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Triplethor
view post Posted on 23/7/2020, 19:47 by: Triplethor
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Triplethor
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CINEWS SECONDO POSTO

GIOVEDI

23/07/2020



Perché su Netflix l’horror va così male?

Qualche giorno fa Netflix ha rilasciato tramite Bloomberg la lista dei suoi originali più visti di sempre – che non è esattamente quello che sembra visto che comprende tutti i film visualizzati per almeno due minuti nelle prime quattro settimane di programmazione e dunque non tiene conto degli abbandoni quasi immediati (due minuti di un film non sono nulla, mai) né della possibilità che certi film prendano velocità sul lungo periodo (pensate a quelli che sono stati rilanciati in periodo Oscar tipo Storia di un matrimonio).

La lista è comunque interessante da spulciare pur con tutti i caveat del caso, e va così:

Extraction
Bird Box
Spenser Confidential
6 Underground
Murder Mystery
The Irishman
Triple Frontier
The Wrong Missy
The Platform
The Perfect Date


È una lista dominata da grandi nomi da botteghino (Chris Hemsworth, Sandra Bullock, Mark Wahlberg, anche Adam Sandler e Jennifer Aniston per quanto ci piaccia far finta di no) con qualche momento di cinefilia e autorialità (The Irishman), ed è anche una lista dominata dall’action e dalla commedia, nella quale Il Buco spicca come un’anomalia spiegabile forse con il fatto che è uscito in pieno lockdown.

Quello che manca, a meno di non voler allargare generosamente la definizione per includere Bird Box, è l’horror, un genere che a prima vista potrebbe sembrare perfetto per lo streaming e il Netflix&chill e che invece è quasi completamente assente dalla classifica degli originali Netflix più visti e poco presente in generale nella produzione della piattaforma di Reed Hastings. Tra film e serie TV, gli originali Netflix (torneremo su questa definizione) coprono più o meno tutto lo spettro; certo, action, commedia (romantica o meno) e drammoni fanno la parte del leone, ma non c’è genere che non sia stato affrontato almeno una volta, eppure l’horror è uno dei meno rappresentati insieme al western, nonostante continui ad avere un successo più che discreto sia in sala sia sul mercato dell’home video. Perché le cose stanno così, e Netflix punta così poco su un genere che negli ultimi anni sta ricevendo rinnovata attenzione persino nei circoli che contano (si veda l’Oscar a Scappa – Get Out, per esempio)? Proviamo a fare delle ipotesi.

Il genere non interessa più?
Ipotesi già smentita dalla frase in chiusura del paragrafo precedente: anche grazie all’entrata in scena di una serie di registi e registe che hanno riportato in auge l’idea di autorialità applicata all’horror (Peele, Aster, Eggers, Kent), l’horror sta vivendo un periodo d’oro a livello critico come non si vedeva forse dai tempi dell’Esorcista di Friedkin. C’è poi da dire che l’horror, forse più di ogni altro genere a eccezione della commedia, non è mai davvero sparito dai radar, non è mai passato di moda e probabilmente non lo farà mai per un milione di motivi che meriterebbero un approfondimento a parte: pensare che possa essere crollato nei favori del pubblico in un periodo in cui viviamo costantemente immersi in un orrore dopo l’altro è un po’ ingenuo.

Il genere è troppo costoso e difficilissimo da girare?
Sapete perché 6 Underground è stato accolto come un miracolo produttivo, o perché mediamente la fantascienza su Netflix non ha nulla a che vedere con l’approccio Star Wars alla messa in scena? Perché le produzioni originali Netflix (ancora, ci torniamo) lavorano quasi sempre con budget medio-bassi (ci sono delle eccezioni, vedi il recentemente annunciato film dei Fratelli Russo con Ryan Gosling e Chris Evans), cioè quella, diciamo così, fascia di prezzo nella quale l’horror sguazza da sempre. Prendete Breaking Bad, per la quale AMC sborsava 3 milioni di dollari in media a episodio, e prendete El Camino, il film su Breaking Bad, che ne è costati poco più di 6: è un singolo esempio, ma illustra bene la differenza tra una piattaforma che investe tanto e una che cerca di ottimizzare i costi il più possibile. Inoltre, c’è la considerazione che per chi fa horror la mancanza di budget non è quasi mai un limite ma una sfida da superare con artigianato e creatività: trovateci un regista che dice “se avessi avuto più soldi avrei fatto un horror migliore” e noi vi troveremo una persona che mente.

Non ci sono bravi registi horror in circolazione?
Ancora una volta, ipotesi smentita già nei paragrafi precedenti: l’horror contemporaneo è popolato di talenti, e pure più trasversali e al confine con altri generi di quanto non lo fossero, per esempio, negli anni Novanta/primi Duemila del post-Scream. Aggiungeteci che l’horror sta conoscendo una nuova vita nel senso che sempre più spesso la sua grammatica e i suoi trope vengono appropriati da gente che non ha alcuna intenzione di fare horror e che si appoggia al genere per raccontare tutt’altro (Bird Box di Susanne Bier è un ottimo esempio di quanto appena detto), il che moltiplica a dismisura la quantità di persone di talento che hanno a che fare con il genere in un modo o nell’altro. Se c’è mai stato un periodo storico ideale per costruirsi una factory di talenti e sfornare horror dopo horror sono proprio questi ultimi anni.

La Blumhouse esiste già?
E qui arriviamo a quella che secondo noi è la vera risposta alla domanda iniziale: Netflix non ha spazio di manovra in un genere fortemente accentrato verso altre produzioni e distribuzioni, le quali a loro volta non vogliono avere a che fare con il modello distributivo di Netflix perché ancora molto legate all’esperienza della sala. Citiamo Blumhouse perché una buona fetta degli horror usciti negli ultimi anni è in qualche modo collegata a Jason Blum e alla sua filosofia, e perché è l’esempio perfetto del motivo per cui Netflix non riesce a sgomitare tra gli appassionati. Jason Blum è un genio produttivo che ha messo in piedi un’operazione basata su pochi, semplici principi: budget bassi, poche location, poche comparse, controllo creativo lasciato completamente in mano alla squadra autoriale (dettaglio importantissimo), e la consapevolezza che il pubblico horror è composto da gente che ama spendere per il genere, e che dunque girare un film per portarlo immediatamente in VOD o su supporto fisico senza passare dalla sala è una scelta vincente e non una condanna a morte.

Dal canto suo Netflix funziona così: i suoi originali non sono prodotti direttamente dalla piattaforma, che preferisce appoggiarsi al lavoro altrui a) finanziandolo durante tutto il processo creativo oppure b) aspettando che il processo creativo sia finito e poi comparire con i soldi e acquisire i diritti esclusivi di distribuzione (sì, anche in questo secondo caso si parla di “originali Netflix”). Questo significa che un ideale “horror di Netflix” deve necessariamente nascere altrove per poi sbarcare sulla piattaforma; e quell’altrove oggi è una nicchia monopolizzata prima di tutto da Blumhouse (o da Blumhouse in collaborazione con una major, come successo per esempio con Us – Noi di Jordan Peele) e in second’ordine da altre compagnie indipendenti tipo A24 (che negli ultimi anni ha prodotto e/o distribuito The Witch, Hereditary, Green Room, It Comes At Night, Midsommar…). E chi si muove in quell’altrove non ha alcuna intenzione di rinunciare a una parte della propria libertà creativa in cambio di un po’ di spazio su una piattaforma sulla quale non c’è neanche la sicurezza di venire promossi a dovere.

Succede quindi che chi fa horror, che sia famoso e affermato o che sia una giovane promessa in parabola ascendente, preferisca rivolgersi altrove quando ha un’idea e vuole i soldi per svilupparla; o che in alternativa scelga di non rivolgersi da nessuna parte e di portare avanti un discorso di indipendenza più o meno totale – prendete due come Aaron Moorhead e Justin Benson, per esempio, registi dei magnifici The Endless e Synchronic che da anni resistono alle tentazioni di un budget più alto per continuare a fare horror il più indipendenti possibile. Attaccarsi a Netflix per girare un horror è ancora oggi visto come una sorta di castrazione, un modo per sacrificare la propria libertà autoriale sull’altare della facilità di distribuzione, e visto che le alternative ci sono e funzionano bene non c’è motivo per accontentarsi; guardate per esempio Gareth Evans, uno dei pochissimi nomi di qualità che ha provato a lavorare con Netflix in Apostolo e che ha immediatamente cambiato idea e si è rivolto a Sky per Gangs of London.

Un’ultima considerazione visto che già vediamo non poche obiezioni: certo, persino Blumhouse ha lavorato con Netflix più di una volta –per i pessimi Cam, Benji e Family Blood per esempio, e soprattutto per Hush di Mike Flanagan, che è poi il nome di punta della scuderia horror di Netflix sia perché è molto bravo sia perché è l’unico (dopo Hush ha diretto Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, oltre alla serie The Haunting of Hill House). Ci sentiamo di affermare che si tratta di eccezioni più che di esempi che contraddicono quanto abbiamo detto finora, e che la mediamente infima qualità di queste eccezioni non è certo un incentivo a spostarsi in massa a casa Hastings. Netflix è tante cose, quasi tutti belle, ma al momento non ci sono le condizioni perché diventi anche la nuova casa dell’horror moderno.


I titoli VR di Rai Cinema arrivano sulla PS4

Con un accordo tra Rai Cinema e Sony Interactive Entertainment Italia, i contenuti in Virtual Reality prodotti da Rai Cinema saranno disponibili su PlayStation Store.

I titoli VR di Rai Cinema arrivano sulla PS4

Le produzioni originali Rai Cinema Channel saranno a disposizione gratuitamente per tutti gli utenti della PS4. Il 1° agosto è il giorno del debutto sulla piattaforma digitale LittlStar, nella sezione VR Stories, quando i contenuti di Rai Cinema saranno scaricabili gratuitamente da PlayStation Store e visibile da tutti i possessori italiani di PlayStation VR. L'accordo tra Rai Cinema e Sony Interactive Entertainment Italia è stato presentato oggi 23 luglio 2020 in occasione del Wired Next Fest, uno dei maggiori eventi digitali dedicati all’innovazione, nel corso del panel La realtà (virtuale) non è (solo) un gioco a cui hanno partecipato Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema e Marco Saletta, general manager di Sony Interactive Entertainment Italia.

Di quali contenuti stiamo parlando? Di cortometraggi su temi di attualità, docufilm inediti, interviste esclusive a grandi protagonisti del cinema italiano e internazionale e speciali LIVE dai red carpet dei più importanti festival cinematografici. I primi ad essere resi disponibili sono due produzioni originali Rai Cinema. Il primo è un film documentario intitolato Lockdown 2020 - L’Italia invisibile e diretto da Omar Rashid che racconta, attraverso l’utilizzo della realtà virtuale, un viaggio unico nella bellezza e nella desolazione delle più importanti città d'arte italiane durante l’emergenza Covid-19. Roma, Venezia, Milano, Napoli e Firenze sono unite dalle voci di Matilde Gioli e Vinicio Marchioni che interpretano i versi di una poesia scritta da Laura Accerboni, e dall’accompagnamento musicale del polistrumentista Luca Fortino, in arte Ugly Shoes, per raccontare lo spaesamento e le emozioni che abbiamo vissuto nella nostra recentissima esperienza.

La seconda produzione è il cortometraggio Happy Birthday (da cui è tratta la foto in alto), un progetto transmediale prodotto da One More Pictures con Rai Cinema e diretto da Lorenzo Giovenga, presentato lo scorso anno in occasione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia con Terry Gilliam come padrino d’eccezione. Ne sono protagonisti Jenny De Nucci, Achille Lauro e Fortunato Cerlino. La storia del film si ambienta durante un party di compleanno tra amici dove si svelano le difficili realtà nascoste dietro le apparenze. Happy Birthday tocca il tema complesso dell'isolamento sociale, identificato con il termine giapponese hikikomori, sempre più diffuso tra i giovani e giovanissimi. Una storia dalla forte valenza sociale, narrata attraverso tre diverse linee di racconto: un corto lineare, un corto VR e una social story, ideata per utenti di piattaforme diverse. Sulla piattaforma PlayStation sarà fruibile nella versione VR.

"In un contesto di mercato in continua evoluzione" afferma l'amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, "è molto importante per Rai Cinema guardare anche ai nuovi modelli di consumo, per rispondere alle esigenze di ogni tipo di pubblico in maniera puntuale e innovativa. L’accordo, siglato con uno dei maggiori leader dell’entertainment digitale e interattivo in ambito VR come Sony Interactive Entertainment Italia, rafforza l'apertura al mondo dell'innovazione e delle nuove tecnologie avviata da Rai Cinema negli ultimi anni. Questo ci consente di raggiungere una nuova platea di spettatori, composta da milioni di player, potenzialmente interessata al mondo del cinema e dell'entertainment, offrendo contenuti originali estremamente attrattivi per tutti gli amanti del cinema. E permette inoltre di veicolare, con la forza visiva del VR, alcuni contenuti che trattano temi sensibili di carattere sociale e legati all’attualità, indirizzati prevalentemente agli utenti più giovani”.

“La realtà virtuale è indubbiamente una delle ultime frontiere dell'intrattenimento e riscuote grande curiosità e interesse da parte di un pubblico sempre più ampio” dichiara il general manager di Sony Interactive Entertainment Italia Marco Saletta, “il nostro impegno è concentrato nel continuare a proporre agli utenti PlayStation un’offerta di contenuti sempre più numerosi e di qualità. Proprio in questa direzione è nata la collaborazione con Rai Cinema, la più importante realtà industriale e culturale cinematografica italiana, che rappresenta il partner ideale per unire alla tecnologia immersiva di PS VR temi di spessore e permetterci di arricchire la nostra proposta di intrattenimento”.

Rai Cinema Channel è attiva nell’ambito della Realtà Virtuale dal 2018. Nel 2019 è stata lanciata su tutti gli store l’App Rai Cinema Channel VR, la prima App VR della Rai caratterizzata da una ricca library di contenuti originali e legati al mondo del cinema totalmente gratuiti. VR Stories è un hub di contenuti inediti dedicati al pubblico italiano, disponibile sulla piattaforma Littlstar e scaricabile gratuitamente da PlayStation™Store, nato lo scorso 17 febbraio dalla volontà di SIE Italia di ampliare l’offerta di intrattenimento per i possessori di PSVR.


Netflix, agosto 2020: nuovi film e serie TV in arrivo

Netflix ha annunciato il suo programma ufficiale per quanto riguarda i nuovi contenuti di agosto 2020, di cui vediamo nell'elenco qui sotto i vari film, serie TV, documentari e altro a cui avranno accesso tutti gli abbonati a partire dall'inizio del mese prossimo.

Dopo le numerose novità di luglio 2020, si entra nel vivo dunque dell'estate di Netflix, con ulteriori aggiunte di notevole interesse soprattutto per quanto riguarda film e serie TV, nonostante ci si trovi in un mese che forse può essere meno attivo del solito, sul fronte della visione di contenuti video in streaming.

In particolare, evidenziamo l'arrivo dello speciale interattivo Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo, oltre alla quinta stagione di Lucifer e all'arrivo della Stagione 5 di Gotham, tra le serie non originali.

Tra i film, troviamo Origini Segrete il 28 agosto come produzione originale, mentre tra i non originali ci sono Basic Instinct e il classico La febbre del sabato sera, oltre a Venom il 18 agosto. Vediamo dunque l'elenco dei contenuti.

Film originali

31 Luglio - Seriously Single
4 Agosto - Malibù Rescue: Una nuova Onda
7 Agosto - Berlin, Berlin: Lolle on the Run
7 Agosto - Work It
14 Agosto - Project Power
21 Agosto - L'ultimo colpo di mamma
28 Agosto - Origini segrete


Film

1 Agosto - Al vertice della tensione
1 Agosto - Basic Instinct
1 Agosto - Delitto Perfetto
1 Agosto - Duplicity
1 Agosto - Il ritmo del successo
1 Agosto - Il rompiscatole
1 Agosto - La febbre del sabato sera
1 Agosto - Last vegas
1 Agosto - Ransom - Il riscatto
1 Agosto - Scrivimi una canzone
4 Agosto - La Mummia (2017)
8 Agosto - Freddy vs. Jason
11 Agosto - Hotel Transilvania
11 Agosto - The Legend of Tarzan
18 Agosto - Venom


Serie TV originali

31 Luglio - The Umbrella Academy - Stagione 2
31 Luglio - Vis a Vis - Stagione 5
5 Agosto - Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo
6 Agosto - The Rain - Stagione 3
7 Agosto - Alto Mare - Stagione 3
12 Agosto - Greenleaf - Stagione 5
14 Agosto - 3% - Stagione 4
14 Agosto - Dirty John - Stagione 2
14 Agosto - La Rapina del Secolo - Stagione 1
16 Agosto - It's okay to not be okay - Stagione 1
21 Agosto - Lucifer - Stagione 5 parte 1


Serie TV non originali

1 Agosto - Gotham - Stagione 5
1 Agosto - L'atterraggio perfetto - Stagione 1


Anime e animazione

30 Luglio - Transformers - War for Cybertron Trilogy
6 Agosto - The Seven Deadly Sins - Stagione 4
21 Agosto - Hoops - Stagione 1
27 Agosto - Aggretsuko - Stagione 3


Documentari

29 Luglio - Gli Speedcuber
31 Luglio - Sugar Rush - Stagione 3
6 Agosto - Nasha Natasha
14 Agosto - Dark Polo Gang - La serie - Stagione 1


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DOCTOR SLEEP, CONFERMATO UN RIFERIMENTO NASCOSTO A SHINING E AL TRICICLO DI DANNY

Dopo che un fan dall'occhio e dall'orecchio davvero acuto ha fatto notare la cosa via Twitter spiegando quanto era riuscito a scovare, il regista e sceneggiatore Mike Flanagan ha confermato via social un riferimento davvero nascosto a Shining di Stanley Kubrick e all'iconico triciclo del piccolo Danny.

Il fan ha infatti notato che quando Dan sta guidando un'auto a circa metà del film, il suono che emette mentre guida lungo la strada è quello che emetteva da piccolo nel film di Kubrick guidando il triciclo lungo gli inquietanti corridoi dell'Overlook Hotel. Flanagan gli ha proprio risposto via Twitter, confermando la cosa:

"Non te lo stai immaginando - abbiamo inserito il suono del triciclo durante la scena della macchina. Non abbiamo davvero potuto resistere". Questo, se già non bastasse tutto il lavoro di ricostruzione dell'Overlook Hotel, è un'ulteriore dimostrazione della passione e della conoscenza che Flanagan ha dell'opera capolavoro di Kubrick e anche del rispetto che prova per i romanzi di Stephen King.

Il film non ha purtroppo ottenuto il successo sperato al boxoffice mondiale ma un buon riscontro di pubblico e critica.


https://twitter.com/dohese15/status/128479...nny-459254.html

THOR: LOVE AND THUNDER, TAIKA WAITITI AGGIORNA SULLO SCRIPT: "CI SARÀ MOLTO ROMANTICISMO"

In una recente intervista ai microfoni di BBC News, lo sceneggiatore e regista dell'attesissimo Thor: Love and Thunder, Taika Waititi, ha avuto modo di regalare qualche aggiornamento sulla stesura della sceneggiatura del quarto capitolo del franchise del Marvel Cinematic Universe, rivelando un dettaglio interessante.

L'autore di Thor: Ragnarok e Premio Oscar per JoJo Rabbit ha infatti dichiarato con il solito pizzico d'ironia:

"Pensò sarà davvero un buon film. Abbiamo ormai finito la sceneggiatura, abbiamo terminato e poi ripreso in mano lo script per oltre un anno e in realtà, proprio questa settimana, sto revisionando un ultimo passaggio in solitaria. È davvero folle e allo stesso tempo molto romantico. Adesso sono fissato con le storie d'amore. Voglio solo fare storie d'amore. Voglio girare qualcosa che non ho mai fatto e di cui non è mai importato. Vorrei arrivare a qualcosa di simile".

Considerando che tempo fa lo stesso Waititi aveva dichiarato che Thor: Love and Thunder avrebbe fatto sembrare Ragnarok "una barzelletta in quanto ad assurdità", non stentiamo a crede che abbia tirato fuori dal cilindro un nuovo capitolo bizzarro eppure spettacolare, dedicato ampio spazio a questo romanticismo che dice di volere approfondire.

Vi ricordiamo che il film uscirà nelle sale l'11 febbraio 2022.


TENET ARRIVERÀ SU HBO MAX PRIMA DI USCIRE AL CINEMA? ECCO LA RISPOSTA DEFINITIVA DI WARNER

John Stankey, CEO di WarnerMedia e AT&T, ha finalmente risposto in maniera definitiva ad una delle questioni che più hanno interessato i fan di Christopher Nolan nel caos che è stata la fase promozionale di Tenet: il film arriverà su HBO Max prima di uscire al cinema?

"E' impossibile che film come Tenet o come Wonder Woman 1984 arrivino prima sul nostro servizio streaming che al cinema", ha risposto Stankey a domanda specifica. "Sarei molto sorpreso se accadesse. In effetti, posso assicurarvi che, per quanto riguarda Tenet, non sarà così."

Stankey ha comunque affermato che l'aggiunta di HBO Max ai piani della Warner è stata molto utile per la larghezza di banda complessiva dell'azienda, che ha potuto contrastare le perdine dovute alla chiusura dei cinema. "Più a lungo andrà avanti questa situazione difficile, più ci saranno alcuni contenuti che andremo ad aggiungere al palinsesto della piattaforma, qualora ci renderemo conto che potrebbe essere un'opzione migliore. Sicuramente fa comodo avere quest'opzione proprio in questo momento, così come adoro il fatto che siamo stati in grado di costruire una piattaforma che possiamo gestire come vogliamo".

Il dirigente ha comunque concluso: "Ci sono alcuni contenuti che saranno sempre più divertenti da vedere nei cinema che in salotto."


JUSTICE LEAGUE, ZACK SNYDER RIVELA: "ECCO COSA PENSO DEL SUPERMAN MALVAGIO"

Nel corso di una recente intervista promozionale alla vigilia della Justice Con, la convention dedicata a lui e ai suoi film, il regista Zack Snyder ha parlato del Superman malvagio intravisto nella famosa Scena Incubo di Batman v Superman: Dawn of Justice.

In quella sequenza il regista aveva anticipato un futuro che sarebbe stato esplorato nei successivi capitoli di Justice League, quando Darkseid avrebbe conquistato la Terra e corrotto Clark Kent con l'equazione anti-vita. A tal proposito, il regista ha dichiarato:

"Mi piace il Superman malvagio? Non posso dire che mi piaccia al 100%, però mi piace l'idea che il personaggio di Superman affronti un viaggio evolutivo. Adoro l'idea che Superman debba riconciliarsi con la sua moralità, riconciliarsi con il suo posto sulla Terra, riconciliarsi con la sua relazione sentimentale con Lois e come questa stessa relazione possa influenzare il suo comportamento, il modo in cui si relaziona all'umanità. E' una cosa molto umana, la nostra quotidianità è condizionata dal modo in cui vanno le nostre relazioni personali."

Il regista ha continuato: "Quando vediamo Superman alle prese con questi problemi, diventa molto più facile immedesimarsi con lui. Quando vedo un Superman che si deve sforzare per capire queste cose, per cosa deve fare o come, riesco a relazionarmici. Perché Superman è un personaggio così astratto, nei suoi poteri e in ciò che è in grado di fare, quindi penso che ogni volta che si può si dovrebbe provare a renderlo più umano, e quindi riconoscibile e di conseguenza molto più interessante."


AVENGERS, UNA SPLENDIDA FAN ART METTE INSIEME I POSTER DI INFINITY WAR ED ENDGAME

Pubblicati a distanza di un anno uno dall'altro, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame raccontano l'epica battaglia tra i più grandi eroi della Terra e il malvagio Thanos. Originariamente dovevano intitolarsi Infinity War Parte I e Parte II, e un utente Instagram ha immaginato un super poster che racchiudesse i due film in uno.

Come si può vedere anche in calce alla news, l'illustratore Nicolas Tetreault-Abel ha realizzato una suggestiva fan art, combinando elementi dei poster di Infinity War e di Endgame, entrambi diretti dai fratelli Russo. Il risultato è stato ribattezzato Infinity Gauntlet - The Avengers Supercut.

Nella fan art vediamo in primo piano alcuni dei principali supereroi, come Iron Man (Robert Downey Jr), Captain America (Chris Evans) e Thor (Chris Hemsworth). Alle loro spalle campeggia Thanos (Josh Brolin), che indossa anche il Guanto dell'Infinito.

L'idea di dare ai due film due titoli diversi è venuta a Joe ed Anthony Russo per differenziarli l'uno dall'altro: tecnicamente, infatti, si tratta di due lavori distinti e non di un unico, lunghissimo progetto diviso in due parti. Naturalmente, però, sono strettamente collegati, e il poster intende sottolineare proprio questo.

Non si tratta dell'unica fan art su Avengers: Endgame emersa nell'ultimo periodo. Nei giorni scorsi, per esempio, abbiamo visto la rappresentazione di un tragico destino per Captain America e un poster con un inedito autore dello snap finale.


www.instagram.com/p/CC8wv2qgd4t/?utm_source=ig_embed

VENEZIA 77 – POSTER E PROGRAMMA DELLA 17MA EDIZIONE DELLE GIORNATE DEGLI AUTORI

Le Giornate Degli Autori, la sezione autonoma della Mostra del Cinema di Venezia, ha rivelato il programma della diciassettesima edizione che quest’anno può contare su 28 titoli. La competizione ufficiale è composta da dieci titoli, nove dei quali delle anteprime mondiali.

Il film di apertura è Honey Cigar diretto da Kamir Aïnouz, ricordiamo anche Tengo Miedo Torero del cileno Rodrigo Sepúlveda, ambientato durante la dittatura di Augusto Pinochet. Fuori concorso Saint-Narcisse una commedia fantasy diretta da Bruce LaBruce, che chiuderà la sezione.
Residue è di Merawi Gerima un dramma sull’identità e la gentrificazione premiato a Slamdance; The Stonebreaker è un dramma sociale diretto dai gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio, con Salvatore Esposito.

Degni di nota Preparations to be Together for an Unknown Period of Time di Lili Horvath, Oasis di Ivan Ikic su un triangolo amoroso in un’istituzione per disabili mentali.

Miu Miu Women’s Tales ci offrirà i cortometraggi In My Room di Mati Diop e Nightwalk di Malgorzata Skumowksa.

COMPETIZIONE
Honey Cigar, dir. Kamir Aïnouz (Francia, Algeria) – Film di apertura
The Stonebreaker, dir Gianluca e Massimiliano De Serio (Italia, France, Belgio)
Mama, dir. Li Dongmei (Cina)
Residue, dir. Merawi Gerima (U.S.)
Preparations To Be Together For An Unknown Period Of Time, dir. Lili Horvat (Ungheria)
Oasis, dir. Ivan Ikea (Serbia, Slovenia, Olanda, Francia, Bosnia-Herzegovina)
200 Meters, di.r Ameen Nayfeh (Palestina-Giordania, Italia, Qatar, Svezia)
Tengo Miedo Torero, dir. Rodrigo Sepulveda (Cile, Argentina, Messico)
Conference, dir. Ivan Tverdovskiy (Russia, Estonia, Italia, UK)
The Whaler Boy, dir. Philipp Yuryev (Russia, Polonia, Belgio)

OUT OF COMPETITION
Saint-Narcisse, dir. Bruce LaBruce (Canada)

SPECIAL EVENT
Guide Romantica A Posti Perduti, dir. Giorgia Farina (Italia)
Samp, dir. Flavia Mastrella and Antonio Rezza (Italia)
The New Gospel, dir. Milo Rau (Germania, Svizzera)
Extraliscio – Punk Da Balera, dir. Elisabetta Sgarbi (Italia)

MIU MIU WOMEN’s TALES
Nightwalk, dir. Malgorzata Szumowska (Italia, Polonia)
In My Room, dir. Mati Diop (Italia, Francia)

NOTTI VENEZIANE
Est, dir. Antonio Pisu (Italia) – Film d’apertura
Santarcangelo Festival, dir. Michele Mellara e Alessandro Rossi (Italia)
Agalma, dir. Doriana Monaco (Italia)
iSola, dir. Elisa Fuksas (Italia)
James, Andrew Della Monica (Italia)
Nilde Iotti, Il Tempo Delle Donne, dir. Peter Marcias (Italia)
Venice Concert 1989, dir. Wayne Isham e Egbert Van Hees (UK)
Say Amen, Somebody, dir. George T. Nierenberg (U.S.)
To The Moon, dir. Tadhg O’Sullivan (Irlanda)
En Ce Moment, dir. Serena Vittorini (Italia)
Solitaire, dir. Edoardo Natoli (Italia)

La diciassettesima edizione si terrà dal 2-12 settembre.

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WARNER – ALCUNI TITOLI POTREBBERO MIGRARE SULLE PIATTAFORME STREAMING, I TENTPOLE SOLO AL CINEMA

La conference call trimestrale degli utili di AT&T tenutasi questa mattina ha fornito alcuni aggiornamenti sulla strategia di uscita delle pellicole della Warner Bros. John Stankey, ex CEO di WarnerMedia e ora CEO di AT&T, ancora una volta ha sottolineato che le uscite cinematografiche hanno:

“Un ruolo assolutamente importante”

ma la pandemia porta a un:

“Aggiustamento del costrutto cinematografico. Crediamo assolutamente [che i tentpole] siano più piacevoli e sia meglio vederli [nelle sale] anche se non so quando i cinema possano riaprire.

Non c’è dubbio che più continuerà questa (pandemia), più ci saranno dei contenuti [che verranno offerti con una diversa strategia distributiva]”.

Stankey ha ammesso di esser felice di poter far affidamento su HBO Max per la distribuzione di alcuni titoli:

“Amo il fatto che abbiamo questa opzione adesso.”

Ha anche confermato che alcune pellicole Warner passeranno dal cinema alla piattaforma streaming, ma ha suggerito che questo non varrà per i tentpole come Tenet e Wonder Woman 1984:

“Sarei molto sospeso se quello fosse il caso [ma] non sarà il caso [per Tenet]”.

Ricordiamo che lo studio ha deciso di ignorare il moderno playbook di distribuzione che prevede una distribuzione quasi contemporanea a livello mondiale.


La Universal in campo per il film con Tom Cruise girato nello spazio: voci sul budget e sul cachet dell’attore

A maggio abbiamo scoperto che sarebbe stato Doug Liman a dirigere il film nello spazio con protagonista Tom Cruise. Il progetto era stato sviluppato in maniera autonoma dagli studios, con il coinvolgimento di SpaceX di Elon Musk e della NASA, ma oggi apprendiamo di una pedina chiave per la realizzazione del film.
Variety riporta in esclusiva che la Universal Pictures avrebbe infatti deciso di scendere in campo: lo studio, stando al giornale, è entrato in fase di negoziazioni per produrre e distribuire la pellicola che avrà un budget di circa 200 milioni di dollari (se non di più). Cruise dovrebbe invece guadagnare tra i 30 e i 60 milioni di dollari secondo fonti interne.

Liman ha già scritto la prima bozza della sceneggiatura e produrrà la pellicola insieme a Cruise: i due non vedono l’ora di lavorare nuovamente insieme dopo il successo di Edge of Tomorrow e il recente Barry Seal – Una storia americana. Il regista ha diretto anche pellicole come Mrs. & Mrs. Smith e The Bourne Identity.

Si tratta di un progetto molto ambizioso, del quale sappiamo ancora pochissimo: non sono noti né il titolo né i dettagli della trama, quello che è certo è che Cruise e Liman intendono recarsi nello spazio per girare il film con l’aiuto della NASA, che qualche mese fa ha confermato il proprio coinvolgimento spiegando che le riprese si svolgeranno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. SpaceX, verosimilmente, potrebbe essere coinvolta nei trasporti necessari a raggiungere l’ISS.

Il film, lo ricordiamo, non è collegato al franchise di Mission: Impossible (che al momento ha la proprità negli impegni dell’attore) e se verrà realizzato sarà il primo film di finzione narrativa mai girato nello spazio.

Stando a Variety, quando il progetto è stato presentato a vari distributori, ben due colossi dello streaming sarebbero stati esclusi dagli inviti. L’intenzione è di rende il film girato nello spazio un colossale evento cinematografico.


HAMMAMET: STASERA SU SKY CINEMA DUE PIERFRANCESCO FAVINO È BETTINO CRAXI

Arriva in prima visione TV, stasera su Sky Cinema Due, alle 21:15, Hammamet (disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV), il film di Gianni Amelio con protagonista assoluto Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxi. Il film è stato realizzato proprio in occasione del 20° anniversario dalla morte dell'ex segretario del Partito Socialista.

Sono passati vent'anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante: così recita la sinossi di Hammamet, che racconta gli ultimi giorni del politico trascorsi in esilio proprio nella città tunisina, rileggendo le pagine più controverse della recente storia d'Italia per raccontare la caduta, sia umana che politica, di uno dei leader assoluti della Prima Repubblica.

Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L'immaginazione può tradire i fatti "realmente accaduti" ma non la verità. La narrazione ha l'andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall'interno. Protagonista assoluto è Pierfrancesco Favino, premiato con il Nastro d'Argento per la sua interpretazione di Bettino Craxi.


ALITA: BATTLE ANGEL, I FAN NON DEMORDONO: LA BATTAGLIA PER IL SEQUEL È IN TREND VIA SOCIAL

È ormai passato più di un anno dall'uscita nelle sale di Alita: Angelo della Battaglia di Robert Rodriguez e prodotto da James Cameron, e nonostante tutti i problemi i fan stanno continuando a rilanciare senza sosta l'hashtag #AlitaSequel, cercando di riuscire a far produrre il film.

Comunque potrebbero esserci interessanti novità in arrivo circa il sequel.

Stiamo parlando di Emma Watts e Jim Gianopulos, ex-producer della Fox che credettero molto nel progetto nonostante i problemi che si portò dietro. Entrambi sono ora passati alla Paramount Picture in veste di presidente e CEO, e ciò spinge a credere che potrebbero decidere di riportare in vita l'idea originaria alla base del film diretto da Rodriguez, proseguendo la storia.

Visto che al momento Disney non sembra intenzionata a muoversi sul fronte Alita, la Paramount potrebbe decidere di avanzare un'offerta che non si può rifiutare, acquisendo così i diritti per il fatidico Alita: Fallen Angel. Una mossa non così semplice, soprattutto perché Disney ha dimostrato di poter tranquillamente tenere in cantina per anni dei progetti interessanti per poi riesumarli, come sembra stia accadendo con Tron 3, ma questo cambio di schieramento potrebbe portare novità interessanti.

Solo il tempo ci dirà se potremo ritrovare la determinata guerriera sul grande schermo, ma una cosa è certa: Christoph Waltz è già disposto a tornare.


MAD MAX: FURY ROAD, NUOVI DETTAGLI SULLA "FURIOSA" LITE TRA CHARLIZE THERON E TOM HARDY

Che tra Furiosa e Max non corresse buon sangue s'intuiva già dalle prime immagini del cult di George Miller, ma contrariamente ai loro personaggi alla fine dell'avventura steam-punk tra Charlize Theron e Tom Hardy il rapporto non migliorò. A raccontare il clima teso del set è Dayna Grant, controfigura della Theron in Mad Max: Fury Road.

La stuntwoman ha recentemente approfondito le difficili condizioni in cui l'intero team di attori e tecnici era costretto a lavorare a causa delle tensioni tra i due protagonisti:

"È stato davvero difficile. Fu dura dura perché, ovviamente, ho dovuto passare del tempo con entrambi e nessuno dei due voleva girare scene insieme", ha detto Grant al portale Metro. "Di solito Charlize arrivava sul set e giravano le scene, ma non volevano proprio saperne di lavorare in coppia, così mi assegnò anche alcune scene in cui doveva stare con Tom, così da non lavorarci. Viceversa il sosia di Tom era sempre in coppia con Charlize, quindi in realtà abbiamo lavorato ognuno con il sostituto dell'altro".

Ha poi continuato: "Lo sapevamo fin dall'inizio. Conoscevamo la situazione ed era evidente durante le sequenze di combattimento: c'era molta tensione. Così ci è stato detto cosa stava succedendo e ci raccomandarono di sforzarci affinché funzionasse il più possibile, il ché è stato difficile, perché di solito si è tutti in un grande gruppo e si lavora insieme, mentre noi eravamo un po' separati".

In passato Hardy e Theron avevano già parlato delle loro liti durante le riprese di Fury Road, ma quello della Grant è un punto di vista inedito e che dimensiona anche il disagio dell'intera troupe, che rimase sul set per 120 giorni.

Intanto, i lavori per lo spin-off di Mad Max su Furiosa continuano e, come si vociferava già da un po', Theron non sarà nel cast del prequel, che racconterà la vita della guerriera prima delle vicende narrate nel capitolo del 2010, che ricordiamo ottenne 10 candidature agli Oscar vincendo quelle per miglior trucco, sonoro, scenografia e costumi.


STAR WARS: TAIKA WAITITI AL LAVORO SULLA SCENEGGIATURA DEL PROSSIMO TITOLO LUCASFILM

All'inizio dell'anno, quasi in concomitanza con l'Oscar per Jojo Rabbit, la Disney ha annunciato che Taika Waititi dirigerà uno dei prossimi film del franchise stellare e adesso arrivano le prime notizie dal progetto: il regista ha ufficialmente iniziato la fase di scrittura del nuovo episodio di Star Wars.

La conferma è di prima mano e arriva dallo stesso Waititi, che lo ha annunciato durante un'intervista alla BBC. Al premiato cineasta è stato infatti chiesto dei suoi attuali progetti e una domanda su Star Wars era inevitabile. Quando gli viene chiesto se fosse fosse già al lavoro sul prossimo capitolo ha confermato di aver iniziato la fase di scrittura del film, senza però specificare se sia già passato alla sceneggiatura vera e propria o se stia semplicemente mettendo insieme le idee.

Il progetto si baserà su un copione scritto quattro mani da Waititi e Krysty Wilson-Cairns, co-sceneggiatrice insieme al regista di 1917 Sam Mendes: il film candidato all'Oscar alla migliore sceneggiatura originale proprio quest'anno.

Attualmente il regista è impegnato in "triangolo cinematografico", di cui fanno parte oltre al franchise stellare anche l'ambizioso Thor: Love and Thunder e il promettente Free Guy con Ryan Reynolds. Ancora incerta è la regia di Waititi per il live-action di Akira, film attesissimo, ma ballerino, della programmazione Warner Bros.


YES, GOD, YES, LA REGISTA ATTACCA LA CHIESA: 'PROGREDITA, MA CONTINUA A REPRIMERE'

Quando giri un film come Yes, God, Yes il messaggio che vuoi mandare è piuttosto chiaro: nel 2020 è ormai ora di dire addio a certi pregiudizi sul sesso e sulla masturbazione, con un'occhio particolare al mondo femminile troppo spesso bistrattato da questo punto di vista.

La Chiesa gioca inevitabilmente un ruolo fondamentale in questioni di questo tipo e, in particolare, nel film stesso: in Yes, God, Yes la protagonista interpretata da Natalia Dyer vive infatti con non poca apprensione la scoperta della sua sessualità in contrapposizione alle regole imposte dal suo modo di vivere l'essere credente.

Su ciò si è espressa nel corso di un'intervista la regista Karen Maine: "Penso siano stati fatti dei passi avanti nel Cattolicesimo. Penso ovviamente che questo papa sia di mentalità più aperta rispetto ai suoi predecessori. Ma anche lui agisce comunque all'interno di quest'istituzione repressiva. Ad esempio, qualche anno fa disse: 'Chi sono io per giudicare i gay?' Ma alle persone omosessuali viene comunque ancora detto che andranno all'inferno, non gli è permesso sposarsi, subiscono tutte queste orribili restrizioni che è la Chiesa ad imporre. Quindi quanto siamo davvero progrediti?" ha spiegato la regista.

Maine ha poi proseguito: "Penso che ci stiamo muovendo nella direzione di un graduale rilassamento di queste cose ridicole che la Chiesa impone ai fedeli, ad esempio il fatto che i preti non possano fare sesso e neanche masturbarsi, il che porta poi a delle conseguenze orribili. Quindi spero ci stiamo muovendo in questa direzione. Solo che lo stiamo facendo molto, molto lentamente". Qui, intanto, trovate il trailer di Yes, God, Yes.
 
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