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Ultimo film visto

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view post Posted on 18/8/2013, 09:53
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Triplethor
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Kick ass 2 - Sono tornati gli eroi più mattacchioni e sfigati al mondo tranne per Hit Girl la vera eroina con le palle un mix di violenza è linguaggio truce.Sin dai primi minuti s'intuisce che il regista ha fatto bene i compiti a casa riuscendo in pieno ad immergersi nell'universo Kick-Ass senza troppi problemi espandendo all'ennesima potenza quel senso di appagatezza intrattenitiva fatto di puro e semplice divertimento.
Ironia, violenza e volgarità diventano subito pregi inconfondibili di questo sequel, mai e dico mai s'intuisce che Kick-Ass 2 voglia vivere della luce del suo acclamato predecessore, la storia costruita dal regista in collaborazione creatore della graphic novel, Mark Millar, è più profonda di quanto s'immagini.Aaron Johnson sembra maturato molto ed in questo sequel mostra oltre che una buona dose di muscoli anche un pò più di personalità, caratteristica che non guasta mai in special modo quando casa Marvel ti nota per affidarti un ruolo nel prossimo The Avengers: Age of Ultron.Chloe Moretz è sempre più una piccola diva di Hollywood in cerca di rivalsa, chiaramente non sarà con questi ruoli che riuscirà a diventare la stella che merità, ma la sua espressività ed il suo carisma recitativo non fanno altro che dimostrare quanto valore scorra nelle sue giovani un talento davvero innato cmq HIT GIRL è stata epica nella scena finale in cui si da battaglia con Mother Russia un incontro degno del circuito del MMA.Jim Carrey è sempre il divo che tutti conosciamo ed anche se in Kick-Ass 2 riduce al minimo il suo repertorio comico per dar sfogo ad un personaggio tanto violento quanto legato alla giustizia rimane sempre un bel vedere.In conclusione posso affermare di aver visto un degno sequel che per certi aspetti supera il fenomenale primo Kick-Ass.Kick-Ass 2 è un giusto mix di ironia e violenza da sballo che diverte lo spettatore conclusione....we want kick ass 3!


voto 8.0

Turbo - Prima Le 5 Leggende, poi I Croods ed ora Turbo. Terzo lungometraggio animato inedito di fila per la Dreamworks Animation. Turbo, tecnicamente ancora una volta al livello altissimo con Turbo, è palese, la Dreamworks ha provato una strada alternativa, più infantile e meno convincente, anche perché tratteggiata con eccessiva leggerezza. Protagonista del film una lumaca che ha la ‘velocità’ nel sangue, tanto da sognare, un giorno, di diventare pilota di Formula Uno. Peccato che Madre Natura le abbia dato altre caratteristiche, fino a quando uno ’strano incidente’ non finirà per tramutarla in una macchina da corsa vivente. E allora sì, che quell’impensabile desiderio, potrà davvero diventare realtà…Storia assurda, è evidente, condita da tanti personaggi poco caratterizzati e facilmente classificabili, facendo la conta dei troppi luoghi comuni animati degli ultimi anni seminati in 100 minuti. Fino all’arrivo di Turbo, giocattolone simpatico ma privo di mordente, tecnicamente alto ma concettualmente ‘povero’, tanto da correre all’impazzata per coprire quelle sfacciate mancanze di sceneggiatura, più che lenta come una lumaca semplicemente ferma ad una generazione animata fa.

voto 6.0

Mud -Ellis è un ragazzino quattordicenne che, in giro con l’amico Neckbone, incontra casualmente, in un piccolo isolotto sul Mississippi, Mud, un fuggitivo con un dente in meno, un serpente tatuato sul braccio e una pistola sempre pronta all’uso. Nonostante sulla testa di Mud pendano una taglia che fa gola a tanti e un mandato di cattura che motiva le forze dell’ordine a spingersi anche oltre la legge, Ellis si aggrappa a lui nel disperato tentativo di rifuggire le tensioni quotidiane della sua famiglia…Non è un capolavoro, Mud, e non è nemmeno un grande film. Ma è un film capace di un tocco di delicatezza non comune, nel quale sono la semplicità diretta del racconto e la sua inusuale e schietta onestà a spingere a un coinvolgimento che, nel finale si arriva quasi alla commozione.Jeff Nichols è divino, poco da dire, l'avevo visto alla premiere e ci sono stati 5 minuti d'applausi. Uno dei miei registi preferiti. Dei bambini dissi che loro sono proprio così puri e crudi, non si spiegava nemmeno lui come fossero così perfetti per la parte.Grande anche Matthew Mcconaughey.

voto 7.0 ( un film lento ma toccante)

Monsters University University - Monsters University, un esperimento, il prequel, che per i film d'animazione sembra un rischio da non poco.Per questo esperimento Pixar affida la regia a Don Scanlon, uno degli sceneggiatori del grande successo Cars - Motori Ruggenti, nel cast vovale torna invece la coppia affiatatissima di doppiatori formata da Billy Crystal e John Goodman.La sceneggiatura firmata dallo stesso regista parte dalle origini della storia del piccolissimo Mike, da subito infatti si viene catapultati nei suoi sogni fatti di speranze e grandi motivazioni, dopo un breve salto, ben celato da intelligentissime foto che mostrano il passare del tempo, si passa al vero e proprio fulcro della storia, il primo giorno di università.Il regista per ricreare una vera e propria comunità universitaria sfrutta alcune caratteristiche della vita da campus reale come la competizione tra le varie confraternite, i classici scherzi alle matricole e non ultima la voglia di far baldoria con super feste, una mossa perfetta per dare vita ad un'esperienza intrattenitiva di grande effetto.L'aspetto puramente ironico è forse quello che potrebbe essere recepito come vero neo di Monsters University, l'assenza di un personaggio chiave come quello della bimba umana, vera star in Monsters & Co.n conclusione posso affermare che Monsters University è da considerare un vero successo, aspetto visivo assolutamente spettacolare, sceneggiatura e direzione magistrale, personaggi costruiti con caratteristiche uniche ed un intrattenimento sempre vivo e mai noioso.Si ride di meno rispetto al primo capitolo, ma questo è soltanto un piccolo neo in un quadro fantastico, Monsters University è il classico esempio del prequel che ha ragione di esistere.

voto 8.0

Europa Report - Per decenni, gli scienziati hanno teorizzato l’esistenza di oceani di acqua liquida su Europa, una delle lune del pianeta Giove. Ulteriori scoperte hanno portato a supporre che vi siano anche le condizioni ideali per la vita. Per avallare tali risultati e dimostrare l’esistenza di vita extraterrestre nel sistema solare, sei astronauti di diversa nazionalità vengono mandati per un viaggio di tre anni su Europa…Il film è claustrofobico: la sensazione della noia per i mesi di viaggio, da trascorrere rintanati in una minuscola bolla di vita artificiale, senza barare con trucchi fantascientifici come l'ibernazione, è trasmessa molto efficacemente. Inoltre Europa Report è girato quasi interamente usando le telecamere fisse di bordo, quasi docufilm e anche questo contribuisce molto al realismo e all'immedesimazione. Niente armi laser, niente esplosioni nello spazio. Gli esterni e gli interni sono molto realistici e senza concessioni all'estetica: sembrano presi di peso dalla Stazione Spaziale Internazionale. Nelle riprese all'esterno, durante le passeggiate spaziali, non c'è rumore e non ci sono stelle: neppure Kubrick se l'era sentita di rinunciarvi (alle stelle, intendo), ma Europa Report lo fa. E funziona, perché trasforma lo spazio da un firmamento in un abisso pronto a inghiottirti se fai un passo falso.Il film rende angosciante anche una semplice passeggiata spaziale (il problema capitato recentemente a Luca Parmitano nella realtà, poi, è un esempio arrivato a fagiolo). Ci si rende conto istintivamente che quello che si sta vedendo potrebbe succedere realmente fra qualche anno.il film nel suo complesso merita davvero. Se non altro per la sua lezione su come si può fare un buon film a basso budget e si può fare buona fantascienza usando soltanto la realtà e senza violare le leggi della fisica.

voto 6.5 ( nn e Moon ma il film merita di essere visto)

Drift - Lasciata Sydney da ragazzini per emigrare con la madre a Seacliffe, paesino rurale dell’Australia occidentale, i fratelli Andy (Myles Pollard) e Jimmy Kelly (Xavier Samuel) condividono un’unica grande passione: il surf. Jimmy, giovane prodigio per la sua abilità nel “cavalcare” le onde, è uno spirito libero, impermeabile alle regole e convenzioni sociali, tanto da lasciarsi trascinare in piccoli furtarelli per saldare i debiti di famiglia. Il maggiore e più responsabile Andy ha un lavoro stabile, ma decide di mandare tutto all’aria per trasformare il loro hobby in un business proficuo, lanciando la moda della tavola più corta e, grazie alla madre sarta Kat (Robyn Malcolm), delle mute su misura.Nonostante la buona idea di partenza e lo stile accattivante delle scene in cui sono riprese le acrobazie sull’onda (straordinarie) dei protagonisti, Drift delude nella sceneggiatura, penalizzato dai dialoghi banali, e da una trama fin troppo prevedibile.il film diverte e ha un certo ritmo, ottimamente accompagnato dalle musiche originali di Michael Yezersky e da successi storici del pop e rock internazionale (Johnny B. Goode e Run through the Jungle, tanto per citarne alcuni). Peccato che i presupposti di un film originale e interessante per il tema che sceglie di trattare (è da Point Break che non se ne ricordano di uguali) non siano stati pienamente realizzati.

voto 6.5

The Conjuring -The Conjuring sembra di quelle note e per questo prive di interesse, ma in ogni fotogramma il regista Wan sembra capire con precisione chirurgica ciò che spaventa lo spettatore più esigente.La suggestione, ed è quella che viene amplificata in maniera esponenziale grazie all'uso di effetti sonori ed un uso dell'effetto sorpresa davvero innovativo.La sceneggiatura chiaramente essendo adattata da una storia vera gode di un certa linearità, la scelta di mostrare poche, ma intense scene da brivido nella prima parte non è altro che una tattica studiata minuziosamente dal regista, un modo per preparare lo spettatore ad un finale realmente impressionante.Ottima l'interpretazione di una madre preoccupata per la propria famiglia di Lili Taylor, ma occhio anche la piccola Renesmee dell'ultimo capitolo della saga Twilight, oramai Mackenzie Foy sta dimostrando di essere una bambina prodigio. L'Evocazione - The Conjuring un vero e proprio horror vecchio stile, ovvero capace di spaventare a morte senza dover utilizzare litri di sangue o mostri a volte inguardabili (e non per la paura), ma soltanto con suoni utilizzati in maniera semplice ed estremamente efficace.In conclusione L'evocazione - The Conjuring risulta essere diretto davvero in maniera esemplare da uno dei registi emergenti con più capacità di imprimere la propria impronta ad ogni storia, il grado di spavento che regala è ben calcolato nella prima parte ed impressionante nella parte finale, mai si sfora nel ridicolo o nel banale.

voto 7.5 ( un horror vecchia scuola)

Io sono tu Sandy Peterson (Jason Bateman) nonostante il nome di battesimo è un uomo, un rappresentante finanziario, marito e padre di famiglia che come molti cerca di arrivare a fine mese, sopportando un datore di lavoro arrogante e affrontando le preoccupazioni per l’arrivo di un terzo figlio, lieta novella che purtroppo non coinciderà con un atteso aumento di stipendio. Se le preoccupazioni non fossero già abbastanza a Peterson viene rubata l’identità da una professionista della truffa (Melissa McCarthy), una specialista in clonazione di carte di credito dedita allo shopping compulsivo che manderà Peterson sul lastrico e lo metterà nei guai con la legge. Peterson sarà così costretto ad intraprendere un viaggio in Florida per rintracciare la truffatrice e convincerla a seguirlo, così da scagionarlo da ogni accusa pendente, ma la missione oltre che difficoltosa si rivelerà un vero incubo.Il film si poggia in toto sulle performance di Bateman e della McCarthy, in realtà questa scelta è obbligata visto che la sceneggiatura mette parecchia carne al fuoco, ma in realtà non approfondisce nulla, ne i personaggi di contorno, ne la trama crime che scorre parallela al viaggio dei due protagonisti, che include un vendicativo boss e un paio di scagnozzi che a parte qualche fugace apparizione non incidono per nulla sull’evolversi della trama. Io sono tu è una commedia "on the road" che parte da un premessa intrigante, ma si perde lungo la strada, fortuna che il regista Seth Gordon può contare su un'impeccabile Jason Bateman e una scatenata Melissa McCarthy.In conclusione se dal punto di vista meramente “critico” il film ha davvero molte pecche, bisogna anche spezzare una lancia in favore del lato prettamente “comico” dell’operazione che funziona a prescindere, rendendo di fatto Io sono tu un buon passatempo per un pomeriggio estivo al cinema a base di relax e popcorn.

voto 5.0

Byzantium è un buon dramma familiare su due vampire che cercano giorno per giorno di sopravvivere a questo crudo e intenso mondo pieno di insidie e cercando di capire il significato dell'immortalità ,il film vi raccorderia molto L'INTERVISTA COL VAMPIRO Byzantium è un’opera molto complessa la violenza c’è, come anche il sangue ma sopratutto c'è una sexy sanguinaria Gemma arterton le sue nudità nel film sono da premio oscar la nudità in questo nn è mai volgare ma ben si elegante cmq Gemma nel film interpreta Clara è una madre protettiva ma avvolte troppo possessiva che sopravvive alla dura vita prostituendosi affiancata dalla figlia che è rappresentata dal talento Eleanor (Saoirse Ronan) che condividono un misterioso legame di parentela e che vivono spostandosi da un luogo all’altro per sfuggire a una non meglio specificata persecuzione. La natura solitaria e triste di queste creature immortali, che sulla loro strada non possono fare altro che incontrare altre solitudini e tristezze, è data per acquisita e non viene sottolineata ogni due minuti.Probabilmente Byzantium avrà il destino di passare inosservato. Poi qualcuno dirà che è noioso, che non è un horror, che non ci sono veri vampiri, o che non è abbastanza violento.E alla fine, qualcuno si accorgerà che ci troviamo di fronte a uno dei più bei film sul vampirismo da una decina d’anni a questa parte.Scena cult del film secondo me è la scena in cui Clara fa una sensualissima doccia col sangue e questa scena basta per far apprezzare questo piccolo capolavoro.

voto 7.0

Frankenstein's Army - La storia gira intorno a un gruppo di soldati russi, durante la fine della Seconda Guerra Mondiale, che vengono seguiti da un cameraman per un documentario di propaganda. Il film vero e proprio, evoluzione del mai prodotto Worst Case Scenario, in alcuni momenti sfiora, cerca di sedurre, quasi afferra ma non tocca mai il potenziale promesso ,gli attori sono dimenticabili per non dire legnosi tanto nella recitazione, eccessivamente sopra le righe (forzato l’accento russo, senza convinzione le violenze perpetrate contro i tedeschi e poco credibili le liti all’interno del gruppo), quanto nei combattimenti,la location estremamente realistica, fedele alla pur deformata tecnologia dell’epoca, coerente con l’ambientazione e l’atmosfera: un dedalo di strutture dilapidate e tunnel fatiscenti, sale-tempio di un industrialismo dieselpunk disumanizzante, scannatoi-miniere, laboratori-discariche dove carne morta o morente e rifiuti tecnologici si fondono in un amalgama folle.Sì, anche questo è un POV (Point Of View, in prima persona), come i 666 mila film che escono continuamente oggi, ma vi giuro che questo è buono. In primis perché ha la grana giusta, che fa retrò e non stanca, vista l'inedita ambientazione. Poi perché i russi incontrano i nazi, e che nazi! Un professore pazzo si è chiuso in un bunker (i set sono anch'essi stupendi) e si è messo a creare mostruose creature steampunk. Le creature sono la parte migliore e fanno venire una voglia incontenibile di comprare le action figure. Alcuni si sono già visti nei teaser, altri sono inediti e veramente pazzeschi. Una palla fregiata di swastika con due gambe umane e una radio che ripete i deliranti comizi di Hitler, un granchio metallico, Una gigante elica rotante e c'è anche spazio per un orsacchiotto con la testa di donna. Questi tra i freak di quello che è un mix tra The Human Centipede e District 9, in salsa nazi comica. Da tempo non si vedeva un horror così divertente.Globalmente Frankenstein’s Army non può essere assolutamente considerato un brutto film horror ma nonostante le premesse ed i tentativi sinceri non è il Gran Bel Film che poteva e doveva essere.Un più che dugnitoso film da gustarsi in casa con amici appassionati del genere con birra e popcorn ...........

voto 6.5

THE COLONY: GHIACCIO E CANNIBALI - Thriller post apocalittico diretto da Jeff Renfroe e scritto da Pascal Trottier e Patrick Tarr, The Colony si prefigura come una'intensa storia di sopravvivenza e disperazione, ambientata nel 2045 in un pianeta Terra inospitale e ridotto al collasso da una glaciazione. I pochi esseri umani sopravvissuti vivono in colonie sotterranee ed è quando dalla colonia 5 arrivano segnali sconfortanti che dalla colonia 7, guidata dall'ex capitano dell'esercito Briggs, parte una missione di avanscoperta e di eventuali aiuti che si rivelerà determinante per la scoperta di una realtà ancora più atroce di quanto chiunque creda. Al suo seguito Briggs arruola due volontari - il giovane Graydon, desideroso di vivere la sua avventura in superficie, e Sam, un meccanico rimasto orfano e salvato da Briggs stesso - e lascia il comando della colonia 7 nelle mani di Kai, aumentando in questo modo i dissapori con Mason, l'ex compagno d'armi con cui da tempo è in contrasto.
È l'incontro con Leland, sopravvissuto della colonia 5 barricatosi in una stanza, che fa capire a Briggs e ai suoi due compagni che il freddo non è l'unica minaccia che rischia di far estinguere la razza umana: i Ferals, persone che hanno perso la loro umanità per via della fame, hanno infatti cominciato a macellare i coloni per nutrirsi, dando il via alle ultime fasi di un'apocalisse che appare difficile fermare. Seppure frutto di fantasia, la sceneggiatura di The Colony analizza l'impatto che potrebbe avere in futuro il surriscaldamento globale del pianeta Terra e lo fa in maniera quasi analitica, con una timeline che spiega passo dopo passo quello che è avvenuto. Con la storia catapultata sin dall'inizio nel 2045, il regista Jeff Renfroe e il suo team ha così ricostruito il susseguirsi degli eventi: nel 2024, a causa di uno stato di siccità che affligge tutto il mondo, i governi decidono di modificare il clima e ricorrono alla controversa tecnica dell'inseminazione delle nuvole quando ogni modello climatico va fuori controllo.
Inizia in questo modo una nuova glaciazione che porta gli umani nel 2032 sopravvissuti al freddo e alle pandemie influenzali a ritirarsi a vivere in colonie sotterranee e nel 2038 a competere per accaparrarsi le ultime riserve di cibo e carburante, dando origine ai primi fenomeni di canibalismo.


voto 7.0

Wolverine: L'Immortale - Hugh Jackman è diventato un vero e proprio idolo delle folle (proprio come il Tony Stark di Robert Downey Jr.!). Tanto da essere presente in ogni singolo film della controversa saga, compreso un cameo in X-Men - L'inizio e una pellicola stand-alone dedicata unicamente a lui,L'immortale è da considerarsi come sequel di X-Men - Conflitto finale, mentre il rapporto col precedente film solitario e il prossimo Days è ancora da verificare in modo chiaro (ma, senza spoilerarvi nulla, possiamo dirvi che c'è: restate fino alla fine dei titoli di coda non ve ne pentirete).Hugh Jackman ha interpretato il mutante irascibile e artigliato: neppure Samuel L. Jackson e Robert Downey Jr., con le loro cinque interpretazioni di Nick Fury e Tony Stark, possono competere, soprattutto parlando di screen time. Anzi, Jackman sembra più carico che mai e pronto per chissà quante altre avventure in canotta, per la gioia delle signore: e chissà se riusciremo mai a vederlo in una tuta gialla striata a contrasto. Improbabile ma... mai dire mai. il Wolverine proposto nel film di James Mangold sia quello, fisicamente, più somigliante a quello dei fumetti finora proposto (anche se ci piace ripeterlo: Jackman è un po' troppo alto e bello per interpretare James “Logan” Howlett,il personaggio come una seconda pelle: il risultato è comunque molto apprezzabile.Jackman, che si professa grande amante della saga cartacea. Che viene, però, tradita in più punti, tra cui la conoscenza generale, da parte di Logan, di usi, costumi e lingua del Sol Levante, di cui nel film è praticamente allo scuro.Il nuovo film con protagonista Wolverine non scontenterà i fan della sua versione filmica consacrata da Hugh Jackman: L'Immortale risulta sicuramente molto meglio del fallimentare Le origini risalente al 2009, ma comunque molto inferiore non solo ai primi due film di Bryan Singer ma anche al prequel del 2011. Buone la fotografia e la messa in scena, tuttavia combattimenti ed effetti speciali non convincono; il ritmo è lentino e i numerosi luoghi comuni, poi, saranno causa di più di uno sbadiglio. Ma, nel complesso, la pellicola non è da buttar via, grazie anche soprattutto all'apporto del cast attoriale: il miglior Logan di Jackman visto finora, una bella reinterpretazione di Viper ad opera della russa Svetlana Khodchenkova, i sempre ottimi Hiroyuki Sanada e Hal Yamanouchi. Prendiamolo come un antipasto, in attesa del promettente Days of future past.

voto 7.0

42 -La storia di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball professionista di colore.All’indomani della Seconda guerra mondiale, il mondo del baseball americano costringe ancora i giocatori di baseball afroamericani a partecipare ai campionati per soli neri, non permettendo loro di accedere alla massima divisione e unirsi alle squadre di giocatori bianchi. Stanco di questa forma di segregazione razziale, Branch Rickey, manager generale della squadra dei Brooklyn Dodgers, promette a sé stesso di…film stupendo, e parliamo di 70 anni fa' piu' o meno, e pensare che tutt'oggi qualche mentecatto nei nostri stadi ancora fa uso di questa incivilta' e ignoranza, il colore della pelle non cambia i valori di un uomo, ma al contrario li rafforza.Un film 'lieve' ma che tocca profondamente il problema razzista in America e che, avendoci vissuto per tre anni, continua ad essere strisciante a dispetto delle apparenze.
Il riferimento al nazismo sconfitto come paragone per affrontare il razzismo non è stato casuale
.


voto 7.0
 
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view post Posted on 22/9/2013, 18:44
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The East - Non sorprende che negli States The East abbia fatto parecchio parlare di sé. La questione che mette al centro è soprattutto “molto americana”, tra i ferventi sostenitori di una politica eco-sociale e quelli che si scagliano contro gli “ambientalisti a tutti i cost”i. La questione è da sempre dibattuta, anche in modo piuttosto rissoso: basta vedere le polemiche ha scatenato Promised Land di Van Sant, tanto per citare uno degli ultimi esempi di questo cinema.Il punto di svolta di The East si ha con una scena in particolare che riesce seriamente a spiazzare lo spettatore. Se riesce in ciò è grazie al fatto che la sua “visione del mondo” è sempre ancorata a quella della protagonista, che ad un certo punto, dopo essere entrata in modo piuttosto turbolento nel rifugio del collettivo, si ritrova a cena con i suoi membri. Tutti hanno delle camicie di forza, che ovviamente impedisce a chiunque di usare le mani per mangiare.Vista la componente umana messa in gioco, Batmanglij lavora per forza di cose sui personaggi: quindi non solo Sarah, protagonista praticamente sempre in campo, che ha un ragazzo che l’aspetta a casa e al quale ha detto di essere a Dubai, ma anche altri componenti di The East. Tra questi ovviamente Benji (Alexander Skarsgård), Izzy (Ellen Page) e Luca (Shiloh Fernandez). Ma svelando poco a poco le loro personalità e soprattutto i loro passati. Il suo scopo è tutelare il cliente, cioè una multinazionale, ma la vita sotto copertura, immolata alla continua finzione, non è facile. In questo caso, quando Sarah viene a contatto con ribelli come il leader Benji (Alexander Skarsgård, belloccio ombroso costretto in una parte un po' goffa di guru a metà tra lo psicopatico Charles Mason e... Gesù Cristo), di cui si invaghisce, di Izzy (Ellen Page) e di Doc (Toby Kebbell), il rischio di conversione e di passaggio armi e bagagli al nemico si fa consistente. The East, c'è tutto l'armamentario tradizionale delle prove da superare, la conquista della fiducia, il membro sospettoso, e via luogo-comuneggiando. Qualche scena confezionata nel film fa sinceramente cadere le braccia, come ad esempio un particolare "gioco della bottiglia" tra adepti. Alla domanda cruciale, però, risponde un adepto, il gay Luca (Shiloh Fernandez): tra la Rivoluzione e la vita di un singolo individuo cosa si deve scegliere? Chi andrà a vedere il film ascolti la risposta e mediti. Un film che ti fa vedere cose che non vorresti vedere.

voto 7.0

You're Next -. Quando ho rivisto Scream - quasi per caso su Netflix - mi sono ricordato di quanto mi fosse piaciuto la scena iniziale e di quanto fosse ben costruita, divertente .Eppure, a partire dal fatto che, una volta presentati i diversi personaggi, si comincia subito con la mattanza attuata da un manipolo di misteriosi individui mascherati, non appare molto distante dal filone che ha dato notorietà a Jason Voorhees e Michael Myers quello che, inizialmente accostabile a La notte del giudizio (2013) di James DeMonaco, risulta decisamente più vicino al succitato lungometraggio di Bertino.You’re next, però, in mezzo a sgozzamenti, asce conficcate nel cranio e frecce sparate con balestre, non lascia affatto a desiderare per quanto riguarda splatter e cruda violenza, man mano che la motivazione del massacro viene allo scoperto.Si comincia alla maniera di un thriller home invasion alla The strangers (2008), ma si finisce presto fagocitati in un tripudio di splatter e violenza proto-slasher. Un tripudio talmente fuori di testa da lasciar tranquillamente intendere che quella che sembra comicità involontaria altro non è che un indispensabile ingrediente atto ad accentuare la follia generale dell’insieme.Un’operazione decisamente difficile da giudicare, in quanto da un lato spinge a pensare a un capolavoro del genere, dall’altro a una sonora fregatura; però una cosa è certa: se siete amanti dell’exploitation su celluloide a suon di spargimento di cadaveri, il movimento non manca affatto e il divertimento è assicurato... tanto che, alla fine, viene anche voglia di ignorare la motivazione degli omicidi.

voto 6.0

Rush -Il racconto di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privelgiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formual 3 e continuò per anni, fermata nemmeno dal terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring.Molto di più di un film sulla formula 1, Rush di Ron Howard è un film su due duellanti di rango, due personalità speculari, uno freddo e razionale; l'altro estroso e seduttivo, la loro rivalità li trasforma in due icone dello sport e diventa leggenda. C'è tutto questo nell'emozionante film di Ron Howard, con un pò di nostalgia di un agonismo di altri tempi, senza sponsor e con molti meno mezzi di oggi. Le corse automobilistiche e in particolare la Formula 1 hanno spesso incuriosito il cinema. Anche perché sono racchiuse tematiche intense; la sfida, la rivalità, il rischio, la velocità, il successo. Per questo, e per l'ambientazione anni '70, Ron Howard ha diretto Rush (in sala domani), su una sceneggiatura di Peter Morgan che aveva già lavorato con lui per Frost/Nixon. Londinese, autore di The Queen, e dello sportivo Il maledetto United, Morgan ha confezionato una storia appassionante su due figure quasi opposte, che si sono ritrovate fianco a fianco nel voler primeggiare nella più prestigiosa arena automobilistica mondiale.

voto 8.0

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - il Mare dei Mostri - Con Il mare dei mostri siamo al secondo capitolo dell saga di Percy Jackson, eroe figlio di Poseidone, protagonista assoluto anche di questa avventura, certo usare il singolare (avventura) è riduttivo perchè siamo al cospetto di un libro la cui trama è zeppa di avventure nelle avventure.
Riordan, l'autore della saga, ha uno stile che difficilmente annoia infatti ogni capitolo, di breve estensione, contiene miriadi di sorprese e peripezie che rendono sempre effervescente la lettura, seppur in alcuni casi prevedibili.
Infatti in questo secondo libro dedicato alle imprese eroiche di Percy si perde, seppur molto lievemente, in piacevolezza...forse per la prevedibilità di alcune situazioni.
Il vero colpo da maestro però il nostro autore lo riserva per un finale che appare placido come la superficie del mare in una giornata assolata e senza un alito di vento ma che si rivelerà come un vero tsunami...c'è da fidarsi.
Opera consigliata ai puristi del fantasy di ogni età.


voto 6.5

Il Potere dei soldi I due più potenti magnati in ambito tecnologico (Harrison Ford e Gary Oldman) sono acerrimi rivali dal passato complicato e con il continuo desiderio di distruggersi l'uno con l'altro. Il giovane e ambizioso Adam (Liam Hemsworth), sedotto da ricchezza e potere, cade nella loro morsa finendo intrappolato in un gioco mortale di spionaggio industriale un thriller oscuro sul mondo della finanza un film che si vede con piacere ma nn dà emozioni.Un vero peccato, perchè il tema della disuguaglianza sociale e quello del rapporto tra potere e dispositivi elettronici portatili, guinzagli tanto invisibili quanto efficaci, sono i due aspetti chiave del film. Solo quando da un’inquadratura all’altra si rincorrono immagini di personaggi sotto vigilanza continua, vittime di telecamere nascoste, di chip nei telefonini, di gps attivati da remoto, di social network confessionali, emerge il lato intrigante de Il Potere dei Soldi.
Gli sceneggiatori, però, nonostante in un primo tempo tentino un approccio costruttivo a spinose questioni contemporanee, come la sparizione della privacy o l’uso di internet e dei cellulari come strumenti di controllo, non dimenticano che il lungometraggio di Luketic deve essere in primis un prodotto d’intrattenimento e quindi lasciano presto perdere ogni polemica. Gli effetti speciali per mostrare una città in rapido e continuo cambiamento e un bel lieto fine ad accontentare tutti al di qua e al di là del ponte di Brooklyn sono forse il segno più tangibile e deludente di questa, discutibile, scelta.


voto 6.5

The Bling Ring -La Coppola si ispira alla storia del vero “bling ring”, raccontata attraverso interviste ai diretti interessati in un articolo di Vanity Fair, per continuare innanzitutto un discorso incominciato col film precedente, ovvero quello di disegnare un ritratto non proprio edificante di Los Angeles.Convince e non poco la Coppola nella prima parte, quella in cui semplicemente descrive questo mondo dei sogni in cui i ragazzini guardano con occhi sbrilluccicanti un altro mondo fatto di vestiti e borse Louis Vuitton. Li introduce in modo giusto, li fa incontrare tutti quanti in un disco-pub di lusso (dove c’è anche Kirsten Dunst!), e poi li osserva mentre entrano nelle case delle star e idolatrano gli oggetti del loro desiderioÈ come se improvvisamente il film perdesse la sua personalità, e la Coppola, per la prima volta nel suo cinema, volesse anche “spiegare” piuttosto che mostrare. La madre del personaggio della Watson, soprattutto, è messa lì come giustificazione dei comportamenti della figlia, che andrà lontanissimo al contrario dei suoi colleghi.Anche dal punto di vista stilistico, man mano che prosegue, The Bling Ring perde di personalità e guadagna purtroppo in monotonia, a causa di continui rallenti e scene costruite con un certo mix di montaggio, suono e musica che richiamano il film di Korine. Certo, la colonna sonora ha un suo perché, e The Bling Ring, checché se ne dica, non è privo di fascino.Ma la sensazione è che, tentando evidentemente di allontanarsi dai suoi territori, la Coppola abbia dovuto correre ai ripari, prendendo a piene mani dall’immaginario cinematografico contemporaneo. Creando così un miscuglio che non convince molto né dal punto di vista espressivo né da quello dell’analisi del mondo che vuole raccontare..Coppola conferma la propria attrazione autoriale per il mondo dell'adolescenza, senza giudicare.

voto 6.0

R.I.P.D. - POLIZIOTTI DALL'ALDILÀ - Nel suo ultimo ruolo da protagonista, Ryan Reynolds scambia battute con l’attore veterano Jeff Bridges in ‘R.I.P.D. – Poliziotti dall’aldilà’, una spassosa commedia con tantissimo humor ed immaginazione. Ce n’è un po’ per tutti qui: azione, fantasy, suspense, e persino una storia d’amore. Nick (Reynolds) è un poliziotto di Boston che viene ucciso durante un’irruzione … e si risveglia in un regno soprannaturale dove i poliziotti non morti sono alla caccia dei Deado, delle persone morte che si nascondono tra i vivi. Dopo che il Procuratrice (Mary-Louise Parker) lo recluta per un mandato di 100 anni come membro del R.I.P.D. (Dipartimento Riposa In Pace), Nick fa coppia con il burbero cowboy del Selvaggio West Roy (Bridges) e comincia a farsi le ossa. Naturalmente, Nick è determinato ad assicurare alla giustizia il suo assassino che sta puntando sulla sua vedova in lutto Julia (l’attrice francese Stephanie Szostak). Nonostante sia incentrato sulla morte, ‘R.I.P.D. – Poliziotti dell’aldilà’ è leggero, frenetico e divertente. Il film non si prende troppo sul serio—persino i grotteschi mostri Deado fanno battute. Reynolds e Bridges sono entrambi affascinanti come sempre. Parker ruba la scena nei panni della misurata, rigida Procuratrice che nasconde un lato selvaggio. E le fantastiche scene d’azione hanno degli effetti speciali piuttosto epici. Non imparerete i segreti dell’aldilà dopo ‘R.I.P.D – Poliziotti dall’aldilà’, ma vi divertirete dall’inizio alla fine.

voto 7.0

I Spit on Your Grave 2 -La bella Kate si è appena sistemata a New York dove, come molte altre giovani donne avvenenti, spera di affermarsi nella professione di modella. Quando viene scelta per un servizio fotografico, Kate è al settimo cielo. Quelli che sembrano solo un paio di scatti innocenti e semplici presto si trasformeranno però in un incubo impensabile…E decisamente migliore del remake di qualche anno fa. La prima parte disgusta ed emotivamente è piuttosto dura da vedere,ma,il filone insegna,più le sevizie sono efferate,più la vendetta sarà spietata. E in questo film devo ammettere che la vendetta è piuttosto "soddisfacente". Non ho idea se si tratti di un film direct to video o destinato alle sale ma quello che è certo,secondo il mio parere, è che questo è il miglior "rape & revenge" degli ultimi anni.Secondo me, questo film è molto più completo rispetto al primo. C'è tutta una spiegazione che riguarda ciò che la ragazza ha fatto per salvarsi, come è riuscita a sopravvivere mentre in quello precedente c'è un vuoto che concerne questa parte.Questo è da definirsi horror. C'è qualità e metodo di sviluppo, regge la trama e l'interpretazione. Film crudo, accurato nei dettagli.... in fondo ricalca in linea di massima il reato di stupro che purtroppo le donne devono subire ogni dannato giorno... ecco perchè è da definirsi horror di qualità. Complimenti al regista.

voto 7.5

Comic movie -Se questa volta l'estrema volgarità di certe situazioni infastidisce meno o addirittura suscita proprio la risata libera, è perché il bersaglio è centrato, la beffa funziona, c'è davvero la satira di tanti atteggiamenti assurdi della nostra società. L'apertura è esilarante e disgustosa, con due attori del calibro di Kate Winslet e Hugh Jackman (dirige Peter Farrelly). Poi ci sono altri spunti più o meno validi, ma quasi sempre azzeccati: citiamo l'episodio (pesantissimo) con Anna Faris che si fa beffe della trasgressione sessuale ad ogni costo, il vedroniano "'o famo strano" che diventa obbligo, e quelli dedicati ai genitori dai devastanti (a dir poco) metodi educativi (con la coppia Naomi Watts/Liev Schreiber), o ai rimbecilliti del segmento interpretato da Chloë Moretz, Christopher Mintz-Plasse e Jimmy Bennett, diretto da Elizabeth Banks che anche interpreta l'episodio finale, diretto da James Gunn, con Josh Duhamel e il perfido gatto Beezel (in animazione). Ma c'è anche Emma Stone con lo sfigato cronico Kieran Culkin, in un "corteggiamento" hard alla cassa del supermercato, perché la trasgressione, la "libertà" di esprimersi oggi va incoraggiata a tutti i costi. E poi la presa in giro dei fanatici dei super eroi con Justin Long, Jason Sudeikis, Bobby Cannavale e Uma Thurman. Richard Gere si diverte con un lettore mp3 a forma di donna nuda, l'iBabe, (alludendo forse alla famosa "esperienza sensoriale" cui mirava Steve Jobs?). Terence Howard si prende gioco dei luoghi comuni sui neri nello sport, qui applicandoli al basket (che non è l'hockey, come sottolinea). Un ferocissimo gnomo (Gerard Butler!) non si piega ai vili ricatti di due omaccioni (Johnny Konxville e Seann William Scott, sotto la direzione di Brett Ratner). Paradossale la suicida rincorsa a forza di sfide impossibili fra Halle Berry e Stephen Merchant (dirige di nuovo Peter Farrelly). Ci sono anche altri veloci sketch: i bambini crudelmente sfruttati all'interno delle macchine che ignari usiamo regolarmente (bancomat, fotocopiatrici), la modella divorata dallo squalo (si parla di Tampax, immaginare...). La più banale è la storiella che fa da filo conduttore, dalla quale si dipanano tutti gli altri episodi, in cui un paio di sfigatissimi adolescenti si inventano l'esistenza di un film, Movie 43 (titolo originale di Comic Movie) per fare uno scherzo a un ragazzino che reputano più scemo di loro. Da guardare anche i titoli di coda. Insomma se si riesce a non restare a nostra volta vittime del "politically correct" mostrando di scandalizzarci perché "così non si fa, così è troppo" un'oretta di evasione è assicurata.

voto 6,5 trash...............

Riddick-Riddick viene tradito da Vaako (Karl Urban) che gli promette di mandarlo a Furya e invece lo spedisce su un pianeta ostile con l'intenzione di farlo giustiziare. Invece per il Furiano è l'occasione per un ritorno alle origini, e in questo luogo infestato da creature assassine e inquietanti finisce per ritrovare se stesso e il proprio istinto di sopravvivenza. La prima mezz'ora di film si trasforma quindi quasi in una pellicola muta, e seguiamo Riddick mentre si ambienta e addirittura si fa un nuovo amico, una sorta di iena-dingo gigante molto credibile e protagonista di alcune delle scene più divertenti del film.Riddick un tono più vicino a quello di Pitch Black che a quello del serioso secondo episodio.. Le due squadre di mercenari che atterrano hanno uno stile decisamente diverso, ma finiranno per unire gli sforzi quando si renderanno conto che da predatori sono diventati prede. E' qui che il film cambia completamente registro: Riddick sparisce quasi completamente, diventando una figura mitica che i cacciatori di taglie imparano subito a temere, e il regista David Twohy (costruendo atmosfere più volte confrontabili con quelle di Predator) lavora molto bene sul piano della tensione. Tutto cambia nuovamente verso la fine, quando un trionfo di creature in CGI porta tutto su un piano decisamente inverosimile.Riddick convince: personaggi, ovviamente, che più bidimensionali non si può, ma sappiamo bene che per questo genere di pellicole più che l'approfondimento psicologoico è richiesta una buona dose di frasi a effetto, cosa che a Riddick non manca.Insomma, per gli amanti del genere Riddick non deluderà.

voto 7.0

The Frozen Ground -In Alaska, il detective Glenn Flothe (Nicolas Cage) è determinato a porre fine alla furia omicida di Robert Hansen (John Cusack), un serial killer che per ben 13 anni ha agito indisturbato e senza che nessuno riuscisse a risalire alle sua identità. Quando il terrore sopraggiunge anche nella piccola cittadina di Anchorage e i cadaveri di alcune giovani prostitute vengono ritrovati per la strada, Flothe ne fa una questione personale e si ripromette di catturare il serial killer prima che possa provocare una nuova vittima…E un ottima opera con stile da racconto su una vicenda vera quindi tanta spettacolarità' o colpi di scena non potevano esserci,bravoJ: cusack anche se un po' sprecato per la parte.il cosiddetto sistema fallisce in tutti gli stati ancor di piu' in america dove sono ipergarantisti per poi lasciare che un uomo uccida un paese strano..cmq the frozen ground un buon thriller dai contorni veramente dark in una freddissima alaska piena di oscuri segreti una storia toccante ma al tempo stesso una atroce storia che andava raccontata per il cordoglio delle vittime, un buon cast e in grande spolvero N. Cage ottime le ambientazioni del film che rendono il tutto piu macabro alla storia. Un buon prodotto da nn perdere.

voto 7.0

Elysium- Fantascienza, azione e denuncia sociale nel nuovo film di Neill Blomkamp con Matt Damon e Jodie Foster.Matt Damon è il tormentato protagonista del film: un personaggio tutto sommato sgradevole ed egoista, disinteressato delle sorti dell'umanità e talmente ossessionato da Elysium da barattare ogni cosa pur di arrivare lì (ma naturalmente non tutto è come sembra e alla fine anche lui avrà il suo momento di redenzione). Contro di lui ci sono Sharlto Copley (che torna a lavorare ancora una volta con Blomkamp), nei panni del cattivo psicopatico e ambizioso, e Jodie Foster, nell'inedito ruolo del ministro Delacourt, esile bionda vestita Armani che però progetta un colpo di stato su Elysium e non esita a usare il pugno di ferro contro l'immigrazione clandestina dalla Terra.Splendide scene d'azione e un ottimo montaggio tengono viva l'attenzione per il film, mentre quello per la trama sembra spegnersi a poco a poco non appena il protagonista riesce finalmente a mettere piede su Elysium.Da questo punto di vista Elysium è il rovescio della medaglia di un'invasione aliena: siamo ancora alle prese col tema dell'uomo che tenta di proteggere il proprio stile di vita, ma, invece di combattere sulla Terra, scappa nello spazio.Un film che, tra l'altro, sfoggia una trama che non avrebbe certo sfigurato se sfruttata in uno dei tanti b-movie finanziati dal prolifico Charles Band; mentre spinge da un lato a ripensare al dimenticato 2013 - La fortezza (1992) di Stuart Gordon, dall'altro al dittico formato da 1997: Fuga da New York (1981) e Fuga da Los Angeles (1996) di John Carpenter, soprattutto per quanto riguarda l'analisi politico-sociale che viene effettuata.Elysium è un solido film d'azione e di critica sociale, diretto con mano ferma e sapiente che però avrebbe potuto osare di più sul piano della fantasia, sforzandosi di creare un futuro più futuribile per il lontano 2154.“

voto 6.5

Passione Sinistra -Opera per molti versi corale, questa di Marco Ponti, al cui interno si sviluppano le vicende di quattro personaggi fondamentali, più altri di contorno.Nina (Valentina Lodovini) è una giovane idealista di sinistra, convinta delle sue scelte e determinata a lottare affinché il mondo possa essere migliore. E' fidanzata con Bernardo (Vinicio Marchioni), scrittore emergente alla ricerca del successo.
Giulio (Alessandro Preziosi), invece, di un mondo migliore proprio non ne sente il bisogno. Erede di una famiglia di industriali, è ricco, strafottente e arrogante, guarda caso fidanzato con Simonetta (Eva Riccobono), una fra le tante 'ochette' frivole e pure un po' ignoranti che si vedono in giro oggigiorno.
Due coppie agli antipodi - politicamente e umanamente - i cui sentimenti sono però destinati a incrociarsi, con conseguenze di certo inaspettate...Uniche note positive del film: un simpatico Vinicio Marchioni e una Eva Riccobono che spernacchia - ottimamente - l'intero filone di donnette sciape e ariose votate esclusivamente al credo dello spinning e della televisione, quando il mondo, invece, va tutto da un'altra parte. O forse no...Restano alcuni - pochi, a dire la verità - momenti divertenti e le buone performance di una parte del cast. Il resto va dimenticato.


voto 5.0

Shadowhunters: Città di Ossa -Clary Fray (Lily Collins) è convinta di essere un'adolescente come tutte le altre, fino a quando non comincia a vedere degli strani simboli che la conducono, una sera, in un locale dove assiste a un terribile evento: tre ragazzi ne uccidono a sangue freddo un quarto. Ma Clary sembra l'unica ad aver visto l'accaduto. Nemmeno il suo migliore amico Simon (Robert Sheehan), sempre con lei, sembra essersi accorto di nulla. La situazione si complica quando sua madre viene aggredita e rapita e Clary, cercandola disperatamente, si imbatte nel mondo nascosto dei demoni e degli Shadowhunters. Dovrà fidarsi di loro, e soprattutto di Jace (Jamie Campbell Bower), per capire cosa è successo e riscoprire un misterioso passato dai risvolti complessi e del tutto inattesi. Shadowhunters - Città di Ossa ha iniziato a lavorare sul film, la saga era già famosa in moltissimi Paesi e i fan del lavoro di Cassandra Clare hanno subito agito per far sentire la propria voce. Il terrore era quello di vedere la storia distrutta da un adattamento poco fedele, da un casting sbagliato, da una regia che mettesse più in luce il sovrannaturale a discapito dei personaggi. Non è un segreto il pandemonio che si è scatenato quando è stato fatto il nome di Jamie Campbell Bower per il casting di Jace Wayland, dichiarato da molti decisamente non adatto al ruolo. Come proteggere il progetto? Harold Zwart ha chiesto la stretta collaborazione di Cassandra Clare, ma il lavoro di adattamento è stato comunque più complesso del previsto. Un consiglio spassionato: correte a vedere il film solo se avete terminato di leggere la prima trilogia o se non avete nessuna intenzione di farlo. Perché la confusione della sceneggiatura è tale che in Shadowhunters - Città di Ossa ci si permette addirittura di fare degli spoiler su avvenimenti, più o meno importanti (di cui uno fondamentale!), di cui lo spettatore dovrebbe essere, a questo punto della storia, completamente all'oscuro. Il sarcasmo e l’ironia che tanto caratterizzano i tanto amati dialoghi tra Clary e Jace, si trasformano nel film in flebili macchiette di se stessi e i due ragazzi appaiono riconoscibili solo in pochissime scene. Quell’atmosfera di moderno e metropolitano che si respira per tutto il libro, acquista a tratti un senso di melenso romanticismo senza futuro, plausibile ma palesemente inadatto.Shadowhunters - Città di Ossa è un prodotto discreto, con evidenti buchi di sceneggiatura ma migliore di tanti altri prodotti del genere apparsi di recente al cinema una storiella piacevole, ricca di azione.

voto 6.5

Come ti spaccio la famiglia -David Burke (Sudeikis) è uno spacciatore di marijuana e tra la sua clientela annovera cuochi e mamme borghesi ma niente ragazzini – dopotutto, si considera un uomo con scrupoli. Cosa potrebbe andare storto, quindi? Beh, diverse cose. Malgrado tenti di passare sempre inosservato, impara nel peggiore dei modi che nessuna buona azione va impunita quando per aiutare dei teenager locali si trova ad essere aggredito da un gruppo di punkabbestie che gli ruba la ‘roba’ e il contante, lasciandolo in debito pesante con il suo fornitore, Brad (Ed Helms). Per poter rimettere ogni cosa a posto – e soprattutto salvare la pelle – David deve passare allo spaccio di droghe pesanti e si trova, così, a collaborare all’ultima operazione di Brad: un carico in arrivo dal Messico. Coinvolgendo loro malgrado i propri vicini – la cinica spogliarellista Rose (Aniston), il suo smanioso ‘cliente’ Kenny (Will Poulter) e la tatuata e astuta teenager Casey (Emma Roberts) – David organizza un piano perfetto: una moglie e due figli finti. A bordo di una lucida roulotte, i “Miller” si dirigono verso il confine meridionale degli USA per un weekend del Quattro Luglio che non potrà che rivelarsi scoppiettante.Una commedia "On the road per camperisti in erba" non sarebbe male come sottotitolo, in effetti. Il film, che può contare su un'ottima sceneggiatura (dialoghi efficaci, scelte perfettamente concatenate, rarissimi scivoloni e soprattutto solo un fingere di rispettare certi cliché comedy che improvvisamente ribalta, spiazzando), si delinea come un mix tra un vivacissimo on the road e il sottogenere di commedia legata agli spaccini d'erba "simpatici", alla Pineapple Express (a sua volta tradotto, per la cronaca, in Strafumati). Ma il film è ben lontano dall'umorismo abbastanza demenziale di Pineapple: i Millers contano su una sceneggiatura coi fiocchi, un'idea vincente, un cast azzeccatissimo (da Jason Sudeikis, protagonista perfetto, a Ed Hemls, disgustoso riccone di Denver, fino ovviamente alla Aniston. Spettacolari soprattutto Will Poulter e i coniugi Fitzgerald, mentre poco convincente Tomer Sisley come gangster... e anche da Emma Roberts ci si aspettava francamente di più).Non c'è molto di cui discutere: Come ti spaccio la famiglia è un bel film, fa ridere dall'inizio alla fine, assai consigliabile soprattutto in lingua originale.

voto 7.5

Red 2 - Red 2 una esilarante commedia estiva questa volta si punta sulla comicità. Red e per questo sequel si affida al regista Dean Parisot, tornano i protagonisti principali del primo "riuscito" esperimento cinematografico capitanati da Bruce Willis e John Malkovich, questa volta però con più spazio al simpatico personaggio interpretato da Mary-Louise Parker. Red 2 verso un nuovo dei punti forti della prima pellicola, la comicità infatti in questo secondo capitolo la fa da padrona e forse questo piccolo cambiamento, anche se diverte i visitatori abituali delle sale, non soddisfa chi magari si aspetteva di assistere ad un film che non perdesse quella sua unicità per diventare estremamente commerciale.La sceneggiatura sembra dare molto più brio alla storia con molta azione sin dai primi minuti e grazie ad un buon numero di colpi scena risulta alquanto coinvolgente, ottima la costruzione dei personaggi già esistenti con un occhio più specifico ai loro punti forti, un tocco importante che da all'intera storia estrema godibilità, come detto il tutto viene condito con un forte senso comico che spinge il personaggio della Parker a prendere un ruolo molto più centrale. Red 2 in un film troppo lontano dal primo capitolo, incredibilmente quest'ultimo puntato con i piedi per terra nonostante parta da una graphic novel.Il cast è sempre di grande impatto, Bruce Willis non sembra invecchiare mai, il suo carisma è indiscusso anche se alcune scene fin troppo movimentate oramai dovrebbero essere evitate, Josh Malkovich soddisfa oltremisura, il suo personaggio è forse quello che trova più uno spazio in questa nuova veste ironica e lui è un maestro in questo aspetto.Vi ho detto della voglia di dare molto più spazio al personaggio interpretato dalla Mary-Louise Parker, una giusta mossa per un'attrice che riesce con simpatiche gag a divertire il pubblico in sala, grande come sempre l'apporto artistico di un attore come Anthony Hopkins, lui è un attore che merita il grande appellativo di maestro e le mille sfaccettature del suo personaggio sono il giusto mix per lui.In conclusione posso affermare che Red 2 si è indirizzato maggiornamente ad un pubblico più commerciale abbandonando il target più ristretto del primo avvincente capitolo, l'azione e l'ironia la fanno da padrona insieme ad un'ottima la caratterizzazione dei personaggi.

voto 6.5

The Iceman - Tratto da una storia vera. Richard Kuklinski è un americano di origini polacche che per tirare avanti lavora in un piccolo e triste laboratorio video dove copia pellicole pornografiche destinate alla distribuzione. Segni particolari?: mani grandi e carattere glaciale, tanto freddo quanto la sua terra d’origine. Richard non mostra sentimenti, non si smuove neppure quando gli si punta una pistola in faccia. Questo viene subito notato da un boss della mala locale che subito lo assume come sicario, compito che lui esegue senza troppi ripensamenti. Grazie al suo nuovo “lavoro” Kuklinski inizia a guadagnare denaro e il suo soprannome, The Iceman appunto, comincia a campeggiare sulle pagine dei giornali. Le cose si complicano quando viene fatto fuori dal giro e decide di mettersi in “proprio” e contro il suo vecchio boss.the Iceman potrebbe così sembrare un film già visto e poco originale. Questo è in parte vero, ma vi sono al suo interno alcuni elementi che lo rendono accattivante e valido. La psicologia dei personaggi principali è ben strutturata e coerente con la storia che si narra. Su tutti quella di Kuklinski e il suo rapporto con la famiglia.Dal punto di vista tecnico vale la pena citare il lavoro sulla regia, praticamente impeccabile, e il lavoro sul sonoro, usato per mettere l’accento sulle sequenze più tese del film.Risulta indispensabile soffermarsi sull’interpretazione del grande Michael Shannon che, dopo la nomination all’Oscar per il suo ruolo in Revolutionary Road, dimostra di essere uno dei migliori attori sulla piazza. Il resto del cast non è comunque da meno, su tutti Winona Ryder, nei panni di una moglie forse un po’ ingenua, e Ray Lotta, in quelli del boss mafioso.

voto 7.0

Open Grave -Una situazione di partenza che non può fare a meno di richiamare in un certo senso alla memoria quelle sfruttate nei vari Saw e derivati, ma che prende ben presto una direzione tutt'altro che vicina al filone del torture porn.Perché, in fin dei conti, è una normalissima questione su quanto la nostra memoria costituisca la nostra identità che Open grave intende esaminare al microscopio, tirando in ballo sei sconosciuti che, privati di qualsiasi ricordo, si trovano ad affrontare non solo i loro demoni interiori, ma anche quelli nascosti nel misterioso, isolato posto in cui si ritrovano.Open Grave un serrato thriller a tinte fortemente horror capace di coinvolgere grazie alla curiosità di conoscere l’identità e la provenienza dei sei personaggi tirati in ballo.Quella di Open Grave è un'originalità a metà, che si accontenta di un gioco quasi metalinguistico ma che non riesce a compiere un passo ulteriore verso il memorabile, nonostante una certa professionalità. Opern Grave è un thriller con punte di horror, ma niente che lascerà insonni, ma che piuttosto scatenerà la curiosità di capire cosa sta succedendo. Curiosità che però potrebbe affievolirsi sia per la lunghezza della pellicola (1h e 42minuti sono troppi per un film del genere), sia per la facilità con cui a un certo punto si può intuire il mistero. Anzi quasi disturba che i personaggi non lo capiscano. A corollario del tutto un’esplorazione di temi come la fiducia nel prossimo, l’istinto di sopravvivenza e la perdita di memoria che a volte danno qualche affondo senza però mai colpire a pieno il bersaglio.

voto 7.0

A viking saga: The darkest day-Ispirato a fatti realmente accaduti. Gettato in un mondo fatto di violenti e sanguinosi omicidi, Hereward, un monaco novizio, deve portare al sicuro il Santo Vangelo di Lindisfarne, un libro di grande bellezza e di potere, nel monastero di Iona, mentre è inseguito da un gruppo di vichinghi. Sulla strada per il monastero, incontra un feroce ed esperto guerriero che dedica la sua vita a proteggere Hereward, finché non consegnerà il libro…Più che una storia vera, è basato sulla storia consciuta e quindi reale.
Ho visto un documentario di National Geographic sulla storia dei vichinghi, che praticamente parlava della stessa cosa. Inoltre, ancche Vikings, la serie di History Channel (bellissima e consigliatissima) racconta le stesse vicende.Bellissimo per gli amanti del genere e non. Ottima recitazione, belle immagini e crudo al punto giusto. Molto interessante il fatto che sia basato su qualcosa di storicamente accaduto come l'attacco al monastero di Lindisfarne che venne effettivamente raso al suolo ed i monaci vennero sterminati nei modi più brutali. Merita assolutamente di essere visto.


voto 7.0
 
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