{Ellen Page Italia ~ Our Juno.

Freehold, LA STORIA DI LAUREL HESTER

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view post Posted on 10/10/2015, 09:04
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Ellen Page: ‘I Feel Embarrassed. I Feel Guilty for Not Coming Out Earlier’



Steve Carrell, Julianne Moore, Ellen Page on Making 'Freeheld'

 
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ELLEN PAGE IN FREEHELD: IL CHARACTER POSTER IN ESCLUSIVA

Julianne Moore ed Ellen Page sono le due protagoniste di Freeheld - Amore, Giustizia, Uguaglianza, dramma diretto da Peter Sollett che tra qualche giorno sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma, e poco dopo, il 5 novembre arriverà nelle sale italiane, grazie a Videa.

Le due attrici interpretano Laurel e Stacie, una poliziotta e una giovane meccanica che circa dieci anni fa furono protagoniste di un caso che fu molto discusso sui media americani.
Laurel aveva tenuto nascosta a lungo la sua omosessualità, ma quando aveva conosciuto Stacie e si era innamorata di lei aveva deciso di uscire allo scoperto. Improvvisamente, il suo ambiente di lavoro si fa avverso, e quando Laurel scopre di essere gravemente malata, insieme alla sua compagna inizia una dura battaglia per veder riconosciuti i propri diritti.

Nel cast del film figurano anche Steve Carell, Luke Grimes e Michael Shannon. La colonna sonora è affidata a Hans Zimmer.
Ecco il character poster del personaggio di Ellen Page in esclusiva.


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Ellen Page: quando la realtà incontra il cinema

"Quando ho letto il copione ho pianto molto, mi sono commossa, e confesso di aver pensato anche che ero felice di essere viva e poter amare liberamente la donna che amo". Così Ellen Page parla del film Freeheld, interpretato assieme a Julianne Moore, e che potrebbe candidarla all'Oscar

GUARDA LE FOTO POSTATE DA ELLEN PAGE SU INSTAGRAM

Ellen Page: ovvero quando la realtà incontra il cinema e la vita privata quella professionale. Dopo aver annunciato il giorno di San Valentino dello scorso anno, in un coming out abbastanza clamoroso anche se non il primo a Hollywood, la sua felice e realizzata identità lesbica, l'attrice canadese, allora 27enne, iniziò a girare accanto a Julianne Moore, fresca di Oscar per "Still Alice", il drammatico "Freeheld". Ovvero la ricostruzione, sulla scorta di un documentario del 2007 vincitore dell'Oscar, della reale vicenda d'amore e di morte di Laurel Hester, valorosa tenente di polizia del New Jersey, malata terminale di tumore, e della sua compagna Stacie Andree. E in particolare della loro lotta perché venisse riconosciuto dalle autorità il diritto della più giovane partner a ottenere la pensione delle matura detective, dopo la sua morte.
«Girare questo film», ha detto Ellen, ospite premiata al Festival di San Sebastian, "è stato insieme triste e entusiasmante. Perché ho conosciuto Stacie e la loro vera storia: è incredibile ciò che hanno passato, e che questo sia accaduto a una donna che ha speso la sua intera carriera a proteggere la gente del New Jersey. Negarle una cosa così importante, mentre sta morendo, sapendo che ciò riguarda una relazione per lei fondamentale. Se giri un film con tutte queste implicazioni è chiaro che c'è un livello emotional extra, perché sai che era la vera realtà di due persone, con tutto il dolore e la tristezza che c'è stato dentro».

In "Freeheld" (al cinema dal 5 novembre) il suo coinvolgimento va oltre il ruolo di attrice, diventa quasi il moto d'animo di una donna molto toccata da questi temi. E la forza, la sincerità che ci ha messo, potrebbero aiutare la sua carriera, magari facendole vincere l'Oscar, lei che appena 19enne ebbe la nomination per "Juno". «Per me questo film è stata una grande opportunità, una crescita a livello creativo, e sono stata felice, ispirata, anche come produttrice. Quando ho letto il copione ho pianto molto, mi sono commossa, e confesso di aver pensato anche che ero felice di essere viva e poter amare liberamente la donna che amo. È stata un'esperienza molto positiva, per tanti aspetti della mia vita. Più di tutto però mi ha convinto il mio personaggio, una ragazza timida, che odia parlare in pubblico ma che alla fine si trova a dover mostrare a tutti le sue emozioni più profonde. Determinante è stato l'incontro con Stacie: è stata davvero generosa e gentile con me, con Peter Sollett (il regista), Julianne e tutti noi, onesta, vulnerabile, disponibile. Come potete immaginare è stato emozionante sentirla parlare di quella sua esperienza; dopo, ho sentito questa interpretazione come una grande responsabilità, mi ha coinvolto ancora di più. L'amore di Stacie era una cosa incredibilmente morale e bella, ed è passato attraverso momenti di terribile solitudine e tristezza».

Lei come reagirebbe se le succedesse una cosa simile, nella sua vita reale? «Faccio davvero fatica a immaginare di trovarmi in una situazione come Stacie e Laurel: credo però che anch'io avrei lottato molto duramente, sperato, fatto cose simili a loro, anche perché avrebbe significato dedicare tutte le mie forze migliori alla donna che amo più di ogni altra cosa nella mia vita».
Anche se Ellen ha rivendicato questo film come «nostro, delle lesbiche», riferendosi ai molti film a tema omosessuale già fatti a Hollywood, da "Milk" a "Brokeback Mountain", da "Philadelphia" a "Dallas Buyers Club", «mentre le lesbiche non si sono certo viste rappresentate così tanto», anche Sollett ne ha molto apprezzati i temi e la forza emotiva. Racconta il regista: «Già dallo script mi sono accorto che era davvero la più bella storia d'amore che avessi mai letto. E un'occasione per raccontare due vere eroine, come non è facile vederne al cinema. Così on è stato difficile far convivere Ellen Page e Julianne Moore, che sono due tra le attrici più brave oggi in circolazione: dovevo solo creare intorno a loro un ambiente supportive, rilassante, non avevano bisogno di troppe spiegazioni o direttive».


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Festival del Cinema di Roma: Ellen Page e Monica Bellucci le star più attese

Ellen Page è una giovane attrice che ha conquistato in tanti per il suo ruolo in Juno. Un anno fa è stata protagonista di un coraggioso e toccante coming out in cui ha parlato della sua omosessualità. Da quel momento è diventata una delle più impegnate combattenti per i diritti delle coppie dello stesso sesso. Lo conferma il fatto che abbia prodotto e interpretato Freeheld, in Sala Sinopoli domenica 18 alle 19.30, che verrà in prima persona a raccontare al pubblico romano. È la storia di una donna malata terminale di cancro, interpretata da Julianne Moore, che dopo una vita in polizia si batte per la reversibilità della pensione a favore della sua giovane compagna.

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view post Posted on 16/10/2015, 08:33
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FREEHELD STILLS, MORE INTERVIEWS + ELLEN DEGENERES TOMORROW!

The incredibly moving and emotional film; Freeheld is now open nationwide in US cinemas! Be sure to check your local listings and imdb for further details for release dates in your country. I hope you all get a chance to see the important film, just make sure you bring tissues!

Also be sure to tune in to Ellen DeGeneres tomorrow for Ellen’s interview along with Miley Cyrus who will be be performing “Hands of Love” the beautiful theme for Freeheld written by Linda Perry.

We have a couple more promotional stills added to our gallery:ì

WATCH THE GALLERY OF THE MOVIE

A few more interviews have been added to our playlist:


 
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view post Posted on 17/10/2015, 09:16
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Ellen Page: «Io non mi nascondo (più)»

Sposarsi sì («sono romantica»), avere un figlio vedremo («prendo tempo»), intanto fa piangere con un film su una coppia di fatto. La più giovane attrice di Hollywood gay dichiarata, dice che il coming out l’ha salvata, ed è un dovere personale

«Se potessi avere tutto quello che vuoi dalla vita,
cosa chiederesti? Qual è il tuo sogno?».


«Una casa, un cane,
una donna che amo e che mi ama».


(Julianne Moore nella parte di Laurel Hester a Ellen Page nella parte di Stacie Andree, dal film Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza)

Quando chiedo a Ellen Page se risponderebbe come il suo personaggio alla domanda della fidanzata, lei esita un attimo e poi dice: «È quello che vogliamo tutti, no? E basterebbe questo per capire l’impatto devastante che la discriminazione ha sulle vite dei gay. Anche a me piacerebbe sposarmi, sono una romantica, sarebbe una cosa speciale, ci penso. Sono meno sicura sull’avere dei figli: a volte la immagino come una cosa bellissima, a volte ho dei dubbi. Credo che sia un passo molto importante, e voglio prendere tempo prima di decidere. È ancora presto».

Ellen Page è la più giovane attrice dichiaratamente gay di Hollywood. Ha fatto coming out il giorno di San Valentino dell’anno scorso, durante il gala annuale dell’associazione Human Rights Campaign, con un discorso bellissimo la cui parte più importante era questa: «E sono qui oggi perché sono gay. E perché forse posso fare la differenza nell’aiutare altri a vivere in modo più facile e pieno di speranza. Innanzitutto io sento di avere un dovere personale e una responsabilità sociale. Ma lo faccio anche egoisticamente, perché sono stanca di nascondermi. E sono stanca di mentire per omissione. Per anni ho sofferto perché avevo paura di dichiararmi. Hanno sofferto il mio spirito, la mia salute mentale, le mie relazioni. E oggi sono qui davanti a voi, davanti a tutti voi, sull’altro lato di quella sofferenza».

Ellen Page sapeva di essere gay quando nel 2007 divenne famosa per la sua interpretazione in Juno, il piccolo film indipendente (premiato a Roma) che lei trasformò in un fenomeno di massa, e che le fece guadagnare anche una nomination per l’Oscar. Lo sapevano i suoi genitori, che divorziarono quando lei era piccola, un’infanzia passata tra una casa e l’altra ad Halifax in Nova Scotia, Canada. Lo sapevano i suoi amici e quelli con cui lei ha lavorato sui set di kolossal come X-Men o Inception. In un certo senso lei aveva già fatto coming out tante volte. Ma ora è un’altra cosa. Ora che il suo discorso è stato visto più di 5 milioni di volte su YouTube, ora che può andare alle prime dei film mano nella mano con la sua fidanzata, ora Ellen Page può finalmente raccontare il percorso che l’ha portata a non nascondersi più.

E la prima cosa che dice quando comincia è che una tappa fondamentale di quel viaggio fu proprio vedere il documentario su cui si basa Freeheld, film di cui Ellen Page è anche produttrice. Ovvero la storia vera di una detective del New Jersey, Laurel Hester, che prima di morire di un tumore al polmone lotta per passare la sua pensione alla fidanzata. Una storia d’amore struggente, ma anche un momento importante nella marcia del movimento dei diritti civili. Non solo Laurel riuscì a trasferire i suoi benefit alla fidanzata: pochi mesi dopo la sua morte nel 2006, la Corte suprema del New Jersey votò per dare alle unioni tra gay gli stessi diritti di cui godono le coppie eterosessuali.

Quando vide il documentario?
«Me lo segnalarono quando uscì. Avevo 21 anni e ricordo che mi fece piangere tantissimo. Dissi immediatamente sì all’idea di farne un film, ma per realizzarlo ci vollero molti anni durante i quali avanzò anche il mio percorso interiore: è incredibile come le due cose siano andate di pari passo. E ora posso dire che anche se mi sentivo già pronta a dichiararmi, fui molto ispirata dalla storia di Stacie e Laurel. Perché di fronte a una tragedia grande come la loro, quella di perdere l’amore della propria vita, sentii che il mio dramma interiore di persona privilegiata era poca cosa. Che era ora di smetterla di soffrire e di dichiararsi al mondo».

Lei parla di sofferenza, di depressione: cosa ha vissuto esattamente?
«Una finzione, ed è quella che fa soffrire, non solo a Hollywood. Molti mi dicevano che la soluzione era semplicemente non parlare della mia vita privata, ma è giusto? Non mi sembra che gli eterosessuali abbiano il problema di nascondersi».

Ha dovuto mentire?
«Non ne ho avuto bisogno: i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, hanno conosciuto tutte le ragazze che ho avuto. E lo stesso i miei amici. Ho avuto qualche difficoltà, come tutti, ma non sono mai stata vittima di bullismo. E se mi avessero chiesto direttamente se ero gay non avrei mai risposto di no. Ma certo ho nascosto una parte di me, come capita a tanti nella comunità LGBT, e quindi ho come iniettato nella mia vita una sostanza tossica che ha riempito le mie giornate fino a tracimare: alla fine la tristezza di non potere essere me stessa era insostenibile. E poi mi sentivo in colpa».

>> Julia Roberts: «Siate felici con voi stessi»

(...)
È stato difficile fare quel discorso? Mi ricordo che allora disse che ebbe quasi un attacco di panico.
«È stata un’esperienza molto intensa, da crisi di nervi».


>> Le star non 100% etero


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view post Posted on 19/10/2015, 08:55
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WATCH THE FIRST 6 MINUTES OF “FREEHELD”

The first 6 minutes of Freeheld has just been released! Courtesy of repubblica.it. Watch it below:

WATCH THE FIRST 6 MINUTES OF “FREEHELD”!

Ellen Page: “Dopo il coming out sono più ispirata”

Alla Festa di Roma, l’attrice protagonista di Freeheld: spero aiuti le unioni civili

La strada per la conquista dei diritti civili è ancora lunga e un film può servire ad abbreviare il cammino. Ne è convinta Ellen Page, protagonista, con Julianne Moore, di «Freeheld Amore giustizia uguaglianza», in cartellone alla Festa del cinema e nelle sale dal 5 novembre con Videa: «Spero che questa storia mostri con chiarezza l’impatto che la discriminazione può avere sulla vita di una persona». Al centro della pellicola, diretta da Peter Sollett, la storia vera della poliziotta del New Jersey Laurel Hester (Moore) che, mentre lotta con il cancro ai polmoni che ne ha poi causato la morte, conduce, letteralmente fino all’ultimo respiro, la battaglia per far ottenere la pensione alla compagna Stacie Andree (Page): «Ho visto il documentario che racconta questa vicenda bellissima - spiega l’attrice -, e ho pianto tanto...Poi ho incontrato Stacie e ho avuto la possibilità di passare molto tempo con lei, una cosa importante perchè, se si riesce a capire meglio una persona, si è anche in grado di trasmettere meglio le sfaccettature del suo carattere».

Video-intervista all'attrice Ellen Page

Per Page che, un anno fa, ha dichiarato pubblicamente la sua omosessualità, «Freeheld» è anche un’esperienza militante: «La mia relazione con questo film riguarda il mio privato, perchè sono omosessuale e, quando vedi due esseri umani trattati come “inferiori” per via delle loro preferenze sessuali e poi senti dire che il loro amore non è “valido”, allora provi una sensazione veramente straziante». Portare sullo schermo la vicenda di Laurel è stato il frutto di una necessità profonda: «Dal mio punto di vista è naturale combattere per ottenere una società più giusta e diritti uguali per tutti». Tanto più che in America, fa notare l’attrice, «le cose non sono poi così diverse dal passato, ci sono ancora 32 Stati in cui si rischia il licenziamento se si fa parte di una comunità gay».

Fare outing è stato un passo fondamentale della vita, ma anche della carriera: «Prima ero molto chiusa, triste, e poco ispirata, sentivo forti i timori comuni a tutti gli attori gay, quelli cioè di essere emarginati da Hollywood, di trovare difficoltà nel lavoro...Il coming out ha avuto un grande impatto sul mio essere attrice, mi sono sentita finalmente libera di esprimermi. In questo senso le storie come quella di Laurel e Stacie sono uno stimolo importante, rappresentano l’esempio da seguire». Ma lo è anche la sua stessa vicenda: «Sì, credo sia fondamentale avere qualcuno, anche giovane, in cui identificarsi. So di essere stata d’aiuto per molte persone che, in quanto gay, vivevano come recluse».

Al fianco di Page, dopo essere stata una malata di Alzheimer da Oscar in «Still Alice», Julianne Moore dipinge un personaggio intenso e drammatico che, dall’inizio alla fine della storia, cambia profondamente. Prima è una brillante detective, pronta a tutto pur di acciuffare delinquenti, fortemente restia a dichiarare in pubblico la propria omosessualità. Poi diventa una donna innamorata, coraggiosa al punto da dedicare l’ultima parte dell’esistenza all’affermazione di un diritto: «Non avevo mai lavorato con Julianne, ma sapevo che aveva fatto altri ruoli gay. Ho scoperto una persona generosa, con un grande cuore, che crede profondamente nell’uguaglianza».


Festa del cinema di Roma, Ellen Page: “Diritti LGBT? Spero che il vostro Parlamento si renda conto che certi cambiamenti sono inevitabili”

L'attrice, orgogliosamente lesbica, è nella Capitale per presentare Freeheld e mentre il Papa tenta di aprire il mondo ai diritti dei gay con lo Stato italiano che invece resta tra gli ultimi a riconoscerli, la protagonista di Juno dice la sua: "E' fanastico questo Papa. speriamo continui! L'America è andata molto avanti in questa direzione e ciò che è successo da noi è incredibile"

Il Papa tenta di aprire il mondo ai diritti dei gay, mentre lo Stato italiano è tra gli ultimi a riconoscerli. Il paradosso di stringente attualtà che imperversa tra le due sponde del Tevere colpisce Ellen Page, attrice orgogliosamente lesbica, approdata oggi alla Festa del Cinema di Roma per accompagnare il film Freeheld, da lei intepretato e prodotto. “E’ fantastico questo Papa, speriamo continui! Quanto all’Italia, spero il vostro Parlamento si renda conto che i cambiamenti sono inevitabili. L’America è andata molto avanti in questa direzione e ciò che è successo da noi è incredibile. Io credo che in termini di uguaglianza nei diritti umani e civili la possibilità di amarsi e vivere liberamente sia una conquista basilare e serve vivere e vincere questa battaglia. Spero voi italiani riuscitae a vincerla, perchè l’intollerenza equivale alla morte”.

Parole forti quelle della 26enne attrice canadese, esplosa all’attenzione mondiale nel piccolo gioiello Juno (2006), che nel febbraio 2014 ha fatto coraggiosamente il suo coming-out in diretta tv. Un gesto che ricorda in quanto “fondamentale per me e per aiutare la comunità LGBT, perchè tenersi tutto dentro danneggia la crescita di una persona, in ogni senso”. Freeheld, per la regia di Peter Sollet, la sceneggiatura di Ron Nyswaner (Philadelphia) e in uscita italiana il prossimo 5 novembre, s’ispira alla storia vera della poliziotta Laurel Hester che, malata terminale di cancro, combattè nel 2005 per ottenere la reversibilità della pensione alla sua compagna Stacie Andree. Se ad interpretare la detective Hester è la sempre perfetta Julianne Moore, nei panni della giovane Stacie è appunto la Page, che sette anni fa aveva visto un cortometraggio documentario vincitore dell’Oscar con la Hester ancora viva durante i suoi ultimi giorni di battaglia.

Laurel e Stacie “che ho incontrato e molto ci ha aiutato nel ricomporre la loro storia” aggiunge Ellen Page – dovettero affrontare gli ostacoli dei cinque funzionari della contea del New Jersey, i cosiddetti “Freeholders of the Ocean County“, cariche speciali del New Jersey che hanno l’autorità di deliberare in merito alle proprietà e alle finanze dei cittadini. Nonostante la legge federale di quello Stato validasse le unioni di fatto, questi si opposero drasticamente nel concedere alla morente Hester di fare della sua compagna la propria erede. La lotta – che ebbe successo – della comunità a favore della detective coinvolse alcuni attivisti LGBT di religione ebraica e, grazie all’intervento del collega di Laurel Dane Wells, anche la polizia locale.

Se l’importanza del film nel dibattito contemporaneo è di ovvia importanza, la sua resa cinematografica purtroppo è modesta, non sfuggendo alla narrazione di facile ricatto emotivo, costruita sui tipici clichè del melò attivista. Riuscito, invece, è l’altro titolo di punta della terza giornata: Mistress America di Noah Baumbach con la sua compagna professionale e nella vita Greta Gerwig. Scritto e diretto con la solita arguzia che gli sono valsi la nomea di novello Woody Allen (confronti col genio permettendo..), il film offre un intelligente e divertente ritratto della giovane middle class newyorkese attraverso il rapporto tra due giovani donne che stanno per diventare sorellastre. Forse non ha la perfezione del precedente Frances-ha, ma Mistress America è la piacevole conferma del talento della coppia Baumbach-Gerwig.


Ellen Page, 'Freeheld' apra il dibattito sulle unioni civili

L'attrice candidata ad Oscar è protagonista con Julianne Moore

"Spero che questo film possa aprire il dibattito in Italia sulle unioni civili e che, prima o poi, la gente capisca". A parlare così è l'attrice Ellen Page, omosessuale dichiarata e protagonista di Freeheld, film di Peter Sollett passato alla Festa di Roma (in sala con Videa dal 5 novembre) e ispirato all'omonimo corto vincitore dell'Oscar che racconta la vera storia d'amore tra Laurel Hester (Julianne Moore) e Stacie Andree (Page) e la loro battaglia condotta nel 2005 per i diritti gay.
 
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Roma 2015 – Freeheld, il resoconto della conferenza stampa con Ellen Page e Peter Sollett

Il 24 febbraio 2008 Ellen Page perse con Marion Cotillard l’Oscar per Miglior Attrice Protagonista.

Il 14 febbraio 2014 Ellen Page ha dichiarato a tutto il mondo la sua omosessualità.

L’attrice di Juno (2007), Inception (2010), X-Men – Giorni di un Futuro Passato (2014) e Beyond: Two Souls (2013; ebbene sì: il videogame di David Cage) è presente alla Festa di Roma 2015 in occasione di Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza di Peter Sollett, dramma ospitato nella Selezione Ufficiale del Festival, e nelle nostre sale a partire dal 5 novembre, basato sulla vera storia d’amore tra Laurel Hester (Julianne Moore) e Stacie Andree (Ellen Page), coppia in lotta con la contea di Ocean County, New Jersey, dopo che la suddetta contea negò nel 2005 l’estensione della pensione della morente Hester, stimata poliziotta da più di 20 in servizio nella comunità, alla compagna Andree. Il film di Sollett, già presentato al Festival di Toronto e vincitore al festival di San Sebastian, arriva dopo il corto documentario vincitore di un Oscar dedicato alla vicenda realizzato nel 2007 da Cynthia Wade intitolato anch’esso Freeheld.

Questo è il resoconto della conferenza stampa romana alla presenza di Ellen Page e Peter Sollett.

Mrs. Page, cosa è cambiato dopo l’ormai famoso annuncio del 14 febbraio dello scorso anno?
Page: Sicuramente l’aver dichiarato la mia omosessualità mi ha cambiata e per il meglio. Prima di farlo ero triste e chiusa. Sia nella vita privata che nel mio ambiente di lavoro. Da quando l’ho fatto la mia vita è migliorata e con lei anche il mio modo di vivere il lavoro e l’ambiente che mi circonda.

Fare il film è stata un’ispirazione per la decisione di dichiarare la sua omosessualità?
Personaggi come Laurel e Stacie sono sempre delle ispirazioni. E’ anche grazie a persone come loro che la mia vita è libera. Mi hanno ispirato e motivato per la ricerca di una mia serenità e felicità. Sono persone come loro che mi portano a vivere la vita con più naturalezza.

Mr. Sollett, quanto aver lavorato a questo film l’ha cambiata per quanto riguarda il suo atteggiamento circa il tema dei diritti del mondo LGBT ( acronimo per “lesbian, gay, bisexual e transgender”, N.d.R.)?
Credo nella parità dei diritti da sempre. Ho molti amici gay ma sicuramente aver passato 3 anni a pensare al problema ancora più approfonditamente grazie al film… mi ha aiutato ed è stata una vera e propria educazione per me. E’ stato un privilegio sia poter lavorare con Ellen che avere la possibilità di incontrare e discutere con la vera Stacie Andree.

Mrs. Page, come è stato lavorare con Julianne Moore?
Bellissimo. Non ci eravamo mai incontrate prima ma la connessione è stata rapidissima. Julianne è generosa e presente. Julianne ha già interpretato dei personaggi gay e crede molto nell’egualitarismo. La trovo molto simile a me e dotata di un gran cuore.

Cosa ne pensa delle diverse incarnazioni della protesta nel film affidate al colorato liberal ebreo gay Steven Goldstein interpretato da un aggressivo e divertente Steve Carell contrapposto al cinico pessimista etero Dane Wells di Michael Shannon?
Ognuno può avere metodi diversi per lottare o protestare. Sia che tu faccia parte del movimento LGBT o degli ambientalisti. Io personalmente adoro manifestazioni molto esplicite come il gay pride perché permettono di esprimersi e aiutare chi è represso e si vergogna.

Visto che Stacie nel film parla dei suoi sogni… quali sono i suoi Ellen?
Sono molto simili a quelli di Stacie. Trovare l’amore, una casa… e un cane.

Peter Sollett: Ecco.. avete un grande titolo: “Ellen Page vuole un cane!”

Mr. Sollett, è stato difficile creare un film di finzione partendo dal documentario?
E’ vero. Esiste un altro Freeheld (2007) diretto da Cynthia Wade, così bello da vincere un Oscar per il Miglior Corto Documentario. Quel film si occupava degli ultimi anni di vita di Laurel Hester funestati dal tumore devastante che la portò via. Noi volevamo far vedere anche la nascita dell’amore tra lei e Stacie. Siamo stati grati del sostegno al nostro film da parte dei realizzatori di quel documentario.

Avete avuto delle difficoltà a girare nel New Jersey?
In realtà abbiamo girato tutto il film nello Stato di New York. Lo abbiamo fatto per motivi economici. Ma purtroppo è vero… alcune location ci sono state negate per via del soggetto trattato nel film.

Qual è stata la scena più difficile da girare?
I momenti più leggeri tra Stacie e Laurel sono stati quelli paradossalmente più complicati da realizzare. Il primo appuntamento nel locale e le scene di dolce flirt sulla spiaggia.

Mrs. Page, è vero che interpreterà ancora dei personaggi gay?
Sì, è vero. Sto lavorando a due film dove tornerò ad essere gay. Devo però specificare che non c’è alcuna vicinanza tra quei personaggi e la Stacie di Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza. L’unica cosa che li accomuna… è il loro amore per le donne.

Pensa che questo film possa essere una fonte di ispirazione per i più giovani?
Ho incontrato delle persone che mi hanno detto che per loro è stato utile.

Mr. Sollett, pensa che il film possa avere delle possibilità da Oscar?
Non posso rispondere a questa domanda. Francamente… non saprei proprio cosa dire.

Cosa ne pensa del parallelismo possibile tra la prova di Julianne Moore nel suo film e l’Oscar vinto quest’anno per Still Alice?
Julianne è una grandissima attrice. Noi non siamo stati influenzati da Still Alice (anch’esso presentato alla Festa del Cinema di Roma nella scorsa edizione, N.d.R.) perché mentre lavoravamo al nostro film, Still Alice era ancora in post produzione. Non sapevamo certo che sarebbe diventato il film che è diventato.

Chi ha scelto Steve Carell per il ruolo dell’attivista gay Steven Goldstein?
Eravamo tutti molto interessati a lui ma Julianne ci ha aiutato perché si conoscevano ed ha avuto l’opportunità di chiamarlo e offrirgli la parte di persona. Penso che Steve sia stato fantastico.

Mr. Sollett, sosa pensa del cinema italiano?

Amo il neorealismo. Amo De Sica, Rossellini, Visconti e dei contemporanei non vedo l’ora di vedere Youth di Paolo Sorrentino. Sono sempre pronto per un film di Gabriele Muccino e mi piacerebbe che Roberto Benigni tornasse a dirigere un film.
 
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view post Posted on 29/10/2015, 10:12
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OMAGGIO A ELLEN PAGE

Vanity Fair celebra alla Festa del Cinema di Roma l’impegno dell’attrice a favore dei diritti delle coppie gay. Alla cena in suo onore partecipa anche il ministro Maria Elena Boschi. Il video della serata al Casino dell'Aurora di Villa Pallavicini

Ellen Page, 28 anni, ha presentato a Roma Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza, il film diretto da Peter Sollett, con Julianne Moore come coprotagonista, che racconta la storia vera di due donne che si sono battute per la parità dei diritti delle coppie gay nel New Jersey (nei nostri cinema dal 5 novembre).

Poco dopo, all'esclusiva cena di Vanity Fair in suo onore nell’incanto di Villa Pallavicini, l’attrice, gay dichiarata che si è sempre spesa contro ogni forma di discriminazione ed è anche produttrice del film, con cui ha voluto lanciare un messaggio di tolleranza e rispetto, ha incontrato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, 34, che segue il complesso cammino in Parlamento delle unioni civili.

Il direttore Luca Dini ha premiato l’impegno di Ellen Page con un’opera unica di Francesco Vezzoli: l’elaborazione della locandina della prima denuncia dell’omofobia nella storia di Hollywood – il film del 1961 Quelle due, con Audrey Hepburn e Shirley Maclaine.


Festa in onore di Ellen Page a Roma Ellen Page e Maria Elena Boschi (VIDEO)

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FREEHELD - AMORE, GIUSTIZIA, UGUAGLIANZA: ONLINE DUE NUOVE CLIP E TRE VIDEOINTERVISTE

Sono online due nuove clip dal film e tre nuove interviste ai protagonisti di Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza di Peter Sollett, con Ellen Page e Julianne Moore nei panni di una coppia in lotta per vedere riconosciuti i propri diritti.

Basato sull’omonimo cortometraggio documentario premiato con l’Oscar, e adattato dallo sceneggiatore di Philadelphia, Freeheld narra la vera storia di Laurel Hester (Julianne Moore) e Stacie Andree (Ellen Page), e della battaglia che condussero per ottenere giustizia. Quando alla pluridecorata detective del New Jersey Laurel viene diagnosticato un cancro, lei decide di assicurarsi che la sua sudata pensione vada alla compagna Stacie. Ma i funzionari della Contea di Ocean, detti Freeholders, non riconoscono alla coppia alcun diritto. Il Detective Dane Wells (Michael Shannon), e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein (Steve Carell) si uniscono a Laurel e Stacie coinvolgendo altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta per l'uguaglianza. Potete vedere le nuove clip e le interviste a Peter Sollett, Steve Carell ed Ellen Page nei video in calce alla notizia.










 
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view post Posted on 30/10/2015, 10:02
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Triplethor
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Ellen Page: intervista sul film Freeheld (e non solo)
L'impegno nel movimento LGBT, il recente coming out e il nuovo film in uscita il 5 novembre: l'attrice canadese si racconta.

Time Magazine l’ha indicata tra i 100 nomi più influenti del pianeta e lei sembra non tirarsi indietro, anzi. Ellen Page, giovane attrice canadese, nota ai più per il suo ruolo di Arianna di Inception e soprattutto per Juno, che la portò addirittura alla nomination all’Oscar, è oggi anche una delle portavoci più autorevoli e titolate del movimento LGBT, anche dopo il coming out ufficiale arrivato nel febbraio del 2014.

Dal 5 novembre sarà in sala con Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza, ispirata alla vera storia di Laurel Hester, tenente di polizia americana nella cittadina di Ocean County, nel New Jersey. Scomparsa nel 2006, a causa di un cancro incurabile, seppe portare avanti una lotta d’amore e riconoscimento per lei e la sua compagna, Stacie Andree, un caso che sollevò un dibattito mediatico che fece storia. E che per lei diventa una delle sfide (anche come produttrice) più sentite e d’attualità.

Come sei arrivata a confrontarti con un personaggio come quello di Stacie?
Avevo visto ovviamente il meraviglioso documentario di Cynthia Wade, Freeheld (Oscar nel 2007, ndr), allora piansi molto pensando a quello che le era capitato, ero arrabbiata. Da quel momento però mi sono preparata, tentando di capire il suo passato, le vicende che erano capitate, i suoi ricordi più belli, la battaglia che ha dovuto intraprendere. L’ho incontrata, abbiamo passato molto tempo insieme, è stata vulnerabile nel condividere con tutti la sua storia. Io ne volevo far parte perché persone come lei e Laurel continuano a ispirare, per i giovanissimi sono esempi che possono fare la differenza. Alla fine ha visto il film, le è piaciuto.

Con Julianne Moore hai creato una bellissima alchimia, com’è andata?
Non c’eravamo ma viste, ho scoperto una persona estremamente generosa e molto simile a me. Lavorare insieme è stato speciale, siamo diventate amiche, inseparabili, e questo alla fine ha prodotto un effetto positivo sulla pellicola.

In Italia è molto vivo il dibattito sul riconoscimento delle coppie di fatto, che ancora non è arrivato.
Spero vivamente che possa accadere anche nel vostro paese, sarebbe un atto per la libertà, a cui uomini, donne, etero, lesbiche, omosessuali, non possono rinunciare. Gli Stati Uniti in questo senso hanno fatto un passo importante, anche se c’è sempre molto da fare in termini di riconoscimento, se pensa che in 31 stati si rischiava il licenziamento se venivi scoperta lesbica, ti sbattevano in galera, non potevi uscire di casa. Il cambiamento può avvenire attraverso la parità dei diritti, e se il film in questo caso può alimentare la discussione sulla discriminazione che ancora è presente sarei la prima a esserne felice. Bisogna esporsi se vuoi arrivare al cuore delle persone.

Quanto è stato difficile per te invece fare coming out a Hollywood?
Inizialmente avevo paura, non mi sentivo libera, triste, chiusa nei confronti di chi mi stava intorno, poco ispirata. Da quando ho preso la decisione mi sono alleggerita quasi di un peso, sono felice e questo ha avuto un enorme impatto sulla mia vita, privata e di attrice. L’essere gay non è più un problema, non lo è mai stato, era solo un pensiero stupido, insignificante, anzi credo che in qualsiasi movimento, a favore o meno, non contino opinioni tattiche, celebrazioni represse, semmai l’importanza di condividere le nostre idee e identità. Sono felice di aver parlato alla comunità e di non essere più invisibile, è la cosa più bella che mi sia capitata.

Sembra che le donne abbiano voglia di mettersi più in discussione degli uomini in questo senso.
Non credo sia una questione di sesso, è difficile trovare una risposta giusta. Ho incontrato molto donne che sono riuscite a superare pregiudizi, ma che hanno dovuto difendersi da stereotipi. Non ci manca il coraggio questo è sicuro! Sono gay e voglio cercare altri ruoli come questo, succederà già nei prossimi progetti. A partire da Lioness dove interpreterò Leslie Martz, una vera marine inviata in Afghanistan per supportare le donne in stato di guerra contro i mariti talebani, e che poi dichiarò la sua omosessualità, ma anche in una pellicola in cui avrò una storia d’amore con Kate Mara.

Da Juno fino a questo ultimo progetto, storie che partono dal personale per affermare qualcosa di universale, è così che viri le tue decisioni?
Non credo di essere cambiata molto sinceramente, neanche per la scelta dei ruoli, certo se leggo una sceneggiatura che mi tocca è difficile non provare sensazioni forti, è qualcosa di naturale.

Sembri aver trovato il tuo equilibrio, o sbaglio?

Come Stacie anche io sono una romantica, sogno una famiglia normale, un cane. Nulla di più (sorride, ndr).

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view post Posted on 10/4/2016, 08:43
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