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MovieTown, il cinema a casa vostra

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Triplethor
view post Posted on 28/6/2020, 21:24 by: Triplethor
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Triplethor
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DOMENICA

28/06/2020



SHANG-CHI, LE FOTO DAL SET MOSTRANO LE SCENOGRAFIE DI UN VILLAGGIO

Le riprese di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings sono state interrotte lo scorso marzo a causa dell’emergenza Covid-19, ma potrebbero ricominciare presto: alcuni utenti di Reddit hanno infatti pubblicato le foto di un set costruito presso il Prospect Reservoir, un bacino idrico nei pressi di Sydney.

Il primo scatto non è molto chiaro, ma il secondo – grazie all’inquadratura a volo d’uccello – svela che si tratta di un villaggio. Ovviamente non è possibile contestualizzare queste immagini, anche perché le notizie sul cinecomic sono abbastanza scarse.

La prima sinossi
Nei fumetti, Shang-Chi è il figlio di un globalista cinese che cresce ed educa la sua progenie nella sua residenza segreta, chiusa al mondo esterno. Il ragazzo viene addestrato nelle arti marziali, e sviluppa capacità insuperate.

Simu Liu (Blood and Water) interpreterà Shang-Chi, mentre il grande Tony Leung presterà il volto al vero Mandarino. Il cast comprende anche Awkwafina, forse nel ruolo di Fah Lo Suee, e Fala Chen.

La sceneggiatura è opera di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Jean-Claude Van Johnson, Zombieland: Doppio colpo, Wonder Woman 1984, Spider-Man: Un nuovo universo 2). La regia è stata invece affidata a Destin Daniel Cretton (Il castello di vetro, Il diritto di opporsi, Tokyo Vice).

Shang-Chi, Maestro del Kung-Fu, è stato creato da Steve Englehart (testi) e Jim Starlin (disegni) su Special Marvel Edition n° 15 (dicembre 1973). Si tratta del più grande esperto di arti marziali dell’Universo Marvel, e la sua forza si basa interamente sull’addestramento e sul talento individuale, non sui superpoteri. È figlio del criminale Fu Manchu, e ha fatto parte sia degli Eroi in Vendita (come Pugno d’Acciaio e Luke Cage) sia dei Vendicatori.

L’uscita è slittata al 7 maggio 2021, come potrete leggere nel nuovo calendario del Marvel Cinematic Universe. Vi terremo aggiornati, ma intanto potrete vedere le immagini qui di seguito.


Le foto dal set

https://www.reddit.com/r/sydney/comments/h...utm_term=hgog1b

https://blog.screenweek.it/wp-content/uplo...ang-chi-set.jpg

https://i.imgur.com/bMaGhpy.jpg

DISNEY+: TRA I NUOVI ARRIVI DI LUGLIO LO SCHIACCIANOCI E I QUATTRO REGNI E SPIE SOTTO COPERTURA

Il catalogo di Disney+, la piattaforma streaming della Casa di Topolino, è in continuo aggiornamento.
Sappiamo già che tra i nuovi arrivi di luglio ci sarà Hamilton. La versione filmata del famoso musical di Broadway vincitore del Tony Award, del GRAMMY Award, degli Olivier Award e del Premio Pulitzer, sarà disponibile a partire dal 3 luglio ma non sarà l’unica novità del mese.
Sono infatti stati annunciati altri titoli che faranno la gioia di tutti i fan.

Spie sotto copertura (in streaming dal 24 luglio)

Diretto da Nick Bruno e Troy Quane, al loro esordio alla regia dopo una gavetta passata tra a titoli come Snoopy & Friends, Ferdinand e L’era glaciale, Spie sotto copertura (Spies in Disguise) racconta la storia di una tosta spia (doppiata nella versione originale da Will Smith) trasformata in un piccione da un giovane genio doppiato nella versione originale da Tom Holland, lo Spider-Man dell’Universo Cinematografico Marvel.

Lo Schiaccianoci e I Quattro Regni (in streaming dal 31 luglio

Il live action de Lo Schiaccianoci targato Disney diretto da Lasse Hallstrom e Joe Johnston. Nel cast troviamo Keira Knightley nei panni della Fata Confetto e a Mackenzie Foy nel ruolo di Clara. Con loro anche Helen Mirren (Mamma Cicogna), Morgan Freeman (Drosselmayer), Misty Copeland (la Ballerina) ed Ellie Bamber nel ruolo della sorella di Clara.

Per quanto riguarda gli altri principali titoli in arrivo, li trovate riassunti in questa immagine:



SOUL: L’IMPORTANZA DELLA MUSICA IN UN NUOVO ASSAGGIO DEL FILM PIXAR

Durante un incontro virtuale realizzato dall’Essence Festival of Culture, è stato diffuso un nuovo video – nello specifico si tratta di uno sneak peek – del film Pixar Soul, in arrivo nelle sale il prossimo novembre.
Il video è accompagnato dalle note di “Parting Ways” canzone composta, prodotta ed eseguita da Cody ChesnuTT.



Ed ecco anche il video dell’incontro virtuale, a cui hanno partecipato il regista Pete Docter, la produttrice Dana Murray, il co-regista Kemp Powers, La Dottoressa Johnnetta Cole e Jon Batiste.



La trama
Soul è diretto da Pete Docter, regista di Inside Out e Up. Il film sarà incentrato su Joe Gardner, un insegnante di musica delle scuole medie che, arrivato alla mezza età, ha una nuova chance di realizzare la sua ambizione di una vita: fare carriera come musicista jazz. Joe viene ingaggiato come apripista all’Half Note Club, un jazz club di New York. Ma un incidente separa la sua anima dal corpo, e Joe viene spedito a un seminario dove le anime devono acquisire delle passioni prima di essere piazzate nei corpi dei neonati.
Joe però ha tutta l’intenzione di non perdere la sua grande occasione, e dovrà collaborare con 22 (voce di Tina Fey), un’anima diventata cinica dopo essere rimasta bloccata per anni nel seminario. L’avventura insegnerà a Joe che, forse, la passione per il jazz ha dominato troppo la sua vita.

Vi siete mai chiesti da dove provengono la vostra passione, i vostri sogni e i vostri interessi? Cos’è che vi rende… quello che siete? Nel 2020, i Pixar Animation Studios vi porteranno in un viaggio dalle strade di New York ai regni cosmici per scoprire le risposte alle domande più importanti della vita.

Nel cast vocale, ovviamente nella versione originale, troviamo Jamie Foxx, Tina Fey, Daveed Diggs, Phylicia Rashad e Questlove.

Il film conterrà nuove canzoni di Jonathan Batiste, ed è inoltre stato annunciato che Trent Reznor e Atticus Ross si occuperanno della colonna sonora. Ricordiamo che il duo in passato ha curato le musiche di film come The Social Network (per il quale si sono aggiudicati l’Oscar per la Migliore Colonna Sonora) e The Girl with the Dragon Tattoo. Trent Reznor e Atticus Ross sono anche i nomi dietro la colonna sonora di Watchmen, la serie targata HBO creata da Damon Lindelof e ispirata al romanzo a fumetti di Alan Moore e Dave Gibson.


Greenland: il primo poster del film con Gerard Butler e Morena Baccarin

Dopo il trailer è approdato in rete anche il primo poster di Greenland, disaster movie cin Gerard Butler e Morena Baccarin (Deadpool).
La sinossi recita: “Una famiglia lotta per sopravvivere mentre una cometa sta per distruggere il pianeta Terra. John Garrity (Gerard Butler), sua moglie Allison (Morena Baccarin) e il giovane figlio Nathan compiono un pericoloso viaggio verso un posto sicuro”.

Ric Roman Waugh, regista con cui Butler ha già collaborato per Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen, ha diretto il lungometraggio.

Il film approderà nelle sale americane il 14 agosto. Abbiamo visto Butler recentemente in Hunter Killer – Caccia negli Abissi, The Vanishing – Il mistero del Faro e in Attacco al Potere 3 – Angel Has Fallen. Prossimamente apparirà invece in pellicole come Afterburn e nel sequel di nella Tana dei Lupi.

Morena Baccarin è invece apparsa in Deadpool, Deadpool 2, Elliot – La piccola renna, Spy, Back in the Day e in serie TV come Una Serie di Sfortunati Eventi, The Flash, Gotham, The Mentalist e Homeland – caccia alla Spia.

Potete vedere il poster qua sotto:



Il compositore Daniel Pemberton contro Netflix: non tagliate i titoli di coda

Diceva Reed Hastings, fondatore di Netflix, che il principale rivale della piattaforma non è il cinema, ma il sonno.
Una frase a effetto che ben racconta il modello di business dei servizi streaming. La guerra dei contenuti si combatte per ottenere l’attenzione degli utenti il più a lungo possibile e affliarli al servizio proponendo immagini e storie senza sosta. Per questo motivo la maggior parte dei servizi streaming, con Netflix in testa, hanno bilanciato la user experience perché faciliti il più possibile il salto da un contenuto all’altro.

Per ottimizzare al massimo questa dinamica è stata introdotta da tempo una funzione di skip, impossibile da disattivare. Non appena finisce la puntata o il film che si sta guardando, appare in automatico una seconda finestra che, dopo 10 secondi, taglia la visione e porta l’utente al contenuto successivo.

In un articolo del Guardian il compositore Daniel Pemberton (Spider-Man: un nuovo universo; Molly’s Game) ha parlato di questa tendenza a tagliare i titoli di coda per saltare alla storia successiva da parte dei giganti dello streaming, sottolineando come i secondi finali di un film siano parte integrante dell’opera stessa e come questa scelta arrechi un danno alla fruizione.

l punto di rottura è stato quando ho guardato Schindler’s List su Netflix. Se è mai esistito un film in cui i credits sono una parte integrante dell’esperienza è quello. Eppure, un secondo dopo che è apparso il nome di Steven Spielberg, lo schermo si è ridotto alle dimensioni di un francobollo ed è apparsa una pubblicità che indicava cosa vedere dopo. Ancora peggio, se non clicchi il bottone giusto entro 10 secondi, puoi dire addio alla possibilità di contemplare la complessità emotiva delle ultime tre ore (e della magnifica conclusione della colonna sonora di John Williams).

Il compositore spiega nel suo intervento (condito da una buona dose di ironia) che il crawl finale non è solamente un momento importante di contemplazione per “assorbire” e riflettere sulle immagini viste, ma anche un tributo importante alle centinaia di persone che hanno lavorato per creare un qualcosa di bello. Aggiunge: “può essere anche una scusa per cercare i membri della troupe con i nomi più divertenti”.

Battute a parte, la posizione del compositore è chiara:

Scrivo musica applicata per film e TV e so, da un punto di vista compositivo, che la colonna sonora dei titoli di coda può essere una parte incredibilmente importante dell’arco musicale che tu (compositore) e il regista avete cercato di creare lungo tutto il film. Ho appena composto un nuovo film, Enola Holmes, che andrà in onda quest’anno su Netflix. La musica dei titoli di coda è il culmine del tema di Enola. Ho impiegato le precedenti due ore per arrivare a quel punto. Ma molti spettatori non la ascolteranno.

Pemberton elogia infine i Marvel Studios come (a sorpresa) i possibili salvatori dei titoli di coda grazie al loro uso delle scene post credit che tengono lo spettatore in attesa. Un’abitudine molto imitata nel cinema blockbuster, ma ancora da copiare dai giganti dello streaming.

Il compositore ha inoltre lanciato una petizione, a cura di un utente Netflix di Seattle, per chiedere alla piattaforma di dare la possibilità di guardare i titoli di coda senza interruzioni. Purtroppo, fino ad ora, non ha avuto un grande successo.


Jason Blum parla del suo metodo produttivo, dei film in PVOD e del futuro delle sale

In occasione dell’arrivo sulle piattaforme VOD (Video On Demand) statunitensi del film You Should Have Left il produttore Jason Blum è stato intervistato da Slashfilm. Il fondatore della casa di produzione Blumhouse, specializzata in horror a basso budget (e generalmente di grande successo al botteghino) ha spiegato le difficoltà e le opportunità che porta la decisione di distribuire un film in VOD e di come gli avvenimenti del presente possano cambiare i modi futuri di raccontare storie.
Innanzitutto Blum ha spiegato quale processo di selezione dei registi ha deciso di adottare lungo la sua carriera, attiva da 20 anni, ma esplosa solo nel 2009. L’approccio è molto franco con i registi, sia in pre produzione che sul set (per essere così diretto nell’affrontare i problemi ha avuto bisogno di mesi di terapia, ha detto):

Faccio una riunione con i registi nel mio ufficio sia prima che dopo che ci hanno sottoposto il progetto e non mi tiro indietro. Gli spiego come sarà il processo. Gli spiego le cose buone e quelle cattive. Metto tutto sul tavolo, non mi giova affatto sorprendere le persone a posteriori. Vedo come reagiscono i registi e alcuni di loro dicono “non fa per me”. Non li biasimo. Altri dicono “è fantastico”. Il più delle volte, chi risponde in maniera favorevole ha anche un’esperienza di lavoro con noi positiva.

La fiducia è tanta e viene lasciato molto spazio ai registi tanto che, generalmente, la sua presenza sul set è limitata a uno o due momenti lungo la produzione. I registi sanno sin dall’inizio che se dovessero vederlo per più tempo, sarebbe il segno che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.

Jason Blum ha poi spiegato meglio il suo pensiero e il suo modus operandi: dal momento che la Blumhouse si occupa di film a basso budget è importante che le condizioni di lavoro siano chiare. Capita infatti che alcuni registi “cerchino di fare film a basso budget, ma non vogliano veramente farli” e quindi avanzino richieste che la produzione non può soddisfare.

Come detto in precedenza, il nuovo film della casa di produzione, intitolato You Should Have Left (scritto da David Koepp), non ha visto la distribuzione cinematografica, ma è uscito direttamente in VOD. Ma come si prende una decisione commercialmente così difficile?

Penso che, arrivati alla fine di un film già completo, sia una buona cosa renderlo disponibile al pubblico. Intendo, anche se non puoi andare in sala. Io e la Universal siamo d’accordo che se abbiamo qualcosa di pronto dobbiamo renderlo disponibile in VOD così che le persone possano vederlo senza aspettare. Ovviamente io amo andare al cinema e non c’è un modo migliore che vedere un film in sala, ma se la scelta è tra non vedere un film o vederlo, allora sceglierò senza dubbio il VOD.

Non essendoci al momento una reale possibilità di scelta tra la sala e l’On Demand, mentre le distribuzioni sono costrette a ricorrere a quest’ultimo mezzo, per il produttore è impossibile capire se questo avrà un reale impatto futuro sulle produzioni a medio budget, ma non lo esclude.

Blum si è inoltre detto fiducioso che le sale cinematografiche possano riaprire a luglio con delle forme di distanziamento sociale. Quando ci sarà un vaccino (cosa di cui si dice certo), secondo il produttore, gli incassi si riavvicineranno molto velocemente ai risultati pre-Covid, facendo ripartire così l’industria senza ulteriori scossoni.


Sam Mendes elogia Il cavaliere oscuro: grazie a Nolan gli autori si sono interessati ai blockbuster

Il direttore della fotografia Roger Deakins continua l’avventura del podcast intitolato Team Deakins, realizzato con la moglie e collaboratrice James Deakins, e tra i tanti ospiti che hanno preso parte alla trasmissione ha dato recentemente il suo contributo anche il regista premio Oscar Sam Mendes.
La famiglia Deakins ha collaborato con il regista in numerosi film, come Jarhead, Revolutionary Road, Skyfall e 1917. Durante la chiacchierata, Sam Mendes, autore in grande equilibrio tra i film arthouse e il blockbuster, ha voluto ricordare con stima e ammirazione il lavoro di Christopher Nolan.

Una delle pratiche più in uso nelle grandi produzioni hollywoodiane è quella di inserire seconde unità di ripresa e cineprese “filler” che vadano a coprire spazi di inquadratura da usare come ripiego in caso di problemi al montaggio. Ovviamente tutto ciò è un po’ in contrasto con un approccio autoriale sul set. Gran parte del film, con questo metodo, si fa infatti in cabina di montaggio e non al momento delle riprese. Sam Mendes contesta questo approccio. 1917, girato tutto in falso piano sequenza, ha avuto il merito in questo modo di mantenere intatta la visione del regista.

Ecco le parole di Mendes verso Christopher Nolan:

Una delle persone che più ha aiutato nella battaglia a favore della camera singola è stato Christopher Nolan. È straordinario pensare che film come Inception e Il cavaliere oscuro siano stati girati con camera singola senza una seconda unità. Ovviamente aveva più cineprese per gli stunt più elaborati ma, fondamentalmente, sono stati realizzati con inquadrature a camera singola e con una sola unità. È un regista che non ama le seconde unità di ripresa, come molti altri registi che conosco, ma lui sul set è molto sicuro sul set, guarda nel suo monitor e va avanti. Si muove velocemente e questa è una dimostrazione di come lo stile “da autori” si può applicare ai film su larga scala.

Nolan è infatti noto per la sua velocità di realizzazione e per la capacità di restare nel budget. Ma secondo Menses la sua influenza sul cinema non è stata solo “tecnica”, ma anche a livello contenutistico.

All’inizio degli anni 2000 c’è stato un momento in cui il B-movie è diventato A-movie. I B-movie (n.d.r Mendes intende B-Movie come criterio qualitativo, non di budget) hanno iniziato ad attirare gli autori per film come i Batman, i Bourne, gli X-Men. Penso che Il cavaliere oscuro sia stata la migliore espressione dell’ansia post 11 settembre e delle preoccupazioni condivise da tutti tutti sul terrorismo. Ascoltando il meraviglioso discorso pronunciato da Michael Caine “alcune persone vogliono solamente vedere il mondo bruciare” tutti nella sala hanno pensato “è esattamente quello che stiamo vivendo dopo il 9/11”.

Il film ha molto influenzato Mendes che vedendolo ha pensato:

Questi film possono essere seri e al contempo intrattenere, spaventare e tenere incollati alla sedia proprio come i film popolari.

Il regista ha ammesso di avere tenuto il lavoro di Nolan in mente quando è arrivato a dirigere James Bond. Inizialmente la saga era caratterizzata da un grande spettacolo, viaggi in tutto il mondo e Bond come costante. Ora Mendes aveva il terreno giusto per cambiare proprio il protagonista e portarlo in territori più oscuri e inesplorati, metterlo in crisi e confrontarlo con un approccio più reale dell’azione e dello scorrere del tempo

l direttore della fotografia, ricordiamo, ha vinto due premi Oscar per la fotografia di 1917 e di Blade Runner 2049 ed è stato candidato per The Reader – A voce alta, L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, Non è un paese per vecchi, L’uomo che non c’era, Fratello, dove sei?, Kundun, Fargo e Le ali della libertà.


Bella in rosa: Howard Deutch racconta di quando ha tagliato la frase più celebre del film

Bella in rosa (Pretty in Pink) è uno dei film che ha definito il genere del college movie (high school in questo caso) e del romanzo di formazione, dando origine a una delle coppie di autori più importanti per il cinema giovanile: Howard Deutch e John Hughes, quest’ultimo si è occupato della sceneggiatura del film.
A 34 anni dall’arrivo in sala, intervistato dall’ Hollywood Reporter, il regista è tornato a parlare della pellicola che vede protagonista Molly Ringwald raccontando alcuni aneddoti.

Una delle frasi che meglio definiscono il tono del film e il carattere della protagonista è la celebre “I just wanna let them know that they didn’t break me”, adattata in italiano come “non devono sapere che mi hanno fatto del male”.

La battuta viene pronunciata da Andie mentre spiega a suo padre Jack di avere intenzione di andare al ballo della scuola da sola. Poche righe di sceneggiatura che hanno però un grandissimo effetto sull’equilibrio del film, ma che rischiavano di rimanere fuori dal montaggio finale. Ecco le parole del regista:

Probabilmente John (Hughes) ha considerato la frase importante sin da subito, ma quando ho fatto il primo montaggio del film siamo andati un po’ lunghi come minutaggio, quindi ho tagliato quella scena poco prima che Andie vada al ballo!

Deutch ha spiegato di avere mostrato la scena tagliata a Ned Tanen, lo studio executive della Paramount, il quale ha subito chiesto dove fosse finita la battuta. Il regista ha ammesso di averla tagliata e l’ha reinserita immediatamente nel film, con un po’di imbarazzo:

A volte non ci fidiamo abbastanza del pubblico. Ci preoccupiamo di tutte queste cose: è troppo lungo? È noioso? funziona? Quel momento era invece fondamentale per la crescita di Andie dal momento che le fa dire “ce la faccio da sola”.

Nell’articolo è riportato anche un aneddoto curioso su Ned Tanen: il suo nome è stato di ispirazione per Biff Tannen, il “villain” di Ritorno al futuro che tormenta Lorraine Baines McFly, interpretata da Lea Thompson, moglie di Deutch per più di 30 anni.

Ma come ha fatto Howard Deutch a iniziare il sodalizio con John Hughes?

Avevo una compagnia che si occupava di fare i trailer dei film, e ci siamo conosciuti mentre lavoravamo a Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare. A John è piaciuto il lavoro e siamo diventati sempre più amici. All’epoca io dirigevo anche video musicali, erano tempi in cui tutti lo facevano. Per cui mi ha chiesto sue ne volevo fare uno per Sixteen Candles e gli è piaciuto. Ecco come è andata!


Avengers: Infinity War, i Marvel Studios pubblicano otto foto dietro le quinte mai viste prima!

Sono passati ormai due anni dall’uscita di Avengers: Infinity War, e pensavamo di aver visto già tutte le foto del film dei Marvel Studios. Convinzione smentita dalla Disney, che venerdì ha pubblicato otto scatti inediti dietro le quinte del blockbuster dei Fratelli Russo in occasione del suo lancio sul catalogo americano di Disney+ (dove finora non era ancora disponibile).
Nelle immagini vediamo, per esempio, Chris Hemsworth e Chris Evans che discutono sul set, riparati dal sole da dei coloratissimi ombrelli. Oppure Scarlett Johansson durante le riprese di un intenso primo piano, o ancora gli attori sul campo di battaglia a Wakanda. Uno scatto in bianco e nero immortala Robert Downey Jr e Tom Holland (in tuta di motion capture) in teatro di posa. E ancora, Karen Gillan raffigurata insieme a una replica perfetta della testa di Nebula.

Trovate tutte le immagini qui sotto!


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Relic: un nuovo poster del film con Emily Mortimer, Robyn Nevin e Bella Heathcote

In rete è approdato un nuovo poster di Relic, film che segna il debutto alla regia di Natalie Erika James.
La sinossi recita: “Quando l’anziana madre Edna scompare inspiegabilmente, sua figlia Kay e sua nipote Sam si precipitano nella casa di famiglia in campagna ormai in rovina, scovando indizi sulla demenza della donna assente da quel luogo. Quando Edna ricompare misteriosamente Key teme che sua madre sia riluttante o incapace di dire effettivamente dove sia stata, il tutto va in conflitto con l’entusiasmo spudorato di Sam nel rivedere sua nonna. Mentre il comportamento di Edna diventa più instabile, entrambe le donne iniziano a percepire che una presenza insidiosa nella casa potrebbe prendere il controllo della situazione”.

Del cast fanno parte Emily Mortimer, Robyn Nevin e Bella Heathcote.

Il film sarà disponibile nelle sale americane e in VOD dal 10 luglio.

Di recente abbiamo visto Emily Mortimer in titoli come Phil, Good Posture, Il Ritorno di Mary Poppins, La Casa dei Libry, The Party e Un viaggio indimenticabile. Bella Heathcote è apparsa invece in La Genesi di Wonder Woman, Cinquanta Sfumature di Nero e in The Neon Demon. Abbiamo invece visto di recente Robyn Nevin in film come Gods of Egypt o in serie televisive come Re di Cuori, Back in Very Small Business, Cleverman e Upper Middle Bogan.

Potete vedere il poster qua sotto:




Rob Minkoff alla regia dell’adattamento animato di How Winston Delivered Christmas

Secondo quanto riportato da Variety Rob Minkoff, regista di amati film animati come Il Re Leone, Mr. Peabody & Sherman ma anche di Stuart Little e Stuart Little 2, è stato scelto per dirigere l’adattamento cinematografico animato di How Winston Delivered Christmas.
Scritta e illustrata da Alex T. Smith l’opera “How Winston Delivered Christmas” segue la storia di un topolino coraggioso che trova una lettera destinata a Babbo Natale che è stata smarrita durante il suo tragitto. Quindi il piccolo topino, senza perdere tempo, decide di consegnare lui stesso la lettera per il giorno di Natale.

Pubblicato per la prima volta nel 2018 il libro ha venduto più di 72.000 copie in tutto il mondo.

“Alex ha tirato fuori un delizioso cast di personaggi per questa storia classica e senza tempo che trasuda magia natalizia e commovente avventura”, ha dichiarato il regista riguardo il progetto.

Tra i progetti cinematografici curati da Minkoff troviamo Il Re Leone, Mr. Peabody & Sherman, La Casa dei Fantasmi, Stuart Little – Un Topolino in Gamba, Stuart Little 2, Le Regole della Truffa e Il Regno Proibito.


Christina Ricci, Tom Hopper e David Dastmalchian nel cast dell’action thriller Can’t Stop the Dawn

Secondo quanto riportato da Variety Christina Ricci, Tom Hopper e David Dastmalchian faranno parte del cast di Can’t Stop the Dawn, action thriller indipendente che sarà diretto da Marianna Palka (I’m the Same, Egg, Bitch).
Basato su una sceneggiatura di Tony Armer l’opera si ispira a un concept di Dale Pople. Nel lungometraggio la Ricci interpreta una madre single malata terminale che viene reclutata da un misterioso agente (Hoper) per assassinare il leader di una setta che traffica esseri umani (Dastmalchian) e promette alla donna una vita migliore per suo figlio.

Tony Armer, Marty Poole (Fairway Film Alliance), Michael E. Brown, Ramfis Myrthil e Jory Weitz produrranno il progetto. Mentre Santosh Govindaraju e Dan Reardon saranno i produttori esecutivi.

Le riprese del lungometraggio avranno inizio questo autunno a New Orleans.

Christina Ricci è apparsa al cinema negli ultimi anni in titoli come Distorted, Mothers and Daughters, Il caso di Lizzie Borden e Around the Block. Tom Hopper ha fatto parte di film come Terminator – Destino oscuro, Come ti divento Bella e presto lo vedrenmo nella seconda stagione di The Umbrella Academy. Invece abbiamo visto David Dastmalchian di recente in Ant-Man and the Wasp.


Michael Shannon, Kate Hudson, Don Johnson e Da’Vine Joy Randolph nel cast della commedia Shriver

Il film è ambientato in un piccolo college che cerca di fare il salto all’interno del monto letterario, e crede di avere la sua opportunità con Shriver, un famoso e schivo scrittore che vive nell’ombra da 20 anni. Ma la persona da loro individuata è uno Shriver diverso: si tratta di uno sfortunato tuttofare che non ha mai letto un libro in vita sua e che ha difficoltà nel distinguere la fantasia dalla realtà. Senza nulla da perdere questo Shriver accetta l’invito per partecipare al festival letterario del college. Poi, tuttavia, il “vero” scrittore farà la sua apparizione.

Il resto del cast è composto anche da Jimmi Simpson, Zach Braff, Mark Boone, Jr. e Aja Naomi King.

Le riprese di Shriver sono state interrotte a causa della pandemia globale ma presto riprenderanno. Tra i produttori trovciamo Jina Panebianco e Michael J. Reiser della CaliWood Pictures insieme a Robert Ogden Barnum, Byron Wetzel, Lucas Jarach e Josh Kesselman. Wesley R. Sierk, III, John D. Straley e Joseph Panebianco saranno invece i produttori esecutivi.


Black Is King: il visual album di Beyoncé arriva su Disney+ il 31 luglio

Qualche settimana fa si è diffusa la voce che Beyoncé stesse unendo le forze con la Disney per realizzare diversi progetti, ebbene oggi a sorpresa è stato annunciato il primo: Disney+ infatti ha annunciato che il 31 luglio 2020 uscirà sulla piattaforma streaming Black Is King, il visual album con le musiche di The Lion King: The Gift, album pubblicato l’anno scorso e ispirato al remake live action de Il Re Leone, nel quale la popstar ha doppiato Nala.
Black Is King, scritto, diretto e prodotto a livello esecutivo, uscirà proprio un anno dopo il lancio globale del film, che ha incassato 1.6 miliardi di dollari ed è ora disponibile su Disney+.

Un teaser trailer è disponibile in esclusiva sul sito ufficiale beyonce.com.

L’album The Lion King: The Gift, lo ricordiamo, ha visto la partecipazione delle star del film oltre che di Childish Gambino, Kendrick Lamar, Pharrell, 070 Shake, Tierra Whack, Jay-Z, Blue Ivy Carter e Jessie Reyez e artisti africani come Wizkid, Shatta Wale, Burna Boy, Mr Eazi, Tiwa Savage, Tekno, Yemi Alade, Busiswa e Salatiel.

“Black Is King celebra, a perenne memoria per il mondo, l’esperienza dei Neri,” hanno dichiarato ufficialmente Disney e la Parkwood Entertainment di Beyoncé. “Il film è una storia per i posteri che informa e ricostruisce il presente. Un incontro tra culture e credi condivisi tra generazioni. Una storia di come le persone che sono rimaste senza niente abbiano un dono straordinario e un futuro ricco di obiettivi.”

Secondo le due compagnie, l’album visuale reimmagina le lezioni del Re Leone per “i giovani re e regine di oggi in cerca delle loro corone”, rendendo onore ai viaggi delle famiglie Nere nel corso del tempo. L’album visuale racconta la storia del “viaggio trascendente di un giovane re attraverso il tradimento, l’amore e la scoperta di sé”. I suoi antenati lo guideranno verso il suo destino, e con gli insegnamenti di suo padre e l’aiuto dell’amore della sua infanzia otterrà le virtù necessarie per reclamare la sua casa e il suo trono. Il film è stato prodotto nell’arco dell’ultimo anno, con un cast e una troupe che rappresentano “connessione e diversità”.


Captain America: Civil War, il titolo è “offensivo” per la comunità afroamericana?

Sembra che la cancel cultur sia arrivata anche ai film Marvel Studios e in particolare a Captain America: Civil War. Secondo quanto emerso da Twitter nelle ultime ore, il film con protagonista Chris Evans e Robert Downey Jr. avrebbe un rimando diretto nel titolo ad un periodo storico davvero nefasto per la comunità di colore negli Stati Uniti.

L’associazione è presto fatta: il Civil War presente nel titolo è stato incriminato perché si collega direttamente alla Civil War di cui gli Stati Uniti sono stati teatro, che si è svolta tra il 1861 ed il 1865 e che aveva ai due schieramenti opposti nordisti e sudisti, oppositori e difensori della schiavitù.

C’è da dire che questo passo è forse una delle estremizzazioni peggiori che in questi giorni stanno vedendo film e serie tv bloccati, rimossi, censurati, sospesi per via di una rappresentazione sbagliata, offensiva o ormai desueta dei rapporti tra le etnie. C’è però da dire anche che il termine “guerra civile” in questo caso incriminato, sta ad indicare una guerra, un conflitto tra persone appartenente allo stesso gruppo sociale. Anche l’Italia ha avuto la sua guerra civile durante la liberazione dal fascismo, per esempio.

Oltretutto la Guerra Civile a cui si fa riferimento nel film Marvel è chiaramente quella trai Vendicatori, guidati da Captain America e Iron Man, quindi due eroi appartenenti allo stesso gruppo (gli Avengers) che si scontrano, portando dalla loro diversi membri del gruppo, termine mutuato dai fumetti che lo adottano nella stessa accezione.

Non sappiamo se tale accusa di linguaggio improprio sarà presa sul serio, ma sempre sostenendo le lotte del movimento Black Lives Matter, ci permettiamo di suggerire altri modi e altri prodotti da incriminare, per motivi decisamente più importanti e sostanziali, rispetto all’utilizzo del termine “guerra civile
”!

TERMINATOR: DESTINO OSCURO, MACKENZIE DAVIS: "PENSARE A UN SEQUEL È DA MATTI"

Terminator: Destino Oscuro non ha dato i risultati sperati, e Mackenzie Davis ne è perfettamente consapevole, tanto da osservare come sarebbe "abbastanza da matti" pensare a un sequel per la pellicola diretta da Tim Miller.
Il discorso dell'attrice di Terminator e Blade Runner 2049 non fa necessariamente riferimento alla qualità del film, ma verte essenzialmente sulla volontà del pubblico.
"Ho amato davvero il film, e sono così orgogliosa di quello che abbiamo fatto, ma non c'è stata una richiesta tale al boxoffice da giustificare il pensiero di un settimo film. Sarebbe abbastanza folle" ammette candidamente la Davis durante un'intervista con NME.
"Si dovrebbe prestare più attenzione a quello che vogliono gli spettatori, e loro vogliono cose nuove. Io voglio cose nuove. Ci sono così tante persone interessanti che non si ritrovano nello stampo dei grandi franchise che non hanno ancora avuto l'opportunità di realizzare film. Dovremmo investire su di loro, adesso".

Nonostante il sesto film della saga di Terminator abbia visto il ritorno di Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger sullo schermo, questo non è stato accolto con e entusiasmo al botteghino, e i numeri, come fa notare anche la Davis, semplicemente non sono quelli che di solito innescherebbero i meccanismi che portano a un'ulteriore espansione. E voi, avete visto Terminator: Destino Oscuro? Vi è piaciuto?


GLI INTOCCABILI: ROBERT DE NIRO E I COSTUMI DI AL CAPONE, UNA RICERCA SCRUPOLOSA

Robert De Niro accettò di recitare in The Untouchables - Gli intoccabili ad una condizione: l'attore voleva indossare gli autentici costumi di Al Capone. L'attore hollywoodiano si spiense oltre: arrivò addirittura a rintracciare i veri sarti di Al Capone e chiese loro di realizzare abiti identici per il film.

De Niro volle perfino indossare lo stesso stile di biancheria intima di seta che indossava Al Capone, anche se non sarebbe mai stata vista sullo schermo. I produttori, conoscendo la reputazione di De Niro, uno degli attori simbolo dell'Actors Studio e del metodo Strasberg, acconsentirono.

Prima dell'inizio delle riprese di Gli intoccabili il regista non concesse molto tempo a De Niro e l'attore non riuscì a guadagnare i chili extra necessari per il ruolo. Lui e Brian De Palma decisero quindi di utilizzare dei cuscinetti e cuscini al fine di ottenere l'effetto desiderato.

L'icona della moda Giorgio Armani, che ha realizzato gran parte dei costumi di questo film, ha detto a Brian De Palma che avrebbe dovuto ingaggiare Don Johnson per interpretare Eliot Ness. Johnson indossava Armani in televisione ogni settimana durante gli episodi di Miami Vice e Armani definiva Johnson la sua "musa maschile".


SHOWGIRLS: L'UNICA SCENA CHE FECE SENTIRE A DISAGIO LE PROTAGONISTE DEL FILM

Le attrici di Showgirls dovettero affrontare molte sfide durante le riprese ma le protagoniste del film si sono lamentate con Paul Verhoeven, il regista della pellicola, solo ed esclusivamente a causa di una scena in particolare: quella delle scimmie.

Elizabeth Berkley ha parlato spesso, durante le interviste del tour promozionale rilasciate in vista della premiere della pellicola, che si è poi rivelata essere un flop commerciale, di come le scimmie fissassero costantemente il suo seno nudo. Le altre attrici hanno confermato la sua versione, raccontando di aver vissuto esperienze molto simili sul set.

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Showgirls è considerata una pellicola cult nonostante il poco successo commerciale: il film è costato 45 milioni di dollari e ne ha incassati solo venti, ha vinto 8 Razzie Awards quale peggiore prodotto cinematografico dell'anno e degli anni novanta, oltre ad essere stato inserito nel libro dei The Official Razzie Movie Guide nella sezione "Il meglio del peggio".

15 film con le scene hot più belle del 2019

Nel 2015 Paul Verhoeven ha dichiarato che il film ha rovinato la carriera di Elizabeth Berkley: "Showgirls ha sicuramente rovinato la carriera di Elizabeth Berkley, ha reso la mia vita più difficile ma per Elizabeth è stato un vero disastro. Hollywood le ha voltato le spalle."


GAEL GARCÍA BERNAL, PROTAGONISTA DI WASP NETWORK: “EROE È CHI SI OCCUPA DELL’AMBIENTE: COME GRETA THUNBERG"

Cuba, 1990: il governo mette in piedi un'organizzazione segreta, Red Avispa (in inglese Wasp Network), per contrastare le organizzazioni terroristiche anti-castriste a Miami. Composto da cinque uomini, questa rete di spionaggio richiede il sacrificio di tutto: la propria famiglia, la propria casa, la propria vita.

Presentato in concorso alla 76esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Wasp Network è disponibile su Netflix dal 19 giugno. Diretto da Olivier Assasyas, il film può contare su un cast di star: il premio Oscar Penelope Cruz, Edgar Ramirez, Ana De Armas, Wagner Moura (indimenticato Pablo Escobar nella serie Narcos) e Gael García Bernal.

Wasp Network, la recensione: Olivier Assayas fra spie e doppio gioco

L'attore messicano interpreta Gerardo Hernández: abbiamo parlato con lui del film proprio al Lido di Venezia.

Olivier Assayas, regista di Wasp Network, ora su Netflix: "Con questo film mi sono messo alla prova"

In Wasp Network vediamo come i cinque membri del team di spionaggio debbano sacrificare tutto per poter proteggere il proprio paese, anche le loro famiglie. Allo stesso tempo mogli e figli devono andare avanti senza di loro: chi sono dunque i veri eroi?

Secondo Gael García Bernal: "Entrambi e completamente alla pari. Ovviamente sapevano cosa stava succedendo. È una storia molto bella: la pellicola racconta un momento molto particolare dello spionaggio. Normalmente pensiamo allo spionaggio come qualcosa di violento, che serve a impedire qualcosa. Invece qui mettono in piedi un'organizzazione per fermare la violenza: è una visione romantica, ma sento che tutto è fatto in funzione di un sentimento d'amore. Sono persone anche loro: per prepararmi ho passato diverso tempo in un carcere e ho scoperto delle persone che stavano per morire di tristezza. Isolate, in condizioni di massima sicurezza. Senza le loro mogli, senza le loro famiglie, che speravano di poter incontrare di nuovo. Sono entrambi eroi: sia le mogli che gli uomini, alla pari. Anche i bambini: tutta la famiglia. Persone che si interrogavano ogni giorno sul perché stavano facendo quello che facevano: e alla fine valeva la pena di fare il loro sacrificio, perché hanno ostacolato un'attività criminale."

Wasp Network, Penelope Cruz: "Non condivido la mentalità della mia Olga, ma ho imparato a capirla."

Secondo Gael García Bernal chi sono oggi i veri eroi? "Tutte le persone consapevoli dell'importanza dell'amore, che hanno una visione poetica del futuro. Sono le donne, sono i bambini, come Greta Thunberg. Ci sono un sacco di eroi che non sono riconosciuti come tali: però ci sono, aiutano le altre persone, piantano alberi, si preoccupano dell'ambiente, lavorano per il bene comune. Per me sono questi i veri eroi."
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Alla Mostra di Venezia Gael García Bernal era in concorso con due film: Wasp Network di Olivier Assayas ed Ema, di Pablo Larrain (che uscirà nelle sale italiane il 2 settembre 2020). In Ema il suo personaggio, un ballerino, ha un monologo meraviglioso in cui esprime tutto il suo odio verso la musica reggaeton. Parlando per assurdo, cosa succederebbe se il suo personaggio in Wasp Network ascoltasse quel tipo di musica? L'attore ci ha detto ridendo: "Sarebbe molto interessante fare questo mash-up! Che cosa assurda. Questo film è ambientato a Cuba e Cuba ha un'enorme cultura musicale. Il reggaeton c'è in tutta l'America Latina, anche in Italia. La parola reggaeton è una cosa nuova nell'industria, viene da altre correnti. È molto bello da ballare quando è forte: il reggaeton romantico non mi piace. Il reggaeton forte è bello. A Panama c'è un musicista che si chiama El General, ha segnato l'inizio del reggaeton, ed è quello che ballano le spie di Wasp Network. È molto difficile confrontare questi due mondi: sono completamente diversi. Ma a modo loro sono entrambi molto politici."


FROZEN II: DIETRO LE QUINTE, PARLA CHRIS BUCK: “I PERSONAGGI DEL FILM SONO LA MIA FAMIGLIA”

Chi conosce e ama l'animazione sa quanto lungo e complesso sia il lavoro necessario a portarci sullo schermo uno dei film che conquistano il pubblico. La docuserie Frozen II: Dietro le quinte, disponibile su Disney+ dal 26 giugno, non fa che confermare questa grande verità, ma abbiamo avuto la fortuna e l'onore di poter approfondire il tema in modo diretto con uno dei due registi del film, Chris Buck, in una piacevole chiacchierata telefonica in cui non ci ha solo raccontato qualche dettaglio del processo creativo, ma anche un paio di simpatiche curiosità sul suo lavoro e sul mondo di Frozen II.

Come si nota nella docuserie, realizzare Frozen II è stato un viaggio "nell'ignoto". Ci racconti il processo che ha reso la visione del film sempre più chiara?

Chris Buck: Ogni film d'animazione è difficile e credo che il documentario mostri con precisione quanto ogni film sia una sfida. Penso che un sequel abbia sue proprie difficoltà e per me la principale è di restare fedele ai personaggi, ma allo stesso tempo lasciare che possano crescere. È quello che abbiamo cercato di fare con Frozen II - Il segreto di Arendelle, per questo è necessario metterli alla prova, spingerli in territori inesplorati, ma è eccitante e stimolante vedere in che direzione andranno e se sembra la soluzione giusta per loro.

Nella serie vediamo che ricevete feedback dai vostri colleghi dopo le proiezioni interne. Ricordi l'appunto più utile che avete ricevuto?

Più che una nota specifica, quello che è utile è vedere quante persone fanno notare le stesse cose. Se molti sono confusi dalla stessa parte di film, allora vuol dire che abbiamo un problema, ma se si tratta di una segnalazione isolata, può dipendere da una inclinazione personale, capita anche a me quando commento la lavorazione di altri film. Quindi bisogna saper distinguere gli appunti che riceviamo e credo che il segreto sia di raccogliere tutto quello che ci viene detto e cercare di andare anche al di là di ciò. A volte non è necessariamente l'appunto o la soluzione proposta in sé a essere importante, ma l'indicazione che ci sia qualcosa che non va in una scena e quindi che è necessario riscrivere qualcosa per migliorare.

C'è qualcosa che non è stato possibile inserire nella versione finale del film e che rimpiangi di non essere riuscito a mantenere?

Bè, c'è una canzone, è una canzone di Kristoff e Anna, ma soprattutto Kristoff, che amavo. Credo sia presente nell'homevideo e anche nella docuserie. Abbiamo cercato di farla funzionare, perché è una canzone molto carina con lui che cerca di dichiararsi ad Anna, che si unisce a lui in un duetto molto divertente. È stata dura tagliarla, ma faceva aprire il personaggio troppo presto visto che faceva parte del primo atto, e abbiamo capito che serviva dare più respiro al suo arco narrativo e non farlo arrivare a quel punto fin quasi al finale. Ci ho sofferto molto, ma è la storia che comanda e siamo stati costretti a eliminarla.

E invece qual è la scena più complessa del film e perché?

La scena più complessa... su tutte, credo la canzone Mostrati. È anche nel documentario e potete vedere che sfida che è stata, perché è il culmine del viaggio di Elsa e dei due film di Frozen, è tutto in quella scena. Viene verso la fine del secondo atto del secondo film, quando ci sono già state Let it Go e Nell'ignoto e quindi porta su di sé anche il peso delle canzoni precedenti. E del film, entrambi i film. C'erano così tante cose da fare nel modo giusto, e così tante che abbiamo provato pensando che avrebbero funzionato, ma non andavano. Ne abbiamo provate molte versioni, molte più di quelle che potete vedere nel documentario, e ci sono state tantissime discussioni. Quindi sì, per me è quella la scena più complessa da realizzare, che è arrivata anche molto tardi nel processo di definizione della storia, quando c'erano già delle componenti visive che è stato necessario modificare.

Come lavori insieme a Jennifer Lee? Come condividete idee e compiti nel corso della lavorazione?

Abbiamo lavorato insieme sin dal primo film e ci conosciamo benissimo. Parliamo molto, discutiamo tra noi, ne parliamo con il nostro Head of Story e gli altri Story Artist, poi lei va via e scrive. A volte torna dopo qualche giorno, altre volte nel mezzo della produzione arriva con pagine scritte ogni mattina, ne parliamo e le sviluppiamo. Adoro lavorare con Jennifer, è così incredibilmente creativa e collaborativa che è un piacere lavorare con lei. Ma tutto torna sempre allo stesso punto: i personaggi. Assicurarsi che siano fedeli a se stessi, ma lasciandoli crescere e andare oltre le proprie confort zone.

I personaggi di Frozen sono come membri della famiglia per tanti bambini di tutto il mondo. È così anche per voi?

Ti racconto una storia che ti fa capire quanto siano una famiglia per me. Era più o meno un mese dopo l'uscita del film e sentivo di dover prendere una pausa da questi personaggi. E ho fatto un sogno: ero alla guida di una station wagon, una vecchia station wagon, e tutti i personaggi di Frozen erano sul sedile posteriore. C'erano Anna, Elsa, Olaf, Kristoff, Sven... tutti sul sedile posteriore a parlare, urlare, ridere e chiedere "manca molto?" come fanno i ragazzini in auto. Ho fermato la macchina, ho aperto tutte le portiere e loro sono corsi fuori. Li ho salutati pensando "dovete cavarvela da soli adesso" ed è stato un momento felice, un addio felice, ma con un sapore agrodolce, perché sono una parte di me. È come dici tu, sono una famiglia, guardo a tutti e cinque come membri della mia famiglia. Gli voglio bene e mi mancano ora che non passo del tempo con loro ogni giorno. Ma penso che siano felici dove sono ora.

Per noi spettatori ha un sapore magico poter vedere Kristen Bell, Idina Menzel e gli altri voice talent recitare e cantare le canzoni. Cosa provate voi la prima volta che li vedete nei panni dei personaggi?

Per noi è molto emozionante. Facciamo dei provini prima, quindi passiamo del tempo con gli attori prima che inizino il loro ruolo, impariamo a conoscerli e alcuni ci stupiscono. Kristen Bell, per esempio, è stata una sorpresa meravigliosa, non avevamo idea che avesse una voce così strabiliante finché non è venuta a fare i provini. Eppure lavorare con loro nello studio di registrazione è un vero spasso. Ce ne stiamo lì con loro a pochi passi, dietro il vetro, e giochiamo, creiamo i personaggi e le scene insieme, e poi vederli animati per la prima volta è da brividi. Le scene che vedete nel documentario, con loro che recitano i dialoghi, sono voci che emergono da quei personaggi per la prima volta. Ma è tutt'altra esperienza quando provano le canzoni, quella è una cosa da pelle d'oca, è come il giorno di Natale per noi. Siamo fortunati, abbiamo un gran cast. Idina Menzel è straordinaria, Jonathan Groff è incredibile. E poi Kristen Bell e Josh Gad, un cast incredibile con voci fantastiche. È una gioia star lì seduti ad ascoltarli.

Mi sono venute letteralmente le lacrime agli occhi vedendo la reazione tua e di Jennifer Lee la prima volta che ascoltare la versione definitiva di Nell'ignoto e penso che sia fantastico poter avere questa opportunità grazie a Disney+. Sei d'accordo? Pensi che sia importante condividere questa parte del vostro lavoro con il pubblico?

Oh sì, assolutamente. Siamo stati molto disponibili con la troupe del documentario, gli abbiamo detto che potevano riprendere quello che volevano e non ce ne siamo preoccupati, Penso che sia importante mostrare quelle emozioni, far vedere quanta passione mettiamo in questi film, quanto ci teniamo e quanto sia eccitante per noi quando il lavoro ci soddisfa. Il momento a cui ti riferisci è l'ascolto della canzone di Idina Menzel con la base suonata dall'orchestra, che non avevano ancora avuto modo di ascoltare. C'era stata una versione demo con una base sinfonica molto minimal, quindi ascoltarla con il pieno orchestra è stato travolgente. Credo che sia interessante per il pubblico vedere questi momenti. Mia moglie ha guardato gli episodi con me e persino lei era senza parole. Sono contento che possiate vedere quanto possa essere emozionante a volte il nostro lavoro.


JORDAN PEELE ALLA REGIA DI UN MOSTRO UNIVERSAL, WILL SMITH SARÀ IL PROTAGONISTA?

Secondo quanto riportato in questi minuti, il regista e sceneggiatore premio Oscar Jordan Peele starebbe sviluppando un nuovo remake dei Mostri della Universal, col progetto che mira ad ottenere Will Smith nella parte del protagonista.

Grazie al successo di Get Out e Noi Peele si è imposto come una nuova voce di spicco nell'horror mainstream americano e non, e considerato il grande successo de L'Uomo Invisibile di Leigh Whannell sembra naturale che la Universal voglia rivolgersi ad uno dei suoi autori di punta per questo nuovo progetto.

L'indiscrezione arriva da un rapporto di Daniel Richtman, lo stesso che aveva collegato Ryan Gosling ad un film Mostri della Universal allora senza titolo, che poi circa un mese dopo l'uscita del rumor si è rivelato essere The Wolfman. Questo dettaglio aggiunge sicuramente molta credibilità al rapporto di Richtman, anche se attualmente non ci sono informazioni riguardanti al progetto né a quale mostro del grande poster Universal faccia riferimento.

La cosa interessante è che Will Smith, fatta eccezione per Io Sono Leggenda se vogliamo, non si è cimentato con l'horror nel corso della sua carriera brevemente approfondito leggermente il genere horror in I Am Legend, e il che dovrebbe bastare ad aumentare la curiosità dei suoi fan verso il progetto. Ricordiamo che Jordan Peele ha firmato per un contratto di cinque anni con la Universal, con la major che produrrà i prossimi due film dell'autore.


L'ARMATA BRANCALEONE, MARIO MONICELLI VOLEVA SOSTITUIRE GIAN MARIA VOLONTÉ: ECCO CON CHI

L'Armata Brancaleone, indimenticabile commedia del 1966 diretta da Mario Monicelli considerata tra i capolavori della filmografia del regista.

Nel film, un gruppo di furfanti scalcinati ruba una pergamena che garantisce al suo portatore la signoria sulle terre di Aurocastro, in Puglia. Incontrato un cavaliere in arnese, Brancaleone da Norcia, lo eleggono a loro duce e decidono di prendere possesso di quelle fantomatiche ricche terre. Da lì, molte avventure li attenderanno lungo il cammino.

La pellicola è passata alla storia anche grazie alle sue straordinarie interpretazioni, tra cui quelle di Vittorio Gassman e Gian Maria Volonté. La scelta di affidare a quest'ultimo ruolo di Teofilatto dei Leonzi fu imposta dal produttore Mario Cecchi Gori: al tempo l'attore era noto soprattutto per gli spaghetti western di Sergio Leone, ma Monicelli era convinto che non sarebbe andato bene per interpretare il personaggio. Qualche anno più tardi, infatti, il regista rivelò che avrebbe preferito Raimondo Vianello.

L'Armata Brancaleone è anche celebre per aver dato vita ad una lingua tutta sua, formata da espressioni che vengono utilizzate ancora oggi. Lo stesso titolo del film è entrato nei dizionari come "gruppo di persone volenterosamente associate in una qualche impresa, attività, lavoro, missione, che mostra evidenti limiti di organizzazione ed efficienza".


KEIFER SUTHERLAND, LA STAR DI RIFLESSI DI PAURA HA UNA SECONDA CARRIERA: SCOPRITE QUALE

Noto soprattuto per il ruolo di Jack Bauer nella serie televisiva 24, Keifer Sutherland nutre un'altra grande passione oltre alla recitazione. Possiede uno studio di registrazione e un'etichetta discografica, la Ironworks, e da qualche anno è anche un cantante country.

Nei mesi scorsi Sutherland si è esibito anche in un concerto a Milano. Per l'occasione, aveva raccontato dei molti fan che lo vedono "solo" come un attore: "Ormai ci sono abituato. Abbiamo fatto moltissime date in tutto il mondo, e c’è sempre qualcuno che chiede a Jack Bauer o al Presidente Kirkman di prendere il mio posto in scena. Dico sempre che è come la gente che guarda le corse automobilistiche aspettando che ci sia un’incidente."

"Il mio lavoro è invece quello di fare una buona corsa" ha proseguito. "Capisco che ci si possa non fidare di un’attore che si reinventa musicista, ma so anche che quello che sto facendo lo faccio per davvero, che non è un hobby o un passatempo per una star annoiata. Questo è quello che amo fare adesso e che continuerò ad amare per il resto della mia vita".

Sutherland è apparso di recente come protagonista di Designated Survivor, serie interrotta da Netflix dopo la messa in onda della terza stagione. "Non sto dicendo che smetterò di fare l’attore" ha spiegato. "Sto dicendo che la musica è una cosa importante, che mi piace fare bene, che mi sta dando grandissime soddisfazioni e che non la prendo come uno svago ma come un impegno. Non voglio essere o sembrare un attore che canta, ma un musicista".

Il prossimo agosto l'attore potrà essere visto nel cast di The Fugitive, show di Quibi basato sull'omonimo film con Harrison Ford.


FLASH, SENZA MICHAEL KEATON LA PRODUZIONE DEL FILM AVVICINERÀ CHRISTIAN BALE!

Il ritorno di Michael Keaton nei panni di Batman ha senza dubbio fatto impazzire di entusiasmo i fan dell'universo di Tim Burton e gettato Flash di Andy Muschietti di prepotenza nella lista dei film più attesi, ma le trattative non sono state ancora risolte in via ufficiale.

Tuttavia la sceneggiatura sarebbe ormai pronta e la presenza di un Bruce Wayne/Batman, a meno di prossime modifiche, sarebbe stata ben più che assodata: quindi, che Keaton accetti o meno, la produzione dovrà ottenere il suo Batman.

Ora, secondo il DCEU Mythic del sempre affidabile Jeremy Conrad, i colloqui tra DC e Keaton sono attualmente in corso, ma nel caso in cui falliscano la Warner Bros. sarebbe pronta ad avvicinare nientemeno che Christian Bale, che ha interpretato il Cavaliere Oscuro nella famosa e acclamata trilogia scritta e diretta da Christopher Nolan. Niente George Clooney né Val Kilmer, quindi, ma neanche Ben Affleck: sempre Conrad ha infatti riferito che lo studio al momento non ha in programma di avvicinarsi a Ben Affleck, il quale ha espresso in passato la sua decisione di aver definitivamente concluso il suo ciclo con il ruolo.


HAYLEY ATWELL, L'ALLENAMENTO PER MISSION: IMPOSSIBLE È UNA CITAZIONE A FROZEN

Come ormai sappiamo da mesi, la talentuosa Hayley Atwell (Agent Carter, Black Mirror) sarà tra le protagoniste e new entry del prossimo e attesissimo Mission: Impossibile 7, nuovo capitolo della saga action spy-thriller scritto e diretto da Christopher McQuarrie e con protagonista l'instancabile Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt.

Essendo Mission: Impossible un franchise ricco d'azione, la Atwell si sta attualmente allenando duramente per ricoprire il suo misterioso ruolo del film, di cui purtroppo sappiamo ancora pochissimo, e per portare a termine con il massimo risultato il suo crossfit e qualche addominale - senza dimenticare le gambe -, l'attrice ha deciso di indossare per i suoi esercizi un meraviglioso "ensamble ghiacciato", che ha mostrato a tutti i suoi follower via Instagram.

Come ha poi scritto in didascalia, i pantaloncini attillati sono stati scelti "in omaggio a Forzen". In Mission: Impossible 7 la Atwell reciterà inoltre a fianco di un altra agguerritissima e sensazionale collega del MCU, Pom Klementieff, e anche insieme a Vanessa Kirby.

Nel cast del film vedremo anche Rebecca Ferguson, Simon Pegg, Shea Whigham, Esai Morales e Ving Rhimes, per un'uscita attualmente prevista nelle sale cinematografiche americane il 19 novembre 2021. Ecco quando ripartiranno le riprese di Mission: Impossible 7.


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THOR, KEVIN MCKIDD DI GREY'S ANATOMY È IL DIO DEL TUONO IN ALCUNI INIZIALI CONCEPT ART

Sin dal suo debutto nel film solista diretto da Kenneth Branagh, Thor è diventato parte vitale del Marvel Cinematic Universe, raggiungendo un incredibile successo nel corso degli anni e arrivando ad essere l'unico franchise del MCU ad avere attualmente quattro film a lui dedicati, considerando anche Thor: Love and Thunder.

Questo è accaduto anche grazie al perfetto casting di Chris Hemsworth nei panni del Dio del Tuono. Al tempo l'interprete era però un nome semisconosciuto, visto in un ruolo leggermente più importante soltanto nello Star Trek del 2009 firmato J.J. Abrams, dove interpretava George Samuel Kirk. Questo non lo ha messo immediatamente in una posizione ottimale durante i provini, tanto che a un certo punto i dirigenti Marvel avevano pensato a un altro attore per il ruolo.

Stiamo parlando di Kevin McKidd, soprattutto noto - anche nel 2009 - per vestire i panni del Dottor. Owen Hunt nel medical drama Grey's Anatomy. In lizza c'erano lui, Daniel Craig e Chris Hemsworth, e mentre Craig si allontanò velocemente dai casting anche per via degli impegni con 007, McKidd fu seriamente preso in considerazione per la parte di Thor, tanto che uno dei primi concept art del film lo aveva anche immaginato nel costume del supereroe.


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SAMUEL L. JACKSON È FISSATO COL COLORE VIOLA: LEGGETE PER CREDERE

Quando sei un attore del calibro Samuel L. Jackson il minimo che tu possa aspettarti è avere una produzione disposta a non fare troppi problemi nell'accontentare qualche tua richiesta, soprattutto quando si tratta di qualcosa che è possibile realizzare senza troppo sforzo: piazzare qualcosa di viola un po' ovunque, ad esempio.

Già, nel caso in cui non l'aveste notato, sappiate che la star di tanti film di Quentin Tarantino ha una vera, insana passione per il colore viola, tanto da averne effettivamente inserito un po' in gran parte dei film a cui ha partecipato.

L'esempio più eclatante è la spada laser di Mace Windu in Star Wars, ma la lista è piuttosto lunga: si va dal vestito indossato da Mr. Glass in Unbreakable e Glass, ma è facile notare anche l'anello di Spy o il cappello viola visto in Ipotesi di Reato.

Finita qui? Assolutamente no! In Black Snake Moan vediamo il buon Samuel suonare una chitarra viola, mentre in Snakes on a Plane lo vediamo avere a che fare con un serpente viola e blu; il colore preferito di Jackson si trova poi anche sulle SIM utilizzate dalla compagnia di Richmond Valentine in Kingsman, mentre in Turbo il viola è il colore principale del personaggio a cui l'attore presta la voce, Frusta.

Avete mai notato altri attori fissati con un colore in particolare? Fatecelo sapere nei commenti! Samuel L. Jackson, intanto, ci ha recentemente intrattenuti con delle esilaranti fiabe per bambini in quarantena.


BRUCE VS FRANKENSTEIN: SCOPRITE IL NUOVO FOLLE FILM DI BRUCE CAMPBELL

Bruce Campbell è tornato: il protagonista di alcuni dei più riusciti film del filone horror di Sam Raimi aveva già annunciato qualche anno fa l'intenzione di dare un sequel al suo My Name is Bruce, e a quanto pare l'idea è ancora viva nella sua mente.

Campbell è infatti tornato a parlare di Bruce vs Frankenstein, film che lui stesso aveva annunciato come una sorta de I Mercenari dell'horror: "Voglio mettere insieme così tante star dell'horror da far sì che sia impossibile che la gente non venga a vedere il film. Voglio dar loro cose diverse da fare. Voglio Kane Hodder che spieghi con precisione quello che mangia. Voglio che Robert Englund sia un tipo tosto, che conosca il taekwondo o qualcosa del genere. Voglio tirare fuori i lati nascosti di questi ragazzi" ha spiegato Campbell.

"Alcuni interpreteranno sé stessi, alcuni interpreteranno altri personaggi. Potrei chiedere a Kane Hodder di fare Frankenstein, oppure potrebbe interpretare Kane Hodder stesso che combatte Kane Hodder come Frankenstein. Sarebbe folle" ha poi proseguito il regista. Insomma, le premesse sembrano decisamente buone: non ci resta che sperare che questo Bruce vs Frankenstein arrivi nelle sale il prima possibile! Di recente, intanto, Campbell ha annunciato il titolo del quarto film della saga di Evil Dead.


DC, MARVEL O KEANU REEVES? CHAD STAHELSKI PARLA DEL SUO RUOLO NEI FILM

Quando pensi a Chad Stahelski il primo nome a venire in mente è ovviamente quello di John Wick, ma come sicuramente molti di voi ricorderanno il lavoro del noto regista e stuntman non è legato soltanto al famosissimo franchise con Keanu Reeves.

Il buon Chad ha infatti prestato la sua esperienza da stuntman a vari progetti inerenti il Marvel Cinematic Universe e il DC Extended Universe, mettendo quindi la sua firma anche su altri due dei franchise più famosi dell'ultimo decennio.

Parlando delle sue esperienze con Marvel e DC, comunque, Stahelski ha sottolineato la sua felicità nel collaborare con produzioni del genere: "Collaborare con i registi per dare una spinta diversa al film, o semplicemente per scambiare idee sulle scene d'azione, è qualcosa che amo. Sono uno stuntman e un esperto di arti marziali. Sono un coreografo, amo fare coreografia. Ho 30 anni di esperienza in questo mondo e Joe ed Anthony Russo sono degli amici. Walter Hamada, che lavora per Warner Bros. e gestisce i film DC, è un amico" ha spiegato il regista.

Stahelski ha poi proseguito: "Ci sono anche altre persone per cui, se dovessero chiamarmi, correrei immediatamente. Anche se dovessi solo portargli le borse. Magari glielo devo. Magari gli voglio un bene da morire per tutto il sapere che mi hanno trasmesso, magari sono semplicemente dei bravissimi ragazzi". Stahelski, ricordiamo, ha messo le sua abilità al servizio di film come il recente Birds of Prey o Captain America: Civil War.

C'è un merito, però, che va attribuito a Keanu Reeves più che al regista: fu l'attore, infatti, a scegliere il nome John Wick per il suo personaggio; vediamo, invece, qual è la vera origine del soprannome di John Wick.


THE BATMAN, WILLEM DAFOE È UN INQUIETANTE JOKER IN UNA NUOVA STUPENDA FAN ART

Diciamocelo chiaramente, Willem Dafoe è nato per vestire i panni di Joker. Nessuno può vantare un sorriso più sinistro ed enigmatico di lui. Eppure, nessuno lo ha mai scritturato per questa parte. Un'incredibile fan art però ci mostra come sarebbe il noto attore statunitense nei panni del pagliaccio per il prossimo film The Batman di Reeves.

Il nuovo progetto sul cavaliere oscuro con protagonista Robert Pattinson si preannuncia come uno dei più eccitanti della DC, complice soprattutto il suo cast stellato. Vedremo infatti artisti del calibro di Zoe Kravitz nei panni di Catwoman, Paul Dano nei panni dell'Enigmista e Colin Farrell nei panni del Pinguino.

Nessun riferimento è stato fatto al nemico per antonomasia di Batman, molto probabilmente, entrerò a far parte solo nel secondo o terzo film di Reeves dedicato al cavaliere oscuro. Per tale motivazione un designer ha proposto l'attore naturalizzato italiano per questo straordinario personaggio.

Jaxson Derr ha immaginato Willem Dafoe nei panni di un classico principe del crimine. L'attore infatti indossa il classico abito da Joker, il solito trucco bianco e i capelli verdi. I fan hanno chiesto a gran voce di vedere Dafoe come il Joker per anni, quindi sarebbe molto affascinante vederlo coprire questo ruolo, in particolare al fianco di Robert Pattinson, con cui ha recitato insieme ne The Lighthouse del 2019. Entrambe le stelle hanno un ottimo rapporto e godono di una chimica speciale e sicuramente brillerebbero insieme come nemici in questa attesissima trilogia di Matt Reeves.

Sfortunatamente, non c'è certezza che Defoe - che in precedenza aveva interpretato Green Goblin nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi - entrerà a far parte del film DC. Inoltre, va tenuto presente che Willem Dafoe è già sul libro paga della DC poiché attualmente recita come Vulko in Aquaman.


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STAR WARS, ARRIVANO NUOVE INTERESSANTI RIVELAZIONI SUL PRIMO JEDI

Il mondo di Star Wars ha spiegato più volte in modo molto convincente che il primo Jedi non serviva affatto il lato chiaro della Forza; piuttosto, si trattava di una sorta di agente al servizio dell'equilibrio. Nei vari film abbiamo avuto modo di conoscere in maniera più o meno esaustiva l'antica storia dell'Ordine Jedi.

Quando Luke Skywalker si nasconde in un esilio auto-imposto nel remoto pianeta acquatico di Ahch-To, sito del primo tempio Jedi, scopre un interessante murales che rappresenta la nascita dell'Ordine. Il murales rivelava che il Primo Jedi era un membro di una razza aliena, probabilmente legata a una specie chiamata Zeffo, che già deteneva una sorta di proto-spada laser.

In questa rappresentazione Luce e Oscurità ricevono uguale importanza, lo Jedi era visto come rappresentante dell'oscurità nella luce e della luce nell'oscurità. In altre parole, il Prime Jedi sembrava essere un agente di Equilibrio.

Conferme di questa teoria, ci sono giunte anche dalla pubblicazione di Secrets of the Jedi, scritto dal Maestro Jedi Skywalker stesso. Qui c'è una prima sezione dedicata Forza, con Luke che discute l'idea dell'allineamento della Forza. Lo Jedi sostiene che tutti quelli che sono inclini a sfruttare le vaste energie della Forza devono compiere una scelta complessa, agire per il ben superiore o per il proprio interesse personale. Detto ciò, Luke affronta il concetto di equilibrio, elemento distintivo di cui si occupava il Primo Jedi.


HENRY CAVILL DIVENTA IL SUPERMAN DELLA JUSTICE LEAGUE OF TOMORROW IN QUESTA NUOVA FAN ART

Con l'annuncio della Zack Snyder's Justice League e l'inizio delle trattative con Warner Bros per tornare nel DCEU, Henry Cavill è tornato a far sognare i fan che non vedono l'ora di rivederlo nei panni dell'Uomo d'Acciaio. Nelle ultime settimane sono emerse diverse fan art dedicate alla star, tra cui una molto particolare.

Come potete vedere in calce all'articolo, infatti, l'artista Britedit ha pubblicato su Instagram un suggestivo artwork che immagina il Superman di Cavill in versione Justice League of Tomorrow: il costume riprende i colori oro e argento dei fumetti creando un effetto davvero particolare, soprattutto se pensiamo ad una sua eventuale trasposizione sul grande schermo.

Attualmente, lo ricordiamo, Superman non è stato incluso in alcuna sceneggiatura dei film DC in arrivo nei prossimi anni, e per il momento sembra dunque esclusa una sua possibile comparsa in film come The Batman, Black Adam o The Flash. Tuttavia, come confermato da vari report, lo studio è determinato a riportare Cavill nel DCEU e sta discutendo con lui le modalità del ritorno, che potrebbe avvenire nel secondo capitolo di Shazam! in arrivo 2022.


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GLI INTOCCABILI, ROBERT DE NIRO PRETESE DI INDOSSARE LA BIANCHERIA INTIMA DI AL CAPONE

Ne Gli Intoccabili a Robert De Niro toccò uno dei suoi ruoli più complessi nonché, stando a quanto ci racconta la storia del Cinema, uno dei più memorabili: dar volto a uno dei boss più famosi di tutti i tempi, iconico a partire da quel nome che tutti hanno sentito almeno una volta nella vita, non capita tutti i giorni.

Al Capone era un personaggio complesso anche per la relativa vicinanza storica (si parla, in fondo, degli allora ancora abbastanza recenti anni del proibizionismo) e per impersonarlo a dovere occorreva uno studio minuzioso, cosa nella quale il caro Bob ha pochi rivali in quel di Hollywood.

La star di C'era una Volta in America e Il Padrino è notoriamente un attore di metodo, capace di restare nei panni del suo personaggio anche quando la telecamera è spenta (per informazioni chiedere a Ben Stiller e al suo ricordo di Ti Presento i Miei). Portare avanti con successo questa filosofia richiede però una particolare attenzione ai dettagli, anche a quelli invisibili agli spettatori.

Già, perché pare che per entrare al meglio nei panni di Al Capone De Niro abbia voluto... Fisicamente entrare nei suoi panni, e quando diciamo tutti intendiamo proprio tutti! L'attore pretese infatti di indossare lo stesso tipo di biancheria di seta indossata dal boss, nonostante nessuno ovviamente l'avrebbe mai notato: la produzione, ben consapevole del modo di lavorare di Robert, non esitò però ad accontentarlo.


BATMAN, I FAN CHIEDONO A GRAN VOCE IL RITORNO DI BEN AFFLECK

ritorno di Ben Affleck nei panni di Batman, il supereroe più noto di Gotham City. Sebbene l'attore abbia chiarito più volte la sua volontà di non interpretare più il cavaliere oscuro, il pubblico lo reclama a gran voce.

Quest'anno, la campagna Release the Snyder Cut è riuscita a convincere la Warner Bros a rilasciare la Justice League di Zack Snyder su HBO Max. Ma ora i fan DC chiedono di più. Rivogliono il loro Ben Affleck. Come ben sappiamo l'attore aveva interpretato l'uomo pipistello in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League, ed è apparso anche in Suicide Squad.

Si paralava addirittura di un nuovo film sul giustiziere, in cui Ben Affleck avrebbe fatto il produttore, il regista e il protagonista. Tale progetto è ovviamente naufragato e ci ritroviamo ora con una nuova pellicola su Batman diretta da Matt Reeves e con protagonista Robert Pattinson. L'attore di Twilight inizialmente non ha convinto molto la critica ma, a detta di molti, e anche della collega Zoe Kravitz, sarebbe perfetto nei panni del cavaliere oscuro.

In molti però hanno avviato una battaglia social per il ritorno di Batfleck e, ora che la Snyder Cut è diventata realtà, c'è addirittura chi ipotizza che potrebbe essere realizzata una miniserie su HBO con Ben Affleck nuovamente nel ruolo di Batman.

Questo creerebbe certamente non pochi problemi con il The Batman di Reeves.
 
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