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Triplethor
view post Posted on 10/7/2020, 18:38 by: Triplethor
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Triplethor
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CINEMA NEWS SECOMDA PARTE

VENERDI

10/07/2020



AVENGERS: ENDGAME – L’EMOZIONANTE SCENA TAGLIATA CON KATHERINE LANGFORD ARRIVA DOPPIATA IN ITALIANO

Un bellissimo regalo per tutti i fan Marvel. Angelo Maggi e Martina Felli, le voci italiane di Robert Downey Jr. e Katherine Langford, hanno doppiato – in collaborazione con Gli acchiappafilm – una scena eliminata di Avengers: Endgame.

Come sappiamo, Katherine Langford era stata scritturata nel ruolo di Morgan Stark, la figlia di Tony (Robert Downey Jr.) e Pepper Potts (Gwyneth Paltrow). Questa versione adulta di Morgan sarebbe dovuta apparire alla fine del film, dopo lo schiocco di Iron Man: l’eroe si sarebbe così trovato in una dimensione metafisica – simile a quella in cui Thanos rivide la piccola Gamora al termine di Infinity War – e avrebbe incontrato Morgan, che lo avrebbe rassicurato sulla bontà delle sue azioni.

La scena è stata tagliata in fase di montaggio perché ritenuta inessenziale ma è stata successivamente diffusa e ora arriva anche in Italiano. Si tratta di un momento particolarmente emozionante.

L’emozionante scena tagliata di Avengers: Endgame con Katherine Langford




SPIDER-MAN 3 – ECCO IL COSTUME NERO NON UTILIZZATO, PIÙ FEDELE AI FUMETTI

Su twitter riemergono altre immagini degli screen test di Spider-Man 3, pubblicate nel 2018 dall’utente WilliamD1123.

Di recente abbiamo visto l’animatronic mai usato di Venom, mentre ora possiamo dare un’occhiata a una prima versione del costume nero dell’Arrampicamuri, molto più fedele ai fumetti. Nella versione definitiva del cinecomic, quando il simbionte si unisce a Peter, il costume resta sostanzialmente uguale: cambia soltanto il colore, mentre il simbolo sul petto viene reso un po’ più minaccioso. Negli albi Marvel, invece, il costume nero è completamente diverso dall’originale. Peter ne entra in possesso sul pianeta delle Guerre segrete, salvo poi liberarsene quando scopre che si tratta di un alieno; il simbionte trova quindi un nuovo ospite in Eddie Brock.

La realizzazione di Spider-Man 3 è stata piuttosto combattuta in corso di scrittura. Il regista Sam Raimi – che prediligeva i supercattivi dell’epoca di Stan Lee – aveva concepito una trama con l’Avvoltoio e l’Uomo Sabbia come antagonisti, ma il produttore Avi Arad insisté per inserire Venom, personaggio molto amato e richiesto dai fan. Raimi cedette, e buttò il film volutamente in caciara: l’esito finale è tuttora molto criticato, nonché oggetto di numerosi meme grazie al celebre “emo Peter” contagiato dal simbionte.

Come sappiamo, Sam Raimi tornerà alla regia di un cinecomic con Doctor Strange in the Multiverse of Madness, mentre Venom è diventato protagonista del suo franchise cinematografico (slegato da Spider-Man 3). L’anno prossimo uscirà il sequel, ancora con Tom Hardy nel ruolo di Eddie Brock.

Vi terremo aggiornati.

Ebbene, è evidente che la produzione considerò anche una versione dell’uniforme più vicina ai fumetti, e più gradita ai fan. L’immagine ritrae i costumisti mentre provano due versioni del ragno: quella applicata sul petto è identica ai fumetti, l’altra è simile alla forma che avrebbe poi assunto nel film. Potrete vederla qui di seguito.

L’immagine




KRISTEN WIIG È CHEETAH IN UN’IMMAGINE PROMOZIONALE DI WONDER WOMAN 1984

La Warner Bros. non ha ancora svelato un’immagine ufficiale di Barbara Ann Minerva (Kristen Wiig) dopo la trasformazione in Cheetah, ma i materiali promozionali continuano a offrirci qualche anticipazione.

Stavolta abbiamo a disposizione una sorta di poster che mostra la stessa immagine delle carte da gioco, ma con una qualità migliore. L’impressione è che la metamorfosi di Barbara sarà realizzata in buona parte con il make-up, ma probabilmente avrà anche qualcosa in CGI.

A questo punto, è verosimile che le prime immagini ufficiali di Cheetah arrivino con il nuovo trailer, che quasi certamente sarà lanciato al DC FanDome del 22 agosto. Potrete vedere il poster qui di seguito, ma prima vi ricordo che l’uscita italiana del film è prevista per ottobre.
La trama
Nel film, Diana (Gal Gadot) dovrà vedersela con Barbara Ann Minerva alias Cheetah (Kristen Wiig), sorta di versione corrotta e antecedente di Wonder Woman: posseduta dalla Dea della Caccia, Cheetah è un ibrido tra una donna e un ghepardo, dotata di velocità, riflessi, forza e sensi sovrumani, oltre che di artigli capaci di tagliare praticamente ogni materiale.

Per il resto, sappiamo che la storia sarà ambientata negli anni Ottanta, durante gli ultimi scampoli della Guerra Fredda.

Nel cast ci saranno anche Pedro Pascal (Maxwell Lord), Natasha Rothwell, Ravi Patel, Gabriella Wilde e Soundarya Sharma. Inoltre, Chris Pine tornerà nel ruolo di Steve Trevor.

Com’è noto, la regia di Wonder Woman 1984 è curata nuovamente da Patty Jenkins. Hans Zimmer è stato incaricato di scrivere la colonna sonora.

Vi ricordo che il primo Wonder Woman ha guadagnato 821 milioni di dollari in tutto il mondo

Kristen Wiig è Cheetah


kristen-wiig-cheetah-wonder-woman-1984

Galline in Fuga 2: Julia Sawalha non tornerà come voce di Ginger perché giudicata “troppo vecchia”, l’attrice furiosa su Twitter

Se, da una parte, è quasi sicuro che Mel Gibson non tornerà a doppiare Rocky Bulboa in Galline in Fuga 2 per via dei suoi ben noti trascorsi “comportamentali” in materia di antisemitismo, omofobia e alcolismo, anche Julia Sawalha, la voce originale di Ginger, ha ricevuto il ben servito dalla Aardman e da Netflix perché giudicata troppo vecchia.

L’attrice è intervenuta su Twitter esternando tutta la sua rabbia:

https://t.co/MqUCOLWuPZ?amp=1

Nella dichiarazione diffusa via social ha spiegato di aver appreso, circa una settimana fa, di essere troppo in là con gli anni per tornare a doppiare Ginger:

Mi hanno detto che la mia voce suona troppo vecchia e vogliono un’altra attrice per la parte […] Normalmente in circostante come questa, a un’attrice viene data la possibilità di fare un test vocale per stabilire l’idoneità del timbro e del tono di voce, opportunità che a me non è stata data. Vista la passione che nutro per il mio lavoro, l’ho fatto da sola e l’ho mandato ai produttori che, però, mi hanno confermato l’intenzione di effettuare un nuovo casting per Ginger. Sento di essere stata derubata. Dire che sono devastata e furiosa sarebbe un eufemismo. E mi sento anche del tutto impotente.

L’attrice, una celebrità del piccolo schermo in Inghilterra, è nata il 9 settembre del 1968.

Questa la sinossi preliminare di Galline in Fuga 2:

Dopo essere riuscita a portare a termine una fuga potenzialmente mortale dalla fattoria di Tweedy, Ginger è riuscita finalmente a esaudire il proprio sogno: trovare una pacifica isola-santuario per tutto lo stormo, un luogo lontano dai pericoli del mondo umano. E quando lei e Rocky “schiudono” una piccoletta di nome Molly, il sogno di Ginger sembra arricchito da un lieto fine. Ma sulla terraferma tutta la specie delle galline deve affrontare una nuova, terribile minaccia. Per Ginger e la sua squadra arriva il momento di fare qualcosa anche se questo significherà mettere a repentaglio la loro libertà così duramente guadagnata.

Il sequel di Galline in Fuga sarà diretto da Sam Fell (Giù per il Tubo) e prodotto da Steve Pegram (Arthur Christmas) e Leyla Hobart, con Peter Lord, Carla Shelley e Karey Kirkpatrick in qualità di executive producer. Lo script sarà realizzato da Karey Kirkpatrick, John O’ Farrell e Rachel Tunnard con Nick Park, creatore di Wallace and Gromit, come consulente creativo.


Parasite, il trailer della versione in Bianco & Nero del film di Bong Joon-Ho

Nei cinema inglesi la versione in Bianco e Nero di Parasite, l’acclamato film di Bong Joon-Ho trionfatore a Cannes e agli Oscar, sarà disponibile dal 24 luglio (e lo sarà, ovviamente, anche on demand) e ora nella parte superiore della pagina potete ammirare il trailer.
A fine gennaio, quando l’emergenza nuovo Coronavirus non si era ancora delineata completamente nella sua drammaticità, Bong Joon-Hosi era così espresso circa l’arrivo di questa versione alternativa di Parasite:

Sono estremamente lieto di poter presentare, sul grande schermo, la versione in bianco e nero di Parasite. Sarà affascinante constatare come può cambiare l’esperienza di visione di un film presentato in bianco e nero. Ho guardato questa versione un paio di volte e mi ha dato quasi l’impressione di una fiaba, quella strana sensazione di guardare un film dei vecchi tempi.

Parasite, la sinossi ufficiale del film di Bong Joon-ho:
I quattro membri della famiglia di Ki-taek sono molto uniti, ma anche molto disoccupati, e hanno davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio dai Park. Arrivato a casa del signor Park, proprietario di una multinazionale informatica, Ki-woo incontra la bella figlia Yeon-kyo. Ma dopo il primo incontro fra le due famiglie, una serie inarrestabile di disavventure e incidenti giace in agguato.

“Storia di inganni e servi astuti, di raggiri scaltri e nere conseguenze per quelli che sembrano essere i più furbi. Parte come una commedia sofisticata, tutta trovate geniali (la casa in cui vive la famiglia povera, la professionalità con cui scroccano il wifi all’inizio), prosegue come un thriller e finisce come una tragedia greca”: così il nostro Gabriele Niola ha descritto Parasite nella sua recensione dalla Croisette. Nel cast Song Kang-ho (che ha già lavorato col regista nelle sue precedenti opere Memories of Murder, The Host e Snowpiercer), Lee Sun-kyun e Jo Yeo-jeong.

Ecco anche un poster:






Star Wars: i fratelli Russo avrebbero voluto una trilogia sequel incentrata su Luke Skywalker

I fratelli Russo hanno parlato con ComingSoon.net dell’impatto di Star Wars su Avengers: Infinity War e Endgame, alludendo alla direzione che avrebbero voluto che prendesse la trilogia sequel.
Quando il giornalista ha chiesto ai due fratelli cos’è che avrebbero fatto diversamente se avessero avuto la possibilità, Joe ha risposto quanto segue:

Da fan sfegatati di Star Wars, probabilmente ci saremmo concentrati sulla storia di Luke Skywalker. Credo che ci fosse del potenziale per tre film per portare a compimento la sua storia. Ma ognuno fa la sua scelta.

Visto che Star Wars è stato così importante per noi da giovani, girare Infinity War e Endgame è stato un po’ come il nostro Impero [colpisce ancora]. Sono stati l’espressione di ciò che quei film hanno significato per noi da bambini e di ciò che ne abbiamo ricavato e tratto in termini di modelli e struttura narrativa. In [Infinity War e Endgame] abbiamo replicato gli stessi modelli.

Qualcuno di molto vicino ai fratelli Russo, in effetti, avrà modo di lavorare a un progetto ambientato nel mondo di Star Wars. Parliamo di Kevin Feige, il presidente dell’Universo Cinematografico Marvel.

In un’intervista proposta dall’Hollywood Reporter qualche mese fa, i registi avevano avuto modo di spendere qualche parola sul coinvolgimento di Feige in questo progetto di Star Wars di cui, sostanzialmente, non sappiamo ancora nulla:


Star Wars è il primo nonché vero amore di Kevin. È una persona che ha un grande, enorme seminterrato talmente colmo di oggetti di Star Wars da riempire un museo. Qualunque cosa finirà per fare sarà appassionata, emozionante e unica.

Gabriele Muccino su premi, ispirazioni, “repeaters” e il finale di Gli anni più belli proposto da Favino | EXCL

Torna al cinema il 15 luglio Gli anni più belli di Gabriele Muccino, dopo aver incassato 5 milioni di euro in tre settimane di programmazione. Prima il rallentamento dato dall’incertezza, poi lo stop per la chiusura delle sale.
C’è insomma a parere della distribuzione e dello stesso regista e sceneggiatore ancora una fetta di pubblico che voleva vederlo e non l’ha visto. La nuova uscita dà la possibilità di farlo. Anche se le speranza sugli incassi sono moderate.

Che ti aspetti?

GABRIELE MUCCINO: Beh l’estate non è mai stata una grande stagione per il cinema in italia ma anche se non ci sono tutte le sale aperte, ci sono più arene che mai e non ci sono concerti. Alla fine l’unico evento aggregativo dell’estate saranno le arene. Del resto come dice Jovanotti l’estate italiana è la più grande invenzione di sempre.
Non ho previsioni precise. Penso che se avesse fatto la sua corsa normalmente sarebbe potuto arrivare sicuro a 7 milioni, non ci arriveremo adesso, ma già l’idea che chi lo voleva vedere possa farlo, e sul grande schermo con una formula aggregativa mi piace. Del resto il film racconta di gente che si smarrisce e si ritrova, che è paradossalmente quel che abbiamo vissuto, penso che la gente reagirà in modi ancora più stratificata a quel che succede nel film.

Ho letto che hai scritto che è il tuo film più riuscito. Come valuti i tuoi film?

GM: È impossibile per me valutarmi dall’esterno, l’unica validazione è quella del pubblico. Questo film ha avuto una quantità fuori standard (anche per me) di gente che è tornata a vederlo anche due o tre volte, i cosiddetti “repeaters”. Mi era capitato solo con La ricerca della felicità e parecchio con L’ultimo bacio. Nessun altro dei miei film li ha avuti.

Ma questi sono dati, invece come lo vedi tu il film?

GM: Lo trovo molto onesto. C’è grande onestà in tutti e non hanno bisogno dell’isteria che io spesso uso come motore narrativo. Ne ho usato uno diverso, il tempo che li guida e li smarrisce. Infatti non sono personaggi nevrotici, sono infelici, sconfitti a tratti vinti ma non quello non c’è “l’isteria mucciniana”.

L’hai abbandonata?

GM: No magari nel prossimo film ce la metto, io ci sto bene nonostante quel che dicano i detrattori. Solo che sentivo che per questo film questo fosse il modo più giusto di procedere. Il perimetro del resto era chiaro dall’inizio, Una Vita Difficile o C’eravamo Tanto Amati ovviamente (del resto il secondo è chiaramente ispirato al primo, Sordi si triplica e diventa tre personaggi), è il perimetro del tempo come lo scandiva Sonego con i titoli di giornale.

A proposito come hai lavorato al remake?

GM: Abbiamo preso i diritti di C’eravamo tanto amati ma poi devo ammettere che scrivendolo, essendo gli anni miei quelli che racconto, tutto il giudizio morale sulla politica e sulla storia era costretto a lasciare la scena. Mi sono andato sempre di più ad infilare nella biografia e autobiografia di quella parte della mia generazione che non aveva ideologia politica perché gli era stata tolta dai padri e dai fratelli maggiori e non aveva un giudizio morale su ricchi e poveri come l’aveva invece l’ideologia comunista di Scola, Age e Scarpelli o il cinema di quegli anni. Per questo ero partito per fare una sorta di remake ma è diventato un film liberamente ispirato. Ma c’è anche Una vita difficile dentro come dicevo o Birdy di Alan Parker.

C’è una scena, quella in cui Micaela Ramazzotti sale le scale e ogni piano è diversa, che è sia qualcosa che non hai mai fatto prima (l’astrazione, il momento irreale) che la summa di tanti elementi che hanno contraddistinto la tua carriera (la foga, la corsa, i sentimenti e il tecnicismo). Tu ti vedi così?

GM: Io vedo i miei film come fatti da personaggi che corrono e pensano a cosa fare mentre corrono. Lo dissi pure a Will Smith che invece è il contrario, lui prima pensa e poi va. I miei personaggi sono così: impulsivi e distruttivi. In quella corsa probabilmente c’è la mia idea di cinema.

Da dove ti viene, di certo non dalla tradizione italiana…

GM: Credo che venga da Nato il 4 luglio, il momento in cui Tom Cruise va al prom correndo sotto la pioggia e bacia lei, proprio poco prima di partire per il Vietnam. Quel film lo vidi molto prima di fare il mio primo corto ma credo che abbia disegnato molto di come faccio certe scene. Poi ovviamente ci sono tante altri film che mi hanno formato eh….

Quando fai qualcosa come questa sei eccitato perché stai facendo qualcosa per te di nuovo o sei preoccupato perché stai andando fuori dal tuo seminato e non lo sai come reagirà il pubblico?

GM: Onestamente io sono un po’ spavaldo e non mi preoccupo se qualcosa piacerà o meno, o almeno me ne preoccupo il minimo sindacale per sopravvivere, ma tutto il resto ho capito che non lo puoi prevedere. Il pubblico, piange quando pensi che riderà o si annoia quando pensi che si ecciterà. Per questo mi considero autore, perché non ho la necessità di piacere anzi spesso quando faccio un film mi assicuro che sia scomodo che in qualche declinazione dia fastidio che non sia accomodante. Mi piacciono i finali di Ricordati di me o L’ultimo bacio, non concilianti.

Però è pure vero che molti dei tuoi film come La ricerca della felicità o questo finiscono in modi molto concilianti.

GM: Ammetto che stavolta è stato molto frutto del dialogo con Pierfrancesco Favino. Il finale sarebbe stato appena meno conciliante nella mia testa ma lui che ha una bella testa ed è un ottimo sparring partner, mi fece riflettere all’ipotesi del finale conciliante che abbiamo poi fatto.
E per arrivare a quel finale ho aggiunto una scena. Originariamente lui faceva capodanno con la sua famiglia, prigioniero della gabbia dorata, e Favino mi spiegò in modo molto incisivo e ben argomentato che bisognava che il film edificasse qualcosa in questo momento storico. Allora per giustificare quel ritorno ho aggiunto una scena, quella in cui tornano nella vecchia casa.

Incredibile! È bellissima quella scena, con lui che guarda il suo passato e indica dove dormiva. È proprio un classico nostalgico del tuo cinema, pensavo stesse lì dall’inizio…

GM: No no, è proprio la scuola del neorealismo, quella che mi ha fatto decidere di fare il regista. Io faccio il regista perché ho visto Ladri Di Biciclette e Umberto D., poi tanti altri film erto, ma senza quei due forse non l’avrei mai fatto. Quei film mi hanno detto: puoi fare questo mestiere per raccontare piccole storie di piccoli uomini e tramite essere raccontare tutti gli altri.

Questa te la devo chiedere visti i commenti degli ultimi giorni. Ma perché tieni così tanto ai premi? Io è dai primi anni 2000 che mi ricordo tue polemiche su premi mancati…

GM: Sì iniziò tutto nel 2003 quando presi 13 candidature ai David per Ricordati di me e lì, in sala durante la premiazione, sentivo proprio l’energia incattivita dietro di me

Sì ma questa energia incattivita non può che essere nella tua testa…

GM: Ma guarda che non c’era ai tempi di Come te nessuno mai, tutti dicevano “Che bravo questo giovane”, e anche con L’ultimo bacio, applausi e pacche sulle spalle.
Poi l’energia è cambiata e io non ho fatto nulla per andare incontro a quella parrocchia, mi sento distante. Poi ho pure fatto l’esperienza dei film americani che mi ha portato ancora più lontano, figurati….

Ma tu sai bene che anche registi cruciali per la storia del cinema non ne hanno presi di premi e dall’altro lato ci sono registi molto premiati che darebbero un braccio per incassare quel che incassi tu facendo i film che vuoi fare. Eppure si capisce che non riesci a tenertelo dentro.

GM: Certo i premi non sono importanti, lo so, ma quando fai un film comunque ti piacerebbe che ti riconoscessero il talento che sai di avere. Sennò nemmeno esisterebbero i premi!
Il punto è che mi dà fastidio perché mi dispiace per la categoria e per il paese.
Te lo dico in maniera abbastanza diretta io mi sento migliore di molti miei colleghi. Ce ne sono pochissimi che ammiro, rispetto e stimo, si contano su mezza mano, quelli che chiamo a casa quando fanno film che mi piacciono molto, saranno 3 o 4, siamo in quell’ordine di idee. Non sono geloso degli altri, sono dispiaciuto della mentalità provinciale che ho sentito molto quando ero in America. Lì ho visto chiaramente quanto è provinciale l’Italia.

Anche Luca Guadagnino spesso ha rimostranze simili alle tue, pensi che ci sia qualcosa che, in questo senso, vi unisce? Avete una caratteristica comune che non piace?

GM: Con tutto il rispetto io a differenza sua ho uno zoccolo molto duro in Italia e ho avuto anche dei successi da blockbuster in America, le proporzioni sono diverse. Ad oggi Guadagnino non ha un pubblico in Italia, è conosciuto ma non ha costruito un pubblico che sa cosa va a vedere anche senza poster. “Un film di Gabriele Muccino” dice già al pubblico cosa può trovare. Questa differenza fa sì che io non riesca a paragonare le nostre situazioni.
Ti posso dire un’altra cosa però, mi piace molto il modo che ha di raccontare Garrone, anche se non vado matto per Pinocchio (ma è perché amo molto quello di Comencini). Quando vedo i suoi film mi dico: “Beh ecco un cazzo di regista”. Quella è una cosa che mi fa bene. Il cinema bello mi fa sentire bene e quello brutto mi fa sentire mediocre e anche questi giochi da parrocchia mi fanno sentire che vivo in un campionato mediocre. Per questo me la prendo.
È che vorrei appartenere ad un paese più grande più ampio, in questi premi invece sì palesa il piccino picciò.


Keanu Reeves nuovamente nei panni di Constantine in una fan art di Boss Logic

Vi piacerebbe divedere Keanu Reeves nei panni di John Constantine? Se la risposta è si allora Boss Logic è qui per voi.
L’autore e illustratore ha infatti realizzato una suggestiva fan art in cui vediamo Reeves nuovamente nei panni dell’iconico personaggio.

Ricordiamo che Keanu Reeves (protagonista del film), il regista Francis Lawrence e il produttore Akiva Goldsman saranno presenti al panel digitale dedicato al 15° anniversario del film organizzato da Collider per il Comic-Con@Home.

Qua sotto trovate la sinossi ufficiale di Constantine:

John Constantine è un investigatore dotato di poteri paranormali che nella vita ha un’unica missione: sconfiggere il male per guadagnarsi il Paradiso e sfuggire così all’Inferno al quale è condannato. Il suo destino è stato segnato molto tempo prima, quando ancora bambino si tolse la vita per sfuggire alle visioni che lo tormentavano e, dagli Inferi, gli fu concesso di continuare a vivere nel mondo degli uomini – una sorta di terra di mezzo tra il regno dei cieli e l’oltretomba – fino al giorno della sua morte. Quando la detective Angela Dodson, della polizia di Los Angeles, gli chiede aiuto per scoprire chi ha ucciso la sua gemella Isabel, morta in circostanze misteriose, i due iniziano a indagare insieme…




Halloween Kills, il produttore sullo slittamento: “È la decisione migliore”

Il produttore di Halloween Kills Malek Akkad ha rilasciato una dichiarazione al sito Halloweenmovies a proposito della decisione di rimandare il film di un anno intero a ottobre 2021.
Queste le sue parole:

Spostare l’uscita di Halloween Kills è stata una decisione difficile. Tutto il cast e la troupe erano davvero emozionati di condividerlo con il mondo. Tuttavia, crediamo tutti che sia la cosa migliore da fare, visto che vogliamo che il film venga visto nel miglior formato possibile. So che molti fan di Halloween resteranno delusi, abbiamo sempre apprezzato il loro supporto e il loro amore per questa serie di film. Spero siano d’accordo sul fatto che, date le circostanze, è la decisione migliore e che il film ripagherà l’attesa.

Come dichiarato da John Carpenter e da David Gordon Green:

Se il film arrivasse al cinema a ottobre come da programma, dovremmo affrontare la possibilità che venga fruito attraverso un’esperienza cinematografica compromessa. Dopo aver valutato le nostre opzioni, abbiamo deciso di rimandare l’uscita cinematografica di un anno.

Halloween Kills ha una data d’uscita fissata al 15 ottobre 2021; Halloween Ends – che chiuderà la serie di film su Halloween con Jamie Lee Curtis – uscirà 14 ottobre 2022. Entrambi i film sono diretti da David Gordon Green e basati su una sceneggiatura di Green, Danny McBride e Scott Teems (Paul Brad Logan e Chris Bernier hanno collaborato alla sceneggiatura di Halloween Ends).

Malek Akkad, Jason Blum e Bill Block figureranno come produttori. John Carpenter, Danny McBride e David Gordon Green saranno invece i produttori esecutivi insieme a Jamie Lee Curtis, Jeanette Volturno e Couper Samuelson.


Batman Forever: al momento non ci sono piani per portare la versione estesa su HBO Max

HBO Max ospiterà la Snyder Cut di Justice League, potrebbe finire per proporre l’Ayer Cut di Suicide Squad, potrebbe dare nuova vita al prequel di Shining voluto da Mike Flanagan, ma, al momento la dirigenza della Warner non ha in cantiere di rendere pubblica la versione estesa di Batman Forever di Joel Schumacher.
L’aggiornamento arriva da Variety in un articolo in cui viene spiegato che lo studio non ha alcun piano relativo alla diffusione in streaming della versione da 170 minuti di Batman Forever e di non sapere se il girato sia “sopravvissuto” a 25 anni di distanza dall’uscita della pellicola.

Una settimana fa, il giornalista e podcaster Marc Bernardin affermava che esisterebbe una versione lunga quasi tre ore di Batman Forever, da qualche parte nell’archivio della Warner Bros. L’informazione era stata data durante il podcast di Kevin Smith FatMan Beyond:

Posso dire con una certa sicurezza che esiste, nell’archivio della Warner Bros., una versione lunga 170 milioni di Batman Forever. Penso che quella versione indagasse molto più in profondità la sua psicosi infantile e i suoi blocchi mentali, e che fosse una versione molto più seria e dark del film. Si tratta di uno dei primi montaggi che Joel propose allo studio, alla fine lo rimontarono perché “era troppo dark” per i bambini. Dovevano vendere quegli Happy Meal, non era il caso di impegnarsi molto nel trauma dell’omicidio avvenuto quando era un bambino. C’era Jim Carrey, bastava fargli fare qualcosa di divertente.

Ache loro di BadTaste, nel lungo approfondimento su Batman Forever e Batman & Robin pubblicato dopo la morte del filmmaker, vi abbiamo raccontato come in particolare il primo film non abbia riflettuto le idee iniziali del regista:

Schumacher dal canto suo amava Batman, e avrebbe tanto voluto portare sul grande schermo Anno uno di Frank Miller, in sostanza l’opposto polare di quello che Warner voleva da lui. Successe quindi che in corso di produzione tutte le idee di Schumacher considerate troppo cupe e non vendibili vennero messe in soffitta, e Batman Forever nacque principalmente come veicolo per vendere giocattoli e per ridonare a Batman il suo status di “eroe per tutti grandi e piccini”. Stiamo parlando di un film per il quale Warner non prese neanche in considerazione l’idea di richiamare Tim Burton perché McDonald’s aveva detto che Batman – Il Ritorno era invendibile sotto forma di Happy Meal perché non adatto ai bambini. È la prima lezione importante da ricordarsi quando si parla di Batman Forever: quasi nulla di quello che si vede è frutto di un’idea originale e autoriale di Schumacher, ma dell’incessante labor limae di decine di focus group impegnati a sanificare e neutralizzare qualsiasi spigolo rimasto al Cavaliere Oscuro.


Avengers 5, la trama svelata in easter egg di Avengers: Endgame?

Le fan theory sul mondo Marvel he girano nel web sono sempre ricche di fantasiose indiscrezioni che, a volte, si sono anche rivelate veritiere. Che sia lo stesso anche per questo easter egg di Avengers Endgames che rivelerebbe un prezioso indizio sulla trama di Avengers 5?

Secondo quello che racconta il sito Inverse, i registi Anthony e Joe Russo potrebbero aver nascosto nell’ultimo film, quello che ha visto i vendicatori dimezzati a causa delle devastanti conseguenze dello schiocco delle dita di Thanos che ha usato il guanto dell’Infinito per eliminare metà della popolazione dell’universo, un riferimento al prossimo film.

Su Reddit infatti un utente ha condiviso due immagini di Hulk suggerendo un collegamento con i fumetti. Il primo vede Smart Hulk che trattiene le macerie del quartier generale degli Avengers per evitare che collassasse, il secondo è Hulk nei fumetti che regge una montagna con tutte le sue forze.

A una prima occhiata di chi non conosce bene i fumetti Marvel, questa immagine non restituisce nulla di più di Hulk intento a usare la sua poderosa forza, come gli è già capitato di fare molte altre volte. Il confronto però suggerisce altro a chi il mondo Marvel lo conosce a menadito e ha bene in mente la cover del fumetto Secret Wars # 4 pubblicato nel 1985.

Secret Wars è stato un grosso problema per la Marvel negli anni ’80. Il massiccio evento crossover ha visto la collisione di più universi, linee temporali e personaggi. La trama è stata successivamente aggiornata nel 2015, con piccole differenze che hanno avuto un impatto drammatico sul futuro degli eroi della Marvel.

La storia raccontata in Secret Wars # 4 includeva un episodio che vedeva in rovina il quartier generale dei Vendicatori. Tuttavia, a differenza di Endgame, nel fumetto cadeva un’intera montagna sulla testa degli Avengers. Hulk si trovava così di fronte al compito quasi impossibile di sostenerla mentre Reed Richards (dei Fantastici Quattro) usa le sue formidabili conoscenze scientifiche per fare un foro gigante sul fianco per scappare.

I fratelli Russo si sa, sono da sempre grandi fan della versione a fumetti degli Avengers e di Secret Wars in particolare, tanto che durante un’intervista a Los Angeles nel 2018 disero che sarebbero tornati nell’MCU solo se avessero potuto dirigere un film tratto da Secret Wars. Un riferimento al fumetto in Endgame quindi pare sia più di una semplice coincidenza, suggerendo che Secret Wars potrebbe davvero incombere nel futuro degli Avengers.


Ghost: da 30 anni "Ti amo", "Idem"

Il 13 luglio del 1990 usciva il film Ghost - Fantasma. Vi raccontiamo le curiosità, i personaggi, le battute memorabili e l'origine del fantasy romantico con Patrick Swayze, Demi Moore e Whoopi Goldberg.

"Tutti noi possediamo un'anima che continua a vivere dopo la morte del nostro corpo” - dichiarava Jerry Zucker a pochi anni dall'uscita di Ghost, che fu il film dall’incasso più alto del 1990 e ottenne 5 candidature all'Oscar e due vittorie.
Jerry Zucker… che strano trovarlo a dirigere il sentimentale fantasy che ha reso immortale lo scambio di battute "Ti amo", "Idem". Che strano che uno dei registi-produttori-sceneggiatori dell'impareggiabile terzetto a cui dobbiamo commedie travolgenti come L'aereo più pazzo del mondo e Top Secret! abbia deciso di guardare altrove, innamorandosi di una sceneggiatura di Bruce Joel Rubin che, sì, recuperava la tradizione del fantasma intrappolato in una dimensione intermedia fra la terra e the great beyond, ma che anticipava in qualche modo il revival della spiritualità New Age senza rinunciare a elementi thriller e noir. Ecco, Ghost - Fantasma è anche una commistione di generi e senza Zucker avrebbe probabilmente conservato quel coté dark e forse sconsolato che rendeva la prima versione del copione così diversa da quella attuale. L'avventura cominciò più di 30 anni fa e sorprende dover annoverare il film fra i blockbuster dell'epoca, perché oggi i blockbuster sono altri, e qualunque sia loro categoria di appartenenza, difficilmente abbandonano una velocità di racconto ai limiti della schizofrenia e del videogame per crogiolarsi in una piacevole lentezza che per noi è invece sinonimo di un necessario approfondimento di temi, situazioni e personaggi.
E’ patinato Ghost, certo, e gli effetti speciali magari sono un po’ datati perfino per l'epoca, ma il film con Demi Moore, Patrick Swayze e Whoopi Goldberg è comunque diventato mito, archetipo, elemento imprescindibile di quella cultura pop che, non solo per chi ha superato i primi anta, è della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, sogni cinematografici, s’intende. Il nostro si è infranto con la morte prematura di Patrick Swayze nel 2009. Ci manca Patrick Swayze, e anche se sorridiamo a ricordarlo girare per casa di notte a torso nudo e con i jeans, la sua performance in Ghost e i suoi duetti comici con Whoopi Goldberg non li dimenticheremo mai. Ghost arrivò in sala il 13 luglio del 1990 e quindi festeggiamo con gioia i suoi primi 30 anni, cominciando con il trailer.

Ghost: l'idea del film
Ad avere l'idea di Ghost è stato lo sceneggiatore Bruce Joel Rubin e questa idea si è rivelata geniale, perché puntuale è arrivato l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale (oltre a quello per la migliore attrice non protagonista). In realtà il fantasma senza requie di Sam Wheat aveva un suo illustre predecessore in un personaggio della tragedia forse più famosa di William Shakespeare: l'Amleto, quindi non era interamente farina del sacco di Rubin. Una volta Bruce Joel vide (o meglio rivide) l'Amleto e rimase colpito dalla figura del padre del Principe di Danimarca che appariva di notte al figlio dicendogli di vendicare il suo assassinio. "Cosa succederebbe se una cosa del genere accadesse nel XX° secolo?" - si chiese lo sceneggiatore. Questa domanda è stata la prima pietra del film, che apre la porta a diversi fenomeni paranormali: la possessione demoniaca, i medium e i poltergeist. Un'altra fonte di ispirazione di Ghost, almeno secondo i Trivia di imdb, è il libro Life After Life (scritto dal Dottor Raymond Moody e pubblicato nel 1975), che parlava di diverse persone morte per breve tempo e poi tornate in vita chiamate NDE o Near-Death Experience. Dal testo la sceneggiatura riprende l'idea degli spiriti neri che afferrano i morti che sono stati cattivi per portarli nel cosiddetto Lower Space, l’ipotesi che gli amici e congiunti di chi lascia il nostro mondo per entrare nell'Afterlife (la vita dopo la morte) lo accolgano affettuosamente, e infine quel "tunnel" di luce bianca che solitamente appare subito dopo la morte di qualcuno e che prefigura il viaggio nell'aldilà. In realtà a mostrare il tunnel, ben prima di Moody, era stato il pittore Hieronymus Bosch (nel 1490) nel dipinto Ascesa all'empireo. Tornando a Rubin, il poveretto sperava che a trasformare in un film la sua sceneggiatura sarebbe stato uno Spielberg, uno Scorsese o un Kubrick. Immaginate la faccia che fece quando i produttori gli comunicarono che avrebbe invece dovuto interagire con Jerry Zucker. Rubin decise di dare una possibilità al regista: lo invitò a cena chiedendogli di parlare di tutto fuorché di Ghost. La serata fu piacevolissima, nacque una bella amicizia e il copione venne rimaneggiato 19 volte. La battuta più difficile da scrivere? Quella pronunciata da Sam a fine film: "E’ meraviglioso, Molly, l'amore che hai dentro, portalo con te".

Gli attori e i personaggi di Ghost
Quando è stato preso per Ghost, Patrick Swayze era già una celebrità. A renderlo tale era stato Dirty Dancing - Balli proibiti, uscito nel 1987. L'attore aveva appena interpretato il protagonista de Il duro del Roadhouse, che non era esattamente 2001: Odissea nello spazio o Il settimo sigillo. Ecco perché, quando Bruce Joel Rubin propose Swayze a Zucker, il regista gli rispose lapidario: "Over my dead body" (neanche morto). Però il bel Patrick aveva talento da vendere, e quando si presentò ai provini e recitò ben 6 scene, Zucker disse : "Lo voglio". Ma perché Rubin desiderava così tanto Patrick Swayze? Perché era rimasto profondamente colpito da un'intervista in cui l'attore, parlando di suo padre, che era morto addirittura 8 anni prima, era scoppiato a piangere. Lo sceneggiatore si era detto: "Se un macho del genere può versare fiumi di lacrime per una persona cara che lo ha lasciato, allora significa che è perfetto per il ruolo". Swayze pensò effettivamente al suo papà durante il film, in particolare nel finale, e nell'ultima scena si commosse non poco. Più tardi spiegò: "Dovevo fare Ghost per la mia anima", aggiungendo: "Non volevo più essere considerato solo un attore da action movie". Ghost, tuttavia, non fu per lui una passeggiata. Interpretare un personaggio che invece di agire reagisce è sempre compito assai arduo per un attore, così come recitare in una "love-story con un morto". Sam Wheat diede un'ulteriore impennata di popolarità a Patrick, e ovunque andasse, il nostro si sentiva chiedere da qualche signora con l'aria sognante di ripetergli la parola "idem".

Demi Moore e quel caschetto mozzafiato
Quando venne ingaggiata per il ruolo di Molly, una ragazza normale innamorata di un ragazzo normale, Demi Moore aveva qualche perplessità. Innanzitutto la spaventava la prospettiva di dover piangere per metà film, cosa che sapeva fare benissimo, tanto che a Hollywood era rinomata proprio per la sua capacità di versare lacrime a comando. E poi temeva che il film si sarebbe rivelato un fallimento al boxoffice. Nel periodo immediatamente successivo all'uscita di Ghost dichiarò infatti: "Quando lessi la sceneggiatura pensai: wow, questa è davvero la ricetta per un disastro. Questo film o diventerà qualcosa di veramente speciale e straordinario, oppure sarò un fiasco colossale". Per fortuna tutto andò per il meglio, anche per via di quel caschetto sfoggiato il primo giorno di riprese. La Moore, che dopo il film divenne l'attrice più pagata di Hollywood, aveva i capelli lunghi, poi andò da un super stylist, e quando Jerry Zucker la vide, trasalì, salvo poi convincersi che quell'acconciatura era perfettoa per Molly. E Molly, in tutto il film, ha un look favoloso: abiti di taglio maschile (in particolare pantaloni) alternati a canottiere sexy e a quella salopette che per noi resterà iconica almeno quanto la felpa grigia di Jennifer Beals in Flashdance, Con quest'ultimo film Ghost ha in comune anche lo stile dell'abitazione della protagonista, che è un invidiabile loft newyorchese inondato di luce. Demi mise tutta se stessa nell'interpretazione di Molly e, per rendere la celeberrima scena del vaso di ceramica credibile, fece un corso di scultura. A quella sequenza abbiamo dedicato tempo fa l'articolo Ghost: tutto sulla scena cult del vaso di ceramica e le sue esilaranti parodie.

Whoopi Goldberg: una medium da Oscar
Com'è possibile concepire Ghost senza la croccante presenza di Whoopi Goldberg? La sua Oda Mae, prima sensitiva cialtrona e poi medium di notevole livello, è l’elemento di vivacità e di umorismo del film. Quando qualcuno propose l'attrice a Jerry Zucker, il regista disse no. Temeva che la sua roboante presenza potesse rendere troppo sopra le righe il film, limitando la sua capacità di commuovere ed emozionare. Ma c'era qualcuno che voleva a tutti i costi Whoopi e che disse: "O prendete lei, o io me ne vado". Questo qualcuno non era una semplice comparsa ma l'attore protagonista. Molte attrici afroamericane erano state passate in rassegna e regista e sceneggiatore ambivano a Oprah Winfrey o Tina Turner. "Ogni donna di colore faceva il provino" - ha raccontato Whoopi Goldberg. "La gente usciva dalle tombe, qualcuno si pitturava addirittura la faccia". La Goldberg alla fine fu presa e riuscì sia a scatenare la sua travolgente energia che a puntare su una recitazione più quieta e realistica nelle scene dolorose. La sua interpretazione fu magnifica, tanto che si aggiudicò sia l'Oscar come miglior attrice non protagonista, sia il Golden Globe, sia il BAFTA. A consegnarle l'Academy Award, nel 1991, fu Denzel Washington. Ecco il video della premiazione e del discorso di ringraziamento.

Tony Goldwyn e il cattivo che lo ha reso antipatico al mondo
Tony Goldwyn non è uno dei volti del cinema anni degli ultimi 50 anni che ricordiamo di più, anche se suo nonno era il celeberrimo produttore Samuel Goldwyn. Oltre a recitare, è stato anche regista: del film con Diane Lane e Viggo Mortensen A Walk on the Moon, per esempio, oltre che di alcuni episodi di rinomate serie tv (Grey's Anatomy, Dexter, Justified). All'inizio, nessuno lo voleva in Ghost perché aveva l'aria troppo perbenino, ma lui era convinto che la faccia pulita e i lineamenti sottili avrebbero dato al personaggio di Carl la giusta ambiguità. L'attore comunque è passato alla storia come il cattivo di Ghost e il personaggio gli ha creato diversi grattacapi. Una volta, per esempio, la cameriera di un bar si rifiutò di servirgli da bere, e per la strada erano in molti a guardarlo male. Goldwyn ha mal sopportato un simile fardello, e ha confessato di aver trovato la propria redenzione solo quando ha prestato la voce a Tarzan nel film d'animazione del '99 Tarzan.

Ti amo, idem
Di battute romantiche che sono passate alla storia ne è pieno il cinema di tutto il mondo e di tutti i decenni. Però quel "Ti amo" detto da Demi Moore a cui Patrick Swayze risponde "Idem", facendo infuriare Molly, ha qualcosa di speciale ed è un po’ lo slogan del film. Quando Bruce Joel Rubin lo scrisse, pianse come un vitellino. Pianse perché gli ricordava la sua gioventù, precisamente le giornate in cui, a scuola, era solito dire proprio "idem" alla sua fidanzatina dell'epoca, che lo stordiva di "I love you". Il "Ti amo", "Idem" ritorna varie volte, ad esempio a metà film, quando il fantasma di Sam Wheat, attraverso la sensitiva Oda Mae, cerca di convincere Molly della sua esistenza. Una variazione sul tema arriva anche alla fine. Ecco una delle scene in cui lo scambio viene pronunciato.


THE BATMAN: IN ARRIVO UNA SERIE COMPANION DEL FILM SU HBO MAX

The Batman, il film con star Robert Pattinson, avrà una serie companion realizzata per HBO Max e sviluppata da Matt Reeves e Terence Winter, in collaborazione con il produttore Dylan Clark e Warner Bros. Television.
Il progetto sarà ambientato nel dipartimento di polizia della città di Gotham e darà il via a un nuovo universo tratto dai fumetti della DC che si espanderà tramite varie piattaforme.

Lo show sarà quindi ambientato nel mondo creato da Matt Reeves per The Batman e mostrerà la corruzione esistente a Gotham City, andando oltre quanto mostrato nel film e dando spazio ad alcuni dei personaggi che contraddistinguono il mondo di Gotham.
Il regista ha spiegato: "Questa è un'opportunità fantastica, non solo per espandere la visione del mondo che sto creando nel film, ma per farlo con quella profondità e ricchezza nei dettagli che solo un formato come la serie può fare. Poter collaborare con l'incredibilmente talentuoso Terence Winter, che ha scritto in modo così sapiente e potente del mondo del crimine e della corruzione, è un vero e proprio sogno".

Batman non dovrebbe apparire sugli schermmi di HBO Max, come accaduto con la Marvel in occasione di Agents of S.H.I.E.L.D..
Kevin Reilly, responsabile dei contenuti di HBO Max, ha dichiarato: "La nostra collaborazione con Warner Bros. e DC ci permette di sviluppare e far crescere i legami con i fan attraverso questi marchi potenti nei prossimi anni. Questo è un Batman che gli spettatori non hanno mai visto prima e sappiamo che i fan vorranno trascorrere più tempo in questo nuovo mondo ispirato dal film".


KILL BILL 3: VIVICA A. FOX CHIEDE A QUENTIN TARANTINO DI SCRITTURARE ZENDAYA NEL FILM

La possibilità che venga realizzato Kill Bill Vol. 3 da tempo entusiasma i fan e Vivica A. Fox ha avuto un'idea per accelerare il progetto: ingaggiare Zendaya come figlia di Vernita Green.
L'attrice ha infatti svelato a NME la sua proposta per convincere Quentin Tarantino e i produttori a realizzare il possibile sequel.

Da tempo Vivica A. Fox spera nella realizzazione di Kill Bill: Vol. 3 e il regista, in più occasioni, ha accennato alla possibilità che la protagonista sia la figlia di Vernita Green, mostrata mentre cerca di vendicarsi della morte della madre, uccisa dalla Sposa interpretata da Uma Thurman.
L'attrice ha ora proposto la possibile sostituta di Ambrosia Kelly nel ruolo: "Non ho sentito parlare ufficialmente del film. Ho avuto la sensazione che Tarantino stesse aspettando che l'attrice interprete della mia figlia crescesse un po'. Ma poi stavo facendo un'intervista e mi hanno chiesto 'Che giovane attrice vorresti che interpretasse tua figlia?' e io ho risposto 'No, Ambrosia!', ma volevano il nome di un'attrice famosa, quindi ho detto 'Zendaya!'".

Vivica ha aggiunto: "Quella scelta avrebbe probabilmente dato il via libera a questo progetto perché lei e Uma sono entrambe molto alte e sarebbe fantastica, e la adoro. Spero si possa realizzare, sostengo l'idea 'Quentin Tarantino, scegli Zendaya!'. E susciterebbe l'interesse necessario ad accelerare il progetto. Non sarebbe fantastico?".

Per ora Tarantino non ha ancora deciso quale sarà il suo prossimo progetto cinematografico, l'ultimo che dovrebbe realizzare, ma qualche mese fa ha svelato di aver parlato con Uma Thurman di un possibile terzo capitolo della storia del suo personaggio.


THE OLD GUARD, CHARLIZE THERON: "DOPO IL FLOP DI AEON FLUX, TEMEVO DI NON DIVENTARE UNA STAR ACTION"

Forse dell'uscita su Netflix del film action The Old Guard, disponibile da oggi sulla piattaforma streaming, Charlize Theron ricorda l'epoca del flop di Aeon Flux dopo il quale temeva che non sarebbe mai riuscita a diventare una star action.

Charlize Theron adora "sporcarsi le mani", quantomeno sullo schermo, e ha sempre sognato di interpretare personaggi femminili forti e combattivi, ma il flop di Aeon Flux, nel 2005, ha rischiato di compromettere i suoi progetti:

"Un sacco di donne non hanno una seconda possibilità, ma quando gli uomini fanno questo tipo di film e falliscono miseramente gli vengono date continue chance di continuare a esplorare questo mondo. Questo non succede alle attrici" ha spiegato la Theron a Hollywood Reporter. "Mad Max: Fury Road è arrivato un decennio dopo Aeon Flux, e nella mia testa c'è sempre stata una voce che mi diceva che è dovuto proprio a quel flop. È brutto sentire che ti vengono strappate le opportunità di fare qualcosa che ti piace in un battibaleno, ma questa è la verità. Non è un genere che perdona, quando si tratta di donne."

The Old Guard, da oggi su Netflix. Tratto da una graphic novel di Greg Rucka The Old Guard, il film racconta la storia di un gruppo di soldati immortali che opera attraverso le diverse epoche storiche. Intrappolata nell'immortalità senza conoscerne le ragioni, Andromaca di Scythia, detta Andy, e i suoi compagni di viaggio offrono i loro servizi a pagamento al miglior offerente. Ma nel 21° secolo l'immortalità è un segreto difficile da mantenere.

Nel cast, oltre a Charlize Theron nel ruolo della leader Andromaca, troviamo Matthias Schoenaerts che avrà il ruolo di Sebastian le Livre, Marwan Kenzari che sarà Yusuf Al-Kaysani, Luca Marinelli, Chiwetel Ejiofor che sarà Copley, Kiki Layne nella parte di Niles Freeman, Harry Melling che sarà Merrick e Veronica Ngo.


Black Panther, Coco e La Bella e la Bestia riproposti da The Space Cinema

Il circuito cinemtografico The Space Cinema è pronto a riaccendere i motori, ed in attesa di tornare alla piena normalità ripropone tre grandi classici Disney Company.

Attraverso un comunicato ufficiale da poco diramato, The Space Cinema ha annunciato che la programmazione delle sale è pronto ad accogliere Black Panther, Coco e La Bella e la Bestia, tre classici della cinematografica mondiale. Il prezzo del ticket è al momento bloccato a quota 4.90 euro.

Ecco il testo integrale del comunicato.

AZIONE, AVVENTURA E AMORE: NEI THE SPACE CINEMA ARRIVANO BLACK PANTHER, COCO E LA BELLA E LA BESTIA

I tre titoli Disney inaugurano l’offerta tematica che il circuito aggiornerà ogni settimana con nuovi film

Roma, 10 luglio 2020 – La programmazione The Space Cinema si arricchisce di nuovi contenuti, questa volta dedicati agli appassionati dell’universo Disney e dell’animazione Pixar. Il costo del biglietto rimane invariato, 4,90€, così come le raccomandazioni del circuito, che consiglia l’acquisto online per assicurarsi il posto in sala nel rispetto del distanziamento individuale e tra gruppi di persone (come le famiglie o i congiunti) per garantire la visione in totale sicurezza.

Nelle sale The Space Cinema arrivano tre delle ultime produzioni di casa Disney. Il primo è Coco, del 2018, vincitore di due premi Oscar come miglior film d’animazione e migliore canzone per Remember me. Miguel sogna di diventare un chitarrista famoso nonostante la famiglia gli abbia proibito di dedicarsi alla musica; il piccolo protagonista si troverà nella terra dei defunti ed inizierà così un viaggio verso la scoperta delle proprie origini.

Del 2018 anche Black Panther, il 18esimo film Marvel, diretto da Ryan Coogler, è il primo action movie incentrato su supereroi ad aver vinto un Oscar come miglior film. Dopo la morte del padre, il giovane principe T’Challa, interpretato da Chadwick Boseman, torna a casa per salire sul trono di Wakanda, ma dovrà affrontare due pericolosi nemici che cospirano per portare il regno alla distruzione.

Il fascino di uno dei classici più apprezzati da una generazione di spettatori torna in versione live action con La Bella e La Bestia, remake del film d’animazione tratto dalla fiaba di Jeanne–Marie Beaumont, con protagonista Emma Watson in veste di Belle, l’incantevole, sognatrice ragazza di campagna che, preoccupata della scomparsa del padre, decide di addentrarsi nella forestae finisce prigioniera di un principe, trasformato in Bestia da una maledizione. Come nella versione originale del 1991, l’amore e la bontà trasformeranno la creatura in un giovane affascinante dando vita ad un grande amore. La pellicola ha ricevuto due candidature agli Academy Awards per i migliori costumi e miglior scenografia.

Ogni settimana la programmazione dedicata al mondo Disney si rinnoverà con nuovi titoli. Per conoscere la programmazione di Coco, Black Panther e La Bella e La Bestia e acquistare il biglietto basta visitare l’app o il sito ufficiale The Space Cinema a questi link:

Coco: thespacecinema.it/film/coco
Black Panther: thespacecinema.it/film/black-panther
La Bella e La Bestia: thespacecinema.it/film/la-bella-e-la-bestia


ALITA: GRANDI NOVITÀ IN VISTA PER SEQUEL DEL FILM DI ROBERT RODRIGUEZ

Dopo la Snyder Cut i fan hanno preso coraggio, e continuano a chiedere il sequel di Alita Battle Angel, ma è davvero possibile ottenere qualcosa del genere dalla Disney?

L'azienda di Topolino, che ha acquisito la 20th Century Fox dietro ad Alita, ha una tabella di marcia davvero mastodontica, e di certo non si piegherebbe alle richieste dei fan senza l'assoluta certezza di poter incassare molto di più rispetto al primo capitolo. Non tutte le speranze sono perdute però, visto che potrebbe arrivare qualcuno a salvare la situazione.

Stiamo parlando di Emma Watts e Jim Gianopulos, ex-producer della Fox che credettero molto nel progetto nonostante i problemi che si portò dietro. Entrambi sono ora passati alla Paramount Picture in veste di presidente e CEO, e ciò spinge a credere che potrebbero decidere di riportare in vita l'idea originaria alla base del film diretto da Rodriguez, proseguendo la storia.

Visto che al momento Disney non sembra intenzionata a muoversi sul fronte Alita, la Paramount potrebbe decidere di avanzare un'offerta che non si può rifiutare, acquisendo così i diritti per il fatidico Alita: Fallen Angel. Una mossa non così semplice, soprattutto perché Disney ha dimostrato di poter tranquillamente tenere in cantina per anni dei progetti interessanti per poi riesumarli, come sembra stia accadendo con Tron 3, ma questo cambio di schieramento potrebbe portare novità interessanti.

Solo il tempo ci dirà se potremo ritrovare la determinata guerriera sul grande schermo, ma una cosa è certa: Christoph Waltz è già disposto a tornare.


GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL.3, TORNERÀ HOWARD IL PAPERO? SETH GREEN: 'NON POSSO PARLARE'

La comparsa di Howard il Papero nei primi due capitoli di Guardiani della Galassia fu una delle grandi sorprese riservateci dall'imprevedibile genio di James Gunn: dopo aver visto il ritorno del personaggio anche in Avengers: Endgame, però, i fan ora si stanno inevitabilmente chiedendo quale sarà il suo destino nel terzo film sui Guardiani.

Ad oggi non sono trapelate voci al riguardo: considerata la natura di easter-egg della cosa ci toccherà molto probabilmente restare con il dubbio fino all'uscita del film, ma qualcuno nel frattempo ha cercato di scucire qualche informazione al doppiatore di Howard, Seth Green.

L'attore ha però evitato di sbottonarsi, ammettendo che "se anche avessi qualche informazione certa al riguardo non potrei parlarne". Green ha comunque parlato volentieri dell'esperienza come doppiatore di Howard, definendola senza dubbi entusiasmante: "È fantastico. Andai a vedere al cinema il film di Howard il Papero ed ho apprezzato tantissimo questa rappresentazione più sincera di questi personaggi e di queste idee. Interpretare un personaggio come Howard il Papero è stato un onore, davvero".

Vi piacerebbe rivedere Howard nel prossimo film di James Gunn? Fatecelo sapere nei commenti! Nel frattempo, alcuni fan hanno partorito una teoria sulla morte di un personaggio di Guardiani della Galassia; James Gunn, invece, ha parlato di una battuta di Guardiani della Galassia censurata da Disney.


DONALD GLOVER, TROVATO UN CLAMOROSO EASTER-EGG DELLA STAR IN SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO

In queste ore è stato trovato un altro easter-egg all'interno di Spider-Man: Un Nuovo Universo, acclamato film d'animazione della Sony Pictures che ha ancora evidentemente tanti segreti da svelare ai suoi fan.

L'easter-egg in questione, che come al solito potete visionare in calce all'articolo, è legato alla serie tv Community e ancor più nello specifico a Donald Glover, musicista sotto lo pseudonimo di Childlish Gambino visto recentemente al cinema in Spider-Man: Homecoming e Solo: A Star Wars Story.

Un post dell'utente del social network Twitter nadirbarnes è diventato virale in queste ore mettendo in mostra un easter-egg rimasto nascosto per tutti questi anni: compare nella scena in cui Miles Morales (Shameik Moore) si sta allenando nell'appartamento di suo zio Aaron (Mahershala Ali), quando su una tv a lato dell'inquadratura appare una versione pixelata di un fotogramma della premiere di Community 2, intitolata "Anthropology 101", in cui Troy Barnes (Donald Glover) viene mostrato con indosso un pigiama di Spider-Man.

La cosa divertente è che, a sua volta, gli autori di Community crearono la scena del pigiama di Spider-Man quando partì una campagna virale per dare a Glover il ruolo di Spider-Man nel reboot The Amazing Spider-Man.






Verdone a BeneventoL'

attore e regista alla quarta edizione del BCT Festival (28 luglio - 2 agosto): ospite della serata di chiusura con la proiezione di Bianco, rosso e Verdone

BCT Festival rende omaggio a Carlo Verdone. Carlo Verdone rende omaggio a Ennio Morricone. Il regista e attore romano sarà ospite d’eccezione della serata di chiusura della 4. edizione del Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento (28 luglio-2 agosto 2020) e per l’occasione ha scelto, tra i tanti film da lui diretti e interpretati, la proiezione di Bianco, Rosso e Verdone, con il quale vuole rendere un suo personale ringraziamento al grande compositore recentemente scomparso e autore della colonna sonora del film.

A precedere la visione di Bianco, rosso e Verdone, alle ore 21.30 domenica 2 agosto in Piazza Cardinal Bartolomeo Pacca, sarà l’incontro con il pubblico, momento in cui Carlo Verdone si racconterà ripercorrendo una carriera fantastica, che nell’arco di quasi 45 anni, ha segnato il nostro cinema e la cultura del nostro Paese.

“Carlo Verdone – sottolinea il direttore artistico Antonio Frascadore – ci ha fatto un regalo enorme. Sono personalmente innamorato, sotto il profilo professionale, di ogni suo film, delle sue maschere, del suo inimitabile e meraviglioso modo di raccontare il nostro tempo. E lo ha fatto diventando uno degli attori e dei registi simbolo del cinema italiano. Siamo non solo felici ma orgogliosi di chiudere questa edizione del Festival con la sua indimenticabile presenza”.

L’evento, come tutti quelli in cartellone nell’edizione 2020 del festival, si svolgeranno dal vivo rispettando le disposizioni in materia sanitaria dettate dal Governo e dalla Regione Campania, oltre che dal Comune di Benevento, a tutela di tutti gli ospiti e del pubblico.

Il BCT – Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento – di cui è Direttore Onorario il produttore Nicola Giuliano – è realizzato grazie al sostegno e al supporto della Regione Campania, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Cinema, dell’Istituto Luce, della Camera di Commercio di Benevento, del Comune di Benevento, dell’Università degli Studi del Sannio oltre naturalmente agli sponsor privati che sin dalla prima edizione lo hanno affiancato e sostenuto. Fondamentale per il successo del festival è il contributo dei partner Vision Distribution, Indigo Film, e di IIF, società controllata da Lucisano Media Group, e il supporto dei media partner Sky, Discovery Italia, Chili e The Hot Corn.


Un’altra Notte in Italia

l Festival del cinema di Tavolara “Una notte in Italia” fondato dai fratelli Marco e Augusto Navone con la direzione artistica di Piera Detassis (in collaborazione con Viviana Gandini, Claudia Panzica e Emanuele Degortes), si prepara a festeggiare la 30a edizione con una formula “speciale” che tiene conto dell’emergenza sanitaria ma non rinuncia a celebrare ancora una volta, in forma distanziata e contenuta, la bellezza dell’isola che ospita l’arena cinema più bella del mondo.

Lunedi 13 luglio alle ore 21:30 a Porto San Paolo, in piazzetta Gramsci, prende il via la 30 edizione del Festival con un concerto di Neri Marcorè, storico volto del festival, che interpreta Fabrizio De André. A seguire il film documentario Faber in Sardegna, regia di Gianfranco Cabiddu.

Neri Marcorè e Gianfranco Cabiddu (foto Sara Deidda)

Inoltre Il David di Donatello propone un programma speciale per il Festival di Tavolara: la Casa del David: momenti cult dell’edizione 2020: videointerviste ai protagonisti dell’ultima edizione dei David 2020, come la Premiazione di Jasmine Trinca e di Diodato e pillole imperdibili dall’archivio del premio italiano di cinema più prestigioso”.

Il Festival prosegue Venerdì 17 luglio ore 21:30 sempre a Porto San Paolo in Piazzetta Gramsci verrà proiettato La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek accompagnato dalla sua interprete Jasmine Trinca, da sempre protagonista delle notti di “Una notte in Italia”.

Sabato 18 luglio ore 21:30 ritorna in scena l’Isola di Tavolara con il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, premiato dal SNGC come Film Nastro dell’anno 2020 e il cui interprete, Elio Germano, ha trionfato al festival di Berlino. Il bellissimo film sul pittore Ligabue è uscito nei cinema due giorni prima del lockdown e la sua vita è stata bruscamente interrotta, ma tornerà nelle sale a fine agosto. Il festival di Tavolara ha scelto di proiettarlo per celebrarne in anteprima la “rinascita” in sala. Un segnale forte di ritorno alla “nuova” normalità sottolineata dalla presenza del regista.

L’evento “Una notte in Italia” si conclude Domenica 19 luglio ore 21:30 sempre sull’Isola di Tavolara con la proiezione de La dolce vita, il capolavoro di Federico Fellini, un omaggio per i 100 anni dalla nascita del grande maestro del cinema italiano e mondiale.

Non mancheranno le Mostre, a Porto San Paolo al centro sociale, in via Pietro Nenni Federico Fellini, Mi ricordo, in Piazzetta Gramsci, come da tradizione, la mostra fotografica Cliciak e sempre a Porto San Paolo Titoli di coda, affascinanti disegni di Santina Cardile.

Gli Incontri di cinema, condotti anche quest’anno da Geppi Cucciari si svolgeranno all’Hotel Ollastu, la mattina alle ore 10:30. Il 17 luglio, Geppi Cucciari incontra Antonello Grimaldi, regista, sceneggiatore e importante protagonista della storia del festival. Il 18 luglio, Piera Detassis e Geppi Cucciari incontrano Jasmine Trinca, vincitrice quest’anno del premio David come migliore attrice protagonista per il film La Dea Fortuna. Il 19 luglio Piera Detassis, Stefania Ulivi, giornalista del Corriere della Sera, e Geppi Cucciari dialogano con Giorgio Diritti.
 
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