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Il Bif&st, Bari International Film Festival, la mia puglia si da al cinema :=)

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view post Posted on 22/3/2012, 08:30
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Il Bari Film Festival 2012 dedicato a Tonino Guerra

Bari dedica il suo festival al poeta Tonino Guerra. Il ministro Ornaghi consegnerà il premio a lui intitolato.

Sarà dedicato a Tonino Guerra il Bif&st, il Bari International Film Festival presieduto da Ettore Scola e diretto da Felice Laudadio, che si svolgerà a Bari dal 24 al 31 marzo. Nella serata finale sarà il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, a consegnare il tradizionale Premio Tonino Guerra per la migliore sceneggiatura italiana, in passato rimesso al vincitore dallo stesso grande sceneggiatore e poeta scomparso.

Nella serata inaugurale del Bif&st verranno presentati due film scritti da Guerra per Francesco Rosi (Tre fratelli) e Federico Fellini (Amarcord), mentre nell'ultima giornata verranno proiettati altri due film, uno scritto per Michelangelo Antonioni (Deserto rosso), l'altro per Theo Angelopoulos (La polvere del tempo). Il Bif&st presenterà inoltre l'ultima Lezione di cinema tenuta da Guerra proprio al festival di Bari due anni fa e la sua ultima intervista rilasciata pochi mesi or sono a Marco Spagnoli per il suo documentario Giovanna Cau - Diversamente giovane.


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view post Posted on 22/3/2012, 14:17
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Al via la terza edizione del BIF&ST –di Bari tra film e TV

Ettore Scola inaugurerà ufficialmente venerdì 23 marzo alle ore 19.00 la mostra dei suoi 100 disegni ospitata nella sala Murat, in Piazza del Ferrarese a Bari, nell’ambito del Bif&st, il Bari International Film Festival (24-31 marzo) del quale il grande regista è il presidente.

Dal 24 marzo, prenderà il via ufficialmente la terza edizione del Bif&st - Bari International Filmfestival. Come da tradizione il Bif&st proporrà nella leggendaria cornice del Teatro Petruzzelli una serie di Anteprime Internazionali fuori concorso, a cominciare da "Diaz" di Daniele Vicari che sarà proiettato alla presenza del regista, del produttore Domenico Procacci e degli attori Alessandro Roja e Rolando Ravello.

Nel corso della serata verrà consegnato alla regista Liliana Cavani il Premio Fellini 8½ per l’eccellenza cinematografica. Liliana Cavani sarà inoltre protagonista, la mattina di sabato 24 marzo di una Lezione di Cinema, preceduta dalla proiezione de "Il portiere di notte".

Prime proiezioni anche del concorso Opere Prime con "I primi della lista" di Roan Johnson e "Scialla!" di Francesco Bruni, e del Panorama Internazionale con Le Skylab dell’attrice e regista francese Julie Delpy.

L’annunciato incontro sul film "Diaz" di Daniele Vicari previsto per il pomeriggio del 25 marzo, si svolgerà invece al mattino dello stesso giorno nella Sala 1 del Multicinema Galleria alle ore 11.00, dopo la proiezione alle 9.30 del documentario "Black Block" di Carlo A. Bachschmidt, prodotto anch’esso da Domenico Procacci.

L’incontro, che sostituisce la Lezione di Cinema di Margarethe von Trotta, impossibilitata a lasciare Berlino per problemi di salute, sarà condotto da Silvio Maselli e vedrà la partecipazione di Daniele Vicari, Domenico Procacci, ed Ettore Scola.


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view post Posted on 25/3/2012, 17:32
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Bif&st 2012: II Petruzzelli accoglie Diaz con un'ovazione

Dopo l'apprezzamento ottenuto a Berlino, Daniele Vicari e Domenico Procacci aprono ufficialmente la quarta edizione del Bif&st con il film che si prepara ad essere una delle opere più discusse di questa stagione cinematografica.

"Credo in una cinematografia capace di porre delle domande radicali e violente. Se alla fine di una proiezione lo spettatore esce con dei dubbi, vuol dire che ho raggiunto il mio obiettivo, significa che i miei interrogativi possono avviare alla strada della conoscenza a tutti quelli che desiderano andare oltre i fatti."
In questo modo il regista Daniele Vicari ha esordito nell'incontro su Diaz organizzato dal BiF&st. Il film, dopo aver stupito favorevolmente il pubblico della Berlinale, oggi torna a far parlare di se dopo aver aperto ufficialmente la quarta edizione della manifestazione barese con una standing ovation di dieci minuti dell'intero Teatro Petruzzelli alla presenza della regista Liliana Cavani e dell'attore Max von Sydow. Una reazione che, oltre la qualità cinematografica più o meno apprezzabile, ha riconosciuto a questa storia reale raccontata fuori dai canoni del documentario un cuore emotivo capace di scuotere animi e coscienze. Certo è che, trovarsi di fronte ad un prodotto capace di sollevare discussioni e tavole rotonde tanto numerose mesi prima dell'uscita prevista per il 13 aprile, è un fatto di per sé raro per la cinematografia italiana, ma Diaz tocca una pagina recente della nostra cronaca sociale e politica ancora scottante.

I fatti del G8 di Genova e, in modo particolare, la violenza inaudita e ingiustificata espressa dalla Polizia durante il blitz notturno nella scuola Diaz, ha minato non solo l'immagine delle forze dell'ordine, ma ha aperto una frattura quasi incolmabile con l'opinione pubblica. Una ferita in cui Vicari, sostenuto dal produttore Domenico Procacci, ha ricercato gli elementi per esaminare, se non comprendere, le motivazioni culturali di quegli avvenimenti. " Volevamo realizzare un racconto che andasse oltre i fatti già ampiamente visti e che ci aprisse uno spiraglio su tutto ciò che la polizia non ci ha permesso di documentare - spiega Vicari - I pericoli da schivare in una narrazione del genere sono veramente molti, tra cui quello di cadere in un'interpretazione troppo politica. Credo, piuttosto, nella validità di rintracciare una chiave di lettura che conduca ad un racconto realmente emozionante. Per ottenere questo risultato ho visionato ogni documentario realizzato in questi dieci anni con un grande senso d'insoddisfazione.Tutti davano la netta sensazione di perseguire un punto di vista univoco, non all'altezza della complessità dell'evento. Per questo motivo, ho deciso di prendere come spunto un singolo evento per costruire un vero castello di destini incrociati. Cercando nelle storie personali e nella sistematicità delle punizioni corporali ho trovato la mia chiave di lettura."

Ad affiancare in maniera attiva il regista in quest'avventura impegnativa è stata la Fandango che, già con Gomorra di Matteo Garrone aveva dimostrato un grande interesse nel raccontare gli aspetti più nascosti del nostro paese solitamente sottoposti ad una veloce dimenticanza. Nel caso di Diaz tutto è iniziato nei giorni successivi la sentenza di primo grado che assolveva completamente i vertici della polizia. Il grido di sdegno sollevato in aula dai famigliari delle vittime ha scosso in modo particolare gli animi del regista e del produttore, tanto da indurli a sostenere il peso di un colosso composto di 126 attori e ottomila comparse. "Nell'ambiente cinematografico si dice che i film partono quando sono pronti - continua Procacci - nel caso di Diaz, invece, mi sono reso conto che non ci saremmo mai trovati in quella condizione di sicurezza, quindi era inutile aspettare ulteriormente. Ho voluto correre il rischio perché, fin dall'inizio, ho sentito il progetto come qualche cosa profondamente vicina alle mie esigenze, condividendo con Daniele l'interesse per quegli eventi. Inoltre, credo che il mio mestiere abbia veramente un senso nel momento in cui si riesce a realizzare qualche cosa di più di una pellicola gradevole esteticamente. Per questo motivo abbiamo raccontato i fatti del G8 per far in modo che nulla fosse dimenticato e per combattere quell'attività di facile oblio che caratterizza il nostro paese."

A sostenere il valore artistico e la necessità sociale di questo film è anche Ettore Scola, presidente del Bif&st e involontario testimone di quelle terribili giornate. " Con un gruppo di registi, tra cui Mario Monicelli, eravamo a Genova per girare una sorta di diario di quello che, credevamo, sarebbe stata una dimostrazione libera e pacifica. Dopo due giorni, però, tutto è cambiato sotto il nostro sguardo. La realtà ci ha consegnato di sua iniziativa una sceneggiatura drammatica. Credo che il film di Vicari sia un'opera fondamentale perché, evitando le tentazioni della cronaca, ha realizzato un percorso emotivo significativo per ogni essere umano, senza alcuna differenza di nazionalità e fazione politica. Perché ogni repressione o strategia del terrore tende a privare l'uomo di un bene universale, la sua dignità. Non perdendo mai di vista questo principio, Daniele è riuscito a portare a termine un film che modulando realtà e metafora s'inserisce di diritto nella grande tradizione cinematografica italiana fondata da autori come Rossellini e De Sica."


 
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view post Posted on 26/3/2012, 17:23
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Il Bif&st celebra Max von Sydow, il cavaliere che illuse la morte

Da Il Settimo Sigillo al grande cinema americano, l'attore svedese racconta una carriera lunga più di cinquant'anni

Centoquarantacinque film e ottantadue anni portati con la passione di un ventenne: questo è Max von Sydow, l'uomo che giocando a scacchi con la morte è entrato in un immaginario cinematografico collettivo. Eppure, con più di cinquant' anni di carriera alle spalle, l'attore svedese è riuscito ad essere l'icona del cinema sperimentale di Ingmar Bergman e molto altro. Dal successo de Il settimo Sigillo in poi, le produzioni internazionali lo hanno corteggiato e coinvolto in progetti dalle forme e contenuti diversi, stimolando la fantasia di un artista pronto a mettersi in gioco fino in fondo nel mestiere d'attore. Perché, come lui stesso ha affermato " è difficile spiegare la natura di questo lavoro, com'è impossibile insegnarlo. L'unica cosa che possiamo fare è sperimentare quanto più possibile, afferrare le opportunità che ci vengono offerte e creare personaggi sempre diversi." Un principio che Max von Sydow ha seguito nella scelta di film come Il posto delle fragole, La più grande storia mai raccontata, L'esorcista, Cuore di cane, I tre giorni del Condor, Minority Report e che oggi torna a confermare al Bif&st, durante la Masterclass a lui dedicata alla presenza di giornalisti, studenti e appassionati.

Signor von Sydow, cosa vuol dire essere un attore?
Max von Sydow: Non è una domanda facile cui rispondere. Probabilmente ogni interprete è un essere umano in fuga da qualche aspetto della propria esistenza, ma, allo stesso tempo, è anche alla costante ricerca di altro. Ciò che so è che, quando ti trovi davanti ad una telecamera o su di un palcoscenico, devi dimenticarti completamente di te stesso. Non ha importanza se hai appena ricevuto una pessima notizia o se la tua ragazza ti ha lasciato. Tutto questo non conta più. Devi provare a pensare con la mente e il cuore del tuo personaggio. Non dico che sia semplice, ma è incredibilmente eccitante.

Per quale motivo ha sentito l'esigenza di avvicinarsi all'ambiente artistico?
Max von Sydow: Ci sono due motivazioni, una superficiale e l'altra più profonda. La prima riguarda l'ambiente dove sono cresciuto e la formazione ottenuta. La mia famiglia non era particolarmente interessata al teatro e al cinema. Ricordo che avevo già quattordici anni, quando vidi per la prima volta uno spettacolo. Si trattava di Sogno di una notte di mezza estate e rimasi così affascinato che, da quella volta, tornai a vederlo ancora. Circa un anno dopo decisi, con dei compagni di classe, di formare un club teatrale. Ecco, in quel momento credo di aver pensato alla possibilità di un futuro come attore. Per quanto riguarda la ragione meno evidente, invece, bisogna considerare la mia timidezza e la grande solitudine in cui vivevo. Credo di aver affrontato il palcoscenico per vincere questi due aspetti della mia vita e per acquisire anche io la brillante sicurezza di chi sa sempre cosa dire.

Prima che il cinema la conquistasse, il teatro svedese le ha dato la possibilità di forgiare il suo talento in produzioni locali. Cosa porta ancora con sé di quegli anni di formazione?
Max von Sydow: In quegli anni in Svezia, se volevi diventare un attore, dovevi provare ad entrare in una scuola di recitazione. Io sono stato particolarmente fortunato, visto che riuscii ad essere ammesso all'Accademia di recitazione Nazionale. In quegli anni non aspiravo minimamente al cinema, ma il direttore della scuola Alf Sjoberg mi vide in uno spettacolo e mi offrì una parte nel film Bara en mor.

Tutto questo accadeva prima dell'incontro più significativo della sua carriera, quello con Ingmar Bergman. Come si sono incrociate le vostre strade?
Max von Sydow: Bergman era un personaggio incredibile. Anche lui iniziò a teatro. Aveva dieci anni più di me ed era il direttore del teatro municipale di Malmo, una città nel sud della Svezia. Una sera venne a vedermi recitare in uno spettacolo messo in scena da una piccola compagnia e, al termine, mi chiese di lavorare con il suo gruppo.

Con quattordici film realizzati insieme, lei è diventato l'attore simbolo della cinematografia di Bergman. Cosa vi legava, oltre la passione artistica?
Max von Sydow: Ingmar era dotato di una fervida immaginazione cinematografica e di un gran senso dell'humor. Era un uomo brillante, incredibilmente intelligente ed aveva la capacità di leggere velocemente nell'animo delle persone per dedurne il carattere. E, a differenza di quanto si possa credere, era anche molto divertente. Quello che ancora oggi non riesco a capire è come abbia fatto a lavorare tanto. Nell'ambiente si diceva che Bergman scriveva le sue sceneggiature durante l'inverno e la primavera, girava in estate e montava in autunno per far uscire il film a Natale. Credo che il suo segreto fosse la disciplina. Ricordo, ad esempio, che detestava i rumori. Durante le prove e le riprese era molto severo su questo punto.

Insieme avete scritto alcune delle pagine più importanti della cinematografia internazionale. In quei momenti ne eravate consapevoli?
Max von Sydow: Assolutamente no, considerate che si trattava sempre di piccole produzioni. Il Settimo Sigillo, ad esempio, venne realizzato nel '53 con un costo limitato. Bergman aveva in mente il soggetto già da due anni, anche se diverso da quello che poi abbiamo visto sullo schermo. Ispirato da un dipinto medievale in una chiesa del 12 secolo, aveva scritto una serie di monologhi attraverso i quali vari personaggi parlavano della propria storia. Il progetto fu presentato ad un produttore di Stoccolma che lo rifiutò perché troppo intellettuale. Dopo il successo economico di un altro film, però, lo stesso produttore decise d'investire su quello che sarebbe diventato Il Settimo Sigillo.

Dopo molta esperienza teatrale e grande cinema d'autore, cosa l'ha condotta fino a Hollywood?
Max von Sydow: Io ero molto soddisfatto del lavoro fatto in Svezia, ma durante un festival di Cannes incontrai un agente che iniziò a propormi dei progetti in America. Fu lui a parlarmi del film di George Stevens, La più grande storia mai raccontata. All'inizio rifiutai perché non amavo particolarmente le pellicole bibliche, ma quando il regista mi invitò a Hollywood per parlarne rimasi incredibilmente impressionato dalle loro possibilità tecniche ed accettai. Per quel film rimasi negli Stati Uniti per un anno e poi tornai a casa alla mia solita vita. Da quel momento, però, sono arrivate altre richieste ed ho cominciato a bilanciare il mio lavoro all'estero con quello in Svezia.

Lei ha lavorato con Steven Spielberg, Martin Scorsese e Ridley Scott. Quali qualità deve avere un regista per conquistare la sua fiducia?
Max von Sydow: Amo il lavoro di questi artisti e sono stato onorato di partecipare alle loro produzioni. Come attore cerco sempre la varietà, trovo noioso rimanere imprigionato nello stesso ruolo. A volte biasimo la scarsa fantasia o l'eccessiva pigrizia dei casting hollywoodiani. Dopo aver interpretato Gesù, ad esempio, ricordo di aver ricevuto una quantità infinita di offerte per ruoli di papi e cardinali che, naturalmente, ho rifiutato.

Effettivamente la sua è una carriera perfetta colma di aspetti diversi...
Max von Sydow: Per un attore è importante essere interessato a cogliere varie opportunità. Senza opportunità non si potrebbe dimostrare nulla del proprio valore. Personalmente io preferisco il teatro all'esperienza cinematografica. Sul palcoscenico si lavora insieme, si crea una magia e si avverte la sensazione di appartenere tutti allo stesso progetto. Questo ci fa sentire molto più creativi.

Per terminare l'incontro, non possiamo non parlare della sua parentesi italiana. Cosa ricorda delle sue esperienze sul set con Rosi, Lattuada e Zurlini?
Max von Sydow: Il deserto dei tartari è stata un'esperienza incredibile, così come la collaborazione con Francesco Rosi con cui ho realizzato Cadaveri eccellenti. Valerio Zurlini, pero, è stato soprattutto un grande esteta del cinema. Ricordo che sul set era di grande ispirazione per tutti noi, aiutandoci a trovare lo stile per trasporre quel dramma storico. Per gran parte del film ci portò a girare in Iran, nel bel mezzo delle vastità di un deserto. Ci trovavamo immersi un'atmosfera fantastica, colma di profondità psicologica.


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view post Posted on 29/3/2012, 15:22
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BIF&ST 2012: IN ANTEPRIMA EUROPEA IL NUOVO FILM DI GIANNI AMELIO, LE PREMIER HOMME

30 marzo, per le Anteprime Internazionali al Petruzzelli, alle 21.00, si proietta in ANTEPRIMA EUROPEA (il film uscirà nelle sale il 20 aprile distribuito da 01 Distribution) Le premier homme di Gianni Amelio con Jacques Gamblin, Maya Sansa, Catherine Sola, tratto dall'omonimo romanzo incompiuto di Albert Camus.

Il primo uomo è, secondo Amelio, "un libro politico nel senso più ampio del termine, cioé urgente e profondo, un libro “necessario” nel momento in cui è stato scritto, e non solo. Il primo uomo è l’intervento potente di un grande scrittore sulla tragedia del proprio Paese e del proprio tempo, la confessione che sgombra il campo da ogni sospetto di reticenza e di ambiguità rispetto alla guerra di liberazione algerina, di cui Camus ha faticato a liberarsi".

Ed è proprio di questo particolare intreccio tra letteratura, cinema, questione algerina e più in generale nord africana ancora non del tutto risolta che si parlerà, sabato 31 marzo ore 10.00 al Galleria 1, nel corso dell'incontro a più voci Albert Camus, il cinema, Africa, con la straordinaria partecipazione del regista Gianni Amelio, dell’editorialista di Repubblica Bernardo Valli, autorevole esperto di politica internazionale, di Akila Ouared, militante del Fnl (Fronte di liberazione nazionale algerino) dal 1957 fino all’indipendenza raggiunta nel ’62, e oggi presidente dell’Associazione di difesa e promozione dei diritti delle donne in Algeria, e della giornalista tunisina Noura Borsali.

www.bifest.it


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"Mare Chiuso" migliore documentario del BIF&ST

L'opera di Andrea Segre e Stefano Liberti vince il Premio "Vittorio De Seta" per il Miglior Documentario. Menzione speciale a "Il Mundial Dimenticato".

Assegnati i riconoscimenti della sezione documentari della terza edizione del BIF&ST –- Bari International Film&Tv Festival. Il Premio "Vittorio De Seta" per il Miglior Documentario è stato assegnato a "Mare Chiuso" di Andrea Segre e Stefano Liberti, con la seguente motivazione della giuria: "La Giuria del settore documentari della III edizione del Bif&st, vuole segnalare innanzitutto il livello molto alto delle 16 opere in concorso. La maggior parte dei lavori, infatti, sottolinea l’esigenza di conoscenza e di verità richiesta al documentario da una realtà attuale troppo spesso mortificata da una cattiva e inadeguata informazione. Per questo, avvertita anche l’ esigenza e l’urgenza di tutti i componenti la giuria stessa di premiare un film di denuncia, si è deciso di scegliere l’opera “Mare chiuso” di Stefano Liberti e Andrea Segre, non solo per l’altissimo valore e coraggio espressi nel raccontare l’odissea di un gruppo di somali ed eritrei, sbattuti come carne da macello fra l’Italia e la Libia con spregio di ogni rispetto che si deve alla persona umana, ma anche per la capacità di sottolineare con eccellenza di regia il cinismo del governo italiano dell’epoca.

Menzione Speciale per "Il Mundial Dimenticato" di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni con la seguente motivazione: "La scelta fatta ci impone però la necessità di non dimenticare, con una menzione speciale, un’opera come “Il Mundial dimenticato” di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni, storia surreale ispirata ad una novella di Osvaldo Soriano dove emergono tutti i caratteri del realismo magico, che ha segnato la cultura latinoamericana".


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I vincitori del festival internazionale di Bari

Ieri sera, al Teatro Petruzzelli, ha chiuso i battenti il Bif&st, Festival Internazionale del Cinema e della TV di Bari.

Tra i vincitori della terza edizione della manifestazione pugliese: Emanuele Crialese miglior regista per Terraferma; Claudia Pandolfi migliore attrice protagonista per Quando la notte della Comencini, e Michel Piccoli miglior attore protagonista per Habemus papam di Nanni Moretti.

Il riconoscimento intitolato a Tonino Guerra per la migliore sceneggiatura è stato consegnato a Fabrizio Cattani e Grazia Verasani per Maternity blues. Infine il Premio Franco Cristaldi per il produttore del miglior film e' andato a Francesco Bonsembiante per Io sono lì di Andrea Segre, con la seguente motivazione: "Un film profondamente umano che con delicatezza narra di come due solitudini provenienti da due diverse culture, incontrandosi, restituiscano significato ciascuna alla vita dell’altro".

Durante la manifestazione Gianni Amelio ha parlato del suo Il primo uomo, tratto dal romanzo omonimo di Albert Camus, che uscira' nelle sale il 20 aprile: ''E’ un film mediterraneo che racconta un mondo di poveri in cui si possono riconoscere tutti. I paralleli poi tra la mia vita e quella di Camus, sono tanti. Entrambi abbiamo sofferto l'assenza del padre, il suo era morto in guerra, il mio emigrato in Argentina, entrambi eravamo poveri''
.

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view post Posted on 3/4/2012, 07:29
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IL BIF&ST CHIUDE IN BELLEZZA

A conclusione di un'edizione record (55mila spettatori) si è tenuta ieri alla presenza del ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi la serata conclusiva della terza edizione del Bif&st al Teatro Petruzzelli di Bari, condotta da Serena Dandini.

Il riconoscimento per il miglior film, (Premio Franco Cristaldi) è andato a Io sono lì di Andrea Segre, ritirato dal produttore Francesco Bonsembiante e consegnato da Zeudi Araya. Premio Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista a Michel Piccoli per il film Habemus Papam, Premio Anna Magnani per la migliore attrice protagonista a Claudia Pandolfi per Quando la notte di Cristina Comencini; Premio Tonino Guerra per la migliore sceneggiatura a Fabrizio Cattani e Grazia Verasani per Maternity Blues di Fabrizio Cattani: Premio Mario Monicelli per il miglior regista a Emanuele Crialese per Terraferma.

La giuria della sezione ItaliaFilmFest/Opera prima ha assegnato il Premio Opera Prima Francesco Laudadio a La–Bas di Guido Lombardi. Il Premio Internazionale Bif&st 2012 è andato ad Atmen di Karl Markovics (Austria). Unico assente tra i vincitori, Emanuele Crialese, il regista di Terraferma: il suo premio, consegnato dalla figlia di Monicelli, Ottavia, è stato ritirato dall’amministratore delegato di Rai cinema, Paolo Del Brocco.

Il regista Gianni Amelio ha consegnato l’Ulivo d’argento a Luca Bigazzial direttore della fotografia del suo film L'ultimo uomo; Ugo Gregoretti ad Andrea Morricone, vincitore per le musiche di L’industriale; Roberto Perpignani al miglior montatore, Giogiò Franchini. Premiata anche Paola Bizzarri, scenografa di Moretti.

Il direttore artistico del festival Felice Laudadio (nella foto) nella conferenza stampa conclusiva, alla quale hanno partecipato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, l’assessore regionale alla Cultura Silvia Godelli, il presidente e il direttore di Apulia Film Commission, Antonella Gaeta e Silvio Maselli. ha inoltre annunciato le date e le linee generali dell’edizione 2013 che si terrà dal 16 al 23 marzo nel capoluogo pugliese e, come ha segnalato Laudadio, «avrà un'enorme retrospettiva dedicata a Federico Fellini nel ventennale della sua scomparsa e concentrerà le lezioni di cinema sulla grande esperienza d'attore di Gian Maria Volontè».


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view post Posted on 13/4/2012, 15:45
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66 candidature ai David di Donatello per i film del Bif&st 2012

I film italiani di lungometraggio e di cortometraggio e i documentari selezionati per il Bif&st 2012, svoltosi a Bari dal 24 al 31 marzo scorso, hanno complessivamente fatto registrare ben 66 nomination ai Premi David di Donatello.

"Un risultato eccellente" – ha dichiarato il direttore del Bif&st, Felice Laudadio – 2che sarebbe stato ancora più eclatante se il festival di Bari avesse potuto presentare altri due film inizialmente inseriti nel nostro programma ma poi, d’intesa con i produttori della Cattleya, dirottati altrove: l’uno, Romanzo di una strage, per permettere l’anteprima milanese per i famigliari delle vittime delle bombe di Piazza Fontana; l’altro, A.C.A.B., candidato per una eventuale selezione al festival di Cannes. Le 16 nomination del primo e le 6 del secondo avrebbero portato a 88 le candidature ai David per i film presentati al Bif&st che si conferma dunque, a suo modo, un’occasione preziosa e anticipatrice delle tendenze che successivamente emergono nelle votazioni per i David, un po’ come i Golden Globes rispetto agli Oscar. Lo scorso anno le nomination per i film del Bif&st furono 75 e dunque in futuro continueremo a lavorare ‘per il cinema italiano’ che è poi il ‘sottotitolo’ del nostro festival".

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ADRIANO CELENTANO BIF&ST 2013 MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2012

CELENTANO AL BIF&ST 2013

Presentata a Venezia la prossima edizione del Festival barese in programma dal 16 al 23 marzo 2013

È stato presentata ieri a Venezia la prossima edizione del Bif&st, il festival internazionale del cinema che si terrà a Bari dal 16 al 23 marzo 2013 presieduto da Ettore Scola, diretto dal suo ideatore Felice Laudadio, promosso dalla Regione Puglia e organizzato dalla Apulia Film Commission (AFC).

Ricco il parterre dei partecipanti all’incontro ospitato dalla Pagoda del Lido, sede delle Giornate degli Autori: dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, all’assessore regionale alla Cultura, Silvia Godelli, fino al presidente e al direttore dell’AFC, Antonella Gaeta e Silvio Maselli, i direttori di Rai Teche, Barbara Scaramucci, e della Cineteca Nazionale, Enrico Magrelli, dell’a.d. dell’Istituto Luce Cinecittà Roberto Cicutto e dell’avvocato Giorgio Assumma, presidente della Fondazione Alberto Sordi.

L'edizione 2013 del festival barese, prevede tanto cinema ma anche teatro e musica: sette film per le anteprime assolute al Teatro Petruzzelli, dodici i lungometraggi presentati all'interno dell’ItaliaFilmFest e omaggi a Federico Fellini, Alberto Sordi e Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Tra gli altri eventi, il Panorama internazionale (dodici film inediti provenienti da tutto il mondo) un laboratorio e un festival teatrali, in collaborazione col Teatro Pubblico Pugliese, ispirati al “metodo” Orazio Costa dedicato al lavoro degli attori con spettacoli tenuti da suoi allievi famosi quali Alessio Boni, Fabrizio Gifuni, Roberto Herlitzka, Luigi Lo Cascio e Marcello Prayer, una serie di incontri intitolati Esami di maturità con altri noti attori e attrici a cura di Franco Montini (presidente del Sindacato critici cinematografici) e una performance musicale dell’attrice e cantante Lina Sastri, protagonista della serata finale al Petruzzelli condotta da Serena Dandini.

E ancora: otto Lezioni di cinema; una mostra dedicata ai disegni di Fellini dal suo Libro dei sogni associata ad un colloquio sul tema Fellini e il sogno; e inoltre vari laboratori di sceneggiatura, di direzione della fotografia e di scenografia tenuti rispettivamente da Giorgio Arlorio, Roberto Girometti e Gianni Quaranta.

Last but not least, è previsto un tributo di sei film e la consegna del Premio Fellini per l’eccellenza artistica a uno dei grandi protagonisti non solo della musica italiana degli ultimi cinquant'anni come Adriano Celentano. Un artista che nel corso della sua lunga carriera ha più volte frequentato il cinema fin dai tempi della sua apparizione ne La dolce vita di Federico Fellini e che ha “con gli strumenti della sua poesia e della sua personalissima sensibilità profondamente contribuito a rivoluzionare la scena culturale italiana”.

Novità dell’edizione 2013 è infine rappresentata dall’ospitalità che il Bif&st offrirà a una storica manifestazione dedicata al cinema di cortometraggio svoltasi per venti anni a Roma come Arcipelago - Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini, diretto da Stefano Martina. Una collaborazione che inaugura una nuova fase della rassegna romana verso un’innovativa formula di festival diffuso ed espanso, tanto sotto il profilo temporale quanto geografico, portando a Bari il più prestigioso dei suoi segmenti: “ConCorto - Concorso Nazionale Cortometraggi”. Una sezione che sarà totalmente autonoma e indipendente del Bif&st (dove dunque prende il posto della tradizionale sezione ItaliaFilmFest/Cortometraggi) e che presenterà una serie di cortometraggi esclusivamente italiani, selezionati da Martina con la collaborazione di Giuliana La Volpe, che avranno a Bari la loro presentazione in anteprima assoluta e che concorreranno al Premio Michelangelo Antonioni.

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Bifest 2012: tutti i vincitori della terza edizione del Bari International Film Festival

La terza edizione del Bif&st, il Bari International Film Festival si è conclusa lo scorso 31 marzo 2012. In questa data e nelle diverse giornate del festival sono stati consegnati gli ambiti premi cinematografici, tra i quali il prestigioso Premio Fellini 8 ½ che premia l’eccellenza artistica.

Quest’anno, in particolare, ad aggiudicarsi il premio sono stati una serie di importanti personalità appartenenti al mondo cinematografico e culturale internazionale. La prima a riceverlo, il 24 marzo 2012, è stata Liliana Cavani, la regista che con i suoi lavori “ha saputo esplorare la tempra e la fragilità della condizione umana dinanzi a quelle che spesso risultano essere circostanze e situazioni straordinarie”.

A lei, poi, sono seguiti: l’attore Max von Sydow, uno dei protagonisti del panorama cinematografico mondiale; Richard Borg, Ceo della Universal Pictures; Abbas Kiarostami, il famoso regista iraniano la cui opera “è una suadente elegia della vita, basata su un elogio della lentezza e una fissità dello sguardo che va al cuore dei misteri dell’esistenza e della fragilità della bellezza”; il regista John Madden (Shakespeare in Love, Marigold Hotel); l’attrice Virna Lisi, “un’attrice che ha fatto sognare milioni di Italiani e che continua ad incantare il pubblico con le sue straordinarie interpretazioni di indimenticabili personaggi femminili”.

Per quanto riguarda le opere cinematografiche in concorso, invece, i premi sono stati conferiti a:

Premio Anna Magnani per la Migliore Attrice Protagonista a Claudia Pandolfi per la sua interpretazione nel film Quando la notte, di Cristina Comencini;
Premio Dante Ferretti per la Migliore Scenografia a Paola Bizzarri (Habemus Papam, di Nanni Moretti);
Premio Ennio Morricone per il Miglior Compositore ad Andrea Morricone per la colonna sonora de L’industriale di Giuliano Montaldo;
Premio Francesco Laudadio per la Migliore opera Prima a Guido Lombardi, per Là-Bas;
Premio Franco Cristaldi come Produttore del Miglior Film a Francesco Bonsembiante per il film Io sono Li, di Andrea Segre;
Premio Giuseppe Rotunno Miglior direttore della fotografia a Luca Bigazzi (Io sono Li, This must be the place e Il gioiellino);
Premio internazionale Bif&st 2012 al film Atmen di Karl Markovics;
Premio Mario Monicelli per la Miglior Regia a Emanuele Crialese per Terraferma;
Premio Michelangelo Antonioni per il Miglior Cortometraggio a Giovanni La Pàrola per Cusutu n’Coddu;
Premio Roberto Perpignani per il Miglior Montatore a Giorgio Franchini (Il gioiellino);
Premio Tonino Guerra per la Migliore Sceneggiatura a Fabrizio Cattani e Grazia Verasani per il film Maternity Blues di Fabrizio Cattani;
Premio Vittorio De Seta per il Miglior Documentario a Stefano Liberti e Andrea Segre per Mare chiuso;
Premio Vittorio Gassman per il Miglior Attore Protagonista a Michel Piccoli, per il film Habemus Papam, di Nanni Moretti.


Edited by Triplethor - 3/3/2013, 17:31
 
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Bari International Film Festival 2013, l'anno di Fellini e Sordi

Presentata a Roma la quarta edizione della rassegna voluta da Felice Laudadio; tra gli omaggi anche quello a Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti e i premi speciali per Adriano Celentano e Stephen Frears; 'E' la nostra edizione più importante - ha raccontato il presidente Ettore Scola -, in questo povero Paese che non dà speranza, questo festival può essere una proposta per l'Italia e per i giovani'.

E' arrivato alla quarta edizione il Bari International Film Festival, la rassegna nata nel 2009 per volere del direttore artistico Felice Laudadio e oggi sono stati svelati i dettagli più importanti della manifestazione che si terrà nella città adriatica dal 16 al 23 marzo prossimi. Nella conferenza romana, a cui hanno partecipato anche il presidente del Festival, Ettore Scola, il direttore di Rai Teche, Barbara Scaramucci, il Conservatore della Cineteca Nazionale, Emiliano Morreale e Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia, si è parlato a 360° di questa kermesse sempre più radicata nel territorio, ma con una vocazione fortemente internazionale e legata a doppio filo alle grandi figure del nostro cinema, a quei personaggi che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Il riferimento è a Federico Fellini e Alberto Sordi, protagonisti di sezioni molto articolate.

C'è la mano di Fiammetta Profili, storica collaboratrice di Fellini, nella direzione del segmento dedicato al grande regista romagnolo, raffigurato sul poster ufficiale del Bif&est da un disegno firmato da Ettore Scola; all'autore di La Dolce Vita e 8 e 1/2 è indirizzata la mostra I disegni di Federico Fellini dal Libro dei sogni, inaugurata venerdì primo marzo e in corso presso la Sala Murat fino al termine del Festival. Saranno numerose le testimonianze video del cineasta, più di 35 ore di materiale d'archivio delle Rai, compresa un'intervista di un'ora e mezza concessa a Sergio Zavoli e mai trasmessa per intero. "Mi piace pensare che proprio da Bari - ha detto Barbara Scaramucci - , si possa dare il via all'anno felliniano, così come è successo lo scorso anno con Carmelo Bene".

Nel decennale della sua morte Albertone verrà ricordato il 19 marzo con la proiezione del documentario firmato da Carlo e Luca Verdone, Alberto il Grande e soprattutto con la presentazione integrale della storica antologia televisiva andato in onda sulla Rai, Storia di un italiano; 37 puntate dirette dallo stesso Sordi, con la collaborazione di Giancarlo Governi, per un totale di 40 ore complessive, la cui ricostruzione è stata possibile grazie alla collaborazione della Cineteca Nazionale. Terzo evento di questo Festival matrioska, com'è stato affettuosamente ribattezzato dal presidente Scola, quello incentrato su due dei più grandi "artigiani" della settima arte, gli scenografi Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, tre volte Premi Oscar.
Ad aprire le danze sarà la commedia di Riccardo Milani, Benvenuto Presidente!, con Claudio Bisio nei panni di un montanaro che lascia il suo posto di bibliotecario comunale per diventare suo malgrado Presidente della Repubblica. La serata di inaugurazione si terrà al teatro Petruzzelli, dove si svolgeranno tutte le cerimonie di consegna dei Federico Fellini Platinum Awards for Cinematic Excellence, attribuiti ai 'titolari' di altrettante lezioni di cinema, ovvero Ettore Scola, Lina Wertmüller, Stephen Frears, Giancarlo Giannini, Bertrand Tavernier, Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti e, dulcis in fundo, Adriano Celentano, celebrato con un tributo di dieci film, tra cui la versione restaurata di Yuppi Du.

Ricchissimo il panorama delle anteprime internazionali. Si comincia il 17 marzo con l'evento speciale Stand up guy, opera di Fisher Stevens con un cast da brividi che comprende Al Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin e Julianna Margulies; nella stessa giornata ci sarà spazio anche per il drammatico Una fragile armonia, interpretato tra gli altri da Philip Seymour Hoffman. Il 18 marzo ci sarà la possibilità di vedere la splendida Jessica Chastain nell'horror di Andrés Muschietti, La madre. El artista y la modelo dello spagnolo Fernando Trueba sarà presentato il 19 marzo, mentre il giorno successivo toccherà al nuovo film di Sergio Rubini, Mi rifaccio vivo, commedia dalle venature fantasy con Pasquale Petrolo, Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè e Vanessa Incontrada. Il 21 marzo, invece, verrà svelato Stoker primo film inglese del coreano Park Chan-wook, con Mia Wasikowska e Nicole Kidman, per poi chiudere il 22 con l'opera seconda di Derek Cianfrance, Come un tuono, che vede come protagonista ancora una volta Ryan Gosling.

Nella sezione competitiva del festival, Panorama Internazionale, sono 11 i lungometraggi in concorso, tra questi il più atteso è senz'altro Hannah Arendt di Margarethe Von Trotta che racconta il reportage compiuto dalla filosofa ebreo-tedesca per il New Yorker sul processo al criminale nazista Adolf Eichmann. Protagonista, Barbara Sukowa. ItaliaFilmFest è la sezione competitiva riservata a film che non siano opere prime o seconde; dodici pellicole che spaziano da Tutti i santi giorni di Paolo Virzì a Bella addormentata di Marco Bellocchio, passando per Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana e Gli equilibristi di Ivano De Matteo. Alle opere prime o seconde è dedicata un'altra sezione che vedrà in competizione undici film tra cui Cosimo e Nicole di Francesco Amato, L'intervallo di Leonardo Di Costanzo e Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi. Tra gli eventi speciali vanno segnalati gli omaggi a Mariangela Melato e ad Emidio Greco, il Laboratorio per attori, curato da Marcello Prayer, dedicato al maestro Orazio Costa, a cui parteciperanno Alessio Boni, Fabrizio Gifuni e Luigi Lo Cascio e il Focus su... Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Alessandro Gassman, Sergio Rubini, Margherita Buy e Riccardo Scamarcio.

Comprensibile la soddisfazione dello staff del Bif&est per un'edizione che si annuncia ricca. "Il nostro è un festival fatto in fortissima economia - ha spiegato il direttore artistico, Felice Laudadio -, ma con una grande qualità dei materiali". Gli ha fatto eco il presidente, Ettore Scola, che non senza orgoglio ha spiegato, "Di tutte le edizioni del Festival, questa mi sembra la più importante. Ce lo dice il momento particolare in cui arriva". Il riferimento, nemmeno troppo velato, è all'esito delle ultime Elezioni Politiche. "E' un paese stordito, confuso, senza idee. Quelle messe in campo sono legate agli interessi e sono in contrapposizione tra loro - ha aggiunto -. Questo povero paese non ascolta suggerimenti che possono portare speranza, soluzioni e chissà che invece proprio cogliendo questa triste situazione, questo Festival non possa costituire una proposta per l'Italia per i giovani, non solo per quelli che si interessano di cinema". Per Scola dunque è fondamentale ripartire dalla cultura. "Nell'ultimo decennio è stata abbandonata, negata, misconosciuta, tagliata, è questo il momento da cogliere - ha concluso -. Federico Fellini mi diceva, non ho letto Joyce o Proust, ma non è importante. E' importante che queste entità fluttuino, circolino, così anche il contadino che sta zappando le può cogliere".
 
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BARI INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2013: LA NOSTRA EDIZIONE PIÙ IMPORTANTE, PAROLA DI ETTORE SCOLA!

Quarta edizione per il Bis&St, ovvero il Bari International Film Festival che si terrà quest’anno dal 16 al 23 marzo, per la direzione di Felice Laudadio e la Presidenza di Ettore Scola sarà “La nostra edizione più importante, in questo povero Paese che non dà speranza, questo festival può essere una proposta per l'Italia e per i giovani”, ha affermato il grande regista.

Tantissimi i film che verranno presentati ma quest’anno le due figure a cui è dedicato il Festival sono il Maestro Federico Fellini e il grandissimo Alberto Sordi. Oltre ad un sostanzioso omaggio a due dei più prestigiosi "artigiani" della settima arte, gli scenografi Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, tre volte Premi Oscar. “Centinaia di ore nel programma del festival sono infatti occupate dalle proiezioni di un numero infinito di materiali audiovisivi sull’arte e la filosofia di questi formidabili protagonisti della storia del nostro cinema. – ha affermato Felice Laudadio - E tutto questo è stato possibile grazie alla fiducia accordataci, nel mettere a nostra disposizione tali materiali, da strutture preziose e prestigiose quali le Teche della RAI e gli archivi della Cineteca Nazionale, in particolare per i materiali su Fellini e quelli su Sordi, specialmente per quanto riguarda l’introvabile “Storia di un italiano” di Sordi finalmente riemersa alla luce per la prima volta dagli anni Settanta e Ottanta. A tutti coloro che hanno reso possibile questo festival, a cominciare dai nostri bravissimi collaboratori per finire alla Regione Puglia e all’Apulia Film Commission, un grazie affettuoso e profondamemente sincero”.

Molto interessante anche la sezione cinema del presente dove ad inaugurare la prima serata ci sarà Benvenuto Presidente! di Riccardo Milani con Claudio Bisio e Kasia Smutniak ma ricordiamo anche titoli come La madre con Jessica Chastain, Stoker di Park Chan-wook con Nicole Kidman, Matthew Goode e Mia Wasikowska oltre a The Place Beyond the Pines, in italiano Come un tuono, con Ryan Gosling, Eva Mendes e Bradley Cooper.

Tantissime proposte a questo festival, che Laudadio definisce ‘poverissimo’ – in termini di budget rispetto ad altre manifestazioni’ ma ricco, fitto di film, mostre, incontri. 12 film italiani in concorso, e 11 sempre italiani, in concorso, scelti tra opere prime e seconde.

Un omaggio a Mariangela Melato e ad Emidio Greco e poi documentari in concorso e fuori concorso e cortometraggi, oltre ad innumerevoli ‘Eventi Speciali’, davvero una marea di materiale.

"Il nostro è un festival fatto in fortissima economia - ha spiegato il direttore artistico, Felice Laudadio -, ma con una grande qualità dei materiali". Gli ha fatto eco il presidente, Ettore Scola, che non senza orgoglio ha spiegato: "Di tutte le edizioni del Festival, questa mi sembra la più importante. Ce lo dice il momento particolare in cui arriva", vedi le ultime Elezioni Politiche. "E' un paese stordito, confuso, senza idee. Quelle messe in campo sono legate agli interessi e sono in contrapposizione tra loro. Questo povero Paese non ascolta suggerimenti che possono portare speranza, soluzioni e chissà che invece proprio cogliendo questa triste situazione, questo Festival non possa costituire una proposta per l'Italia per i giovani, non solo per quelli che si interessano di cinema". Per Scola dunque è fondamentale ripartire dalla cultura. "Nell'ultimo decennio è stata abbandonata, negata, misconosciuta, tagliata, è questo il momento da cogliere. Federico Fellini mi diceva, non ho letto Joyce o Proust, ma non è importante. E' importante che queste entità fluttuino, circolino, così anche il contadino che sta zappando le può cogliere".

Per tutto il programma vi rimandiamo al sito del festival: cliccate qui!


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Arcipelago al BIF&ST 2013

Con 19 cortometraggi italiani in competizione - di cui 13 in anteprima mondiale - e 5 fuori concorso, il festival romano accoglie l'offerta di "asilo culturale" di Felice Laudadio e del Festival di Bari

Il Festival ARCIPELAGO ricomincia da Bari. Accogliendo l'offerta di asilo culturale avanzata da Felice Laudadio e Silvio Maselli (rispettivamente, direttore artistico del Bif&st e direttore dell'Apulia Film Commission) all'indomani dell'annunciata chiusura della ventennale manifestazione romana, lo scorso giugno, la rassegna che dal 1992 ha tenuto a battesimo numerosi talenti del nostro cinema, da Pappi Corsicato a Roberta Torre, da Edoardo Winspeare a Paolo Genovese e Luca Miniero, dai Fluid Video Crew a Claudio Noce, si presenta oggi sulla ribalta del capoluogo pugliese come enclave autonoma dedicata al cortometraggio all'interno della 4a edizione del Bari International Film Festival, in programma dal 16 al 23 Marzo.

Come anticipa il suo direttore artistico Stefano Martina, che con la preziosa collaborazione organizzativa di Giuliana La Volpe ha curato la selezione dei corti,'alla vigilia della sua terza tournée in Cina, prevista per il prossimo maggio, ARCIPELAGO inaugura proprio a Bari - cuore di una delle rare regioni italiane nelle quali le parole Cultura e Innovazione hanno ancora pieno diritto di cittadinanza, in un panorama generale altrimenti consegnato alla progressiva desertificazione della Conoscenza - il suo nuovo percorso verso un modello di festival cinematografico che provi ad andare oltre i suoi limiti tradizionali, trasformandosi in un evento diffuso e liquido, ubiquo e plurale. In breve, una vetrina/laboratorio in maggior sintonia con la profonda trasformazione/moltiplicazione in atto da alcuni anni nella produzione e nella fruizione del prodotto audiovisivo: un mutamento che il nostro festival è stato tra i primi ad intuire ed interpretare già dalla fine degli anni '90, dedicandosi con spirito pionieristico ad esplorare da subito le nuove frontiere del digitale, di Internet e del cinema mobile o "portatile". Oltre che una straordinaria opportunità di cui non possiamo non essere riconoscenti a Felice Laudadio, a Silvio Maselli e ai loro staff, ARCIPELAGO al Bif&st è per noi anche un nuovo inizio, una solida e accogliente "oasi resistente" da cui, nel nostro piccolissimo, ma da irriducibili guerriglieri del "fuori formato", far partire una controffensiva culturale di cui questo paese ha oggi bisogno più che mai'

Pur diventando ufficialmente l'arena competitiva del Bif&st dedicata ai corti nazionali, la storica sezione ConCorto - Concorso Nazionale Cortometraggi di ARCIPELAGO si è vista comunque garantire da Felice Laudadio la più completa indipendenza artistica e d'identità, che anche in quest'occasione si è perciò espressa in un'attenta indagine a 360 gradi nel magmatico fiorire di talenti e linguaggi tipico del cinema breve, senza discriminazioni di generi o formati. Il risultato che ne è scaturito - estremamente soddisfacente, malgrado il cambiamento radicale di luogo, tempi e contesto organizzativo - ha la forma di 5 programmi dedicati alla competizione vera e propria (i film saranno giudicati da 30 giurati popolari guidati dal regista e sceneggiatore Daniele Vicari, che il 19 marzo assegnerà al miglior cortometraggio il Premio Michelangelo Antonioni) oltre ad un sesto programma di corti fuori concorso.

Tra i 19 cortometraggi in gara (ben 13 le anteprime mondiali, 6 quelle italiane) non mancano i nomi di spicco: si parte da Paolo Sassanelli (che con la sua seconda prova da regista, Ammore, a sorpresa, si lascia alle spalle i toni da commedia del precedente Uerra in favore di un crudo e toccante dramma sugli abusi domestici) e Roberto Herlitzka (interprete di Genesi, storia sulla memoria, le radici e la terra della regista Donatella Altieri), passando per Lorenza Indovina nelle paradossali vesti della badante italiana di un anziano rumeno (Dreaming Apecar di Dario Leone) e Ginevra Elkann, produttrice di Il fischietto di Lamberto Sanfelice (una bambina è impegnata nel delicato percorso di elaborazione di un grave lutto, con Thomas Trabacchi), per arrivare al gradito ritorno di Gianluca Sodaro (uno dei migliori talenti "brevi" emersi negli anni '90) con il mystic gothic God's Got His Head in the Clouds, prodotto anche con fondi lituani e musicato nientemeno che dal compositore preferito da David Lynch, Angelo Badalamenti.

Unico cortometraggio d'animazione in concorso è il graffiante e surreale apprendistato religioso narrato in Preti di Astutillo Smeriglia (nome d'arte di Antonio Zucconi, astronomo e fisico di professione, già premiato ad Arcipelago 2010 con Il pianeta perfetto), mentre senz'altro più nutrita è la compagine dei documentari e dintorni, composta da The Art of Super-8: The Analogic Revolution di Camillo Valle (una "romantica" apologia della più immortale delle pellicole), Silvio. Here I Am di Mattia Coletti e Carlo Migotto (la storia - vera e assai curiosa - di un entusiasta della pratica della sottomissione, di casa sui set porno), Melodico di Valerio Ciriaci (un barbiere salernitano trapiantato nella Little Italy del Bronx, tra scommesse sui cavalli e passione canora), The Highest Cost di Matteo Brunetta (due soccorritori di Ground Zero e la loro battaglia per far valere i propri diritti di malati di tumore per cause di servizio), ESP di Enrico Bartolucci (un sobrio colpo d'occhio sul calcio non professionistico affiora da una trasferta nella provincia italiana di una squadra di dilettanti della banlieu parigina) e - ultimo, ma non meno interessante - il raffinato lavoro di montaggio di vecchi film e immagini d'archivio Sottoripa, realizzato dal fotografo genovese Guglielmo Trupia ad illustrare l'omonimo poema dell'inglese Julian Stannard.

Sempre in concorso, tra gli altri cortometraggi di finzione figurano anche Inassenza, notevole opera prima del montatore barese Domenico De Orsi (due sorelle, due lutti, due città lontane tra loro - e un'impaginazione visuale molto personale e stimolante); il saggio finale al CSC di Michele Vannucci Nati per correre (un esemplare micro-bildungsroman su due "centauri", padre e figlio); l'algida tranche de vie di una famiglia di montanari messa in scena dall'altoatesino Ronny Trocker in Eiszeit (Congelati), prodotto dalla scuola francese Le Fresnoy; il sorprendente monologo di Rumore bianco di Alessandro Porzio, interpretato da Claudia Vismara; l'episodio di caccia al partigiano (ma protagonista, in questo caso, è un manipolo di repubblichini) narrato da Adel Oberto in Il Conte, saggio di diploma alla londinese National Film and Television School; il grottesco Ansia&Greve di Irene Carlevale, che ricorda il duo Rezza&Mastrella, ma al quadrato. E, infine, Road to Sundance di Tak Kuroha (pseudonimo dell'italianissimo regista pubblicitario Agostino Porro): un road movie onirico e meta-cinematografico che attraversa alcune delle più vigorose scenografie naturali degli States.

A una scuola straniera di cinema fa capo anche Allah Is Great di Andrea Iannetta, primo italiano ammesso alla Film and Television School di Pune, in India, che conclude la schiera di "talenti in fuga" oltreconfine approdata ad ARCIPELAGO/Bif&st e - con il suo asciutto apologo sull'abisso culturale tra Occidente e Oriente - allo stesso tempo inaugura il programma Fuori Concorso, di cui fanno parte anche lo smagliante ed elegiaco documentario sugli ultimi intrecciatori di giunchi di Acquarica del Capo Natura morta in giallo di Carlo Michele Schirinzi, l'affabile Matilde di Vito Palmieri, fresco reduce dall'ultima Berlinale, Zinì & Amì di Pierluca Di Pasquale (una divertente love story hi-tech nata dal progetto del Premio Solinas "Talenti in corto", e interpretata da Alessandro Tiberi, Silvio Orlando e Ana Caterina Morariu). Per finire con l'acuto sguardo pasoliniano di Cargo, del promettente figlio d'arte Carlo Sironi.


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BIF&ST 2013: FELLINI IN MOSTRA
In anteprima mondiale il backstage di “E la nave va”. Prevista anche l'esposizione Rota/Fellini: La musica delle immagini

Il programma del Bif&st 2013 si arricchisce di due importanti novità. La prima è la proiezione in anteprima mondiale del backstage realizzato sul film E la nave va di Federico Fellini da Ferruccio Castronuovo, autore di altri due backstage presenti nel “Festival Fellini” allestito da Felice Laudadio. Castronuovo è stato per 12 anni collaboratore del grande regista ed è il protagonista del film La vita, un lungo viaggio in treno diretto dal regista Thierry Gentet, che sarà presente a Bari.

L’altra novità di grande rilievo che va ad inserirsi nel già fittissimo programma del Bif&st che include 400 appuntamenti in 8 giorni è l’esposizione Rota/Fellini - La musica delle immagini, una mostra documentaria del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari a cura di Angela Annese e Detty Bozzi che sarà allestita nel foyer del Teatro Petruzzelli dal 16 al 23 marzo. Si tratta di un omaggio al magico sodalizio tra Federico Fellini e Nino Rota che ha unito i due artisti da Lo sceicco bianco, opera prima del regista, fino a Prova d’orchestra, ultimo film per il quale, pochi mesi prima di morire, il musicista ha composto la colonna sonora.

Il ruolo fondamentale della musica nell’immaginario felliniano, che nella collaborazione esclusiva e quasi simbiotica con il compositore milanese ha preso forma, rivive nelle splendide fotografie in bianco e nero scattate durante la lavorazione di alcuni film, vero cuore della mostra, alle quali si affiancano fotobuste e manifesti d’autore non solo italiani a rappresentare l’intera filmografia Fellini/Rota. Un percorso di visione del suono che testimonia un successo internazionale straordinario anche attraverso le copertine di alcuni dei tanti ‘33 giri’ che hanno portato le colonne sonore di Rota in tutto il mondo.

I documenti esposti in riproduzione al Teatro Petruzzelli di Bari appartengono alla Fondation Fellini pour le Cinéma di Sion, nata dalla collezione personale di Gérald Morin, per molti anni collaboratore di Federico Fellini, che presenterà in anteprima mondiale a Bari due documentari su Fellini, il primo dei quali verrà proiettato al Teatro Petruzzelli alle 17.30 del 16 marzo ad ingresso libero.

La mostra, dono del Rotary Club di Bari che ha voluto così ricordare il suo socio Nino Rota, è parte di un’ampia serie di iniziative che, in occasione del trentennale della morte e poi del centenario della nascita, il Conservatorio di Bari ha dedicato a Nino Rota, suo direttore molto amato per quasi trent’anni. Un Conservatorio nel quale c’è ancora chi ricorda una visita di Federico a Nino il 31 dicembre 1975. Nel magico silenzio di quella sera di fine d’anno, passeggiando per le aule e i corridoi di un luogo tanto familiare al musicista da essere diventato per lui anche la casa in cui abitare, i due amici si fermano davanti al busto di Niccolò Piccinni posato su un piedistallo di legno: “Ecco, Nino: fra cent’anni qui ci sarai tu”.

Le musiche di Nino Rota per i film di Fellini saranno eseguite dal Collegium Musicum diretto da Rino Marrone alle 21 del 19 marzo al Teatro Forma.



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BIF&ST: FELLINI DIETRO LE QUINTE

Gioca d'anticipo il Bif&st 2013, diretto da Felice Laudadio, facendo partire da Bari gli eventi del ventennale della morte di Federico Fellini con due appuntamenti molto importanti.

Il primo è la proiezione in anteprima mondiale del bellissimo backstage realizzato sul film "E la nave va" di Federico Fellini da Ferruccio Castronuovo, autore di altri due backstage presenti nel “Festival Fellini” allestito da Felice Laudadio. Castronuovo, nato in Puglia dove da qualche tempo è tornato a vivere (a Vico del Gargano), è stato per 12 anni collaboratore del grande regista ed è il protagonista del film La vita, un lungo viaggio in treno diretto dal regista Thierry Gentet, che sarà presente a Bari.

L’altra novità di grande rilievo che va ad inserirsi nel già fittissimo programma del Bif&st che include 400 appuntanenti in 8 giorni è l’esposizione Rota/Fellini - La musica delle immagini, una mostra documentaria del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari a cura di Angela Annese e Detty Bozzi che sarà allestita nel foyer del Teatro Petruzzelli dal 16 al 23 marzo. Si tratta di un omaggio al magico sodalizio tra Federico Fellini e Nino Rota che ha unito i due artisti da Lo sceicco bianco, opera prima del regista, fino a Prova d’orchestra, ultimo film per il quale, pochi mesi prima di morire, il musicista ha composto la colonna sonora.

Il ruolo fondamentale della musica nell’immaginario felliniano, che nella collaborazione esclusiva e quasi simbiotica con il compositore milanese ha preso forma, rivive nelle splendide fotografie in bianco e nero scattate durante la lavorazione di alcuni film, vero cuore della mostra, alle quali si affiancano fotobuste e manifesti d’autore non solo italiani a rappresentare l’intera filmografia Fellini/Rota. Un percorso di visione del suono che testimonia un successo internazionale straordinario anche attraverso le copertine di alcuni dei tanti ‘33 giri’ che hanno portato le colonne sonore di Rota in tutto il mondo.

I documenti esposti in riproduzione al Teatro Petruzzelli di Bari appartengono alla Fondation Fellini pour le Cinéma di Sion, nata dalla collezione personale di Gérald Morin, per molti anni collaboratore di Federico Fellini, che presenterà in anteprima mondiale a Bari due documentari su Fellini, il primo dei quali verrà proiettato al Teatro Petruzzelli alle 17.30 del 16 marzo ad ingresso libero.

La mostra, dono del Rotary Club di Bari che ha voluto così ricordare il suo socio Nino Rota, è parte di un’ampia serie di iniziative che, in occasione del trentennale della morte e poi del centenario della nascita, il Conservatorio di Bari ha dedicato a Nino Rota, suo direttore molto amato per quasi trent’anni. Un Conservatorio nel quale c’è ancora chi ricorda una visita di Federico a Nino il 31 dicembre 1975. Nel magico silenzio di quella sera di fine d’anno, passeggiando per le aule e i corridoi di un luogo tanto familiare al musicista da essere diventato per lui anche la casa in cui abitare, i due amici si fermano davanti al busto di Niccolò Piccinni posato su un piedistallo di legno: “Ecco, Nino: fra cent’anni qui ci sarai tu”.

Le musiche di Nino Rota per i film di Fellini saranno eseguite dal Collegium Musicum diretto da Rino Marrone alle 21 del 19 marzo al Teatro Forma.
 
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