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MovieTown, il cinema a casa vostra

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Triplethor
view post Posted on 13/7/2020, 13:20 by: Triplethor
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Triplethor
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LUNEDI

13/07/2020



COMIC-CON@HOME: ECCO IL PROGRAMMA DI DOMENICA

Svelata l’ultima parte del programma dell’edizione 2020 del Comic-Con di San Diego, che quest’anno si terrà interamente online dal 22 al 26 Luglio a causa dell’emergenza Covid-19 e si chiamerà, appunto, Comic-Con@Home.
Oggi è il turno di domenica 26 luglio.
Gli orari segnati sono quelli italiani, da noi alcuni panel saranno disponibili a partire dalla mezzanotte di domenica 26 luglio.

I link rimandano alle schede dei panel presenti sul sito del Comic-Con, dove dove sono presenti i link YouTube, che saranno attivi come da programma.
Ricordiamo che i video sono preregistrati.

Ore 19:00

Animated Illustration
Celebrating 80 Years of Will Eisner’s The Spirit
Emily the Strange Virtual Panel Experience
First TMNT Film 30th Anniversary
Hoops
Imagination & Fun for Kids – The IDW Way!
Little Fish: From Physical to Digital, Thriving and Growing
Motherland: Fort Salem: A World of Magic, Action, and Intrigue
Over30Cosplay: Virtual Costuming and Cosplay Advice and Support for the Mature Cosplayer
Turning Fandoms into Movements for Good
YA Fantasy and the Power of Storytelling

Ore 20:00

Adventures in Spanish Voice Acting
BOOM! Studios: Discover Yours
Jack Kirby 101: An Introduction
Next
No Tow Trucks Beyond Mars
State of the Tabletop Industry
Super Geeked Up: Geeky Improv Comedy
Top Kids Authors Come Together for Gotham Reads
V.E. Schwab Shades of Magic Comics Panel

Ore 21:00

Book Buzz! Team Underlined Shares the Biggest and Best New YA
Bronies in the Post G4 Era
Cardboard Superheroes: Creating Life-Sized Cardboard Models of Your Favorite Superheroes
Comic-Con Film School
HBO Max and Cartoon Network Studios: Summer Camp Island, Fungies, Tig N Seek, Esme & Roy
Masters of Style: Woodring, Fleener, Muradov and Hernandez
The 100
The Craft of Worldbuilding in Comics

Ore 22:00

Aztec Depictions in Pop Culture: 500 Years After the Fall
Comics about Motherhood and Reproductive Choice
HBO Max: Looney Tunes Cartoons
Kevin Eastman Panel
Mega64 Panel In These Trying Times
Red Dwarf: The Promised Land
The Stars and Executive Producer of ABC’s “The Goldbergs”
Tor Teen: Own Your Magic
Who’s the Best Doctor Who?

Ore 23:00

A Conversation with Nathan Fillion
Creating and Drawing the Action Comic Character with Monte Moore
Don’t Tell Your Story, Show It!
Inspired by Real Life: The True Stories Behind Graphic Novels
Invader Zim Conquers Everything!
LGBTQ Comics and Popular Media for Young People
Robotech: The Next Phase
Super Asian America

Ore 00:00 di lunedì 27 luglio

How to Create Your Own Novel: From First Idea to Publishing and What You Need to Sell Your Work Into TV and Film
Inside The Vault of Ripley’s Most Exclusive Finds
It’s Morphin’ Time! Power Rangers Meet Up
Keenspot 20th Annual Comic-Con Panel: Pandemic Edition
Making A Living Being Creative
The Art of Film and TV Posters
The Writer’s Journey: Developing a Producer’s Mentality
Wakanda, Forever! The Psychology Black Panther

Ore 01:00 di lunedì 27 luglio

Careers in Geek Fashion
Christmas in July: The Psychology of Pop Culture and Christmas
Composer Squares Game Show
Everyone’s a Critic: Being a Journalist in an Online Age
Full Time Creative Work On A Part Time Schedule
Indie Filmmaker’s Survival Guide
Public Domain Comics: From Sherlock Holmes to Mickey Mouse and Beyond
Ray Bradbury Goes to Hollywood
Supernatural Therapy: Fighting Internal Monsters like a Hunter IRL
The Grind NEVER stops, not even during a quarantine
Villains: We’re Misunderstood!
World-Builders: The Evolution of Immersive Entertainment
The Four Quadrants of Publishing
Writing for TV: From First Draft to Getting Staffed
Women On The Dark Side


THE OLD GUARD – LUCA MARINELLI PARLA DI NICKY NEL NUOVO VIDEO

Nicolò da Genova (Luca Marinelli) è sicuramente uno dei punti di forza di The Old Guard, l’action-fantasy appena uscito su Netflix. Ebbene, la divisione italiana della piattaforma ha pubblicato un video dedicato proprio a lui.

Marinelli parla di Nicky, della sua esperienza sul set e di ciò che l’ha affascinato in questa storia, compresa la tenera storia d’amore tra il suo personaggio e Yusuf Al-Kaysani (Marwan Kenzari). I due soldati erano avversari durante le Crociate, e si amano fin da allora.

La sinossi ufficiale
Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood, THE OLD GUARD racconta una storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come vivere per sempre non è poi una faccenda tanto semplice.

La protagonista è Charlize Theron nel ruolo di Andromaca di Scizia, leader di un gruppo di guerrieri immortali che vivono sulla Terra da millenni, combattendo le battaglie di ogni generazione. Della squadra fa parte anche Luca Marinelli, il cui talento attira sempre di più l’attenzione delle produzioni internazionali. L’attore romano interpreta Nicolò da Genova, crociato italiano che ora ha una relazione con un vecchio avversario, Yusuf Al-Kaysani (il Marwan Kenzari di Aladdin), anche lui nel gruppo. Matthias Schoenaerts è invece Sebastian le Livre, ex soldato napoleonico, mentre Kiki Layne presta il volto all’ultima “recluta” della guardia: Nile Freeman, marine americana che ritorna in vita dopo essere stata uccisa in azione, scoprendo così di essere immortale a sua volta.

A dar loro la caccia troviamo Copley (Chiwetel Ejiofor), agente della CIA che, essendo anche uno storico, è riuscito a scoprire il segreto della squadra. Harry Melling interpreta Merrick, dirigente di una compagnia farmaceutica che si allea con Copley per catturare il gruppo e studiarne i poteri.

Gina Prince-Bythewood è nota per Love & Basketball, La vita segreta delle api, Beyond the Lights: Trova la tua voce e il pilot della serie Cloak & Dagger. Avrebbe dovuto dirigere Silver and Black, cinecomic della Sony con Gatta Nera e Silver Sable, ma il film è stato annullato.

Troverete il video qui di seguito, ma prima vi ricordo che The Old Guard è tratto dall’omonimo fumetto di Greg Rucka (testi) e Leandro Fernandez (disegni), mentre l’adattamento è scritto dallo stesso Rucka insieme alla regista Gina Prince-Bythewood.

Il video




Onward – Oltre la magia non uscirà più il 22 luglio in Italia

Contrordine: Onward – Oltre la magia non uscirà più il 22 luglio nei cinema italiani. Al momento il film Pixar non ha una data d’uscita nel nostro paese, ma verrà presentato a Giffoni il 16 luglio.
Il 4 giugno scorso era stata diffusa la notizia che la Disney sarebbe stata la prima major a confermare l’uscita di un film completamente inedito nelle sale italiane dal via libera alla riapertura (15 giugno): la data prescelta era stata il 22 luglio, per permettere ai cinema di riaprire progressivamente secondo le indicazioni. In queste quattro settimane, i cinema hanno iniziato a riaprire, ma nel frattempo la Warner Bros ha rinviato l’uscita di Tenet al 12 agosto negli USA e al 26 agosto in Italia, e numerosi altri distributori hanno scelto di far slittare le loro pellicole, rendendo più difficoltose le riaperture. I risultati al botteghino del weekend che si è appena concluso dimostrano una crescita negli incassi lenta ma costante, tuttavia il settore è ancora fermo a circa il 20% del suo potenziale. Forse per questo motivo la Disney ha deciso di sospendere l’uscita del film, che all’epoca era stata salutata con grande positività dall’ANEC:

“La scelta di prediligere la sala come luogo ideale per la propria fruizione – sottolinea l’ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema – rappresenta un segnale estremamente positivo per tutto l’esercizio”.

“Nel ringraziare la WALT DISNEY PICTURES per la propria scelta, siamo certi – conclude l’ANEC – che essa rappresenti un primo decisivo passo verso il ritorno alla normalità, ed un segnale importante per tutto il pubblico che ormai, da troppo tempo è stato ed è costretto a rinunciare alla magia del cinema. Ci auguriamo inoltre che questa scelta possa essere seguita anche da altri distributori, delineando un elenco di nuovi film in arrivo sul grande schermo a partire da luglio”.

Onward – oltre la magia era stato presentato alla Berlinale, e nei territori in cui è uscito è riuscito a raccogliere solo 103 milioni di dollari (di cui 61 negli USA) prima del lockdown, arrivando poi su Disney+ negli Stati Uniti.

Il nuovo film Disney e Pixar Onward – Oltre la Magia è interpretato, nella versione italiana, da un cast di voci che comprende Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot e Fabio Volo in quelli di Wilden Lightfoot, i genitori dei fratelli Ian e Barley. Favij, Raul Cremona e David Parenzo interpretano invece rispettivamente uno spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.


The Old Guard: la regista su un possibile sequel e sul ritorno di un personaggio

Attenzione: l'articolo contiene spoiler

La scorsa settimana è approdato su Netflix The Old Guard, film tratto dal fumetto di Greg Rucka e Leandro Fernandez pubblicato da Image Comics.
L’opera si chiude con una scena ambientata sei mesi dopo gli eventi narrati nel film, sequenza in cui vediamo Booker (personaggio interpretato da Matthias Schoenaerts), esiliato dal gruppo per 100 anni, che incontra nel suo appartamento un personaggio inaspettato, ovvero Quynh (Van Veronica Ngo), altra immortale data per dispersa dai suoi compagni secoli prima.

In tal senso la regista Gina Prince-Bythewood, intervistata da Games Radar, ha parlato di cosa potrebbe trattare un ipotetico sequel del film anche in relazione al ritorno di Quynh.

Sarà basato sulla graphic novel. In base a ciò che ha scritto Greg [Rucka], Quynh ha risollevato la testa, e questo causa alcuni problemi, assolutamente. Ma c’è anche una storia molto salda che affronta i problemi all’interno del mondo e che porta alla luce nuovi villain non immortali, quindi c’è un ottimo equilibrio tra questi due fatti, nella graphic novel.

Nel cast principale, oltre a Charlize Theron, troviamo il nostro Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot), Chiwetel Ejiofor (Doctor Strange, 12 anni schiavo), Matthias Schoenaerts e KiKi Layne (Se la strada potesse parlare).

Questa la sinossi:

Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo di mercenari capitanato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Stranamente i componenti della squadra non possono morire, ma durante una missione questa loro straordinaria capacità diventerà pubblica. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono.

Alla regia troviamo Gina Prince-Bythewood su una sceneggiatura di Greg Rucka (Lazarus, Wonder Woman). Il film è uscito il 10 luglio su Netflix.


Giancarlo Esposito allude a una possibile collaborazione con i Marvel Studios: “Vorrei fosse qualcosa di duraturo”

In una recente intervista con Entertainment Tonight, Giancarlo Esposito – che dopo l’iconico ruolo di Gustavo Fring in Breaking Bad ha continuato la sua tradizione di carismatico antagonista come Moff Gideon in Mandalorian – ha risposto alle voci di corridoio che legano il suo nome a un “importante” ruolo nell’UCM, alludendo ad una possibile collaborazione coi Marvel Studios, dichiarandosi più che interessato tanto da sperare in qualcosa di duraturo:

Ci sono molte voci di corridoio che mi vedrebbero legato alla Marvel. Vorrei tanto lavorare con quelle persone, l’ho fatto capire in tutti i modi al mondo intero. Non ho dato io il via a queste voci, ma ho lavorato anni fa con Louis Esposito (produttore esecutivo e co-presidente dei Marvel Studios), quando ancora lavorava come secondo assistente alla regia per Cotton Club. […]

Quello che fa la Marvel è veramente fantastico, vorrei tanto partecipare a qualcosa, ad un progetto che sia duraturo con loro. […]

Penso che il mondo della Marvel sarebbe il prossimo naturale passo per me. Così poi potrei tornare a interpretare personaggi che penso abbiano cambiato il mondo con le loro azioni, a prescindere dal colore della loro pelle.


Joker: Joaquin Phoenix danza sulla nota scalinata in una suggestiva foto dal backstage

Lo stresso Todd Phillips ha deciso di diffondere in rete sul suo profilo Instagram una foto scattata nel dietro le quinte della realizzazione di Joker, noto cinecomic DC con protagonista Joaquin Phoenix.
Nello scatto in questione vediamo Phoenix nei panni del protagonista che danza sulle iconiche scale presenti in una nota sequenza del lungometraggio.

Potete vedere la foto qua sotto:


www.instagram.com/p/CCg7YQIJkfl/?utm_source=ig_embed

Ryan Reynolds celebra Deadpool e mostra foto inedite dal set

Ryan Reynolds ha affrontato sulle storie Instagram con foto e video un viaggio sul sentiero dei ricordi per ricordare la lavorazione di Deadpool e Deadpool 2.
Dal cammeo di Brad Pitt al solletico a Josh Brolin, dalle modifiche mai fatte al costume alla collaborazione con Celine Dion, fino ad arrivare all’omaggio a Indiana Jones.

Ecco la galleria che celebra la lavorazione dei due film, in attesa di scoprire qualcosa sul terzo:


www.instagram.com/stories/vancityr...64402150726954/

Jurassic World – Dominion: Colin Trevorrow risponde al Sun, Sam Neill promette “urla”

Alcuni giorni fa il Sun ha pubblicato un articolo con il quale annunciava che la produzione di Jurassic World: Dominion ai Pinewood Studios si era fermata in seguito alla scoperta della positività al Covid-19 di alcuni membri della troupe.
“La lavorazione di Jurassic World: Dominion si è interrotta dopo che diversi componenti della troupe sono risultati positivi al Covid-19 il primo giorno di ritorno sul set” scriveva il giornale, riportando poi le parole di una fonte:

Questa era l’ultima cosa che tutti si aspettavano. Tutti erano felicissimi di tornare sul set, ma questa cosa ha rovinato tutto. Ci sono milioni e milioni di sterline in gioco qui. Nessuno vuole altri ritardi.

Dopo l’articolo, la Universal Pictures aveva smentito la notizia della sospensione:

Qualunque notizia riporti della sospensione delle riprese di Jurassic World: Dominion è categoricamente falsa. La produzione si avvia verso il quinto giorno di riprese domani, perciò siamo felicissimi di essere tornati davanti alla machina da presa per questo progetto incredibile.

In seguito il pezzo è stato modificato è così il regista Colin Trevorrow ha deciso di rispondere al giornale:

Grazie al Sun per aver corretto la notizia imprecisa sulla nostra produzione. Il nostro cast e la nostra troupe duramente all’opera apprezzano la vostra integrità.

ntanto il Guardian ha chiesto un commento a Sam Neill sulla decisione di tornare a interpretare Alan Grant:

Bella domanda. Non posso rivelare nulla, ma diciamo che un vero dinosauro rappresenta un’opportunità succulenta per chi ha dedicato la sua vita a loro. Ci saranno urla, questo è certo.

Ricordiamo che oltre che nel Regno Unito, le riprese dovrebbero tenersi anche a Malta, in Canada e (forse) alle Hawaii. La sceneggiatura del film è firmata da Colin Trevorrow (che sarà anche produttore con Steven Spielberg) e da Emily Carmichael.

Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum torneranno nei panni di Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcom. Tra i nuovi ingressi DeWanda Wise, Dichen Lachman, Scott Haze e Mamoudou Athie; torneranno anche Justice Smith e Daniella Pineda dopo un ruolo in Jurassic World: Il regno distrutto.

Il film chiuderà la trilogia con Chris Pratt e Bryce Dallas Howard e a detta del regista Colin Trevorrow sarà “una celebrazione di tutto il franchise fino ad oggi”.

Ancora non sappiamo nulla sulla trama di Jurassic World: Dominion, solo che sarà ambientata un po’ di tempo dopo Il Regno Distrutto.


Jojo Rabbit torna in testa nel quarto weekend di riaperture | Box-Office Italia

Si è concluso il quarto weekend dalle riaperture dei cinema, e sebbene gli schermi e gli incassi stiano crescendo progressivamente, è un percorso ancora lungo e tortuoso nella speranza che presto possano uscire nuovi film di una certa importanza che convincano il pubblico a tornare in sala (e le sale a riaprire: nel finesettimana si è toccato infatti un picco vicino al 23%, quasi 850 schermi attivi). Va comunque ricordato che una parte rilevante degli incassi di questi ultimi giorni è da imputare alle arene estive.
Nei quattro giorni tra giovedì 9 e domenica 12 luglio sono stati raccolti 250mila euro, con un totale di 45.568 biglietti staccati. Il confronto con un anno fa, ovviamente, è impietoso (nel 2019 venivano raccolti 5.8 milioni di euro e gli spettatori erano 861mila grazie soprattutto a Spider-Man: Far From Home). Ma la crescita c’è: una settimana fa, infatti, si incassavano circa 200mila euro e gli spettatori erano poco più di 36mila.
A dominare la classifica Jojo Rabbit: il film di Taika Waititi vincitore di un premio Oscar, distribuito in 39 sale, incassa 33mila euro e sale a 3.9 milioni di euro, mentre scende al secondo posto Favolacce, con 18mila euro e un totale di 77mila euro. Ritorna al terzo posto Piccole Donne, con 11mila euro e un totale di quasi 5.9 milioni di euro.

INCASSI IN ITALIA 9-12 LUGLIO 2020

Jojo Rabbit – € 33.359 / € 3.965.806
Favolacce – € 18.831 / € 77.817
Piccole donne – € 11.403 / € 5.893.521
Matthias & Maxime – € 9.609 / € 28.179
La dea fortuna – € 9.181 / € 8.198.717
Parasite – € 8.228 / € 5.609.924
Odio l’estate – € 7.743 / € 7.454.267
Ammen – € 7.536 / € 15.762
I miserabili – € 5.842 / € 85.051
1917 – € 5.628 / € 6.625.594


Famosa: una clip esclusiva dal film di Alessandra Mortelliti

FAMOSA è il film evento nelle sale italiane con Europictures il 13, 14 e 15 luglio, diretto da Alessandra Mortelliti con Jacopo Piroli, Adamo Dionisi, Gioia Spaziani e Matteo Paolillo.

Famosa, presentato ad Alice nella città durante l’ultima Festa del cinema di Roma, racconta la storia di Rocco, un ragazzo quasi diciottenne, incompreso e solitario, che desidera trasferirsi da un piccolo paese della Ciociaria nella Capitale, per poter realizzare il suo più grande sogno: diventare un ballerino. Con tenacia e grande forza di volontà, Rocco riuscirà ad intraprendere il tanto agognato viaggio, ma la realtà che lo attende non sarà quella sperata e il suo sogno verrà ancora una volta messo alla prova.

La storia di Rocco Fiorella nasce da un monologo teatrale e arriva sul grande schermo come racconto di formazione di un timido adolescente con la passione del ballo, incompreso dalla sua famiglia, in particolar modo da suo padre, e dai suoi compagni di classe che ne fanno oggetto di scherno e derisione. Al suo fianco Maura, una zia speciale che lo sosterrà in ogni scelta, Azzurra, un’amica saggia, e Luigi, il suo principe bello e tenebroso.

Una favola moderna, come la definisce la Mortelliti, che con Famosa firma il suo esordio alla regia cinematografica. Prodotto da Palomar con Rai Cinema, Famosa sarà distribuito come evento nei cinema italiani il 13, 14 e 15 luglio grazie a Europictures.




Slaxx: il trailer del film su un paio di jeans... assassini

Ricorda molto i B-movies horror degli anni Ottanta il trailer di Slaxx, una commedia horror dove i killer sono dei blue jeans.

Slaxx: il trailer del film su un paio di jeans... assassini

Un tempo le nostre nonne e bisnonne, abituate a corsetti e restrizioni varie, dicevamo, "per belle apparire bisogna soffrire". Beh, nella bizzarra horror comedy di cui vi mostriamo il trailer, Slaxx, bisogna addirittura morire!

La caccia ai jeans fascianti, superskinny, che pochissime si possono permettere, miete vittime in questo flm, non a caso scritto da due donne, Patricia Gomez, che lo ha anche prodotto, e la canadese Elza Kaphert che lo dirige, dove vengono inventati dei jeans che si adattano automaticamente al fisico di chi li acquista. Ma, ahimé, un paio di questi indumenti prende vita e fa strage in una boutique alla moda.

Nella storia del cinema horror del resto non è la prima volta che un abito dà di matto (ricordate In Fabric?) anche se Slaxx appartiene al genere gore demenziale che tanti titoli bizzarri ha prodotto negli anni, come la serie dei pomodori assassini. Per la cronaca, protagonisti di questo divertissement, che ricorda il cinema degli anni Ottanta, sono Romane Denis, Brett Donahue, Sehar Bhojani, Kenny Wong, Tianna Nori e Hanneke Talbot.




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Il sedere di Hugh Jackman è intatto: Disney+ non lo censura in X-Men - Giorni di un futuro passato

Hugh Jackman segnala con un ironico post su Instagram che Disney+ non ha censurato la scena in cui lo si vede nudo di spalle in X-Men - Giorni di un futuro passato, ora che il film è approdato sulla piattaforma streaming.

Il sedere di Hugh Jackman è intatto: Disney+ non lo censura in X-Men - Giorni di un futuro passato

Erano bei tempi quelli in cui l'immortale Wolverine era interpretato dall'immortale Hugh Jackman. L'attore ha poi saggiamente deciso di congedarsi da quel ruolo che ha coperto per un arco di tempo di 17 anni in 9 film della saga degli X-Men. Nel 2017 Logan è stata l'ultima volta, il canto del cigno di un personaggio che ha avuto il privilegio di essere in perfetta sintonia un attore. E viceversa. Qualche anno indietro Wolverine si è dato un gran da fare in X-Men - Giorni di un futuro passato, quando da un futuro distopico viaggiava indietro nel tempo fino agli anni 70 per prevenire alcune azioni e deviare il corso degli eventi. Il film è appena approdato sulla piattaforma di Disney+ ed è stato lo stesso Jackman con un post ironico su Instagram a segnalare che in una scena in cui è inquadrato nudo di spalle, il suo sedere è rimasto in versione integrale e non censurata.

Qualche mese fa si era alzato un polverone sui social quando un attento spettatore aveva segnalato un ritocco in computer grafica per coprire i glutei di Daryl Hannah in Splash - Una sirena a Manhattan. Essendo quella di Disney+ una piattaforma streaming con contenuti family friendly, la revisione di alcuni titoli ha portato ad alcuni aggiustamenti su cui molti non sono d'accordo. Per quanto riguarda Wolverine in X-Men - Giorni di un futuro passato, è stata fatta un'eccezione o è un nuova politica volta a preservare i film nella loro versione originale? Ancora non lo sappiamo, ma un ragazzo su Twitter non ha perso tempo nel commentare: "Come? Daryl Hannah no e Hugh Jackman sì? Non sono d'accordo, voglio uguaglianza sui culi".


www.instagram.com/p/CCgYxDfDrpm/?utm_source=ig_embed

IL GLADIATORE: “RUSSELL CROWE NON HA RISCRITTO IL FILM”, DICE IL PRODUTTORE

Douglas Wick, uno dei produttori de Il gladiatore, ha fatto chiarezza su una leggenda metropolitana legata a Russell Crowe smentendo che il divo avrebbe riscritto la sceneggiatura della pellicola.

È infatti ben noto, per ammissione dell'attore stesso, che alcuni momenti specifici del film, principalmente battute memorabili, furono frutto della sua immaginazione, su invito del regista Ridley Scott perché all'inizio delle riprese il copione era ancora incompleto. Da quel fatto è però nato una sorta di mito su Russell Crowe come vero e proprio co-sceneggiatore non accreditato, un'impressione coltivata soprattutto da un articolo d'epoca in cui un anonimo executive della DreamWorks dice che l'interprete di Massimo Decimo Meridio cercò di riscrivere l'intera sceneggiatura una volta arrivato sul set.

Intervistato al riguardo da Cinema Blend, Wick ha fatto chiarezza sulla questione: "Si tratta di un'esagerazione. Russell ha creato un Massimo stupendo, e col senno di poi nessun altro attore avrebbe potuto interpretare quel personaggio. Lui era geniale. C'erano dei grandi sceneggiatori al lavoro sul film, e Russell aveva certamente un punto di vista molto forte su ciò che Massimo farebbe o meno, ma non ci fu molta improvvisazione."

Le parole di Douglas Wick coincidono con quello che lo stesso Russell Crowe ha raccontato, per esempio, durante la sua ospitata a Inside The Actors Studio: più che la trama de Il gladiatore, i suoi contributi creativi influenzarono scene e battute specifiche, su incoraggiamento di Ridley Scott dopo che quest'ultimo gli aveva spiegato il senso generale della scena. Da una di quelle conversazioni nacquero frasi come "Forza e onore" e "Al mio segnale, scatenate l'inferno".

Quanto alla caratterizzazione di Massimo, recentemente Connie Nielsen ha ricordato che fu Crowe a insistere affinché la relazione tra il generale divenuto gladiatore e Lucilla rimanesse platonica, per questioni di coerenza circa l'integrità morale del personaggio, guidato dal desiderio di vendicare l'uccisione di moglie e figlio. E proprio a loro due, sempre stando a un articolo d'epoca, è legato un altro contributo dell'attore australiano, quando Massimo parla della propria abitazione: in realtà sta descrivendo la fattoria di Crowe.


INCEPTION: IL FINALE PIÙ FURBO DI CHRISTOPHER NOLAN

È sempre questione di tempo. Lo è per Christopher Nolan che ancora oggi considera il tempo elemento centrale della sua filmografia e vero motore narrativo delle sue storie (non fa eccezione il suo nuovo Tenet che sembra ragionare sulla reversibilità del tempo e, forse, su una costruzione palindroma che richiamerebbe ancora una volta la circolarità del tempo). Lo è per Cobb e la sua squadra che devono lottare contro il tempo per innestare un'idea nella mente di Robert Fischer. Lo è nel mondo onirico, sempre più dilatato, livello dopo livello man mano che si scende in profondità. E, infine, lo è per noi spettatori che, con una punta di incredulità, ci rendiamo conto che sono passati ben dieci anni da quella prima visione al cinema di Inception, il film in cui Christopher Nolan ci intratteneva catapultandoci dentro i sogni, il subconscio, le idee, i traumi e il tentativo di rinascita dei personaggi confermando una volta di più il suo successo e consacrandosi definitivamente come uno dei registi più acclamati e originali degli ultimi anni. Soggetti intriganti, sceneggiature più complesse rispetto alla media dei blockbuster e capacità di sorprendere lo spettatore valorizzando al meglio il grande schermo: sono questi gli ingredienti che ci aspettiamo quando ci approcciamo a un film di Christopher Nolan e, bisogna ammetterlo, non ne restiamo mai delusi, anche se non sempre il meccanismo narrativo composto da regole ferree e concepito nei minimi dettagli dal regista funziona sempre al meglio. A distanza di dieci anni e con uno sguardo più distaccato, torniamo a parlare del finale di Inception che continua a far discutere sulla sua natura e proviamo a dare una risposta definitiva all'eterna domanda con ui il film furbamente ci abbandona: siamo ancora in un sogno o siamo in una splendida realtà?

INNESTARE UN NUOVO INIZIO

La trama di Inception la conosciamo tutti: Cobb (Leonardo DiCaprio) e la sua squadra di ladri (o, per meglio dire, estrattori) di idee, capaci di entrare nei sogni e far leva sul subconscio del soggetto per ottenere informazioni, vengono reclutati da Saito (Ken Watanabe), un ricco imprenditore giapponese per una missione ben più difficile e rischiosa: innestare un'idea, anziché estrarla, al figlio di un rivale d'affari (Cillian Murphy). Per riuscirci Cobb dovrà scendere a ben tre livelli di profondità - un sogno, nel sogno, nel sogno - rischiando sempre più di perdersi nel limbo, uno stato comatoso all'interno dei sogni popolato dai ricordi di chi sogna e da cui è difficile uscire. Inception non è solo un heist movie al rovescio in senso strutturale (non bisogna rubare, ma immettere) ma è anche rovesciato in senso narrativo: quella che a prima vista sembra essere una missione che riguarda Robert Fischer e Mr. Saito, in realtà ha come unico protagonista Cobb. Dopo aver innestato in passato un'idea a sua moglie Mal (Marillon Cotillard) poi morta suicida perchè incapace di accettare il mondo reale come quello vero, Cobb deve fare i conti costantemente col suo senso di colpa e il tormento della presenza del ricordo della moglie nel suo subconscio. Riuscire nella missione significherebbe ritornare a casa, dai suoi figli che ha dovuto abbandonare per non essere incriminato per la morte di Mal. Innestare l'idea di sciogliere l'impero del padre nella mente di Fischer attraverso una riappacificazione emotiva nel rapporto padre-figlio si specchia nell'innesto di una nuova vita per Cobb, proprio attraverso la capacità di perdonarsi e slegarsi dal suo passato.


"NON, JE NE REGRETTE RIEN"

Se leggiamo Inception dal punto di vista dell'innesto di una redenzione nella mente di Cobb non ci sorprende, di conseguenza, vedere come la musica scelta per sincronizzare il "calcio", ovvero il risveglio dal mondo dei sogni, sia un celebre brano cantato da Edith Piaf (francese come l'attrice che interpreta Mal, il cui nome significa "male": il fantasma di Mal è il virus interiore che Cobb deve sconfiggere, il riflesso dell'idea che lui stesso aveva innestato in lei) dal titolo "Non, je ne regrette rien" ovvero "Non rimpiango nulla". Il percorso che Cobb è costretto a fare, per uscire dal limbo in cui sprofonda o in cui forse è già sprofondato, è allo stesso tempo un innesto e un'estrazione, come simboleggiato dalle due frecce sulla percezione del sogno che Cobb disegna al tavolino del bistrot parigino mentre è intento a spiegare il funzionamento del mondo onirico ad Arianna. La difficoltà che deve affrontare non è solo l'innesto di un nuovo inizio per sé stesso, ma anche l'estrazione dell'idea di essere colpevole della morte di Mal fino a potersi risvegliare grazie a una rivelazione immediata, forte come un calcio. Cobb deve abbandonare i rimpianti, il suo passato, i suoi sensi di colpa (e sono molti, basti vedere attraverso quanti piani può fermarsi quell'ascensore mentale), deve finalmente rinascere e smettere di essere perseguitato dal suo passato. È un viaggio interiore che affronta anche quella reversibilità personale del tempo tanto cara a Nolan, la capacità di manipolare il flusso temporale e ri-entrare all'interno di esso: si muore uscendo dal tempo, si vive immergendosi (non per niente il risveglio avviene attraverso l'immersione nell'acqua a simboleggiare un nuovo battesimo).

IL CINEMA COME SOGNO

Come in The Prestige, che metteva in conflitto l'arte del prestigio con la magia, ovvero il cinema artigianale in pellicola e il falso del digitale, anche in Inception si trova spazio per un discorso metacinematografico. Che cos'è Cobb se non un regista (e in certe inquadrature il look di DiCaprio sembra corrispondere a quello dello stesso Nolan) che dirige una squadra di diversi talenti? Arianna, con la capacità di creare lo spazio dei sogni, è la scenografa, Eames è l'attore che riesce a impersonificare vari ruoli prendendone le sembianze, Arthur il produttore che rende la visione del regista realizzabile, Saito la casa di produzione che dà la possibilità alla troupe di esprimersi al meglio, Fischer - infine - nel sogno, controvoglia, è lo spettatore che viene chiamato in causa e partecipa attivamente alle vicende che sta osservando. Il sogno stesso diventa quindi un luogo straordinario dove la realtà può essere manipolata, una dimensione dove tutto sembra reale e solo alla fine ci accorgiamo che qualcosa non tornava perfettamente. Il mondo dei sogni diventa, in definitiva, il cinema stesso; le idee da innestare le storie raccontate che sono capaci di condizionare e cambiare la vita delle persone per sempre. Un'esagerazione? Pensiamo a quante celebri personalità che conosciamo abbiano deciso di intraprendere una carriera grazie alle opere che hanno letto. Pensiamo anche a noi stessi che abbiamo visto nascere la nostra passione più focosa proprio grazie a un film che abbiamo visto e ci è rimasto nella memoria. Per quanto l'estetica dei sogni in Inception non sia composta da fantasie irreali e caleidoscopiche invenzioni visive, il film di Christopher Nolan grida a gran voce l'importanza, l'essenzialità, il bisogno, il piacere e la grandezza del cinema nelle nostre vite: essenziale quanto sognare.

UNA TROTTOLA CHE GIRA

È a questo punto che il finale di Inception si svela definitivamente. Un finale sicuramente furbo, stranamente fin troppo aperto e ambiguo all'interno della filmografia del regista che mai si era spinto così tanto nel lasciare le domande in sospeso. La trottola che sembra cadere ma in realtà continua a girare è un'ultima inquietante inquadratura che divide gli spettatori tra chi presuppone sia davvero la realtà (quindi un lieto fine) e chi invece crede che Cobb non si sia mai risvegliato dal limbo in cui era caduto. Certo, la furbizia di Nolan sta proprio nel non dare troppe informazioni né per l'una né per l'altra fazione. Sappiamo che la trottola è il totem di Cobb, l'oggetto personale che serve a capire se si è nella realtà o nel mondo dei sogni, ma era anche un oggetto appartenuto a Mal (a questo proposito è indicativo il fatto che ogni totem rappresentato nel film come l'alfiere di Arianna o il dado di Arthur non vengano mai toccati da altre persone e venga sottolineato attraverso i dialoghi come il totem perderebbe il suo significato se altri lo toccassero). Sappiamo che dal limbo si può uscire ma non ci viene minimamente mostrato come Cobb e Saito nel finale riescano a uscire e ritrovarsi nell'aereo, una scelta particolare per un film che si interessa molto, fino ad occupare metà della sua durata, a spiegare le regole del gioco e il funzionamento della sua narrazione. Vediamo la trottola in procinto di cadere, ma il film si chiude prima di darci sicurezze in merito. In questi dieci anni molte teorie e qualche dichiarazione da parte degli addetti ai lavori che avevano il sapore di risposta definitiva si sono susseguite, ma a essere sinceri riteniamo che dare una spiegazione certa al finale del film sia controproducente. Ci piace di più pensare che questa furba scelta di scrittura di Nolan sia uno dei pregi di un film che parla di sogni e di spettatori partecipi. Nell'ambiguità del finale un'unica sicurezza: se il totem serve a capire se siamo nel mondo dei sogni del cinema, finché la trottola girerà non smetteremo di sognare.


INTERVISTA A LUCA WARD: "VORREI ESSERE LA VOCE DI GESÙ"

Una voglia incredibile di essere a contatto con la gente: "Amo questo lavoro soprattutto perché mi ha permesso di conoscere migliaia di persone", ci ha detto, e di mettersi continuamente alla prova: Luca Ward, attore, doppiatore e direttore del doppiaggio, è da anni una delle voci più amate dagli italiani.

È lui a rendere accessibile al grande pubblico divi di Hollywood come Keanu Reeves, Samuel L. Jackson e Russell Crowe, l'interprete a cui si sente più legato, e non soltanto perché gli ha dato la possibilità di doppiare un film come Il gladiatore (che proprio quest'anno ha compiuto 20 anni), che parla della storia di Roma, la sua città.

Legatissimo alla Capitale, non nasconde, anzi, è molto orgoglioso di essere nato e cresciuto a Ostia, la parte di Roma che si affaccia sul mare: "Ho sempre pensato che chi viene da Ostia abbia una marcia in più: chi viene dalla periferia sa capire persone e situazioni al volo" ha detto a telecamere spente. Abbiamo intervistato Luca Ward negli storici studi Ets Studios, gli stessi dove, tra le altre cose, ha anche diretto il doppiaggio della serie di culto Sons of Anarchy.
Oltre a concederci questa intervista video, l'attore e doppiatore sarà anche nostro ospite all'ULTRAPOP Festival, sabato 18 luglio alle 21, in diretta in contemporanea sui canali Twitch di Movieplayer, Multiplayer e Lega Nerd.

LA NOSTRA INTERVISTA A LUCA WARD

Luca Ward è uno stacanovista e non ha paura di cimentarsi con media diversi: cinema, teatro, radio, televisione, doppiaggio: quanto è importante essere versatili?

È importante perché intanto ti dà la possibilità di lavorare sempre. Tutti i giorni della tua vita. Non hai mai momenti di fermo: oggi c'è il doppiaggio, domani il teatro, dopodomani la radio. Poi c'è la pubblicità, il cinema, la tv. Salti da una specialità all'altra: questa è una cosa che mi hanno insegnato i grandi vecchi attori, con i quali ho avuto la fortuna di lavorare. Ho lavorato con tutti i giganti della televisione italiana e del cinema, e mi dicevano sempre: devi saper fare tutto. Se sai fare tutto un piatto di minestra lo porti a casa.

Prima di fare l'attore però è stato camionista e venditore: questo le ha dato una marcia in più? Sa interpretare meglio i ruoli perché conosce l'umanità vera?

Non so se aver fatto il camionista, o aver venduto le bibite sugli spalti di Vallelunga, mi fa essere più o meno capace. Certamente mi dà una dimensione diversa: parliamo di lavori veri. Fare il camionista è un lavoro duro, massacrante, una responsabilità. Il nostro invece ci rende fortunati perché giochiamo: giochiamo tutti i giorni della nostra vita. Una volta in teatro, una volta su un set, un'altra in una sala di doppiaggio. Per il fatto del capire l'umanità sì: forse si riesce a comprendere meglio se hai fatto tante cose. Più cose hai fatto nella tua vita e meglio riesci a capire le persone. Anche perché, con i tanti mestieri che ho fatto, ho potuto conoscere migliaia di persone: a me piace confrontarmi, chiacchierare.

Tra i tanti campi che ha sperimentato c'è anche quello dei videogiochi: ha seguito Keanu Reeves nel mondo di Cyberpunk 2077. Com'è stato?

Non ho capito nulla! Perché i videogiochi si fanno sul nero: questa è una cosa che, per quanto mi riguarda, è sbagliata. Noi siamo interpreti: per interpretare dobbiamo capire, vedere, analizzare. Invece sul videogioco non vedi nulla, per cui vai alla cieca. Spesso quando mi risento nei lavori che ho fatto per i videogiochi, nonostante il pubblico mi passi degli attestati di stima enormi, io trovo che, se l'avessi visto, avrei potuto dare molto di più.

A proposito di difficoltà: da qualche anno molti suoi colleghi si lamentano del fatto che doppiare sia sempre più difficile. I tempi sono sempre più stretti, spesso non si può nemmeno vedere l'attore intero, ma seguire semplicemente delle labbra con del nero attorno. Come si fa a fare un buon lavoro in questo modo?

Non si fa. A me successe anni fa, con un film: c'era tutto lo schermo nero e si vedevano soltanto, da un buco, le lebbra. Mi sono rifiutato. Dopo due giorni è arrivata una copia in bianco e nero e ho potuto doppiare tranquillamente. Siamo noi che sbagliamo ad accettare certe condizioni: non siamo macchine, il nostro è un lavoro artigianale. L'artigianato si può fare soltanto con tempo, pazienza e conoscenza. Non puoi andare a doppiare un film con uno schermo nero, doppiando le labbra. Non mi rivolgo a chi ci propone queste cose, ma proprio ai miei colleghi: rifiutatevi. Non fate questo scempio. Perché poi, quando vi andate a riascoltare, il vostro lavoro è sicuramente sbagliato.

Oggi social come TikTok permettono a tutti di fare dei doppiaggi di dubbissima qualità: grazie alla tecnologia il doppiaggio è diventato sempre più accessibile, ma anche sempre più in mano a non professionisti. Lei si rifiuta di doppiare insieme a giovani, o colleghi, che non sono adatti?

Il doppiaggio è il mestiere più difficile per un attore. Faccio un esempio di un attore italiano importante: in una sua intervista, Toni Servillo, che è un gigante, ha detto che quando entra in sala di doppiaggio gli tremano le gambe. Detto da lui ci si può credere. Il doppiaggio è un mestiere veramente complesso, difficile, in pochi lo sanno fare. Per quanto riguarda quelli che si improvvisano: è un problema loro. Sarà il mercato a eliminarli. Quindi non me la sento di dire nulla. Io lavoro solo in colonna separata, da sempre, ormai sono più di vent'anni, quindi non incontro mai i miei colleghi. Il nostro è un mestiere che può essere fatto da persone certificate: attori che vengono dal teatro. I doppiatori ci sono, ce ne sono tanti, ma la loro interpretazione sarà sempre la stessa. Mettiamoci anche il fatto che oggi non c'è più il tempo: prima facevo il direttore di doppiaggio e avevo il tempo di dedicarmi a un giovane, cercare di trasmettergli la mia conoscenza del lavoro. Oggi questo tempo non c'è più, quindi non riesco ad aiutare il ragazzo a crescere in questo mondo così difficile. Infatti è il motivo per cui ho smesso di fare il direttore: a me piace anche insegnare, tramandare il mio mestiere, ma oggi si doppia troppo velocemente a scapito del pubblico. Perché è il pubblico che poi ascolta. E, al contrario di quello che pensano molti, il pubblico, soprattutto quello italiano, è scaltro e sa riconoscere un doppiaggio giusto da uno sbagliato. Non sono nati ieri.

Domanda alla Billy Elliott: cosa prova oggi quando entra in sala di doppiaggio? C'è ancora la magia o no?

Ma sì. Intanto c'è la sfida: ogni volta vai a fare un film diverso, ogni volta l'attore che doppi fa un'interpretazione diversa e ti fai il segno della croce. Io faccio tutto: teatro, televisione, cinema, ma il doppiaggio è proprio la sfida vera. Lavori su tempi non tuoi, su una faccia che non è la tua, solo con la voce. Non è semplice. È un mondo che mi piace ancora tanto ed è per questo che lo faccio in trincea, al leggio.

Quest'anno Il Gladiatore di Ridley Scott ha compiuto venti anni: è ancora tanto affezionato a quel ruolo? Soprattutto visto che è cresciuto a Roma, a Ostia, che viene anche nominata, e nel film si parla anche della nostra storia?

Assolutamente sì: Il Gladiatore ha dato una sorta di consapevolezza, anche ai romani, della potenza di questa città. Che, nonostante siano passati dei secoli ormai dall'Impero, è ancora una città estremamente potente. Però lo dobbiamo capire noi: perché ultimamente ci eravamo un po' persi, ci sentivamo sempre secondi a qualcuno, mentre noi non siamo secondi a nessuno. Noi siamo proprio i numeri uno, il problema è chi ha il timone della nave: perché se il timoniere è un gran timoniere allora l'equipaggio risponde, la nave naviga splendidamente. Ma se il timoniere non sa navigare allora è un problema.

Ha sempre detto di sentire un legame speciale con Russell Crowe: ha doppiato attori magnifici, come Samuel L. Jackson e Kevin Costner, ma Crowe è ancora il suo preferito? E perché?

Russell Crowe: mi piace l'uomo. Perché è un attore non schierato: e questa è la cosa più importante per un attore. Non l'ho mai sentito parlare di politica. Mai. Come Ridley Scott, un altro grande del cinema. Avranno sicuramente le loro idee, ma ho sempre pensato che l'artista debba essere libero, perché l'artista è di tutti. Se ti schieri da una parte inevitabilmente dall'altra non ti potranno vedere. Ci schieriamo, anche Russell Crowe si schiera nel sociale, come faccio anche io, ma politicamente no. Questa è una cosa molto bella per un attore: un attore che va a ritirare un Oscar e non fa una dichiarazione politica, come senti fare a quasi tutti quanti i mostri sacri del cinema americano, francamente ha vinto.

Visto che ama tanto le sfide: com'è stato fare in teatro il musical Full Monty? In cui, oltre alla voce, stavolta ci ha messo molto corpo? Ha accettato il ruolo anche per questo?

Stavolta ci ho messo anche qualcosa in più! Ho accetto questo ruolo perché il mio personaggio è un ballerino: non professionista, però balla. Siccome ero proprio una schiappa a ballare, sapevo fare solo quelli canonici, il valzer, un po' di tango, il cha cha cha, mi sono detto: fosse la volta buona che imparo a ballare?! Tant'è che a una rappresentazione è venuta mia figlia, che sa perfettamente che sono una schiappa, e, quando mi ha visto, la prima cosa che mi ha detto dopo lo spettacolo è stata: papà, fantastico, balli da Dio! Per me è stato un coronare la mia carriera.

Prima di smettere di fare il direttore di doppiaggio, Luca Ward si è occupato di quello di Sons of Anarchy, serie americana di culto, andata in onda dal 2008 al 2014. È un fan?

Sì! Ma questo è inevitabile: intanto Sons of Anarchy è una serie straordinaria. È una serie cult, ha degli attori meravigliosi, delle facce vere. Facce proprio da cinema: quelle che cercava Sergio Leone. Quando guardi i film di Sergio Leone cosa vedi? Le facce. No i bambolotti. La struttura narrativa si rifà a un motoclub famosissimo in America: è un gruppo di motociclisti alternativi alla polizia. La popolazione si rivolge a loro per risolvere problemi. La serie comincia con un caso di pedofilia: il papà di questa bambina che è stata abusata va da loro, perché pensa che tanto la polizia non risolverà il caso. E infatti loro invece lo risolvono. In maniera pesantissima, perché ci vanno giù pesante. È una serie straordinaria. Tra l'altro oggi siamo proprio nel posto, gli Ets Studios, in cui abbiamo doppiato le sei stagioni di Sons of Anarchy. Questo è uno dei templi romani del doppiaggio.

Ha parlato di facce, del genere: negli ultimi anni siamo tornati a farlo, infatti le facce sono anche un po' cambiate. Ci dobbiamo credere? Lei ci crede in questa rinascita del cinema di genere italiano?

Bisogna sperare che sia così, perché noi eravamo primi al mondo e siamo diventati gli ultimi. Ci sarà un motivo, no? Qualcosa è stato sbagliato, non ha funzionato. Quando sento dire: il cinema italiano fa i numeri, mi dico ma quali numeri? Ma dove? Siamo al 160esimo posto per vendite all'estero, quindi di che cosa stiamo parlando? Noi gli Oscar ce li andavamo a prendere negli anni '50 e '60, con i grandi produttori, i grandi registi, i grandi attori, i grandi sceneggiatori. Oggi non mi sembra che questo succeda. È molto difficile. Mi auguro che si torni a qualcosa di diverso. Forse con le nuove piattaforme, Netflix, Amazon, si riuscirà a fare un percorso per riportare questo paese al centro. Perché lo merita: i nostri reparti tecnici, i nostri attori, le nostre attrici sono bravi.

Visto che ha fatto e doppiato di tutto, c'è ancora un attore o un personaggio a cui vorrebbe dare la voce?

Bella domanda, non lo so. Forse Gesù. Quando Zeffirelli fece il suo grande film ero troppo piccolo: mi fecero il provino ma ero troppo giovane. Adesso forse sono troppo grande. Quindi questo Gesù mi sa che non si farà.

Potrebbe doppiare San Pietro allora.

Eh però Gesù è Gesù. È tanta roba.


GHOST - FANTASMA: LE 5 SCENE CHE SOPRAVVIVONO NEI NOSTRI RICORDI

Ha detto che ti ama!" "Sam non l'avrebbe mai detto..." "Idem, dille "idem"!"

Siamo onesti con noi stessi: la nostra educazione sentimentale è in debito (o in credito, a seconda dei punti di vista) con Ghost - Fantasma, il film di Jerry Zucker che usciva nelle sale statunitensi il 13 luglio 1990. Esatto, sono passati ben trent'anni da quando lo sceneggiatore Bruce Joel Rubin, e noi con lui, vedevamo realizzata sul grande schermo l'idea geniale di accoppiare il vendicativo Amleto a una vecchia leggenda del folklore americano, dove lo spirito di un defunto cerca di avvertire la persona amata di un pericolo imminente. Se aggiungiamo un cast stellare a questo indovinatissimo spunto, che fonde eros e thanatos, amore e vendetta, dolcezza e catarsi, capiremo perché si avvertiva l'odore di cult già prima di quel 13 luglio, ormai avvolto da luce e nebbia proprio come Sam, quando nel finale si rende visibile a Molly e le dice addio, scomparendo tra nuvole rosate.

Sì, in Ghost - Fantasma c'è una visione della vita e degli uomini alquanto manichea, basata sulla contrapposizione tra buoni e cattivi, paradiso e inferno, demoni e "luce in fondo al tunnel", ispirata quest'ultima a racconti veri di persone che hanno avuto esperienze di pre-morte. Quindi, se oggi guardiamo il film con lo spirito cinico di un ateo granitico, sghignazzeremo e non ci godremo diverse scene memorabili che hanno scolpito l'immaginario di tanti di noi, cresciuti a suon di "Idem!" e di "Nessuno può mettere Baby in un angolo" (Patrick Swayze in entrambi i casi, pensate!). Converrete che non ne vale la pena. Quindi ripercorriamo insieme quelle che secondo noi sono le cinque migliori scene di un film, ancora dopo trent'anni, tutt'altro che evanescente come un fantasma.

1. UNCHAINED MELODY E IL POTERE DELLA CERAMICA

Prima abbiamo usato, per morigeratezza, un eufemismo: la nostra educazione sessuale, ancor prima di quella sentimentale, deve una cospicua percentuale dei diritti d'autore per le nostre fantasie pruriginose a Ghost. Non assoceremmo mai al sesso dei castissimi corsi professionali di ceramica al tornio: eppure Demi Moore li ha frequentati per rendere credibile una delle scene più erotiche del cinema contemporaneo. Molly, il suo personaggio, quella notte non riesce a dormire: altri per prendere sonno contano le pecore, mentre lei, che è un'artista, modella un vaso al tornio affondando le mani nell'argilla e ascoltando vecchi dischi. Il vinile pescato dal Caso sornione fa sì che la colonna sonora per la sua prolifica insonnia sia Unchained Melody, nella versione dei Righteous Brothers: un brano più romantico, pur sforzandosi, non verrebbe in mente a nessuno.

La raggiunge Sam (Patrick Swayze) a torso nudo e, dopo averle rovinato il vaso a cui stava lavorando, le propone di aiutarla; ma evidentemente di vasi e ceramica a lui interessa il giusto e i suoi piani sembrano altri. Molly, appurato che quella notte sarà fruttuosa più per lei che per le sue opere, accetta l'aiuto, e insieme lavorano l'argilla, lasciando che la pelle si sporchi, le dita si intreccino e baci via via più sensuali soppiantino una volta per tutte la creazione di un vaso a cui entrambi non hanno mai realmente creduto. Una scena che faceva fremere gli adolescenti di ieri e che probabilmente farebbe ridere gli adolescenti di oggi, nonostante la sua parodia più famosa facesse sbellicare dalle risate anche gli adolescenti di ieri. Ci riferiamo alla mitica scena di Una pallottola spuntata 2 e 1/2: l'odore della paura , cult di tutt'altra cifra diretto da David Zucker, fratello del regista di Ghost, Jerry. Era passato solo un anno da quando Molly e Sam infuocavano le sale, e già l'(auto)ironico Jerry ‒ anche co-regista e co-sceneggiatore de L'aereo più pazzo del mondo ‒ figurava come produttore esecutivo della demenziale commedia sul tenente Drebin. Il vaso al tornio si era trasformato in una fallica mitragliatrice di argilla, mentre il tonico Sam (che Dio l'abbia in gloria!) era diventato un indimenticabile Leslie Nielsen col fisico da culturista: inverosimili muscoli oliati, che duravano giusto il tempo di una delle scene di sesso più esilaranti di sempre.

2. ODA MAE BROWN, IN ARTE RITA MILLER

iare le nostre aspettative adolescenziali (immancabilmente deluse) su come dovrebbe essere un uomo, gli va anche riconosciuta una notevole lungimiranza, quando ha convinto i produttori a far fare un provino a Whoopi Goldberg per la parte della sensitiva Oda Mae Brown. Swayze era un grande ammiratore della Goldberg, e dopo questo film, che le valse un meritatissimo Oscar come miglior attrice non protagonista, anche i più riluttanti non potevano non diventarlo. Perché Ghost ha due anime: una più sentimentale e drammatica, dove in più l'elemento fantastico si tinge a tratti di sfumature horror, e l'altra irresistibilmente comica. E la traccia comica si poggia interamente sulle spalle di Whoopi Goldberg, che colora il film di scene scoppiettanti che sdrammatizzano perfettamente il pathos con cui l'aldilà, tra spiriti infernali e scie luminose, viene tratteggiato. Anche Oda Mae ha a che fare con l'aldilà, perché è una sedicente medium che scopre con grande shock di esserlo veramente. Sam, dopo essere stato ucciso, vuole comunicare a Molly che lei è in pericolo, e per farlo gli occorre un tramite con il mondo dei vivi. Così a Brooklyn entra in questo negozietto fatiscente, la cui insegna riporta la scritta "Spiritual Advisor ‒ Contact the dearly departed". La sua diffidenza si rafforza quando vede per la prima volta Oda Mae, che con la sua meravigliosa mimica facciale spara dati a casaccio per spillar soldi alla credulona di turno, che vuole mettersi in contatto col marito defunto. Proprio bisbigliando fra sé e sé tra l'indignato e il divertito, Sam scopre piano piano che Oda Mae lo sente davvero; allora le dà il tormento, mentre lei cerca di scacciar via la sua voce correndo intorno al tavolo terrorizzata. Da questo momento Sam non le darà tregua pur di farsi aiutare. Bizzosa, disonesta, ma in fondo altruista come Sam non avrebbe mai sperato, per essere lasciata in pace Oda Mae accetta prima di contattare Molly, e più avanti di andare in banca per sventare il piano dell'ex collega (nonché pseudo-migliore amico) di Sam, Carl, colpevole della sua morte.

E se proprio dobbiamo piluccare la sequenza più spassosa che coinvolge Oda Mae, quella in banca vince a mani basse. In un eccentrico completo fucsia, e consigliata passo dopo passo da Sam, dovrà convincere un bancario poco sveglio di averla conosciuta anni prima a una festa, in modo da poter prelevare con meno domande possibili la bellezza di quattro milioni di dollari. Per far questo, si presenta con il nome di Rita Miller, personaggio inesistente creato dagli stessi malfattori con cui Carl ha a che fare. Ma essendo una pasticciona, prima sbaglia la firma, poi esagera con l'inventare ricordi in comune col bancario, sempre più spaesato, e di continuo si stizzisce con Sam, nel disorientamento generale di chi non può vederlo. La ciliegina arriva alla scoperta euforica della cifra prelevata, cui seguono i progetti strampalati di Oda Mae sulla propria vita, stroncati da Sam, che le dice di consegnare l'assegno a due suore proprio davanti alla banca: quei soldi macchiati di sangue andranno in beneficenza. Oda Mae però, più che dalla prospettiva fumosa del paradiso, è attratta dall'idea di andare in banca "a incassare questo dannato assegno!". Da qui un altro siparietto formidabile con le suore, a cui gira scorbutica l'assegno che allo stesso tempo cerca di trattenere, tra pianti e risa isteriche. "Ma vedi un po' se uno deve dar tutto a San Giuseppe...". Solo applausi per Whoopi Goldberg, e anche per Bruce Joel Rubin a cui è andato il secondo Oscar del film, per la migliore sceneggiatura originale.

3. IDEM!

Le scene di Ghost che negli anni ci sono rimaste addosso come sogni sono tante, alcune sotto forma più che altro di incubi. La cruda uccisione di Sam ne è un esempio: Molly e Sam passeggiano dopo uno spettacolo serale, finché non vengono minacciati da un individuo che li seguiva, e Sam non rimane ucciso da un colpo di pistola. Il momento in cui Sam, già trasformatosi in fantasma, vede Molly disperarsi sul suo corpo straziato, è sicuramente la più sconvolgente del film. La morte dell'omicida e poi quella di Carl sono forse ancora più violente e spaventose, con quelle ombre maligne che sbucano dai pavimenti e portano via i loro fantasmi terrorizzati, ma in entrambi i casi sentiamo appagato il nostro animo vendicativo da giustizieri della notte.
Gli spettatori più teneri hanno comunque ampio materiale con cui consolarsi. Per esempio quando il fantasma di Sam, per convincere Molly a fidarsi di Oda Mae, suggerisce alla medium una serie di dettagli sulla loro vita sentimentale: Molly emotivamente vorrebbe crederle, ma razionalmente decide di andar via, e Sam dice a Oda Mae di riferirle che la ama. E qui occorre un piccolo recap. Come molti uomini, Sam piuttosto che pronunciare le paroline "ti amo" si sarebbe fatto ammazzare, e in effetti, analizzando con sguardo cinico gli eventi, subito prima che Sam venisse ucciso lui e Molly discutevano proprio di questo: che lei gli diceva sempre "ti amo", mentre lui se la cavava ogni volta con un algido "idem". Quindi, alle parole di Oda Mae, Molly consolida il suo scetticismo: Sam non avrebbe mai detto "ti amo". Allora Sam ordina a Oda Mae di dirle "idem"; Oda Mae, senza capire che razza di formula sia, esegue, e Molly, che stava per imboccare la porta del bar, si ferma e si volta con sguardo commosso. E qui dobbiamo omaggiare anche la magnifica interpretazione di Demi Moore che, nonostante la concorrenza di Nicole Kidman, convinse subito regista e produttori. Pare infatti che l'attrice non solo fosse bravissima a piangere a comando, ma che addirittura fosse in grado di scegliere quale occhio far lacrimare di più. Del resto Swayze conquistò Bruce Joel Rubin quando, parlando del padre, improvvisamente scoppiò in lacrime: il ruolo di "fantasma innamorato", offerto a molti altri prima di lui (tra cui Johnny Depp, Harrison Ford, Mel Gibson, Kevin Costner) e rifiutato da tutti perché troppo melenso, aveva già in nuce un attore perfetto per interpretarlo, nella sua miscela di sensualità e tenerezza che rimpiangeremo sempre.

4. IL PENNY PORTA(S)FORTUNA

La scena di quell'"idem" risolutore è una delle più emozionanti di Ghost, e non può che rientrare tra le nostre predilette. Quella che più ci ha fatto sciogliere, però, deve ancora arrivare; ma subito prima c'è un'altra scena, quasi altrettanto commovente: una sorta di anticamera preparatoria al momento in assoluto più poetico del film.
Molly è appena venuta a sapere del prelievo in banca da parte di Oda Mae sotto la falsa identità di Rita Miller, e non si fida più di lei. Così la povera Oda Mae sta ancora una volta fuori dalla porta di Molly insieme al fantasma di Sam, e adesso cerca di convincerla che Carl è pericoloso. Ma Sam via via ha imparato che essere un ectoplasma ha i suoi pro: per esempio può trapassare le pareti; per questo effetto speciale, dove il fantasma sembra assorbire parte del materiale che attraversa, Jerry Zucker aveva illustrato l'idea ai tecnici immergendo un tovagliolo nel caffè. Sam quindi entra nell'appartamento di Molly, e resta in piedi accanto a lei suggerendo a Oda Mae, dall'altra parte della porta, cosa dire per convincere la sua amata a farla entrare. In questo caso però le parole non bastano a persuaderla, e Sam si fa passare da Oda Mae un penny sotto la porta, per poi farlo scorrere lungo la parete e consegnarlo direttamente nelle mani di Molly, che sorride tra le lacrime. "Dille che è un portafortuna", suggerisce a Oda Mae, facendo riferimento a un vecchio penny che lui e Molly avevano trovato prima di abitare quell'appartamento, e che tutto sommato, dal nostro punto di vista, non si è rivelato un portafortuna così efficace. Comunque a questo punto Molly è riuscita a vincere ogni dubbio (non sappiamo davvero cos'altro si sarebbe dovuto inventare Sam dopo il penny volante!), e lascia entrare nel suo appartamento Oda Mae.

5. MOLLY E SAM, STRETTI INSIEME ANCORA UNA VOLTA

Molly, Oda Mae e Sam aspettano l'arrivo della polizia, e tra le due donne sembra insinuarsi quel leggero imbarazzo che a volte si avverte tra sconosciuti in una sala d'attesa. Molly rompe il ghiaccio chiedendo a Oda Mae se Sam sia lì con loro, e scopre che è seduto proprio accanto a lei. Allora chiede a Oda Mae se lui riesca a sentire quello che lei sente, e Sam, stringendole la mano senza poter essere percepito, risponde: "Con tutto il mio cuore". Le nostre lacrime, se ancora non si sono affacciate, cominciano forse a fare capolino; in questo senso Ghost può venir visto anche come un test di sensibilità, per capire a quale livello di pathos siamo costretti a cedere. Sam dice che sarebbe disposto a dare qualsiasi cosa pur di poterla toccare ancora una volta, e Molly è d'accordo con lui. Oda Mae guarda fuori dalla finestra con un'espressione combattuta; visto che, pur coi suoi tanti difetti, è una generosa, alla fine vince le proprie remore e propone a Sam di usare il suo corpo affinché lui possa sfiorare ancora una volta la sua amata. Capito il piano di Oda Mae, Sam non se lo fa ripetere: lo vediamo fondersi con la medium, che si avvicina a Molly lentamente, per poi stringerle le mani. Inizialmente infatti vediamo Oda Mae compiere questi gesti; ma ecco che Molly chiude gli occhi e si abbandona, e allora anche noi ci abbandoniamo con lei ed è in quel momento che vediamo Sam, estasiato e commosso, accarezzare il volto di Molly, che gli trattiene la mano piangendo. In sottofondo Unchained Melody ci ricorda di quando Molly e Sam si scambiavano baci appassionati, inconsapevoli della triste svolta che li attendeva. Per qualche minuto, durante quell'abbraccio surreale per interposta persona, la morte non è più un problema tra loro e viene sublimata. È il momento più lirico del film. Finché non bussa quel criminale guastafeste di Carl, spezzando l'idillio (non ci stupisce che l'attore che vestì i suoi panni, Tony Goldwyn, per lungo tempo dopo questo ruolo fosse stato spesso maltrattato in pubblico da spettatori un po' troppo empatici).
Anche il finale di Ghost, dove Molly saluta Sam e riesce finalmente a vederlo prima che lui si allontani e si dissolva nel blu, è molto toccante. E noi penseremo sempre a Patrick Swayze come al commosso fantasma a cui diciamo "addio" e, subito dopo, "ciao". Ma nessuna scena pareggia per la sua perfetta dolcezza quella dell'ultimo contatto tra Molly e Sam: perché quando la morte ci separa dalla persona amata, ancora più che vederla o sentirla, ci manca toccarla.


AVENGERS: QUALE SARÀ IL PROSSIMO NEMICO DOPO THANOS? IL QUESITO DI MARVEL PER I FAN

l nemico numero uno dei supereroi di casa Marvel è stato infine sconfitto con Avengers: Endgame, e se c'è ancora qualche speranza di rivedere Thanos nel MCU, bisogna comunque pensare al futuro per non lasciare i nuovi Avengers sforniti di un cattivo degno di nota.

La questione è stata sottoposta dalla stessa Marvel ai fan attraverso un video su Twitter, e le risposte non hanno tardato ad arrivare. Se il titanico personaggio interpretato da Josh Brolin rimarrà nella storia come uno dei nemici più interessanti, c'è da dire che l'universo fumettistico a cui si ispira il franchise offre possibilità pressoché infinite.

In testa alla classifica è balzato lo spietato Dctor Doom (Dottor Destino), storico nemico dei Fantastici 4. Visto che il quartetto di eroi sembra pronto a fare il suo ritorno, non sarebbe poi così assurdo aspettarsi di vederlo apparire come nemico principale di tutti gli Avengers. Potrebbe persino essere lui ad introdurli, e un utente fa inoltre notare: "Deve essere Doc Doom. Hanno ottenuto i diritti con l'acquisizione della Fox. Perché aspettare i Fantasici 4 quanto hai già pronto un grande villain Marvel. E sarebbe interessante vedere una minaccia proveniente dalla Terra dopo la minaccia cosmica di Thanos".

Visto che la nuova fase sarà presumibilmente incentrata sul multiverso e sui salti temporali, qualcuno ha proposto anche il nome di Kang Il Conquistatore, e ciò permetterebbe di introdurre anche diversi altri villain: "C'è un prezzo da pagare quando fai confusione con le linee temporali".

Altri distruttori come Graviton o Onslaught farebbero sicuramente la loro bella figura, ma c'è anche chi desidera che gli autori Marvel si concentrino sui film stand alone, ciascuno con i loro personaggi, prima di incominciare a parlare dei nuovi Avengers


DAFNE KEEN SARÀ X-23 ANCHE NELL'MARVEL CINEMATIC UNIVERSE? PARLIAMONE

Sin dall'ufficializzazione dell'acquisizione di Fox da parte della Disney, i fan Marvel hanno iniziato a fantasticare sull'ingresso degli X-Men nel Marvel Cinematic Universe. Nonostante al momento si tratti soltanto di supposizioni, è chiaro che la fantasia degli appassionati sia legata a quali personaggi potrebbero entrare nell'MCU.

Per la giovane Dafne Keen, l'opportunità d'interpretare Laura/X-23 è sempre aperta:"Si, sicuramente. Al 100%" ha dichiarato l'attrice riguardo l'intenzione o meno di far parte del franchise.
La performance di Dafne Keen in Logan ha suscitato il plauso della critica e l'elogio di James Mangold e Hugh Jackman.

"Non è possibile che questo film funzioni senza l'apporto di Dafne Keen. Entro la seconda metà del film la situazione si è ribaltata e lei ha trascinato l'intera pellicola mentre Logan si ritirava per le sue insicurezze e la sua malattia, e naturalmente ha avuto la chiusura finale" ha dichiarato Mangold.
Hugh Jackman ha raccontato quando ha scoperto che Dafne Keen fosse perfetta per il ruolo:"Quando James Mangold ha inventato il personaggio di Laura e il fatto che il film parlasse espressivamente di famiglia, eravamo preoccupati di trovare la soluzione giusta. Fino a quando non abbiamo incontrato Keen. Il primo giorno che l'abbiamo provinata... mi ha dato un pugno sul braccio così forte che il giorno dopo mi sentivo letteralmente ammaccato. Ingaggiata".
Dafne Keen ha riservato parole di grande stima nei confronti di Hugh Jackman e James Mangold:"Immagino che Hugh e Patrick mi abbiano davvero formato come attrice. Il solo fatto di guardarli in macchina è stato fantastico. Mi hanno fatto sentire a mio agio sul set"


GLI ETERNI: QUANTO MANCA AL PRIMO TRAILER DEL FILM MCU CON KIT HARINGTON E ANGELINA JOLIE?

A causa della pandemia di Coronavirus anche i piani della Marvel hanno subito degli inevitabili cambiamenti e l'unico slot disponibile a novembre è stato occupato da Black Widow. Ecco perchè Gli Eterni è slittato inesorabilmente al mese di febbraio 2021 ma i fan non vedono l'ora di scoprire qualcosa in più dal primo trailer.

Come sottolineato su MCU Cosmic, che riprende un post su Twitter di Amit Chaudhari, una novità che riguarda Gli Eterni potrebbe davvero essere imminente, e chissà che non possa essere il primo trailer del film di Chloé Zhao. Che si tratti di un teaser trailer o soltanto di una brevissima anteprima non è stato ancora stabilito ma i fan possono in qualche modo stare all'erta e cercare di capire quale novità Marvel abbia in serbo per quanto riguarda Gli Eterni.

Nel tweet Chaudhari sostiene che la stessa fonte aveva fornito indicazioni su Gli Eterni ha aggiornato anche sul trailer di Black Widow. E in quell'occasione la fonte si era dimostrata affidabile. Tuttavia Chaudhari sottolinea come questa fonte non abbia confermato che possa trattarsi di un trailer o meno.
Gli Eterni comprende un cast stellare con Angelina Jolie, Richard Madden, Gemma Chan, Kumail Nanjiani, Salma Hayek e Kit Harington.
La trama de Gli Eterni approfondirà la connessione secolare tra gli eroi immortali e le modalità con cui hanno affrontato i Devianti.
Kumail Nanjiani ha chiarito di non rappresentare un intero popolo per quanto riguarda la diversità nell'MCU.
Una teoria sul film prevede dei viaggi interdimensionali ma i dettagli della trama de Gli Eterni sono ancora piuttosto misteriosi.


RAT: BEN STILLER PORTERÀ SUL GRANDE SCHERMO IL RACCONTO DI STEPHEN KING

Il sodalizio tra Stephen King e il grande schermo prosegue. Recentemente abbiamo parlato della prossima realizzazione di un film ispirato a Mr. Harrigan’s Phone, racconto presente nella raccolta Se scorre il sangue.
Ma c’è anche un’altra storia presente in quel libro destinata a trovare una nuova dimensione sul grande schermo.

Stiamo parlando di Rat, racconto che a quanto pare è stato affidato a Ben Stiller, che non parteciperà al progetto solo come attore ma si occuperà anche della regia e della produzione.
Per Stiller si tratta della prima esperienza in campo horror, nel corso della sua carriera l’attore ha diretto pellicole come Zoolander e Tropic Thunder, decisamente distanti dalle atmosfere “da brivido”, ma è anche vero che gli ultimi anni ci hanno dimostrato che i migliori horror arrivano da chi non ti aspetti, come ad esempio David Gordon Green (Halloween) e Jorda Peele (Get Out).

Rat racconta la storia di Drew Larson, uno scrittore frustrato che scende a patti con un topo per riuscire a superare il blocco dello scrittore. Nello specifico Drew dovrà cedere al topo in questione la vita di una persona a lui cara in cambio del successo.
Per il momento è tutto, come sempre vi terremo aggiornati su ogni sviluppo.


THE CARD COUNTER – PAUL SCHRADER HA COMPLETATO IL FILM CON OSCAR ISAAC

Paul Schrader è riuscito a concludere le riprese di The Card Counter, la cui produzione era stata interrotta a metà marzo. L’interruzione forzata, a soli cinque giorni dalla fine delle riprese, è stata necessaria quando hanno scoperto che un membro del cast era risultato positivo al covid-19.

La pellicola segue un ex militare (Oscar Isaac) che vive un’esistenza spartana giocando a carte, prima di entrare nel mondo delle partite da poker ad alto rischio.

Pochi giorni fa il filmaker aveva annunciato, tramite il suo account facebook, la ripresa della produzione:

www.facebook.com/paul.schrader.900/posts/10220338114996263

Le riprese sono state completate 12 ore fa, come possiamo leggere nell’ultimo post di Schrader:

THE CARD COUNTER wrapped tonight in Biloxi.

Questo ritorno sul set è stato possibile solo grazie all’autorizzazione del SAG e delle autorità locali, e all’implementazione di una serie di misure preventive per mantenere al sicuro il cast e la troupe. Le scene di folla e quelle che richiedevano un’intimità tra gli attori, erano già state filmate.


MINIONS 2: UN NUOVO SPOT CON IL “CATTIVISSIMO” GRU E I SIMPATICI OMINI GIALLI

È disponibile un nuovo spot di Minions 2: Come Gru diventa cattivissimo, il sequel di Minions. Il film, in arrivo nelle sale la prossima estate, è diretto dal regista del primo capitolo, Kyle Balda, insieme a Brad Ableson.

https://twitter.com/i/status/1282359062684893184

Il primo Minions, spin-off della saga di Cattivissimo Me, finiva con un’apparizione di Gru, protagonista della saga madre, da ragazzino. Questo sequel si concentrerà sulla trasformazione di Gru nel supercattivo che conosciamo e sulla nascita della collaborazione tra Gru e i Minions.
Il film è prodotto dal visionario fondatore e CEO della Illumination, Chris Meledandri e dai suoi collaboratori di lunga data Janet Healy e Chris Renaud.

Il film dei Minions, uscito nel 2015, raccontava invece la storia umana dal punto di vista degli ometti gialli che, nel corso dei secoli, hanno servito i più biechi supercattivi, eliminandoli accidentalmente. Dopo che il loro ultimo errore li lascia senza un leader malvagio, i coraggiosi Kevin, Stuart e Bob partono alla ricerca di un nuovo capo in giro per il mondo.


Tenet e Mulan potrebbero slittare ancora, i cinema inglesi chiedono che la distribuzione cambi approccio

È l’analista Eric Handler di MKM Partners, in un report ripreso da siti come Variety e Hollywood Reporter, a scrivere nero su bianco quello che in molti iniziano a temere, e cioè che Tenet e Mulan molto probabilmente verranno rinviati ulteriormente:

L’outlook a breve termine per le azioni legate all’esercizio cinematografico rimane estremamente fumoso a causa dell’incertezza su quando i cinema potranno riaprire con nuovi film Hollywoodiani. È improbabile che Tenet riesca a uscire il 12 agosto, vista la crescita di casi di COVID-19 in mercati chiave come la California, il Texas e la Florida, insieme alla lenta riapertura dell’economia nell’area di New York. Dal nostro punto di vista sarebbe una sorpresa veder aprire i cinema a livello nazionale prima di settembre, come minimo.

Tenet al momento uscirà il 12 agosto negli USA, mentre Mulan il 21 agosto. Una decisione su eventuali nuove date d’uscita verrà presa probabilmente nei prossimi giorni.

Lo stesso analista rivede al ribasso le stime d’incasso per il 2020 negli Stati Uniti: se fino a qualche tempo fa si parlava di una forbice tra il 55 e il 60% rispetto all’anno scorso, ora viaggiamo su cali del 70%.

A livello internazionale le cose non andranno molto meglio: l’analista spiega infatti che sebbene l’Europa si trovi in una posizione migliore rispetto agli Stati Uniti riguardo la pandemia, difficilmente i cinema avranno contenuti in grado di generare incassi significativi finché il Nordamerica non sarà pronto a ripartire. Questo si ricollega direttamente alla notizia che vi abbiamo dato oggi: senza nuovi film, in Italia i cinema non sono in grado di riaprire.

Catene cinematografiche come Cinemark e IMAX, che hanno i conti piuttosto in ordine, vengono indicate come quelle che probabilmente supereranno questa fase drammatica senza troppa difficoltà. AMC Theatres, la più grande catena cinematografica al mondo (proprietaria di UCI Cinemas) che già aveva diversi problemi prima della pandemia, ha invece annunciato oggi di aver proposto una ristrutturazione del proprio debito con un aumento di capitale di 300 milioni di dollari, di cui 200 milioni in liquidità e 100 milioni nell’acquisto di note senior da parte di Silver Lake Group. Quest’iniezione di denaro, sebbe non migliori la situazione debitoria della compagnia, dovrebbe dare respiro fino a fine anno, ma lascia immaginare che la stessa AMC non si aspetti di riuscire a riaprire i cinema il 31 luglio come invece annunciato.

In tutto questo, i rappresentanti degli esercenti del Regno Unito hanno partecipato a una call organizzata da Screen Daily, nella quale hanno discusso della recente riapertura dei cinema inglesi. Ovviamente gli incassi sono molto bassi (circa l’80/85% in meno rispetto alla norma), ma comunque superiori alle previsioni.

I proprietari dei cinema hanno ammesso che anche nel Regno Unito le sale dipendono enormemente dal prodotto americano:

Rischiamo davvero di avere un numero significativo di cinema aperti e pronti a operare, ma che per motivi che sono completamente estranei a loro o che non dipendono da loro si ritroveranno a non avere abbastanza contenuti per riportare le persone in sala.

Si arriva addirittura a chiedere che non si ragioni più in termini di uscite cinematografiche globali in contemporanea, ma al contrario del solito, e cioè con un lancio prima internazionale e poi nazionale negli Stati Uniti:

Capisco perfettamente il desiderio di attendere la possibilità di distribuire il film in contemporanea globale. E capisco il timore della pirateria. Sono tutte sfide, ma si rischierebbe di dover aspettare davvero troppo a lungo. A un certo punto i distributori dovranno riconoscere il fatto che non riusciranno a ottenere gli incassi che speravano di ottenere cinque mesi fa. Quindi vi chiediamo: guardate alle riaperture globali e ragionate sul fatto che se riuscirete a coprire un buon 75%, tanto basta. Questo aiuterebbe tutti.

[…] Se aspettiamo che le stelle si allineino tutte, rischiamo di non avere più un settore cinematografico europeo. Alla fine la perdita potrebbe essere molto, molto maggiore rispetto ai margini ridotti di uscire con un particolare titolo in questo momento.


[…] Capisco che il lancio day-and-date di un film è vantaggioso in termini di spese di marketing e di riduzione della pirateria e altre cose. Non vorrei sembrare troppo catastrofico, ma parliamo della sopravvivenza del settore. A quel punto pirateria e marketing diventerebbero abbastanza irrilevanti.


Sembra alquanto difficile che gli studios americani vogliano rinunciare a lanciare prima i loro film negli Stati Uniti, anche se in passato aziende come la Disney ci hanno abituati a far arrivare in Europa alcuni film dei Marvel Studios addirittura una settimana prima che negli USA.


Guardiani della Galassia Vol. 2: James Gunn condivide e commenta foto inedite dalle prove con il cast

È stato un weekend nostalgico per James Gunn, come possiamo ammirare dal suo ultimo thread su Twitter dedicato a Guardiani della Galassia Vol. 2.
Il regista ha approfittato della domanda di un fan per condividere e commentare foto inedite dalle prove con gli attori prima dell’inizio delle riprese.

Ecco tutti i post, il primo dei quali incentrato sulle prove della scena in cui Mantis sente le emozioni di Quill:

https://twitter.com/JamesGunn/status/12820...ast%2F437804%2F

https://twitter.com/JamesGunn/status/12820...ast%2F437804%2F

Yondu pronto all’ultimo sacrificio per Quill: “Volevo vedere che aspetto avessero inquadrati dall’alto”.

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Una mappa del litigio di Quill e Gamora: dalla camera da letto, al balcone a Gamora sulla sedia:


https://twitter.com/JamesGunn/status/12820...ast%2F437804%2F

https://twitter.com/i/status/1282086247821791232

https://twitter.com/JamesGunn/status/12820...ast%2F437804%2F

https://twitter.com/JamesGunn/status/12820...ast%2F437804%2F

Inception compie 10 anni, il ricordo di Joseph Gordon-Levitt

Il 13 luglio di dieci anni fa, Inception veniva presentato a una ristretta cerchia di spettatori statunitensi in occasione della prima americana del film di Christopher Nolan.
Per celebrare il decimo anniversario, uno dei protagonisti del film Joseph Gordon-Levitt ha scritto il post che trovate qui di seguito facendo riferimento alla sequenza in cui il suo personaggio si ritrova a lottare in un corridoio “rotante” in cui i personaggi vengono scaraventati in ogni dove:

Oggi è il decimo anniversario di Inception. È stato splendido lavorare a quel film con Nolan e tutto il cast e la troupe. Girare questa sequenza nel corridoio è stato come portare avanti la tradizione della danza sul soffitto di Fred Astaire. Che meravigliosi ricordi <3.

Inception sarebbe dovuto tornare al cinema (anche in Italia) proprio in questi giorni in vista dell’uscita di Tenet, ma purtroppo l’uscita è stata rimandata a causa dell’emergenza.


Arcadia Cinema non riapre più il 17 luglio, IMG Cinemas chiude per un mese: “Aspettiamo i film”

Qualche settimana fa vi avevamo annunciato, con molta soddisfazione e tanta speranza, la riapertura di Arcadia Cinema per il 17 luglio: avremmo celebrato insieme a loro l’evento con la proiezione di Inception, due settimane prima del lancio di Tenet. Purtroppo, a causa del protrarsi dell’emergenza Coronavirus negli Stati Uniti, il film di Christopher Nolan è stato rinviato al 26 agosto in Italia. Successivamente, sono slittate le uscite di diversi altri film, in ultimo quella di Onward – Oltre la magia, che si supponeva sarebbe uscito il 22 luglio e invece ora rimane senza data.
È per questo motivo che Arcadia Cinema ha annunciato oggi di aver dovuto sospendere, a malincuore, la riapertura dei cinema di Melzo, Bellinzago Lombardo ed Erbusco:

A causa di ulteriori spostamenti delle date di uscita dei Nuovi Film tra cui Onward – Oltre la magia, Tenet, Mulan e altri titoli, ci troviamo nostro malgrado e con grande dispiacere a dover posticipare la riapertura dei cinema.

Noi siamo pronti. Aspettiamo i Film.

Continuate a seguirci sui nostri canali social per gli aggiornamenti. ❤️

Noi di BadTaste.it siamo media partner di Arcadia, e sappiamo che era tutto pronto per riaccogliere in sicurezza e con entusiasmo gli spettatori. Quello che mancano sono i nuovi film: dal 15 giugno i cinema in Italia possono riaprire, e stanno lentamente e progressivamente cercando di riaprire (il weekend appena trascorso, il quarto dalle riaperture, ha visto un ulteriore incremento negli incassi e nei biglietti staccati, anche grazie alle numerose arene estive). Ma senza prodotti inediti è difficile che si possa arrivare a una quota di riaperture accettabile, perché gli spettatori faticano ad andare in sala se non ci sono nuovi film (l’esperienza delle arene è diversa, ovviamente). Per contro, i distributori sono in difficoltà a far uscire nuovi film se non hanno la garanzia che vi siano abbastanza cinema aperti per proiettarli e garantire quindi un certo incasso. È un circolo vizioso che a questo punto sembra davvero complicato da interrompere, ci vorrebbe senza dubbio più dialogo tra le parti e una visione più industriale che chiaramente nel nostro contesto manca.

Oltre ad Arcadia Cinema, anche gli amici del cinema Victoria di Modena negli ultimi giorni hanno annunciato che non riapriranno i battenti finché non usciranno nuovi film:

Buongiorno amici,
oggi ho voglia di raccontarvi cose.
Dovete sapere che ogni giorno, ricevo un sacco di messaggi su instagram, su facebook, su google, via mail, per telefono, che mi chiedono tutti la stessa cosa:
QUANDO RIAPRITE?
Purtroppo amici ancora non lo sappiamo e se lo sapessimo sareste ovviamente i primi a saperlo. 🥰
Ma oggi ho deciso di rispondervi cosí con questa meravigliosa immagine che dice:
RIAPRIREMO QUANDO HOLLYWOOD CI DARÀ I FILM

Un’altra realtà indipendente molto importante del nord Italia, IMG Cinemas di Mestre, ha invece annunciato sulle pagine del Corriere del Veneto che chiuderà i battenti per almeno un mese a partire dal 20 luglio (dopo aver riaperto coraggiosamente il 15 giugno con biglietti a prezzi scontati):

«I grandi film americani che fanno da traino hanno posticipato la data di uscita – spiega Gianantonio Furlan, titolare del multisala nel cuore di Mestre – c’è solo una data fissata (il 26 agosto per il nuovo film di Nolan) e non è detto che sia rispettata. In queste settimane abbiamo fatto il possibile con quello che offriva il mercato: film in piattaforma e un po’ di vecchie pellicole. Abbiamo raschiato il fondo dei magazzini ma adesso era impossibile proseguire. Riapriremo il 19 agosto se arrivano i film, se no aspetteremo ancora».

«Non era mia intenzione chiudere ma in queste condizioni non era possibile andare avanti – prosegue Furlan – adesso attendiamo Venezia (la Mostra del Cinema) per capire cosa propone e se ci saranno dei film che potranno uscire in concomitanza. Ma lo sapremo solo quando il programma sarà chiaro. Sarà fondamentale capire se ci sarà la volontà di far uscire a ridosso del Festival determinati film anche nelle sale»

«Secondo le mie stime avremo un meno 50 per cento di incassi rispetto al 2019 – dice Furlan – ma è un dato che potrebbe peggiorare se il settore, penso soprattutto a quello americano, non riprende».


47 Ronin: la vera storia del film con Keanu Reeves

È una storia leggendaria quella dei 47 samurai senza maestro, accaduta nel lontano Giappone del 1700. 47 Ronin con Keanu Reeves la racconta in chiave fantasy.

Sono temi universali quelli toccati dal film 47 Ronin. Coraggio, passione, desideri, ingiustizie, forza e pace interiore sono i sentieri attraverso i quali cammina la storia del film con Keanu Reeves.
Basata su un racconto epico diventato una delle leggende giapponesi più longeve, quest'epica avventura trova origine all’inizio del XVIII secolo quando 47 nobili samurai rendevano onore alla morte prematura del loro Signore. Questo film diretto da Carl Rinsch offre una rivisitazione fantasiosa della leggenda del sommo sacrificio e dell’onore immortale dei Ronin che è stata raccontata nel corso del tempo alle generazioni di giovani giapponesi sotto diverse forme letterarie e illustrative.

Kai, interpretato da Keanu Reeves, è un solitario in un brutale e allo stesso tempo incantevole Giappone del 1700. Il suo amore proibito gli viene sottratto e lui si sente perduto. Attraversando paesaggi spettacolari abitati da streghe ammalianti, mitiche fiere e una società segreta di monaci indemoniati, Kai si unisce a una confraternita di samurai e alla loro missione di vendetta.
Cresciuto orfano ed emarginato in un piccolo villaggio, perché mezzosangue, Kai è stato addestrato da creature soprannaturali chiamate Tengu, dalle quali è fuggito per non diventare come loro. Salvato da Lord Asano, è diventato un agile lottatore segretamente innamorato della figlia del suo maestro, Mika. Quando il suo Signore muore prematuramente a causa di un inganno, Kai si unisce a Oishi e ai samurai senza maestro, i Ronin, per vendicarsi di Lord Kira.

Asano Naganori divenne signore del clan Asano all'età di 8 anni. Presso la corte dello shōgun (capo del governo) di Edo, ricoprì l'incarico di intendente alla carpenteria fino al 1701, quando morì. Lord Asano, come tutti i daimyō, era obbligato a soggiornare per buona parte dell'anno presso lo shōgun dove alcuni dei suoi familiari erano sostanzialmente tenuti in ostaggio. Questa pratica da parte degli shogun, che rispondevano direttamente all'imperatore, aveva il fine di abituare le popolazioni a mettere a tacere ogni istinto di ribellione.

Al castello di Edo, Asano e Kamei, un daimyō proveniente da una diversa provincia, ricevettero istruzioni da parte del cerimoniere Kira Yoshinaka. Si dice che costui volle un cospicuò pagamento per insegnare ai due Signori quanto il protocollo prevedeva per incontrare lo shōgun, ma entrambi rifiutarono di pagarlo, se non che gli uomini di Kamei elargirono una sostanziosa mancia a Yoshinaka. Quest'ultimo si accanì contro Asano, usando metodi di insegnamento volti a umiliarlo. Quando Asano non potè più sopportare gli attacchi di Yoshinaka, reagì scagliandosi contro di lui con la spada ma l'abbigliamento da cerimonia gli impedì di avere movimento a sufficienza per uccidere l'uomo. Yoshinaka rimase ferito e Asano fu imprigionato per aver commesso un'aggressione alla corte dello shōgun. Quella sera stessa gli fu ordinato di compire seppuku, ovvero togliersi la vita per salvare il suo onore invece di essere condannato a morte. Asano si suicidò.

I samurai del clan Asano, rimasti senza padrone, divennero Ronin. La casata fu dispersa e il villaggio occupato dagli uomini dello shōgun. I Ronin lasciarono trascorrere due anni per far credere che ogni eventuale proposito di vendetta fosse sfumato. Si organizzarono meticolosamente e alla fine attaccarono l'abitazione di Yoshinaka, uccidendo sedici guardie del corpo e ferendone altre ventidue. Poco prima dell'attacco, gli uomini informarono porta a porta gli altri abitanti delle case vicine per dire ciò che averebbero fatto, ma nessuno avvertì le autorità. Quando trovarono Yoshinaka, gli offrirono di compiere seppuku. Di fronte al suo silenzio, uno dei ronin lo decapitò con la spada.

I 47 Ronin portarono la testà di Yoshinaka sulla tomba di Asano, dove celebrarono la memoria del loro padrone, poi si costituirono per affrontare il giudizio dello shōgun. Quest'ultimo offrì a 46 Ronin di compiere seppuku, che tutti eseguirono, concedendo la grazia a uno di loro, Kichiemon Terasaka, affinché potesse tramandare la loro storia.

La leggenda dei 47 Ronin è amatissima in Giappone. Ogni anno il 14 dicembre le scuole chiudono per ricordare questi uomini. Lealtà, controllo, sacrificio, perseveranza e onore: nella leggenda queste virtù erano impresse per sempre nell’anima dei giapponesi. La storia dei Ronin è stata tramandata di generazione in generazione e la tradizione permette e incoraggia la sua elaborazione attraverso media diversi grazie a dei racconti creativi, noti come Chūshingura. Ogni racconto e interpretazione conserva la struttura storica della storia e la arricchisce artisticamente con nuovi dettagli, celebrandola in storie, commedie, libri, stampe con blocchi di legno, statue e film.
In questo aspetto, il regista del film Carl Rinsch ha detto che il suo scopo "è stato conservare e rispettare le emozioni fondamentali e i temi della storia vera, guardandoli però attraverso una lente che li rendesse pertinenti a un pubblico contemporaneo. Il pubblico cinematografico di tutto il mondo oggi parla la lingua del fantasy, della fantascienza e dei supereroi. Per quanto mi riguarda, l’intento era prendere i Chūshingura giapponesi e dare loro un’ampia portata internazionale presentandoli in una maniera che utilizza questi nuovi linguaggi hollywoodiani”.

Uscito al cinema nel 2013, 47 Ronin è stato girato per la quasi totalità all'interno di grandi studi di produzioni tra Budapest e Londra dove è stato ricostruito il Giappone del 1700. Oltre a Keanu Reeves, il film diretto da Carl Rinsch e scritto da Chris Morgan (sceneggiatore di molti film della saga di Fast & Furious) è interpretato anche da Hiroyuki Sanada, Kou Shibasaki, Tadanobu Asano e Rinko Kikuchi..


Il mostro della cripta: ripartono le riprese della commedia horror prodotta dai Manetti Bros.

Alla regia di Il mostro della cripta c'è Daniele Misischia, il regista romano che ha firmato lo zombie movie con Alessandro Roia The End? L’inferno fuori.

Il mostro della cripta: ripartono le riprese della commedia horror prodotta dai Manetti Bros.

Sono riprese lunedì 13 luglio, dopo l’interruzione a causa dell’emergenza sanitaria, le riprese di Il mostro della cripta, una commedia horror prodotta dai Manetti bros. con Carlo Macchitella e affidatata alla regia di Daniele Misischia, il giovane cineasta romano che aveva diretto lo zombie movie The End? L’inferno fuori, di cui era protagonista Alessandro Roia.

Il mostro della cripta, che gli stessi Manetti hanno sceneggiato con Paolo Logli e Alessandro Pondi, racconta una storia ambientata nel 1988 di cui protagonista il giovane Giò (Tobia De Angelis), un nerd poco più che adolescente che, sfogliando l’ultimo numero del suo fumetto preferito, “Squadra 666 – Il Mostro Della Cripta”, scritto e disegnato da uno dei suoi idoli, Diego Busirivici (Lillo), si accorge di alcune analogie tra la storia raccontata in quelle pagine e gli atroci avvenimenti che stanno seminando morte e terrore nel paesino in cui vive. Un inquietante mistero condurrà Giò e il suo strampalato gruppo di amici in un’avventura fuori dal comune.

Il film verrà girato tra Bologna e Bobbio, e le riprese dureranno complessivamente sei settimane. Una produzione Mompracem e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Timvision con il contributo dell’Emilia-Romagna Film Commission, Il mostro della cripta uscirà nelle sale distribuito da Vision Distribution.


Pinocchio: in prima visione tv su Sky Cinema il film di Matteo Garrone con Roberto Benigni

Stasera lunedì 13 luglio, alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Family, andrà in onda il film di Matteo Garrone. Pinocchio sarà disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Pinocchio: in prima visione tv su Sky Cinema il film di Matteo Garrone con Roberto Benigni

Pinocchio è per Matteo Garrone il sogno di una vita, il film che avrebbe sempre voluto dirigere, il mondo che avrebbe sempre voluto ricreare attraverso le immagini restando fedele al libro di Carlo Collodi "Pinocchio: Le avventure di un burattino". Uscito nelle sale cinematografiche il 19 dicembre del 2019, Pinocchio arriva in prima visione su Sky Cinema Uno lunedì 13 luglio alle 21.15 e su Sky Cinema Family alle 21.45. La favola con protagonista un burattino di legno che parla e che cammina sarà disponibile anche on demand su Sky e in streaming su Now Tv.

Prima della messa in onda di Pinocchio su Sky Cinema Uno, andrà in onda alle 20.45 la puntata de "Il Cinemaniaco incontra Pinocchio - Il cast", dove Gianni Canova ha dialogato con il regista Matteo Garrone e l'attore Massimo Ceccherini, coinvolto anche in veste di sceneggiatore del film e non solo quale interprete della Volpe, sempre in combutta con il Gatto di Rocco Papaleo. Nel film troviamo Roberto Benigni nei panni di Geppetto e Federico Ielapi in quelli di Pinocchio, mentre la Fata Turchina da grande ha il volto dell'attrice francese Marine Vacth. Nel numeroso cast anche Gigi Proietti, Alida Calabria, Maria Pia Timo, Massimiliano Gallo.

Pinocchio, che è una coproduzione internazionale Italia/Francia, ha vinto cinque David di Donatello (miglior scenografo, miglior truccatore, miglior acconciatore, miglior costumista, migliori effetti speciali) e sei Nastri d'Argento (miglior regista, miglior attore non protagonista, miglior scenografia, migliori costumi, miglior montaggio e miglior sonoro). "Con questo film" - ha dichiarato Matteo Garrone - "ho completato un viaggio, perché ho iniziato 4 anni fa a lavorare a questo progetto partendo dal testo letterario originale. Era per me difficile resistere alla tentazione di ripetere questa storia. Disegnavo spesso le storie di Pinocchio quando ero un bambino e poi da grande, rileggendo la storia, ho scoperto cose nuove". L'obiettivo del regista era fare "un film che aiutasse il pubblico a riscoprire un grande classico, però allo stesso tempo anche a divertirsi, a passare due ore in un mondo magico, dove il reale si mescola al soprannaturale. Perché Pinocchio è comunque un testo che parla di noi, non ha epoca, non ha tempo, parla di vizi e virtù degli Italiani. Ha un tempo universale".


PAOLO SORRENTINO: DIEGO ARMANDO MARADONA SI OPPONE AL SUO FILM NETFLIX

Diego Armando Maradona ha detto che non autorizzerà Paolo Sorrentino ad usare il suo nome per il film originale Netflix. Il regista napoletano e la piattaforma streaming avevano annunciato nei giorni scorsi la produzione di un film ambientato a Napoli ai tempi del campione argentino.

Ieri dall'avvocato di Diego Armando Maradona è arrivata una vera doccia fredda per Paolo Sorrentino, Matias Morla ha scritto su Twitter "Diego Maradona non ha autorizzato l'utilizzo della sua immagine per questo film. Con i nostri colleghi italiani stiamo già studiando la strategia legale per una protesta formale di fronte alla Giustizia per l'uso indebito di un marchio registrato". Il film si preannuncia come un'autobiografia di Sorrentino ma il riferimento al Pibe de Oro ha fatto scattare l'avvertimento del legale.

Il film di Paolo Sorrentino si chiamerà È stata la mano di Dio, chiaro riferimento alla rete segnata di mano (quindi irregolarmente) da Diego Armando Maradona nei quarti di finale del Mondiale 1986. Il regista de La grande bellezza è un grande tifoso del Napoli e certo non si aspettava questa presa di posizione del suo idolo calcistico. Nel massaggio dell'avvocato si parla di marchi registrati, non sappiamo se si riferisce al nome del calciatore o se a suo tempo sia stata registrato come marchio 'la mano di dio', aspettiamo che gli avvocati si parlino e magari trovino un accordo, anche economico, per permettere la realizzazione di questo film che si annuncia come un evento.

Diego Armando Maradona dovrebbe ricordare l'affetto che Paolo Sorrentino nutre per lui, visto che il regista gli dedicò l'Oscar vinto per La Grande bellezza. Un gesto simile merita di essere ricambiato con il nulla osta per il film.


BEETLEJUICE, TIM BURTON VOLEVA TAGLIARE LA SCENA DI DAY-O (BANANA BOAT): ECCO PERCHÉ

Quanto vogliamo bene a Beetlejuice? Il secondo lungometraggio firmato Tim Burton ci regalò, ormai più di trent'anni fa, uno dei film più folli della carriera del regista nonché una delle migliori interpretazioni di un Michael Keaton che trovò il giusto trampolino per il successo.

Il film con una giovanissima Winona Ryder è un susseguirsi di scene a dir poco memorabili, ma basta chiedere in giro per rendersi conto di quanto, più di tutte, sia stata la famosa sequenza di Day-O (Banana Boat) a restare nel cuore dei fan.

La scena in cui l'intera famiglia Deetz, posseduta dallo spirito dispettoso interpretato da Keaton, si ritrova a tavola a cantare e ballare sulle note del pezzo di Harry Belafonte è ormai entrata di diritto nella storia del cinema, ma a quanto pare a sollevare dei dubbi sulla sua effettiva riuscita fu proprio Tim Burton.

Pare infatti che il regista fosse intenzionato a tagliare la scena perché ritenuta poco divertente: fortunatamente le cose andarono diversamente, con la reazione degli spettatori che impiegò davvero poco tempo a dimostrare a Burton quanto il suo giudizio fosse sbagliato.


THE BATMAN, ECCO QUANDO DOVREBBERO RIPARTIRE LE RIPRESE DEL CINECOMIC CON ROBERT PATTINSON

Dopo il lockdown causato dalla Pandemia da Coronavirus che ha investito anche tutte le maggiori produzioni di Hollywood, le major stanno ancora cercando di capire come e quando riprese le riprese dei titoli più attesi del prossimo anno, tra cui spicca senza dubbio il The Batman scritto e diretto da Matt Reeves.

Warner Bros vuole ovviamente assicurarsi l'uscita del reboot di Batman entro e non oltre il 2021, dato già il posticipo di tre mesi, spostato infatti da giugno a novembre 2021. Stanno dunque adottando lo stesso approccio ideato da Universal per Jurassic World: Dominion, abbandonando purtroppo le location esterne e reali e optando invece per una ricostruzione (o creazione) in studio.

Il giornalista Kris Tapley è anche intervenuto via Twitter poche ore fa per condividere con i suoi follower un'importante informazione relativa alla data d'inizio riprese del cinecomic di Matt Reeves, che dovrebbe tornare sul set il prossimo settembre. In questo mese e mezzo di attesa verranno dunque allestite le scenografie e adottate tutte le misure precauzionali per facilitare il ritorno di regista, cast e troupe sul set.


L'UOMO D'ACCIAIO 2, UN FAN POSTER DI BOSSLOGIC IMMAGINA BRAINIAC COME VILLAIN DEL SEQUEL

Aspettando conferme su di un possibile ritorno di Henry Cavill nei panni di Superman, l'attivissimo BossLogic ha condiviso via Twitter un fantastico fan poster dedicato a un'eventuale sequel de L'Uomo d'Acciaio, immaginando Brainiac come villain e dandogli anche un titolo evocativo, Man of Steel: Cerebral.

Durante un'intervista concessa a Variety, parlando del suo rumoreggiato ritorno nei panni de L'Uomo d'Acciaio, Cavill ha etichettato i recenti rapporti come "speculazione" e in alcuni casi vere e proprie invenzioni, e ha suggerito che il suo ritorno potrebbe rimanere soltanto un pio desiderio.

"La quantità di speculazioni, come le cose che ho letto su Internet, è straordinaria e talvolta frustrante", ha detto l'attore britannico quando gli è stato chiesto qualcosa sul futuro dell'uomo d'acciaio. "La cosa più irritante è quando scopri che le persone affermano queste cose come se fossero un dato di fatto. Ma credo che l'importante sia che i fan hanno mostrato il loro entusiasmo per la faccenda, e penso che sia importante essere entusiasti di un personaggio come Superman. Superman è un personaggio fantastico. Se le persone ne parlano, anche se parlarne significa inventarsi notizie, lo posso accettare perché significa che vogliono rivedere il personaggio. E, in un mondo ideale, mi piacerebbe interpretarlo di nuovo."

Ricordiamo che lo scoop del ritorno di Henry Cavill è stato anticipato da testate giornalistiche importanti di Hollywood e non dai soliti siti di fan, quindi è possibile che le parole di Cavill siano volutamente caute vista l'assenza di ufficialità della cosa. Chissà che l'annuncio ufficiale non arrivi proprio al DC FanDome, atteso per il 22 agosto prossimo: durante l'evento, infatti, saranno presentati anche due film misteriosi.


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SPIDER-MAN, TIG NOTARO RIVELA: 'POTEVO ESSERE NEL FILM DI RAIMI, MA FUI SCARTATA'

Il nome di Tig Notaro è sicuramente piuttosto noto tra i fan della stand up comedy americana, ma anche chi non avesse particolari conoscenze in materia ricorderà molto probabilmente l'attrice in film come Instant Family o Lucy in the Sky. Ciò che in pochi sanno, però, è che qualche anno fa avremmo potuto vederla nel primo Spider-Man di Sam Raimi.

A rivelarlo è stata la stessa Notaro, che ha raccontato di aver sostenuto un provino per il ruolo che andò poi ad Octavia Spencer (quello della donna che segna il nome di Peter tra gli sfidanti all'incontro di wrestling): l'attrice sembra comunque serbare un ottimo ricordo di quell'esperienza.

"Beh, Sam si trovava per la maggior parte del tempo sui luoghi delle riprese, quindi ho interagito molto poco con lui. Principalmente parlammo per telefono. Ma fu molto divertente. Voglio dire, un sacco di persone di quella compagnia sono ancora oggi tra i miei migliori amici e Sam ha supportato molto la mia carriera di stand up comedian e di attrice" ha spiegato Notaro.

"La cosa folle è che poi ho fatto questo film con Octavia Spencer, Instant Family, e lei mi disse di essere una grande fan di film horror. Quindi io le dissi: 'Oh, io ho lavorato per Sam Raimi', e lei mi fa: 'Davvero? Io ho lavorato per il suo direttore del casting'. Era l'assistente del direttore del casting per Spider-Man. Al che le dissi: 'Oh, io feci un provino per una parte, fu la mia prima volta ad un provino'. E lei: 'Oh mio Dio, ero anch'io in quella stanza con te, che ruolo era?' E quando glielo dissi lei rispose: 'Sono finita a fare io quel ruolo! Il mio capo mi fece fare il provino e mi presero'" ha poi proseguito l'attrice.

A proposito del film di Raimi, recentemente è stato scoperto un easter egg in Spider-Man 3 che nessuno sembrava aver notato; un fan, invece, ha ipotizzato l'esistenza di una Raimi Cut di Spider-Man 3.


THE SUICIDE SQUAD, JAMES GUNN VUOLE UN CROSSOVER CON SCOOBY-DOO!

Di crossover assurdi ne abbiamo visti nel corso degli anni ma, insomma, il mondo del cinema è sempre pieno di sorprese e chi siamo noi per mettere limiti alla provvidenza (e alla volontà delle produzioni)? Se vi parlassimo, ad esempio, di un crossover tra The Suicide Squad ed uno dei più famosi cartoni animati Hanna-Barbera?

Sì, stiamo parlando proprio di Scooby-Doo: cosa ne direste di vedere in azione insieme la banda capitanata da Harley Quinn e la Mystery Inc. di Shaggy, Scooby, Velma, Daphne e Fred? Follia? Forse sì, ma non secondo qualcuno che vanta una voce molto più autorevole della nostra.

Stiamo parlando di James Gunn, regista del prossimo The Suicide Squad, che interpellato al riguardo su Twitter ha risposto: "Scooby con i Guardiani credo sia difficile, essendo un prodotto Disney e uno Warner. Ma sapete, un film animato Mystery Inc/The Suicide Squad si potrebbe sempre fare".

Insomma, nonostante si parli di semplici fantasie James Gunn non chiude le porte all'operazione: chissà che un giorno Warner Bros. non decida davvero di regalarci una follia di questo tipo! Vi piacerebbe l'idea? Fatecelo sapere nei commenti! Gunn, intanto, ha recentemente parlato del ruolo di John Cena in The Suicide Squad; il regista ha anche rivelato chi ha improvvisato di più nel cast di The Suicide Squad.


SCOOBY-DOO, JAMES GUNN RIVELA: 'VELMA DOVEVA ESSERE LESBICA NEL FILM DEL 2002'

Se pensiamo a James Gunn oggi i primi titoli a venirci in mente sono sicuramente i due Guardiani della Galassia, così come il prossimo The Suicide Squad: qualcuno ricorderà sicuramente però il contributo dato dal buon James come sceneggiatore in altri momenti della sua carriera, ad esempio con lo Scooby-Doo del 2002.

Il primo adattamento live-action della celebre serie animata made in Hanna-Barbera non fu esattamente un successo di critica, ricevendo anche un paio di candidature ai ben poco ambiti Razzie Awards: stando al racconto di Gunn, però, alcuni cambiamenti nella sceneggiatura potrebbero aver fatto la differenza.

Fra tutti spicca, in particolare, l'aspetto relativo alla sessualità di Velma: "Ci ho provato! Nel 2001 Velma era esplicitamente lesbica nella sceneggiatura originale. Ma gli studios continuavano ad annacquare ed annacquare la cosa, rendendola prima ambigua (la versione che girammo) e poi praticamente nulla (la versione rilasciata), facendole addirittura trovare un fidanzato (nel sequel)" ha spiegato il regista.

Non sono comunque le prime dichiarazioni del genere di Gunn sul film: già alcuni anni fa il regista svelò l'intenzione di rendere Scooby-Doo un film vietato ai minori, obbiettivo evidentemente smontato poi dalla produzione. A noi non resta altro che la possibilità di chiederci come sarebbe stato uno Scooby-Doo più fedele alle idee di una mente ingovernabile come quella di James Gunn.


Edited by Triplethor - 13/7/2020, 21:10
 
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