

"Sono diventato troppo vecchio e brutto per le commedie romantiche, grazie a Dio" ha spiegato l'attore, che ha abbandonato ormai da tempo il genere che più lo ha reso famoso. "Sono orgoglioso di averle fatte perché funzionavano, intrattenevano le persone e non erano stupide. Almeno, la maggior parte non lo erano. Ma è bello non essere un protagonista giovane e bello. Al tempo dicevo, 'Se volete qualcuno di oscuro e profondo, chiamate Ralph Fiennes', ma in questo periodo sto affrontando molte nuove sfide. Per quando mi riguarda, più un personaggio è oscuro e complesso, meglio è."

Grant, padre di cinque figli, ha poi parlato del suo rapporto conflittuale con la tecnologia: "I miei figli più grandi sono dipendenti dai loro telefoni, ovviamente. Non so cosa farci. Io odio il mio telefono, un giorno durante le riprese di The Undoing l'ho lasciato nella mia stanza di hotel. Tra un ciak e l'altro ho letto un libro, parlato con la gente, è stato meraviglioso."

"Sono un padre sciocco. L'ho preso da mia madre, che si comportava così quando io e mio fratello eravamo bambini, faceva un sacco di voci ridicole" ha rivelato poi l'attore sul rapporto con i figli. "Avere figli è strano, vero? È allo stesso tempo il periodo peggiore della tua vita e il migliore. Perché se calpesti l'ennesimo giocattolo quando sei in hangover è terribile, ma quando vedi le foto che hai scattato nel corso degli anni, ti tendi conto di quanto sei stato felice."


MATRIX, PARLA LILLY WACHOWSKI: "IL FRANCHISE È NATO DA RABBIA E OPPRESSIONE"

25 anni dopo l'uscita nelle sale di Matrix, di cui è atteso un quarto capitolo in arrivo il prossimo anno, la co-regista Lilly Wachowski ha parlato del suo rapporto conflittuale con l'industria cinematografica durante un'intervista con l'Hollywood Reporter.

"Sono arrivata quando il cinema era al suo apice, prima che i board e gli esperti di marketing trovassero un modo per limitare i film" ha spiegato la Wachowski, che sta realizzando Matrix 4 senza il contributo della sorella Lana. "Alla fine, tutte quelle persone e istituzioni finivano nella stessa stanza con te, e in particolare dietro la macchina da scrivere, l'obiettivo e il montaggio. Personalmente, si era creata in me una certa tensione. Sono arrivata al punto di rottura e mi sono dovuta allontanare."

Oltre alla sua estetica rivoluzionaria, Matrix ha fatto breccia nel cuore degli appassionati anche per i suoi diversi piani di lettura. Come ricordato dalla regista, infatti, il film "è nato dalla rabbia nei confronti del capitalismo, la struttura corporativa e le forme di oppressione. La rabbia che ribolliva dentro di me riguardava la mia stessa espressione, che mi costringeva a rimanere chiusa nell'armadio."

Previsto inizialmente per il maggio del prossimo anno, lo ricordiamo, il quarto capitolo è stato rinviato da Warner Bros. ad una data non precisata del 2021. Per altre notizie, vi rimandiamo ai folli dettagli dal set di Matrix 4 e alle possibili differenze tra Matrix 4 e la trilogia originale.


LOGAN, DAFNE KEEN NEL COSTUME GIALLO E BLU DI X-23: CE LA MOSTRA UNA FANTASTICA FAN-ART

Dopo essere tornati a discutere di Logan - The Wolverine grazie a un illuminante quanto lungo intervento del regista e sceneggiatore James Mangold sul senso concettuale e di genere del cinecomic Fox, ecco che adesso continuiamo a guardare allo splendido film con Hugh Jackman grazie a una nuova e intrigante fan-art.

È importante ricordare che al momento i Marvel Studios stanno sviluppando un reboot cinematografico degli X-Men dopo esserne tornati in possesso grazie alla fusione con la Fox, anche se attualmente non ci sono notizie concrete in merito, né un regista, né un'idea di come e quando sarà rilanciata la storia dei mutanti né una finestra di lancio, anche solo un anno. Manca tutto e c'è solo ed esclusivamente l'intenzione di lavorare seriamente a una nuova trasposizione.

Non è insomma chiaro se i Marvel Studios vorranno appropriarsi o meno di alcune idee o personaggi riusciti e funzionali sviluppati dalla Fox, come ad esempio il Quicksilver di Evan Peters (forse in WandaVision?) o, guardando a Logan, alla piccola X-23, figlia artificiale di Wolverine interpretata da Dafne Keen. Che l'attrice possa tornare è tutto da vedere e sicuramente più improbabile che possibile, ma un fan ha deciso comunque di immaginarla nello storico costume giallo e blu a fumetti, erede di quello di Wolverine.


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ZOMBIE, CHIRURGIA PLASTICA E SANGUE A VOLONTÀ NEL FOLLE TRAILER DI YUMMY

Arriva online il nuovo trailer ufficiale di Yummy, zombie-movie europeo diretto dal regista olandese Lars Damoiseaux e ambientato in un ospedale fatiscente da "qualche parte nell'Europa dell'est".

La folle trama racconta di una giovane donna che insieme alla sua famiglia raggiunge questo ospedale per assicurarsi un prezzo vantaggioso su un'operazione di chirurgia plastica. Vagando in un reparto abbandonato, il suo ragazzo libera inconsapevolmente una donna zombie che è "il risultato di un trattamento sperimentale di ringiovanimento", sprigionando il virus e il caos apocalittico che ne consegue.

Il film, descritto come "un'orgia di sangue, violenza e divertimento", è interpretato da Maaike Neuville, Bart Hollanders, Clara Cleymans, Benjamin Ramon, Eric Godon e Annick Christiaens. Come al solito, potete godervi il filmato promozionale all'interno dell'articolo.

Yummy è realizzato dal regista olandese Lars Damoiseaux, qui al suo primo vero lungometraggio dopo un progetto precedentemente chiamato 10 jaar leuven kort e numerosi altri cortometraggi. La sceneggiatura è stata scritta sempre da Lars Damoiseaux e in collaborazione con Eveline Hagenbeek. Il film è stato distribuito in versione limitata in alcuni cinema in Belgio alla fine dell'anno scorso, ma dal 25 giugno prossimo arriverà in streaming anche in altri paesi europei e negli Stati Uniti.




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ADDIO CARE SCENEGGIATURE: ECCO COME HOLLYWOOD COMBATTERÀ L'EPIDEMIA DAI SET

Come ogni altro settore lavorativo, anche Hollywood dovrà adattarsi al nuovo mondo colpito dal virus COVID-19, e i nuovi regolamenti per la sicurezza sui set potrebbe escludere le care, vecchie sceneggiature.

Mentre le normative continuano ad essere studiate per preparare gli addetti ai lavori a metterle in atto, Vanity Fair riporta che in una proposta elaborata dall'Alliance of Motion Picture and Television Producers, ci sarebbe anche un paragrafo che raccomanda l'eliminazione dell'uso della carta sui set. Ciò significherebbe niente più elenchi delle troupe, rapporti di produzione e, ovviamente, le sceneggiature; al posto di queste ultime, infatti, si suggerisce una strategia digitale, nel tentativo di minimizzare il rischio di trasmissione di COVID-19 (che può resistere sulla carta per un periodo di tempo sconosciuto).

Tra gli altri consigli, inoltre, anche un passaggio permanente alle "stanze degli sceneggiatori virtuali": la classica e romantica immagine di un tavolo pieno di scrittori con caffè e sigarette intenti a sbranarsi fra loro per far valere ognuno la propria idea potrebbe diventare presto soltanto un dolce ricordo. Ovviamente per il momento si tratta ancora di proposte soggette a modifiche, quindi resta da vedere quanto di tutto ciò sarà effettivamente preso in considerazione dagli studi.


Edited by Triplethor - 3/6/2020, 21:11
view post Posted: 2/6/2020, 14:20 MovieTown - Cinema

MARTEDI

02/06/2020



Victoria Mahoney da Star Wars: Episodio IX a Kill Them All per la Paramount

Victoria Mahoney è stata la prima regista donna di seconda unità a lavorare a un film di Star Wars e dopo L’ascesa di Skywalker è pronta al suo debutto alla regia di un film ad alto budget.
Stando all’Hollywood Reporter, Mahoney è in trattative per dirigere per la Paramount l’adattamento cinematografico di Kill Them All, la graphic novel di Kyle Starks.

Josh Appelbaum e Andre Nemec, che hanno lavorato a Mission: Impossible — Protocollo fantasma e Tartarughe Ninja, figureranno come produttori, mentre James Coyne sarà lo sceneggiatore.

Descritto come una lettera d’amore ai film d’azione anni ’90, Kill Them All narra di un’assassina tradita che vuole vendetta e di un ex-poliziotto alcolizzato che rivuole indietro il suo lavoro. Per ottenere quello che vogliono dovranno fare squadra per abbattere criminali, assassini, signori della droga, sicari, contabili (già!) e…ucciderli tutti.

Mahoney ha avuto ruoli minori al cinema e in televisione prima di debuttare alla regia con il film indipendente Yelling at the Sky, con Zoe Kravitz e Jason Clarke, arrivato al cinema nel 2012. Ha diretto episodi di serie come Power e American Crime, ma ha acquisito fama una volta scelta da J.J. Abrams come regista di seconda unità di Star Wars: L’ascesa di Skywalker.


Mission: Impossible 7, le riprese dovrebbero ripartire a settembre e tornare anche a Venezia

Dopo la sospensione forzata a causa dell’emergenza Coronavirus, le riprese di Mission: Impossible 7 dovrebbero ripartire a settembre stando all’assistente alla regia Tommy Gormley. Durante un’intervista con la BBC a proposito delle nuove linee guida stilate dalla British Film Commission per la ripartenza, Gormely ha spiegato che la speranza è di tornare sul set a settembre per poi terminare a maggio:

Speriamo di tornare a girare a settembre. Stavamo per girare a Venezia, eravamo proprio nell’epicentro quando è scoppiata l’emergenza, perciò abbiamo dovuto fermare tutto a 4-5 giorni dall’inizio delle riprese.

L’idea è di tornare anche in Italia e negli altri paesi previsti:

Speriamo di ripartire a settembre e di visitare tutti i paesi in programma, gireremo una grossa porzione nel Regno Unito in teatro di posa, perciò da settembre ad aprile/maggio è il nostro obiettivo. Siamo convinti di potercela fare.

Gormley ha poi definito le linee guida “eccellenti” e che bisognerà apportare alcuni accorgimenti all’organizzazione sul set viste le troupe “gigantesche”:

Dobbiamo tornare a lavorare per tutte le persone nell’industria cinematografica, siamo decine di migliaia, dobbiamo tornare al lavoro. Dobbiamo farlo in sicurezza e proteggere i nostri colleghi, ma è una cosa possibile e stiamo lavorando sodo perché accada.

In Mission: Impossible 7 e 8 ritroveremo, oltre a Tom Cruise, anche Rebecca Ferguson, Hayley Atwell, Pom Klementieff, Vanessa Kirby e Shea Whigham. Esai Morales sarà l’antagonista.

Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i due film (il terzo e il quarto da lui scritti e diretti). Continua poi la partnership con la Skydance di David Ellison, che co-produrrà le pellicole. La Paramount Pictures si occuperà della co-poduzione e della distribuzione.

Il settimo episodio arriverà nelle sale americane il 19 novembre del 2021, mentre l’ottavo arriverà il 4 novembre del 2022.


Frozen: Josh Gad sulla possibilità di un terzo film dopo “Il segreto di Arendelle”

Durante un’intervista con PopCulture.com, Josh Gad ha parlato della possibilità di un terzo film dedicato a Frozen dopo Frozen II – Il segreto di Arendelle.
L’attore, che presta la voce a Olaf, ha spiegato di non averne la certezza:

Non lo so. Voglio dire, il punto è questo. Frozen II non è nato fin quando non ha avuto motivo di esistere. Allo stesso modo non so se e quando ci sarà un Frozen III. Non è una cosa che spetta a me decidere, ma quello che posso dirvi è questo: quando è nata l’occasione di prendere questi personaggi e dare un messaggio di speranza e ottimismo, io e la Disney abbiamo fatto squadra nelle ultime settimane per fare At Home with Olaf. Perciò la saga di Frozen è andata avanti pur non trattandosi di un terzo film.

Ma vedremo! Se ci sarà una storia da raccontare, sono certo che Jennifer Lee e la sua squadra incredibile alla Disney Animation saranno pronte a mettersi in gioco.


Ricordiamo che Frozen II: Dietro le quinte, la nuova docuserie originale Disney+ incentrata sulla realizzazione del secondo film debutterà in tutto il mondo su Disney+ venerdì 26 giugno


La piccola bottega degli orrori: Billy Porter parla di cosa possiamo aspettarci dalla sua Audrey II

Non sappiamo se la nuova versione di La Piccola Bottega degli Orrori verrà effettivamente prodotta dalla Warner Bros perché, allo stato attuale delle cose, abbiamo solo alcune informazioni sul cast composto da Taron Egerton (il fiorista Seymour), Scarlett Johansson (Audrey) e Billy Porter (la voce della pianta cannibale Audrey II).

In una recente intervista con Collider (via CB.com) è stato proprio Billy Porter a parlare di quello che possiamo aspettarci dalla sua Audrey II:

È uno dei musical della mia generazione, di chi è stato adolescente negli anni ottanta e i suoi brani hanno fatto parte delle canzoni delle mie audizioni da sempre. Poi ho già interpretato la voce della pianta nello spettacolo teatrale prima che tornasse a Broadway. Mi sono avvicinato a quel ruolo prendendolo per quello che è: una sorta di storia faustiana. È come la storia del diavolo, del “vendimi l’anima e ti darò tutto quello che vuoi”. È una villain. Non mi capita spesso di essere un villain, quindi preparatevi perché farò di tutto! Di tutto! Userò tutta la mia gamma vocale.

Il cult del 1986 era a sua volta ispirato all’omonimo musical del 1982 di Alan Menken e Howard Ashman (il quale era basato sul film del 1960 diretto da Roger Corman).


IL GLADIATORE 2: I PRODUTTORI SVELANO QUANDO SARÀ AMBIENTATA LA STORIA

Il Gladiatore 2 è in fase di sviluppo e i produttori hanno svelato quando sarà ambientata la storia. ovvero 30 dopo gli eventi del primo film.
Tanti fan del film originale si sono chiesti in che modo potrebbe proseguire la storia portata sul grande schermo da Ridley Scott e ora è stato condiviso qualche dettaglio.

I produttori Laurie MacDonald e Walter F. Parkes, intervistati da HeyUGuys, hanno parlato della continuazione della storia di Massimo, interpretato nel film Il gladiatore da Russell Crowe.
Il sequel sarà scritto da Peter Craig e Ridley Scott aveva confermato in più occasioni che il lungometraggio era in fase di sviluppo.

MacDonald ha ora spiegato: "Stiamo lavorando con Ridley ed è un film che non avremmo toccato tranne nel caso in cui ci fosse stata la sensazione di aver trovato un modo per realizzarlo che sembrasse legittimo, quindi stiamo lavorando con uno sceneggiatore incredibile, Peter Craig".
Parkes ha aggiunto: "Il film riprende la storia 30 anni dopo, 25 anni dopo".

Non è però ancora chiaro se, e in che modo, nel secondo capitolo della storia verrà riportato in scena il personaggio interpretato da Russell Crowe, nonostante Scott nel 2017 avesse dichiarato: "So come riportarlo indietro. Ne stavo parlando con lo studio, la reazione è 'ma è morto'. Ma c'è un modo per riportarlo in scena, anche se non so se accadrà. Il Gladiatore è stato realizzato nel 2000, quindi Russell è cambiato un po'. Sta lavorando a qualcosa ora, ma sto cercando di coinvolgerlo".


WITNESS - IL TESTIMONE: ECCO PERCHÉ NON CI SONO VERI AMISH NEL FILM

I personaggi Amish di Witness - Il testimone hanno un aspetto estremamente realistico, dagli attori che interpretano i ruoli principali fino alle comparse che compaiono in secondo piano. D'altro canto nessun vero Amish è presente nel film perché, correttamente specificato in una scena della pellicola, a loro non piace affatto essere fotografati.

Tuttavia, molti membri della comunità in cui è stato girato il film erano molto interessati alle riprese e molte persone Amish erano spesso presenti sul set incuriositi dalla tecnologia e dagli attori, sebbene sempre fuori dalla portata delle telecamere.Witness - Il testimone fu prodotto e distribuito dalla Paramount e venne girato interamente in Pennsylvania, tra Filadelfia e la contea di Lancaster, in una comunità religiosa degli Amish. È il primo film girato negli Stati Uniti da Peter Weir.

Durante un'intervista Harrison Ford ha dichiarato: "Questo film mi è piaciuto molto perché non mi piace la tecnologia. Se ci sono troppi effetti speciali in un film significa che la pellicola è fuori controllo e che l'aspetto umano della storia rischia di andare perduto. Le persone non vanno al cinema per gli effetti speciali, le persone vanno al cinema per provare emozioni e per vedere qualcosa di 'umano'."

Il film ha vinto due premi Oscar su otto candidature totali nel 1986. Grazie a questa interpretazione, Harrison Ford ottenne la sua unica candidatura all'Oscar come miglior attore protagonista. Presentato fuori concorso al 38º Festival di Cannes il film ha incassato 4 539 990 milioni di dollari nel suo weekend di apertura, posizionandosi al secondo posto dietro Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills. La pellicola è rimasta nella seconda posizione per tre settimane per poi salire in testa alla classifica nella sua quinta settimana di distribuzione, guadagnando oltre 65 milioni di dollari negli Stati Uniti.




L'ULTIMO SAMURAI: TOM CRUISE STAVA PER ESSERE DECAPITATO SUL SET DEL FILM

Tom Cruise è uscito indenne da un combattimento rischioso, le cui ferite sarebbero potute essere potenzialmente fatali per l'attore americano sul set de L'ultimo samurai. Durante una scena la spada del suo avversario ha quasi decapitato Cruise passando a meno di un centimetro di distanza dalla giugulare dell'attore.

Tom Cruise e il suo co-protagonista, Hiroyuki Sanada, stavano girando una scena di combattimento con la spada quando si verificò l'incidente. Sanada fece oscillare la sua lama verso Cruise che si trovava fuori campo, sulla sella di un cavallo meccanico. Secondo quanto riferito il cavallo meccanico, a causa di un malfunzionamento, si mosse in modo imprevedibile e Sanada fermò la sua lama a un centimetro dal collo della superstar americana.

Cruise si è preparato per quasi due anni prima dell'inizio delle riprese de L'ultimo samurai, tra lunghissimi allenamenti per imparare a destreggiarsi con la spada e le lezioni di giapponese. Lo spadaccino nel villaggio, con cui si è allenato l'attore, è un vero e proprio spadaccino. Si chiama Shoji Yoshihara, fratello di Yoshihara Yoshindo. Shoji è un maestro spadaccino di livello "Mukansa", uno dei più alti ranghi in Giappone.

Le spade usate in questo film sono le katane Orchid, in acciaio, forgiate da Paul Chen. Originariamente era blu ma vennero dipinte di rosso per combaciare con l'armatura del Samurai che il Capitano Nathan Algren, interpretato da Tom Cruise, uccide nel suo primo combattimento con gli uomini di Katsumoto. Questa particolare armatura è la stessa con cui Taka veste Algren per la battaglia finale. Furono acquistate, in tutto, ben sette spade dalla produzione del film.


DUNKIRK, TRENTA SOPRAVVISSUTI VIDERO IL FILM DI CHRISTOPHER NOLAN: LA LORO REAZIONE

Secondo quanto riferito da Sir Kenneth Branagh circa trenta sopravvissuti alla battaglia di Dunkirk, tutti di età compresa tra i novanta e i cento anni, parteciparono, insieme agli attori, alla premiere del film a Londra, in Inghilterra. La loro reazione fu incredibile e sorprese non tanto gli attori quanto lo stesso Christopher Nolan.

Dopo la fine della premiere - a proposito, qui potete leggere la nostra analisi sul finale di Dunkirk - Branagh riusci a parlare a lungo con alcuni dei veterani, i quali dichiararono, all'unanimità, che il film aveva descritto gli eventi con un'accuratezza a dir poco sorprendente ma che l'audio della pellicola era in realtà più rumoroso della battaglia stessa. Questo commento divertì moltissimo Nolan, lo sceneggiatore, produttore e regista di Dunkirk.

Intervistato da Stephen Colbert, Kenneth Branagh ha dichiarato: "Ho incontrato i veterani di Dunkirk, ne ho incontrati trenta la settimana scorsa durante la premiere nel Regno Unito, avevano tutti più di novant'anni. Dissero che il film era più rumoroso della vera battaglia a cui avevano partecipato e credo che questa cosa piacque molto a Nolan."

"In questo senso il film va oltre ogni limite, diventando quasi spaventoso per via di come descrive gli eventi con un'accuratezza quasi maniacale; il boato delle bombe che cadono su Dunkirk, che è una spiaggia enorme, quando si è intrappolati nella geniale visione di questo conflitto partorita dalla mente di Chris Nolan non ti permette di sfuggire dal suono degli ordigni." Ha concluso Branagh.




BRIMSTONE: QUANDO ROBERT PATTINSON DIEDE UNA BRUTTA NOTIZIA A GUY PIERCE

Prima di Brimstone, Guy Pearce aveva già lavorato con Robert Pattinson sul set di The Rover ed era entusiasta di recitare di nuovo con lui tant'è che scrisse all'attore, durante il suo primo giorno di riprese, che non vedeva l'ora di incontrarlo nuovamente. Pattinson però rispose: "Ho cambiato idea, il film non fa per me." e affidò a Pearce il compito di dare questa brutta notizia al regista Martin Koolhoven.

La produzione di Brimstone, film finanziato da fonti diverse, era molto confusionaria ed era stato impossibile far firmare contratti ufficiali agli attori, quindi, legalmente, nessuno poteva criticare la decisione di Pattinson, e il regista fu semplicemente costretto a prenderne atto. Fortunatamente, la sta star di Twilight fu rapidamente sostituita da Kit Harington, protagonista de Il trono di spade.

Mia Wasikowska e Pattinson avrebbero dovuto recitare rispettivamente nei panni di Liz e Samuel, ma furono sostituiti da Dakota Fanning e Harington poco prima dell'inizio delle riprese. La Wasikowska abbandonò la produzione a causa di "imprevedibili problemi personali" a detta del regista. Quindi quando Guy Pearce prese l'aereo per l'Europa corse un grosso rischio perché non c'erano ancora sicurezze dal punto di vista finanziario. Tuttavia, essendo entusiasta del suo personaggio e dall'incontro con il regista Martin Koolhoven, decise di acconsentire comunque e la sua presenza fu un fattore decisivo nel garantire il resto del budget del film.

Nel giro di pochi giorni la Wasikowska fu sostituita dalla Fanning, che era già stata presa in considerazione per la parte, ma aveva già avuto problemi di disponibilità. In un'intervista del 2017 Robert Pattinson ha dichiarato di essersi ritirato perché pensava che il film sarebbe stato cancellato dopo che la Wasikowska aveva abbandonato il cast e che quando la produzione tornò di nuovo in pista, i suoi nuovi impegni lavorativi non gli permisero di tornare. L'attore ha anche specificato di essersi pentito di non aver girato il film.


HIGHLANDER, CHAD STAHELSKI AGGIORNA SUL REBOOT: "È UN FILM DIFFICILE"

Sono passati ormai molti anni da quando Chad Stahelski è stato scelto come regista per il reboot di Highlander: un progetto molto complicato che non vedrà la luce per molto tempo.

Attualmente impegnato a progettare John Wick 4 e con lo spinoff The Continental, Stahelski ha avuto modo di fare il punto sullo stato dei lavori anche per quanto riguarda Highlander, durante un'intervista per The Hollywood Reporter:

"È un progetto sul quale sto lavorando da oltre tre anni ormai. Non è un progetto che sta particolarmente a cuore soltanto a me, ma anche agli altri creativi coinvolti. Sentiamo di esserci messi sulla buona strada, ma è davvero dura, perché il nome di Highlander è molto importante e la sua mitologia è incredibilmente profonda. Riuscire a restare fedeli all'originale e allo stesso tempo renderlo nostro è abbastanza difficile. Non vogliamo fare un remake. Non vogliamo reinterpretarlo. Vogliamo fare qualcosa di innovativo".

I lunghi tempi di sviluppo sembrano essere dovuti proprio alla difficoltà nell'adattare un'opera così importante per molti fan, il che è un po' il cruccio di tutti gli artisti che si trovano a dover confrontarsi con i sequel, i reboot e i rifacimenti moderni. Il regista ha poi concluso: "Fare un buon film è difficile, ma fare un film grandioso è ancora più difficile. Credo di avere una certa propensione nello scegliere progetti che non sono facili da sviluppare. In un certo senso, è una cosa positiva".

Stahelski ha rivelato anche alcuni dettagli su Matrix 4, nel quale collabora al fianco di Lana Wachowski.


SPIDER-MAN, LAURA HARRIER ERA CONVINTA CHE ZENDAYA LE AVESSE RUBATO IL RUOLO

Circa tre anni fa Spider-Man: Homecoming ha aperto una nuova fase cinematografica per il personaggio Marvel, interpretato dal giovane Tom Holland anche nel sequel, Spider-Man: Far From Home. Laura Harrier venne scelta per il ruolo di Liz, interesse amoroso di Peter Parker nel film. Harrier ha ricordato il momento del casting.

In una recente intervista l'attrice ha spiegato di aver avuto paura di perdere il ruolo, quando uscì l'indiscrezione dell'ingaggio di Zendaya, che in realtà venne scelta per il ruolo di M.J.:"Dopo aver fatto il mio screen-test per Spider-Man e prima di sapere qualcosa, venne fuori alcune settimane dopo che Zendaya sarebbe stata scritturata, quindi ho pensato di non aver ottenuto il lavoro. [...] Chiamai il mio agente e mi rassicurò che ero ancora in corsa".

Laura Harrier ha proseguito:"Ho pensato che fosse incredibile e rivoluzionario per Marvel metterci entrambi in quei ruoli e non farcela con la nostra oscurità. Eravamo solo ragazze che andavano a scuola a New York ed è così che sembra New York City; i film dovrebbero riflettere questo. Abbiamo passato i momenti migliori girando quel film. Zendaya e io siamo amiche adesso e siamo davvero grate, dondolarsi su quei fili è stato divertente!".
Tempo fa è stato svelato che nei primi concept art di Spider-Man: Homecoming c'erano dei riferimenti ai fumetti. In Homecoming compare anche Iron Man; potrebbe essere stata la Sony a volere il personaggio nel film?


WONDER WOMAN, GAL GADOT NELL'ARMATURA GOLDEN EAGLE NELL'EPICA ACTION FIGURE HOT TOYS

Il primo trailer di Wonder Woman 1984, sequel di Wonder Woman diretto da Patty Jenkins, è uscito qualche mese fa e ha mostrato un'affascinante armatura che vedremo indossare da Diana Prince/Wonder Woman nel film. Si tratta della Golden Eagle e sul mercato verrà lanciata da Hot Toys un'action figure del personaggio con il look sopracitato.

La descrizione del prodotto sul sito spiega:"Suston e Hot Toys presentano il look più dettagliato della scintillante armatura di Diana Prince con l'action figure da collezione in scala 1:6 Golden Armor Wonder Woman (Deluxe). Realizzata con particolare attenzione ai dettagli autentici che si trovano sulla Golden Armor e sulle ali, l'outfit è dipinto con il raffinato color oro metallizzato che sfoggia un sottile luccichio metallico, conferendo all'incredibile design maggiore consistenza e interesse visivo".

"Sapientemente realizzata basandosi sull'immagine di Gal Gadot nel ruolo di Wonder Woman nel film, l'accurata figure del film presenta la parte della testa in un nuovo concept con lunghi capelli ricci in tessuto marrone scuro, un corpo su misura per Wonder Woman, una serie di ali dell'armatura, un elmetto luccicante, l'arma caratteristica di Wonder Woman, Lasso of Truth, e un supporto dinamico appositamente progettato per l'esposizione".

La versione standard verrà venduta a 300 dollari mentre quella deluxe arriverà sul mercato a 360 dollari. Entrambe saranno pronte per essere vendute nel 2021, in un periodo compreso fra aprile e giugno.
Sul web sono state pubblicate alcune foto di Gal Gadot e Chris Pine in Wonder Woman 1984 così come una nuova immagine di Cheetah, villain del sequel di Patty Jenkins.


https://comicbook.com/dc/news/wonder-woman...-toys-sideshow/

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STAR WARS, LA NASA RENDE OMAGGIO ALLA SAGA CON UN'EPICA FOTO SATELLITARE

Nelle scorse ore la NASA ha reso omaggio alla celebre saga cinematografica di Star Wars con una foto satellitare a dir poco epica postata sulla pagina ufficiale di Facebook dell'agenzia spaziale americana.

L'immagine, che potete trovare in calce e mostra le location delle riprese viste dallo spazio, è accompagnata dal seguente messaggio:

"Alcune delle scene più iconiche del primo film di Star Wars furono ambientate nella Cantina Mos Eisley, una taverna poco illuminata sul pianeta deserto di Tatooine. Fu lì che Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi incontrarono per la prima volta Han Solo e Chewbacca, affrontarono il gangster Greedo e si resero protagonisti di una fuga drammatica dopo uno scontro a fuoco con gli Stormtroopers. Il loro veicolo di fuga, il Millennium Falcon, da allora ha ispirato il nome di una serie di razzi costruiti nel mondo reale".

Nel film primo film della saga, oggi noto come Star Wars: Episodio IV - Una Nuova Speranza, Mos Eisley è una città portuale che sorge nel deserto di Tatooine. Nel mondo reale, le sue location sono state scelte nei dintorni di Ajim, una città di pescatori sull'isola tunisina di Djerba. L'isola (chiamata anche Jerba) è situata nel Golfo di Gabes sul Mar Mediterraneo. Un edificio a cupola che un tempo era un panificio berbero fungeva da esterno della cantina. Sebbene ora fatiscente, l'edificio si trova ancora nella parte meridionale della città vicino ad un terminal dei traghetti. I turisti, come ci ricorda il post, si rendano ancora lì per godere del paesaggio urbano in cui una volta sfrecciò il Millennium Falcon.


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JACKASS 4, SHAQUILLE O'NEAL VUOLE SFIDARE JOHNNY KNOXVILLE NEL SEQUEL

Jackass 4 potrebbe contenere una sfida epocale. Da un lato la leggenda dell'NBA, Shaquille O'Neal, e dall'altro la star del franchise, Johnny Knoxville. La banda di Jackass è pronta a tornare e anche in questo caso ci saranno diverse guest star e anche Shaq vuole far parte del quarto film, come ha dichiarato a Steve-O nel suo podcast.

Shaq ha confessato di aver intenzione di combattere contro Johnny Knoxville in un match di boxe in Jackass 4, simile alla rissa che vide protagonista proprio Knoxville con Butterbean nel primo film di Jackass.
Dopo il terzo film, l'annuncio di Jackass 4 è stata una grande sorpresa per i fan del franchise. Ricordiamo che tutti i film di Jackass sinora sono stati un grande successo al botteghino; il primo film, partendo da un budget di 5 milioni di dollari, ha incassato 79 milioni di dollari in tutto il mondo. Anche l'ultimo film, Jackass 3D, costato 20 milioni di dollari, ha portato a casa oltre 171 milioni di dollari.

Jackass nasce nei primi anni 2000 come programma tv in onda su MTV. Nelle puntate di Jackass un gruppo di persone si cimentava in una serie di stunt, talvolta pericolosi, talvolta ridicoli. Ideato da Johnny Knoxville, Spike Jonze e Jeff Tremaine, Jackass è diventato sin da subito uno show di culto che poi è sfociato in versioni cinematografiche.
A dicembre 2019 è stata confermata l'uscita del film Jackass 4 mentre già a giugno 2018 erano uscite indiscrezioni sulla produzione del quarto film di Jackass.


EMMA STONE, UNA FAN-ART LA TRASFORMA IN SPIDER-GWEN: I FAN IMPAZZITI SUI SOCIAL

Emma Stone è diventata la famosa Spider-Gwen in questa nuova, sensazionale fan-art realizzata dall'artista Pabloruizzx e ispirata al film d'animazione premio Oscar Spider-Man: Un Nuovo Universo.

"Chi vorreste vedere nei panni di Spider Gwen?" ha domandato l'artista sulla sua pagina Instagram, nel post che potete vedere come al solito in calce all'articolo. "Penso davvero che dovremo vedere Spider Gwen in azione in un live-action e sarebbe ancora più epico vederla al fianco di Miles Morales in un adattamento dal vivo di Spider-Verse. Ma nel frattempo, vi lascio questo concept che immagina come sarebbe Emma Stone nel ruolo di Spider Gwen."

Vi ricordiamo che il franchise di Spider-Man tornerà prossimamente con Spider-Man 3 del Marvel Cinematic Universe, mentre per quanto riguarda Spider-Gwen la Sony ha annunciato che il sequel di Spider-Man: Un Nuovo Universo arriverà il 7 ottobre 2022, ma il personaggio dovrebbe anche guidare uno spin-off animato incentrato sui personaggi femminili del Ragno-Verso. Infine, Sony ha anche altre due frecce pronte a partire dal suo arco, ovvero Morbius, che sarebbe dovuto uscire quest'estate ma che è stato rimandato al prossimo anno, e ovviamente Venom 2: entrambi i film dovrebbero essere collegati al MCU.


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THE BATMAN, IL LOOK DEL PINGUINO DI COLIN FARRELL IN UNA SUGGESTIVA FAN ART

Una suggestiva fan art di Colin Farrell mostra come potrebbe essere il look dell'attore nei panni del Pinguino in The Batman, film diretto da Matt Reeves, che vede la star irlandese nei panni dell'iconico villain Oswald Cobblepot. Reeves ad inizio anno aveva annunciato l'ingaggio dell'attore con una divertente gif animata.

L'ultima versione per il grande schermo del Cavaliere Oscuro vedrà Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, con Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman, Paul Dano nel ruolo dell'Enigmista e Andy Serkis nei panni del maggiordomo Alfred.
Il casting di Colin Farrell prevede un Pinguino meno freak e cartoonesco di quello rappresentato da Danny DeVito in Batman - Il ritorno di Tim Burton.

Al momento non sono state rilasciate immagini ufficiali sul personaggio del film di Matt Reeves, quindi sul web s'ipotizzano quelli che potrebbero essere i look con i quali vedremo il Pinguino.
Su Instagram l'artista digitale William Gray ha creato la sua interpretazione del look di Colin Farrell, scegliendo una versione 'classica' del personaggio rispetto a quella burtoniana.
Il monocolo e il cravattino aristocratico sono due simboli che contraddistinguono anche questa fan art del Pinguino, con Farrell invecchiato e maggiormente paffuto.
Robert Pattinson ha scoperto di aver ottenuto il ruolo sul set di Tenet, il prossimo film di Christopher Nolan. A fine maggio è stato autorizzato il ritorno sul set di The Batman di Robert Pattinson, dopo il lockdown causato dal Coronavirus.


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KUMAIL NANJIANI, GLI ETERNI: DIETRO AL SUO NUOVO FISICO SI NASCONDE UNA STORIA BIZZARRA

Kumail Nanjiani farà parte del cast del film Gli Eterni, facente parte del Marvel Cinematic Universe. L'attore pakistano di recente ha condiviso una storia particolare sulla sua trasformazione fisica necessaria per partecipare al film, spiegando la difficoltà di mantenere quella forma fisica, confessando di non avere mai avuto rimpianti.

Secondo quanto raccontato da Kumail Nanjiani, questa è stata la prima volta che ha ricevuto un completo supporto dai suoi genitori:"Questa è stata l'unica volta che hanno detto a voce di essere orgogliosi di me. L'unica volta! Mio padre ha dei calzini con disegnato il mio corpo senza camicia. Avevo le zie che mi scrivevano cose come 'siamo orgogliose di te! Hai lavorato così duramente!".

La star de Gli Eterni ammette che ne sia valsa la pena, nonostante i sacrifici:"La cosa difficile è che non è come un videogioco in cui hai appena salvato ed è fatta; è ogni giorno. Devi continuare a farlo! Cosa mi sono preso?".
Ne Gli Eterni, Kumail Nanjiani interpreta il personaggio di Kingo. Si tratta del suo debutto nel Marvel Cinematic Universe, con il primo sguardo al personaggio che risale alla D23 Expo nel 2019.
Gli Eterni del Marvel Cinematic Universe presenta un nuovo team di supereroi all'interno del Marvel Cinematic Universe, antichi alieni che vivono sulla Terra in segreto da migliaia di anni. In seguito agli eventi di Endgame sono costretti ad uscire allo scoperto.
Su Everyeye potete scoprire tutti i cinecomic in uscita nel 2021 da Gli Eterni a The Batman. Qualche giorno fa Kit Harington ha annunciato che il film è finito e che non ha idea di quello che accadrà ora, in conseguenza della pandemia di Coronavirus.


WONDER WOMAN VS. CAPTAIN MARVEL, È SCONTRO TRA SUPEREROINE IN QUESTA FANART

Continuano le fanart le vedono scontrarsi Wonder Woman e Captain Marvel, le due eroine di punta degli Universi Cinematografici targati DC e Marvel. Chi vincerà?

Ancora una volta la creatività dei fan e degli artisti del web ci propone un epico duello tra supereroi, anzi, supereroine.

In questa fanart sono Diana Prince a.k.a. Wonder Woman e Carol Danvers a.k.a. Captain Marvel a darsele di santa ragione, in uno scontro che ci piacerebbe davvero tanto poter ammirare in versione live-action, prima o poi.

"Chi vincerebbe questo scontro? Wonder Woman o Captain Marvel? Sarebbe davvero epico poter assistere a battaglie tra i supereroi come questa, ma sfortunatamente non credo che accadrà mai. Mi piace però immaginare che c'è un universo parallelo in cui scontri epocali come questo stiano avvenendo ahah" scrive Pablo, l'artista che ha realizzato la fanart, nella caption del post di Instagram che trovate anche in calce all'articolo.

Sulla pagina di Pablo, inoltre, troverete moltre altre illustrazioni in cui personaggi dei due universi fumettistici/cinematografici si scontrano o uniscono le forze per combattere contro un nemico comune (come nel caso di Thanos).


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JUSTICE LEAGUE: HENRY CAVILL SARÀ BLACK SUPERMAN? ECCO COME SAREBBE NELLA SNYDER'S CUT

Abbiamo già visto Henry Cavill nei panni di Black Superman in L'uomo d'Acciaio, ma oltre quella brevissima scena, purtroppo, non ha più indossato il costume nero. Adesso, dopo l'annuncio di un suo ritorno per la Justice League di Zack Snyder, c'è chi spera che nella director's cut della HBO Max possa riprendere anche quest'altro mantello.

A darci un'anteprima di come potrebbe essere è un utente Instagram che con una dettagliatissima fan-art lo ha immagina con barba e capelli lunghi, omaggiandone la rappresentazione fumettistica.

Eccolo quindi con mantello nero al vento, folti capelli neri e ricci, che se argentati potrebbero essere scambiati per quelli di Geralt di Rivia, e in procinto di lanciare un raggio mortale dagli occhi.

Come spesso accade, il popolo del web si è unito entusiasta dopo i primi rumor sul suo ritorno come Superman, tanto che in molti hanno iniziato a chiedere a gran voce un Man of Steel 2, ma sembra che l'attore stia lavorando a ben altri progetti.

Ancora non sono chiari tutti i dettagli della sua presenza nella Snyder's Cut e alcuni suggeriscono anche un suo possibile cameo in Shazam! 2: un incontro tra Cavill e Zachary Levi era infatti già previsto nel primo film, ma purtroppo i piani cambiarono in corso d'opera.

Per brevissimo tempo si è sperato anche in un cameo di Superman in Black Adam, tanto atteso da Dwayne Johnson... Ma a quanto pare non sarà presente neanche in questa produzione. Quando e come lo rivedremo quindi? Nulla è ancora certo ed è proprio il caso di dirlo: è in momenti come questi che c'è bisogno di un Super-segnale!


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DA J.J. ABRAMS A RYAN REYNOLDS, LE STAR DONANO ALLE CAUSE ANTI-RAZZISTE

La morte di George Floyd per mano di un agente di polizia a Minneapolis ha scatenato nell’ultima settimana manifestazioni e riot in molte città americane. Un episodio gravissimo che ha messo nuovamente l’America allo specchio, a contemplare le proprie disparità e ingiustizie. E ha spinto già diverse star a prendere una posizione pubblica di supporto nei confronti della causa. Abbiamo già letto la lunga lettera di Arnold Schwarzenegger che invoca il lato migliore della società americana. E poi ci sono state le proteste di John Boyega, Don Cheadle, Steve Carell e molti altri.

Ora fanno la loro parte J.J. Abrams e la moglie Katie McGrath tramite la loro fondazione, e la coppia Ryan Reynolds / Blake Lively. Abrams e McGrath, insieme a Bad Robot, la casa di produzione di Abrams, hanno annunciato che doneranno 10 milioni di dollari nell’arco di 5 anni a diverse organizzazioni e associazioni impegnate nella lotta contro il razzismo e le diseguaglianze sociali. Inizieranno donando 200 mila dollari a testa ai seguenti gruppi: Black Lives Matter LA, Black Futures Lab, Community Coalition, Equal Justice Initiative e Know Your Rights Camp.

www.instagram.com/bad_robot/?utm_source=ig_embed

“Quando è troppo è troppo”, si legge nel post. “Basta brutalità della polizia. Basta privilegi fuori misura. Basta conversazioni educate. Basta lusso bianco. Basta disparità di accesso”. E ancora:

L’abbandono e l’abuso di secoli contro i nostri fratelli e sorelle neri possono essere affrontati solamente con un investimento modulare […]. La filantropia delle aziende e dei privati non potrà mai ottenere l’impatto necessario per superare queste disuguaglianze sistemiche, ma le società e gli individui che ne hanno la possibilità devono fare quello che possono finché i nostri leader con ci guideranno.

Blake Lively e Ryan Reynolds hanno invece deciso di donare 200 mila dollari allo NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) Legal Defense Fund, un’organizzazione che si prefigge di ottenere la giustizia sociale eliminando le disparità tramite contenziosi, patrocini ed educazione pubblica. La coppia ha scritto:

Non ci siamo mai dovuto preoccupare di preparare i nostri figli alle diverse applicazioni della legge o a cosa potrebbe accadere se venissimo fermati dalla polizia in auto. Non sappiamo cosa si provi a vivere così giorno dopo giorno. Non riusciamo a immaginare quel genere di paura e rabbia. Ci vergognamo di aver ignorato, in passato, quanto profonde siano le radici del razzismo sistemico.

Stiamo educando i nostri figli in modo diverso da come hanno fatto i nostri genitori con noi. Vogliamo educare noi stessi alle esperienze degli altri e parlare con i nostri figli di tutto, specialmente la nostra complicità. Parliamo dei nostri pregiudizi, cecità e dei nostri errori. Ci guardiamo indietro e vediamo così tanti errori, che ci hanno portato a esaminare profondamente chi siamo e chi vogliamo diventare. Ci hanno condotto verso grandi percorsi educativi.


INHERITANCE: NUOVO TRAILER PER IL FILM CON SIMON PEGG E LILY COLLINS

È disponibile un nuovo trailer di Inheritance, pellicola thriller diretta da Vaughn Stein, che vede nel cast Lily Collins e Simon Pegg.
Al centro della storia una donna, divisa tra la lealtà nei confronti della sua famiglia, e le conseguenze della misteriosa eredità che le ha lasciato il padre.

Nel cast del film, scritto da Matthew Kennedy, troviamo anche Connie Nielsen, Chace Crawford, Michael Beach e Patrick Warburton.
In America Inheritance è già disponibile in VOD.




James Mangold ricorda Cop Land e le pressioni dei Weinstein per non parlare dei “poliziotti pendolari”

Alla luce della morte di George Floyd e delle manifestazioni che stanno scuotendo gli Stati Uniti in questi giorni, il regista James Mangold ha evocato il suo film Cop Land in un thread su Twitter.

Uscito nel 1997, il thriller con protagonisti Sylvester Stallone, Robert De Niro, Havery Keitel e Ray Liotta è stato apprezzato dalla critica e dal pubblico, incassando 45 milioni di dollari negli Stati Uniti. La storia è ambientata a Garrison, cittadina del New Jersey dove vivono diversi poliziotti del dipartimento di New York, molti dei quali corrotti e legati a traffici con la mafia locale. Mangold, però, su Twitter ha riflettuto su un aspetto non marginale del film, e cioè gli aspetti negativi dell’affidare la gestione della sicurezza di una città come New York a poliziotti pendolari:

Penso a quando ho girato Cop Land, 25 anni fa. La mia sceneggiatura era incentrata su una cittadina di periferia abitata da poliziotti pendolari, era basata sul fatto che ormai molti membri del dipartimento di polizia di New York non vivono più in città. Un concetto sul quale i Weinstein (i miei produttori, molto legati al dipartimento di polizia di New York) si opponevano. Dicevano che era impossibile, perché c’è un regolamento che impone ai membri del NYPD di abitare nel luogo che proteggono. Il problema è che sapevo che molti poliziotti avevano aggirato la cosa, visto che sono cresciuto in una cittadina bianca di periferia abitata nella quasi totalità da agenti di primo intervento che lavoravano in città. Molti poliziotti avevano mantenuto la residenza in città (in appartamenti, oppure a casa dei genitori), dove ricevevano la posta, gli assegni eccetera, e poi avevano “case di vacanza” nei sobborghi di periferia, dove in realtà vivevano. La Miramax mi costrinse ad aggiungere la voce narrante di De Niro, in apertura, che dava una spiegazione diversa al mio film. Accettai questa cosa perché era il mio primo film e perché il cambiamento non modificava il concetto più ampio che volevo trasmettere, e cioè quello di forze di polizia urbane che si trasformavano in organizzazioni criminali. Ora, però, questa cosa mi fa riflettere sul motivo per cui volevano che non facessi luce su quella cosa.

Quando i poliziotti non vivono nel luogo che devono proteggere, sanno che non stanno proteggendo la loro comunità. Ecco quindi che i cittadini vengono svalutati. In effetti, molti poliziotti pendolari si preoccupano soprattutto di “contenere i problemi” nella città, in modo che non trapelino verso i sobborghi dove vivono loro. Questo produce molto disagio.

Non è facile essere un bravo poliziotto. E dio sa quanto abbiamo bisogno di bravi poliziotti. Quindi è facile convincere qualcuno ad abbandonare / togliere importanza alle regole sulla residenza. Si dirà: “Perché un bravo poliziotto non dovrebbe poter vivere dove vuole?” Beh, perché i poliziotti pendolari hanno un atteggiamento diverso. I poliziotti pendolari sono soldati che lavorano dalle 9 alle 17 in un territorio che non è il loro. Non hanno interesse a capire il luogo che controllano, anzi, hanno tutto l’interesse a “contenerlo”. Questo produce un razzismo sistemico molto nocivo.

Secondo Mangold, quindi, i sindacati e le associazioni di polizia si oppongono a leggi che favoriscano la creazione di corpi di polizia che meglio rappresentino le comunità che devono proteggere:

La principale opposizione a leggi come queste viene dai sindacati di polizia e dalle associazioni. Molti danno soldi a queste organizzazioni per farsi aiutare su questo fronte. Alla fine certi sindacati sono delle lobby come tante altre.

Infine Mangold parla delle pressioni subite dai Weinstein:

Ero sotto pressione, in generale, perché volevano che il film fosse più corto e con un ritmo diverso. Alla fine ci accettarono al concorso di Cannes, ma non potemmo andare perché i Weinstein volevano che i punteggi delle anteprime fossero più favorevoli.

Questo il trailer di Cop Land:




Hollywood: pronte le linee guida per la riapertura delle produzioni

Anche Hollywood si prepara a tornare al lavoro dopo il lockdown: Variety annuncia infatti che lunedì è stato inviato un documento di 22 pagine contenente le linee guida per la ripresa delle produzioni cinematografiche e televisive negli Stati Uniti con le misure di sicurezza per impedire la diffusione del Coronavirus.
Il documento è stato stilato da un comitato composto dalle unioni sindacali e dagli studios di Hollywood ed è stato inviato al governatore dello stato di New York Andrew Cuomo e al governatore della California Gavin Newsom (le due locomotive della produzione negli USA), e si attende il loro via libera.

Come nel caso della Gran Bretagna (che ha riaperto alle produzioni con un documento di 44 pagine), le linee guida contengono numerose raccomandazioni sul distanziamento fisico, l’utilizzo di mascherine, la frequente igienizzazione delle mani, controlli della temperatura e altre precauzioni come evitare di creare gruppi di lavoro troppo numerosi e la separazione delle location in zone per facilitare il distanziamento fisico. Inoltre, si consiglia l’aggiunta nel team di ogni produzione di una persona il cui incarico sia dedicato alla verifica del rispetto delle norme.

Non è chiaro quanto, applicando queste misure, le produzioni verranno rallentate ma è un passo fondamentale per la riapertura delle attività dell’industria dello spettacolo.


Hollywood: pronte le linee guida per la riapertura delle produzioni

Anche Hollywood si prepara a tornare al lavoro dopo il lockdown: Variety annuncia infatti che lunedì è stato inviato un documento di 22 pagine contenente le linee guida per la ripresa delle produzioni cinematografiche e televisive negli Stati Uniti con le misure di sicurezza per impedire la diffusione del Coronavirus.
Il documento è stato stilato da un comitato composto dalle unioni sindacali e dagli studios di Hollywood ed è stato inviato al governatore dello stato di New York Andrew Cuomo e al governatore della California Gavin Newsom (le due locomotive della produzione negli USA), e si attende il loro via libera.

Come nel caso della Gran Bretagna (che ha riaperto alle produzioni con un documento di 44 pagine), le linee guida contengono numerose raccomandazioni sul distanziamento fisico, l’utilizzo di mascherine, la frequente igienizzazione delle mani, controlli della temperatura e altre precauzioni come evitare di creare gruppi di lavoro troppo numerosi e la separazione delle location in zone per facilitare il distanziamento fisico. Inoltre, si consiglia l’aggiunta nel team di ogni produzione di una persona il cui incarico sia dedicato alla verifica del rispetto delle norme.

Non è chiaro quanto, applicando queste misure, le produzioni verranno rallentate ma è un passo fondamentale per la riapertura delle attività dell’industria dello spettacolo.


IL DIRITTO DI OPPORSI, IL FILM DISPONIBILE GRATUITAMENTE PER COMBATTERE IL RAZZISMO

Il Diritto di opporsi sarà disponibile gratuitamente a noleggio sulle varie piattaforme di streaming per iniziativa di Warner Bros che vuole contribuire in questo modo a combattere il razzismo facendo conoscere la storia vera al centro del progetto.
L'iniziativa sarà attiva a giugno negli Stati Uniti.

Sulle pagine social della Warner Bros si spiega: "Crediamo nel potere della storia. Il nostro film Il diritto di opporsi, basato sul lavoro dell'avvocato esperto in diritti civili Bryan Stevenson, è una delle risorse che possiamo umilmente offrire a chi è interessato a imparare qualcosa in più sul razzismo che affligge la nostra società. Per far parte attivamente del cambiamento che la nostra nazione sta disperatamente cercando, vi incoraggiamo a imparare di più sul nostro passato e sulle innumerevoli ingiustizie che ci hanno portato alla situazione in cui ci troviamo oggi. Grazie agli artisti, ai narratori e sostenitori che hanno aiutato a realizzare questo film. Guardatelo con la vostra famiglia, con gli amici e alleati. Per ulteriori informazioni su Bryan Stevenson e il suo lavoro per Equal Justice Initiative per favore visitate il sito EJI.org".

Destin Cretton è il regista del lungometraggio Il diritto di opporsi in cui si racconta la storia vera dell'avvocato Bryan Stevenson, impegnato a difendere i diritti umani e a lottare per far uscire di prigione un uomo innocente condannato a morte a causa di un sistema corrotto che penalizza i poveri e sostiene la pena capitale.
Nel cast, oltre a Jamie Foxx e Michael B. Jordan, ci sono anche Brie Larson e Tim Blake Nelson.
La sceneggiatura è firmata da Cretton in collaborazione con Andrew Lanham, mentre tra i produttori ci sono anche Gil Netter, Ash Goldstein e Jordan.


Quale futuro attende lo streaming dopo il lockdown?ùù

In questi mesi di quarantena causata dal Covid-19, lo streaming ha in qualche modo salvato alcune case di produzione che hanno dovuto rendere disponibili i propri film sulle piattaforme VOD. Ma quale futuro attende lo streaming ora che il lockdown è giunto a conclusione?

Posto che la visione cinematografica resterà inimitabile e irraggiungibile, lo streaming ha comunque concesso al pubblico di poter vedere film che altrimenti si sarebbero persi o tremendamente rimandati.

Colossi come Netflix, Disney+, Chili, Amazon Prime Video e Apple TV+, ma anche la piattaforma satellitare Sky, hanno potenziato i propri cataloghi facendo arrivare direttamente sugli schermi di casa film che erano inizialmente destinati alle sale, come Trolls World Tour (al centro anche di numerose polemiche), Favolacce e Artemis Fowl.

A mente fredda, però, pur riconoscendo la consistente fetta di mercato che lo streaming si è ritagliato negli ultimi mesi, sembra che il tutto sia valso come una sorta di ripiego. Vale a dire, cioè, che senza il Coronavirus noi saremmo andati a vedere al cinema film che invece siamo stati costretti a vedere a casa, in alcuni casi agendo anche per vie non proprio legali pur di non pagare.

Lo streaming, così come il cinema, purtroppo non è esente dalla pirateria e, semmai il futuro sarà caratterizzato da una preponderanza delle piattaforme VOD sul cinema, occorrerà agire per arginare questo problema.

Lo streaming riuscirà dunque a soppiantare la sala cinematografica? E se mai ciò si dovesse verificare, si potrà ancora parlare di cinema? Difficile prevedere il futuro, ma la magia che regala la sala buia e il grande schermo non potrà essere imitata in nessun salotto di casa.

Occorrerà perciò tornare a disgiungere lo streaming dal cinema tout court, e pensare al primo come destinazione principale del prodotto audiovisivo e al secondo come alternativa comoda.

Nel futuro, in ogni caso, c'è spazio per tutti.


ETHAN HAWKE RICORDA PHILIP SEYMOUR HOFFMAN: 'SUO IL MIGLIOR CONSIGLIO DELLA MIA CARRIERA'

Nel 2007 Ethan Hawke non era esattamente l'ultimo arrivato: l'attore aveva già alle spalle film come L'Attimo Fuggente, Prima dell'Alba, Gattaca e Paradiso Perduto, ma quando sul set di Onora il Padre e la Madre si trovò davanti il suo quasi coetaneo Philip Seymour Hoffman non esitò ad accettare un suo prezioso consiglio.

Davanti al monumentale talento dell'attore di The Master e Truman Capote, d'altronde, l'età e l'esperienza diventano semplici numeri e ascoltare ogni sua indicazione è decisamente la cosa più saggia da fare, come Hawke ben sa.

L'attore ha infatti recentemente voluto ricordare il suo compianto collega proprio raccontando al mondo quel consiglio mai dimenticato: "Diceva che devi fare questo lavoro e mantenere il senso dell'umorismo. Mi ha ricordato che siamo solo un mucchio di ragazzini che stanno portando in scena uno spettacolo. Ma al tempo stesso devi affrontare la situazione come se si trattasse di una questione di vita e di morte, un gioco con un significato. Se si riesce a seguire in contemporanea entrambe queste verità allora si può realmente avere una carriera interessante".

Parole che fanno seguito a quelle di profonda stima più volte già pronunciate da Hawke nei confronti di Seymour Hoffman. A proposito di apprezzamenti: Ethan Hawke ha recentemente indicato Ben Stiller come possibile erede di Charlie Chaplin.


GODZILLA, ECCO PERCHÉ NEGLI ANNI IL MOSTRO SI È TRASFORMATO IN EROE

Fin dal suo debutto al cinema, datato 1954, la figura di Godzilla è entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo, senza mai perdere smalto, al punto che oggi si attende il crossover Godzilla vs Kong. Se la natura del mostro non si fosse trasformata nel corso degli anni, però, difficilmente il franchise sarebbe durato così a lungo.

Ne ha parlato recentemente Teruyoshi Nakano, maestro giapponese degli effetti speciali, che dal 1964, prima come assistente e poi come supervisore VFX è stato coinvolto in numerosi film di Godzilla.

Secondo Nakano, il Kajiu (termine che indica i "mostri" della fantascienza nipponica) si è trasformato da villain in eroe positivo, combattendo a sua volta altre bestie minacciose, e questo ha contribuito al suo successo. "Credo che senza alcuna modifica al personaggio di Godzilla" ha spiegato, "la serie non sarebbe stata in grado di continuare. Se Godzilla fosse rimasto un villain, probabilmente solo lo zoccolo duro dei fan avrebbe visto i film, e non il pubblico generalista."

La decisione è stata commercialmente giusta, continua Nakano, anche se lui è rimasto affezionato alla versione più spaventosa e minacciosa del mostro. "Penso sia stato corretto cambiare il personaggio di Godzilla: è stato un segno dei tempi, una reazione al cambiamento del pubblico. Ma io fondamentalmente preferisco un Godzilla spaventoso a un Godzilla buono."


CASINO ROYALE, DANIEL CRAIG AVEVA RIFIUTATO IL RUOLO DI JAMES BOND: PERCHÉ CAMBIO IDEA?

Con Casino Royale la saga di 007, che tanti fasti aveva conosciuto in passato, si risollevò in maniera tanto violenta quanto convincente dopo anni passati a vivacchiare sulla scia di film che non sempre avevano mantenuto le aspettative che da sempre accompagnano le avventure dell'agente segreto di Sua Maestà.

I meriti sono sicuramente da suddividere equamente tra più fattori: non possiamo ad esempio non notare il netto cambio di tono rispetto al passato, con uno 007 decisamente più fisico, dinamico e votato all'action rispetto alle sue storiche apparizioni, indubbiamente immortali ma probabilmente ancorate a un tipo di cinema di spionaggio che difficilmente reggerebbe ancora oggi.

Altrettanto fondamentale fu ovviamente l'introduzione di Daniel Craig come volto nuovo di James Bond: l'attore incontrò da subito le simpatie dei fan al punto che oggi, con l'avvicinarsi dell'addio che si consumerà in No Time to Die, sono in molti ad aver già cominciato a piangere l'uscita di scena dell'attore che ereditò il ruolo da Pierce Brosnan.

Non tutti sanno però che Craig ebbe ben più di un dubbio nell'accettare il ruolo di Bond: l'attore temeva infatti che il franchise si fosse arenato su una formula ormai superata e che non potesse più recuperare il fascino e il conseguente successo di un tempo. Ma cosa gli fece cambiare idea? A quanto pare al buon Daniel bastò dare una lettura al copione di Casino Royale per rendersi conto delle potenzialità del progetto: il resto, come sappiamo, è storia. A tal proposito, qualche tempo fa, abbiamo analizzato l'importantissima sequenza iniziale di Casino Royale.


GEORGE FLOYD: JOHN CUSACK SHOCK SUI SOCIAL: "AGGREDITO DALLA POLIZIA, FILMAVO GLI SCONTRI"

Ormai da giorni gli Stati Uniti sono in fiamme, non solo metaforicamente, dopo l'omicidio di George Floyd e le manifestazioni di protesta che si susseguono in tutto il paese. Anche il mondo dello spettacolo ha preso posizione, come dimostrano le parole di George Clooney. Fanno scalpore anche le accuse di John Cusack nei confronti della polizia.

Nella notte del 31 maggio, l'attore ha pubblicato un breve video su Twitter, raccontando di essere stato aggredito dagli agenti durante una manifestazione di protesta a Chicago. La sua "colpa" sarebbe stata quella di filmare gli scontri, in particolare le immagini di un'auto in fiamme.

"Gli sbirri non hanno gradito che filmassi la macchina in fiamme" ha scritto nel tweet, "e così sono venuti da me con i manganelli, colpendo la mia bici. Ah, c'è anche l'audio."

Le immagini, che si possono vedere nel post in calce alla news, sono piuttosto confuse, anche perché John Cusack cercava di nascondere la videocamera alla vista degli agenti. Si sente in ogni caso qualcuno gridare di allontanarsi, e l'attore rispondere "va bene, va bene". Un successivo, ripetuto rumore metallico farebbe in effetti pensare ai colpi dei manganelli contro la bicicletta.

In un tweet successivo, l'attore ha confermato che la polizia ha utilizzato lacrimogeni e spray al peperoncino durante gli scontri, che sono durati per tutta la notte. "Sarei molto sorpreso se si rivelasse una cosa da uno o due giorni soltanto" ha aggiunto.

Per quanto riguarda la carriera artistica di John Cusack, nelle ultime settimane abbiamo saputo che il protagonista di Alta Fedeltà sarà nel cast di My only sunshine con Simon Pegg e J.K. Simmons.


https://twitter.com/johncusack/status/1266953514242228229

THE BATMAN, NUOVA STUPENDA FAN-ART TRASFORMA ROBERT PATTINSON IN UN FUMETTO

L'artista Sayak Das ha realizzato per i suoi follower del social network Instagram un'illustrazione impressionante che mostra Robert Pattinson in versione fumetto e nei panni del Cavaliere Oscuro per The Batman, attesissimo nuovo cinecomic DC Films scritto e diretto da Matt Reeves.

L'immagine, che come al solito potete visionare in calce all'articolo, mostra Pattinson in piedi sulla Batmobile, in fiamme: sebbene l'immagine è tecnicamente una fan art, sembra così accurata che potrebbe essere scambiata per una cover ufficiale della DC Comics.

Ricordiamo che Pattinson è stato scelto come il nuovo Batman all'inizio dello scorso anno, col film di Reeves (Il pianeta delle scimmie, Cloverfield) si concentrerà sui primi anni di "carriera" del giovane Bruce Wayne come vigilante di Gotham City. La trama al momento è sconosciuta, ma secondo quanto riferito il film avrà dei toni molto noir e si concentrerà come mai prima d'ora sulle capacità investigative del Cavaliere Oscuro, spesso tralasciare dai precedenti adattamenti cinematografici. Nel cast compariranno diversi personaggi popolari dei fumetti, tra cui Catwoman (Zoe Kravitz), l'Enigmista (Paul Dano), il Pinguino (Colin Farrell), Alfred (Andy Serkis), il commissario Jim Gordon (Jeffrey Wright) e Carmine Falcone (John Turturro).

Stando ai rapporti, Reeves e Pattinson avevano girato circa il 25% dell'intero film prima che la produzione venisse chiusa per la pandemia di COVID-19, anche se in questi giorni i lavori sono stati finalmente autorizzati a ripartire. Inizialmente previsto per un'uscita nel giugno del 2021, il film è stato comprensibilmente rimandato ad ottobre 2021.


www.instagram.com/p/CA2EHDTjRsC/?utm_source=ig_embed

IL GLADIATORE 2, NOVITÀ IN ARRIVO: "PROVEREMO A FAR TORNARE ANCHE RUSSELL CROWE"

Nel corso di una recente intervista Laurie MacDonald, produttrice e collaboratrice di Ridley Scott, ha fornito alcuni nuovi aggiornamenti sulla produzione de Il Gladiatore 2, sequel del kolossal uscito vent'anni fa.

La MacDonald ha spiegato che attualmente lei e Ridley Scott sono alle prese con i lavori preparatori per il film: “È quel tipo di film che non toccheremmo se non avessimo la sensazione di avere un modo legittimo per farlo, quindi stiamo lavorando anche con uno scrittore straordinario, Peter Craig. Il film riprende la storia 30 anni dopo, 25 anni dopo”.

La trama della pellicola dovrebbe ruotare attorno a Lucio Vero, figlio di Augusta Lucilla, interpretato nell'originale dall'allora bambino Spencer Treat Clark: il giovane potrebbe tornare a vestire i panni del medesimo personaggio a 20 anni di distanza, anche se la notizia non è stata ancora confermata. Nel film, Lucio Vero sarà il nuovo imperatore dopo la morte dello zio Commodo (Joaquin Phoenix), ucciso da Massimo Decimo Meridio nel grande finale del primo film. E a proposito del protagonista, quale ruolo per Russell Crowe?

“Sappiamo come riportarlo indietro. Ne stavo parlando con lo studio, c’è un modo per farlo. Se accadrà, non lo so. Il Gladiatore è stato fatto nel 2000, quindi Russell è leggermente cambiato. In questo momento è molto impegnato, ma stiamo cercando di riportarlo a bordo”.


VENOM 2, LA PRODUZIONE NON RIPARTE: "È ANCORA TROPPO RISCHIOSO"

L'inevitabile rinvio di Venom Let There Be Carnage ha costretto le due mostruose creature a prendersi una pausa, e la situazione potrebbe rimanere stazionaria ancora per diverso tempo.

A rivelarlo è il produttore Dan Wilson, durante un'intervista per Vanity Fair: "Nessuno vuole tornare in un ambiente in cui ci sono dei rischi, e ciò vale anche per la troupe e non solo per gli attori. Riguarda tutti coloro che sono coinvolti sul set. C'è nervosismo, ed è naturale e comprensibile".

Lo sblocco della situazione in Inghilterra ha permesso a progetti come The Batman di ripartire, ma in America l'allarme sanitario è ancora ai massimi livelli, e a ciò si sono aggiunte le violente proteste che hanno infiammato tutto il territorio in seguito alla morte di George Floyd. Anche volendo, il clima di lavoro potrebbe non essere quello ottimale e ogni minima difficoltà si ritroverebbe ad essere ingigantita a dismisura. Come abbiamo appreso dai video sul set di Venom, una parte di riprese dovrebbero svolgersi tra le strade di Los Angeles, il che al momento è impensabile.

Il produttore ha comunque dichiarato che la riapertura con delle regole speciali, quando lo Stato lo permetterà, è stata presa in considerazione: "Nei piani che abbiamo discusso, è stato preso in considerazione, ma vedremo quando arriveremo a quel punto".

Purtroppo al momento dobbiamo accontentarci di immaginare il look del nuovo personaggio, grazie alle fan art di Carnage proposte dagli appassionati.



Edited by Triplethor - 2/6/2020, 20:11
view post Posted: 1/6/2020, 20:23 MovieTown - Cinema

CINEWS SECONDA PARTE

LUNEDI

01/06/2020



BIRDS OF PREY – CATHY YAN SMENTISCE LE VOCI SUI RESHOOT

Ora che la Snyder Cut di Justice League è stata annunciata da HBO Max, e la Ayer Cut di Suicide Squad potrebbe seguirla, anche altri film del DC Extended Universe suscitano indiscrezioni e teorie del medesimo tenore.

In tal caso si parla di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, attorno a cui circolano dei rumor sostenuti dalla reporter Grace Randolph. Secondo questi rumor, dal film di Cathy Yan sarebbe stata tagliata la trama relativa alle “foto private” di Roman Sonis (Ewan McGregor), contenute nel diamante rubato da Cassandra Cain (Ella Jay Basco). Alcuni – tra cui Grace Randolph – ritengono che il cinecomic sia stato modificato nei reshoot, togliendo quella parte della storia.

Ebbene, Cathy Yan ha offerto la sua solidarietà a David Ayer circa le modifiche applicate dalla produzione a Suicide Squad, e Randolph ne ha approfittato per sostenere la sua tesi. La regista però ha smentito categoricamente questo rumor:

Mettiamo le cose in chiaro: non ci sono mai state foto di membri maschili [nel film]. Smerciare un rumor sulla pedofilia non è giornalismo. Smerciare qualunque gossip non è giornalismo. Lo so. Ero una giornalista.

In realtà è strano che Yan parli di “pedofilia”, poiché il rumor in questione riguarda alcune foto del pene di Sionis, un uomo adulto. Randolph ha poi insistito sull’argomento, ma non ci sono state ulteriori risposte della cineasta. Che sia vero o no, magari lo scopriremo fra un po’ di tempo, come per Justice League e Suicide Squad.

La sinossi
Avete mai sentito quella della poliziotta, dell’usignolo, della psicopatica e della principessa della mafia? Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è una storia contorta narrata dalla stessa Harley, come solo Harley può raccontarla. Quando il criminale più perfidamente narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, prendono di mira una ragazzina chiamata Cass, la città viene messa a soqquadro per cercarla. I cammini di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incrociano, e l’improbabile quartetto non ha altra scelta se non unire le forze per sconfiggere Roman.

Alla regia c’è Cathy Yan (Dead Pigs), mentre la sceneggiatura è stata scritta da Christina Hodson (Bumblebee e il prossimo Batgirl).

Il cast è composto da Margot Robbie (Harley Quinn), Jurnee Smollett-Bell (Black Canary), Mary Elizabeth Winstead (Cacciatrice), Rosie Perez (Renee Montoya), Ella Jay Basco (Cassandra Cain), Ewan McGregor (Maschera Nera), Chris Messina (Victor Zsasz), Ali Wong, Michael Masini e Charlene Amoia (Maria Bertinelli).

Matthew Libatique è il direttore della fotografia.

Margot Robbie è anche produttrice esecutiva del film insieme a Sue Kroll e Bryan Unkeless. Il soggetto è ispirato al gruppo di supereroine e supercriminali creato da Jordan B. Gorfinkel, Chuck Dixon e Gary Frank.

L’antagonista è Maschera Nera, personaggio ideato nel 1985 da Doug Moench e Tom Mandrake su Batman n° 386, grande nemico dell’Uomo Pipistrello.


Birds of Prey, la regista Cathy Yan mette a tacere una youtuber e i suoi scoop: “Feccia del giornalismo”

Un tweet innocuo scritto in sostegno di David Ayer ha preso una piega decisamente inaspettata per Cathy Yan, la regista di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn.
Tutto è cominciato con un messaggio di vicinanza da parte della regista nei confronti di tutto ciò che Ayer ha dovuto subire nel corso della post-produzione di Suicide Squad:

Mi dispiace che ti sia capitato tutto questo, David. Capisco il dolore.

A quel punto, il messaggio è stato citato da Grace Randolph, una youtuber che sostiene di essere nel “giro degli scoop” e che diversi mesi prima dell’uscita di Birds of Prey aveva svelato alcuni dettagli della trama del film. Alcuni di questi erano sostanzialmente veritieri perché provenienti dai partecipanti delle proiezioni di prova, mentre altri sono stati fraintesi, come dimostrano le recenti discussioni.

Stando a quanto sostenuto dalla Randolph, ciò che Roman Sionis (Ewan McGregor) cercava di recuperare nella versione originale del film erano delle foto del suo pene nascoste nel diamante che Ella Jay Basco (Cassandra Cain) avrebbe ingoiato. La cosa indusse alcuni siti a riportare la notizia sostenendo che in Birds of Prey ci sarebbero state allusioni alla pedofilia.

La discussione avvenuta su twitter tra la regista e la youtuber è servita a smentire la cosa:

Grace Randolph: Ve l’ho detto, ragazzi, ci sono state riprese aggiuntive enormi per rimuovere la storia delle “foto del caz*o” e aggiungere altra azione grazie a Chad Stahelski. Sono sorpresa che Yan sia saltata sul carrozzone, Birds of Prey è stato accolto molto bene dalla critica e ha un pubblico di appassionati molto forte che difende il film a spada tratta.

Cathy Yan: Scusami, non hai idea di quello che dici. È affascinante che tu ti permetta di farlo visto che non hai lavorato al film in alcun modo.

GR: Nessun giornalista lavora a un film, sono due lavori diversi. Tutto ciò che ho riportato è di dominio pubblico grazie a molte fonti interne, io gli ho semplicemente dato risalto. Ho recensito molto bene il tuo film e ho detto che ha un forte pubblico di appassionati. A rigor di logica non dovrebbero esserci problemi.

CY: E ti ringrazio per il supporto, ma chiariamola una volta per tutte: non ci sono mai state foto di un caz*o. Mettere in giro voci sulla pedofilia non è giornalismo, come non lo è diffondere gossip. Lo so bene. Ero una giornalista.

GR: La storia prevedeva che si vedesse il caz*o di Roman sulla statua nella foto nascosta nel diamante – e lui era preoccupato che sembrasse “piccolo”, ecco perché era così deciso a riprenderselo. Una foto del caz*o di una statua, in un contesto come questo, è la foto di un caz*o.

CY: Non è vero. Non ci sono mai state discussioni sulla grandezza del caz*o di Roman. Non riesco a credere di aver appena dovuto scrivere una cosa simile. La sceneggiatura originale prevedeva che ci fosse una foto di Roman come il David di Michelangelo. Hai presente l’arte? Se quella è la foto di un caz*o, allora il Louvre ne è pieno.

[…]

Era una parte comica per mostrare quanto fosse narcisista. Non era convincente – eravamo tutti d’accordo – perciò abbiamo sostituito alcune battute. Tutto qui. Non ci sono state in alcun modo delle riprese aggiuntive per questo problema insensato.

Intanto articoli come questo sono stati scritti sulla base dei tuoi “scoop”. Complimenti per essere la feccia del giornalismo.

Come è stato fatto notare su Twitter, in passato la blogger è stata smentita sia da James Gunn che da James Wan:


https://twitter.com/ednalovesgotg/status/1...6819073/photo/1

Simon Kinberg sulla possibilità di dirigere dei nuovi film sui mutanti per l’UCM

Di recente il regista e sceneggiatore Simon Kinberg ha diretto X-Men: Dark Phoenix, ma lungo la sua carriera ha sempre collaborato per costruire l’universo cinematografico dei Mutanti della Marvel. Ora che però i diritti sui personaggi sono arrivati nelle mani della Disney dopo l’acquisizione della Fox molti fan degli X-Men si aspettano di vedere gli amati mutanti inseriti nell’Universo Cinematografico Marvel.
Intervistato da IGN Kinberg ha rivelato che sarebbe molto eccitante per lui poter tornare nel mondo dei mutanti in un possibile “riavvio” per l’UCM:

Certo, voglio dire, adoro gli X-Men, erano il mio fumetto preferito durante la mia crescita… per molte ragioni [..]. Sono qualcosa che ho sempre amato. Ovviamente ho passato gran parte della mia vita tra i film degli X-Men, Logan e di Deadpool. Ho investito una larga parte della mia vita a quell’universo e ho potuto anche immaginare di realizzarlo in un modo nuovo. Sarebbe eccitante.

Vi ricordiamo che il film, uscito nel 2019, ha incassato solo 252 milioni di dollari in tutto il mondo e si è rivelato un flop. La saga degli X-Men ora è disponibile in streaming su Disney+.


Ecco le misure che dovranno seguire le produzioni che ripartiranno nel Regno Unito

Come abbiamo segnalato ieri, il governo britannico ha dato il via libera alla ripartenza delle produzioni cinematografiche e televisive nel paese dopo l’emergenza Coronavirus nel rispetto delle disposizioni per evitare la diffusione del virus.
Il settore della produzione ha diffuso quindi un documento con le linee guida per ripartire in sicurezza – lo stesso hanno fatto i settori degli effetti visivi (a Londra, in particolare a Soho, si trovano le sedi di moltissime compagnie di VFX) e della post-produzione. Variety riporta alcuni particolari del documento (lungo ben 44 pagine) in sintesi, sottolineando che ora il vero scoglio da superare è quello delle assicurazioni: si starebbe valutando la possibilità di creare un fondo assicurativo milionario finanziato dal governo.

Le linee guida, stilate da un comitato composto dalla British Film Commission e dal British Film Institute, riflettono i punti di vista di organizzazioni britanniche e americane coinvolte in tutti gli ambiti della produzione, dai grandi blockbuster ai prodotti indipendenti.

ALCUNE DELLE MISURE PRESENTI NEL DOCUMENTO

Tra le misure che andranno implementate dalle produzioni, vi sarà l’obbligo di frequentare dei corsi di formazione online sulla prevenzione del COVID-19 da parte di tutti i membri del cast e della troupe prima dell’inizio delle riprese, la necessità di un supervisore alla salute e alla sicurezza formato sul COVID-19 per ogni produzione, controlli giornalieri dei sintomi per tutti. Saranno implementate misure di igiene ambientale e personale, e dove possibile le persone dovranno mantenere una distanza di due metri l’una dall’altra. Cast e troupe dovranno recarsi in auto, possibilmente da soli, al luogo di lavoro, e le produzioni dovranno organizzarsi in reparti separati e il più possibile indipendenti l’uno dall’altro (in modo da limitare i focolai in caso di un contagio), con il coinvolgimento sul set di meno persone possibile (quindi favorendo lo smartworking).

Secondo quanto afferma la BFC, alcuni aspetti di queste linee guida non saranno obbligatori ma consigliati, e saranno scalabili: i produttori sono incoraggiati ad applicare le misure a seconda delle necessità e delle dimensioni del progetto: “Crediamo che sia la guida per la ripresa delle produzioni più dettagliata, comprensiva e precisa al mondo”.

Il lancio di linee guida per la produzione e la post-produzione dovrebbero a tutti gli effetti garantire la ripartenza delle lavorazioni cinematografiche e televisive (anche se la post-produzione e i VFX non si sono mai fermati, grazie allo smart working).


Kevin Smith sul motivo per cui Martin Scorsese rimase spiazzato da Clerks – Commessi

Nei titoli di coda di Clerks – Commessi, il film di Kevin Smith arrivato al cinema nel 1994 e a febbraio 1995 in Italia, compare un ringraziamento da parte del regista e attore nei confronti di cineasti come Hal Hartley, Richard Linklater, Jim Jarmusch e Spike Lee per avere “spianato la strada“.
La cosa non è piaciuta particolarmente a Martin Scorsese durante una proiezione del film, come raccontato a Smith da Illeana Douglas, che dal 1989 al 1997 è stata legata al celebre regista. Douglas gli ha raccontato infatti di esser stata presente la sera della visione, e che finiti i titoli di coda la reazione di Scorsese fu immediata: “Oh, LORO hanno spianato la strada?“.

Insomma, il regista non ha gradito di non esser stato preso in considerazione come “apripista” nel gruppo dei registi citati.

Magari, con Clerks 3 (ora in lavorazione) Smith riuscirà a fare ammenda.


I custodi del libro: in arrivo il film con Jason Isaacs, Gael García Bernal e Nazanin Boniadi

Dopo un duro periodo a causa dell’emergenza Coronavirus, la Good Films è pronta a tornare in campo con I custodi del libro, film adattamento dell’omonimo romanzo di Geraldine Brooks, best seller vincitore del premio Pulitzer del New York Times, che sarà diretto dal vincitore premio Oscar Danis Tanovic e scritto da Petter Skavlan, con cast Jason Isaacs, Gael García Bernal e Nazanin Boniadi.
Oltre a questo progetto, la Good Films ha anche altro in cantiere: si tratta di The Execution, dramma che sarà diretto da Daniel Espinosa (Safe House, e che ha diretto di recente Morbius) che affronterà i retroscena dell’assassinio del giornalista arabo corrispondente per il Washington Post , Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre 2018.

Per il momento non sono stati svelati ulteriori dettagli sui tempi di lavorazione o sulle date d’uscita.

I custodi del libro è un romanzo edito da Corbaccio, ecco la sinossi:

È la primavera del 1996 a Sarajevo e Hanna Heath, trentenne restauratrice australiana di manoscritti e libri antichi, giunge nella capitale bosniaca devastata da cinque anni di guerra civile e ancora sotto il fuoco dei cecchini.

Deve restaurare la Haggadah di Sarajevo, un manoscritto ebraico prodotto in Spagna in età medievale e ricco di inusuali e variopinte miniature; un’opera preziosa e fondamentale nella storia dell’ebraismo, che fu salvata dal bibliotecario musulmano del Museo di Sarajevo quando, negli anni Quaranta, i nazisti e i famigerati reparti della Mano Nera cercarono di impadronirsene.


È dalla voce di Hanna che apprendiamo la magnifica storia del libro, una vicenda fatta di macchie di vino e di sangue, di splendidi fermagli smarriti, di farfalle di montagna, di storie d’amore e di vigliaccheria, di secoli di splendore e di decadenza, di gloriose città, la Siviglia del 1480, la Tarragona del 1492, la Venezia del 1609, la Vienna del 1894, e di uomini giusti


Suicide Squad: David Ayer sulla scena con Joker che è stato costretto a rigirare

Negli ultimi giorni David Ayer ha parlato a ruota libera di Suicide Squad entrando nel merito di modifiche in fase di montaggio, scene rigirate con Joker, decisioni della dirigenza e, naturalmente, l’Ayer Cut.
Il regista ha prima di tutto spiegato perché una sequenza con Jared Leto è stata cambiata: basta mettere a confronto la battuta “voglio solo farti male, molto, molto male” comparsa nel trailer del Comic-Con e quella presente nel montaggio finale per notare la differenza.

Ayer ha spiegato allora che la scena della tortura di Margot Robbie è stata rigirata:

È stata rigirata perché il tono era “troppo cupo”. Il mio primo atto rappresentava la tipica costruzione di un film. Ho preso ispirazione da Nolan. C’erano scene vere con interpretazioni incredibili tra Jared e Margot. Joker era terrificante, Harley complessa.

Di tutta risposta Cathy Yan, regista di Birds of Prey, ha voluto sostenere pubblicamente il regista:

Mi dispiace che ti sia capitato tutto questo, David. Capisco il dolore.

Ayer ha poi risposto all’invito di un fan rivolto alla Warner Bros. a sostenere la libertà creativa dei registi:

La sostengono. Assolutamente. Questo è successo in passato, le persone coinvolte hanno voltato pagina. Oggi lo studio è in gran forma e incoraggia i registi ad avere una visione personale.

A chi lo ha accusato di aver creato un Joker incoerente e “il peggiore in assoluto” ha così risposto:

Ho scritto una sceneggiatura perfettamente coerente. Joker era un personaggio ricco e sfaccettato. Ti hanno mentito ed è giusto essere arrabbiati

Adam Beach, interprete di Slipknot, ha poi confermato di aver girato “una sequenza d’apertura in cui venivo catturato e messo nel programma Suicide Squad che era bellissima“.

Il regista ha approfittato poi per fare un paragone con Joker di Todd Phillips:

Immaginate se The Joker di Todd Phillips fosse stato rigirato e rimontato perché troppo cupo. Tutto questo è successo a Suicide Squad. Tutti quelli che pensano che la mia versione non fosse convincente vengano a dirmelo in faccia.

Sempre sul trailer del Comic-Con:

Questo trailer si addiceva al tono e alle intenzioni del film che avevo girato. Metodico. Complesso. Sfaccettato, bello e triste. Dopo che le recensioni di Batman V Superman hanno traumatizzato i dirigenti dell’epoca e dopo il successo di Deadpool, il mio dramma profondo è stato forzatamente trasformato in una “commedia”.

Suicide Squad diretto da David Ayer è uscito nelle sale americane il 5 agosto 2016 e il 13 agosto in Italia, mentre Justice League circa un anno dopo.


MCU: l’Infinity Saga immaginata come un horror, dal punto di vista di Tony Stark

Un nuovo video realizzato dai fan immagina tutti gli eventi della Infinity Saga del MCU con un focus sulla storia di Iron Man, ma immaginandola in toni horror. È passato un anno da quando Avengers: Endgame, il fiore all’occhiello del franchise, è arrivato nei cinema e, dato che l’inizio della Fase 4 è in ritardo a causa della pandemia, i fan stanno rivisitando i film precedenti dell’universo, in attesa di scoprire cosa c’è di nuovo. Diretto da Joe e Anthony Russo, il film ha chiuso il racconto di 22 film che il MCU stava portando avanti dal 2008, con Spider-Man: Far From Home di Jon Watts in veste di epilogo.

Mentre tutti aspettano il prossimo futuro del MCU, FullBelly Edits di YouTube ha guardato indietro a tutto ciò che è emerso finora dall’Universo Condiviso e ha realizzato un video incentrato sul personaggio di Tony Stark che ha però dei toni oscuri, horror, diremmo. Ecco il viaggio eroico di Iron Man, raccontato con un altro tono!




Suicide Squad: il successo di Deadpool lo ha trasformato in una commedia

David Ayer ha affermato che il successo di Deadpool ha cambiato la sua versione originale di Suicide Squad, modificandone il tono in quello di una commedia. Il primo film Warner/DC incentrato sugli antieroi è uscito nelle sale cinematografiche nel 2016, lo stesso anno del film Fox / Marvel guidato da Ryan Reynolds, che però arrivo alcuni mesi prima. Sembra che, proprio a causa del grande successo ottenuto dal film con Reynolds, i cui toni sono, come si sa, comici e irriverenti, anche il montaggio e i toni di Suicide Squad siano stati modificati.

Nelle ultime settimane è venuta fuori l’ipotesi di una director’s cut di Suicide Squad e David Ayer sembra disponibile a realizzarla, per HBO Max, stessa piattaforma che distribuirà la Justice League Snyder Cut. Non è un segreto che ci siano stati alcuni importanti cambiamenti dell’ultimo minuto nel film, come dimostrano le riprese aggiuntive del film, costate 22 milioni di dollari – un finanziamento significativamente maggiore rispetto al tipico budget da 6-10 milioni di dollari assegnato per le riprese aggiuntive. Il regista, da parte sua, è stato disponibile quando gli è stato chiesto dei dettagli del suo montaggio, e la sua ultima rivelazione fa luce su ciò che effettivamente ha causato le modifiche apportate al film.

Attraverso il suo account Twitter ufficiale, Ayer ha condiviso il motivo per cui è stato costretto ad apportare alcune modifiche al suo piano originale per Suicide Squad. Apparentemente, è una combinazione di un paio di cose come l’accoglienza non proprio unanime ricevuta da Batman V Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder e il successo di Deadpool, entrambi i film in uscita nel primo trimestre del 2016. Il regista ha poi concluso dicendo che questi due film hanno trasformato il suo “dramma sentimentale” in una “commedia”.

Questo trailer (riferendosi a quello di Suicide Squad che comincia con I started a Joke) ha indovinato il tono e l’intenzione del film che ho realizzato. Metodico. A strati. Complesso, bello e triste. Dopo che le recensioni di Batman v Superman hanno sconvolto i piani alti e dopo il successo di Deadpool – Il mio dramma sentimentale è stato trasformato in una “commedia”.

E chissà che adesso, una eventuale director’s cut del film con Margot Robbie, possa proporre l’effettivo intento del regista e restituirci un film migliore!


5 film d’avventura per ragazzi su Disney Plus

Arriva l’estate e torna con il caldo e con il sole anche la voglia di grandi avventure. Magari solcando i mari come pirati, infilandosi in caverne alla ricerca di tesori come famosi archeologi, brandire le spade come veri principi o perché no combattere mostri come semidei. Tutto questo e molto altro è possibile su Disney+ , il servizio streaming della casa di Topolino che permette, attraverso il suo ricco catalogo di film, di esplorare terre perdute e andare alla caccia di misteriosi tesori. Qui sotto 5 film d’avventura per ragazzi per non annoiarsi una volta finita la scuola.

5 film d’avventura per ragazzi su Disney Plus

Percy Jackson e gli dei dell’olimpo – Il ladro di fulmini

di Chris Columbus con Logan Lerman, Alexandra Daddario, Brandon T. Jackson, Sean Bean, Pierce Brosnan, Steve Coogan

Portato in un campo speciale di addestramento per gli dei, un diciasettenne che abbandona il collegio, dopo aver scoperto di essere il figlio mezzo umano di Poseidone, si imbarca in un viaggio attraverso il paese con un satiro/protettore e la figlia di Atena per salvare la madre rapita, recuperare la folgore rubata di Zeus e impedire una guerra mortale tra gli dei.

Il mistero dei templari

di Jon Turteltaub con Nicolas Cage, Jon Voight, Harvey Keitel, Diane Kruger, Sean Bean, Justin Bartha

Benjamin Franklin Gates è ossessionato dall’idea di trovare il leggendario tesoro dei Templari. Mentre Gates cerca di decifrare antichi indovinelli, è perseguitato da un nemico senza scrupoli. Gates deve rubare uno dei documenti più sacri e protetti d’America (la Dichiarazione d’Indipendenza) o lasciarla, come chiave del mistero, in mani pericolose.

Su Disney Plus potete vedere anche il sequel Il mistero delle pagine perdute

Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio

di Andrew Adamson con Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley, Anna Popplewell, Tilda Swinton, James McAvoy

Lucy, Edmund, Susan e Peter Pevensie trovano Narnia passando attraverso un armadio magico mentre giocano a nascondino in casa di un professore. Mentre sono a Narnia, scoprono una terra incantata, un tempo pacifica, con animali parlanti, nani, fauni, centauri e giganti. Ora, però, Narnia è dominata da un inverno eterno, opera della Strega Bianca Jadis. Aiutati dal saggio leone Aslan, conducono Narnia in battaglia per liberarla dalla maledizione della strega.

Su Disney+ potete vedere anche il sequel Le cronache di Narnia – Il principe Caspian

Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna

di Gore Verbinski con Johnny Depp, Geoffrey Rush, Orlando Bloom, Keira Knightley, Jack Davenport, Kevin McNally

La vita del Capitano Jack Sparrow viene sconvolta quando il Capitan Barbossa gli ruba la nave, la Perla Nera, per attaccare la città di Port Royal e rapire Elizabeth, la figlia del governatore. Per salvarla e riprendersi la Perla Nera, Will Turner, amico di Elizabeth, si unisce a Jack. Ma Will non sa che un tesoro maledetto ha condannato Barbossa e la sua ciurma a vivere per sempre come non-morti.

Su Disney+ potete trovare anche tutti gli altri film della saga di Pirati dei Caraibi

L’apprendista stregone

di Jon Turtletaub con Nicolas Cage, Jay Baruchel, Alfred Molina, Teresa Palmer, Monica Bellucci, Omar Miller

La magia è ovunque! Balthazar Blake (Nicolas Cage) è uno stregone dei nostri giorni, impegnato a difendere Manhattan dalle forze oscure. Quando lo studente Dave Stutler dimostra un potenziale nascosto, Balthazar lo introduce alle arti magiche, rendendolo un apprendista stregone. Dave ignora che la magia potrebbe essere la chiave per sconfiggere una strega cattiva e conquistare la ragazza che ama.


Amy Winehouse: presto un biopic sulla cantante voluto dal suo papà

Mitch Winehouse, che ha in mente il progetto già dal 2018, dice che la sceneggiatura è in via di scrittura e che la protagonista sarà un'attrice sconosciuta.

Amy Winehouse, cantante dalla voce sublime morta nel 2011 a soli 27 anni, sarà protagonista di un film biografico. Lo conferma il padre Mitch Winehouse, che già dal 2018 aveva annunciato la messa in cantiere di un biopic basato su una sceneggiatura di Geoff Deane, autore del copione del film con Joel Edgerton Kinky Boots. Adesso l'uomo rilancia, forse perché insoddisfatto del documentario Amy diretto da Asif Kapadia che a suo giudizio restituiva un’immagine falsata della sua bambina. "Abbiamo superato la fase delle discussioni" - ha detto" - " e la sceneggiatura è in via di scrittura".

Il signor Winehouse ha anche spiegato che il film dovrebbe arrivare al cinema fra uno o due anni e che lui e i suoi cari intendono avere il controllo sul progetto e lasciare un buon ricordo di Amy: "Abbiamo un bel film e fra poco avremo anche un ottimo spettacolo a Broadway. Sarà questo il nostro modo di riprenderci ciò che ci è dovuto, descrivendo Amy esattamente com'era".

E veniamo all’attrice che dovrebbe interpretare la Winehouse. Il buon Mitch non fa nomi, ma conferma la sua intenzione di due anni fa di affidare il ruolo della protagonista a una sconosciuta o semisconosciuta: "Sceglierò, seguendo i consigli del produttore, una star in divenire. Prenderemo un'attrice sconosciuta, possibilmente una ragazza ebrea della zona nord o est di Londra che somigli un po’ ad Amy e che parli un po’ come lei".

A questo punto non ci sono più dubbi: la Winehouse avrà la sua giusta consacrazione, com'è stato per Freddie Mercury con Bohemian Rapsody. Se poi pensiamo che i biopic dedicati ai cantanti e alle rockstar dalla personalità debordante, o comunque complessa, appartengono a un genere particolarmente in voga negli ultimi anni, ci viene da pensare che magari l'attrice poco nota di cui sopra potrà ambire all'Oscar, o comunque guadagnarsi la stima del pubblico, ammesso che non scontenti gli agguerriti fan di Amy Winehouse.

Ricordiamo che sulla cantante esiste anche un bellissimo documentario intitolato Amy Winehouse, Back to Back e dedicato alla realizzazione del magnifico album "Back to Back". Vale la pena rivedere il trailer mentre aspettiamo lumi su biopic voluto da papà Winehouse.


THE NEW MUTANTS: JOSH BOONE SPERA ANCORA DI REALIZZARE UNA TRILOGIA

The New Mutants dovrebbe arrivare nei cinema americani ad agosto e Josh Boone, regista del travagliato progetto, ha svelato la sua sperenza di realizzare una trilogia.
I tanti ostacoli che ha dovuto superare il lungometraggio potrebbero però rendere questo suo desiderio davvero complicato da realizzare e bisognerà attendere la reazione dei fan e gli incassi per capire quanto sia fattibile la produzione di un sequel.

Il filmmaker, rispondendo alle domande di ComicBook, ha ora spiegato che mantiene un atteggiamento positivo nei confronti del progetto.
Josh Boone, parlando di The New Mutants, ha dichiarato: "Alla fine, dopo tutto questo tempo, ho avuto la possibilità di realizzare il mio film di New Mutants, e ne sono orgoglioso".
Il regista ha aggiunto: "Ciò che sto sperando ora è che otterrà abbastanza successo da conquistare la possibilità da parte dello studio di completare una trilogia. Ho già pianificato tutto".

The New Mutants, diretto dal regista Josh Boone, è ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire.

Fanno parte del cast Anya Taylor-Joy nel ruolo di Illyana Rasputin/Magik, Henry Zaga che interpreterà Sunspot, Maisie Williams che sarà Rahne Sinclair/Wolfsbane e Charlie Heaton a cui è stato affidata la parte di Cannonball. Tra i produttori ci sono invece Simon Kinberg e Karen Rosenfelt.


TENET, QUANTO È COSTATO IL NUOVO FILM DI CHRISTOPHER NOLAN?

Tenet, il nuovo, attesissimo film di Christopher Nolan sembra essere costato parecchio agli studios, molto più di ogni altra pellicola realizzata dal regista... Eccetto una.
La notizia è emersa grazie alle indiscrezioni emerse online riguardanti l'atteso film che dovrebbe arrivare nelle sale americane nel mese di luglio.

Stando a quanto riportato da Variety (via CinemaBlend) il film con protagonista Robert Pattinson e John David Washington vanterebbe un budget di 205 milioni di dollari - esclusi marketing e pubblicità -.
Una tale cifra farebbe sì che Tenet sia ora il secondo lungometraggio più costoso nato dalla partnership Nolan/Warner Bros., superato unicamente da Il cavaliere oscuro - Il ritorno, il cui costo arrivò a quota un quarto di miliardo.

Dato però il successo di tutti gli altri prodotti realizzati dal regista, la Warner deve averla classificata come una scommessa piuttosto sicura ai tempi dell'approvazione del progetto, non potendo certamente tener conto di una futura pandemia globale che avrebbe potuto inficiarne gli incassi.
A gettare ombra sui guadagni della pellicola è la relativamente imminente data di uscita del film, considerando che probabilmente in alcuni paesi i cinema avranno riaperto davvero da poco al momento in cui questo uscirà (non è ancora è stata annunciata una data comune per la riapertura delle sale negli USA), e non tutti potrebbero sentirsi pronti a tornare in sala - Spike Lee ad esempio ha fatto sapere che fino alla diffusione di un vaccino, lui non andrà da nessuna parte - con le eventuali direttive.

Tuttavia, l'entusiasmo e la curiosità che circondano Tenet sono davvero palpabili, e potrebbe trattarsi del giusto incoraggiamento per percorrere di nuovo i corridoi e sedere ancora una volta sulle poltroncine delle sale cinematografiche... a debita distanza.

Tenet di Christopher Nolan arriverà a luglio negli Stati Uniti, e a settembre in Italia.


DUNKIRK: IL SIGNIFICATO DEL FINALE SI RIVOLGE A TUTTI NOI

Il tempo è l'elemento centrale della filmografia di Christopher Nolan, a partire da quell'esordio low budget in bianco e nero che fu Following seguito, subito dopo, dal successo memorabile di Memento. Persino a rivedere il trailer del suo ultimo film di prossima uscita, Tenet, con un gusto a metà strada tra la reversibilità degli eventi e la struttura a palindromo, ci possiamo accorgere di come gran parte della poetica del regista abbia a che fare col fattore temporale. Dunkirk, il suo atipico film di guerra del 2017, non fa eccezione: l'elemento "Tempo" è centrale sia nella struttura del film che nel messaggio finale che è il punto focale su cui vogliamo concentrarci. Ecco quindi che il significato del finale di un film ambientato nella Seconda Guerra Mondiale e che racconta un evento storico chiuso, ovvero il salvataggio degli inglesi sulle spiagge di Dunkerque da parte di navi civili, acquista ancora più valore e importanza se rapportato al nostro presente.

RENDERCI PARTECIPI

Prima di addentrarci nei contenuti del film soffermiamoci brevemente sul linguaggio utilizzato da Nolan e sul modo in cui ricerca una partecipazione attiva da parte dello spettatore. Più che un film di guerra classico, Dunkirk è un'esperienza cinematografica che lavora sull'aumento della tensione e su un continuo senso di suspense che (si spera) possa tenere lo spettatore col fiato sospeso per fargli rivivere l'attesa dei soldati sulla spiaggia francese. Nolan lavora sia dal punto di vista visivo che su quello musicale attraverso alcune scelte che non vanno sottovalutate. La storia di Dunkirk è una grande storia, non solo dal punto di vista storico (in un certo senso si son decise le sorti della guerra) ma anche da quello più intangibile delle emozioni: nel racconto di questa sconfitta si nasconde una storia di orgoglio, di comunità, di forza. È una storia, in definitiva, che ha bisogno di una tela enorme nel quale essere rappresentata. La scelta di utilizzare il formato IMAX per quasi tutto il film (fanno eccezione le brevi sequenze dialogate, riprese in formato panoramico a causa dell'eccessivo rumore delle macchine da presa) aumentano sia la dimensione di questa finestra sul mondo che è lo schermo cinematografico (o televisivo) che la qualità delle immagini, dando la sensazione di immergerci in misura maggiore all'interno del film. L'aver girato il film nei luoghi della Storia e con la quasi assenza di effetti digitali (sì, le macchine da presa erano davvero fissate agli aerei) non rompe mai la sospensione dell'incredulità. A livello uditivo, invece, il compositore Hans Zimmer, partendo dal ticchettio di un orologio, ha strutturato la colonna sonora attraverso la scala Shepard ovvero un canone musicale che dà l'illusione di essere eternamente ascendente, dando così l'impressione di una trazione magnetica che spinge in avanti. Attraverso una sinergia col montaggio delle immagini la sensazione è quella di una tensione continua capace di creare una reazione emotiva.

IL VOLTO DELLA COLLETTIVITÀ

Sei soldati inglesi camminano in silenzio su una strada cittadina di Dunkerque. Dal cielo piovono volantini lasciati dagli avversari che contengono un messaggio chiaro: "Siete circondati. Arrendetevi e sopravvivete". Una didascalia ci spiega dove ci troviamo, poche parole per immergerci subito nel film. All'improvviso colpi di arma da fuoco, una fuga disperata per la sopravvivenza, solo un soldato non viene colpito e riesce ad arrivare sulla spiaggia dove vediamo per la prima volta le migliaia di soldati in attesa di essere salvati. In attesa di un miracolo. Da quel momento il battito del cuore si trasforma nel ticchettio di un orologio. Inizia l'attesa, inizia l'ennesimo gioco col tempo per Nolan con una differenza sostanziale: non c'è un protagonista. O meglio, il film si concentra sulla collettività, sulla moltitudine. Non è un caso che non vengano mai inquadrati i soldati tedeschi, trasformando così il nemico in un'entità astratta, intangibile eppure presente e che i protagonisti siano divisi in tre storyline che si incroceranno solo nel finale. Dunkirk è una celebrazione dell'"insieme". All'arrivo delle prime navi civili in soccorso c'è solo una parola che viene pronunciata e che descrive questa moltitudine di volontari in semplicità: patria (in originale, la battuta è ancora più potente: "Home", casa).

INGANNARE IL TEMPO

Tre elementi che corrispondono a tre diverse storyline e che a loro volta corrispondono a tre temporalità diverse. La terra, il molo dove i soldati sono in attesa dei soccorsi, dalla durata di una settimana; l'acqua, la nave di Mr. Dawson (Mark Rylance) aiutato dal figlio e da un suo amico che viaggia verso la spiaggia per recuperare quanti più soldati possibili, un giorno; l'aria, l'aereo con Farrier (Tom Hardy) impegnato a contrastare l'attacco dei tedeschi, un'ora. Queste tre sezioni si intersecano senza linearità eppure - e qui sta il primo inganno sul tempo - gli eventi sembrano avvenire contemporaneamente simboleggiando una sinergia collettiva più forte della distanza temporale. Non è l'unico inganno temporale del film, anche se sicuramente è il più esplicito. Nolan fa di più, in maniera impercettibile, nella prima sequenza del film: le strade in cui passeggiano i sei soldati inglesi sono le vere strade di Dunkerque dei giorni nostri (si possono notare i campanelli e le centraline elettriche sui muri delle case), ma più ci si avvicina alla spiaggia più si abbandona il presente per "entrare" nel passato. In questo modo il tempo lo si inganna ancora e, così come le tre linee temporali del film si alternano sembrando simultanee, così si viene a creare un legame tra l'evento storico del passato e la nostra contemporaneità. Ecco allora che il messaggio del finale del film si può esprimere in tutta la sua potenza.

TORNARE A CASA

Renderci partecipi attraverso delle scelte audiovisive adatte, ingannare il tempo in modo da collegare il passato e il presente, sottolineare la collettività depotenziando il singolo individuo, farci battere il cuore fino a provare quel senso di tranquillità e sicurezza una volta tornati a casa. Cos'è lo spirito di Dunkirk se non un elogio all'essere forti (insieme), al non arrendersi davanti a situazioni che sembrano impossibili da gestire, all'essere capaci di aggrapparsi a una vittoria nonostante ci si trovi sull'orlo di un disastro? E in generale a riuscire a trionfare sulle avversità della vita, a riconoscere il valore delle persone comuni (sono navi civili e volontarie quelle che vengono in soccorso) e a rendersi conto che collaborando come una comunità si riesce a trasformare una sconfitta certa in un momento di gioia e di unione. Quando i soldati tornano in Inghilterra si vergognano di non essere morti in battaglia, credono di non aver reso onore alla patria per cui combattono, immaginano di essere persone vuote senza valore. Invece trovano festeggiamenti da parte del popolo che difendono. Il popolo è consapevole ("Lo sanno dove eravate"), capisce che la guerra cambia le persone, che il loro esercito ha dato il meglio. Sono orgogliosi di vedere questi giovani ragazzi destinati all'oblio (qui sì, una collettività di elmetti senza nome, tutti uguali, scomparsi) sani e salvi a casa, un orgoglio per la vita che vale molto di più di una vittoria bellica. "E vi pare poco?" risponde un inglese quando un soldato, cercando di minimizzare e coi sensi di colpa ammette che sono solo dei sopravvissuti senza nessun valore eroico. Ecco il vero significato del finale del film che, come in Interstellar, usa l'amore e l'empatia come motori in grado di vincere la Storia e il tempo e arrivare fino a noi: vedere un Vecchio Mondo composto da odio e singoli individui che viene vinto, poco a poco, lentamente, anche attraverso qualche sconfitta, dal Nuovo Mondo formato dall'unione e dalla collettività di persone comuni. Riuscire ad essere contenti se una nostra giovane riesce a tornare a casa sana e salva dopo aver rischiato di morire in un Paese lontano e accoglierla con la sicurezza che possa trovare al suo arrivo concittadini felici per lei. Così lo spirito di Dunkirk non diventa solo qualcosa distante da noi, lontano nel tempo, ma qualcosa che ci dovrebbe appartenere, ogni giorno.


DUNKIRK, QUANDO CHRISTOPHER NOLAN ATTRAVERSÒ DAVVERO LA MANICA PER PREPARARE IL FILM

Stasera arriva per la prima volta in chiaro Dunkirk, acclamato film del 2017 scritto e diretto da Christopher Nolan e con protagonisti Tom Hardy, Cillian Murphy, Mark Rylance e Kenneth Branagh.

Con un voto di 94/100 su Metacritic e 8 nomination agli Oscar 2018 (con tre vittorie: miglior montaggio, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro), il blockbuster è considerato uno dei migliori film del XXI secolo, con Quentin Tarantino che lo ha eletto secondo nella sua classifica. In vista del debutto su Canale 5, vi lasciamo alle migliori curiosità sulla produzione di Dunkirk:

Christopher Nolan, insieme a sua moglie, la produttrice Emma Thomas, e un amico di famiglia, ha fatto la traversata dall'Inghilterra a Dunkerque su una barca, ripercorrendo il tragitto fatto dai civili durante la vera evacuazione. Ci sono volute 19 ore a causa delle pessime condizioni del mare.

Secondo quanto riferito da Sir Kenneth Branagh, circa trenta sopravvissuti a Dunkerque hanno partecipato alla premiere di Londra, in Inghilterra. Quando gli è stato chiesto del film, hanno dichiarato che Nolan è riuscito a catturare alla perfezione l'evento, ma che la colonna sonora era più martellante del vero bombardamento; il commento ha divertito moltissimo il cineasta.

Dopo aver scoperto da fonti storiche e fotografie quanto sembrassero giovani e inesperti i soldati inglesi dislocati sulla spiaggia, Nolan decise di scegliere attori giovani e inesperti per le riprese a terra.

I titoli di coda affermano che dodici delle piccole navi originali che hanno partecipato all'evacuazione di Dunkerque sono apparse nel film, rievocando la loro vera presenza nel 1940.

In questo film, molti soldati maledicono la Royal Air Force per non averli protetti dagli attentatori della Luftwaffe. Ciò che non viene menzionato, ad eccezione di una battuta finale (del personaggio di Mark Rylance), è che la Royal Air Force stava combattendo nell'entroterra, e attaccava i bombardieri che dall'intero erano stati inviati a bombardare i soldati sulle spiagge: i bombardieri che attaccarono i soldati a Dunkerque furono solo quei "pochi" che riuscirono a superare le linee difensive della Royal Air Force, ma i soldati sulle spiagge non videro questi duelli aerei durante l'evacuazione e pensarono che la Royal Air Force li avesse abbandonati.


L'ULTIMO SAMURAI, TOM CRUISE RISCHIÒ DI ESSERE DECAPITATO DURANTE LE RIPRESE

Tom Cruise non si è mai tirato indietro davanti al pericolo: l'attore è noto per aver voluto interpretare personalmente un bel po' di stunt piuttosto pericolosi nel corso della sua carriera, tra salti nel vuoto e combattimenti a suon di katane come ne L'Ultimo Samurai.

Certo è che ad aiutarlo, oltre alla sua innegabile preparazione, è intervenuta alcune volte una buona dose di fortuna: proprio sul set del film diretto da Edward Zwick, ad esempio, la star di Mission: Impossible fu quasi sul punto di tornare a casa non esattamente con un graffietto da nulla.

La scena incriminata è quella di un combattimento a colpi di spada con Hiroyuki Sanada (Ujio): durante le riprese Cruise era in groppa ad un cavallo meccanico utile appunto per la simulazione del combattimento e, a quanto pare, fu proprio quest'ultimo a farlo finire quasi decapitato!

La macchina infatti incappò in un malfunzionamento e non si abbassò al momento giusto, lasciando che la spada brandita da Sanada finisse praticamente a un paio di centimetri dal collo di Cruise. Insomma, se oggi abbiamo ancora tra noi l'attore di Vanilla Sky non possiamo far altro che ringraziare la prontezza di riflessi della sua co-star!


BRIMSTONE, KIT HARINGTON RUBÒ LA PARTE A ROBERT PATTINSON NEL FILM CON DAKOTA FANNING

Stasera in tv arriva Brimstone, atipico western del 2016 diretto da Martin Koolhoven e presentato al Festival di Venezia con protagonisti Kit Harington, Dakota Fanning, Carice van Houten e Guy Pearce.

Inizialmente, nel film dovevano recitare Mia Wasikowska e Robert Pattinson, nelle parti rispettivamente di Liz e Samuel, ma alla fine i due furono sostituiti dalla Fanning e da Harington, all'epoca all'apice del successo di Game of Thrones.

La Wasikowska però abbandonò la produzione a poche settimane dell'inizio delle riprese a causa di "circostanze personali impreviste". Il problema fu che con l'abbandono della star il film fu abbandonato anche da una delle case di produzioni più importanti per il progetto, e la cosa rischiò di far naufragare i lavori dato che la troupe era già stata assunta e tutto l'equipaggiamento già comprato, compresi i set (già costruiti).

Quando Guy Pearce decise di partire per l'Europa per raggiungere la troupe lo fece accollandosi un grosso rischio, dato che il finanziamento per realizzare effettivamente il film era ancora indubbio. Tuttavia, era rimasto affascinato dal personaggio che avrebbe dovuto interpretare dopo dall'incontro con il regista, e la sua presenza era un fattore decisivo nel garantire al film il resto del budget. Nel giro di pochi giorni, la Wasikowska fu sostituita dalla Fanning (che era già stato preso in considerazione per la parte), ma sfortunatamente Pattinson - che due anni prima aveva lavorato con Pearce in The Rover di David Michôd) si tirò indietro pensando che il film sarebbe stato cancellato senza la Wasikowska. In un'intervista del 2017 rivelò che si pentì della sua decisione, perché sebbene fosse disposto a tornare, quando la produzione ripartì dopo il blocco causato dalla partenza della Wasikowska lui aveva già accettato una parte in Civiltà Perduta di James Gray.

Kit Harington interruppe le sue vacanze per rispondere al casting, e si presentò sul set il giorno dopo aver ricevuto la chiamata.

Entrambi gli attori oggi sono due supereroi: Kit Harington esordirà ne Gli Eterni, il prossimo film Marvel Studios, mentre Robert Pattinson sarà The Batman per il regista e sceneggiatore Matt Reeves.


I SOLITI SOSPETTI E QUELLA SCENA CULT NATA DALLE FLATULENZE DI BENICIO DEL TORO

Tutta colpa degli sbirri: non si mettono dei tipi come quelli insieme in una stanza. Non sai che cosa può succedere" recita Kevin Spacey durante una scena de I Soliti Sospetti entrata ormai di diritto nella storia del cinema, e a quanto pare aveva effettivamente ragione anche se, in questo caso, i colpevoli non sono gli uomini in divisa.

Il nostro "colpevole" è infatti il regista Bryan Singer, che mise tutti insieme nella scena del confronto all'americana quei brutti ceffi che rispondono ai nomi di Benicio Del Toro, Stephen Baldwin, Kevin Pollak, Gabriel Byrne e, appunto, Kevin Spacey. Cosa mai sarebbe potuto andare storto?

La risposta è presto detta: ad interferire con le intenzioni del regista fu l'intestino di Benicio Del Toro, che stando a quanto raccontato da Pollak cominciò durante le riprese ad inanellare un'incredibile serie di 12 "emissioni di gas" di fila, generando l'ilarità di tutti gli attori coinvolti.

Il motivo per cui i protagonisti scoppiano a ridere durante il confronto è dunque proprio questo, mentre nelle intenzioni di Singer la scena avrebbe dovuto assumere toni decisamente più seri: il regista però arrivò al punto di rinunciare, decidendo di tenere come buono il ciak risultato più divertente. Insomma, ci tocca ringraziare le flatulenze di Benicio Del Toro se oggi possiamo guardare e riguardare una delle scene più strane e divertenti del cinema degli ultimi 30 anni.

Piccolo dettaglio: Benicio Del Toro non ha mai ammesso di esser stato lui a "dar fiato alle trombe", ma si è sempre trincerato dietro un più cauto "qualcuno".




SPIDER-MAN: FAR FROM HOME, HYDRO-MAN PIÙ SIMILE AI FUMETTI IN QUESTO CONCEPT ART INIZIALE

Spider-Man: Far From Home ci ha regalato un'interessante schiera di villain, grazie alla presenza non solo del Mysterio di Jake Gyllenhaal, ma anche degli Elementali. Tra questi vi era Hydro-Man, che nei concep art iniziali presentava un look più simile a quello della sua controparte cartacea.

Jerad S.Marantz, concept artist dei Marvel Studios, ha condiviso nuovamente dei concept art relativi a Hydro-Man, mostrando ancora una volta una diversa versione del personaggio.

In questo caso, per sua stessa ammissione, ci si avvicinava di più a un aspetto che si potrebbe definire comicbook accurate, ma anche, ad esempio, alla versione di Hydro-Man che vediamo nella serie animata Ultimate Spider-Man - Web Warriors.

"Un altro sketch di #hydroman per #spidermanfarfromhome. Questa versione è un po' più simile a quella dei fumetti. Ho realizzato diversi sketch per coprire una vasta gamma di opzioni in occasione del primo meeting #conceptart #spiderman #mcu #conceptsketch #marvel" scrive nella caption del post di Instagram che trovate anche in calce alla notizia.

Nei fumetti, Morris Bench a.k.a. Hydro-Man acquisì i suoi poteri proprio a causa/grazie all'Uomo Ragno. Bench stava infatti lavorando a bordo di un cargo che trasportava un generatore ancora in fase sperimentale. Questi però finì scaraventato in mare proprio per mano di Spider-Man (che, a onor del vero, non lo fece di proposito), e venne a contatto con un misto di energia, gas vulcanici e acqua marina, che finirono con il dargli l'abilità di trasformarsi egli stesso in acqua.


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STAR WARS: DOVE ABBIAMO GIÀ VISTO LA FORZA GUARITRICE PRIMA DELL'EPISODIO IX?

Come sappiamo, oltre ai nove Episodi della saga Skywalker l'universo di Star Wars comprende anche spin-off, serie animate e live action, fumetti, romanzi e molto altro. Un mare di materiale in cui a volte è facile perdersi, e in cui capita che un supporto copra o chiarisca gli apparenti buchi di sceneggiatura di un altro.

L'ultimo capitolo visto al cinema, Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, ha introdotto per esempio un nuovo aspetto della Forza, in grado anche di guarire. Abbiamo visto Rey (Daisy Ridley) usarla così su Kylo Ren dopo averlo gravemente ferito in un combattimento, e successivamente lo stesso Ben Solo usarla su di lei. Questo ha confuso e irritato diversi spettatori, poiché nessuno dei due personaggi era stato addestrato a usare la Forza in questo modo, eppure entrambi sapevano farlo.

Siamo sicuri, però, che sia stata la prima volta, nell'universo Star Wars, in cui è successa una cosa del genere?

Se in The Mandalorian, ambientato cronologicamente prima di L'Ascesa di Skywalker, abbiamo visto The Child, cioè Baby Yoda, usare la Forza per guarire le ferite, bisogna tornare in realtà molto più indietro per vedere il fenomeno verificarsi per la prima volta. Indietro fino al primo film uscito in casa, l'Episodio IV, Star Wars: Una nuova speranza.

Come si ricorderà, infatti, in una scena Luke Skywalker (Mark Hamill), dopo un combattimento su Tatooine, è privo di sensi, fino all'arrivo di Obi-Wan Kenobi, che si piega su di lui, gli poggia una mano sulla fronte, poi sulle tempie, e dice a R2D2 che Luke starà bene. Quest'ultimo, infatti, poco dopo inizia a muoversi e si alza.

Col senno di poi, è questa la prima volta in cui abbiamo visto la Forza guarire qualcuno. In Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, inoltre, sembra che avremmo dovuto assistere al ritorno di alcuni personaggi.


JUSTICE LEAGUE, UN DESIGN ALTERNATIVO PER IL CYBORG DI RAY FISHER IN UNA NUOVA CONCEPT ART

Ora che la Snyder Cut di Justice League è finalmente in rampa di lancio, sono in molti ad aspettarsi approfondimenti e nuovi dettagli su alcuni dei personaggi. Uno di questi è senza dubbio Ray Fisher, interpretato da Ray Fisher, che si è molto speso in sostegno dell'uscita del film nella versione pensata in origine dal regista.

Proprio su Cyborg negli ultimi giorni è emersa una concept art che svela nuovi dettagli e un design alternativo dell'armatura. L'immagine, che si può vedere in calce all'articolo, è stata pubblicata su Instagram dal concept artist Jerad S. Marantz, che ha svelato che la schiena di Cyborg è la parte che preferisce di tutto il suo lavoro. Inoltre, ha spiegato, "di solito non ho molte opportunità di lavorare su roba meccanica / robotica. È stata una vera sfida. Non vedo l'ora di vedere qualcosa in più nella Snyder Cut."

Justice League, nella versione di Zack Snyder, arriverà nel 2021 su HBO Max. Tra le novità promesse dal regista, una delle più attese dal pubblico è rappresentata da nuove scene con Batman versione Nightmare.

Il cast del film è composto da Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Gal Gadot, Ezra Miller, Jason Momoa, Ray Fisher, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen, J. K. Simmons e Ciarán Hinds. Per altri approfondimenti sulla Snyder Cut di Justice League dai un'occhiata alle cinque modifiche più desiderate dai fan.


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SUICIDE SQUAD, UN PERSONAGGIO AVEVA MOLTO PIÙ SPAZIO NELLA AYER CUT: ECCO DI CHI SI TRATTA

Dopo il semaforo verde concesso dalla Warner Bros. alla Snyder Cut di Justice League, i fan hanno cominciato a cambiare obiettivo e a supportare la volontà di David Ayer, regista del primo e deludente Suicide Squad che ha fatto sapere dell'effettiva esistenza di una director's cut del cinecomic DC poi ri-manipolato in post-produzione.

Tre la "vecchie novità" relative all'eventuale Ayer Cut ci sarebbe anche uno screen time decisamente più significativo e massiccio del personaggio di Slipknot, ucciso praticamente a inizio film dopo pochissimi minuti, a dimostrazione del controllo che i militari avevano sulla Task Force X. Quando un fan ha allora chiesto via Twitter se nella versione originale ci fosse o meno molto più spazio per il personaggio, a rispondergli è arrivato direttamente il suo interprete, Adam Beach, che ha scritto:

"Sì, c'era sicuramente una sequenza d'apertura che mostrava come Slipknot veniva selezionato per il programma Suicide Squad, e devo dire che era anche decisamente figa". Peccato, o almeno per ora, dato che secondo alcuni potrebbero esistere possibilità concrete di vedere un giorno la Ayer's Cut. Dovreste chiedere a noi, vi risponderemmo che il destino di questo taglio d'autore potrebbe essere rimesso al successo della Snyder Cut.


THOR, CHRIS HEMSWORTH È QUASI CALVO IN UNA CONCEPT ART PER RAGNAROK

I fan del Marvel Cinematic Universe sono abituati a riconoscere Thor, il dio del Tuono, anche dalla folta chioma bionda. In Thor: Ragnarok il personaggio interpretato da Chris Hemsworth ha invece i capelli corti, ma nulla rispetto a una concept art pubblicata di recente, in cui sembra praticamente calvo.

L'immagine, che si può vedere in calce alla news, è stata pubblicata su Instagram da Andy Park, responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel Studios. "Ed ecco l'altra estremità dello spettro" recita la didascalia. "Questo è un taglio di capelli che ho pensato durante la pre-produzione di Thor: Ragnarok se Stan Lee fosse diventato ancora più pazzo con quelle forbici."

Chris Hemsworth riprenderà il suo ruolo nel MCU anche nel prossimo Thor: Love and Thunder, e ha recentemente confessato di aver recuperato l'entusiasmo grazie a Taika Waititi. Dopo i primi due film, ha detto, "mi ero stufato, ero stanco di essere quel personaggio, ho chiamato il regista e gli ho detto: Guarda, sono stanco di me stesso, e lui mi ha detto, Anch'io. Fondamentalmente abbiamo deciso di reinventare il personaggio e fare qualcosa di completamente diverso, e buona parte del film è molto improvvisata. C'è più commedia, è molto più folle, molto più imprevedibile, e la gente ha risposto bene."

Oltre a Chris Hemsworth, infatti, anche Mark Ruffalo ha affinato le sue tecniche di improvvisazione in Thor: Ragnarok.


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ARTEMIS FOWL, MALEFICENT 2 E MOLTO ALTRO: I FILM IN USCITA A GIUGNO SU DISNEY+

Siamo appena entrati a giugno, che commercialmente e produttivamente parlando è il terzo mese d'attività di Disney+ in territorio italiano (settimo in America), e proprio per l'occasione, come fanno anche Netflix o Amazon, ecco arrivare l'intero listino delle novità cinema del mese, da film a documentari.

Pezzo da novanta per la piattaforma, a giugno, lo ha senz'altro il debutto dell'atteso e più volte posticipato Artemis Fowl di Kenneth Branagh, adattamento cinematografico dell'opera letteraria di Eoin Colfer che la major ha deciso di distribuire direttamente in streaming su Disney+, a causa di troppi rinvi e di costi di posticipo e marketing altrimenti ingestibili. Il film uscirà il 12 giugno.

Il 5 giugno sarà invece il giorno dell'arrivo di Maleficent: Signora del Male, secondo capitolo del franchise dedicato al mondo de La Bella Addormentata con protagoniste tre splendide Angiolina Jolie, Michelle Pfeiffer ed Elle Fanning. Lo stesso giorno uscirà anche Pearcy Jackson e gli Dei dell'Olimpo: Il mare di mostri, e questo a poche settimane dall'annuncio dell'arrivo proprio su Disney+ della serie live-action reboot dedicata agli amatissimi romanzi di Rick Riordan.

Tra gli altri titoli, arriveranno anche i documentari Finding Atlantis (5 giugno), Japan: Between Earth and Sky (5 giugno) e il film The Standlot: Heading Home (12 giugno).
view post Posted: 1/6/2020, 14:22 MovieTown - Cinema

LUNEDI

01/06/2020



DA WARNER A UNIVERSAL, I COLOSSI DI HOLLYWOOD SI SCHIERANO DALLA PARTE DI GEORGE FLOYD

Dopo John Boyega, Don Cheadle, Steve Carell e molte altre star, è arrivato il turno delle major di Hollywood.
Grandi nomi come Warner Bros., Universal, Disney, sono intervenuti su twitter e si sono apertamente schierati dalla parte di George Floyd, mentre in America proseguono le proteste.
La morte dell’uomo ha fatto tornare a galla una questione che, regolarmente, si è riproposta nel territorio americano: la violenza della polizia contro le persone afroamericane.

La morte di George Floyd

George Floyd, afroamericano, è stato fermato verso le otto di sera di lunedì 25 maggio da due agenti bianchi. Secondo una nota della polizia «appariva sotto gli effetti di alcol e droga» e, sempre stando a quanto riportato dalla polizia, avrebbe opposto resistenza all’arresto.
Quello che sappiamo di sicuro è che uno dei due agenti lo ha bloccato a terra, premendogli con forza il ginocchio all’altezza del collo.

Tutto questo di fronte a moltissimi passanti, che hanno fatto notare ai poliziotti quanto fosse eccessivo e pericoloso – per la vita del povero George Floyd – quel gesto.
«Non si muove nemmeno, dannazione» ha detto uno dei passanti mentre l’agente continuava a premere con forza quel ginocchio sulla sua testa.
E George Floyd, poco dopo, ha smesso di muoversi sul serio. Per sempre.

Il suo calvario, durato ben 10 minuti, è diventato pubblico grazie al video di un passante, che ha denunciato la cosa ed è stato ricondiviso migliaia di volte.
Quattro agenti di polizia sono stati licenziati dopo questo tragico e inaccettabile evento ed è stata coinvolta l’FBI per indagare su quanto successo.


SUICIDE SQUAD – LA “AYER CUT” POTREBBE USCIRE SU HBO MAX [RUMOR]

L’annuncio di Zack Snyder’s Justice League spalanca le porte a nuove possibilità, soprattutto nel DC Extended Universe: DCEU Mythic sostiene infatti che la Warner Bros. stia discutendo della possibilità di distribuire la “Ayer Cut” di Suicide Squad su HBO Max, piattaforma che ospiterà la sopracitata Snyder Cut nel 2021.

Come sappiamo, il film uscito nelle sale non rispecchia la visione di David Ayer, poiché fu modificato dall’intervento dei produttori. La versione del regista includeva la backstory di Slipknot (Adam Beach), un ruolo più ampio del Joker (Jared Leto), una fine diversa per El Diablo (Jay Hernandez), un incontro sessuale tra Harley Quinn (Margot Robbie) e Deadshot (Will Smith) e altro ancora. I toni erano un po’ diversi, meno umoristici.

Questa Ayer Cut raggiunse persino i test screening, dove fu accolta bene: completarla sarebbe quindi meno difficile rispetto alla Snyder Cut, che invece non fu mai effettivamente realizzata, poiché Snyder dovette lasciare il film prima di terminarlo. Non c’è dubbio che i fan sono curiosi di vedere il montaggio di David Ayer, e un progetto del genere aiuterebbe ulteriormente il servizio HBO Max. Per il momento si tratta solo di indiscrezioni non confermate, ma suonano verosimili.

Vi terremo aggiornati.

Il cast è composto da Viola Davis (Amanda Waller), Adam Beach (Slipknot), Jai Courtney (Captain Boomerang), Cara Delevingne (Enchantress), Karen Fukuhara (Katana), Joel Kinnaman (Rick Flag), Margot Robbie (Harley Quinn), Will Smith (Deadshot), Adewale Akinnuoye-Agbaje (Killer Croc), Jay Hernandez (El Diablo) e Jared Leto (Joker).

Suicide Squad è stato diretto da David Ayer (Fury), che ha riscritto la sceneggiatura di Justin Marks sulla base di Quella sporca dozzina, sua fonte d’ispirazione. Il film è uscito nei cinema americani il 5 agosto 2016, mentre in Italia il 13 agosto dello stesso anno.


THE BATMAN – ECCO I CONCEPT DELLA NUOVA BATMOBILE

Giusto ieri vi abbiamo segnalato un documentario dedicato alle varie incarnazioni della Batmobile, mentre oggi abbiamo a disposizione i modellini concettuali dell’auto che apparirà in The Batman.

Il regista Matt Reeves ha svelato la nuova Batmobile lo scorso marzo, suscitando un grande dibattito tra i fan. Tale versione è infatti molto diversa da quelle che abbiamo visto precedentemente in live-action, poiché si tratta di una muscle car iperaccessoriata, priva delle stilizzazioni fantascientifiche viste negli altri film. Reeves si rifà quindi ad alcune Batmobili dei fumetti, sia vecchie sia recenti.

I modellini di Jeff Frost ci permettono di osservarne il design nel dettaglio, da prospettive diverse rispetto alle foto ufficiali. Alcuni fan continueranno a storcere il naso (e forse anche lo stesso Batman, le cui preferenze vanno alla Batmobile di Tim Burton), ma potrebbero cambiare idea quando la vedranno in azione.

Troverete le immagini qui di seguito, ma prima vi ricordo che il film uscirà il 1 ottobre nelle sale americane.

Le immagini

https://twitter.com/TheBatRobert/status/12...8787714/photo/1

Robert Pattinson interpreterà Bruce Wayne / Batman, mentre Andy Serkis sarà Alfred e Jeffrey Wright presterà il volto a James Gordon. Zöe Kravitz interpreterà Catwoman; Paul Dano sarà l’Enigmista; Colin Farrell interpreterà il Pinguino; John Turturro sarà Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard (il procuratore distrettuale Gil Colson) e Jayme Lawson (la candidata sindaca Bella Reál).

The Batman uscirà il 1 ottobre 2021 nelle sale americane.

Il copione è opera del regista Matt Reeves. La produzione è curata da lui stesso insieme a Dylan Clark, suo partner nei film del Pianeta delle scimmie.

Il direttore della fotografia sarà Greig Fraser.


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John Wick 4: Chad Stahelski preannuncia grosse scene d’azione e parla dello spin-off “Ballerina”

Chad Stahelski ha parlato con l’Hollywood Reporter di John Wick 4 e di ciò che il pubblico può aspettarsi dal terzo sequel del film con Keanu Reeves.
Il regista ha preannunciato la presenza di alcune scene d’azione che non hanno trovato spazio in Parabellum, il terzo capitolo:

C’erano delle sequenze troppo coincidenti, perciò ho dovuto ridurre tutto all’osso. C’erano due scene d’azione che erano già state studiate, alla fine non abbiamo trovato lo spazio adatto per inserirle, perciò abbiamo dovuto rimuoverle. Sono quasi certo di poter trovare un posto per il 90% di quelle sequenze in John Wick 4.

Stahelski ha poi parlato del personaggio di Halle Berry, lasciando intendere che potrebbe mettersi male per lei:

Fossi in voi sarei un po’ preoccupato per lei, ma confiderei nel fatto che Sofia sia una che spacca, disposta a tutto pur di proteggere le persone che ama.

E ha poi parlato dello spin-off Ballerina affidato a Len Wiseman:

Avere un regista che si occuperà delle scene d’azione da un punto di vista diverso, così come le coreografie, i personaggi e lo stile dei combattimenti, renderà tutto più fresco.

In questo modo non ci copieremo da soli proponendo la stessa minestra riscaldata. E poi, visto che il personaggio è diverso, in generale sarà un film con qualcosa di nuovo da raccontare.

Quanto al livello, alla competenza e allo stile dell’azione, intendo essere lì a dare il mio sostegno in ogni momento possibile. E la nostra squadra della 87eleven sarà attivamente all’opera per dare a Len tutta l’azione di cui avrà bisogno.


Per far fronte alle conseguenze dell’emergenza Coronavirus, la Lionsgate ha deciso di rimandare di un anno intero John Wick 4 fissando una nuova data d’uscita. La pellicola potrà essere girata solamente quando Keanu Reeves sarà libero dai suoi impegni con il nuovo film di Matrix, perciò non sarà pronta per il prossimo maggio come inizialmente previsto. Lo sarà, invece, il 27 maggio 2022
.

Snyder Cut, il regista preannuncia nuove scene relative all’incubo di Batman

L’incubo di Bruce Wayne è una delle sequenze più discusse di Batman V Superman: Dawn of Justice per il suo significato e le possibili implicazioni nell’universo cinematografico DC. Il film di Justice League arrivato al cinema non ha ripagato le attese, ma la Snyder Cut in arrivo su HBO Max nel 2021 farà ammenda.
È quanto suggerito dal regista in persona in risposta a un fan che gli ha chiesto: “Ci saranno altre scene sull’incubo?“.

“Oh sì” ha ribattuto.



Come poi confermato su Vero, come potete vedere a seguire, il regista ha risposto al tweet di Harry J. Lennix (Martian Manhunter sotto mentite spoglie nell’Uomo d’Acciaio e in Batman V Superman), lasciando intendere che avrà un ruolo tutt’altro che marginale.



Vi ricordiamo che il film arriverà sulla piattaforma streaming nel 2021 perché intanto Snyder terminerà la post-produzione che non aveva avuto le risorse per completare, impiegando un budget superiore ai 30 milioni di dollari. Al momento non è stato ancora ufficializzato se si tratterà di un film di 4 ore o di una mini serie in sei parti.


Highlander, Chad Stahelski sulle difficoltà di “vendere” il reboot ai fan diciannovenni di John Wick

È da parecchio tempo che Chad Stahelski (John Wick) non fornisce qualche aggiornamento sul reboot di Highlander, progetto a cui il regista è collegato dal novembre del 2016.
La nuova occasione per farlo è stata data dall’intervista rilasciata all’Hollywood Reporter in cui ha potuto anche parlare della difficoltà di proporre questo progetto ai fan diciannovenni di John Wick che, magari, non hanno mai sentito parlare di Highlander – L’ultimo immortale cult del 1986 diretto da Russell Mulcahy e interpretato da Christopher Lambert, Sean Connery e Clancy Brown.

Per quel che riguarda Highlander è un progetto al quale sto lavorando da circa tre anni. E si tratta di qualcosa che sento vicino e che sta a cuore non solo a me, ma a tutte le persone coinvolte. Siamo tutti convinti di esserci avvicinati a questo lavoro nel modo giusto. E non si tratta assolutamente di qualcosa di semplice da fare perché è una proprietà intellettuale profonda e con una ricca mitologia. Fare qualcosa di nostro che sia rispettoso dell’originale e, allo stesso tempo, inedito, è complicato. Non vogliamo fare un remake. Non vogliamo reinventarlo. Vogliamo dare forma a qualcosa di fresco che impiega la mitologia del primo film, quegli elementi che tutti amano. Fare un buon film è difficile, fare un film grandioso è pure più tosta […] Ho un debole per i progetti che non sono facili da sviluppare […]

Chad Stahelski risponde poi alla domanda “Come venderesti il film a un fan di John Wick che ha 19 e pensa che Highlander sia una Toyota?”.

È una storia interessante su quello che io chiamo “il fardello dell’immortalità”. C’è un gruppo di persone che, per una qualche motivazione di carattere cosmico, è composto da immortali. Attraversano le epoche e le esperienze dell’umanità con il caveat non indifferente che tutte le persone che amano e con le quali instaurano un legame profondo sono destinate a morire. E le sole altre persone con un immortale può stabilire una sorta di relazione sono gli altri immortali. Sfortuna vuole che ci sia questa regola del “ne resterà soltanto uno”, quindi gli unici che potrebbero diventare tuoi amici vogliono anche tagliarti la testa. Ergo, come puoi vivere un’esistenza fatta di sostanziale solitudine accompagnata da un peso reso ancora più insostenibile dalla consapevolezza di dover mettere da parte l’amore e l’amicizia? Il tutto condito dal fatto che devi pure imparare ogni stile di combattimento di questo mondo perché, sostanzialmente, è come stare in un’arena dei gladiatori che attraversa il tempo? La tua missione è sopravvivere, imparare più che puoi e combattere con la spada fino alla morte. Se non riesci ad apprezzare tutto questo, che viene anche raccontato con dell’ottima musica, non so proprio che dirti! [risate, ndr.]


La Paramount avrebbe cambiato idea sul nuovo film di Scorsese dopo una modifica al personaggio di DiCaprio

Qualche giorno fa abbiamo scoperto che nella lotta per accaparrarsi il nuovo film di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Killers of the Flowers Moon, la Apple ha avuto la meglio su Netflix.
Lo studio ha infatti stretto un accordo con la Paramount facendosi di carico delle spese per finanziare l’opera del noto regista (si parla di 200 milioni di dollari), che sarà etichettata come un film originale Apple, ma verrà comunque distribuita nei cinema di tutto il mondo tramite la Paramount.

Un lungo pezzo dell’Hollywood Reporter aggiunge qualche dettaglio in più sul retroscena che ha condotto alla situazione attuale.

L’accoppiata Scorsese – DiCaprio (con Robert De Niro ciliegina sulla torta) sembra una proposta fin troppo allettante da rifiutare, eppure è stato esattamente ciò che ha fatto la Paramount nel corso delle negoziazioni, lasciando campo aperto alla Apple.

Prima che la pandemia facesse chiudere Hollywood, la Paramount era in effetti disposta a sostenere economicamente il film di Scorsese, anche se aveva cominciato a richiedere alcune condizioni, tra cui il fatto che il budget passasse dai 180 milioni di dollari inizialmente previsti ai 150.

A quel punto – come sostenuto da fonti del Reporter – gli equilibri sono cambiati quando il regista e l’attore hanno deciso di revisionare la sceneggiatura. Inizialmente DiCaprio doveva essere un “buono” nei ranghi dell’allora nascente FBI (visto che la storia è ambientata negli anni ’20), mentre nella nuova versione avrebbe interpretato il nipote dell’antagonista interpretato da Robert De Niro, tormentato tra l’amore e la consapevolezza delle malefatte di suo zio.

La Paramount temeva che il film così facendo diventasse meno commerciale: “proporzioni inferiori, stesso budget“, perciò ha iniziato a mostrare una certa incertezza sul da farsi. L’idea di rifiutare un film di Scorsese era così doloroso per i dirigenti della Paramount che una fonte interna aveva detto al giornale: “Non lo faremo, ma non è che non lo faremo“.

Una volta confermate le modifiche alla sceneggiatura, la Paramount ha così incaricato il manager di vecchia data di DiCaprio, Rick Yorn, di trovare potenziali acquirenti. Lo studio sperava che nessuno fosse interessato in modo tale da riaprire le discussioni con Scorsese e tornare al budget inizialmente previsto, ma poi è entrata in gioco la Apple che ha assunto il ruolo di unico finanziatore e anche di “studio creativo”. Il giornale precisa che in tal modo “saranno i primi a rendersi conto dell’impossibilità totale di controllare Scorsese” e fa notare, poi, che i dirigenti di AppleTV+ Zack Van Amburg e Jamie Erlicht non hanno alcuna esperienza cinematografica, ma solo televisiva.

Il film approderà nelle sale cinematografiche con la Paramount che si farà carico dei soli costi di marketing (prendendo una percentuale sui profitti finali), mentre la Apple coprirà il budget e lo sviluppo. I profitti non saranno particolarmente degni di nota (si vocifera dei sui 392 milioni incassati da The Wolf of Wall Street, allo studio sono toccati circa 20 milioni di dollari).

Su tutta la situazione relativa a Killers of the Flowers Moon una fonte ha commentato:

È un modo dai rischi bassissimi per la Paramount di restare coinvolta nel film, ma non ha alcun vantaggio: bisogna investire un mucchio di tempo. Mary e Leo sono esigenti. Richiederà le stesse energie di un lancio di un film dello studio. L’unico lato positivo saranno 10 o 20 milioni di dollari. È un dispendio di tempo e denaro interessante.

Una fonte interna allo studio vede le cose in maniera un po’ più venale:

Basso rischio per lavorare a un film di Scorsese. E se sarà un film da Oscar, sarai sulla lista degli invitati.

Killers of the Flowers Moon vede Leonardo DiCaprio nel cast, verrà prodotto dalla Apple e distribuito dalla Paramount. La sceneggiatura di Eric Roth è tratta dal romanzo di David Grann Gli assassini della terra rossa che racconta la storia vera degli omicidi di membri della tribù Osage nell’Oklahoma degli anni venti, occorsi dopo la scoperta del petrolio nelle loro terre. Robert De Niro interpreterà il serial killer William Hale.

Questa la sinossi:

Negli anni Venti del Novecento, la popolazione al mondo con la maggiore ricchezza pro-capite era, abbastanza sorprendentemente, la nazione indiana degli Osage, confinata nei decenni precedenti in una riserva in Oklahoma. Senza più bisonti da cacciare, impossibilitati quasi a parlare la loro lingua e a praticare la loro religione e cultura, improvvisamente si ritrovarono ricchissimi per la scoperta nelle loro terre di giacimenti petroliferi immensi: cominciarono così a girare in Cadillac e a mandare i figli a studiare in Europa, con grande invidia dell’opinione pubblica bianca, in prevalenza quacchera. Altrettanto improvvisamente però, all’interno delle famiglie osage più facoltose, si verificarono delle morti inspiegabili e sospette. E, negli ultimi baluardi del West selvaggio, dove personaggi come J.P. Getty andavano costruendo le proprie fortune e dove banditi leggendari seminavano il terrore, molti di coloro che osarono indagare su questi omicidi finirono per essere assassinati a loro volta. Superate le ventiquattro vittime, il caso passò a un organismo investigativo relativamente nuovo, l’FBI, che tuttavia non riuscì a fare sostanziali passi in avanti, finché il suo giovane direttore, J. Edgard Hoover, non cercò l’aiuto di un Ranger in pensione, Tom White. White mise insieme una squadra di detective piuttosto eterogenea, compreso un agente amerindio, e portò alla luce una cospirazione spietata ai danni di una popolazione intera.


Ecco l’inquadratura di Mulan che andrebbe assolutamente vista al cinema secondo Niki Caro

Niki Caro, la regista di Mulan, continua a pubblicare interessanti materiali su Instagram che ci permettono di curiosare nel backstage dell’attesissima produzione della Disney.
La regista ha pubblicato degli scatti in cui spiega come ha ottenuto un’inquadratura assolutamente necessaria a Mulan e che, secondo lei, andrebbe fruita necessariamente sullo schermo cinematografico più grande a disposizione.

Nella didascalia che accompagna le foto, Niki Caro spiega che gli XY Studios, che hanno ospitato buona parte della lavorazione di Mulan, non hanno reso possibile la “cattura” di un’inquadratura cruciale, una panoramica del Palazzo Imperiale. C’era la necessità di riprendere delle scale che sono state trovate poi presso la “Hollywood cinese”, ovvero gli Hengdian World Studios. Per Mulan Niki Caro ha impiegato la medesima riproduzione del palazzo delle Prime Dinastie Cinesi adoperato da Zhang Yimou per il suo celebre lungometraggio del 2002, Hero.

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Questa la sinossi ufficiale del film:

Quando l’Imperatore della Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.

La storia della leggendaria guerriera è uno dei racconti popolari più celebri della Cina e fa ancora parte dei programmi scolastici cinesi.


Il film è diretto da Niki Caro (La Ragazza delle Balene, McFarland USA) a partire da una sceneggiatura scritta da Rick Jaffa & Amanda Silver (Jurassic World, Heart of the Sea – Le Origini di Moby Dick) e Elizabeth Martin & Lauren Hynek, basata a sua volta sul poema La Ballata di Mulan.

Liu Yifei (Il Regno proibito, Once Upon a Time) è stata scelta per interpretare il ruolo di Hua Mulan a seguito di un processo di casting durato un anno. Il cast del film comprende inoltre Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story), Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny), Yoson An (Shark – Il Primo Squalo), Utkarsh Ambudkar (Voices – Pitch Perfect), Ron Yuan (Marco Polo), Tzi Ma (Arrival), Rosalind Chao (Star Trek: Deep Space Nine), Cheng Pei-Pei (La Tigre e il Dragone), Nelson Lee e Chum Ehelepola, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una Geisha,Lanterne Rosse) e Jet Li (Shao Lin Si, Arma Letale 4).

Uscito nelle sale nel 1998, il lungometraggio d’animazione Disney fu candidato a un Oscar® e due Golden Globe® ed è oggi disponibile su Disney+.


Avatar 2: James Cameron e Jon Landau sono tornati in Nuova Zelanda, David Thewlis sarà un Na’vi

James Cameron e il produttore Jon Landau sono arrivati in Nuova Zelanda domenica mattina in vista della ripartenza delle riprese di Avatar 2. La produzione non inizierà subito perché, come spiegato da Landau, i viaggiatori in arrivo dall’estero devono rispettare una quarantena di 14 giorni.
I confini sono ancora ufficialmente chiusi, ma i due sono stati ammessi in base a un’eccezione che prevede che i civili “di interesse economico significativo” possano entrare nel paese.

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Totalfilm intanto ha scambiato due chiacchiere con David Thewlis, che sarà un Na’vi di nome Peylak:

Sono un Na’vi, sono un coso blu nel film, non l’avevo capito molto bene quando ho incontrato Cameron per la prima volta. Sono rimasto sorpreso quando me l’hanno offerto. Sono curioso di vedere che aspetto avrò, perché in generale [i Na’vi] somigliano molto a chi li interpretano. È una cosa fantastica!

L’attore ha spiegato di essersi sentito un novellino:

Mi è sembrato di essere un novellino al suo primo lavoro. Ero sul set, dopo 35 anni trascorsi a girare film, a chiedere: “Che facciamo? A che serve quel coso? Perché fa così? Dobbiamo farlo ora?”. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua perché mi era tutto nuovo.

I quattro sequel di Avatar sono in lavorazione dal 2017, ognuno avrà un budget di circa 250 milioni di dollari. Era previsto un nuovo blocco di riprese ad aprile, ma è slittato a giugno a causa dell’emergenza sanitaria.

Secondo la scaletta di produzione, la lavorazione di Avatar 2 e Avatar 3 dovrebbe terminare entro la fine del 2020, con l’uscita di Avatar 2 fissata per il 17 dicembre 2021 e quella di Avatar 3 fissata per il dicembre 2023. Avatar 4 dovrebbe uscire a dicembre 2025, mentre Avatar 5 a dicembre 2027.


UCI Cinemas annuncia che riaprirà alcuni cinema il 15 giugno

Tra due settimane sarà possibile riaprire i cinema in Italia, e in questi giorni UCI Cinemas, la più grande catena cinematografica del paese (di proprietà dell’americana AMC, a sua volta di proprietà della cinese Wanda), ha confermato che il 15 giugno aprirà alcune sale.

In un messaggio pubblicato su Facebook, infatti, possiamo leggere:

Siamo pronti a vivere di nuovo la migliore esperienza cinematografica insieme a te… nel modo più sicuro! Il 15 giugno riapriremo alcuni cinema. Per potervi accogliere nelle nostre sale in tranquillità dovremo seguire delle misure di sicurezza, insieme. Continuate a seguirci e rimanere aggiornati sui nostri canali social.

Non è ancora chiaro quali siano i cinema scelti per la riapertura, l’idea è comunque che progressivamente, nel corso delle settimane, riaprano sempre più sale, con l’aiuto possibilmente dei distributori cinematografici. Senza prodotto, infatti, gli esercenti non se la sentiranno di riaprire, ma nel contempo i distributori non se la sentiranno di lanciare nuovi film se non vi saranno abbastanza sale aperte: è un circolo vizioso che qualcuno dovrà rompere. La speranza è che presto vengano annunciati i primi film in arrivo al cinema, ma l’iniziativa di UCI dimostra che gli esercenti sono pronti a impegnarsi per far ripartire le attività, ovviamente nel rispetto delle disposizioni governative annunciate a metà maggio e che l’ANEC ha giudicato irricevibili (verosimilmente vi saranno aggiornamenti, in tal senso, prima del 15 giugno).

Resta da capire se la seconda catena cinematografica italiana, The Space, sarà disponibile ad aprire qualche sala alla riapertura dei cinema.

Ricordiamo che, sempre parlando di UCI Cinemas, tre importanti cinema delle Marche potrebbero invece non riaprire più a causa del mancato accordo con Giometti.


Matrix 4: Lana Wachowski vuole un film “assolutamente folle”

Lana Wachowski, che ha diretto la trilogia originale di Matrix insieme a sua sorella, ritornerà dietro la macchina da presa per l’attesissimo Matrix 4: a quanto pare, i piani per il nuovo film sono “assolutamente folli”. I primi tre film della saga fantascientifica sono diventati dei veri e propri cult, quindi la notizia che la Warner Bros. stesse lavorando ad un revival del franchise non ha propriamente colto di sorpresa.

Con protagonisti Keanu Reeves, Carrie-Ann Moss e Laurence Fishburne, il primo film del 1999 è ambientato in futuro distopico in cui gli umani vengono inconsapevolmente imprigionati in una realtà simulata, nota come “The Matrix”. Il personaggio di Neo interpretato da Reeves scopre la verità e diventa parte integrante di una ribellione che lotta per cercare di liberare l’umanità da un’intelligenze artificiale che si rivelerà essere sempre più ostile.

I film vennero elogiati per le premesse narrative originali, ma anche per gli effetti visivi innovativi e per le strabilianti sequenze d’azione. Alla fine della trilogia originale, le Wachowski dichiararono che non avevano piani per far proseguire la saga, fino a quando le cose non sono cambiate. Keanu Reeves e Carrie-Ann Moss torneranno nel quarto capitolo, insieme a tutta una serie di volti noti ai fan del franchise, tra cui la Niobe di Jada Pinkett-Smith e Il Merovingio di Lambert Wilson. Sfortunatamente, non torneranno alcuni dei personaggi più amati, come il Morpheus di Laurence Fishburne e l’Agente Smith di Hugo Weaving.

Chad Stahelski, coordinatore di stunt e regista della trilogia di John Wick (nonché stunt di Keanu Reeves nei primi due film di Matrix), ha parlato del lavoro con Lana Wachowski in una nuova intervista con Collider. In precedenza era stato confermato che Stahelski, insieme a David Leitch, sarebbero tornati ad occuparsi degli stunt del nuovo episodio, offrendo il loro supporto ai concept delle coreografie. Alla fonte Stahelski ha rivelato nuovi dettagli in merito all’approccio di Wachowski ad alcune specifiche scene di lotta che insieme stanno costruendo per il nuovo film.

“Lana è arrivata e ha detto: ‘Questo è il personaggio. Questo è ciò che sta accadendo. Questo è il suo conflitto. È qui che ho bisogno di vedere il suo lato più emotivo, quello maggiormente psicologico, o qualsiasi altro lato che emergerà alla fine di questa sequenza. Cosa hai in serbo per rendere tutto assolutamente folle?’ Lana è una di quelle persone meravigliose che ci chiede qualcosa e noi le rispondiamo che non ci sono problemi ad ottenerla”, ha dichiarato Chad Stahelski, che ha poi elogiato la visione della regista, spiegando: “Se amate la trilogia di Matrix, allora amerete anche ciò che Lana sta facendo adesso. È una regista brillante, divertente, e capisce ciò di cui i fan hanno bisogno.”

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 21 maggio 2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.


X-Men: svelato un dettaglio inedito sulle origini di Mystica

Simon Kinberg, storico produttore della saga di X-Men e regista di X-Men: Dark Phoenix, ha confermato un sorprendente dettaglio a proposito della backstory di Mystica in X-Men: Giorni di un futuro passato. Il film, uscito nel 2014, ha cercato di sistemare la turbolenta timeline del franchise, provando a risolvere quei conflitti temporali esistenti tra X-Men: L’inizio e la trilogia originale di X-Men. Nel film di Matthew Vaughn del 2011 abbiamo visto nuovi attori nei panni di Charles Xavier, Magneto e Mystica: l’obiettivo era quello di raccontare l’origine dei celebri mutanti, attraverso una storia ambientata principalmente negli anni ’60.

Nei primi tre film della saga di X-Men, il ruolo di Mystica è stato interpretato da Rebecca Romijn, apparsa in qualità di villain secondario al fianco del Magneto di Ian McKellen. In X-Men: L’inizio abbiamo conosciuto una nuova versione del personaggio, Raven, una giovane mutaforma che Charles Xavier incontra nella sua cucina, facendoci credere che i suoi genitori l’avessero abbandonata. Il giovane Xavier invita Raven a diventare un membro della sua famiglia e i due crescono come fossero fratelli. La versione adulta di Raven, ossia Mystica, è interpretata nel film da Jennifer Lawrence, che è tornata nei panni del personaggio anche in Giorni di un futuro passato, Apocalisse e Dark Phoenix.

Come già accaduto con la Mystica di Romijn, anche l’incarnazione di Lawrence è in qualche modo un mistero: non sappiamo esattamente come sia (a causa della sua capacità di cambiare continuamente aspetto) né sappiamo chi sono i suoi genitori. Durante una recente intervista con IGN, Simon Kinberg, che ha contribuito alla sceneggiatura di X-Men: Giorni di un futuro passato, ha svelato un nuovo easter egg: nella scena del film in cui Mystica si introduce nella Industrie Trask, la vediamo sfogliare alcuni file relativi alle schede di alcuni mutanti deceduti e apparsi in X-Men: L’inizio. Una di queste schede riguarda Azazel. A tal proposito, Kinberg ha rivelato che si tratta del padre di Mystica, soltanto che lei non l’hai mai saputo.

In X-Men: L’inizio, Azazel è interpretato da Jason Flemyng. Nel film è in grado di teletrasportarsi: quando utilizza questo suo potere, lascia nell’aria una scia fumosa rossa scottante. Nel film viene descritto come uno dei membri del Club infernale di Sebastian Shaw. In X-Men – Giorni di un futuro passato viene citato da Magneto quando nomina i mutanti che sono stati catturati dalle Industrie Trask per essere uccisi ed esaminati.

X-Men è una serie di film basati sugli omonimi supereroi dei fumetti Marvel Comics. Prodotta da Lauren Shuler Donner per la 20th Century Fox la serie è cominciata con X-Men (2000), diretto da Bryan Singer. La serie degli X-Men, composta per il momento da dodici film, è il tredicesimo franchise più redditizio della storia con un incasso di oltre 5 miliardi di dollari.


Dunkirk: Christopher Nolan spiega l'elemento della storia vera che lo ha spinto a fare il film

C'è un motivo particolare che ha convinto Christopher Nolan a raccontare in Durkirk uno dei momenti più drammatici della Seconda Guerra Mondiale. In questa intervista il regista spiega cosa lo abbia attratto.

Mentre attendiamo l'attesissimo Tenet, il cui arrivo segnerà la ripartenza mondiale del settore cinematografico, torniamo indietro alla precedente opera di Christopher Nolan, Dunkirk. Accantonate momentaneamente le acrobazie psico-fantascientifico-temporali degli ultimi anni, il regista con Dunkirk dirigere un film di guerra ispirato a fatti realmente accaduti, la nota Operazione Dynamo, effettuata tra il 27 maggio e il 4 giugno del 1940, uno degli avvenimenti più significativi della Seconda Guerra Mondiale

Dunkirk racconta dunque l'incredibile evacuazione verso la Gran Bretagna di migliaia di soldati belgi, francesi e britannici, bloccati sulle spiagge di Dunkerque dall'avanzata dell'esercito tedesco, durante la cosiddetta Battaglia di Francia. Le truppe britanniche e alleate si trovano circondate da un lato dalle forze nemiche, e dall'altra dal mare, con il Canale della Manica come unica via di fuga possibile. Le operazioni di imbarco richiedono più tempo del previsto, e vengono ulteriormente rallentate da un violento bombardamento nemico che getta i soldati nel panico e nella disperazione più totali. L'intera cittadina portuale viene coinvolta nei preparativi della spedizione di salvataggio e molti civili si mobilitano per partecipare. Così dopo giorni di attesa, gli uomini vengono tratti in salvo, ma da una flotta improvvisata di imbarcazioni di vario genere, navi da pesca, da diporto e addirittura scialuppe di salvataggio. Nel cast troviamo Tom Hardy, Mark Rylance, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Fionn Whitehead e al suo debutto cinematografico, il cantante degli One Direction Harry Styles.

C'era un aspetto di questa vicenda che ha sempre affascinato Nolan. Il regista ha sempre conservato in un cassetto l'idea di voler fare prima o poi una trasposizione cinematografica dell'evacuazione di Dunkerque e in questa intervista ne spiega la ragione.


Dunkirk Featurette con intervista a Christopher Nolan - HD

Tenet di Christopher Nolan, una scommessa ad alto budget

I costi sostenuti dalla Warner Bros per Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan nelle sale americane da luglio, sono in questa circostanza una coraggiosa scommessa.

Tenet di Christopher Nolan ha un piccolo primato nella carriera del regista: non parliamo del numero di spiegazioni del trailer di Tenet, nè dell'attesa febbrile per l'ennesimo matrimonio tutto particolare tra cinema d'autore e intrattenimento commerciale: parliamo di budget. Nolan non è nuovo nello spingersi ben oltre le cifre che ci si aspetterebbe fossero investite in un cinema "autoriale": Interstellar costò 165 milioni di dollari, mentre Dunkirk, relativamente economico, è stato realizzato per 100. La Warner Bros non lesina sui dollari concessi a Nolan, conscia di quanto il regista metta d'accordo pubblico e critica pur andando per la sua strada riconoscibile.

Tenet finora mantiene un record di costi per un film nolaniano al di fuori della sua trilogia di Batman: escludendo infatti i quasi 230 milioni spesi per Il cavaliere oscuro - Il ritorno, Tenet viaggia sui 205 milioni di dollari di spesa.

E' comprensibile ed encomiabile che la Warner voglia assecondare il volere del regista, il quale intende usare Tenet dal 17 luglio negli USA anche come simbolico apripista di una nuova stagione cinematografica post-Coronavirus. Seguendo regole generali e approssimative, ribadiamo che un film deve incassare almeno il doppio di quant'è costato per rientrare effettivamente nei costi, anche se questi non rivelano mai chiaramente quanto sia stato speso in promozione. In altre parole, Tenet deve incassare almeno 400-500 milioni per rientrare: sarebbe scontato per un film di Nolan in circostanze normali, ma cosa accadrebbe se il tempismo dell'uscita fosse sbagliato?


READY PLAYER ONE, SU NETFLIX IN STREAMING DA OGGI

Ready Player One arriva oggi in streaming su Netflix nel catalogo di giugno 2020: disponibile l'irresistibile combinazione di fantastico, horror e comedy datata 1984 e creata da Joe Dante.

L'ultimo capolavoro del regista tre volte premio Oscar, è basato sull'omonimo romanzo di Ernest Cline (il quale ha partecipato alla sceneggiatura) diventato fenomeno mondiale restando per più di 100 settimane nella lista dei bestseller del New York Times. Ready Player One vede nel cast la presenza sia di attori affermati nel panorama cinematografico e televisivo sia giovani emergenti.

Nel film siamo nel 2045 e il mondo sta per collassare sull'orlo del caos. Le persone hanno trovato la salvezza nell'OASIS, un enorme universo di realtà virtuale creato dal brillante ed eccentrico James Halliday (Mark Rylance). A seguito della morte di Halliday, la sua immensa fortuna andrà in dote a colui che per primo troverà un Easter Egg nascosto da qualche parte all'interno dell'OASIS, dando il via ad una gara che coinvolgerà il mondo intero. Quando un improbabile giovane eroe di nome Wade Watts (Tye Sheridan) deciderà di prendere parte alla gara, verrà coinvolto in una vertiginosa caccia al tesoro in questo fantastico universo fatto di misteri, scoperte sensazionali e pericoli.

Ready Player One è solo l'ultima di tante novità in catalogo a giugno 2020 su Netflix, che anche questo mese ha messo a disposizione degli utenti nuove attese serie tv, saghe memorabili e grandi cult.


IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LA MIGLIOR BATTUTA DI GANDALF NON ERA NEL LIBRO

La reunion virtuale de Il signore degli anelli ci ha rivelato che la miglior battuta pronunciata dal personaggio di Gandalf non era contenuta nel libro di Tolkien.

Il weekend è stato allietato dalla reunion virtuale su Zoom del cast de Il signore degli anelli condotta da Josh Gad a cui hanno partecipato anche la sceneggiatrice Philippa Boyens e il regista Peter Jackson.

Le star della mitica trilogia Elijah Wood (Frodo), Sean Astin (Samwise), Dominic Monaghan (Merry), Billy Boyd, Ian McKellen (Gandalf), Viggo Mortensen (Aragorn, Orlando Bloom (Legolas), Sean Bean (Boromir), John Rhys-Davies (Gimli), Liv Tyler (Arwen), Miranda Otto (Éowyn) ed Andy Serkis (Gollum/Sméagol) sono intervenuti per ricordare aneddoti ed esperienze vissute sul set in Nuova Zelanda. C'è stato spazio anche per una rivelazione che riguarda la miglior battuta messa in bocca al personaggio di Gandalf.

Parlando del legame con le parole di Tolkien, Philippa Boyens ha spiegato: "Scrivi queste battute e poi ti trovi questi attori straordinari che le devono pronunciare. Ogni tanto aggiustano l'esposizione a loro modo migliorando le parole del romanzo, sul set Fran e io ci guardavamo e dicevamo 'Va bene, Ian lo toglierà dalla pagina"

Al riguardo, Ian McKellen ha aggiunto: "Uh, Gandalf non dice, 'Non passerai' nel libro. Dice 'Non puoi passare'".

Sir Ian McKellen non aveva mai letto l'opera di Tolkien prima di accettare il ruolo di Gandalf, ma ben presto è diventato un esperto portando i libri con sé sul set per studiarli. Apprendiamo così che una battute più celebri del suo personaggio è frutto di una variazione nata dalla sinergia tra la sua interpretazione e lo script di Philippa Boyens, la quale svela un'altra battuta che è stata modificata:

"Gandalf dice 'Non passerai', ma sapete cosa, una delle prime cose che ho scritto per Fran e Pete, che penso sia la ragione per cui mi hanno offerto il lavoro, era 'Un mago non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo. Arriva al momento giusto quando serve."

Peter Jackson commenta: "Così questa è una frase di Phillipa, non di Tolkien".


UNA PALLOTTOLA SPUNTATA 33 E 1/3, SU NETFLIX IN STREAMING DA OGGI

Una pallottola spuntata 33 e 1/3 arriva oggi in streaming su Netflix nel catalogo di giugno 2020: disponibile l'irresistibile capitolo finale della trilogia comica con Leslie Nielsen.

Il tenente Frank Drebin stavolta è alle prese con Rocco, maniaco killer evaso di prigione che ha la malsana idea di far saltare in aria la cerimonia degli Oscar. A questo si aggiunge la bella moglie di Frank, la quale ha un disperato desiderio materno di avere un figlio. Il film Una pallottola spuntata è ispirato ad una serie televisiva del 1982, Police Squad, della quale fu realizzata una sola stagione e che era interpretata da Leslie Nielsen.

Del film di David Zucker sono stati realizzati successivamente tre sequel: Una pallottola spuntata 2 e 1/2: l'odore della paura(1991) e Una pallottola spuntata 33 1/3: l'insulto finale, disponibile da oggi su Netflix. Zucker ha diretto i primi due episodi, mentre la regia del terzo fu affidata a Peter Segal. Il mattatore Leslie Nielsen è deceduto nel 2010 all'ospedale di Ft. Lauderdale, in Florida, per le complicazioni seguite a una polmonite. L'attore aveva ottantaquattro anni.

Una pallottola spuntata 33 1/3: l'insulto finale è solo l'ultima di tante novità in catalogo a giugno 2020 su Netflix, che anche questo mese ha messo a disposizione degli utenti nuove attese serie tv, saghe memorabili e grandi cult.


THOR: RAGNAROK, SVELATI I CONCEPT ART ESTREMI DEL LOOK DI THOR "GRAZIE A DIO NON SONO STATI SCELTI"

Il Dio del Tuono in Thor: Ragnarok avrebbe potuto avere un aspetto assai differente da quello che abbiamo visto al cinema, ce lo svelano due concept art estremi del look di Thor che però, grazie a Dio, non sono stati scelti da Marvel.

A diffonderli su Instagram è Andy Park, capo dello sviluppo visivo dei Marvel Studios il quale svela di aver proposto un paio di idee allo studio - poi scartate - seguendo le indicazioni del regista Taika Waititi. La prima immagine non è poi così lontana dall'aspetto sfoggiato da Thor grasso in Avengers: Endgame. Chris Hemsworth mostra, infatti, capelli lunghi, barba incolta e lo sguardo triste. Andy Park svela di aver seguito l'indicazione di Taika Waititi il quale gli aveva detto di immaginare Thor come se non si curasse del proprio aspetto da lungo tempo.

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Park scrive: "Thor in quarantena? Thor vecchio? No, questa è la versione estrema concepita per l'aspetto del Dio del Tuono in in Thor: Ragnarok. @taikawaititi voleva un Thor diverso, che non si curasse del proprio aspetto da tempo. Sapevo che era troppo estremo, ma il mio lavoro è fornire ai registi un range di possibilità diverse nei concept art. A volte ti sorprendono scegliendo soluzioni che ritenevi troppo estreme. Grazie a Dio non hanno scelto questa foto".

Il secondo concept art estremo mostra Thor coi capelli rasati, lo sguardo torvo e con indosso un'armatura metallica. "Ecco il lato opposto dello spettro! Questo è il taglio che avevo fatto durante la preproduzione di Thor: Ragnarok e @therealstanlee era impazzito per quelle punte spinose".


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SUICIDE SQUAD, DAVID AYER: "LA MIA VERSIONE È CUPA COME JOKER"

David Ayer continua a fornire nuovi dettagli della sua versione di Suicide Squad ai fan parandola a Joker di Todd Phillips per mood e atmosfere dark. Pur essendo stato bocciato impietosamente dalla critica, il montaggio originale di Suicide Squad potrebbe fare giustizia all'opera pensata da Ayer. Almeno questa è l'opinione del regista.

Dopo la notizia dell'uscita dello Snyder Cut di Justice League , anche David Ayer ha ammesso che esisterebbe una Ayer Cut di Suicide Squad quasi completa. Versione che sarebbe meno giocosa e più cupa di quanto vista al cinema, tanto che Ayer paragona il mood del film a Joker.

Il regista ha diffuso vari dettagli della Ayer Cut, svelando che in origine il Joker di Jared Leto eliminava Monster T (Common) convincendolo a togliersi la vita da solo. Un'altra scena tagliata prevedeva Joker col volto bruciato dopo l'incidente in elicottero. Purtroppo gran parte della performance di Jared Leto è stata eliminata dai produttori in post-produzione alterando inevitabilmente la storia e le atmosfere.

David Ayer ha poi svelato di essere stato costretto a rigirare alcune scene colpevoli di essere troppo cupe, definendo il suo Joker "terrificante" e ha aggiunto: "Pensate se il Joker di Todd Phillips fosse stato rigirato e tagliato perché era troppo cupo. Ecco questo è ciò che è successo esattamente a Suicide Squad."


LEGO BATMAN - IL FILM, SU NETFLIX IN STREAMING DA OGGI

Lego Batman - Il film arriva oggi in streaming su Netflix nel catalogo di giugno 2020: disponibile l'irresistibile combinazione di animazione comedy e azione nel film datato 2017.

In Lego Batman - Il film, grandi cambiamenti fervono a Gotham, e se Batman vuole salvare la città dalla scalata ostile del Joker, deve abbandonare il suo spirito di giustiziere solitario, e cercare la collaborazione degli altri e forse imparare a prendersi un po' meno sul serio. Dai creatori di The Lego Movie, questo film d'animazione irriverente e spassoso è diretto da Chris McKay ed è basato sull'universo di Batman ma in versione Lego.

Claudio Santamaria presta la voce a Bruce Wayne, Alessandro Sperduti è Robin, Geppi Cucciari è Barbara Gordon e Roberto Pedicini è Alfred. Il successo del primo film è stato tale che l'anno scorso è arrivato nelle sale The Lego Movie 2: Una nuova avventura in cui venivano riuniti gli eroi di Bricksburg in una nuova avventura d'azione per salvare la loro amata città. Dopo cinque anni di vita meravigliosa, ora gli abitanti della cittadina devono affrontare una nuova e gigantesca minaccia: i LEGO DUPLO, invasori venuti dallo spazio, che distruggono tutto più velocemente di quanto si possa ricostruire.

Lego Batman - Il film è solo l'ultima di tante novità in catalogo a giugno 2020 su Netflix, che anche questo mese ha messo a disposizione degli utenti nuove attese serie tv, saghe memorabili e grandi cult.


KING ARTHUR - IL POTERE DELLA SPADA, SU NETFLIX IN STREAMING DA OGGI

King Arthur - Il Potere della Spada arriva oggi in streaming su Netflix nel catalogo di giugno 2020: disponibile il film di Guy Ritchie con un cast d'eccezione, da Jude Law a Charlie Hunnam.

Quando il padre del piccolo Arthur viene assassinato, suo zio Vortigern (Jude Law) si impadronisce del trono. Derubato dei diritti che gli spetterebbero per nascita e senza sapere chi è realmente, Arthur riesce a sopravvivere nei vicoli oscuri della città e solo quando estrae la mitica spada dalla roccia la sua vita cambia radicalmente ed è costretto ad accettare la sua vera eredità... che gli piaccia o no.

La versione di re Artù che verrà mostrata sullo schermo viene descritta da Hunnam come vicina alle caratteristiche di "un sopravvissuto". La personalità un po' più dura rispetto alle rappresentazioni precedenti del personaggio lo aiuterà ad affrontare suo zio, il tiranno Vortigern, che ha ucciso suo padre, Uther Pendragon (Eric Bana). Fanno parte del cast anche Poppy Delevingne, Astrid Berges-Frisbey e Djimon Hounsou.

King Arthur - Il potere della spada è solo l'ultima di tante novità in catalogo a giugno 2020 su Netflix, che anche questo mese ha messo a disposizione degli utenti nuove attese serie tv, saghe memorabili e grandi cult.


GREMLINS, SU NETFLIX IN STREAMING DA OGGI

Gremlins arriva oggi in streaming su Netflix nel catalogo di giugno 2020: disponibile l'irresistibile combinazione di fantastico, horror e comedy datata 1984 e creata da Joe Dante.

Gremlins si svolge durante le vacanze natalizie, raccontando la storia del giovane Billy che riceveva in dono un mogwai, chiamandolo Gizmo. Il ragazzo doveva però rispettare tre regole: non esporlo a una luce troppo forte per non rischiare di ucciderlo, non farlo entrare in contatto con l'acqua e non nutrirlo dopo mezzanotte. Gizmo, bagnatosi per errore, dà però vita ad altri cinque mogwai che si nutrono dopo mezzanotte e si trasformano in mostri letali che seminano caos e distruzione.

L'attore protagonista Zach Galligan ha ricordato durante un'intervista che all'epoca del film di Joe Dante non c'erano ancora effetti speciali come oggi, quindi tutti i Gremlins erano dei veri e propri animatronics, e ognuno costava tra i 30mila e i 40mila dollari. Ogni giorno, alla fine delle riprese, la security controllava tutti i bagagliai di tutti gli addetti ai lavori e gli attori per assicurarsi che nessuno portasse via dal set uno dei preziosi modelli.

Gremlins è solo l'ultima di tante novità in catalogo a giugno 2020 su Netflix, che anche questo mese ha messo a disposizione degli utenti nuove attese serie tv, saghe memorabili e grandi cult.


IN VIAGGIO VERSO UN SOGNO - THE PEANUT BUTTER FALCON, ECCO DOVE VEDERLO IN DIGITALE DA OGGI

Officine UBU è lieta di annunciare che In viaggio verso un sogno - The Peanut Butter Falcon, il film rivelazione negli Stati Uniti diretto da Tyler Nilson e Michael Schwartz e che vede protagonisti l'emergente Zack Gottsagen e le star hollywoodiane Shia LaBeouf e Dakota Johnson, sarà disponibile a partire da oggi in prima visione on demand sulle principali piattaforme digitali streaming e approfitta dell'annuncio per rilasciare il trailer italiano del film.

In viaggio verso un sogno - The Peanut Butter Falcon ha fatto parlare molto di sé fin dalla première allo scorso South by Southwest (Texas), dove il passaparola generato dalla calorosa accoglienza ricevuta da parte di pubblico e critica gli ha permesso di raggiungere oltre 20 milioni di dollari al box office, diventando il maggiore incasso di un film indipendente nel 2019 negli Stati Uniti. É un'originale storia di amicizia on the road raccontata con leggerezza, umorismo e sensibilità, che saprà conquistare il cuore degli spettatori grazie anche alla straordinaria interpretazione di Zack Gottsagen.

Grazie a Officine UBU, il film arricchirà numerosi cataloghi online, in particolare anche quello della nuova piattaforma digitale #iorestoinSALA, fortemente voluta e gestita dagli esercenti cinematografici colpiti dalla fase emergenziale che ha imposto la chiusura delle sale. #iorestoinSALA è la nuova iniziativa digitale nata dalla volontà comune di un gruppo di Esercenti cinematografici che gestiscono circa 70 strutture per un totale di circa 170 schermi e che - in attesa di poter tornare a riempire fisicamente le sale, hanno deciso di creare una soluzione on-line per soddisfare le necessità dei propri spettatori. La visione online verrà garantita dalla piattaforma nazionale Mymovies del gruppo GEDI, che raccoglierà i film nelle categorie "current o catalogo". La visione web sarà affiancata da una serie di attività collaterali quali presentazioni, dibattiti e promozioni.

Zak (Zack Gottsagen), un giovane ragazzo con la sindrome di Down, scappa dalla casa di cura dove vive per inseguire il sogno di allenarsi con il suo eroe e diventare un wrestler professionista. In un'imprevista svolta del destino, la strada di Zak s'incrocia con quella di Tyler (Shia LaBeouf), un burbero fuorilegge in fuga. Tra i due nascerà un'amicizia così forte da riuscire persino a convincere Eleanor (Dakota Johnson), amorevole ma determinata tutrice di Zak, a unirsi al loro viaggio verso la Florida. Un'avventura moderna in stile Mark Twain per sognare senza limiti.


LE ALI DELLA LIBERTÀ: UN'ASSOCIAZIONE ERA PRESENTE SUL SET PER DIFENDERE... UN VERME

Un'associazione americana ha monitorato le riprese de Le ali della libertà, valutando ogni aspetto di ogni singola scena in cui compariva il corvo di Brooks, il detenuto a cui era stato affidato il compito di gestire la biblioteca del carcere. Tra tutte le scene del film il problema più grande fu causato da un verme.

Tutto filò liscio finché il regista non si ritrovò a dover girare la scena in cui Brooks sfama il suo corvo, Jake, dandogli da mangiare un verme. L'American Humane Society obiettò che era crudele nei confronti dell'animale ed impose alla produzione di utilizzare un verme morto per cause naturali. Dei membri della troupe ne trovarono uno nel cortile della prigione ed è proprio quello che è stato utilizzato nella celebre scena di Le ali della libertà.

Il regista, Frank Darabont, ha dichiarato: "Questa donna della American Humane Society non voleva lasciarci usare un verme vivo per sfamare il corvo di Brooks. Io provai a ragionarci dicendole che l'avevamo comprato e che chiunque nel paese avrebbe potuto acquistarlo al posto nostro al fine di utilizzarlo per pescare, infilzandolo con un amo per darlo in pasto ad un pesce."

"Per qualche ragione non c'era niente di sbagliato nella pesca, ma un regista di un film che costa milioni di dollari non aveva il permesso di usare un verme per girare una scena. Adoro l'AMH, il loro lavoro è fondamentale perché un tempo i registi facevano cose terribili agli animali, d'altro canto quando la burocrazia non ti permette di fare quello che ogni altro cittadino al mondo è libero di fare, beh... in tal caso c'è proprio qualcosa che non va." Ha concluso Darabont.




LE ALI DELLA LIBERTÀ: MORGAN FREEMAN E LA SCENA PIÙ LUNGA DELLA SUA CARRIERA

In una scena de Le ali della libertà, Andy, interpretato da Tim Robbins, chiacchiera con Morgan Freeman, nei panni di Red, mentre lancia una palla da baseball nel cortile della prigione. A detta di Freeman quella è stata una delle scene più lunghe di tutta la sua carriera. Ci sono volute 9 ore per girare quella scena e Freeman ha trascorso tutto il tempo a lanciare la palla da baseball avanti e indietro, continuando a recitare, senza dire una parola che non fosse scritta sulla sceneggiatura. Non si è mai lamentato ma il giorno seguente si è alzato con un braccio molto dolorante ed è stato costretto a presentarsi sul set con un tutore. Se non è dedizione questa.

Freeman non si è mai lamentato per il lavoro svolto sul set ma ha rivelato che il titolo scelto per il film non l'ha mai convinto. L'attore ritiene che il titolo sia la principale ragione per cui la pellicola non è stata un grande successo commerciale nel momento in cui è stata distribuita nei cinema di tutto il mondo. L'attore ha affermato di essersi lamentato a lungo quando ha scoperto che il film sarebbe stato distribuito con il titolo: The Shawshank Redemption.

Intervistato da Seth Meyers, il leggendario attore americano ha dichiarato: "Hanno detto che Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, il titolo orginale del racconto di Stephen King, non era adatto al mercato. Ho risposto: 'E allora? Chiamiamolo soltanto Rita Hayworth ...' Ma hanno scelto di non farlo e secondo me è il motivo per il film non è stato un successo." Nonostante quello che Freeman ha descritto come un "titolo terribile", Le ali della libertà rimane in testa alle classifiche di IMDB, come uno dei migliori film di tutti i tempi.

Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank fa parte della raccolta di quattro racconti scritti da Stephen King e inclusi nel libro Stagioni Diverse. Fanno parte dello stesso volume i racconti Un ragazzo sveglio, Il metodo di respirazione e Il corpo, dal quale è stato tratto il film Stand by Me.


PANE, AMORE E...: SOPHIA LOREN E LA SCENA DEL MAMBO: IL RETROSCENA DI DE SICA

La scena di Pane, amore e... in cui Vittorio De Sica e Sophia Loren ballano il mambo è diventata simbolo della commedia italiana anni Cinquanta e ha contribuito a rendere Mambo italiano famosa in tutto il mondo. La leggendaria attrice italiana ha rivelato alcuni dettagli inerenti a De Sica e a quella scena in un'intervista recente.

Con De Sica la Loren ha girato La ciociara, con cui ha vinto l'Oscar, e Matrimonio all'italiana. La scena del mambo in Pane amore e... di Dino Risi fa ormai parte dell'immaginario collettivo e della storia del cinema. A proposito della celebre scena l'attrice ha dichiarato: "Che mi fa ricordare... Quanto mi piaceva ballare il mambo, però De Sica non era capace. La mia carriera è ancora un sogno, ho imparato dal niente. La vita mi ha insegnato tutto, mi è bastato portarla sullo schermo piano piano. Gli attori vanno nelle scuole ma io tutti i sentimenti li portavo dentro di me. Non potevo sbagliare."

Christian De Sica, figlio di Vittorio, ha omaggiato la serie interpretata dal padre a inizio anni '50 nel suo film A spasso nel tempo - L'avventura continua di Carlo Vanzina, in cui è anche presente una rielaborazione, una sorta di omaggio, della scena del mambo con De Sica nelle veci di suo padre e Mariangela D'Abbraccio in quelle della Loren, il personaggio si chiama 'donna Sofia'.

Pane, amore e... è il terzo film della tetralogia Pane, amore e..., preceduto da Pane, amore e fantasia e Pane, amore e gelosia e seguito da Pane, amore e Andalusia. È inoltre il primo film della serie ad essere stato girato a colori. Il film, in linea con i precedenti, incassò molto bene al botteghino italiano, ottenendo il titolo di quarto maggiore incasso della stagione cinematografica 1955-56.




ALIEN, RIDLEY SCOTT: "LA SCENA DEL CHESTBUSTER SCONVOLSE STANLEY KUBRICK"

Alien ha sconvolto intere generazioni di spettatori con la scena del chestbuster e tra le persone che sono rimaste sconvolte c'è persino Stanley Kubrick.
A rivelarlo è stato il regista Ridley Scott in una nuova intervista rilasciata al Los Angeles Times in cui svela la reazione del maestro del cinema.

Il film Alien è arrivato nelle sale di tutto il mondo nel 1979 e in pochi potevano forse attendersi il momento in cui il personaggio interpretato da John Hurt è protagonista della sconvolgente sequenza durante la quale la sua cassa toracica viene letteralmente aperta da una creatura extraterrestre che esce dal suo corpo.
Ridley Scott ha ora spiegato: "Mi ricordo che Stanley Kubrick mi ha telefonato per dire 'Come l'hai realizzata?'. Ha detto 'L'ho rivista lentamente e non riesco a vedere il taglio'. E ho quindi spiegato cosa ho fatto. Ha risposto 'Okay, l'ho capito. Ha funzionato'".

L'incredibile scena è stata realizzata nascondendo il corpo di Hurt sotto un tavolo dove era stato posizionato un falso torace. Scott ha girato la scena con più di una telecamera e solo una volta: "Dopo aver fatto esplodere il sangue sopra tutto quel set non era possibile ripulirlo... Ho tenuto nascosto agli attori cosa sarebbe accaduto e ho cercato di non far vedere loro la piccola creatura. Non volevo che la vedessero. Ricordatevi che all'epoca non c'erano gli effetti digitali. Dovevo far uscire in qualche modo quella creatura dal suo torace".

L'effetto è stato talmente memorabile da rimanere uno dei momenti più ricordati dagli appassionati di cinema e tra i passaggi cult più citati del genere sci-fi.


LE ALI DELLA LIBERTÀ: LA SPIEGAZIONE DEL FINALE DEL FILM

Alcuni uccelli non sono fatti per la gabbia, questa è la verità, sono nati liberi e liberi devono essere. E quando volano via ti si riempie il cuore di gioia, perché sai che nessuno avrebbe dovuto rinchiuderli.

Sono passati più di 25 anni dall'uscita de Le ali della libertà, film considerato un vero e proprio capolavoro della storia del cinema: adattamento del racconto di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, contenuto nella raccolta Stagioni diverse (la stessa in cui si trova Il corpo, da cui è stato tratto l'indimenticabile Stand by Me), la pellicola diretta da Frank Darabont è tutt'ora considerata una delle migliori trasposizioni delle opere del Re del Brivido.

Il film racconta di un uomo accusato ingiustamente di omicidio, Andy Dufresne (Tim Robbins), che nel 1947 viene condannato a due ergastoli in un carcere del Maine, Shawshank appunto. Durante la permanenza in prigione, in cui il corrotto direttore Norton (Bob Gunton) fa mantenere la disciplina con il pugno di ferro, Andy, uomo mite ma dall'acuta intelligenza, sarà costretto a subire le angherie e i soprusi delle guardie e la violenza (anche sessuale) da parte di un gruppo di altri detenuti, le "Sorelle". Ad aiutarlo a sopravvivere nell'inferno in cui è stato trascinato l'amicizia con Red (Morgan Freeman) - il narratore della vicenda, tanto nel film, come nel racconto -, un altro ergastolano, e il suo intelletto, che gli permetterà di elaborare uno strabiliante piano di fuga.

A differenza di molti degli adattamenti delle opere di Stephen King, quello di Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank è molto vicino al racconto originale. Sì, ci sono state delle piccole variazioni - le più nota è quella dell'aspetto di uno dei suoi protagonisti, Red doveva infatti essere caucasico e di origini irlandesi - ma per la maggior parte la storia raccontata da Frank Darabont ricalca le parole scritte da King. In questo articolo, in cui vi forniremo la nostra spiegazione del finale del film, ripercorreremo l'ultima parte della pellicola, concentrandoci proprio sulla sua inaspettata e commuovente conclusione.

LA MIRACOLOSA EVASIONE DI ANDY DUFRESNE

Andy Dufresne che attraversò un mare di merda, e ne uscì pulito e profumato.

Dopo i primi anni passati a Shawshank, estremamente burrascosi e segnati dagli abusi, Andy riesce pian piano a ritagliarsi uno spazio all'interno del carcere, riesce a costruirsi un ruolo e a diventare indispensabile per il direttore Norton. Oltre a essere il responsabile della biblioteca della prigione - che dopo anni di fatiche e di lettere scritte al Senato, riesce addirittura a ingrandire -, il protagonista inizia a lavorare proprio per Norton, che venuto a conoscenza delle sue abilità in campo finanziario (prima di essere condannato era direttore di banca), lo incarica di occuparsi delle pratiche contabili della prigione, concedendogli così "protezione" dalla violenza delle guardie e degli altri detenuti. Il lavoro per il direttore della prigione lo porta però anche a coprire tutti i suoi affari illeciti, e per farlo deve intestare ogni sua operazione a una persona che non esiste, Randall Stephens, in modo che se mai gli imbrogli venissero scoperti non comparirebbe né il nome di Andy né quello di Norton. Addirittura Andy riesce a creare un'identità completa per Randall, comprovata da una carta d'identità apparentemente valida e dall'assicurazione sanitaria.

A dare il via al suo piano di fuga, che l'uomo stava comunque pianificando da anni, è un evento in particolare, la morte di Tommy Williams (Gil Bellows), un ragazzo che Andy aveva preso sotto la sua ala e che stava aiutando a prendere il diploma. Tommy, che era entrato e uscito di prigione da quando aveva 13 anni, rivela un giorno ad Andy e a Red di aver incontrato, in un altro carcere, l'uomo che aveva commesso gli omicidi di cui il protagonista era stato accusato. Questa confessione, però, ne causerà poi la morte: Norton lo fa uccidere perché, se mai Andy venisse scagionato e poi liberato, avrebbe perso il suo contabile, colui che lo aiutava a insabbiare tutti i suoi affari sporchi.

Uscito da due mesi di isolamento (dopo aver offeso Norton in uno scatto d'ira e dopo aver scoperto la morte di Tommy), Andy mette finalmente in atto il suo piano di fuga, non prima però di rivelare a Red, tra le righe, come raggiungerlo una volta uscito di galera. L'uomo ha infatti nascosto, sotto una pietra nel luogo dove aveva chiesto alla mogie di sposarlo, una scatola con del denaro e un invito a raggiungerlo. La loro destinazione? Zihuatanejo, in Messico, dove Andy vuole costruire un piccolo albergo e vivere in pace il resto della sua vita. L'incredibile evasione di Andy ci viene resa nota poco dopo: una mattina, all'appello fatto dalle guardie, non è presente.

La sua cella è vuota, il poster di Raquel Welch (che ha sostituito negli anni quello di Rita Hayworth) è tra le poche cose che l'uomo ha lasciato dietro di sé. Ed è quello che nasconde la sua via di fuga: negli anni, con meticolosa perizia, Andy ha utilizzato il martelletto che Red gli aveva procurato così tanto tempo prima per scavare un tunnel fino al canale di scolo della prigione. Durante il temporale della sera prima, l'uomo era riuscito aprirsi un varco nelle tubature (mascherando i colpi sul metallo con il frastuono dei tuoni) e a strisciare fino alla libertà. Con sé, in una busta di plastica per proteggerli, i documenti contabili di Norton, un suo abito (che avrebbe dovuto portare in lavanderia) e le sue scarpe tirate a lucido. Il giorno successivo, vestito di tutto punto, Andy può così ritirare dalle banche, a nome di Randall Stephens, tutto il denaro che il crudele direttore gli aveva fatto accumulare per anni.

Andy, prima di raggiungere il suo paradiso messicano, decide di rivelare a un giornale locale tutti i misfatti messi in atto negli anni da Norton e dai suoi, cosa che ne porterà l'arresto. A differenza che nel racconto, in cui Norton viene portato via in manette dalla polizia - e l'idea che dovrà scontare i suoi ultimi anni in prigioni è, a nostro parere, molto più ironicamente crudele -, nel film di Darabont l'uomo si suicida, subito prima di essere arrestato. Gli ultimi minuti della pellicola vedono Red finalmente uscire di prigione con la libertà vigilata, e cercare di riprendere la sua vita come il vecchio Brooks prima di lui (si ritrova anche nello stesso alloggio, fornito dal governo, dove l'uomo si era suicidato). Red sceglie però di vivere e, dopo aver inciso il suo nome vicino a quello dell'amico, va in cerca della luogo che gli era stato indicato da Andy. Sotto alla pietra, Red trova dei soldi e una lettera, in cui Andy gli chiede di raggiungerlo a Zihuatanejo (senza ovviamente mai rivelare il nome del luogo, in modo che la polizia non potesse mai trovarli). Il film si chiude con i due amici che si rincontrano, sulla spiaggia, e si abbracciano, finalmente pronti a ricominciare una nuova vita, da uomini liberi.

LA CHIAVE PER LA LIBERTÀ È LA SPERANZA

Ricorda, Red, la speranza è una buona cosa, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai.

Queste sono le parole della lettera scritta da Andy che Red trova nel nascondiglio segreto, e sono la riposta diretta ad una frase che l'amico gli aveva detto molto tempo prima in prigione: "La speranza è una cosa pericolosa, la speranza può far impazzire un uomo. Non c'è speranza qui dentro." Ma è proprio la speranza a salvare Red, come ha fatto con Andy, che invece che suicidarsi o tornare in galera, sceglie invece di andare avanti, di non lasciarsi sopraffare dalla sua "istituzionalizzazione". "O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire. Io ho scelto di vivere. ", con questa frase Red sceglie di intraprendere un nuovo viaggio, da cui non sa assolutamente che cosa aspettarsi, ma è comunque pieno di speranza.

Il film doveva chiudersi con Red che intraprendeva il suo viaggio verso il Messico, come nel racconto di King, non avremmo dovuto quindi sapere se sarebbe mai riuscito a rincontrare il suo amico Andy, sulla costa di Zihuatanejo. In occasione del ventesimo anniversario del film, per il quale era stata organizzata una proiezione speciale alla quale hanno partecipato Darabont, Robbins e Freeman, i tre hanno dichiarato che fu una richiesta esplicita dei produttori non lasciare Le ali della libertà con un finale così ambiguo. Dopo tutto quello che i protagonisti avevano subito durante la pellicola era giusto che il pubblico ricevesse un finale al cento per cento positivo: "Dopo più di due ore di inferno, che i due si rincontrino glielo devi" avevano detto a Darabont, e fu per questo che che al film fu aggiunta la scena della spiaggia, che conferma che Andy e Red alla fine effettivamente si ritrovano. Questa scena ci assicura che i due davvero trascorreranno gli ultimi anni della loro vita insieme, liberi, su una spiaggia incontaminata.

È un'opinione personale, che però siamo sicuri che anche molti di voi condivideranno, secondo noi il finale del film non poteva che essere questo: la scena di chiusura è commovente, coinvolgente e, soprattutto, da forma al concetto su cui l'intera storia si basa, ossia che è la speranza a rendere liberi. Con questa scena sappiamo che i due personaggi sono riusciti a guadagnarsi la loro libertà, ad essere felici, perché non hanno abbandonato la speranza, fino alla fine. La redenzione del titolo, che tradotto dall'originale è "La redenzione di Shawshank", non è quella che ottengono i detenuti scontando la loro pena, ma la forza di tornare a vivere, di continuare ad andare avanti. La paura è la vera prigione - come ci fa capire anche Red, quando dice che vorrebbe tornare dove non deve "avere paura tutto il tempo"- e la speranza è l'unico modo per ottenere la libertà. Non c'era parola migliore per chiudere il film che "spero."


DOCTOR STRANGE: PUBBLICATA UNA SPAVENTOSA CONCEPT ART DI DORMAMMU

A quanto pare i vari artisti coinvolti per Doctor Strange hanno vagliato tutta una rosa di possibilità prima di arrivare a definire l'aspetto del villain finale.

Dopo l'inquietante Dormammu umanoide, Jerad Marantz aveva pensato ad un look altrettanto inquietante. Se nel film il gigantesco mostro appariva più come un'entità al di là delle leggi fisiche dell'universo, qui probabilmente era ancora in corso un tentativo di rendere il personaggio antropomorfo.

Nonostante ciò è possibile notare che la parte superiore della testa sparisce e sembra confondersi con delle linee provenienti da un'altra dimensione. Interessante anche la scelta dei colori, con il rosso e il giallo che si confondono con le fiamme evocate con le mani, mentre il fatto che le rocce si sollevino dà il senso della sua immensa energia. È probabile che se il villain fosse rimasto in questa forma avremmo assistito ad uno scontro più diretto tra lo Stregone e Dormammu.

In molti avranno riconosciuto in questo design iniziale una sorta di riferimento ad un altro potente villain dei fumetti: Mefisto, il perfido signore dell'Inferno che ha tormentato personaggi iconici come Thor, Ghost Rider e Spider-Man. Alla fine, per il film si è deciso di rappresentare questa entità come un gigantesco volto, una scelta abbastanza coraggiosa che non ha mancato di dividere i fan.

Per il protagonista era invece prevista una Cappa alternativa. Purtroppo i fan dovranno aspettare ancora molto prima di assistere al ritorno di Benedict Cumberbatch, a causa del posticipo di Doctor Strange in the Multiverse of Madness.


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ALIEN, RIDLEY SCOTT RICORDA:"KUBRICK MI CHIAMÒ IMPRESSIONATO"

Ancora oggi una delle scene più scioccanti della storia del cinema è quella in Alien, dove un mostro alieno fuoriesce dal corpo del personaggio di John Hurt. Ridley Scott tenne all'oscuro il resto del cast riguardo a quella sequenza e la reazione terrorizzata dei compagni di set di Hurt è genuina. Una sequenza che impressionò anche Kubrick.

Nel corso di un'intervista rilasciata al Los Angeles Times, Ridley Scott ha ricordato come i meccanismi di quella scena impressionarono anche Stanley Kubrick:"Ricordo che Stanley Kubrick mi chiamò dicendo 'Come hai fatto? L'ho guardata lentamente, non riesco a vedere il taglio'. E quindi ho spiegato come ho fatto. Ha risposto 'Ok, ho capito. Ha funzionato'".

La sequenza è stata realizzata posizionando John Hurt dal collo in giù sotto ad un tavolo, con sopra un falso tronco. Scott afferma che la sequenza è stata ripresa da più macchine da presa, e solo una volta perchè 'una volta fatto esplodere il sangue sul set non era più possibile ripulirlo... l'ho tenuta nascosta agli attori [la sequenza] e ho cercato di non far veder loro la piccola creatura, non volevo che la vedessero. Ricordate che all'epoca non esistevano gli effetti digitali. In qualche modo dovevo far uscire quella creatura dal suo torace".

Proprio in prossimità della quarantena Ridley Scott era in produzione con The Last Duel, un film scritto da Ben Affleck, Matt Damon e Nicole Holofcener, incentrato sulla storia di due amici che ad un certo punto diventano acerrimi rivali.


FROZEN 3: IL SEQUEL DISNEY SARÀ AMBIENTATO IN ESTATE?

Dopo il successo di Frozen - Il regno di ghiaccio e Frozen II, una teoria che circola sul web vorrebbe il secondo sequel ambientato nell'unica stagione che sinora non è stata rappresentata nel franchise, ovvero l'estate. Al momento Frozen 3 rimane una possibilità, considerati gli ottimi riscontri al box-office dei primi due film.

Nei primi due film le stagioni hanno rappresentato metaforicamente il viaggio di Anna e Elsa. Frozen 3 potrebbe rappresentare la stagione che simboleggia il romanticismo, la libertà e la crescita.
I ruoli di Anna e Elsa potrebbero essere cambiati, con Anna come personaggio principale, visto che è la stagione nella quale è nata.
Visto che l'estate è anche il momento in cui la natura fiorisce, la connessione di Elsa con gli elementi non farebbe altro che rafforzarsi e consentirle di raggiungere il suo pieno potenziale come quinto spirito mediatore, tra il mondo naturale e la civiltà umana.

La teoria che circola si riferisce anche al possibile orientamento sessuale di Elsa, personaggio che sin dal primo film è diventato un simbolo per la comunità LGBTQ+ in quanto prima principessa Disney a non essere spinta a trovare il suo principe, non è conforme alle norme sociali e vive un percorso personale di auto-accettazione.
L'ipotesi di un Frozen 3 ambientato nel bel mezzo dell'estate è sicuramente una possibilità affascinante e vedremo se si potrà concretizzare.


J.K. SIMMONS: L'ATTORE SVELA UN SUO BIZZARRO DESIDERIO SUL SUO FUTURO

Il premio Oscar J.K. Simmons ha interpretato il padre di Chris Evans nella mini-serie In difesa di Jacob e ora ha un obiettivo piuttosto bizzarro: monopolizzare il mercato dei 'padri di Chris'. Intervistato da PeopleTV, la star di Whiplash ha scherzato sulla possibilità d'interpretare in futuro ancora il padre di altri 'famosi Chris' del cinema.

"Il mio piano di carriera ora è quello d'interpretare il padre di ogni affascinante star del cinema dagli occhi azzurri di nome Chris. Quindi dal cilindro è uscito Chris Evans, e ho appena finito un film con Chris Pratt in cui interpreto suo padre, quindi è il numero due. Quindi se questa è la lunghezza d'onda, Chris Pine, sono disponibile, e Chris Hemsworth, in qualsiasi ordine, voglio dire. Non dobbiamo andare in ordine alfabetico".

Nella stessa intervista Simmons conferma di aver firmato per partecipare a diversi film di Spider-Man:"Quando ho firmato per il primo film ho firmato un contratto per fare anche due sequel. Che poi è sempre un contratto unilaterale, beh non sempre, ma nel mio caso un contratto unilaterale in cui ti impegni a farlo ma non s'impegnano necessariamente ad usare il tuo personaggio nei film che seguono; è stato grandioso avere quest'opportunità, poiché queste cose si evolvono per diventare uno dei sostegni della precedente versione".

J.K. Simmons ha confessato di essere entusiasta del ruolo di Gordon nella Snyder Cut di Justice League. Lo scorso anno J.K. Simmons era alla prima di Spider-Man: Far From Home.


BIRD OF PREY, ANCHE IL FILM CON MARGOT ROBBIE HA AVUTO DEI RESHOOT? LA REGISTA CHIARISCE

Continuano le dichiarazioni della regista di Birds of Prey: questa volta Cathy Yan ha voluto fare chiarezza su alcune voci riguardo lo sviluppo del film incentrato sul personaggio dei fumetti DC interpretato da Margot Robbie.

In calce alla notizia potete trovare la discussione, avvenuta via Twitter, tra la regista del film e la giornalista Grace Randolph, in particolare riguardo i rumor sui cambiamenti fatti sulla trama della pellicola: secondo quanto afferma Grace Randolph, diverse scene sono state rigirate per cambiare una parte della storyline, incentrata su delle foto private di Black Mask, nascoste dentro un diamante. Inoltre sarebbero state aggiunte altre scene d'azione incentrate su Chad Staahelski.

La regista Cathy Yan ha subito risposto al tweet, confermando che la storia di Birds of Prey non è mai stata incentrata sulle foto intime dell'antagonista del film, accusando la giornalista di dare credito a delle voci di corridoio infondate. Sempre secondo Cathy Yan, la giornalista non può sapere come si è evoluto il progetto perché non faceva parte degli addetti ai lavori. Nonostante questo, sono in molti a credere che sia presente una diversa versione della pellicola, come per Justice League.


AVATAR 2, DAVID THEWLIS SI AGGIUNGE AL CAST:"SORPRESO DI FARNE PARTE"

La produzione di Avatar 2 prosegue da diversi anni e nel primo sequel il cast sarà arricchito da diverse new entry, tra cui la star di Harry Potter e Wonder Woman, David Thewlis. In una recente intervista rilasciata a Total Film, Thewlis ha parlato dell'importanza di far parte di un franchise di questo livello nonché dello stupore.

"Non ho idea di come saranno le mie scene perchè ci sono circa 16 ragazzi nella stanza con le macchine da presa, ma stanno solo girando riprese di riferimento che Jim [Cameron] guarderà in seguito. Ciò che quei ragazzi stanno girando non sarà mai sullo schermo, ciò che viene girato è ovviamente su questi sensori. Ce ne sono circa 200 in giro per la stanza, a fare le loro cose" ha spiegato l'attore.

Thewlis ha parlato anche del suo ruolo:"Sono un Na'vi, sono una cosa blu che non capivo bene quando sono andato a incontrare Cameron. Sono rimasto piuttosto sorpreso quando mi è stato offerto. Sono affascinato nel vedere come apparirò, perchè in qualche modo li fanno sembrare un po' come loro stessi è fantastico!".

Un approccio bizzarro alla produzione che ha permesso all'attore di vivere un'esperienza differente in quanto interprete:"Per la prima volta mi sono sentito come un novellino, come se fosse il mio primo lavoro. Lavoravo su set cinematografici da 35 anni e dicevo 'Quindi cosa facciamo? Cosa ci fa qui? Perchè lo fa? Lo facciamo adesso? Mi sentivo molto ingenuo. E ovviamente lo ero, perchè nessuna delle regole che avevo imparato erano applicate".

Il cast del sequel sarà composto da Sam Worthington, Zoe Saldana, Giovanni Ribisi, Sigourney Weaver e nuovi innesti del calibro di Kate Winslet, Michelle Yeoh, Vin Diesel e CJ Jones.
Di recente sono stati svelati nuovi dettagli della trama di Avatar 2, mentre a metà maggio sono ripresi i lavori del film diretto da James Cameron.


KEVIN HART RICORDA L'INCIDENTE D'AUTO:"VEDO LA VITA DA UNA NUOVA PROSPETTIVA"

Circa un anno fa, Kevin Hart fu vittima di un incidente automobilistico in California, da cui sopravvisse nonostante le gravi lesioni alla schiena. A distanza di mesi da quel fatto, Hart è tornato al lavoro ma l'esperienza ha lasciato il segno. Intervistato da Joe Rogan, Kevin Hart ha spiegato di aver cambiato il modo in cui vede la vita.

"Ho visto quella luce. Quando ti avvicini a quella luce, e la luce di cui sto parlando è la morte, quando ti avvicini a quella luce... e se sei abbastanza fortunato da tornare da quella luce, dai valore alla vita in modo diverso. Non ci sono giorni cattivi per me. Non ci sono giorni cattivi per me" ha confessato l'attore.

Lo scorso settembre Kevin Hart era nell'abitacolo della Plymouth Barracuda del 1970 in viaggio sulla Mulholland Highway a Malibu Hills in California nelle prime ore del mattino. L'auto uscì di strada e l'incidente provocò a Kevin Hart un grave infortunio alla schiena che richiese un intervento chirurgico che l'attore sostiene gli abbia lasciato otto viti nella spina dorsale, e che avrebbe potuto essere in condizioni peggiori se non fosse per lo stato della sua forma fisica al momento dell'incidente.

"Il lavoro che ho messo nel mio fulcro e nella parte superiore del mio corpo nel corso degli anni è ciò che mi ha salvato, oltre a Dio, naturalmente. La salute è qualcosa di molto più grande di quello che pensi che sia... Non sai quanto entrano in gioco tutte queste cose. La mia guarigione è stata molto più rapida a causa degli anni di lavoro che ho svolto prima. Ora, se non avessi quel fulcro sarei paralizzato. Sarei paralizzato".

Il grave incidente di Kevin Hart è stato causato dalla guida spericolata del mezzo, come confermato da NBC News lo scorso ottobre.
Kevin Hart si disse scioccato di essere sopravvissuto all'incidente che rischiò di cambiare per sempre la sua vita.


SUICIDE SQUAD: LA REGISTA DI BIRDS OF PREY SOSTIENE DAVID AYER PER LE MODIFICHE AL FILM

Nei giorni scorsi David Ayer si è lamentato per come è stato trattato Suicide Squad, spiegando come Batman v Superman: Dawn of Justice e Deadpool abbiano il final cut del suo film. A causa della risposta negativa al film di Snyder, secondo Ayer, i produttori volevano ravvivare in qualche modo Suicide Squad. Cathy Yan su Twitter sostiene il collega.

"Mi dispiace tanto che ti sia successo, David. Capisco il dolore" ha scritto su Twitter la regista di Birds of Prey, riportando un tweet di David Ayer nel quale il regista di Suicide Squad pubblica due frame del Joker e afferma:"Questo è stato rifatto perchè il tono era 'troppo scuro'. Il mio primo atto era un film normalmente costruito. Mi sono ispirato a Nolan. C'erano vere scene con un'incredibile recitazione tra Jared e Margot. Joker era terrificante. Harley era complessa".

A The Hollywood Reporter, Cathy Yan ha raccontato tutto quello che ha dovuto fare per mantenere la scena il più inquietante possibile per il final cut; mostrare Black Mask come cattivo assoluto e vedere una donna che si spoglia e balla in un silenzio di tomba all'interno del locale.

"Sarò onesta, abbiamo dovuto lottare per mantenere quella scena perchè era scomoda. Era rischiosa e abbiamo dovuto lottare per mantenerla. Ci sono dei montaggi del film senza di essa. Sono davvero contenta che l'abbiamo mantenuta perchè penso sia importante. Penso che molte persone siano state colpite da quella scena".

Invece il regista di Suicide Squad pare non abbia avuto questa fortuna; David Ayer sostiene che Suicide Squad sia stato ridotto a barzelletta e vorrebbe che uscisse la Ayer Cut.
Nel frattempo è stata ufficializzata la Snyder Cut di Justice League per HBO Max.


WONDER WOMAN 1984: SCOPPIERÀ L'AMORE TRA DIANA E CHEETAH? RISPONDE LA REGISTA

Se le immagini promozionali continuano a mostrarci Gal Gadot insieme a Chris Pine, i fan propongono qualcosa di diverso per la protagonista di Wonder Woman 1984.

Con buona pace di Steve Trevor, Diana potrebbe lasciarsi conquistare dalla felina Barbara Ann Minerva, meglio nota come Cheetah, la nemesi storica di Wonder Woman nei fumetti. Se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro... Ad aver acceso gli animi sono state alcune scene viste nel trailer di WW, nelle quali la protagonista conversa amabilmente con il personaggio interpretato da Kristen Wiig: le due sorseggiano un drink e si godono la reciproca compagnia.

Purtroppo a mettere fine alle fantasticherie di molti fan è arrivata la stessa regista, Patty Jenkins, che in un'intervista per SFX ha dichiarato: "Potrebbe essere successo in una diversa linea narrativa. Ma poiché questa storyline è stata incentrata sul ritorno di Steve, l'intera storia riguarda Steve. È tutta una storia d'amore con Steve, non c'era spazio per qualcun altro per Diana".

In effetti il ritorno di Trevor deve aver impegnato molto le menti degli sceneggiatori, soprattutto perché nel primo film ha ricoperto un ruolo molto importante nella vita sentimentale di Diana e dobbiamo ancora scoprire come diavolo abbia fatto a tornare in vita! Sarebbe stato abbastanza imbarazzante se dopo tutti i suoi sforzi fosse riapparso solo per trovare Diana tra le braccia di un'altra.

Cosa ne pensate? Facevate il tifo per una relazione, magari travagliata, tra le due donne? Purtroppo non abbiamo sicurezze sulla data di uscita di Wonder Woman 1984, data la difficile situazione degli Stati Uniti.


PREMONITIONS DOVEVA ESSERE UN SEQUEL DI SEVEN: L'IDEA CHE NON HA CONVINTO DAVID FINCHER

Premonitions, thriller del 2015 diretto da Afonso Poyart che vede come protagonisti Anthony Hopkins e Jeffrey Dean Morgan rispettivamente nei panni di un agente dell'FBI e di un suo ex collega in pensione. Quello che forse non sapete, però, è che il film doveva essere il sequel di Seven.

Avete capito bene: la sceneggiatura originale è stata acquistata inizialmente dalla New Line Cinema con l'obiettivo di riscriverla in modo da trasformare il film in un sequel del cult di David Fincher intitolato "Ei8ht" (gioco di lettere e numeri che richiama quello di Se7en).

La pellicola sarebbe stata incentrata sul Detective William Somerset, interpretato nel film del 1995 da Morgan Freeman, che avrebbe in qualche modo acquisito dei poteri psichici. Quando Fincher non ha approvato il progetto, però, lo studio ha deciso di portarlo nelle sale come un normale stand-alone.

Premonitions segue le vicende dell'Agente Speciale dell'FBI Joe Merriwether, che non riuscendo a fare luce su una misteriosa serie di omicidi decide di chiedere aiuto ad un suo ex collega in pensione, medico psicanalista e sensitivo: il dottor John Clancy. Quando gli eccezionali poteri intuitivi di Clancy lo conducono sulle tracce di un sospettato, Charles Ambrose (Colin Farrell), ben presto, si rende conto che il suo "dono" è nulla rispetto agli straordinari poteri di questo assassino in missione.


JURASSIC PARK, SVELATO UN NUOVO ERRORE DEL FILM: ECCO COME CACCIAVANO VELOCIRAPTOR

Un studio pubblicato sulla rivista 'Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology' ha fatto luce su un nuovo "errore" di Jurassic Park. Il gruppo dell'Università americana del Wisconsin Oshkosh coordinato dal paleontologo Joseph Frederickson, infatti, ha confermato che i Velociraptor non cacciavano in gruppo.

Studiando la chimica dei denti degli esemplari vissuti in Nord America durante il Cretaceo, tra 115 e 108 milioni di anni fa, gli autori dello studio sono riusciti a ricostruire le abitudini di caccia di questi dinosauri collegandole alla loro dieta.

"Abbiamo analizzato la presenza di isotopi del carbonio e dell’ossigeno dei denti di esemplari giovani e adulti, per ricostruire la loro dieta e da questa le loro abitudini di caccia" ha spiegato Frederickson (via ANSA). "Spesso si pensa che i velociraptor cacciassero in branchi come i lupi. Questa ipotesi però ha alcuni punti deboli, come il fatto che gli attuali discendenti dei dinosauri, uccelli, coccodrilli e draghi di Komodo, non cacciano in gruppi, e che raramente le loro prede hanno dimensioni superiori agli stessi cacciatori. Inoltre, nei resti fossili dei velociraptor non c’è traccia di un comportamento di caccia in gruppo".

Recentemente, a proposito delle incongruenze della saga, uno studio firmato dal paleontologo Dr. Nizar Ibrahimha ha registrato una scoperta secondo cui lo Spinosaurus (apparsi nel terzo capitolo del 2001) in realtà non ero affatto un predatore terrestre che a volte entrava nell'acqua in cerca di nuove prede, ma esattamente il contrario.


TENET, CHRISTOPHER NOLAN E LA COMPLICATA AMMIRAZIONE PER 007

Se una teoria continua ad indicare Tenet come sequel di Inception, in realtà sono altri gli influssi che ispirano, più o meno indirettamente, il cinema di Christopher Nolan: tra questi c'è anche un certo James Bond.

Il regista si è più volte dichiarato un grande fan dell'agente segreto più famoso al mondo, e quello di 007 è un universo narrativo ed estetico che conosce ormai molto bene. Come non associare l'inseguimento nella neve di Inception al più classico dei Bond movie? Ebbene, Nolan è tornato sull'argomento durante un'intervista per Gamesradar.com:

"Questo è stato sicuramente il periodo più lungo che ho passato senza guardare un film di James Bond. Il mio amore per il genere degli spy movie arriva dal franchise di Bond, e in particolare dal personaggio di Bond. Ne so quanto Alan Partridge, ormai è nel mio DNA. Non ho bisogno di ritornare sui film e guardarli ancora".

Le fonti di ispirazione possono portare sulla strada sbagliata però, e per evitare di riproporre al pubblico una pellicola davvero troppo simile a quelle con i vari Sean Connery e Daniel Craig, Nolan ha deciso di distanziarsi da quella saga:

"Si tratta di tornare a confrontarsi con il legame che avevi da bambino con quei film, ma con l'idea di andare in una direzione nuova e innovativa. Devi portarli dove non sono mai stati prima, ed è per questo che nessuno è mai riuscito davvero a fare una loro versione originale di James Bond. Non funziona, e [il mio film] non è affatto qualcosa del genere. È più che altro il mio tentativo di ricreare quella specie di emozione, legata all'intrattenimento su vasta scala, che sentivo per quei film da bambino, ma a modo mio".

In effetti sono in molti ad aver provato ad imitare i film di 007, senza riuscirci, mentre nei film di Nolan si respira spesso quell'atmosfera da spy thriller ma abbinata a contesti decisamente diversi e innovativi. Purtroppo anche il regista dovrà attendere prima di vedere l'ultimo capitolo con Daniel Craig, dato che No Time To Die potrebbe essere rimandato.


LE ALI DELLA LIBERTÀ, TIM ROBBINS EBBE DAVVERO PAURA DI MORIRE DURANTE LE RIPRESE!

Se Le Ali della Libertà è venuto fuori come quel film considerato da molti tra i migliori di sempre lo si deve, oltre ovviamente che alla storia partorita da King e all'adattamento di Frank Darabont, anche alle meravigliose interpretazioni dei protagonisti Tim Robbins e Morgan Freeman.

A Robbins in particolare andrebbe rivolto qualche elogio in più: per calarsi alla perfezione nei panni di Andy Dufresne, infatti, l'attore riuscì anche a vincere una sua paura relativa a una particolare sequenza che avrebbe potuto mettere seriamente a rischio la sua salute.

Ricorderete sicuramente tutti una delle scene clou del film, quella in cui un Andy appena fuggito dal carcere si immerge in una pozza di fango e acqua sporca creatasi con il temporale di cui ha approfittato per portare a termine l'evasione.

Pare che proprio quella fanghiglia costituisse un pericolo non da poco per l'incolumità di Robbins: dopo alcune analisi un chimico aveva infatti fatto presente il rischio che quell'acquitrino contenesse sostanze piuttosto tossiche, se non addirittura letali. Potete immaginare dunque la reticenza dell'attore, che alla fine decise però comunque di girare la scena: fortunatamente il buon Tim Robbins gode ancora oggi di ottima salute! A proposito del film di Darabont, comunque, qualche tempo fa Stephen King si disse convinto che i fan de Le Ali della Libertà avrebbero amato Doctor Sleep: sarà andata davvero così?


IL SIGNORE DEGLI ANELLI, LE DIFFERENZE TRA GANDALF IL GRIGIO E GANDALF IL BIANCO

Come molti di voi già sapranno, Gandalf il Grigio e Gandalf il Bianco non differiscono per una semplice questione di aspetto, ma quanto è cambiato esattamente lo stregone dopo il leggendario combattimento con il Balrog sul finale de La Compagnia dell'Anello?

Apparentemente morto dopo aver affrontato la potente creatura, Gandalf è stato riportato nella Terra di Mezzo da Eru Ilúvatar, essere supremo e creatore dell'universo di cui fa parte Arda, per continuare la sua missione: come unico emissario dei Valar, Gandalf il Bianco ha mantenuto la sua personalità e i suoi ricordi ma gli sono stati donati maggiori poteri e saggezza.

I vestiti e il bastone di colore bianco servono infatti ad indicare la sua nuova posizione tra gli stregoni, di cui Saruman il Bianco era il leader prima di tradire le forze del bene e unirsi a Sauron. Con questo nuovo titolo, a Gandalf è stato dunque permesso di punire Saruman per le sue malefatte.

Una dimostrazione dei suoi nuovi poteri può essere vista ne Le Due Torri durante l'incontro con Theodén, quando Gandalf può facilmente estirpare l'influenza di Saruman ("come il veleno viene estirpato da una ferita!") sul Re di Rohan. Nella versione estesa de Il ritorno del Re, inoltre, il nuovo stregone bianco riesce a spezzare il bastone di Saruman nonostante la pesante sconfitta subita nel loro ultimo incontro.


SPIKE LEE DEDICA UN CORTOMETRAGGIO A GEORGE FLOYD: “LA STORIA SMETTERÀ DI RIPETERSI?”

“La storia smetterà di ripetersi?”

Con questa domanda si apre un nuovo cortometraggio realizzato da Spike Lee, presentato in anteprima durante lo special della CNN I Can’t Breath: Black Men Living and Dying In America.

Come si intuisce dal titolo dello special, al centro del video c’è la morte di George Floyd.
Un triste avvenimento, che ha fatto tornare a galla una questione che, regolarmente, si è riproposta nel territorio americano: la violenza della polizia contro le persone afroamericane.

Ma non solo, il video in questione – intitolato 3 Brothers – Radio Raheem, Eric Garner and George Floyd – raccoglie anche alcuni frammenti del film di Lee Fa’ la cosa giusta, uniti alle testimonianze video della morte di Eric Garner, avvenuta nel 2014 in circostanze molto simili a quelle di George Floyd.

Trovate il video qui sotto, ma vi avvisiamo che potrebbe urtare la vostra sensibilità.

3 Brothers – Radio Raheem, Eric Garner and George Floyd

Da 5 Bloods, il nuovo film di Spike Lee, scritto dallo stesso regista in collaborazione con Danny Bilson, Paul DeMeo e Kevin Willmott, arriverà su Netflix il prossimo 12 giugno.

Al centro della storia quattro veterani afroamericani: Paul (Delroy Lindo), Otis (Clarke Peters), Eddie (Norm Lewis) e Melvin (Isiah Whitlock, Jr.) – che ritornano in Vietnam. Alla ricerca di ciò che rimane del loro caposquadra, caduto in guerra (Chadwick Boseman) e di un tesoro sepolto, i nostri eroi, riuniti dal preoccupato figlio di Paul (Jonathan Majors), combattono le forze dell’uomo e della natura – mentre affrontano le devastazioni durature dell’immoralità della guerra del Vietnam.

Nel cast troviamo Delroy Lindo, Jonathan Majors, Clarke Peters, Norm Lewis, Isiah Whitlock, Jr., Mélanie Thierry, Paul Walter Hauser and Jasper Pääkkönen, Johnny Trí Nguyễn, Lê Y Lan, Nguyễn Ngọc Lâm, Sandy Hương Phạm, con Jean Reno, e Chadwick Boseman.


VENEZIA 77: GAIA FURRER È IL NUOVO DIRETTORE ARTISTICO DI GIORNATE DEGLI AUTORI

Giornate degli Autori, la sezione indipendente che corre parallela alla Mostra di Venezia, ha fatto sapere che Gaia Furrer è il nuovo direttore artistico della selezione ufficiale 2020. Furrer ha lavorato come responsabile dell’ufficio cinema e coordinatrice della programmazione delle Giornate degli Autori sin dalla prima edizione. Dal 2004 è inoltre programmer per il Noir in Festival.

L’annuncio è stato fatto in un comunicato dal presidente dell’associazione Giornate degli Autori Andrea Purgatori e dal delegato generale Giorgio Gosetti. Quest’ultimo ha dichiarato:

È una bella e importante novità, quella che affida a una donna, a una appassionata programmer riconosciuta a livello internazionale, la selezione di una vetrina di qualità voluta – fin dal 2004 nel quadro della Mostra – dalle associazioni nazionali degli autori, ANAC e 100autori. È un segno importante non solo per la nostra squadra di lavoro che sa rinnovarsi negli anni ma per il mondo dei festival che accoglie pienamente la parità di genere e una nuova generazione di operatori culturali.

Ha dichiarato Gaia Furrer:

Sarà un’avventura impegnativa, data l’eccezionalità del momento. Allo stesso tempo, però, rappresenta anche l’occasione che ci porterà a un importante rinnovamento del ruolo e modo dei festival di cinema. Sono felice per ciò che oggi mi trovo a rappresentare e grata per chi ha scommesso sul valore della squadra in cui sono cresciuta.

Nel lavoro di selezione Gaia Furrer sarà affiancata da Renata Santoro (responsabile della programmazione), Mazzino Montinari, Cédric Succivalli e Andrei Tănăsescu.

Venezia 77

La Mostra si farà anche quest’anno, nonostante la pandemia. Non è ancora chiaro in quali modalità, ma quel che pare certo è che dal 2 al 12 settembre il Lido ospiterà la Mostra in una qualche forma. Si tratterà, comunque, di un’edizione internazionale e non limitata a film italiani


HENRY CAVILL POTREBBE TORNARE SUL SET PER LA SNYDER CUT, SENZA BAFFI [RUMOR]

Nei giorni scorsi vi abbiamo riportato che non ci saranno riprese aggiuntive per Zack Snyder’s Justice League, ma ora Heroic Hollywood sostiene che almeno uno degli attori potrebbe tornare davanti alle macchine da presa.

Si tratta di un’indiscrezione (quindi da prendere con le molle), eppure basta e avanza per solleticare le aspettative dei fan: gli ultimi rumor dicono infatti che Henry Cavill potrebbe girare delle scene davanti al green screen per sostituire quelle con i baffi. Molti di voi probabilmente ricordano la vicenda. Cavill stava girando Mission: Impossible: Fallout quando fu richiamato dalla Warner per i reshoot di Justice League, ma ci fu un piccolo problema: il suo personaggio di Fallout aveva i baffi, e la Paramount non voleva che li tagliasse, nonostante la Warner si fosse offerta di pagare la CGI per aggiungerli digitalmente nel film con Tom Cruise. Lo studio dovette quindi usare il computer per rimuovere la peluria dal volto dell’attore, e l’effetto è visibile in alcune scene di Justice League, dove la bocca di Superman è… digitale.

Insomma, il volto di Henry Cavill verrebbe ripreso e mappato davanti al green screen, e poi sovrapposto alle inquadrature già esistenti. Una fonte interna, legata alla realizzazione degli effetti speciali, ha detto a Heroic Hollywood che il processo sarebbe ancora più semplice se venisse inquadrata la figura intera dell’attore, da inserire al posto di quella preesistente. Non sarebbero quindi dei veri e propri reshoot, o almeno non di stampo tradizionale.

Ovviamente non ci sono conferme, e queste indiscrezioni potrebbero rivelarsi errate. Di certo è improbabile che Zack Snyder voglia avere la bocca digitale di Clark Kent nella sua versione del film, quindi non sarebbe così assurdo se Cavill tornasse sul set. La situazione, però, non è molto chiara: di recente è stato smentito che l’attore inglese stia trattando per riprendere il mantello di Superman, ma la Warner starebbe pensando di farlo apparire in qualche cameo; chissà, un eventuale nuovo contratto potrebbe includere anche la Snyder Cut.

Come sappiamo, Zack Snyder inserirà nuovi effetti speciali, finirà quelli incompleti, registrerà musiche e dialoghi aggiuntivi, infine monterà il tutto. Il film uscirà su HBO Max nel 2021: durerà quasi quattro ore, ma potrebbe essere suddiviso in capitoli, come una miniserie. Vi terremo aggiornati.



Edited by Triplethor - 1/6/2020, 21:21
view post Posted: 31/5/2020, 13:44 MovieTown - Cinema

DOMENICA

31/05/2020



SPIKE LEE: “NON TORNERÒ AL CINEMA FINCHÉ NON CI SARÀ UN VACCINO”

Spike Lee non ha dubbi: finché non ci sarà un vaccino contro il coronavirus, non tornerà in una sala cinematografica. Il regista, il cui nuovo film, Da 5 Bloods, arriverà il 12 giugno (qui il trailer), avrebbe dovuto girare quest’estate l’adattamento della graphic novel Prince of Cats per Legendary Pictures. Parlando con Vanity Fair, ha però dichiarato che non pensa che Hollywood si rimetterà in moto tanto presto:

Non faranno niente senza un vaccino. Io di sicuro non andrò al cinema. Non andrò a uno spettacolo di Broadway. Non andrò allo Yankee Stadium. Corona è uno stronzo. Corona non scherza. Se fai lo stupido finirai ucciso, morirai. Non sono pronto ad andarmene.

Lee ha detto che ancora non vede “una soluzione fattibile” per rendere i set nuovamente sicuri:

Come si farà a girare una scena d’amore, o una scena intima? Ci toccherà fare i film da remoto, come il Saturday Night Live? Non so come si possa farlo. Perciò adesso siamo in pausa.

Il regista sembra fare proprio riferimento al suo prossimo film: Prince of Cats è da lui definito “Romeo e Giulietta nell’era dell’hip-hop”. E non c’è Romeo e Giulietta senza scene d’amore.

Spike Lee avrebbe dovuto presiedere la giuria del Festival di Cannes, che è stato annullato. È possibile che Lee riprenda il ruolo l’anno prossimo, ma a questo punto, se per allora non sarà pronto un vaccino, potrebbe anche darsi che decida di rinunciare. Cannes ha comunque deciso di annunciare la selezione ufficiale il 3 giugno.


IL REGISTA DI MORBIUS PER IL FILM SULL’ASSASSINIO DI JAMAL KHASHOGGI

Daniel Espinosa, regista di Morbius, Life e Safe House, è stato ingaggiato da Good Films Collective per dirigere un film sull’assassinio di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente saudita ucciso il 2 ottobre 2018 nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul. Il film, intitolato The Execution, racconterà i retroscena dell’assassinio, come e perché sia avvenuto e le sue conseguenze. Petter Skavlan, sceneggiatore di Domino di Brian De Palma, scriverà il film.

Jamal Khashoggi entrò il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita per ottenere un documento che provasse che era divorziato, in modo da poter sposare l’allora fidanzata Hatice Cengiz. Non fu più visto. Il governo saudita affermò in seguito che Khashoggi aveva lasciato il consolato da una porta sul retro – nonostante la fidanzata lo stesse aspettando fuori. In realtà, Khashoggi era stato presumibilmente ucciso e fatto a pezzi da una squadra vicina al principe ereditario Mohammed bin Salman, di cui Khashoggi era stato molto critico. L’Arabia Saudita ha poi ammesso che il giornalista era stato ucciso, ma la versione ufficiale parla di una colluttazione finita male.

Il regista svedese Daniel Espinosa si è fatto conoscere grazie al film Snabba Cash. Ha poi debuttato negli Stati Uniti con il thriller di spionaggio Safe House (prova generale di The Execution). In seguito ha diretto Child 44 e l’horror di fantascienza Life – Non oltrepassare il limite. Ha poi firmato Morbius, il film Marvel/Sony interpretato da Jared Leto. Prossimamente dirigerà Red Platoon, prodotto da George Clooney.


Il Pianeta delle Scimmie in tendenza su Twitter dopo un peculiare furto da un laboratorio legato al COVID-19

Quando la realtà supera (forse) la fantasia. Nelle scorse ore Il Pianeta delle Scimmie è tornato in tendenza su Twitter per un fatto di cronaca avvenuto in una struttura vicino al Meerut Medical College di Delhi, India. Un gruppo di scimmie infatti, per l’esattezza dei macachi, ha attaccato un assistente di laboratorio rubando anche dei kit in cui erano raccolti dei campioni di sangue di pazienti positivi al COVID-19. Una situazione che per certi versi potrebbe ricordare ciò che abbiamo visto in L’Alba del Pianeta delle Scimmie, film arrivato nelle sale nel 2011.
Alcuni uomini del luogo hanno poi visto una scimmia mentre masticava uno di questi sopracitati kit medici su un albero, mentre le altre fiale intatte sono state recuperate in seguito.

Ciò è bastato per rendere nuovamente di tendenza l’iconico franchise cinematografico.

Ecco i tweet raccolti da ComicBook.com e la notizia di Sky News:


https://t.co/neUMb0nuhy

https://twitter.com/Kathy829f/status/1266458907678892032

Scooby!, un video ci mostra le papere dal dietro le quinte della sala di doppiaggio

La Warner Bros. ha pubblicato in rete un video con le “papere dal set” del film d’animazione Scooby!, o per meglio dire, “parere dalla sala di doppiaggio”.
Potete vedere il divertente video nella parte superiore della pagina.

A seguire la sinossi:

La prima avventura d’animazione di Scooby-Doo per il grande schermo è il racconto inedito delle origini di Scooby-Doo e del più grande mistero nella carriera della Mystery Inc.

Il film ci svela come gli amici di sempre Scooby e Shaggy si siano incontrati e, in seguito, uniti ai giovani investigatori Fred, Velma e Daphne per formare la famosa Mystery Inc. Con centinaia di casi risolti e avventure condivise, Scooby e la banda ora dovranno affrontare il loro mistero più grande e impegnativo di sempre: sventare un piano volto a sguinzagliare il cane fantasma Cerberus nel mondo. Mentre si apprestano a fermare questa “can-apocalisse globale”, i membri della banda scoprono che Scooby ha un retaggio segreto e un destino epico più grande di quanto potessero immaginare.

Della versione originale fanno parte del cast di doppiatori Kiersey Clemons (“Cattivi vicini 2”; la serie TV “Angie Tribeca”) nei panni di Dee Dee; Zac Efron (“The Greatest Showman”; la saga “Cattivi vicini”) in quelli di Fred; Will Forte (“La rivincita delle sfigate”; la serie TV “The Last Man on Earth”) è la voce del migliore amico di Scooby-Doo, Shaggy; Jason Isaacs (i film di “Harry Potter”; “The OA” in TV) è la voce del famigerato Dick Dastardly; Ken Jeong (“Crazy & Rich”; la trilogia di “Una notte da leoni”) nel ruolo di Dynomutt; Tracy Morgan (“What Men Want”; “30 Rock” in TV) nel ruolo di Captain Caveman; Gina Rodriguez (“Deepwater: Inferno sull’Oceano”; la serie TV “Jane the Virgin”) è la voce di Velma; Amanda Seyfried (i film “Mamma Mia!”; “Ted 2”) è Daphne; l’attore due volte candidato all’Oscar Mark Wahlberg (“The fighter”; “The Departed – Il bene e il male”) è Blue Falcon, mentre Frank Welker (il franchise di “Transformers”) presta la voce a Scooby-Doo.

Il film è diretto da Tony Cervone, candidato all’Annie Award per il film “Space Jam”, e due volte candidato agli Emmy per il suo lavoro su “Duck Dodgers”.




L’Uomo Invisibile: ecco un suggestivo poster Mondo del film di Leigh Whannell

L’artista Francesco Francavilla ha realizzato per Mondo un nuovo poster alternativo (più una variant) di L’uomo invisibile, horror di Leigh Whannell prodotto dalla Blumhouse e dalla Universal Pictures.
Potete vedere il poster qua sotto:






Buon compleanno a Clint Eastwood per i suoi 90 anni: ecco dove vedere i suoi migliori film

Domenica 31 maggio si festeggia il novantesimo compleanno dell'immarscescibile attore e regista Clint Eastwood. Infinity ha nove film disponibili e Sky per l'occasione gli dedica una programmazione il 30 e il 31 maggio.

Domenica 31 maggio il premio Oscar Clint Eastwood spegnerà 90 candeline. L'ex protagonista dei mitici western di Sergio Leone ha ormai 38 film da regista all'attivo, oltre 70 come interprete e non ha nessuna voglia di andare in pensione, per la felicità dei suoi numerosissimi fan. Per festeggiare la ricorrenza, Infinty e Sky gli dedicheranno una speciale programmazione.

Cominciamo da Infinity, dove sono disponibili nove film di Clint Eastwood: il penultimo, Il Corriere - The Mule, Sully, Di nuovo in gioco, il biografico J. Edgar, Gran Torino, Lettere da Iwo Jima, Mystic River, Fino a prova contraria e Potere assoluto.

La programmazione di Sky Cinema Collection è invece interamente dedicata a Clint Eastwood sabato 30 maggio e domenica 31 maggio, ed è disponibile anche su Sky e NOW TV. Tra i titoli spiccano Una calibro 20 per lo specialista (in onda anche sabato 30 alle 21.15), l’opera prima di Michael Cimino con Eastwood e Jeff Bridges protagonisti; il cult assoluto del cinema carcerario diretto da Don Siegel Fuga da Alcatraz (in onda anche domenica 31 alle 21.15); il thriller Brivido nella notte, esordio alla regia di Clint Eastwood; il capolavoro di Don Siegel La notte brava del soldato Jonathan; l’avvincente western Impiccalo più in alto, in cui Eastwood recita accanto a Ben Johnson e Bruce Dern. Non mancherà infine la meravigliosa Trilogia del dollaro di Sergio Leone, composta da Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, che ha consacrato la carriera attoriale di Eastwood.

Nella collezione on demand disponibile su Sky sono inoltre presenti anche diversi film in onda sui canali Premium Cinema come il dramma Sully con Tom Hanks, la biografia di John Edgar Hoover con Leonardo DiCaprio J. Edgar, la grande storia di guerra raccontata in Lettere da Iwo Jima, due thriller diretti e interpretati da Eastwood, Fino a prova contraria e Potere assoluto, ma anche il film sportivo Di nuovo in gioco, in cui interpreta un talent scout della Major League di baseball. Alla collezione si aggiungeranno il 1° giugno anche l’acclamatissimo Gran Torino e Mystic River, vincitore di due Premi Oscar® per gli attori Sean Penn e Tim Robbins.


Sorrentino 50: dove vedere in streaming i film del grande regista italiano

Compie oggi 50 anni Paolo Sorrentino, uno dei più importanti autori del cinema italiano. Festeggiamolo rivendendo i suoi capolavori in streaming.

Paolo Sorrentino, uno degli autori più importanti del cinema italiano, compie oggi 50 anni. Quale miglior modo per festeggiarlo di vedere o rivedere in streaming i suoi capolavori?

Non è disponbile purtoppo su nessuna piattaforma il suo folgorante esordio, L'uomo in più, che nel nel 2001 lo impose con prepotenza all'attenzione del pubblico e della critica. Lo stesso vale per la sua opera seconda, Le conseguenze dell'amore, e per il terzo, controverso, L'amico di famiglia.

Su Netflix troviamo invece Il Divo, il film del 2008 che vede l'attore feticcio di Sorrentino, Toni Servillo, nei panni di Giulio Andreotti.

This Must Be the Place, il film americano di Sorrentino, interpretato da Sean Penn, è disponibile su Infinity, così come lo è La grande bellezza, considerato in qualche modo La dolce vita del Terzo Millennio, il film che è valso l'Oscar a Sorrentino e la grande fama internazionale.

Sempre su Infinity troviamo anche il successivo Youth, che invece vede nei due ruoli principali Michael Caine e Harvey Keitel.

Non è invece al momento disponibile invece Loro, il film di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusiconi: né nella sua versione in due parti, né in quella che le unisce in un unico montato.

The Young Pope, la serie televisiva firmata da Sorrentino con protagonista Jude Law si trova su NowTv e su SkyGo, mentre solo su SkyGo è al momento disponibile la "seconda stagione" di quella serie, The New Pope, che a a Jude Law, Silvio Orlando, Cécile de France e Ludivine Sagnier affianca un monumentale John Malkovich.


CHRIS EVANS: “CON CAPTAIN AMERICA HO CHIUSO”

Chris Evans ha confermato che molto probabilmente non lo rivedremo nei panni di Captain America. Due giorni fa l'attore dei film Marvel è stato ospite del Graham Norton Show, e nel corso dell'intervista gli è stato chiesto se la sua esperienza nei panni di Steve Rogers possa essere considerata chiusa.

La risposta di Evans: "Sì, credo di sì. È stata una bella esperienza e l'abbiamo portata a termine in modo tale che sarebbe rischioso tornarci, a mio parere. Penso che sia meglio lasciare tutto così com'è." L'attore si riferisce al finale dell'ultimo film degli Avengers, dove Rogers, dopo aver rimesso a posto tutte le Gemme dell'Infinito, rimane nel passato insieme all'amata Peggy Carter, e riappare poi nel presente visibilmente invecchiato, affidando lo scudo di Captain America all'amico Sam Wilson, alias Falcon. Una scelta saggia, anche se lo stesso Evans pochi mesi fa si era detto disposto a tornare se le circostanze fossero quelle giuste.

Chris Evans è stato Steve Rogers in ben nove occasioni, dal 2011 al 2019 (escluso il post-credits di Ant-Man, che è una sequenza tratta da Captain America: Civil War), il che lo rende l'attore con più presenze nei film del Marvel Cinematic Universe dopo Samuel L. Jackson (undici) e Robert Downey Jr. (dieci). Potremmo eventualmente sentire la sua voce nella serie animata Marvel's What If...?, su Disney+ il prossimo anno e incentrata su esiti alternativi degli eventi del MCU, anche se per ora Evans non è tra gli attori annunciati (ma sappiamo che un episodio racconterà cosa sarebbe accaduto se Peggy Carter fosse diventata Captain America).

Finita l'esperienza Marvel, l'attore è stato apprezzato da critica e pubblico nel giallo Cena con delitto - Knives Out, di cui è in lavorazione un sequel, e nelle ultime settimane lo si è potuto vedere su Apple TV+ nella miniserie In difesa di Jacob, di cui è anche produttore esecutivo.


THE NEON DEMON, SU NETFLIX IN STREAMING DA OGGI

The Neon Demon arriva oggi in streaming su Netflix nel catalogo di maggio 2020: disponibile l'inquietante ed elegante horror di Nicolas Winding Refn, dopo i successi di Drive e Solo Dio Perdona, con Elle Fanning.

Il lungometraggio segue le vicende di una modella che si trasferisce a Los Angeles, dove la sua giovinezza e vitalità verranno divorate da un gruppo di donne che, ossessionate dalla bellezza, faranno di tutto per sottrarle ciò che ha. La protagonista è Elle Fanning, mentre fanno parte del cast anche Keanu Reeves, Jena Malone, Karl Glusman, Bella Heathcote, Abbey Lee, Desmond Harrington e Christina Hendricks.

Una delle scene più importanti di The Neon Demon è stata ispirata da un'esperienza realmente vissuta dal regista Nicolas Winding Refn. Il filmmaker ha infatti svelato, durante un'intervista, che aveva accompagnato sua figlia a scuola ed era andato a Hollywood, al ristorante Musso & Frank Grill, dove stava progettando di girare alcune sequenze del film: "Quando sono arrivato nel parcheggio ho scoperto che qualcuno era stato pugnalato. C'era un uomo che si teneva la ferita e urlava per chiedere aiuto. Sono sceso dalla macchina perché non c'era nessuno. Era solo. Mi sono precipitato da questo povero uomo che era steso e stava perdendo sangue".

Refn ha cercato di aiutarlo ma l'ambulanza è arrivata troppo tardi e l'uomo è morto: "E' quindi diventata una scena del crimine e non potevamo allontanarci. In pratica stavamo girando il film nella San Fernando Valley e io ho pensato 'Come posso fare, visto che sicuramente all'assicurazione non importerà se sono bloccato sulla scena di un crimine'".

The Neon Demon è solo l'ultima di tante novità in catalogo a maggio 2020 su Netflix, che anche questo mese ha messo a disposizione degli utenti nuove attese serie tv, saghe memorabili e grandi cult.


CLINT EASTWOOD, OGGI SU IRIS LA MARATONA DI FILM PER IL COMPLEANNO: LA PROGRAMMAZIONE COMPLETA

L'occasione è imperdibile, oggi su Iris, per festeggiare Clint Eastwood che compie 90 anni: una maratona di film dal titolo evocativo, "Clint 90", che inizia di mattina e termina a notte fonda.

Dopo la serata speciale di mercoledì scorso su Rete 4 - con la prima tv di Ore 15:17 - Attacco al treno - anche la rete diretta da Marco Costa trasmetterà alcuni dei più grandi successi che hanno visto Eastwood protagonista dietro e davanti la macchina da presa.
Ecco la programmazione completa:

ore 9:00 - Dove osano le aquile
ore 12:00 - Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan
ore 14:30 - Gran Torino
ore 16:30 - Il texano dagli occhi di ghiaccio
ore 19:00 - Gli spietati
ore 21:15 - Brivido nella notte, esordio da regista
ore 23:00 - Mystic River


Figlio di un operaio e una casalinga, Clint Eastwood ha conosciuto la gloria e il successo grazie al regista italiano Sergio Leone, che lo arruolò in Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, consacrandolo di fatto a simbolo del genere spaghetti-western.
La maratona "Clint 90" è disponibile oggi, domenica 31 maggio, in TV su Iris, al canale 22 del telecomando, e anche in streaming sulla piattaforma Mediaset Play.


LE IENE E LA SCENA DELLA TORTURA: MICHAEL MADSEN NON VOLEVA FARLA

Michael Madsen inizialmente si rifiutò di girare la scena della tortura di Le Iene a causa della sua forte avversione nei confronti di qualsiasi tipo di violenza e fu particolarmente riluttante nel seguire le indicazioni di Quentin Tarantino quando il regista gli chiese di colpire Kirk Baltz.

Quando Baltz improvvisò una battuta dicendo di avere un figlio a casa, Madsen, che era appena diventato padre fu così turbato dall'idea di lasciare un bambino senza un genitore che quasi non riuscì a portare a termine la scena. Questa ripresa in particolare fu utilizzata nella versione finale del film e si riesce chiaramente a udire qualcuno, probabilmente lo stesso Tarantino, gridare: "Oh, no no!"

Quentin Tarantino è stato costretto a scontrarsi più volte con Harvey Weinstein, allora a capo della Miramax, per convincerlo ad includere la scena della tortura nel film, poiché Weinstein pensava che avrebbe avuto un impatto negativo sul pubblico. Tarantino voleva che ne facesse parte a tutti i costi e Weinstein alla fine ha ceduto.

La scena, in cui compaiono Mr. Blonde e il poliziotto, è classificata al primo posto nella classifica "Le dieci migliori scene di tortura di sempre". La famigerata scena, spesso rinominata "Stuck in the Middle With You", titolo della canzone che l'accompagna, è stata ironicamente ricreata nell'undicesima stagione, episodio otto, "Charlie cattura un folletto" della serie tv C'è sempre il sole a Philadelphia.


LE IENE E LIKE A VIRGIN: LA RISPOSTA DI MADONNA A QUENTIN TARANTINO SUL DIALOGO DEL FILM

Nel 1992 Quentin Tarantino ha ricevuto una sorpresa da Madonna dopo aver portato a termine il suo primo lungometraggio, Le Iene: un thriller poliziesco indipendente. Nella prima scena del film il personaggio di "Mr. Brown", interpretato dallo stesso Tarantino, afferma che la canzone Like A Virgin di Madonna deve essere "una metafora a proposito dei cazzi grossi."

Nella scena Mr Brown dichiara: "Ve lo dico io di che parla 'Like a Virgin'. Parla di una fica che scopa come una matta a destra e a sinistra, giorno e notte, mattina e sera. Finché un bel giorno incontra un tipo cazzuto alla John Holmes e allora vai alla grande! Cioè, uno che con l'attrezzo ci scava i tunnel, come Charles Bronson ne La grande fuga. Lei ci dà dentro come una maiala, finché sente una roba che non sentiva da un secolo: dolore... Dolore. Le fa male! Le fa male... Non dovrebbe, perché la strada e bell'e che asfaltata ormai, ma quando il tipo la pompa, le fa male. Lo stesso dolore che sentì la prima volta, capite? Il dolore fa ricordare alla scopatrice folle le sensazioni di quando era ancora vergine... E quindi: Like a Virgin!"

Quando Madonna incontrò Tarantino ad una festa per festeggiare l'uscita del film, gli consegnò una copia autografata del suo ultimo disco Erotica, uscito lo stesso anno de Le Iene. Nella dedica a margine c'era scritto: "Quentin, mi dispiace deluderti, ma la canzone parla d'amore, non di cazzi."

Sebbene A Madonna, argomento principale della conversazione di apertura del lungometraggio, sia piaciuta moltissimo la pellicola, la cantante ha confutato più volte, in molte interviste e conferenze stampa, l'interpretazione di Quentin Tarantino della sua canzone Like a Virgin. Un'altra strana connessione è quella di Chris Penn che nel film ha il ruolo di Eddie Cabot ed era l'ex cognato di Madonna. Suo fratello maggiore Sean è stato sposato con Madonna per quattro anni. Sean Penn e la popstar si incontrarono sul set di Material Girl, uno dei migliori video di Madonna, si sposarono nel 1985 per poi divorziare nel 1989, dopo un matrimonio a dir poco tumultuoso. Contrariamente alle aspettativa però, i due sono rimasti molto amici.




JUSTICE LEAGUE, NUOVI CLAMOROSI DETTAGLI SULLA PARTE DI GREEN LANTERN E MARTIAN MANHUNTER

In queste ore il sito Heroic Hollywood ha pubblicato un approfondimenti dedicato a Zack Snyder's Justice League, attesissima director's cut del cinecomic DC Films del 2017 in arrivo nel 2021 su HBO Max, puntando la lente di ingrandimento sulla presenza di Martian Manhunter e Green Lantern.

A proposito del primo, il sito rivela:

"Martian Manhunter potrebbe apparire nel film. Snyder ha rivelato che il generale Swanwick interpretato da Harry Lennox si sarebbe rivelato essere il celebre personaggio alla fine di una scena con Lois e Martha Kent tagliata dal film. La cosa era pensata per rivelare che J'onn J'onzz è stato nel DCU sin dall'inizio, essendo Swanwick apparso fin da Man of Steel. E lo stesso Lenox ha recentemente anticipato il suo coinvolgimento con lo Snyder Cut su Twitter."

Per quanto riguarda Green Lantern, invece, è stato riportato:

"Come potrebbero sapere i fan dei fumetti, nel film Snyder manca un membro chiave della Justice League. Nel film del 2017 si vede brevemente una vecchia Lanterna Verde nella scena che racconta la storia delle Mother Boxes, ma Snyder ha suggerito su Vero che nel suo film doveva apparire anche la vera Lanterna Verde. Con un budget limitato, sarà interessante vedere se il ruolo di Lanterna Verde sarà ridotto ad un cameo o comprenderà qualcosa di più sostanziale".


THE BATMAN, PAUL DANO SULL'ENIGMISTA: 'L'ATTESA VARRÀ LA PENA'

L'attesa per il The Batman di Matt Reeves cresce giorno dopo giorno, così come quella di vedere in che modo saranno resi personaggi che, sul grande schermo, hanno già goduto di interpretazioni diventate ormai iconiche.

Non parliamo solo del protagonista, ovviamente, ma anche di personaggi secondari e villain: l'Enigmista, ad esempio, è legato in maniera piuttosto stretta all'interpretazione di Jim Carrey nel pur tutt'altro che perfetto Batman Forever.

Paul Dano, che sarà chiamato a dare nuovo volto al personaggio in The Batman, sembra però piuttosto fiducioso: "Legalmente non posso dire niente al riguardo. C'è qualcosa di davvero divertente nel mio personaggio e in tutti i personaggi. È il tipo di film che siamo ansiosi di poter portare sul grande schermo in grande stile. Quindi spero che saremo in grado di risolvere tutta questa situazione e di entusiasmarci per un nuovo film di Batman. Ne varrà la pena. Sarà davvero bello" ha spiegato l'attore.

Non possiamo che sperare che la fiducia di Dano sia ben riposta, che si parli del suo Enigmista o del film in generale! Una fan art di The Batman, intanto, ci ha presentato nuovamente Johnny Depp nei panni di Joker; Timothée Chalamet è diventato il Robin di The Batman, invece, in un'altra fan art.


HENRY CAVILL SARÀ DI NUOVO SUPERMAN, MA PER ZACK SNYDER E JUSTICE LEAGUE: ECCO PERCHÉ

Si fa presto a dire Snyder Cut, ma perché la versione definitiva dello Justice League a immagine e somiglianza di Zack Snyder c'è bisogno di un bel po' di lavoro extra per tutti, in particolare ovviamente per il regista stesso e i suoi attori.

Ci sono infatti un po' di scene extra da girare per rendere Justice League fedele al film che Zack Snyder avrebbe voluto presentare al pubblico qualche tempo fa: in particolare buona parte di queste sembrerebbero riguardare Henry Cavill e il suo Superman.

Non si tratta però di accanimento gratuito: il motivo per cui il povero Cavill è stato richiamato alle armi sta infatti in quella famosa questione dei baffi che tanta ilarità suscitò all'epoca dell'uscita di Justice League. Snyder ha infatti bisogno di girare alcune scene con l'Uomo d'Acciaio senza però i baffi che l'attore aveva cominciato a portare e che, ai tempi, erano stati rimossi tramite VFX con risultati a dir poco imbarazzanti.

Speriamo a questo punto che il risultato valga lo sforzo e che serva in qualche modo a dimenticare quella brutta questione baffi! Vediamo, intanto, quali sono le cinque modifiche che i fan vorrebbero trovare nella Snyder Cut di Justice League; sapevate, invece, che un film sulla Justice League era stato proposto a Patty Jenkins?


X-MEN, IL REGISTA DI DARK PHOENIX SVELA COME POTRANNO ENTRARE NEL MARVEL UNIVERSE

X-Men sì, X-Men no... La questione relativa ai mutanti nel Marvel Cinematic Universe dura ormai da anni, ma in fin dei conti sembra più o meno certo che prima o poi Wolverine e soci faranno il loro trionfale ingresso nell'universo Disney, insieme ai loro colleghi capitanati da Mr. Fantastic.

Ma in che modo gli X-Men potrebbero essere introdotti nel Marvel Cinematic Universe? Tracce concrete ad oggi non ce ne sono, ma il regista di Dark Phoenix Simon Kinberg ha detto la sua su quella che potrebbe essere la strada da seguire.

"Uno dei grandi meriti del Marvel Cinematic Universe, e li ammiro molto per questo sia come fan che come regista, è la fedeltà ai fumetti. E poi non hanno assolutamente paura di dare una tonalità più soprannaturale o fantascientifica ai loro film. A loro non importa di dare ai loro film una base fisica realistica. Penso che ci sia qualcosa di davvero liberatorio e spettacolare in ciò. Penso che gli X-Men possano essere qualcosa di davvero bello se mettessero in scena i loro elementi più fantascientifici e spaziali" ha spiegato Kinberg.

Il lato più fantascientifico dell'MCU potrebbe dunque fornire l'appiglio giusto per l'arrivo dei mutanti, soprattutto con questa Fase 4 che sembra sempre più orientata alle avventure extra-terrestri. Parlando di addii, invece, Chris Evans ha confermato che non tornerà come Cap nel Marvel Cinematic Universe; consoliamoci con questo excursus delle più belle battaglie degli Avengers.


JESSICA CHASTAIN NON PUÒ GUARDARE UNO DEI SUOI FILM: ECCO PERCHÈ

Rivedersi sul grande schermo dev'essere un'esperienza strana le prime volte, ma immaginiamo che dopo tanti anni di carriera ci si faccia anche un po' l'abitudine: l'ha confermato anche Jessica Chastain, che non sembra farsi troppi problemi quando si tratta di rivedersi recitare.

L'attrice ha però ammesso di avere problemi con uno dei suoi film, che proprio non riesce a rivedere. Il film in questione è The Tree of Life, il film di Terrence Malick premiato con la Palma d'Oro a Cannes nel 2011 e che vede Chastain recitare al fianco di Brad Pitt e Sean Penn.

Le ragioni per cui la star di IT non riesce a riguardare l'opera di Malick sono però decisamente personali, e per nulla relative ovviamente alla qualità del film o della sua prova: "Oggi sono nove anni dall'uscita di The Tree of Life, con cui la mia vita cambiò completamente. È l'unico film che ho fatto che io non riesca a riguardare. Mi sento troppo esposta, come se Terry avesse fotografato il mio cuore e la mia anima. Sarò sempre grata per aver partecipato a questo capolavoro di Malick" ha dichiarato Chastain.


STEPHEN KING OLTRE LA PENNA: TUTTI I CAMEO CINEMATOGRAFICI DEL MAESTRO DELL'HORROR

Tutti conosciamo Stephen King per i suoi bestseller dai toni horror, ma quanti sanno che fatto anche numerosi cameo? E non solo nelle trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi, ma anche in alcuni film e serie TV in cui mai ci saremmo aspettati di trovarlo.

I numeri di King parlano da sé: con più di 200 storie brevi e oltre 60 romanzi scritti in sessant'anni di carriera, molte delle sue opere sono diventare presto cult letterari e cinematografici, ai quali il nostro ha anche partecipato.

La sua prima apparizione cinematografica fu nell'adattamento di Creephow diretto da Giorgio Romero del 1982, in cui interpretava Jordy Verrill che dopo aver scoperto un meteorite caduto scopre alcuni indicibili dello spazio, che lo condurranno alla follia e al suicidio.

In seguito è apparso anche in Creepshow 2, Pet Sematary, Golden Years, I sonnambuli, L'ombra dello scorpione, I Langolieri, L'occhio del male, Shining, La tempesta del secolo, Rose Red, Kingdom Hospital, Under The Dome, Mr. Mercedes e It: Capitolo 2. Tutti adattamenti dei suoi lavori.

I ruoli in cui non ha giocato in casa sono stati invece quelli in Knightriders, Le cronache dei morti viventi (entrambi diretti da Romero), Fever Pitch con Drew Barrymore e Jimmy Falllon. Inoltre ha strizzato l'occhio al pubblico in Fraiser, nei Simpson (ovviamente nel suolo di sé stesso) e in Sons of Anarchy.


MATRIX 4, I REGISTI DI JOHN WICK SULLE SCENE D'AZIONE: GLI ULTIMI, FOLLI DETTAGLI DAL SET

Keanu Reeves è stato protagonista di innumerevoli film di ogni genere, ma nessuno pari alle sue opere prime John Wick e Matrix e adesso i due franchise si uniscono per creare qualcosa di spettacolare ed assurdo. La regista Lana Wachowski è infatti al lavoro con Chad Stahelski e David Leitch, che hanno entusiasmanti sorprese in serbo per i fan.

Gli ultimi succulenti aggiornamenti dal set arrivano proprio da Stahelski, che ha raccontato alcuni dietro le quinte e persino qualche anticipazione di quello che vedremo in Matrix 4.

"Lana è una delle persona più creative e sorprendenti dell'intera industria cinematografica. È una regista strabiliante che ama dirigere in prima persona le scene d'azione: non puoi discuterne, quella è LA scena. L'azione e la storia sono unite, camminano insieme. Sa quello che vuole e conosce il suo stile. Collabora e cerca consiglio per alzare ogni volta il livello."

"Viene sul set con la scena già in mente: 'Questo è il personaggio. Questi sono i fatti. Così è come voglio che ci arrivi fisicamente e psicologicamente. Cos'hai che possa rendere tutto una vera follia?'. Qui entrano in gioco gli stunt e i nostri tecnici dei combattimenti. Ogni giorno c'è una nuova idea, una nuova scena e c'è bisogno di qualcosa che la renda più grande, migliore, più sconvolgente."

"Il fatto che sia venuta da noi per realizzare le use idee è stato qualcosa di unico, ma anche molto divertente. Tutto quello che posso dire per adesso su Matrix 4 è che se avete amato la trilogia impazzirete per quello che sta facendo adesso. Lana è brillante e sa perfettamente quello che vogliono i fan
."

HALLE BERRY, ECCO PERCHÉ DECISE DI APPARIRE NUDA IN CODICE SWORDFISH CON HUGH JACKMAN

Codice Swordfish, action thriller del 2001 diretto da Dominic Sena e con protagonisti Hugh Jackman, Halle Berry e John Travolta nei panni del villain.

Per prepararvi alla visione, vi proponiamo le maggiori curiosità riguardo alla produzione del film:


Halle Berry ha accettato la scena in topless perché voleva superare la sua paura di fare scene di nudo, che si era sempre rifiutata di girare prima di allora.

Vinnie Jones stava per compiere uno stunt, ma John Travolta lo fermò e invece lo fece fare ad uno stunt-man. Il filo si spezzò e lo stuntman cadde da un'altezza di venti metri su un pavimento di cemento, spezzandosi la schiena.

La drammatica esplosione all'inizio del film è stata realizzata utilizzando 135 cineprese fisse sincronizzate. Si tratta dell'effetto visivo più complicato nella storia della Warner Brothers., girato con gli effetti Matrix-like della Frantic Films di Winnipeg, Manitoba: è così accurata che i produttori e il regista non sono in grado di determinare cosa sia reale e cosa fu creato dal computer.

Nel caso ve lo chiedeste no, Thomas Jefferson NON ha sparato a un uomo sul prato della Casa Bianca: la fonte di quel rumor è proprio questo film.

John Travolta ha rifiutato la parte di Gabriel per un totale di sei volte, ma ha cambiato idea quando ha ascoltato le idee che il regista Dominic Sena aveva per il film.

Codice Swordfish è stato ritirato dalle sale cinematografiche poco dopo gli attacchi terroristici a New York City e Washington, DC dell'11 settembre 2001: la causa fu la scena in cui esplode l'edificio.

Questo è il secondo film in cui John Travolta fa riferimento a Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975). Nella scena di apertura discute il film di Sydney Lumet in dettaglio, mentre ne La febbre del sabato sera (1977) impersona il famoso grido "Attica!" di Al Pacino.


DAVID AYER, LA PROVOCAZIONE DEL REGISTA: "IL MIO SUICIDE SQUAD RIDOTTO A BARZELLETTA"

Dopo la grande vittoria del #releasethesnydercut molti utenti della piattaforma si sono uniti sotto una nuova bandiera, quella che vorrebbe la distribuzione della Ayer's Cut di Suicide Squad visto lo scarso successo riscosso tra il pubblico dal titolo DC Film. A loro si sarebbe unito anche il regista, con dichiarazioni più che mai taglienti.

Pochi giorni fa Ayer aveva confermato l'esistenza della sua Suicide Squad, ma adesso è ritornato sull'argomento dopo che un utente Twitter aveva definito il primo trailer della pellicola, distribuito al Comic-Con del 2015, "l'unico momento riuscito de film".

"Questo trailer [che troverete in alto], rispecchia totalmente i toni e le intenzioni del film che ho realizzato. Metodico. Intenso. Complesso. Bellissimo e straziante. Dopo la scossa di Batman v Superman e il successo di Deadpool il mio lavoro è stato ridotto a barzelletta".

Il post è stato immediatamente predo d'assalto dai follower, ma uno in particolare sulla pessima tempistica della Warner Bros. che distribuì il titolo a ridosso di Deadpool, ha attirato l'attenzione di Ayer.

"[Suicide Squad] ha creato un'incredibile precedente nel panorama dei cinecomic. Adesso la DC sta svolgendo un ottimo lavoro, creando un universo più oscuro e realistico."

Negli ultimi giorni l'argomento è diventato uno dei trend topic di punta della piattaforma, soprattutto dopo la rivelazione dello stretto collegamento tra Justice Legue e Suicide Squad e, forse, la Warner potrebbe considerare l'idea di distribuire anche la Suicide Sqaud di Ayer.




ESSERE JOHN MALKOVICH: E SE FOSSE STATO "ESSERE TOM CRUISE"?

Essere John Malkovich è uno dei film più folli mai realizzati e quale nome meglio dell'attore statunitense per metterlo in scena? I nomi si contano davvero sulle diate di una mano e tra questi c'è sicuramente Tom Cruise.

Proprio così, l'interprete di Ethan Hunt e Mavercik sarebbe infatti stata una delle possibili scelte per il ruolo principale della pellicola, ma diversamente da quanto spesso accade non furono proditori, registi o sceneggiatore a proporlo... Ma lo stesso Malkovich!

In una recente intervista a The Independent ha infatti raccontato che il suo primo approccio alla sceneggiatura di Charlie Kaufman non fu delle migliori:

"Perché non 'Essere Tom Cruise'? Charlie mi rispose chiaramente che non era intenzionato a cambiare alcun dettaglio e che il regista [Spike Jonze] era d'accordo con cui, così dissi semplicemente 'OK'. Ad essere onesti non avevo mai creduto che l'avremmo realizzato per davvero".

All'inizio infatti il film doveva essere diretto da Francis Ford Coppola, che poi passò il progetto a Jonze quando sposò la figlia Sofia.

"Ricordo gli anni in cui la pellicola rimase in sospeso, senza produzione. Ogni volta che mi recavo ad Hollywood per interviste o altro, non importava che fossi nella hall di un hotel, in un negozio di lampade d'epoca o in un ristorante, c'era sempre qualcuno che mi fermava per chiedermi 'perché non avete girato Essere John Malkovich?'. Alla fine ci riuscimmo e sono molto contento di averne fatto parte."

In poco tempo, anche e soprattutto per la teatrale versatilità del protagonista, il film è diventato un vero cult del cinema contemporaneo, nonché titolo fondamentale della filmografia del nostro.

Attualmente Malkovich è impegnato sul set della nuova serie Netflix con Steve Carell Space Force.


BATMAN, SAPEVATE CHE LA FAMOSA CAVERNA FU CREATA DAL CINEMA E NON DAI FUMETTI?

La Bat-Caverna è uno degli elementi più famosi e iconici della lunga tradizione di Batman, eppure non tutti sanno che la sua prima apparizione non arrivò nelle pagine dei fumetti, bensì durante il serial cinematografico sul personaggio prodotto e distribuito del 1943.

Si tratta di una storia di 260 minuti divisi in 15 episodi che all'inizio degli anni '40 la Columbia Pictures affidò alla regia di Lambert Hillyer: le puntate veniva proiettate al cinema (arrivarono in tv negli anni '60 e ispirarono la famosa serie televisiva) e includevano nel Lewis Wilson nei panni di Batman e Douglas Croft in quelli di Robin.

Gli sceneggiatori ebbero l'idea di dare a Batman una base segreta sotterranea, e lo hanno fatto per un motivo tanto divertente quanto pratico: semplicemente non avevano a disposizione un grande budget e, di conseguenza, non avevano accesso a tanti set; tuttavia, quelli che avevano erano per la maggior parte delle grotte, e così pensarono che il quartier generale di Batman poteva essere una di quelle.

Dell'idea fu reso partecipe il co-creatore del personaggio Bill Finger, che anticipò la serie cinematografica e la inserì nel fumetto Batman #12, uscito nel 1942. In precedenza, Bruce Wayne si serviva delle molte camere di Wayne Manor per nascondere i suoi numerosi oggetti da Batman, e custodiva i veicoli in alcuni vecchi fienili sparsi nel parco della gigantesca tenuta. Curiosamente, tra l'altro, sebbene il film Batman la chiamasse effettivamente "Batcave", questo nome fu adottato dai fumetti solo nel 1944.


BEN AFFLECK DA SARABANDA: SUL SET DI GONE GIRL STRAVINSE OGNI SFIDA SULLA MUSICA ANNI '80

Di Ben Affleck si è detto tanto e tanto ancora si dirà: ottimo attore, attore scarso, sopravvalutato, sottovalutato, insomma ognuno di noi almeno una volta nella vita ha espresso una di queste opinioni sulla star di Gone Girl e Batman v Superman. C'è un aspetto della sua personalità, però, che sono davvero in pochi a conoscere.

Pare infatti che l'ex-Daredevil coltivi da sempre una passione maniacale per la musica anni '80, e per musica anni '80 non intendiamo un genere preciso ma proprio tutto ciò che musicalmente riguardi quel decennio, persino i pezzi dei musical di Broadway.

La testimonianza arriva direttamente dal set di Gone Girl: pare infatti che durante le riprese Affleck continuasse a canticchiare canzoni degli eighties, arrivando a impressionare il collega Tyler Perry con la vastità del suo repertorio.

Fu così che Perry decise di lanciargli una sfida: avrebbe provato fino alla fine delle riprese a sorprendere Affleck cominciando all'improvviso a cantare una canzone random degli anni '80, sperando di cogliere prima o dopo in fallo la sua co-star. Ebbene, pare proprio che Perry abbia dovuto accettare di buon grado la sconfitta: Affleck si fece trovare sempre preparatissimo, arrivando a riconoscere dalle prime note addirittura pezzi dei musical o di Barbra Streisand!

Insomma, nel caso in cui proprio non riusciate a digerire Affleck come attore potete sempre sperare di vederlo prima o dopo gareggiare contro l'Uomo Gatto in qualche edizione vip di Sarabanda.


BRUCE WILLIS, QUANDO UNA GRAVIDANZA IMPROVVISA DIEDE UNA SVOLTA ALLA SUA CARRIERA

Il film action Reprisal, che vede tra i suoi protagonisti un sempre carismatico Bruce Willis, al fianco di Frank Grillo e Olivia Culpo. Willis, che nel corso della sua carriera si è costruito una fama da attore d'azione, inizialmente non godeva di così tanta fiducia a Hollywood.

Alla fine degli anni '80, infatti, Willis era divenuto un beniamino del pubblico televisivo grazie al suo ruolo nella serie televisiva thriller dai contorni romantici Moonlighting, nel quale appariva come co-protagonista insieme a Cybill Shepherd, la vera star della serie e che poteva vantare alle sue spalle partecipazione a film come L'ultimo spettacolo di Peter Bogdanovich e Taxi Driver di Martin Scorsese.

All'epoca della pre-produzione di Die Hard - Trappola di cristallo, nessuno aveva minimamente intenzione di assumere Willis per la parte di John McClane; il ruolo era stato pensato per Arnold Schwarzenegger, che il regista John McTiernan aveva già diretto in Predator l'anno prima. Dopo il rifiuto di quest'ultimo, la parte venne proposta a Richard Gere, Clint Eastwood, Burt Reynolds, Sylvester Stallone, Harrison Ford, Don Johnson, Nick Nolte e Mel Gibson, che rifiutarono tutti.

Solo dopo aver valutato alcuni dati di CinemaScore, McTiernan si convinse a offrire il ruolo a Willis, che fino ad allora aveva sempre recitato in commedie, come Appuntamento al buio di Blake Edwards. Tuttavia, Willis fu costretto inizialmente a rifiutare la parte per via dei suoi impegni sulla serie Moonlighting, ma la svolta arrivò quando la sua co-star Shepherd rimase incinta e la produzione della serie fu interrotta per 11 settimane, fatto che consentì all'attore di partecipare alle riprese del film.

Addirittura, il nome e il volto di Bruce Willis furono esclusi dal poster, per evitare che la gente non prendesse sul serio il film, salvo poi comparire in seguito al successo al botteghino nel primo weekend di programmazione. Su 28 milioni di budget, la pellicola ne incassò oltre 140 milioni in tutto il mondo.


MEL GIBSON, UNA STAR TRA LE POLEMICHE: QUELLE ACCUSE DI OMOFOBIA ALL'EPOCA DI BRAVEHEART

Ransom - Il riscatto, dramma ad alta tensione diretto dal sempre affidabile Ron Howard, approfondiamo alcuni aspetti della carriera di Mel Gibson, spesso e volentieri contraddistinta dalle polemiche riguardanti il suo atteggiamento poco conciliante per quanto riguarda la sfera pubblica e quella privata.

Gli anni '90 hanno rappresentato sicuramente un punto di svolta nella carriera di Gibson: dopo che nel decennio precedente l'attore aveva raggiunta l'ambita fama grazie alla serie su Mad Max e quella ben più proficua a Hollywood di Arma Letale, nel 1993 esordì alla regia grazie a L'uomo senza volto, una pellicola drammatica dalla forte componente emotiva, tratto da un romanzo del 1972.

L'anno della conferma fu il 1995, quando dopo l'uscita del suo secondo film da regista, Braveheart - Cuore impavido, ottenne ben cinque Premi Oscar tra cui Miglior film e regia. Il successo di Braveheart proiettò Gibson nell'Olimpo di Hollywood garantendogli ruoli da protagonista in film di successo come appunto Ransom - Il riscatto (remake di un film anni '50 con Glenn Ford), Ipotesi di complotto con la star Julia Roberts, il quarto capitolo di Arma Letale e la hit di successo Payback - La rivincita di Porter.

Tuttavia negli anni '90 cominciarono a emergere le prime accuse al comportamento di Gibson, che fu quindi accusato di promuovere l'omofobia, a causa di una prima intervista concessa a El Pais nel 1991 dove denigrava l'omosessualità. Le accuse riemersero dopo l'uscita di Braveheart, con l'attore che si rifiutò inizialmente di scusarsi, salvo poi cambiare idea qualche anno più tardi nel 1999: "Non avrei dovuto dire quelle cose, avevo bevuto troppa vodka durante quell'intervista e quel passaggio mi si ritorse contro".

Negli anni seguenti, l'alcolismo avrebbe esposto Gibson ad altri comportamenti disdicevoli...


REMEMBER E LA SCOMMESSA VINTA DI CHRISTOPHER PLUMMER E ATOM EGOYAN

Remember, film diretto da Atom Egoyan che prende di petto un argomento controverso come i processi agli ex-gerarchi nazisti che dopo la Seconda Guerra Mondiale avevano fatto perdere le loro tracce per sfuggire alla condanna e ai processi in tribunale che seguirono all'Olocausto.

Quello che Christopher Plummer interpreta nella pellicola del 2015 è un personaggio molto affascinante, che dall'iniziale parvenza di giustiziere che cerca di farsi carico della vendetta alla quale gli ex-nazisti sono sfuggiti in passato, lentamente si rivela molto più di quello che sembra. Il fatto che il suo Zev Gutman si ritrovi in una casa di riposo e affetto da demenza senile getta un campanello d'allarme non indifferente agli spettatori che cominceranno a dubitare da subito delle intenzioni del protagonista.

Nell'accettare la parte, è indubbio che Plummer si sia preso un certo rischio, dopo anni di ruoli stimabili e una carriera vastissima e piena di pellicole memorabili, tra le quali ricordiamo Tutti insieme appassionatamente, La pantera rosa colpisce ancora, L'uomo che volle farsi re e Insider - Dietro la verità, nel 2012 arrivò il tanto agognato Oscar per la sua interpretazione in Beginners, evento storico che lo rese il più anziano vincitore della statuetta a ben 82 anni di età.

La collaborazione con Egoyan ebbe inizio nel 2002 nel film Ararat - Il monte dell'Arca, quindi Plummer e il regista armeno avevano già in qualche modo avuto l'opportunità di conoscersi e stimarsi a vicenda. L'accettare un ruolo come quello di Zev Gutman in Remember fu certamente un azzardo e la scommessa si rivelò in qualche modo vincente (anche se non del tutto) quando il film ottenne un buon riscontro critico alla Mostra di Venezia (dove ottenne anche il Vittorio Veneto Film Festival Award). Il film purtroppo fu un flop al botteghino, ma Plummer ricevette numerosi premi per la sua interpretazione impeccabile.


IL SIGNORE DEGLI ANELLI: ECCO IL VIDEO DELLA REUNION CON TUTTO IL CAST!

Josh Gad ha appena diffuso il nuovo, imperdibile episodio di Reunited Apart, il suo show che si svolge da remoto per rispettare il distanziamento sociale imposto dal Coronavirus.

Dopo I Goonies, Ritorno al futuro e Splash, è il turno de Il Signore degli Anelli, la saga diretta da Peter Jackson e ispirata alle pagine di J. R. R. Tolkien.

Presenti Sean Astin (Samwise), Ian McKellen (Gandalf), Elijah Wood (Frodo), Orlando Bloom (Legolas), Billy Boyd (Pippin), Viggo Mortensen (Aragorn), Andy Serkis (Gollum), Sean Bean (Boromir), Karl Urban (Éomer), Miranda Otto (Éowyn), John Rhys-Davies (Gimli), Liv Tyler (Arwen), Fran Walsh (co-sceneggiatrice) e Peter Jackson.

Il video




WARNER CONDIVIDE SU YOUTUBE UN DOCUMENTARIO DEDICATO ALLA BATMOBILE

La Batmobile è certamente il veicolo più amato e famoso di tutto il mondo supereroistico, e non manca mai di suscitare dibattito tra i fan. È successo nel marzo scorso, quando il regista Matt Reeves ha svelato l’auto di The Batman: una muscle car iperaccessoriata, molto diversa dalle precedenti incarnazioni cinematografiche della Batmobile, ma simile ad alcune versioni dei fumetti.

Di recente abbiamo scoperto che quella dei film di Tim Burton è la preferita di Batman, e moltissimi fan concordano con lui, ma ognuno ha i suoi gusti: il devastante veicolo guidato da Ben Affleck in Batman V Superman e Justice League, ad esempio, vanta numerosi ammiratori.

Al di là delle opinioni personali, ogni fan potrà godersi il documentario di un’ora che Warner Bros. ha pubblicato su Youtube, e che ci permette di esplorare le molte incarnazioni della Batmobile nel corso degli anni, tra fumetti, televisione e cinema. Lo troverete qui di seguito, ma prima vi ricordo che le riprese di The Batman dovrebbero ricominciare prossimamente nel Regno Unito.

Il documentario




Il Signore degli Anelli: una nuova ricerca fa luce sui luoghi che hanno ispirato Tolkien

Il signore degli anelli è un classico intramontabile, oggetto di numerosissimi studi filosofici e letterari legati a doppio filo con la vita del suo autore: J.R.R. Tolkien. È normale quindi che, a distanza di 47 anni dalla scomparsa dello scrittore, continuino le ricerche sui luoghi (reali e di finzione) che hanno ispirato la saga. La ricerca appassiona i fan di tutto il mondo che sognano di ritrovare nel mondo i luoghi che hanno definito la Terra di Mezzo. Nonostante la trasposizione cinematografica ad opera di Peter Jackson avesse utilizzato in gran parte i territori della Nuova Zelanda per realizzare i magnifici set, gran parte dell’ispirazione letteraria viene dalla natura e dagli edifici dell’Inghilterra.
Il 9 giugno è prevista la pubblicazione del libro The Worlds of JRR Tolkien, scritto dall’esperto tolkieniano John Garth. Una nuova ricerca sulle orme dell’autore che promette di fare chiarezza sui luoghi che ne hanno alimentato la fantasia fino alla creazione della Terra di Mezzo.

Ancora non sono noti i dettagli dell’opera ma, grazie all’inizio della promozione a ridosso dell’arrivo sugli scaffali, sono iniziati a trapelare i primi dettagli. Una delle scoperte chiave di Garth riguarda Tumulilande, le colline di Arda dove dimorano gli Spettri dei Tumuli. Lo studioso ha notato l’insistita presenza di un antico campo di battaglia negli scritti e nei discorsi di Tolkien. Il luogo ha le sue basi nel terrapieno di Maiden Castle nel Dorset. Anni prima che Tolkien scrivesse questo passaggio erano stati condotti numerosi scavi proprio in quella zona da parte di Mortimer Wheeler, l’inventore della stratigrafia e caro amico di Tolkien. É molto probabile quindi che lo scrittore abbia letto la pubblicazione rimanendo colpito dai risultati. Gli studi avevano infatti rivelato la presenza nel terreno dei resti e degli indizi di molte battaglie passate.

Durante le ricerche per il libro di Garth è diventato più chiaro anche il ruolo che il castello di Warwick ricopre nella genesi del romanzo: Tolkien lo visitò infatti durante una vacanza con Edith Bratt, sua futura moglie, e rimase molto colpito dagli alberi della zona e dalla geografia del luogo. Si può affermare con maggiore sicurezza quindi che quell’immagine restata impressa nei suoi occhi fu di ispirazione per la Vecchia Foresta, date anche le numerose analogie estetiche.

Infine, se qualche appassionato del Signore degli Anelli volesse andare a visitare la Torre Nera di Saruman, nota anche come Orthanc, dovrebbe recarsi alla torre di Faringdon Folly, nel Berkshire. Mentre la vicenda in cui i Nazgûl vengono travolti dalle acque sembra ispirata alla grande diga del fiume Cole, situato nelle Midlands inglesi, vicino a Birmingham. Numerose persone persero la vita trascinate da quei flutti durante gli anni dell’infanzia di Tolkien e la cosa lo colpì particolarmente restando nella sua fantasia come segno di dolore e di morte.


Le riprese di The Batman, Animali Fantastici 3 e altre produzioni in UK possono riiniziare!

È arrivato il via libera dalle autorità sanitarie e politiche britanniche: le produzioni cinematografiche e televisive ad alto budget come The Batman e Animali Fantastici 3 possono riiniziare, nel rispetto delle nuove norme di sicurezza per evitare la diffusione del Coronavirus.
Secondo quanto riporta il Guardian le riprese di film e serie tv potrebbero ripartire già a luglio: il quotidiano sottolinea che la notizia farà piacere non solo ai distributori e agli esercenti cinematografici, ai canali televisivi e alle piattaforme streaming (che iniziano a temere una carenza di prodotti da proporre ai consumatori nel corso dei prossimi mesi), ma anche e soprattutto ai lavoratori di un’industria che da mesi è semi-paralizzata a causa dell’emergenza, e che dipende molto dalle grandi produzioni internazionali. Parliamo di oltre 3.6 miliardi di sterline spesi nel 2019 per realizzare più di 300 film e serie tv: per girare 21 blockbuster hollywoodiani (tra cui No Time to Die e 1917), l’anno scorso sono stati spesi ben 1.4 miliardi di sterline. Molti liberi professionisti e freelance che lavorano per il cinema e la tv non hanno ottenuto l’aiuto del governo britannico e in questi mesi stanno faticando molto per l’assenza di lavoro e fondi di sostegn

Le linee guida sono state stilate dalla British Film Commission e dal British Film Institute e regolamentano la gestione di distanziamento sociale, sicurezza sanitaria, misurazione della temperatura e tracciamento. Firmatari sono il dipartimento della cultura, media e sport, Public Health England e la dirigenza per la salute e la sicurezza.

Sempre secondo quanto riporta il Guardian, la Warner Bros. intende far ripartire le produzioni il prima possibile, una volta verificata la sicurezza. Tra le altre grandi produzioni interrotte dall’emergenza Coronavirus ci sono La Sirenetta (Disney) e la seconda stagione di The Witcher (Netflix), oltre a Peaky Blinders e Line of Duty.

È probabile che buona parte delle produzioni ripartirà entro poche settimane per poter approfittare del bel tempo estivo (in caso di riprese in esterni) e soprattutto per poter rispettare le uscite del 2021.


Gli spietati: 4 Oscar al film che segnò a 62 anni l'incredibile rinascita artistica di Clint Eastwood

Gli spietati: 4 Oscar al film che segnò a 62 anni l'incredibile rinascita artistica di Clint Eastwood

Il 1992 segnò la rinascita artistica di Clint Eastwood, un uomo tutto d'un pezzo che per anni si era portato sulle spalle soprannomi come "lo straniero", "il cacciatore di taglie" o "l'uomo senza nome" grazie ai western che lo hanno reso famoso, in primis la trilogia del dollaro di Sergio Leone. Poi qualche tempo dopo c'era stato l'altro cowboy urbano, certamente non meno tenero, che impugnava una 44 magnum: l'ispettore Callaghan. Così questo attore che oggi 31 maggio compie 90 anni, volendo chiudere con il genere che lo aveva lanciato interpretando e dirigendo Gli Spietati nel 1992, lanciò se stesso a 62 in una nuova fase della sua carriera imponendosi tra i migliori registi del cinema americano.

Siamo nel 1880, nella cittadina di Big Whisky, nel Wyoming, governata dallo sceriffo Little Bill (Gene Hackman), la vita scorre tranquilla. Una prostituta, Delilah, viene sfregiata sul viso da un cowboy giunto al bordello con un amico. I due vengono trattenuti fino all'arrivo dello sceriffo che impone loro di risarcire il proprietario della "casa di piacere" con sette cavalli. Le amiche che lavoravano con Delilah non ci stanno: insoddisfatte della offensiva punizione data, per vendicare la collega, mettono insieme mille dollari di taglia sulla testa dei responsabili.
Attirato dall'offerta si presenta in paese Bob l'inglese (Richard Harris), un vecchio bounty killer, accompagnato da un biografo personale. Il denaro richiama anche un giovane e inesperto pistolero, Schofield Kid (Jaimz Woolvett) che cerca di coinvolgere Munny (Clint Eastwood), famoso per i suoi efferati delitti compiuti durante le rapine e il suo partner Ned (Morgan Freeman).
I due hanno totalmente cambiato vita anche se sembrano viverla con profonda amarezza e con rimorso per le atrocità commesse: infatti, con molta riluttanza, accetteranno di formare il trio, nel tentativo di soddisfare la sete di vendetta delle prostitute e incassare il denaro.
Alla ricerca delle teste sulle quali pende la taglia, si scontreranno anche con Little Bill che metterà in luce tutta la sua arroganza e cattiveria scatenando in Munny una furia omicida, facendo riaffiorare il sanguinario e spietato killer che era stato.

Furono 9 le candidature che il Gli spietati ottenne all'annuncio delle nomination. Per Clint Eastwood sembrava il meraviglioso e inaspettato coronamento di una carriera. Fu nominato tra i migliori attori protagonisti, ma si portò a casa due Oscar ancora più importanti, quello come miglior regista e quello come produttore del miglior film dell'anno. Gli spietati vinse altri due Oscar, uno per la miglior interpretazione da non protagonista di Gene Hackman e un altro per il miglior montaggio. Nessuno avrebbe immaginato che quello sarebbe stato l'inizio di una nuova carriera per Eastwood e che altri Oscar sarebbero arrivati.

Qui sotto la foto autografata da Eastwood alla giornalista di Comingsoon.it Daniela Catelli proprio in occasione della presentazione in Italia de Gli spietati.




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HOCUS POCUS: SARAH JESSICA PARKER E LE ALTRE PROTAGONISTE DISPOSTE A TORNARE NEL SEQUEL

Sarah Jessica Parker, protagonista di Hocus Pocus, ha parlato della possibilità di apparire nel sequel, ufficialmente in lavorazione per Disney+. L'attrice ha menzionato la cosa durante una recente intervista radiofonica, con le seguenti parole: "Io, Bette Midler e Kathy Najimy siamo molto aperte all'idea, e per molto tempo se n'è parlato come se ci fosse veramente in moto qualcosa, ma noi ne eravamo all'oscuro. Adesso siamo arrivati al punto in cui abbiamo tutte detto alle persone giuste che ci piacerebbe farlo. Vedremo che cosa ha in serbo il futuro."

Le due colleghe avevano già commentato l'annuncio ufficiale lo scorso novembre, nel corso di un evento annuale organizzato proprio da Kathy Najimy per omaggiare il film del 1993. In tale occasione, l'attrice aveva commentato che molto probabilmente il tutto dipenderà dai vari impegni del trio, e che se non fosse possibile avere dei ruoli sostanziosi per tutte e tre non disdegnerebbe comunque un cameo.

Hocus Pocus è uscito nelle sale americane nel luglio del 1993, e ha incassato 39 milioni di dollari nel mondo, per poi divenire un cult grazie a ottime vendite in DVD e repliche televisive nel periodo di Halloween. Si parla di un possibile sequel dal 2014, e Sarah Jessica Parker, Bette Midler e Kathy Najimy si sono sempre dette interessate a tornare nei panni delle sorelle Sanderson. Nel 2017 si era parlato di un remake, scritto da Mick Garris per il canale Freeform, mentre lo scorso anno è stato confermato che si farà un vero e proprio sequel, realizzato per Disney+.

Al momento non è noto quando sarà pronto il film, la cui regia è stata affidata al cineasta e coreografo Adam Shankman. Quest'ultimo è un veterano della Disney, avendo diretto Un ciclone in casa, Missione Tata e Racconti incantati. Al momento sta anche lavorando al sequel di Come d'incanto, altro successo della Casa del Topo.


SUICIDE SQUAD, DAVID AYER: "DOPO BATMAN V. SUPERMAN E DEADPOOL HANNO CAMBIATO IL MIO FILM"

Suicide Squad, David Ayer rivela su Twitter come la risposta del pubblico e della critica a Batman v. Superman e Deadpool abbia totalmente cambiato il suo film, a cominciare dal tono.

Con l'annuncio dell'avvento dello Snyder Cut su HBO Max, mossa davvero senza precedenti in quanto in gran parte dovuta al volere del pubblico, si rinvigorisce sempre più il movimento che vorrebbe vedere la versione originale di Suicide Squad, il cinecomic del 2016 diretto da David Ayer.
Il regista, lui stesso tra i più grandi avvocati del suo operato, ha più volte espresso la sua frustrazione nel aver visto cambiare radicalmente la pellicola in fase di montaggio, e in uno dei suoi ultimi tweet ha spiegato quali sono stati alcuni dei fattori dietro al radicale cambio di rotta.

"Questo trailer mostrava alla perfezione il tono e l'intento del film che avevo girato. Metodico. Stratificato. Complesso, bello e triste. Dopo che le recensioni di Batman v. Superman sconvolsero i vertici WB al tempo, e il successo di Deadpool, il mio dramma pieno di sentimento è stato ridotto a una 'commedia'" spiega Ayer in risposta a un commento positivo sul primo trailer di Suicide Squad.

Ancora una volta dunque, viene rimarcato come il prodotto finale corrisponda poco e niente alla visione originale del suo creatore... Ma in questo caso sarà possibile un secondo miracolo?


DA GRAN TORINO A I PONTI DI MADISON COUNTY: I MIGLIORI FILM DI CLINT EASTWOOD

Spietato come i suoi cowboy, mistico come i suoi fiumi, prezioso come la sua talentuosa pugile. Un regista che ha sviluppato un tatto raro, ben riconoscibile dal suo sguardo lucido, asciutto, severo ma non privo di empatia. Per questo parlare dei migliori film di Clint Eastwood significa sporcarsi le mani con storie spesso crude, addentrarsi nei meandri più scomodi e dolorosi dell'essere umano. Perché quelli del grande Clint sono personaggi messi alle strette dal dolore e dal lutto, uomini e donne calati dentro racconti da cui emerge sempre una toccante umanità.

Un regista infaticabile, che anche a 90 continua a scolpire il suo stesso mito nella storia del cinema con la solita naturalezza disarmante. Per celebrare questo grande autore, abbiamo pensato di omaggiarne la straordinaria carriera da regista passando in rassegna le sue opere più belle e segnanti. Una filmografia all'insegna di un cinema impregnato di dolente umanità.

La lista che segue non è una classifica (l'azzardo sarebbe eccessivo), ma un elenco in semplice ordine cronologico in cui si ritrovano i segni tangibili di un autore grande interessato sia all'ordinario che allo straordinario, a racconti svuotati di epica, riempiti soltanto di disincanto.

1. BIRD (1988)

Non di sole immagini vive il cinema eastwoodiano. Dalle colonne sonore composte direttamente da lui in persona ad omaggi appassionati come Jersey Boys, è facile capire quanto la musica sia una passione viscerale del nostro Clint. Ce lo aveva già confermato Bird nel 1988, appassionato e rispettoso biopic dedicato alla vita spezzata di Charlie "Bird" Parker, geniale sassofonista, interprete del lato più anarchico e talentuoso del jazz. Affidandosi alla notevole prova di Forrest Whitaker, Bird aggira la ricostruzione dei fatti secondo un ordine cronologico per affidarsi a sprazzi significativi della breve ma intensa esistenza di Charlie Parker. Grazie a un film notturno, in cui le note scivolano via assieme a un personaggio ispirato quanto autodistruttivo, Eastwood dimostra di entrare sottopelle anche quando cambia spartito.

2. GLI SPIETATI (1992)

Un western sul western. Metacinema allo stato puro. Dopo essere diventato una star grazie allo storico genere ambientato nello sporco Far West, Clint Eastwood rimette la pistola nella fondina per dire a tutti che nel 1992 il grande western è morto. Non è più tempo degli eroi irreprensibili, della vecchia e grandiosa epica di frontiera, di personaggi valorosi e senza macchia. Pieno di disincanto, cinismo e profonda disillusione, Gli spietati mette alla berlina la figura del cowboy infallibile attraverso un pistolero vecchio e fuori allentamento che sancisce la crisi definitiva delle grandi narrazioni. Lontano mille miglia dal western arioso e poetico che glorificava il paesaggio, Gli spietati è rinchiuso dentro spazi ristretti e coperto da una pioggia incessante. Il cowboy è giunto al tramonto. E il western è ormai immerso nel crepuscolo.

3. UN MONDO PERFETTO (1993)

Kevin Costner e T.J. Lowther in una scena di Un mondo perfetto
Un evaso e un ragazzino preso in ostaggio si aggirano nella brulla vastità del Texas. Un rapporto improbabile che diventa poco per volta il cuore pulsante del film. Un mondo perfetto ha un titolo che assume le fattezze dell'ossimoro, perché la perfezione nel cinema eastwoodiano è pura utopia. Però forse una speranza c'è. Non certo nelle istituzioni americane, non nella politica corrotta e nella giustizia fallibile, ma nelle piccole cose. Ecco che la convivenza tra il redento Robert 'Butch' Haynes (Kevin Costner) e il piccolo Phillip diventa una scintilla in cui trovare nella paternità e negli affetti i semi di qualcosa di buono da coltivare.

4. I PONTI DI MADISON COUNTY (1995)

Dimenticate l'ispettore dallo sguardo torvo e il cowboy col grugno sempre pronto. Nel romantico I ponti di Madison County, Clint Eastwood ammorbidisce i suoi lineamenti vestendo i panni del sensibile fotografo Robert Kincaid. Sul suo cammino, in una torrida estate in Iowa, Robert incontra Francesca, casalinga di origini italiane (baresi, per essere precisi) ormai spenta e assuefatta a una vita rassicurante e senza più vertigini. L'incontro tra i due è un'apoteosi di intesa, complicità, dolcezza e passione. Incredibile l'alchimia tra Eastwood e Meryl Streep, come se stessero davvero insieme da sempre. Uno dei migliori film romantici, che riflette sul coraggio di abbandonare le proprie certezze in nome di una felicità autentica. Ed ecco il solito amaro retrogusto eastwoodiano, in grado di rendere I ponti di Madison County un'opera struggente.

5. MEZZANOTTE NEL GIARDINO DEL BENE E DEL MALE (1997)

Ancora una volta un romanzo a ispirare la filmografia del caro, vecchio Clint. Mezzanotte nel giardino del bene e del male, tratto dal romanzo di John Berendt, conferma la bravura di Eastwood nell'insinuarsi nel dubbio tra colpa e innocenza (ammesso che gli innocenti esistano davvero). Se ci riesce è perché la sua regia riesce a rimanere sempre lì, alla giusta distanza dai suoi personaggi, senza mai cadere nella tentazione del giudizio. Accade anche a questo film che deve fare luce su un omicidio (passionale o legittima difesa) ispezionando i pregiudizi di una cittadina intera. Anche in Mezzanotte nel giardino del bene e del male (film forse fin troppo sottovalutato) gli interpreti (John Cusack e Kevin Spacey) sono diretti in nome della compostezza e del rigore più assoluto.

6. MYSTIC RIVER (2003)

Ci sono fiumi che non hanno sbocchi in mare aperto, ma rimangano tappati, bloccati, castrati. Succede alle vite segnate per sempre da traumi vincolanti. Parte da una classica indagine (trovare l'assassino di una ragazza ammazzata), ma Mystic River sfocia altrove, sfiorando l'amicizia, l'amarezza e l'ineluttabile ferocia di certe esistenze. Qualche anno prima di scomodare l'eutanasia, Eastwood tocca un altro tasto dolente come la pedofilia, e lo fa con un rispetto e un tatto posseduto solo dai grandi. Grazie a un cast corale in stato di grazia (difficile capire chi sia più ispirato tra Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon e Laura Linney, ma i primi due vinceranno un Oscar), Mystic River alterna il ritmo lento delle acque quiete a sequenze dirompenti, spietate e indimenticabili.

7. MILLION DOLLAR BABY (2004)

Non tutti i film si rivedono volentieri. Million Dollar Baby] è uno di questi. Senza alcun dubbio. Nel 2004 Eastwood ci mette in un angolo, ci attacca ai fianchi e tira un poderoso pugno dello stomaco mettendo in scena la storia della pugile Maggie, decisa a rimettersi in gioco per uscire da una vita di miserabile e dimenticata solitudine. Al suo fianco troviamo il coach Frankie, interpretato da un Eestwood ispessito, diffidente, ma capace di dosare la sua tenerezza col contagocce quando tutto precipita. Basato sull'abbraccio istintivo tra due persone che si riconoscono l'una nell'altra, Million Dollar Baby è davvero un incontro di boxe diviso brutalmente in due round. Nel primo Eastwood ci illude di assistere alla classica storia di riscatto sportivo, nel secondo ci spezza le ali con l'assurdo irrompere di un dolore tremendo, che porta il film e lo spettatore davanti a un bivio etico. Nel dubbio, siamo certi che l'aspro Million Dollar Baby, sia un film magnifico.

8. FLAGS OF OUR FATHERS E LETTERE DA IWO JIMA (2005-2006)

Perdonateci la scorciatoia, ma se abbiamo deciso di inserire due film nella stessa posizione, è perché consideriamo Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima assolutamente inscindibili e complementari (pur considerando il primo inferiore al secondo). Il dittico bellico di Eastwood suggella la migliore capacità di ogni grande regista: adottare un punto di vista originale. Ed è così che la Seconda Guerra Mondiale viene vista sia dal fronte americano che da quello giapponese. Il tutto senza mai cadere nella retorica e nel patriottismo, ma mostrando uno scetticismo critico nei confronti della propaganda nazionalista statunitense. Sul versante nipponico, poi, Eastwood dà il meglio di sé grazie a un affresco bellico umano e toccante.

9. GRAN TORINO (2009)

Per dieci anni abbiamo temuto che l'addio fosse questo qui. L'ultima volta di Clint dentro un suo film, a bordo di una scintillante Gran Torino da venerare in garage. Gran Torino è prima di tutto uno scrupoloso ritratto che si specchia nel volto scarno, aggrinzito e rugoso di Walt Kowalski. Reduce di guerra solitario, sprezzante, rinchiuso nella sua tana fatta di intolleranza e razzismo, Walt è allergico a tutto e a tutti: parenti, figli, nipoti e soprattutto vicini asiatici. Però quando la violenza torna a bussare alla sua porta, nella gelida coscienza di Kowalski ha inizio un graduale disgelo che lo conduce verso un senso di protezione inaspettato. Attraverso un rapporto empatico tra il vecchio reduce e il giovane Theo, Gran Torino fa germogliare una grande empatia laddove sembrava esserci soltanto aridità. E la metafora dell'automobile che esce dal suo recinto per tornare in strada, guidata da un giovane erede, è una metafora semplice quanto memorabile.

10. AMERICAN SNIPER (2015)

Il cinema è "adozione di un punto di vista", sguardo, ottica, prospettiva. Così Clint Eastwood guarda l'Iraq da una posizione inedita. Non si immerge nel caos del corpo a corpo, ma si mette lontano, fuori dalla mischia, concedendo al suo militare il tempo di osservare, capire, valutare e quindi scegliere. Questa è la condanna di Chris Kyle: avere il tempo per scegliere. "Decisione tua" è il motto ricorrente di American Sniper, film classico nelle dinamiche e nei tempi della messa in scena, che percorre il doppio binario dell'andare e del non fare mai più ritorno. Questa volta il grilletto è una coscienza piccola e timida che sussurra a voce bassa nell'orecchio frastornato di un uomo che impara presto a fare i conti con l'assuefazione mortifera.La grandezza di questo film sta nella sintesi con la quale Clint marchia le motivazioni della sua America. Nessuna denuncia esplicita, nessuna riflessione sull'origine di questa missione livida. Basta un marchio: quello di The Punisher. L'icona fumettistica, impressa su carri armati e giubbotti antiproiettile, fa di tutti i Seal una mandria di Frank Castle mossa dal desiderio di vendetta come l'antieroe Marvel. La causa di tutto è semplice, basta un teschio silenzioso e violentissimo, e allora tanto vale soffermarsi sulle conseguenze, accanirsi sul corpo pompato e lo sguardo svuotato di Bradley Cooper.

11. SULLY (2016)

Capitani, statisti, piloti, soldati che devono decidere in pochi istanti se premere o non premere un grilletto. A Eastwood piace ispezionare persone messe alle strette, sotto pressione, costretti a rendere conto delle proprie grandi responsabilità. Succede anche nell'antieroico Sully, storia vera di un miracoloso ammaraggio sul fiume Hudson, nel quale Clint lavora di sottrazione grazie al suo marchio di fabbrica: il senso della misura. Grazie a un Tom Hanks che pesa ogni espressione e parola, Sully mette in dubbio l'integrità di un uomo capace di salvare centinaia di vite oppure di metterle a repentaglio. In questa zona grigia si muove un film dedicato al fattore umano nel cuore degli eroi. Un film che fa diventare il senso del dovere una vera e propria vocazione.


ADAM SANDLER: TUTTO SUOI PROSSIMI FILM DELLA STAR, TRA NETFLIX E JENNIFER ANISTON

Adam Sandler è stato uno fra i primissimi attori, se non il primo in assoluto, a puntare sul servizio di streaming on demand Netflix fin dai primi mesi di vita della piattaforma.

La lungimiranza dell'attore e dei suoi agenti ha ripagato, con un contratto a dir poco remunerativo più volte aggiornato e prolungato nel corso del tempo. Dal 2015, Adam Sandler è apparso in un film Netflix all'anno (nota bene: Diamanti Grezzi è stato distribuito da Netflix in Italia, ma è una produzione A24), e i fan sono naturalmente curiosi della prossima collaborazione tra la star e il servizio di streaming.

Sandler ha prodotto la commedia del 2020 The Wrong Missy tramite la sua compagnia Happy Madison Productions, ma in realtà non appare davanti alla macchina da presa. Entro la fine dell'anno, però, tornerà su Netflix con un ruolo da protagonista in Hubie Halloween.

Il film non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma sarà disponibile per tutti gli abbonati della piattaforma entro il 2020, presumibilmente ad ottobre. Diretta da Steven Brill, sarà una commedia di le vacanze incentrata sul volontario Hubie Dubois, che nella notte di Halloween si ritroverà ad indagare su un mistero di omicidio avvenuto a Salem, nel Massachusetts.

Nel cast ci saranno alcuni frequenti collaboratori di Sandler, tra cui Tim Meadows, Rob Schneider, Maya Rudolph e Colin Quinn e Kevin James, che in precedenza è apparso nei film Happy Madison Grown Ups, Pixels e Sandy Wexler. La sceneggiatura di Hubie Halloween è stata co-scritta dallo stesso Sandler, in collaborazione con Tim Herlihy, che per la coppia Sandler-Netflix aveva già scritto The Ridiculous 6.

Ricordiamo, inoltre, che Netflix svilupperà anche il sequel di Murder Mystery, con Adam Sandler e Jennifer Aniston: secondo quanto riportato, lo sceneggiatore del primo film James Vanderbilt tornerà per scrivere anche il sequel, che come accaduto col prossimo Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh avrà un cast corale diverso e altrettanto ricco rispetto al primo episodio. Murder Mystery 2 sarà segnato la terza collaborazione tra Sandler e la Aniston, la prima rappresentata dalla commedia romantica Mia Moglie Per Finta, uscita nel 2011.


KATRINA KAIF, LA MERAVIGLIOSA ATTRICE DI BOLLYWOOD PROTAGONISTA DI UN FILM DI SUPEREROI

Sembra che presto i fan dei cinecomic avranno una nuova supereroina da ammirare, dato che in queste ore è stato confermato che il regista Ali Abbas Zafar ha scritturato la superstar Katrina Kaif per il suo prossimo progetto, incentrato su una super vigilante.

Zafar ha rivelato di aver completato la prima bozza della sceneggiatura del film e ha in programma di avviare le riprese una volta terminato il lockdown: "Il mio prossimo progetto è un film di supereroi con Katrina. Recentemente ho terminato la sceneggiatura e inizieremo a lavorarci non appena sarà possibile. In questi giorni stiamo leggendo il copione con gli attori via Skype e sto chattando con lo scenografo. Siamo molto attivi."

Bollywood si è avventurato nel genere dei supereroi più volte negli ultimi due decenni, toccando vari gradi di successo, le cui vette sono rappresentate senza dubbio dalla trilogia di Shah Rukh Khan su Ra.One e il franchise di Krrish di Hrithik Roshan. Questo nuovo progetto sarà la quarta collaborazione del regista con la bellissima Katrina Kaif, che ha già recitato per lui in Mere Brother Ki Dulhan nel 2011, Tiger Zinda Hai nel 2017 e su Bharat nel 2019.

La Kaif è un'ex modella diventata attrice, e oggi è una delle star più richieste e più pagate dell'India. Guardate una sua foto qui sotto.


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ZOE KRAVITZ RICORDA MAD MAX: FURY ROAD: "LA COSA PIÙ DIFFICILE DI SEMPRE"

Nel corso di una recente intervista promozionale, Zoe Kravitz ha ricordato la produzione di Mad Max: Fury Road, film del 2015 diretto da George Miller e acclamato da molti come la migliore opera del secolo.

L'attrice ha recitato nel film d'azione post-apocalittico insieme a Charlize Theron, Tom Hardy, Nicholas Hoult e Rosie Huntington-Whiteley nei panni di una delle mogli di Immortan Joe, e ancora oggi considera quelle riprese come la cosa più difficile della sua carriera.

"Come attore, fai molti film - alcuni sono buoni e alcuni sono cattivi, e devi lasciar perdere", ha detto al New York Times. "Ma con questo è stato davvero unico. Tutti sapevamo di doverci mettere il sangue, il sudore, le lacrime, e soprattutto il nostro tempo. E che se non fosse stato buono, sarebbe stato devastante."

Tuttavia, nonostante la fatica, l'attrice ha dichiarato che è pronta a lavorare nuovamente con Miller e accetterebbe una sua proposta in un batter d'occhio. "È stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto in vita mia, ma ne è valsa assolutamente la pena, e lo farei di nuovo se George me lo chiedesse", ha aggiunto.

Inoltre, la Kravitz ha anche parlato delle numerose liti fra Tom Hardy e Charlize Theron. “Tom ha avuto momenti di vera frustrazione, di rabbia. Anche Charlize, ma ho la sensazione che sia stato lui quello che George aveva preso di mira, lo esasperava. E' stato un set a dir poco impegnativo".



Edited by Triplethor - 31/5/2020, 20:11
view post Posted: 30/5/2020, 14:15 The Umbrella Academy - Ellen News

UMBRELLA ACADEMY 2, QUEL DETTAGLIO IN UNO DEI POSTER CHE POTRESTE NON AVER NOTATO

La seconda stagione di Umbrella Academy ha finalmente una data d'uscita, e nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di vedere anche nuovi materiali promozionali, come gli psichedelici ed enigmatici poster con i Fratelli Hargreeves. Ma avevate notato questo piccolo dettaglio in una delle immagini?

Nella prima stagione di Umbrella Academy, abbiamo tutti imparato a conoscere e amare i Fratelli Hargreeves, e soprattutto (ammettiamolo) Klaus a.k.a. #4 (Robert Sheehan).

Il più folle membro della famiglia ha conquistato gli spettatori con il suo carisma e la sua vivace personalità, ma anche con la sua vulnerabilità. Nello specifico, lo abbiamo visto combattere contro i suoi fantasmi (letteralmente e in senso figurato9,) le sue dipendenze e, forse un po' a sorpresa, la perdità del suo grande amore.

Se ben ricordate, infatti, in uno degli episodi della scorsa stagione, Klaus veniva improvvisamente catapultato indietro nel tempo, precisamente sul campo di battaglia durante la Guerra del Vietnam, dove scopriamo essersi innamorato di un altro soldato, David, purtroppo deceduto sul campo.

Al suo ritorno nel presente, il ragazzo, disperato, ha un unico appiglio emotivo, un unico ricordo fisico a cui aggrapparsi, un'unica speranza: la targhetta da militare di Dave.

La stessa targhetta che vediamo al collo di Klaus nel nuovo poster promozionale.

Cosa potrebbe significare per la coppia? C'è ancora speranza per loro? E dove, nel passato, saranno finiti i membri dell'Umbrella Academy? Avranno modo di incontrare (e nel caso di Klaus ritrovare) Dave?

A queste e tutte le altre domande risponderà (si spera) la seconda stagione di Umbrella Academy, dal 31 luglio su Netflix
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