| Ellen Page: “Io, lesbica, mi batterò per i diritti dei gay”Dopo il coming out, la protagonista di Juno confida a Io donna di "sentirsi un'altra persona" e di essere "finalmente felice". Nella battaglia per il matrimonio tra donne sarà in prima linea Lei & lei: le nozze gay delle celeb .Erano anni che pensava al suo outing: voleva dire a tutti che lei era lesbica, che era stufa di tenerlo nascosto, depressa per dovere fare finta di avere storie eterosessuali. Durante la promozione di The East, più di un anno fa, si era lasciata fotografare in atteggiamenti affettuosi col suo collega Alexander Skarsgard, qualche anno prima era stato fatto il nome di Ben Foster, co-star nella saga di X-Men. E lei zitta, a posare diligentemente per copertine e servizi fotografici in abiti firmati e scarpette di Manolo Blahnik, lei che si considera un vero tomboy, e predilige jeans e sneaker, era frustrata da questo gioco che la macchina di Hollywood richiedeva.
IL COMING OUT DI SAN VALENTINO Poi lo scorso San Valentino Ellen Page, l’attrice ventisettenne di Juno (il film indipendente con cui si conquistò una nomination all’Oscar) ha finalmente deciso che era arrivato il momento. Durante la conferenza d’apertura della Human Rights Campaign Foundation ha esordito dicendo: «Sono qui, oggi, perché sono gay». Da allora, ci racconta, è un’altra persona. Finalmente felice. Incassati il successo del suo ultimo film, X-Men: Giorni di un Futuro Passato (oltre 700 milioni di dollari al box office), Ellen si dichiara decisa a combattere in prima fila per i diritti della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).
Ellen, che cosa l’ha convinta a prendere questa importante decisione? Per anni mi sono sentita dire che se avessi dichiarato di essere gay la mia carriera sarebbe finita. E per anni ho dovuto combattere contro la vergogna e l’imbarazzo di nascondere questa mia realtà, di cui ero pienamente cosciente sin da quando avevo 20 anni. Non potevo essere me stessa, alla fine ho finalmente deciso di farla finita con tutte queste paure e preoccupazioni: non voglio più nascondermi e provare sensi di colpa, soprattutto nei confronti della comunità LGBT.
Ha scoperto di essere gay a 20 anni? Intorno ai 15-16 anni pensavo di essere bisessuale, la mia prima vera relazione con una donna l’ho avuta a 20 anni.
La sua dichiarazione in video su YouTube ha suscitato l’entusiastica reazione di 6 milioni di visitatori. È sorpresa? Erano in tanti a sapere che ero gay (ride), ho sempre vissuto piuttosto liberamente la mia condizione, nella vita privata. Certo, in pubblico, era diverso. E ci sono stati anche commenti meschini e odiosi, ma non sorprende quando fai parte di una minoranza da sempre trattata ingiustamente (sorride).
Qual è stata la cosa più difficile, per lei, in questi anni? È stata veramente dura per me, è stato estenuante: se si pensa che il 40 per cento dei giovani senzatetto in America fa parte della comunità LGBT, e che il numero dei depressi e suicidi è molto alto, è facile rendersi conto di quanto sia grave e ingiusto. Questa situazione deve essere cambiata, e forse ora posso dare una mano.
È preoccupata per le conseguenze del coming out nel suo lavoro? Proprio per niente. Il senso di libertà che adesso finalmente provo è impagabile, mi sono tolta un peso insostenibile, e non ho parole per descriverlo. Sono contenta di vivere finalmente la mia vita.
Gli attori dichiaratamente omosessuali sono spesso esclusi da certi ruoli. E allora mi spieghi come mai gli attori eterosessuali possono interpretare dei personaggi gay. Le posso fare l’esempio di Jake Gyllenhaal: aveva fatto un bellissimo lavoro in Brokeback Mountain, era credibile e commovente. E comunque io ho deciso, proprio per questo, di produrre alcuni film che mi interessano.
Vuole smettere di recitare? No, vorrei continuare a recitare ma mi piace anche occuparmi di produzione: sto portando a termine Into the Forest, con Evan Rachel Wood, un’attrice di cui sono da sempre una fan, diretto da Patricia Rozema. È basato su un libro che ho molto amato. E dopo spero di realizzare Freeheld, un film sui diritti civili delle lesbiche, un progetto a cui lavoro da anni.
Jodie Foster si è recentemente sposata con la sua compagna, la fotografa Alexandra Hedison. Ha avuto modo di potersi congratulare con lei? No, non conosco personalmente Jodie, ma trovo meraviglioso che abbia scelto di sposarsi con la persona che ama. È magnifico. E spero proprio che tutti i matrimoni tra persone dello stesso sesso vengano presto riconosciuti in America anche a livello federale.
E lei, come immagina, un giorno, il suo matrimonio? Piccolo e intimo. E con musica e danze… Probabilmente mi colerà il trucco sul viso per tutto il tempo, perchè sono una piagnona terribile (ride).
Da quando ha dichiarato pubblicamente la sua omosessualità le interviste si concentrano quasi esclusivamente sull’argomento gay, ignorando il suo lavoro. Le dà fastidio?No, perché spero che tutto ciò contribuisca a combattere l’omofobia. Piu visibile diventa la comunità LGBT, più si attenuano i sentimenti di odio nei loro confronti. E spero proprio che anche il mio coming out possa servire in qualche modo a fare accettare il nostro amore e la nostra realtà di persone gay.Video
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